XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 17 giugno 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
la politica per garantire maggiore sicurezza e più tutela ai cittadini richiede atti legislativi forti, tempestivi ed efficaci, misure che devono essere capaci di fronteggiare un'emergenza che da troppo tempo angustia e preoccupa ampi strati della popolazione italiana;
sono molti gli elementi che si intrecciano attorno al capitolo di una maggior sicurezza nel nostro Paese: dalla certezza della pena ad una maggior velocità del processo, da un miglior presidio del territorio ad una più rigorosa gestione dei flussi migratori;
per poter affrontare con serietà, coerenza e determinazione questo problema, va risolto anche un altro nodo che continua ad essere misteriosamente sottovalutato, e cioè, un piano nazionale per migliorare e potenziare il nostro sistema carcerario;
il nostro sistema penitenziario è sull'orlo del collasso: attualmente nelle carceri italiane ci sono 46.118 detenuti, di cui i definitivi sono 17.369, quelli in attesa di primo giudizio 15.718, mentre il resto si suddivide tra appellanti (8.952), ricorrenti (2.632) e internati (1.447);
grazie all'indulto le sovraffollate carceri italiane (i detenuti erano arrivati a sforare quota 60 mila nel luglio del 2006) hanno respirato una boccata d'ossigeno che è durata, però, più o meno un anno: i dati del Dap mostrano, infatti, che dai 38.847 detenuti dell'agosto 2006 (vale a dire subito dopo il varo dell'atto di clemenza) si è arrivati nel giro di un anno a 46.118, mentre la capienza regolamentare degli istituti penitenziari è di 43.140 posti. Su 26.752 indultati, il 69,2 per cento è rappresentato dai condannati in via definitiva, l'1,8 per cento da coloro che erano in attesa di primo giudizio, il 5,9 per cento da appellanti, il 3 per cento da ricorrenti, e il 20,1 per cento da detenuti con più procedimenti a carico. Dal 31 luglio ad oggi è stato registrato un aumento di circa 9.000 detenuti, con una media di 600 unità al mese. In dodici mesi la popolazione detenuta è aumentata di 8.866 soggetti, si tratta di un incremento del 20 per cento, mentre la capienza regolamentare degli istituti penitenziari è di 43.140 posti. Su un flusso di 100 mila unità, la seconda causa di carcerazione (18,5 per cento dei casi) è costituita dalla violazione della legge sugli stupefacenti, mentre il 6,4 per cento dei detenuti del periodo post-indulto è rappresentato da immigrati che hanno violato la legge «Bossi-Fini». La prima causa di carcerazione (38,4 per cento) è determinata dai reati contro il patrimonio;
il sovraffollamento carcerario, così come l'inadeguatezza e l'obsolescenza delle strutture, riguarda, in maniera abbastanza omogenea, tutto il territorio nazionale;
assicurare la certezza della pena e la sua funzione rieducativa, necessita di una adeguata programmazione degli interventi di edilizia giudiziaria, senza la quale si rischia che tutto sia vanificato dall'inadeguatezza e dalla capienza insufficiente degli istituti di pena;
pertanto, l'ormai indispensabile varo di una più efficace politica della sicurezza richiede un altrettanto efficace piano di potenziamento del sistema carcerario,

impegna il Governo

a predisporre in tempi brevi un piano articolato ed efficace che richiede investimenti certi, strutture più accoglienti e dislocazioni territoriali più mirate, un piano che deve rappresentare la naturale conseguenza di ogni pacchetto legislativo legato ad un miglior presidio del territorio e alla incolumità dei cittadini.
(1-00015)
«Esposito, Giorgio Merlo, Portas, Boccuzzi, Calgaro, Porta, Andrea Orlando, Morassut, Fiorio, Fogliardi».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
il Tribunale Militare della Spezia riveste un ruolo di grande importanza in quanto depositario delle indagini atte a far luce sulle stragi nazi-fasciste che provocarono la morte di migliaia di civili durante la seconda guerra mondiale;
grazie all'azione dei Magistrati Militari della Spezia, negli ultimi anni, si è potuto riscattare la memoria delle vittime, le cui vicende sono state insabbiate nel famoso «Armadio della Vergogna»;
tale Tribunale rischia ora, la soppressione, provocando di fatto l'interruzione delle indagini in corso e dei relativi processi sulle stragi nazi-fasciste;
tale soppressione dovrebbe avvenire, assieme alle altre Procure e Tribunali Militari, in base all'articolo 2, commi 603-611, della Legge Finanziaria (contenimento dei costi della giustizia militare) a partire dal 1o luglio 2008;
tale provvedimento, che prende origine dalla riduzione del numero di reati commessi dai militari conseguenti alla riforma della leva e, in specie, all'abolizione del servizio militare di leva, sarebbe applicato anche al Tribunale e alla Procura spezzina, che in questi anni, hanno operato per rimediare a una ferita giudiziaria che colpisce la memoria e la dignità dello Stato italiano;
tra il 1943 e il 1945 vennero massacrati dalle truppe nazi-fasciste più di quindicimila civili, in maggioranza donne e bambini, e i fascicoli riguardanti tali crimini furono sepolti nell'«Armadio della Vergogna» presso la sede della Procura Generale Militare di Roma, dove fu rinvenuto casualmente nel 1994;
su 695 fascicoli riguardanti le stragi nazi-fasciste, contenuti in tale armadio, ben 214 sono stati assegnati al Tribunale Militare della Spezia per competenza territoriale. Fra le stragi più significative per crudeltà e numero delle vittime per le quali sono stati già effettuati i processi, ricordiamo Sant'Anna di Stazzema con circa 500 vittime; Marzabotto, Grizzano e Vado di Monzuno con 1.830 vittime; Civitella, Cornia e S. Pancrazio con 244 vittime; San Polo con 65 vittime. Fra i processi ancora in corso ricordiamo S. Terenzo, Vinca con 350 vittime; Monchio con 150 vittime; Padule di Fucecchio con 180 vittime; Stia, Vallecciole con 200 vittime; Fragheto nel marchigiano con 80 vittime;
a livello internazionale l'interesse mediatico che circonda questi processi è tale che un rallentamento dei procedimenti causato dalla soppressione del Tribunale competente arrecherebbe al nostro Paese notevole discredito;
a seguito delle indagini del Tribunale spezzino, in Germania sono stati recentemente aperti altri 69 procedimenti sulle stragi nazifasciste in Italia, ciò a testimonianza della diffusa sete di verità su tali vicende; con il possibile e paradossale esito che i processi in Germania arrivino a sentenza mentre quelli in corso in Italia vengano insabbiati, perpetuando così la «vergogna» -:
se non si ritenga di assumere iniziative affinché il Tribunale e la Procura Militare della Spezia siano esclusi dagli enti da sopprimere in base all'articolo 2, commi 603-611 legge finanziaria, consentendo così la conclusione dei processi relativi alle stragi nazi-fasciste, o comunque non si ritenga necessario per gli enti suddetti provvedere ad una proroga del termine del 1o luglio fissato dal citato articolo 2 che consenta di assumere misure

