XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 4 giugno 2008

TESTO AGGIORNATO AL 5 GIUGNO 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che,
il vertiginoso aumento del costo del gasolio sta provocando serissimi danni al comparto pesca stante che il carburante incide sulle spese di un peschereccio per oltre il 50 per cento;
la situazione è grave in tutta Europa ma assume livelli drammatici in Italia a causa anche della vetustà della flotta peschereccia che non assicura il massimo della sicurezza in mare per i marittimi ed al tempo stesso provoca un più esoso consumo di carburante;
la politica dell'UE rivolta alla salvaguardia del settore appare debole anche in rapporto alle strategie utilizzate dai paesi extracomunitari rivieraschi che indirizzano la loro azione verso la modernizzazione dei sistemi di pesca compatibili con una politica di ripopolamento ittico;
l'elevato costo del carburante sta spingendo gli armatori, per ridurre i costi di gestione, ad avviare per mare i natanti utilizzando il minimo previsto dalle tabelle di imbarco, provocando un forte stress nei componenti lo stesso equipaggio che sono costretti ad un reale lavoro che potrebbe essere svolto da un maggior numero di persone;
i pescherecci italiani mediamente hanno un'età di 30 anni e che a causa della loro vetustà rischiano di perdere quel minimo di competitività che allo stato assicura la sopravvivenza del comparto pesca;
i fondi europei previsti nel FEP (Fondo Europeo Pesca) per l'Italia sono irrisori in rapporto alle reali necessità della pesca del nostro Paese;
nello stesso documento FEP non si prevede alcuna possibilità di demolizione e ricostruzione dei natanti nonostante sia evidente la necessità italiana di rinnovare la flotta peschereccia;
appare necessaria una seria politica di ripopolamento ittico senza l'adozione di atti e sistemi che provochino la chiusura definitiva del comparto pesca. Appare urgente prevedere la possibilità di concedere adeguate agevolazioni finanziarie in favore dei marittimi e degli armatori che devono essere incoraggiati a diminuire lo sforzo di pesca anche attraverso la individuazione di specchi acquei da inibire all'esercizio della pesca e la diminuzione delle giornate lavorative di ogni natante,

impegna il Governo:

ad adottare le opportune iniziative in sede comunitaria per affrontare i seri problemi derivanti dall'incremento vertiginoso del costo del gasolio utilizzato nella pesca proponendo agevolazioni finanziarie per reggere all'attuale difficile momento di mercato;
ad assicurare una forte azione capace di condurre ad una radicale modernizzazione dei natanti italiani ripristinando la politica della demolizione del vecchio natante e della costruzione di mezzi moderni, sicuri e meno dispersivi in materia di utilizzazione di carburanti;
ad operare nella sede nazionale ed a livello comunitario in favore di una politica rivolta al ripopolamento ittico, prevedendo il fermo dei natanti per 60 giorni l'anno ed inibendo per tre mesi la pesca in precisi specchi acquei individuati su proposta delle Regioni vocate alla pesca, concedendo sostegni finanziari ai marittimi ed agli armatori;
ad avviare con i paesi extracomunitari rivieraschi una politica di collaborazione in materia di ripopolamento ittico anche concordando i medesimi fermi di pesca per la flotta peschereccia e gli stessi

specchi acquei da inibire all'esercizio della pesca.
(1-00009) «Cristaldi, Dima, Lamorte, Granata, Moffa, Bellotti, Lo Presti, Antonino Foti, Angela Napoli, Patarino, Porcu, Ciccioli, Faenzi, Marinello, Lisi».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:

BOCCIA, CONCIA, RIA, MASTROMAURO, GRASSI, GINEFRA, SERVODIO e VICO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nel 1990 nasce la Filatura di Trani Srl, facente parte del Gruppo Franzoni Filati SpA;
la Filatura di Trani Srl (dal 2002 assorbita nel Gruppo Franzoni) possiede uno stabilimento di proprietà nella Città di Trani - realizzato ed implementato attraverso il contributo di risorse pubbliche rivenienti dalla legge n. 488 del 1992 - presso cui sono stati occupati circa 160 addetti;
con la motivazione della crisi settoriale, la proprietà dell'azienda tranese, nel marzo 2005, ricorreva al Ministero del Lavoro chiedendo il riconoscimento della Cassa Integrazione Straordinaria per dodici mesi;
con il verbale di accordo sottoscritto in data 10 marzo 2005 tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la Franzoni Filati SpA e le Organizzazioni Sindacali si concordava che:
«la Società farà ricorso alla CIGS per crisi aziendale, per dodici mesi, ai sensi della legge 223/91 articolo 1 comma 5, per un numero massimo di 431 dipendenti in forza nella sede e Stabilimento di Esine e negli stabilimenti di Cividate, Calcinate, Trani e Albano Sant'Alessandro, così distribuiti:
Sede e Stabimenio di Esine n. 90;
Stabilimento di Calcinate n. 70;
Stabilimento di Cividate n. 112;
Stabilimento di Trani n. 72;
Stabilimento di Albano Sant'Alessandro n. 87»;
secondo l'accordo le sospensioni sarebbero state attuate progressivamente a decorrere dal 21 marzo 2005, con criteri di individuazione dei lavoratori interessati in funzione di esigenze tecnico-organizzative e produttive, in coerenza con gli obiettivi di riduzione dei costi e del miglioramento dell'efficienza e della produttività dei vari Stabilimenti e della Sede. Come si vede dalla sintesi della tabella pubblicata a suo tempo dalla stessa Franzoni Filati e riportata nell'interrogazione, l'impatto sui singoli stabilimenti era significativo, ma in nessun caso era mai stata prevista la chiusura delle attività;
visto quello che è accaduto negli ultimi tre anni nello stabilimento di Trani, non pare agli interroganti che, a fronte delle risorse erogate attraverso gli ammortizzatori sociali e il parallelo mantenimento degli impegni del Ministero per lo sviluppo economico nel mantenimento dei benefici connessi agli incentivi richiesti, l'azienda abbia «migliorato efficienza e produttività». Anzi, dall'analisi dettagliata degli impegni assunti presso il Ministero del lavoro emerge a posteriori un quadro preoccupante sulle reali strategie industriali del gruppo. In questa sede appare opportuno ricordare che la Franzoni Filati con successivo verbale di accordo del 10 marzo 2006, sempre sottoscritto dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dalla Franzoni Filati SpA e dalle Organizzazioni Sindacali, si stabiliva che: «La