amministrative adeguate a garantire una continuità nell'ambito penale sulle vicende richiamate.
(2-00049)
«Andrea Orlando, Mariani, Castagnetti, Ventura, Lenzi, Motta, Miglioli, Realacci, Melandri, Marchi, Ghizzoni, Fontanelli, Giacomelli, Fluvi, Scarpetti, Lulli, Rigoni, Nannicini, Vannucci, Maran, Letta, Pedoto, Mogherini Rebesani, Misiani, Oliverio, Graziano, Rugghia, Zunino, De Biasi, Merloni, Giovanelli, La Forgia, Esposito, Tullo, Benamati, Barani, Fioroni, Pistelli, Antonino Russo».

Interrogazioni a risposta scritta:

BIANCOFIORE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri, al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
la stampa locale ha riportato e personalmente ho potuto constatare - ictu oculi - che la dottoressa Eva Klotz esponente del neo partito «Süd-Tiroler Freiheit» (libertà sudtirolese), figlia del condannato per le stragi del terrorismo irredentista sudtirolese, Georg Klotz, ha nuovamente issato un cartello al confine del Brennero in terra austriaca che dà il benvenuto in Italia sostenendo che «l'Alto Adige non è Italia Sudtirol ist nicht Italien»;
ella utilizza l'astuzia di issare tale cartello su terreno privato e soggetto alle leggi austriache;
ella ha anche di recente predisposto 800 cartelli monolingui in lingua tedesca da apporre all'entrata di ogni comune, sotto la regolare toponomastica a norma di legge, riportanti testualmente la frase «L'Alto Adige non è Italia»;
la stessa ha dichiarato che quei cartelli sarebbero di benvenuto per i turisti e per costoro didascalici affinché sappiano che appunto «l'Alto Adige non appartiene all'Italia e che gli stessi turisti e la popolazione autoctona riflettano e capiscano bene dove si trovano»;
una tale iniziativa è palesemente illecita e affissioni non autorizzate sono soggette a sanzioni amministrative che le autorità locali devono esigere;
tale atto è tanto più grave non solo perché compiuto da una consigliera regionale che ha giurato sulla Costituzione italiana ma soprattutto perché mette a rischio la pacifica convivenza così difficilmente raggiunta al solo fine di pubblicizzare il neo movimento nato dalla scissione con l'Union für Südtirol in vista delle elezioni regionali e provinciali che si terranno nell'ottobre 2008;
questo è l'ennesimo atto posto in essere da esponenti politici del mondo di lingua tedesca altoatesino contro lo Stato italiano e di pesante provocazione nei confronti della comunità italiana dell'Alto Adige, minoranza in terra italiana -:
quali iniziative intendano porre in essere a tutela della pacifica convivenza in Alto Adige e a tutela dell'identità, dell'integrità e dell'onore dell'Italia;
se ricorrano gli estremi - come parrebbe evidente - per l'assunzione di iniziative, anche normative, per la messa al bando del movimento politico presieduto dalla consigliera Eva Klotz, sull'esempio di quanto accaduto in Spagna per il movimento irredentistico Batasuna;
se ritengano di voler tutelare per via legale l'immagine dell'Italia anche innanzi ai tanti turisti stranieri che affollano le meravigliose vallate dell'Alto Adige e che ritengono di trascorrere le proprie vacanze in Italia e non nel sedicente «Stato del Südtirol»;
se intendano manifestare sorpresa alla Repubblica federale austriaca, per non essere ancora riuscita a persuadere il proprietario del terreno su citato, a

togliere un cartello offensivo per l'Italia, i trattati di pace e i trattati europei.
(4-00379)