Società ai sensi e per gli effetti dell'articolo 1 della legge 12 dicembre 1984, n. 863 e dell'articolo 5 della legge n. 236 del 1993, e successive modifiche ed integrazioni, avanzerà richiesta agli organi competenti in favore del personale occupato nello Stabilimento di Trani per un periodo di 24 mesi a decorrere dal 21 marzo 2006, del contratto di solidarietà, con intervento del trattamento di integrazione salariale pari al recupero della retribuzione persa così come prevede la normativa vigente...»;
tra il 2006 e il 2007 le relazioni industriali tra azienda e sindacati sono state caratterizzate da continue rassicurazioni del gruppo sulla volontà di proseguire le attività negli stabilimenti oggetto di ristrutturazione. In funzione di ciò, il 17 settembre 2007, presso la sede del Ministero dello sviluppo economico, tra la Franzoni Filati SpA, le Organizzazioni Sindacali (eccezion fatta per la UIL che riteneva «insufficiente l'esame della questione») e le RSU, è stato sottoscritto verbale di Consultazione Sindacale ex articolo 2 decreto del Presidente della Repubblica 10 giugno 2000, n. 218, con il quale si conveniva che l'azienda avrebbe richiesto un nuovo periodo di 12 mesi di Cassa Integrazione Straordinaria;
nonostante quest'ultima intesa, in data 16 maggio 2008, la proprietà ha comunicato l'avvio delle procedure di mobilità ex lege n. 223 del 1991;
la procedura di mobilità e la cessazione del rapporto di lavoro con circa 160 dipendenti dell'unità produttiva di Trani, sembrerebbe anticipare la stessa conclusione del periodo di Cassa Integrazione Straordinaria previsto con il suddetto accordo del 17 settembre 2007;
la condizione dei lavoratori dello stabilimento di Trani della Franzoni Filati SpA sta assumendo le caratteristiche di un'autentica emergenza sociale, in un territorio ove le opportunità occupazionali non offrono prospettive di riassorbimento nel mercato del lavoro;
appare quanto mai necessario un raccordo tra i due ministeri (Lavoro e Sviluppo economico) al fine di bloccare immediatamente le procedure di mobilità che determinerebbero, in un territorio già pesantemente penalizzato da una crisi profonda dei settori manufattorieri tradizionali, un ulteriore e grave impatto negativo sull'occupazione. Aspetto, quello occupazionale della provincia di Barletta - Andria - Trani, che dovrà essere al più presto oggetto di valutazione straordinaria e urgente tra gli stessi dicasteri e la regione Puglia -:
se i ministri interrogati siano a conoscenza della situazione del Gruppo Franzoni Spa e se non ritengano di intervenire, secondo le rispettive competenze;
se sia possibile un intervento per assicurare forme di ammortizzatori sociali in grado di alleviare l'impatto di questa durissima e unilaterale scelta dell'azienda;
quali iniziative per il rilancio dell'impresa, ivi compreso un possibile affiancamento istituzionale del Governo (attraverso il ministero dello Sviluppo economico) intendano assumere i ministri interrogati a tutela dei livelli occupazionali;
di quali elementi il ministro per lo Sviluppo economico disponga in relazione alle procedure di finanziamento che hanno consentito alla Franzoni Filati di finanziare gli investimenti presso lo stabilimento di Trani oggi oggetto di improvvisa chiusura e riguardo alla corretta applicazione delle medesime.
(3-00028)

Interrogazione a risposta in Commissione:

DI GIUSEPPE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle politiche agricole e forestali. - Per sapere - premesso che:
con nota n. 536 dell'11 aprile 2008, indirizzata al Presidente dei Consiglio dei ministri e al Presidente della Giunta regionale (Commissario delegato post-sisma), il Consorzio di bonifica integrale larinese precisava che, a causa della sospensione

del pagamento delle quote consortili degli iscritti a ruolo, l'importo degli stessi contributi non versati superava abbondantemente il milione di euro e che tale eventualità avrebbe determinato gravissime conseguenze sul piano gestionale e la sospensione del funzionamento degli impianti irrigui nella stagione in corso;
in data 23 aprile 2004, con nota di cui al protocollo n. 565, il Commissario delegato al sisma, nonché Presidente della Giunta della Regione Molise, interessava di nuovo la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Dipartimento della Protezione civile, il Ministero delle finanze e dell'economia, il ministero delle politiche agricole; in particolare richiedeva chiarimenti circa i provvedimenti finalizzati al ristoro dei mancati introiti del Consorzio, richiamando quanto avvenuto per i Consorzi di bonifica delle regioni Umbria e Marche a seguito degli eventi sismici del 1997 per i quali con legge n. 434 del 1997, si disponeva la sospensione dei versamenti consortili e se ne prevedeva il ristoro da parte dello Stato, e chiedeva, quindi, il pari trattamento per il Consorzio di bonifica larinese;
in data 16 maggio è giunta alla sottoscritta una richiesta di intervento a firma del Presidente del Consorzio, dove fra l'altro si dichiara che il Consorzio non dispone più delle risorse necessarie e che lo stesso si vedrà costretto ad interrompere il servizio di fornitura delle acque ad uso irriguo, con conseguenti gravi danni all'intero comparto dell'agricoltura bassomolisana;
è necessario intervenire allo scopo di evitare danni irreparabili -:
quali misure urgenti intenda adottare per far fronte a tale problematica, al pari di quanto avvenuto nelle regioni dell'Umbria e delle Marche e affinché vengano erogate da parte dello Stato, attraverso la Regione Molise, le somme corrispondenti al mancato gettito contributivo;
come intenda agire affinché tutto avvenga in tempi ragionevolmente utili per evitare il ricorso, da parte del Consorzio di bonifica larinese, ad anticipazioni bancarie, con relativi oneri aggiuntivi ad essi derivanti.
(5-00080)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

VANNUCCI e MARCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il comma 511 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2007 (legge finanziaria per il 2007) ha previsto l'istituzione di un Fondo per la compensazione degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente conseguenti all'attualizzazione di contributi di spesa pluriennali;
per l'utilizzo delle risorse del Fondo risulta necessaria l'emanazione di un decreto interministeriale da parte del Ministro dell'economia e delle finanze e del Ministro competente per quel che concerne lo specifico settore di intervento dei contributi pluriennali in questione;
la possibilità di accesso alle risorse del Fondo risulta di fondamentale importanza per consentire a numerosi enti locali di stipulare mutui con la Cassa depositi e prestiti al fine di realizzare interventi di notevole rilievo sociale ed economico per i territori interessati;
ciò risulta vero, ad esempio, per gli interventi in materia di sicurezza stradale di cui alla legge n. 144 del 1999;
la sicurezza stradale ha assunto via via aspetti di emergenza nazionale tale da imporre la velocizzazione di ogni azione tesa ad aumentarne l'efficacia;
rispetto a tali interventi nella risposta all'interrogazione a risposta immediata Vannucci 5-01189 della XV legislatura il rappresentante del Ministero dell'economia

e delle finanze ha precisato che non risultavano inoltrate le richieste da parte dei Ministero dei trasporti;
in base alle informazioni successivamente acquisite risulta tuttavia che il Ministero dei trasporti avrebbe predisposto lo schema di decreto interministeriale per l'accesso alle risorse del fondo di cui al comma 511 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 e trasmesso lo stesso al Ministero dell'economia e delle finanze -:
quale sia lo stato di attuazione del comma 511 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 anche con riferimento alla possibilità di accesso al Fondo per la compensazione degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente conseguenti all'attualizzazione di contributi di spesa pluriennali per quel che concerne gli interventi in materia di sicurezza stradale di cui alla legge n. 144 del 1999;
se e in quali tempi il Ministro dell'economia e delle finanze intenda firmare il decreto interministeriale per l'autorizzazione all'utilizzo dei contributi pluriennali di cui alla legge 23 dicembre 1999, n. 488, articolo 56 (Finanziaria 2000), «Interventi in materia di sicurezza stradale», sottoscritto e trasmesso a suo tempo dal Ministro dei trasporti del precedente governo.
(5-00078)

Interrogazioni a risposta scritta:

MURGIA, BARBARESCHI e PORCU. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il decreto del Presidente della Repubblica n. 43 del 30 gennaio 2008, pubblicato il 18 marzo ed entrato in vigore il 2 aprile, reca il Regolamento di riorganizzazione del Ministero dell'economia e delle finanze e comporterà la chiusura di molti uffici periferici e la messa in mobilità di tanti dipendenti;
il Ministero dell'economia e delle finanze ha inserito la città di Nuoro in un elenco di sedi da sopprimere;
attualmente nella città di Nuoro esistono la Direzione territoriale dell'economia e delle finanze e la Ragioneria territoriale dello Stato di Nuoro dove operano complessivamente 46 dipendenti, equamente divisi. Entrambi gli uffici hanno competenza amministrativa provinciale ed offrono una serie di servizi pubblici molto utili;
l'attuale organico dei due uffici nuoresi lo identifica come una delle realtà più consistenti del Ministero dell'economia e delle finanze in campo nazionale;
il Dipartimento della funzione pubblica avrebbe indicato una serie di criteri di scelta attraverso i mento sarebbe possibile evitare la soppressione di questi uffici sul territorio nazionale tra i quali la conformazione territoriale, l'efficienza e la frequenza dei trasporti e la distanza tra le sedi;
la città di Nuoro sembrerebbe disporre di caratteristiche tali da poter essere esclusa dall'elenco di sedi da sopprimere;
in particolare è da sottolineare che la conformazione territoriale della città di Nuoro è caratterizzata da poca pianura, con strade che attraversano le montagne e quindi con gravi disagi per gli utenti che vogliono raggiungere le sedi più lontane di Sassari e di Cagliari; i collegamenti ferroviari sono molto precari ed anche gli altri mezzi pubblici hanno orari di partenza e di percorrenza che non permettono un'agevole mobilità territoriale; le due sedi che dovrebbero restare in servizio, quelle di Sassari e Cagliari, distano dalla città di Nuoro rispettivamente 150 e 200 chilometri, con collegamenti pubblici carenti -:
quali iniziative di propria competenza intenda adottare affinché possa essere scongiurata la chiusura degli uffici territoriali del Ministero dell'economia e delle finanze a Nuoro che, altrimenti, contribuirebbe ad accrescere la grave crisi economica e sociale della provincia e sarebbe causa di seri disagi per la cittadinanza

impossibilitata a raggiungere agevolmente le sedi distanti di Sassari e di Cagliari.
(4-00246)

TOMMASO FOTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il programma elettorale del Popolo della libertà reca per la riforma del catasto l'impegno al censimento sul territorio dei redditi;
nella home page del sito del Ministero dell'economia e delle finanze, sotto il titolo «La rivoluzione del catasto», permane tuttora la possibilità di scaricare un testo redatto dal Sottosegretario Grandi del passato Governo dai contenuti ovviamente opposti -:
se il Ministro ritenga opportuna la cosa, contrastando la precitata «rivoluzione» con il programma del Popolo della libertà, approvato senza riserve dalla maggioranza degli elettori italiani.
(4-00256)

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:

MIGLIORI e BIANCONI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
dopo i primi effimeri esiti dell'indulto, fallito anche per quanto concerne l'allentamento delle tensioni all'interno delle carceri derivanti dal sovraffollamento, anche in Toscana si sta registrando un abnorme aumento della popolazione carceraria;
in alcuni stabilimenti quali Sollicciano, Pisa, l'OPG di Montelupo Fiorentino tali incrementi risultano particolarmente preoccupanti stante la carenza degli e negli organici della Polizia penitenziaria -:
quali iniziative urgenti si intendano assumere per una più coordinata ed equilibrata collocazione sul territorio nazionale della popolazione carceraria;
quali iniziative si intendano individuare per aumentare in Toscana il numero degli agenti di Polizia penitenziaria;
se la Toscana rientri nelle sedi previste per quanto concerne il piano per le realizzazioni di nuovi istituti di pena, considerando anche la disponibilità urbanistica in merito espressa da tempo dall'amministrazione comunale di Grosseto.
(4-00253)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
la mobilità rappresenta un essenziale diritto di cittadinanza tutelato e promosso dai principi della Costituzione italiana;
un sistema di mobilità pubblica moderna ed efficiente rappresenta un obiettivo strategico per la costruzione di politiche tese a promuovere sviluppo sostenibile, strategie di crescita economica e di progresso sociale, migliori condizioni di tutela della salute dei cittadini nell'ottica e nel rispetto degli accordi del protocollo di Kyoto e del programma di riduzione di gas dannosi dell'Unione europea. Il trasporto su rotaia produce infatti il 92 per cento in meno di anidride carbonica rispetto alle automobili e l'88 per cento in meno rispetto all'aereo;
secondo i dati, resi noti dal Censis nel mese di marzo 2008, sono più di 13 milioni i pendolari in Italia (pari al 22,2 per cento della popolazione residente). Un dato cresciuto fra il 2001 e il 2007 del 35,8 per cento pari ad un incremento di 3,5 milioni di persone. Secondo l'indagine

Istat il treno viene utilizzato dal 14,8 per cento dei pendolari, cioè più di 1,9 milioni di persone, per spostarsi in ambito locale e metropolitano, come unico mezzo di trasporto o in combinazione con altri mezzi; l'offerta di servizi per i pendolari è basata essenzialmente sul trasporto pubblico regionale su ferro, finanziato dalle regioni, e dall'interazione con i treni Intercity che, sulle lunghe percorrenze di carattere interregionale, rappresentano, per altro, l'unico mezzo disponibile presso molte stazioni capoluogo di provincia o con un bacino di area vasta anch'esso interregionale;
una eventuale rivisitazione della politica commerciale di Trenitalia, quanto mai opportuna, attesa e necessaria, se mossa in direzione dell'efficienza e dell'innalzamento della qualità del servizio, potrà orientarsi su esclusive logiche di mercato allorquando i servizi soppressi, in ragione delle perdite riportate, saranno sostituiti dalle regioni in cooperazione fra di loro;
la disponibilità, nel breve periodo, di nuove infrastrutture dedicate esclusivamente all'Alta velocità consentirà di liberare binari sui quali collocare servizi regionali ed interregionali, sostitutivi degli Intercity che Trenitalia intende sopprimere;
in assenza di tali servizi stazioni come Arezzo, Chiusi, Orvieto, Fossato di Vico Gubbio, Gualdo Tadino, Spoleto, saranno fortemente penalizzate;
per molte di queste, il mantenimento dei servizi di lunga percorrenza è infatti in grado di garantire adeguati livelli di accessibilità alla rete nazionale e sovraregionale per il fatto che le relazioni a servizio di queste località ricadono a pieno titolo nel cosiddetto «servizio universale», da sostenere con risorse statali;
preso atto della volontà di Trenitalia di dismettere i treni Intercity e della necessità delle regioni interessate di concorrere, sul piano organizzativo e finanziario, alla erogazione di tali servizi è stato istituito un tavolo di concertazione con la presenza del Governo Prodi, di Trenitalia e delle stesse regioni. Sono state così esaminate numerose soluzioni e le regioni hanno avanzato proposte di compartecipazione finanziaria come la Toscana e l'Umbria che sulla dorsale tirrenica si è dichiarata disposta ad investire 10 milioni in più rispetto ai 30 che già impegna annualmente sui treni regionali e parimenti sulla dorsale Milano-Firenze. Inoltre la regione Toscana ha ricordato di aver investito in questi anni ingenti risorse per il «Memorario»: il servizio, rivolto in particolar modo ai pendolari, che offre treni locali a cadenze regolari e coordinate e che ottimizzano ed ampliano l'offerta territoriale con quella nazionale e che ha fatto segnare un aumento sensibile dei viaggiatori;
la stessa Regione Umbria più volte in sede di riunioni con Trenitalia e durante le audizioni delle Commissioni di Camera e Senato dello scorso gennaio 2008, si era dichiarata disponibile a farsi carico dei costi relativi alle fermate Eurostar e Intercity;
proprio in virtù di questa fase necessaria ed ineludibile di riorganizzazione il Governo Prodi, al termine della XV legislatura, ha chiesto ed ottenuto da Trenitalia la sospensione dei tagli già previsti a partire dal 7 aprile ultimo scorso, al fine di mettere il nuovo Governo nella condizione di trovare una intesa al tavolo di concertazione affinché si addivenisse ad una soluzione definitiva che scongiurasse, pertanto, che gli stessi tagli venissero riproposti a partire dal 15 giugno;
a sostegno e copertura di tale fase di riorganizzazione, in data 8 aprile 2008, il Governo Prodi ha emanato il decreto-legge 8 aprile 2008, n. 60, recante disposizioni finanziarie urgenti in materia di trasporti ferroviari regionali;
il completamento del processo di riforma ha richiesto una definizione del fabbisogno effettivo attuale per la realizzazione dei servizi ferroviari regionali, in considerazione del fatto che i trasferimenti