BIANCOFIORE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
il 9 maggio 2007, l'Ufficiale giudiziario del Tribunale di Bolzano, sezione distaccata di Silandro, ha eseguito - parzialmente - lo sfratto del sig. Mecarone, Capostazione di Laces in provincia di Bolzano;
lo stesso, quale ferroviere in servizio, occupava con la propria famiglia e dietro regolare pagamento di canone, un alloggio delle Ferrovie dello Stato, in base a contratto di diritto privato, e non quindi concessione amministrativa, stipulato da Metropolis SpA, mandataria per le allora FS SpA;
allo stesso veniva fatto onere di ristrutturare l'immobile a proprie spese, tanto che il sig. Mecarone sull'affidamento di divenire prima o poi proprietario dell'alloggio, indotto a ciò anche dal riferimento contenuto nel contratto stesso alla legge 560 del 1993, iniziava opere di ristrutturazione e migliorie varie dell'alloggio spendendo non pochi denari;
in tale contratto, veniva infatti espressamente fatto salvo il suo diritto quale conduttore, e non concessionario, dell'alloggio, al diritto di prelazione per l'acquisto dell'alloggio ai sensi della citata legge 560 del 1993, al prezzo predeterminato dalla stessa legge;
Metropolis spa, per conto di FS Spa, inviava inoltre al sig. Mecarone un questionario per sondare la sua volontà o meno di acquistare detto alloggio, richiesta a cui lo stesso rispondeva positivamente, dichiarando peraltro di scegliere la modalità di pagamento in contanti, al fine di ottenere l'ulteriore 10 per cento di sconto sul prezzo di acquisto, così come previsto espressamente dalla legge 560 del 1993;
successivamente, in data 7 luglio 1998, il Ministero delle finanze - Dipartimento del territorio - Direzione compartimentale del territorio per il Trentino Alto Adige-Veneto e Friuli Venezia Giulia, sezione staccata per i servizi demaniali, con apposito verbale di consegna, trasferiva una serie di immobili, tra i quali anche quello occupato dal sig. Mecarone, in asserita attuazione di norme dello Statuto di autonomia della Provincia di Bolzano, alla Provincia medesima, e segnatamente, come indicato nel verbale medesimo, in base al decreto del Presidente della Repubblica 115 del 1973 e in attuazione dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 527 del 1987;
tale norma di attuazione, all'articolo 2, pure citata nel verbale di consegna, prevede, o meglio, prevedeva all'epoca del trasferimento, unicamente che «Le linee ferroviarie secondarie, gestite dall'Ente Ferrovie dello Stato, dichiarate non più utili dal Ministero dei Trasporti alla integrazione della rete primaria nazionale sono trasferite alla provincia nel cui territorio si svolgono, non essendovi previsto pertanto alcun trasferimento di immobili»;
inoltre, il decreto del Presidente della Repubblica 115 del 1973 citato, all'articolo 8 prevede che oggetto di cessione alla Provincia siano unicamente i beni dello Stato;
invece i beni già appartenuti all'azienda Ferrovie dello Stato sono stati trasferiti ai sensi dell'articolo 1 della legge 210 del 1985 all'ente Ferrovie dello Stato, successivamente trasformato in SpA con delibera CIPE del 12 agosto 1992, e pertanto già a far data dall'entrata in vigore della predetta legge 210 del 1985 non più appartenenti allo Stato;
la legge 560 del 1993 prevede che gli immobili, tra gli altri, di proprietà delle Ferrovie dello Stato SPA (comma 1, lettera

b), debbano essere trasferiti agli inquilini (comma 6) o loro familiari conviventi;
l'immobile del sig. Mecarone fosse di proprietà delle Ferrovie dello Stato spa, deriva, come detto, direttamente dalla legge 210 del 1985 (articolo 1), e dalla successiva delibera CIPE del 12 agosto 1992, provvedimenti che hanno rispettivamente trasferito tutti i beni dall'ex azienda di Stato FS, all'ente FS, e successivamente alle FS spa, così trasformata;
come sentenzia la Corte costituzionale con decisione del 24 novembre 1994 n. 417, la legge 560 del 1993 è di natura straordinaria ed eccezionale - essendo «elemento di manovra economica diretta a ridurre il deficit della finanza pubblica ... regola la dismissione, mediante prezzi vicini a quelli di mercato, di una parte rilevante del patrimonio edilizio pubblico, costituita dagli alloggi di edilizia residenziale e dagli alloggi di servizio... non si può ravvisare una sorta di interpretazione autentica in senso restrittivo del concetto di alloggio di servizio, alla cui stregua dovrebbe essere ridefinita la riserva di competenza statale prevista dall'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 115 del 1973 in ordine al trasferimento alle province autonome degli edifici destinati ad alloggi economici e popolari di proprietà dello Stato» legge, la 560 del 1993, che pertanto in un certo senso prevale o prescinde, ad avviso dell'interrogante, dallo speciale Statuto di Autonomia della Provincia di Bolzano, e conseguenti norme di attuazione; come già detto peraltro, si precisa che all'epoca del trasferimento gratuito degli immobili delle FS SpA alla Provincia autonoma, gli stessi non erano più appartenenti allo Stato;
non è ben comprensibile in base a quale norma quindi si sia provveduto a trasferire gratuitamente i beni immobili di cui al verbale di consegna alla Provincia autonoma piuttosto che venderli agli inquilini, omettendo così di incassare denari per la finanza pubblica o da questa sovvenzionata, oltre che a pregiudicare il diritto degli inquilini di conseguire la proprietà degli alloggi da essi occupati;
non si può nemmeno sostenere che gli immobili situati lungo la linea ferroviaria Merano-Malles fossero, alla data del verbale di consegna da FS a Provincia del 7 luglio 1998, individuati nello speciale sistema tavolare locale come Demanio dello Stato-Ramo Ferrovie, proprio perché per effetto dell'entrata in vigore della citata legge 210 del 1985 che ne aveva trasferito la proprietà all'ente Ferrovie dello Stato, poi trasformata in SpA, non appartenevano più al demanio, essendo l'iscrizione tavolare evidentemente non aggiornata in base a quella legge; ciò che non può però significare che la proprietà di quegli immobili fosse ancora in capo al Demanio piuttosto che all'ente FS o FS SpA;
a conforto di quanto sopra, si evidenzia che:
a) tutti o quasi gli immobili delle FS SpA, sono stati trasferiti o agli inquilini in applicazione della legge 560 del 1993, o comunque dietro corrispettivo, anche nel territorio della Provincia di Bolzano;
b) con legge 210 del 1985, articolo 1, gli immobili dell'azienda Ferrovie dello Stato sono stati trasferiti all'allora neocostituito ente Ferrovie dello Stato, successivamente trasformato in SpA con delibera CIPE del 12 agosto 1992, e quindi dalla data di entrata in vigore della predetta legge 210 del 1985 non più dello Stato;
c) il decreto del Presidente della Repubblica 115 del 1973 prevede il trasferimento alla Provincia autonoma di Bolzano di alcune categorie di immobili dello Stato presenti sul territorio provinciale, e non di immobili di società per quanto partecipate;
d) il decreto del Presidente della Repubblica 527 del 1987, nel testo vigente all'atto del trasferimento, in data 7 luglio 1998, degli immobili delle FS SpA alla Provincia autonoma di Bolzano, prevedeva la cessione alla provincia sul cui territorio si trovano, delle sole linee ferroviarie e non di immobili;