statali alle regioni e i corrispettivi erogati dalle stesse alla società Trenitalia Spa non sono stati aggiornati dal 2000, con riferimento sia alla crescita dei costi dei fattori produttivi, sia alla quantità e alla qualità dei servizi erogati;
il decreto già approvato da entrambe le Camere, ha garantito con urgenza le risorse necessarie per assicurare la continuità dei servizi per i primi mesi del nuovo anno, pari a 80 milioni di euro, anche nelle more della stipula dei nuovi contratti di servizio tra le regioni e Trenitalia Spa, proprio in attesa del completamento dei lavori del tavolo tecnico interministeriale a tal fine costituito;
nonostante tutto ciò dal 15 giugno prossimo, secondo quanto annunciato dagli organi di stampa, saranno 20 i treni Intercity ed Eurocity, soppressi in tutta la regione Toscana. I tagli riguarderanno, tra le altre, le stazioni di Chiusi, Arezzo, Orvieto, ed interesseranno le direttrici nazionali Napoli-Milano, e viceversa; la soppressione dei treni Intercity ed Eurocity causerebbe inevitabilmente notevoli disagi nei confronti dei cittadini e dei pendolari e renderebbero conseguentemente inefficaci o insufficienti gli investimenti della regione Toscana e Umbria in moltissime tratte locali; mentre per le stazioni di Fossato di Vico Gubbio, Gualdo Tadino e Spoleto da tempo Trenitalia ha cancellato le fermate dell'Eurostar per Ancona e Roma;
la soppressione di tali treni si ripercuoterebbe inevitabilmente sulla viabilità dell'intero Centro Italia. Molte tratte e stazioni interessate dai tagli rivestono infatti un ruolo decisivo nei collegamenti nei confronti di un ampio e diversificato bacino territoriale che interessa le regioni Umbria, Lazio ed Emilia Romagna;
si deve inoltre sottolineare, come la politica tariffaria di Trenitalia abbia nel tempo surrettiziamente aumentato i costi degli abbonamenti, attraverso la cancellazione di agevolazioni e sconti; non ultimo la cancellazione dell'abbonamento unidirezionale Intercity, formula utilizzata soprattutto da lavoratori e studenti costretti a partire con i treni regionali la mattina alle 6, non avendo Intercity disponibili in quell'orario, ma presenti nelle fasce di ritorno -:
se corrisponda al vero la notizia della soppressione dei 20 treni predisposta da Trenitalia a partire dal 15 giugno 2008 e quali iniziative urgenti intenda intraprendere per scongiurare tale soppressione, garantire il diritto alla mobilità ai cittadini ed ai pendolari interessati;
quando intenda convocare il tavolo di concertazione per individuare le linee di intervento che scongiurino i tagli dei treni previsti a partire dal 15 giugno o per definire tempi e modalità con le quali le regioni e Trenitalia saranno in grado di organizzare offerta alternativa agli Intercity che solo a quel punto potranno essere sostituiti.
(2-00035) «Leoluca Orlando, Giulietti, Sereni, Verini, Gozi, Trappolino».

Interrogazione a risposta in Commissione:

EVANGELISTI, RIGONI e MISITI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il processo di passaggio di competenze e responsabilità, alle Regioni, avviato da diversi anni nel nostro Paese presenta, in più di un settore, non poche necessità di maggiore coordinamento;
tale necessità si avverte anche nel comparto ferroviario;
la struttura di vendita assistenza di Trenitalia è organizzata secondo la distinzione tra la divisione passeggeri nazionali ed internazionali e la divisione passeggeri regionale;
la biglietteria di Massa è stata assimilata, al momento alla divisione passeggeri nazionali ed internazionali;

il piano di riorganizzazione presentato a livello nazionale di tale divisione prevede la chiusura di ben 27 punti di vendita ed assistenza, tra cui è ricompresa anche la stazione di Massa centro, la unica in tutta la regione toscana di cui viene prevista la soppressione;
l'attuazione del piano non è stata portata a compimento per l'opposizione delle rappresentanze sindacali dei lavoratori;
si è verificato un notevole ridimensionamento del personale perché appellandosi al piano di chiusura i responsabili territoriali hanno precluso qualsiasi nuovo apporto di personale anche di quello necessario alla sostituzione di quello pensionato o trasferito;
la figura di responsabile di impianto viene svolta solo per due giorni a settimana da personale di altre stazioni mentre il personale rimasto, di sole cinque unità, opera spesso in condizioni di evidente difficoltà, e non di rado con la possibilità di mantenere aperto un solo sportello al pubblico;
anche il livello di sicurezza delle strutture e dell'intera stazione inevitabilmente risente di tale situazione;
risulta comunque un continuo aumento degli incassi agli sportelli, a dimostrazione della produttività della stazione che resta la più grande della Provincia;
la sua chiusura contrasterebbe con la circostanza per cui altre stazioni più piccole e meno produttive della stessa provincia rimarrebbero, invece, aperte mostrando un profilo di evidente incongruità dell'intervento in atto;
tale circostanza è dovuta al fatto che stazioni più piccole e meno produttive sono comunque ricomprese nella divisione passeggeri regionale, a differenza di quella di Massa appartenente alla divisione passeggeri nazionali ed internazionali -:
perché non si prenda in considerazione l'ipotesi di trasferire la stazione di Massa centro alla divisione passeggeri regionale, procedendo di pari passo ad una riorganizzazione del personale a livello provinciale in coordinamento con le stazioni più piccole di Carrara, Aulla e Pontremoli, secondo una riorganizzazione a tutti gli effetti più coerente con la produttività delle diverse stazioni, senza cioè penalizzare paradossalmente la stazione più grande e produttiva.
(5-00079)

Interrogazioni a risposta scritta:

MURGIA, BARBARESCHI, PORCU, VELLA e TESTONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
Trenitalia S.p.a. ha disposto la sospensione del servizio di trasporto ferroviario merci operato dalla motonave Garibaldi sulla linea Golfo Aranci-Civitavecchia a partire dal 1o luglio 2008;
tale disposizione sarebbe causa di notevoli danni economici e strutturali per le imprese industriali della Sardegna centrale che movimentano merci su rotaia e renderebbe, di fatto, inutili gli scali ferroviari di Campeda e Macomer, gli unici presenti nella provincia di Nuoro;
gli effetti negativi generati dalla sospensione del predetto servizio di trasporto sono configurabili in aggravi di costo e logistici per le aziende sarde che vedono seriamente pregiudicata qualsiasi ipotesi di sviluppo e competitività, soprattutto nelle aree industriali dove operano imprese del settore chimico, tessile, agroalimentare e lapideo-estrattivo;
in particolare, la sospensione del servizio Trenitalia potrebbe comportare un aumento dei costi di trasporto stimato tra il 25 ed il 30 per cento rispetto agli attuali, già di per sé oltre la media nazionale per i noti disagi infrastrutturali della Sardegna;
la sospensione del predetto servizio di trasporto sarebbe causa di effetti negativi

sui livelli occupazionali delle aziende operanti nella Sardegna centrale. In particolare, basti pensare che le due sole aziende Equipolymers Spa e Maffei srl generano un indotto occupazionale diretto ed indiretto pari a circa 700 unità lavorative (trasporti, servizi, manutenzioni, logistica, forniture). Tra occupazione diretta, indiretta ed indotto, si arriva quindi ad oltre 900 unità lavorative;
a supporto di quanto appena esposto in premessa ed a conferma dell'importanza del predetto servizio di trasporto basterebbe sottolineare che nella Sardegna centrale le sole imprese Equipolymers Spa di Ottana e Maffei Srl di Orani fatturano complessivamente 230 milioni di euro e movimentano annualmente circa 250.000 tonnellate di merci su rotaia. Una quantità, già considerevole, che potrebbe essere almeno doppia garantendo il trasporto ferroviario delle merci con le linee marittime;
in particolare vi è da sottolineare che le merci in partenza da Ottana e Orani costituiscono circa il 60 per cento del totale trasportato sulla linea ferroviaria merci sarda -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali urgenti iniziative di propria competenza intenda adottare affinché possa essere scongiurata la sospensione del servizio di trasporto ferroviario merci operato dalla motonave Garibaldi sulla linea Golfo Aranci-Civitavecchia, affinché possa essere garantito il diritto alla continuità territoriale e affinché possano essere salvaguardati lo sviluppo, la competitività ed i livelli occupazionali delle aziende operanti in Sardegna;
se ritenga opportuno adottare iniziative che possano garantire un concreto e celere incremento del servizio di trasporto ferroviario merci e che possano determinare la riduzione dei costi delle tratte marittime per le merci.
(4-00245)

TOMMASO FOTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
per molti anni, fino ad un recente passato, di Piacenza si diceva che fosse la «capitale dell'autotrasporto»; da qualche tempo detta provincia ha assunto anche la qualifica di «capitale della logistica»;
dette premesse dovrebbero vedere i locali uffici della Motorizzazione civile perfettamente operativi, ma così non è;
inspiegabilmente, infatti, l'ufficio di Piacenza della Motorizzazionecivile non ha, come nel passato, un direttore allo stesso unicamente dedicato, ma detta figura è sostituita da un responsabile che divide l'impegno anche con l'ufficio della Motorizzazione civile di Parma;
detta circostanza finisce per creare difficoltà nei rapporti con l'utenza all'ufficio di Piacenza della Motorizzazione civile e ciò nonostante l'impegno del personale che, in alcuni casi, svolge addirittura funzioni superiori alle qualifiche allo stesso assegnate;
inoltre è capitato, in alcune occasioni, che gli esaminatori in servizio presso la Motorizzazione civile di Piacenza, impegnati nella valutazione della prova pratica per il rilascio della patente di guida, siano stati affiancati, nonostante che il numero degli stessi fosse sufficiente per soddisfare le richieste d'esame, da colleghi in servizio presso gli uffici della Motorizzazione civile di Parma, con - quanto meno - conseguente aggravio dei costi -:
se i fatti più sopra indicati siano noti al Ministro interrogato e se, e quali iniziative attenda assumere affinché, come nel passato, agli uffici della Motorizzazione civile di Piacenza sia preposto un direttore che solo di questi si occupi.
(4-00257)

CASSINELLI e SCANDROGLIO. - Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il Parlamento, nella XV legislatura, ha convertito in legge (legge n. 160 del 2007) il decreto-legge n. 117 del 2007, recante «disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione» (Gazzetta Ufficiale n. 230 del 3 ottobre 2007);
l'articolo 2 del sopraccitato decreto recita: «Ai titolari di patente di guida di categoria B, per il primo anno dal rilascio non è consentita la guida di autoveicoli aventi una potenza specifica, riferita alla tara, superiore a 50 kw/t»;
il Consiglio dei ministri n. 84 del 28 dicembre 2007 ha prorogato «al 1o luglio 2008 il termine per la decorrenza dei limiti posti ai neopatentati di categoria B», inizialmente previsto per il centottantesimo giorno dall'entrata in vigore del decreto;
tale decreto appare privo di ogni senso logico in quanto, ipoteticamente e a mero titolo esemplificativo, un neopatentato potrebbe guidare, nel primo anno di patente, un'autovettura del tipo «Opel Corsa 1.2» (potenza 80 CV), ma non un'autovettura del tipo «Fiat 500 1.2» (potenza 69 CV);
ciò appare ancor più insensato se si considera che qualunque cittadino che abbia compiuto il 18o anno e sia in possesso del «foglio rosa» può, avendo al proprio fianco una persona in possesso di patente B da almeno 10 anni, che non abbia superato i 65 anni di età, guidare qualsiasi automobile, senza alcuna discrezione di potenza, cilindrata o velocità massima raggiungibile;
moltissime famiglie si ritrovano nella condizione di dovere acquistare una nuova automobile per il figlio neopatentato, non potendo questi utilizzare il/i mezzo/i già in possesso del nucleo familiare -:
quali iniziative intenda il Governo intraprendere per venire incontro, oltre che ad evidenti esigenze di razionalità e di equità, anche alle famiglie dei neopatentati che si trovano, spesso, in una condizione di difficoltà.
(4-00258)

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INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

VIETTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il maltempo che nei giorni scorsi si è abbattuto sulle regioni italiane del nord ovest ha devastato diverse zone del Piemonte, con conseguenti allagamenti, frane, smottamenti, esondazioni, crolli di abitazioni, che hanno determinato persino alcune vittime e diversi dispersi;
le intense precipitazioni hanno interessato soprattutto le province di Torino e di Cuneo e, in particolare, Val di Susa, Val Chisone, Val Pellice, Valle dell'Orco, Val Sangone, Val di Lanzo;
il forte innalzamento dei livelli dei fiumi e dei corsi d'acqua ha portato alla chiusura in via precauzionale di molti ponti e strade, determinando l'isolamento per qualche giorno di alcune località, soprattutto delle zone montane;
a causa del rischio di ulteriori crolli e frane sono state evacuate molte persone ed allestiti punti di accoglienza;
è stata altresì disposta dal Prefetto la chiusura delle scuole in tutta la provincia di Torino, consigliando anche di non muoversi sulle strade e di restare per quanto possibile nelle proprie abitazioni;
le intense piogge ed i forti allagamenti dei giorni scorsi hanno provocato anche gravi danni alle coltivazioni e agli allevamenti;

il pericolo di una nuova ondata di precipitazioni e di un peggioramento della situazione induce al monitoraggio costante del livello dei fiumi e dei corsi d'acqua;
sono partiti da altre regioni italiane i primi aiuti destinati alla provincia di Torino e alle altre zone del Piemonte colpite dal maltempo;
è stata intensificata l'attività di prevenzione e di soccorso dei vigili del fuoco impegnati a fronteggiare l'emergenza e sono stati aumentati i mezzi a loro disposizione;
il Consiglio dei ministri in data 30 maggio 2008 ha deliberato lo stato di emergenza nei territori del Piemonte e della Valle d'Aosta colpiti dagli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nei giorni 29 e 30 maggio scorsi, stanziando cinque milioni di euro per i danni causati dal maltempo -:
quali ulteriori iniziative il Governo intenda al più presto adottare per fronteggiare le prime e gravi emergenze dei territori piemontesi interessati dal maltempo;
se, una volta stimata l'esatta entità dei danni causati dalle forti precipitazioni dei giorni scorsi, non ritenga necessario stanziare ulteriori somme per ripristinare le infrastrutture danneggiate e realizzare le opere di messa in sicurezza nelle zone colpite, al fine di evitare che l'ennesima alluvione si trasformi in una sistematica devastazione territoriale di dimensioni irreversibili.
(3-00027)