e) ciò nonostante in data 7 luglio 1998 venivano ceduti gratuitamente una serie di immobili alla Provincia autonoma, cagionando ad avviso dell'interrogante un conseguente danno per il già disastrato erario statale;
f) detti immobili, come risulta dallo stesso verbale di consegna, appartenevano non allo Stato ma a «Ferrovie dello Stato Società di Trasporti e Servizi per Azioni»;
g) per effetto della legge 560 del 1993 detti immobili invece dovevano essere venduti agli inquilini che li occupavano, soddisfacendo la duplice esigenza di portare denari alle casse delle FS e il diritto di prelazione degli inquilini all'acquisto;
h) se anche detti immobili non fossero rientrati nell'applicazione della legge 560 del 1993, gli stessi dovevano essere ceduti dietro corrispettivo e non gratuitamente -:
se, dagli atti depositati presso il Ministero, risulti:
a) per quale motivo incomprensibile si sia scelto di cedere gratuitamente, piuttosto che dietro corrispettivo, alla Provincia Autonoma di Bolzano i beni immobili di proprietà non dello Stato ma delle FS SpA lungo la linea ferroviaria Merano-Malles;
b) se con tale cessione gratuita non sia stato violato il diritto di prelazione degli inquilini di acquistare la proprietà degli alloggi medesimi oltre che superare il dettato della stessa norma di attuazione, e in aggiunta al fatto che da tale regalia si è omesso di incassare denari alle già desolate casse delle FS SpA;
quali provvedimenti di propria competenza intendano adottare i Ministri interrogati per ripristinare la corretta situazione di diritto di tali cessioni e segnatamente di rispettare il diritto di prelazione degli inquilini degli immobili ceduti e di incassare denari da parte delle FS.
(4-00380)

PISICCHIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
l'abnorme lievitazione del prezzo del gasolio ha provocato esiti devastanti anche nel comparto della pesca, penalizzato a tal punto da rendere economicamente svantaggiosa l'uscita in mare dei pescherecci;
in particolare, appare colpita la marineria pugliese che, nonostante il fatturato annuo di 240 milioni di euro, il secondo in Italia, sta segnando un preoccupante declino che sembra descrivere un inevitabile tramonto, se è vero che dagli anni '90 ad oggi gli addetti al settore sono scesi da più di 10 mila a meno di 6 mila e la tendenza al depauperamento del settore è ancora molte forte;
come osservano i dirigenti della Federpesca, non ci sono più barche che tornino in porto con ricavi superiori alle spese sostenute. Né riesce a soccorrere il ricavo dalla vendita dei prodotti ittici, che vengono pagati all'ingrosso con un prezzo assolutamente irrisorio mentre il consumatore li paga sul mercato 10 volte di più -:
quali urgenti interventi il Governo intenda assumere per porre rimedio alla grave situazione in cui versa la pesca italiana e, in particolare, la marineria pugliese i cui lavoratori hanno fermato i pescherecci da giorni in segno di protesta.
(4-00384)

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AFFARI ESTERI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
il 13 dicembre 2006, dopo 5 anni di elaborazione da parte di un Comitato Speciale delle Nazioni Unite, è stata approvata

all'unanimità dall'Assemblea Generale dell'Onu la Convenzione sui Diritti delle Persone Disabili;
il 30 marzo 2007 l'Italia, come altri 81 Paesi, è stata tra i primi firmatari della Convenzione stessa;
nel dicembre 2007 è stata presentata dal Governo in carica una proposta di legge di ratifica della Convenzione stessa, proposta decaduta a seguito della fine della legislatura;
il 3 maggio 2008 è entrata in vigore la Convenzione e nell'ottobre 2008 vi sarà a New York l'incontro intergovernativo tra tutti i Paesi che abbiano ratificato la Convenzione stessa (attualmente 26, tra i quali 2 soli membri dell'Unione europea: Spagna e Ungheria);
grazie all'abilità ed alla determinazione della delegazione italiana al Comitato Speciale, la Convenzione rispecchia nei principali temi (Istruzione, Lavoro, Inclusione sociale, politica, culturale ed economica) la legislazione italiana e su tale impostazione hanno convenuto tutte le 192 Nazioni aderenti alle Nazioni Unite -:
se il Governo intenda presentare con la massima urgenza un proprio disegno di legge di ratifica;
se ritenga possibile che per la fine di settembre la ratifica avvenga, permettendo al nostro Paese di partecipare all'incontro intergovernativo nel prossimo ottobre a New York.
(2-00050)
«Farina Coscioni, Maran, Bordo, Marantelli, Gianni Farina, Zamparutti, Beltrandi, Maurizio Turco, Giachetti, Colombo, Bernardini, Cuperlo, Mecacci, Gasbarra, Naccarato, Gozi, Castagnetti, Duilio, Sposetti, Cesare Marini, Fedi, Narducci, Porta, Calgaro, Levi, Picierno, Calearo Ciman, Pisicchio, Mura, Sbai, Consolo, Mario Pepe (PdL), Di Virgilio, Palumbo, Barani, Porcu, Boniver».

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

BARBIERI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
nella città di Reggio Emilia è in corso un vastissimo programma di riqualificazione dei viali storici, delle piazze e delle vie cittadine, compresi gli ingressi al centro storico corrispondenti alle antiche Porte cittadine;
il primo di tali interventi ha interessato la storica via Emilia in corrispondenza della «Porta di Santo Stefano»;
tale intervento sembrerebbe in contrasto con il vigente Piano Regolatore del centro storico e non oggetto di Piano Particolareggiato;
l'Amministrazione non ha fornito pubblicamente chiarimenti a riguardo;
la cittadinanza, posta di fronte al fatto compiuto, ha manifestato tutta la sua disapprovazione per l'intervento citato;
l'opera realizzata e la procedura utilizzata destano preoccupazione in vista del prosieguo degli interventi nei punti strategici della città -:
se la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia, cui spetta un parere di competenza riguardo agli interventi nei centri storici, sia a conoscenza dei fatti suesposti e quali iniziative intenda adottare conseguentemente.
(5-00115)

Interrogazione a risposta scritta:

RUGGERI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
con decreto ministeriale 24 settembre 2004, concernente «Articolazione della struttura centrale e periferica dei dipartimenti e delle direzioni generali del Ministero per i beni e le attività culturali», è stata istituita, nell'ambito degli Uffici dirigenziali non generali della regione Puglia, la Soprintendenza per i beni architettonici e il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico per le province di Lecce, Brindisi e Taranto, con sede a Lecce;
tale nuova istituzione ha riempito una lacuna culturale e gestionale, riconoscendo dignità artistica ad un territorio come il Salento che ha avuto vicende storiche e culturali differenti rispetto al resto della Puglia;
l'accorpamento delle competenze territoriali ha prodotto risultati di grande rilievo sotto il profilo della conservazione, risultati mai raggiunti negli anni precedenti quando le competenze erano affidate ad un'unica Soprintendenza per tutta la regione Puglia;
la creazione di un unico ufficio periferico preposto alla tutela del patrimonio artistico del Salento, nonostante l'esiguità dell'organico a disposizione, ha consentito di semplificare la macchina burocratica, razionalizzare e utilizzare in maniera più oculata le risorse finanziarie, sviluppare strategie unitarie e coerenti, garantire una presenza costante e fruttuosa sul territorio con restauri organici, mostre, catalogazioni, iniziative didattiche;
il decreto del Presidente della Repubblica 26 novembre 2007, concernente «Regolamento di riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali» specifica all'articolo 16 gli organi periferici dello stesso e prevede all'articolo 17, comma 6, lettera o), l'articolazione della direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia in sette uffici dirigenziali non generali;
con decreto ministeriale 28 febbraio 2008, nel quale vengono individuati gli uffici dirigenziali di livello non generale e definiti i loro compiti, alla Soprintendenza di Lecce resta la sola competenza sui beni architettonici e paesaggistici, ma non più quella sui beni storici, artistici ed etnoantropologici che viene invece attribuita alla soprintendenza per la Puglia con sede a Bari (allegato due al decreto ministeriale citato);
tale frazionamento delle competenze non solo ha penalizzato la gestione del patrimonio culturale locale ma non è stato compreso e accettato da un territorio che ha sempre avuto chiara coscienza della propria autonomia artistica e che ha fondato le proprie speranze di sviluppo sul recupero, la tutela e la valorizzazione dei beni culturali locali;
il decreto ministeriale del 28 febbraio 2008 è stato successivamente ritirato a seguito delle osservazioni della Corte dei conti, che sono essenzialmente tre: a) un decreto ministeriale non può apportare modificazioni ad un regolamento di riorganizzazione del Ministero fatto con un decreto del Presidente della Repubblica, ma si deve limitare ad essere attuativo di norme discendenti da una fonte superiore; b) la Corte ha chiesto altresì spiegazioni sulle tabelle economiche allegate al citato decreto ministeriale; c) il decreto contiene imperfezioni e aspetti formali errati -:
se non ritenga opportuno introdurre adeguate correzioni al decreto del Presidente della Repubblica del 26 novembre 2007, n. 233 ed in particolare agli articoli 16 e 17, volte a non modificare le Soprintendenze miste esistenti, previste dal decreto del Presidente della Repubblica 173/2004, dimostratesi interlocutori idonei sia per le Amministrazioni locali sia per i singoli cittadini;
se non ritenga opportuno evitare che dopo soli quattro anni dalla sua istituzione

vengano sottratte competenze alla Soprintendenza salentina, che finora ha dato prova di grande efficienza nell'azione di tutela e di valorizzazione del territorio sia a livello nazionale che internazionale e che altrimenti obbligherebbe gli utenti al disagio di inoltrare i progetti a Lecce per le competenze architettoniche e a Bari per quelle storico-artistiche, recandosi nuovamente a Bari per il disbrigo delle pratiche.
(4-00373)