Interrogazioni a risposta scritta:

CATANOSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 244 del 24 dicembre 2007, Legge Finanziaria per il 2008 ha modificato la normativa in materia di stabilizzazione del personale precario del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco;
il 13 gennaio scorso i tre sindacati maggiormente rappresentativi dei Vigili del Fuoco, tra cui la Confsal, hanno scritto al Ministro dell'interno per denunciare la gravità dell'accaduto;
la nuova norma reca la previsione che il requisito dell'effettuazione di non meno di 120 giorni di servizio richiesto ai fini delle procedure di stabilizzazione debba intendersi nel senso che lo stesso doveva sussistere nell'ultimo quinquennio;
il 9 gennaio scorso la Direzione Centrale per gli Affari Generali del Dipartimento dei Vigili del Fuoco ha diramato la Circolare n. 1 che applica la norma in questione;
il personale dei Vigili del Fuoco, discontinuo, nelle more della stabilizzazione otteneva un punteggio pari a 3,6 ove avesse compiuto il servizio militare presso il Corpo e tale requisito ha migliorato la condizione del personale proveniente dal Centro-Sud rispetto rispetto a quello del Nord che ha goduto in passato di un maggior numero di giorni di servizio nel quinquennio;
con la suddetta circolare, invece, il personale proveniente dal Centro-Sud viene penalizzato in quanto non avendo la possibilità di essere richiamato in servizio così spesso come quello del Nord, ai fini della stabilizzazione non potrà partecipare alla procedura;
a giudizio dell'interrogante la norma in questione è palesemente ingiusta e modifica, in itinere, una procedura di stabilizzazione tanto faticosamente concordata e dibattuta;
a giudizio dell'interrogante e della Confsal una soluzione potrebbe essere quella di applicare la norma solo alle domande di stabilizzazione presentate a partire dal 2008 e non alle istanze prodotte nel 2007 -:
quali provvedimenti intenda adottare il ministro interrogato per evitare che

venga perpetrata questa ennesima ingiustizia nel confronti del personale discontinuo dei Vigili del Fuoco italiani.
(4-00248)

CATANOSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i commi 519, 523 e 526 della Legge finanziaria per il 2007, la legge 296 del 2006, ha normato la stabilizzazione del precariato nel Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco;
la norma in questione interessa circa 40 mila lavoratori discontinui e mira, in primo luogo, al potenziamento degli organici attraverso una procedura più veloce e meno farraginosa, ed, in secondo luogo, a fornire una risposta a dei lavoratori che hanno prestato servizio per numerosi anni nell'amministrazione con la legittima speranza di rimanerci in modo stabile;
il mondo del precariato dei Vigili del Fuoco, comunque, rimane preoccupato in merito all'assunzione del personale anziano, ovvero quello con un'età superiore a 37 anni;
tra i requisiti per l'assunzione, infatti, vi è che il personale in questione debba essere iscritto negli appositi elenchi di cui all'articolo 6 del decreto-legge 8 marzo 2006, n. 139, da almeno tre anni ed abbia effettuato non meno di 120 giorni di servizio;
in tal modo gli ultratrentasettenni, come sostiene il sindacato di categoria Confsal-Vigili del Fuoco, rimarrebbero esclusi dall'assunzione nonostante la volontà confirmatoria del legislatore che ha approvato una norma per stabilizzare detto personale, norma approvata una tantum e non più ripetibile;
si potrebbe considerare il periodo prestato in servizio ai fini previdenziali e concorrere in tal modo al raggiungimento del diritto alla pensione utilizzando gli anni effettivamente prestati da discontinuo -:
quali provvedimenti intenda adottare il Ministro interrogato per far sì che il personale citato in premessa non rimanga escluso dalle procedure di assunzione a tempo indeterminato.
(4-00250)

MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel corso delle ultime leggi finanziarie del Governo Prodi si è fortemente ridotta l'entità delle risorse destinate al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco;
tali contrazioni di spesa stanno mettendo duramente a repentaglio l'ordinaria capacità operativa del benemerito Corpo dei Vigili del fuoco, sia a livello di mezzi che di personale, nonostante quotidiani veri e propri eroismi nonché sempre maggiori necessità di intervento;
anche in Toscana vari distaccamenti del Corpo dei Vigili del fuoco si trovano in enorme difficoltà operativa, necessitando di un immediato significativo intervento di sostegno -:
quali iniziative immediate si intendano assumere onde garantire al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco elementari condizioni di funzionalità.
(4-00252)

MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella legge finanziaria per il 2007 sono contenute norme finalizzate alla «razionalizzazione» del ruolo e dei servizi della Polizia stradale;
il Governo Prodi ha previsto e realizzato una incomprensibile soppressione di sedi e distaccamenti della Polizia stradale in Toscana;
risulta incomprensibile la contraddizione tra più significative misure di severità contenute nel nuovo «Codice della strada» a seguito della preoccupante recrudescenza di incidenti stradali con una drammatica scia di vittime e il contemporaneo indebolimento dello strumento essenziale

di controllo rappresentato dalla Polizia stradale esempio, invidiatoci anche all'estero, di notevole esperienza specializzata nel settore;
particolare apprensione si è registrata in Volterra (Pisa) ove si è provveduto a sopprimere la presenza della Polizia stradale nonostante la pericolosità della strada statale n. 429 ed addirittura la presenza già definita di una nuova sede per la stessa Polizia stradale con nuovi locali non utilizzati -:
quali iniziative urgenti si intendano assumere in merito onde rettificare la suesposta criticabile decisione del Governo Prodi di «taglio» nei confronti della Polizia stradale ed, in particolare, per scongiurare la soppressione della Polizia stradale in Volterra.
(4-00254)

TESTO AGGIORNATO AL 5 GIUGNO 2008

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:

MUSSOLINI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
è stato segnalato che presso la sede di Genova, grazie alla disponibilità ed al servizio degli assistenti amministrativi con incarico di DSGA - Direttore dei servizi generali e amministrativi -, l'Amministrazione ha potuto risolvere un grave problema che impediva, in particolare, l'assolvimento di un importante obbligo contrattuale qual è il pagamento del personale supplente, la corresponsione delle retribuzioni accessorie a tutto il personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario;
negli anni, tali soggetti hanno svolto attività lavorativa di rilevante complessità ed avente rilevanza esterna, sovrintendendo con autonomia operativa ai servizi generali amministrativo-contabili e curando l'organizzazione con funzioni di coordinamento, promozione delle attività e verifica dei risultati conseguiti. Inoltre, hanno avuto responsabilità diretta nella definizione e nell'esecuzione degli atti a carattere amministrativo-contabile, di ragioneria e di economato che assumono nei casi previsti rilevanza anche esterna. L'espletamento di tali funzioni è volto ad assicurare l'unitarietà della gestione dei servizi amministrativi e generali delle scuole in coerenza e strumentalmente rispetto alle finalità ed obiettivi dell'istituzione scolastica, in particolare del piano dell'offerta formativa. Hanno, altresì, svolto attività di studio e di elaborazione di piani e programmi richiedenti specifica specializzazione professionale, con autonoma determinazione dei processi formativi ed attuativi;
nella provincia di Genova (nella quale alcuni assistenti amministrativi hanno assunto le mansioni di D.S.G.A. da ben sei anni) nessun responsabile amministrativo inserito nella graduatoria permanente ha mai accettato l'incarico, contribuendo a mettere in grave difficoltà molte scuole, salvo accettare prontamente il contratto a tempo indeterminato quando loro proposto, spesso senza avere la cognizione del lavoro che avrebbero dovuto svolgere grazie alla tutela loro garantita dalle vostre norme che hanno inoltre impedito l'aggiornamento delle graduatorie permanenti stesse, danneggiando gravemente anche chi, essendovi inserito, avendo accettato l'incarico e svolto il servizio, al momento della stipula di contratto a tempo indeterminato si è visto scavalcare da nomi che non si erano mai presentati né alle convocazioni né tanto meno avevano svolto il servizio -:
se e quali interventi i Ministri interrogati intendano assumere per addivenire ad una sollecita soluzione della posizione degli assistenti amministrativi con incarico di DSGA direttore dei servizi generali e amministrativi se del caso con la indizione

di un concorso sul 100 per cento dei posti vacanti e disponibili di direttore dei servizi generali e amministrativi riservato agli assistenti amministrativi assunti a tempo indeterminato e a tempo determinato, in possesso di diploma di maturità, attualmente utilizzati da più anni scolastici nel profilo dell'area D, utilizzi resisi indispensabili per sopperire alle gravi carenze e inadempienze dell'Amministrazione per soddisfare l'assoluta necessità di coprire i posti vacanti di un così delicato e indispensabile profilo professionale nelle scuole della provincia di Genova.
(4-00247)

MADIA, FRANCESCHINI, MOGHERINI REBESANI, PICIERNO, TRAPPOLINO, PIERDOMENICO MARTINO, BOCCIA, CONCIA, LEVI, FIANO, ARGENTIN, BACHELET, PES, GHIZZONI e DE BIASI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la legge 24 dicembre 2007 (Finanziaria 2008) dispone all'articolo 2 comma 430 l'aumento del fondo di finanziamento ordinario delle Università (FFO) di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010. Tale aumento è destinato all'incremento degli assegni di dottorato di ricerca;
il dottorato di ricerca rappresenta il percorso formativo più elevato e specializzante del sistema universitario italiano; esso ricopre il ruolo di preparazione dei laureati alla ricerca e all'acquisizione di alte competenze nei diversi settori scientifici. L'accesso ai corsi di dottorato è competitivo e regolato attraverso concorsi nazionali;
l'attuale importo dell'assegno di dottorato, previsto per i dottorandi al fine di poter affrontare l'impegnativo percorso triennale in condizioni di autonomia economica, è fermo ai livelli stabiliti nel 2000. L'aumento del costo della vita ha reso l'importo di tale assegno, soprattutto nelle sedi universitarie di grandi città, assolutamente inadeguato al sostegno economico effettivo dei dottorandi. L'Associazione Dottorandi e Dottori di ricerca italiani - la più importante organizzazione nazionale del settore - ha da tempo promosso una campagna dal titolo «se potessi avere ... 1.000 euro al mese» a favore dell'aumento delle borse di dottorato. Gli effetti delle disposizioni della legge finanziaria porterebbero tale importo (attualmente sugli 800 euro) a circa 1.000 euro;
in data 30 aprile 2008, il ministro pro tempore Mussi emanava il «Decreto criteri di Ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario (FFO) delle Università per l'anno 2008». All'articolo 8 del decreto viene previsto lo stanziamento di 40 milioni di euro per la rivalutazione delle borse di dottorato di ricerca. Nel testo viene indicato che tale aumento è da considerarsi una tantum. Una volta ripartito il fondo il ministro avrebbe dovuto emanare un successivo decreto, contenente la revisione degli importi minimi dell'assegno;
nella seduta del Consiglio Universitario Nazionale (CUN) del 20 e 21 maggio 2008 veniva comunicata, dal rappresentante dei dottorandi, l'imminenza dell'emanazione del decreto ministeriale di revisione degli importi minimi delle borse per i dottorandi; (informa CUN bollettino telematico n. 23 - seduta del 20 e 21 maggio 2008);
l'importo dovrebbe essere perciò fissato in circa 1.040 euro mensili a decorrere dal gennaio 2008 -:
se il Ministro interrogato abbia emanato o abbia intenzione di emanare, il decreto di revisione degli importi minimi per i dottorandi consentendo così l'erogazione permanente dell'aumento previsto, con validità retroattiva dall'assegno del gennaio 2008;

quali altre misure il Governo intenda attuare per lo sviluppo e il sostegno del dottorato di ricerca, uno strumento importantissimo non solo per la ricerca scientifica e l'università italiana ma per tutto il sistema produttivo del paese. In particolare se intenda proseguire le linee di indirizzo di riforma del dottorato del precedente Governo che prevedevano un graduale superamento dei dottorati senza borsa.
(4-00249)

TOMMASO FOTI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere se il Ministro interrogato intenda accertare quali iniziative siano state assunte dai competenti organi territoriali del Ministero a seguito delle note agli stessi inviate dai sindaci dei comuni di Agazzano e Nibbiano, entrambi in provincia di Piacenza, nelle quali si evidenzia come «l'abolizione del tempo prolungato condurrebbe alla fatale conseguenza di una grave dequalificazione dell'aspetto formativo» ed inoltre che «l'altro immediato risultato sarebbe quello di vanificare gli sforzi economici fatti dai comuni per contribuire finanziariamente alla progettualità didattica e all'edilizia scolastica» e che infine, ad avviso dei precedenti sindaci, dopo la rimozione dell'Istituto comprensivo di Pianello Val Tidone del Dirigente scolastico, le iniziative nel senso più sopra prospettato costituirebbero «un altro atto di pervicace volontà rivolta al peggio».
(4-00255)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:

GIULIETTI e LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
circa 2 anni fa la Società Nestlè decise la vendita dello stabilimento Buitoni di San Sepolcro (Arezzo), mantenendo la proprietà del marchio;
lo stabilimento di San Sepolcro ha 180 anni, negli anni ha subito grosse ristrutturazioni e forti innovazioni tecnologiche, oggi gli occupati sono 450 con una età media di 38 anni;
nel 2006 in sede di trattativa sindacale venne annunciata la possibilità che alla Nestlè subentrasse il Gruppo TMT, già presente nel settore alimentare con uno stabilimento ad Eboli, peraltro rilevato dalla stessa Nestlè. Il Gruppo TMT ha sede in Lugano, è di proprietà del signor Angelo Mastrolia, con interessi anche nel settore della cantieristica navale;
dalla trattativa sindacale del 2006, il piano industriale presentato dal gruppo TMT non risultò affidabile, si raggiunse così un accordo con la stessa Nestlè, si sospese la vendita dello stabilimento di San Sepolcro e per circa 2 anni lo stabilimento ha continuato la produzione di fette biscottate e pasta secca;
alcuni mesi fa, la Nestlè ha dichiarato nuovamente di voler vendere lo stabilimento di Sansepolcro cedendo in affitto il marchio e le produzioni di fette biscottate e pasta secca;
a 6 mesi di distanza dalla dichiarata volontà di cessione dello stabilimento di San Sepolcro, l'advisor dell'azienda (Mediobanca) intervenendo ad un tavolo istituzionale presso la Regione Toscana, nonostante le proposte conosciute fossero 3, TMT, Colussi, Fabianelli, comunicava che il soggetto individuato per l'acquisto e all'affitto del marchio e delle produzioni di fette biscottate e pasta secca era il Gruppo TMT;
tale gruppo come era già stato evidenziato in precedenza, anche questa volta presentava un piano industriale assolutamente privo di serie prospettive economiche e occupazionali, non solo, ma lo stesso stabilimento del gruppo TMT di Eboli è da tempo in forte crisi, inoltre il proprietario del Gruppo TMT Angelo Mastrolia, subordinava il mantenimento dello stabilimento di Eboli all'acquisto dello stabilimento di