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DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:

BIANCOFIORE. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nel quadro delle iniziative finalizzate alla formazione e qualificazione del personale in servizio permanente della Forza armata - Esercito, da impiegare in settori e con funzioni che richiedono una specifica preparazione di livello universitario, sono stati istituiti nel 2002 corsi di laurea in «studi internazionali» presso l'Università degli studi «La Sapienza» e presso il Link Campus University of Malta;
i corsi, a carattere interdisciplinare, erano finalizzati alla formazione di personale (Ufficiali, Sottufficiali e Volontari in servizio permanente) da impiegare in agenzie/comandi a caratterizzazione internazionale e/o multinazionale con funzioni di analisi, valutazione, pianificazione e gestione delle problematiche nei settori politico, socio-economico e giuridico;
gli oneri connessi con le tasse d'iscrizione e frequenza, nonché di missione erano a carico dell'Ispettorato per la formazione e la specializzazione, oggi Comando delle scuole dell'Esercito;
l'attività, dato il carattere assolutamente volontario, non comportava il diritto ad indennità di straordinario e recuperi compensativi e inoltre, i partecipanti designati per la frequenza dei Corsi, qualora avessero dovuto dare le dimissioni o rinunciare alla frequenza per motivi dipendenti dalla propria volontà, sarebbero potuti essere assoggettati all'obbligo di rimborso delle spese sostenute dall'amministrazione, previo atto di costituzione in mora;
con una comunicazione del 9 marzo 2006 l'Ispettorato comunicava agli enti dipendenti che i corsi in parola erano stati sospesi. Successivamente, stante la disponibilità da parte delle università di proseguire l'attività didattica a favore dei frequentatori, l'Ispettorato comunicava che i frequentatori dei corsi potevano proseguire gli studi a titolo personale usufruendo delle disposizioni in materia di «diritto allo studio». Quindi sensibilizzava gli enti dipendenti a porre la giusta attenzione affinché il personale potesse concludere il ciclo di studi iniziato a suo tempo;
la generalità di tale enunciazione ha provocato un'interpretazione ad avviso dell'interrogante restrittiva nei confronti del personale frequentatore dei corsi, in quanto coloro che risiedono lontano da Roma si sono ritrovati impossibilitati a frequentare l'università causa i notevoli costi per il trasferimento, per i pasti e per il pernottamento nella Capitale;
peraltro si è venuta a creare una disparità di trattamento tra coloro che prestando servizio a Roma possono frequentare regolarmente e senza alcuna difficoltà;
tutto il personale impegnato in questo percorso formativo dovrebbe essere garantito allo stesso modo;
in particolare laddove le spese per il pernottamento in albergo e per la consumazione dei pasti si ritenessero eccessive, ci dovrebbe essere comunque da parte dell'amministrazione il dovere morale di assicurare loro un sostegno logistico adeguato volto a favorire la prosecuzione dell'impegno universitario;
non dovrebbe essere un problema sistemare circa sessanta militari a Roma

fornendo loro ad esempio pasti presso una qualsivoglia mensa militare, né tanto meno accoglierli per il fine settimana presso una struttura militare -:
se intenda prendere immediatamente in esame questa problematica che, come evidente dalle premesse, può essere risolta senza troppi costi aggiuntivi;
se ritenga, come l'interrogante auspica, assolutamente doveroso creare le condizioni affinché i militari iscritti a questi corsi di laurea portino a termine il loro percorso formativo, utile soprattutto ai fini dell'amministrazione che per questi corsi ha già speso somme significative;
in quali tempi intenda trovare una soluzione per questi nostri militari, molti fra i quali erano arrivati a dover discutere solo la tesi di laurea e non sono oggi in grado di concludere l'anelato percorso degli studi.
(4-00370)

BIANCOFIORE. - Al Ministro della difesa, al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
l'entrata in servizio di personale femminile nelle forze armate italiane è stata oggetto di dibattito e di grande attenzione da parte dell'opinione pubblica fin dagli anni '60 e ciò ha contribuito a creare una cultura ed una sensibilità di base sulla questione che ha condotto progressivamente all'istituzione - con la legge 20 ottobre 1999, n. 380 - del servizio militare volontario femminile;
il concetto di «donna soldato» nasce, dunque, come richiesta della società civile ma i dati ormai consolidati relativi all'attuazione della citata legge n. 380 del 1999 dimostrano come l'ingresso delle donne nelle forze armate e nella Guardia di finanza sia venuto incontro sia alle aspirazioni femminili sia alle esigenze delle forze armate stesse;
infatti, la possibilità di reclutamento femminile può essere considerata una diretta conseguenza dell'attuazione del nuovo modello di difesa, aderente ai nuovi compiti e scenari operativi previsti per le forze armate (incremento delle missioni di carattere internazionale, attività di peace-keeping) per assolvere ai quali è essenziale uno strumento professionale pienamente integrato con quelli dei Paesi europei e della NATO che, da molto più tempo hanno accolto personale femminile nelle loro fila;
l'unica eccezione nel contesto sopra descritto è costituita dal Corpo militare della Croce rossa italiana, corpo ausiliario delle forze armate dello Stato, il quale, unico fra i corpi armati dello Stato, non prevede la possibilità di arruolamento femminile;
tale impedimento oltre ad essere palesemente anacronistico ed incostituzionale, risulta in contrasto con quanto espressamente previsto dalla citata legge n. 380 del 1999 la quale tra i principi e criteri direttivi alla sua base annovera la realizzazione del principio di pari opportunità uomo-donna nel reclutamento del personale militare, nell'accesso ai diversi gradi, qualifiche, specializzazioni ed incarichi;
si rileva, infine, che la progressione di carriera nel Corpo militare della Croce rossa italiana risulta praticamente «bloccata» dal momento che un ufficiale farmacista può aspirare solo al grado di maggiore mentre i colleghi dell'Esercito possono arrivare anche al grado di generale -:
quali concrete e tempestive iniziative si intenda intraprendere per rendere il Corpo militare della Croce rossa italiana più rispondente alle nuove esigenze di difesa, anche in materia di sviluppo delle carriere, in considerazione del fatto, che con l'abolizione della leva militare al Corpo militare della Croce rossa italiana sono stati attribuiti anche compiti in precedenza di pertinenza della sanità militare;
se non si ritenga assolutamente indispensabile ed urgente rimuovere l'anacronistica ed incostituzionale preclusione all'arruolamento femminile nel Corpo militare della Croce rossa italiana.
(4-00382)

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
l'articolo 1 del decreto legislativo 3 novembre 2005, n. 241, in attuazione dell'articolo 37 dello Statuto speciale della Regione Sicilia, prevede che le quote di competenza fiscale dello Stato siano trasferite alla Regione e che alla definizione delle modalità applicative del trasferimento si provveda con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, d'intesa con l'assessorato regionale del bilancio e delle finanze;
ad oggi non si conosce ancora lo schema di provvedimento o la proposta ministeriale ai fini della prevista intesa;
risulta apparire pretestuosa la richiesta rivolta alla Regione Sicilia nell'unica comunicazione effettuata da parte statale nel corso di un'audizione svoltasi lo scorso 21 aprile 2006, secondo la quale sarebbe la stessa regione a dover avanzare proposte più puntuali rispetto a quelle già avanzate e che «è stata esaminata l'opportunità di individuare meccanismi di calcolo che consentano di rendere ragionevolmente stabile nel tempo il gettito da attribuire alla Regione, considerata la variabilità del gettito IRES e tenuto conto che simmetricamente dovranno essere trasferite alla stessa funzioni amministrative, i cui oneri hanno per natura carattere di stabilità»;
il criterio proposto dalla Regione è lo stesso applicato per la ripartizione regionale dell'ex gettito IRPEG e, relativamente al trasferimento delle funzioni, la portata della norma è di carattere programmatico, atteso che tale trasferimento comporta l'esame dei costi delle trasferende funzioni accompagnato all'esame di tutte le entrate spettanti alla Regione, comprese quelle tuttora non trasferite;
la Corte costituzionale con la recente sentenza n. 145 del 2008, ha reso un'interpretazione dell'articolo 1 del decreto legislativo n. 241 del 2005 del tutto diversa da quella assunta dai rappresentanti ministeriali, espressamente affermando che il «criterio di simmetria [...] riguarda solo la specifica ipotesi di trasferimento, dallo Stato alla Regione, delle funzioni di riscossione delle imposte in conseguenza della devoluzione di "quote di competenza fiscale" e non [...] l'ipotesi del trasferimento di funzioni diverse da quelle della riscossione»;
la Regione Sicilia manifesta preoccupazione circa la possibilità di pervenire in tempi brevi alla definizione delle modalità applicative del decreto legislativo in questione -:
quali informazioni risultino al Ministro in merito all'attuazione delle disposizioni sopraesposte e quali iniziative in suo potere intenda adottare per indirizzare le strutture ministeriali ad occuparsi della questione per la risoluzione della problematica.
(2-00052)
«Romano, Mannino, Drago, Naro, Ruvolo, Vietti».

Interrogazioni a risposta scritta:

FEDI e BUCCHINO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Italia ha stipulato una serie di Convenzioni bilaterali per evitare le doppie imposizioni fiscali;
tali Convenzioni stabiliscono quale dei due Stati contraenti debba esercitare la propria potestà impositiva nei confronti di soggetti residenti in uno di essi che abbiano maturato redditi nell'altro;
tali Convenzioni si applicano anche alle pensioni e di norma stabiliscono che le pensioni debbano essere tassate una sola volta e, se pensioni private, dallo

Stato di residenza - sono pensioni private quelle corrisposte da enti, istituti od organismi previdenziali italiani (ad esempio Inps) preposti all'erogazione del trattamento pensionistico;
la Convenzione con il Thailandia contro le doppie imposizioni fiscali è in vigore dal 31 maggio 1980;
tale Convenzione, all'articolo 18, stabilisce che:
«Articolo 18 - Pensioni.
1. Salve le disposizioni del paragrafo 1 dell'articolo 19, le pensioni e le altre remunerazioni analoghe pagate ad un residente di uno Stato contraente in relazione ad un cessato impiego sono imponibili soltanto in questo Stato.
2. Nonostante le disposizioni del paragrafo 1 le pensioni e le altre remunerazioni analoghe percepite da un residente di uno Stato contraente sono imponibili nell'altro Stato contraente se l'onere di tali pagamenti è sostenuto da un'impresa di detto altro Stato o da una stabile organizzazione ivi situata».
dal comma 1 dell'articolo 18 si evince in maniera palese il principio di tassazione esclusiva delle pensioni dell'Inps nel Paese di residenza sono tassate invece alla fonte le pensioni «pubbliche» (dello Stato o di Enti locali) e quelle aziendali;
tale interpretazione è stata suffragata dal parere espresso il 9 novembre 2005 dall'Agenzia entrate, Direzione centrale normativa e contenzioso, Ufficio fiscalità internazionale, Prot. 2005/160021, ove ad uno specifico quesito risponde che nel caso delle pensioni dell'Inps «non può revocarsi in dubbio l'applicazione dell'articolo 18, paragrafo 1, della Convenzione, in cui si stabilisce il principio di tassazione esclusiva nel Paese di residenza»;
nonostante la chiarezza della normativa ed il parere dell'Agenzia delle Entrate, l'Inps continua impropriamente, secondo gli interroganti in maniera difforme dalla normativa, a tassare alla fonte le pensioni dei pensionati italiani residenti in Thailandia;
siamo di fronte ad una evidente ingiustizia ed inosservanza della Convenzione che si protraggono da quasi dieci anni e che hanno generato così una assurda situazione di doppia tassazione delle pensioni degli italiani che vivono in Thailandia -:
quale urgente misura od iniziativa si intenda adottare per chiarire in maniera inequivocabile e definitiva, a 28 anni dalla entrata in vigore della Convenzione italo-thailandese contro le doppie imposizioni fiscali, il significato dell'articolo 18 di tale Convenzione e prescrivere all'Inps il rispetto della normativa che prevede la detassazione delle pensioni dell'Istituto pagate in Thailandia e la tassazione solo dal Paese di residenza.
(4-00372)