Sansepolcro e all'uso del marchio e dei prodotti presenti nello stabilimento toscano;
il proprietario della TMT Angelo Mastrolia, in relazione alla presa di posizione delle Regioni Toscana ed Umbria, che auspicavano un impegno più diretto ad imprese locali di grande rilievo nazionale ed internazionale come il Gruppo Colussi, attaccava la Presidente della Giunta regionale umbra Maria Rita Lorenzetti, per una sua supposta volontà diffamatoria, poiché esprimeva seria preoccupazione per lo stato dello stabilimento di Eboli, non comprendendo come a fronte della crisi dello stabilimento campano si potesse procedere all'acquisto dell'attività produttiva di Sansepolcro -:
se il Governo non ritenga di convocare le parti presso il competente Ministero ed attivare un tavolo negoziale che verifichi tutte le offerte avanzate in sede dell'advisor;
se non ritengano necessario che si analizzino presso il tavolo governativo i piani industriali relativi all'acquisto e al rilancio dell'attività produttiva e al mantenimento dei livelli occupazionali.
(4-00251)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:

GIACHETTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Rai, Radiotelevisione Italiana, è titolare dei diritti di trasmissione esclusivi per l'Italia dei prossimi Campionati Europei di Calcio, che ha deciso di trasmettere «in chiaro» per tutti i cittadini del nostro Paese;
la trasmissione di tale evento avverrà per la prima volta, secondo quanto annunciato dalla stessa Rai, anche in modalità digitale in Alta Definizione;
l'attuale penetrazione sul totale delle famiglie-tv italiane dei televisori compatibili con l'Alta Definizione, secondo stime industriali, è di circa 4 milioni di unità;
per usufruire del digitale in Alta Definizione attualmente è necessario disporre di un televisore HD-Ready collegato ad un decoder digitale esterno;
il diritto, ribadito dalla Comunità Europea, della neutralità tecnologica, stabilisce che ogni cittadino è libero di scegliere le modalità e la piattaforma tecnologica da utilizzare per effettuare il passaggio al digitale;
grazie a tale diritto, molte centinaia di migliaia d'italiani si sono dotati di apparati di ricezione per la tv digitale ad Alta definizione nelle modalità trasmissive oggi in essere: Satellitare (Sky), IpTv (Fastweb, Telecom, Tiscali);
allo stato dell'arte praticamente nessun cittadino possiede decoder atti a ricevere l'Alta Definizione in digitale terrestre ed inoltre sono pochissimi gli italiani che hanno un decoder Dtt-hd integrato nel televisore;
l'articolo 26 del Contratto di Servizio 2007-2009 tra il Ministero delle comunicazioni e la Rai Radiotelevisione italiana recante il titolo «Neutralità tecnologica» impegna la concessionaria del Servizio Pubblico «a realizzare la cessione gratuita, e senza costi aggiuntivi per l'utente, della propria programmazione di servizio pubblico sulle diverse piattaforme distributive, compatibilmente con i diritti dei terzi e fatti salvi gli specifici accordi commerciali»;
l'articolo 28 del medesimo Contratto recante il titolo «Ricerca e Innovazione» impegna la concessionaria del Servizio Pubblico, al fine di promuovere l'evoluzione tecnica e lo sviluppo industriale del Paese, a sperimentare la diffusione di

contenuti radiotelevisivi mediante l'uso di nuove tecnologie trasmissive quali, tra le altre, l'Alta Definizione, nel rispetto dei principi di parità di trattamento e non discriminazione;
la Rai dispone di tre diversi multiplex satellitari in grado di garantire la capacità necessaria a diffondere anche attraverso questo mezzo l'Alta Definizione;
i broadcast IPTV sono già in grado di trasmettere il segnale RAI Hd «in chiaro» ai propri abbonati come già avviene per i canali tradizionali;
la Rai, contravvenendo a quel contratto di servizio recentemente firmato, ha invece deciso che la diffusione degli Europei in HD avverrà esclusivamente attraverso la tecnologia Digitale terrestre e solo in cinque aree: Milano, Roma, Torino, Sardegna e Valle d'Aosta;
la diffusione non può essere considerata sperimentale, perché proprio il direttore generale Cappon ha dichiarato nella conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa che questa è da considerarsi molto più di una semplice sperimentazione, bensì come una significativa «prova d'orchestra HD» generale a favore dello sviluppo della tv digitale nel nostro Paese. Ancora, il presidente di RAI way Francesco De Domenico ha dichiarato «tanto più se si pensa che, dopo gli Europei di Calcio, proseguiremo ancora con l'alta definizione via Dtt, utilizzandola anche per altri eventi sportivi (tra cui, per esempio, i Mondiali di Ciclismo che si terranno nel mese di settembre a Varese), fino a proporre, nel 2009, regolari trasmissioni HDTV nelle aree italiane all digital, come previsto dal piano industriale aziendale»;
questa scelta, come denunciato anche dall'associazione consumatori Adiconsum, penalizza e discrimina fortemente i cittadini italiani che già sono passati alla ricezione televisiva in digitale in Alta definizione, cittadini che peraltro pagano TUTTI regolarmente il canone;
i decoder digitali terrestri HD, necessari per la ricezione del servizio diffuso dalla Rai, sono disponibili solo adesso e in quantità non superiori alle «poche migliaia», come si evince dalle dichiarazioni degli stessi distributori raccolte dal quotidiano Il Sole 24 Ore nell'articolo «Goal in Alta Definizione per pochi» pubblicato il 2 giugno 2008 a pagina 9;
tali apparecchi, il cui costo è intorno ai 180 euro, non rispondono alle caratteristiche raccomandate dal consorzio DGTVi, non essendo dotate di middleware per la tv interattiva (MHP) o di sistema di accesso condizionato, elementi necessari per fruire con lo stesso apparecchio delle diverse offerte di tv a pagamento disponibili nel nostro Paese -:
quali iniziative urgenti intenda adottare per garantire la fruibilità dei prossimi Campionati Europei di Calcio in Alta Definizione su tutte le piattaforme digitali, nel rispetto dei principi di neutralità tecnologica, di parità di trattamento e di non discriminazione sanciti dal contratto di servizio.
(4-00259)

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Apposizione di una firma ad una interrogazione.

L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Cicchitto e altri n. 3-00022, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 3 giugno 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Marsilio.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Caparini n. 5-00017 del 14 maggio 2008.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Di Giuseppe n. 4-00169 del 22 maggio 2008 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-00080.

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ERRATA CORRIGE

L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Raisi e altri n. 5-00075 pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 12 del 3 giugno 2008. Alla pagina 366, seconda colonna, riga ventottesima si deve leggere: «RAISI e GARAGNANI.» e non «RAISI, ALESSANDRI e GARAGNANI.» come stampato.