TOMMASO FOTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nella seduta del 31 luglio 2003 la Camera dei Deputati approvava con 444 voti favorevoli (2 contrari ed uno astenuto) la proposta di legge 3705 recante modifiche alla tassazione del trattamento di fine rapporto;
la proposta di cui sopra, inserendo un nuovo comma 10-bis all'articolo 2 della legge finanziaria per il 2003, introduceva una clausola di salvaguardia anche ai fini della determinazione dell'imposta da applicare al momento della erogazione del trattamento di fine rapporto di lavoro dipendente, ai sensi dell'articolo 17, comma 1, del TUIR;
detto nuovo comma 10-bis prevedeva infatti l'applicazione, al momento della erogazione del TFR, cioè nella fase di determinazione dell'IRPEF in via transitoria, dell'aliquota di imposta determinata in base alle disposizioni del TUIR vigenti al 31 dicembre 2002, se più favorevole;

l'iter legislativo della proposta di legge si è, dopo l'approvazione della Camera, arenato senza che per altro sia stato posto rimedio all'abnorme aggravio della tassazione del TFR, soprattutto se di importo contenuto, in contraddizione con lo spirito della norma che voleva tutelare i percettori di redditi più bassi -:
se nell'ambito dei futuri provvedimenti, anche di carattere legislativo, che si intendono emanare, sarà data risposta, ancorché tardiva, alla situazione più sopra rappresentata.
(4-00377)

TOMMASO FOTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il comma 91 dell'articolo 1 della legge 244 del 2007 ha prorogato al prossimo 30 giugno il termine entro cui i soggetti privati hanno la possibilità (introdotta dall'articolo 7 della legge 448 del 2001) di rideterminare, attraverso una perizia giurata ed il versamento di un'imposta sostitutiva, il valore di acquisto dei terreni edificabili ed agricoli ai fini delle imposte sui redditi, nonché di registro, ipotecaria e catastale;
l'agenzia delle entrate con la risoluzione 236/E del 10 giugno 2008 ha precisato che il rimborso dell'imposta sostitutiva versata sulla precedente rivalutazione dei terreni (o partecipazioni) non può essere richiesto se sono trascorsi più di 48 mesi dal termine di versamento;
ne segue che il contribuente che ha rideterminato il valore di terreni o partecipazioni alla data del 1o gennaio 2002, con termine ultimo per il versamento dell'imposta sostitutiva al 31 dicembre 2002, se ora vuole aderire alla nuova rivalutazione non vedrà accolta la richiesta di rimborso dell'imposta sostitutiva versata per la precedente, essendo trascorsi più di 48 mesi dal versamento -:
se e quali eventuali iniziative, se del caso anche di ordine legislativo, intenda assumere al riguardo atteso che si verifica allo stato una disparità di trattamento fra i contribuenti (tra coloro per i quali sono trascorsi oltre quattro anni dal primo versamento e coloro per i quali tale termine non è invece decorso) e che risultano a rischio gli obiettivi di entrata che si poneva la proroga dei termini in premessa evocata.
(4-00378)

...

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta orale:

ASCIERTO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la Polizia Penitenziaria, sebbene si trovi ad operare spesso in condizioni di grave carenza di personale e risorse inadeguate, svolge quotidianamente il proprio compito istituzionale con grande professionalità e dedizione;
neanche il provvedimento dell'indulto secondo l'interrogante «sciagurato», ha prodotto il risultato auspicato dai suoi sostenitori in quanto la stragrande maggioranza dei detenuti beneficiati dal provvedimento sono usciti e subito rientrati nelle carceri dopo aver commesso nuovi reati;
gli appartenenti al corpo della Polizia Penitenziaria, specie nell'ultimo periodo, sono stati oggetto di numerosi ed inquietanti episodi di violenza ed aggressioni da parte di detenuti;
infatti gli ultimi casi di aggressioni subite dagli operatori verificatesi nelle carceri di Matera, Frosinone, Bologna, Orvieto, Lecce e Genova, come denunciato da diverse sigle sindacali di categoria, ne sono una tragica testimonianza -:
se il Ministro interrogato voglia intraprendere al più presto ogni utile iniziativa a tutela dell'incolumità di migliaia di donne e uomini, appartenenti al Corpo della Polizia Penitenziaria, che ogni giorno svolgono, tra mille difficoltà, il proprio dovere istituzionale.
(3-00042)

PALADINI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con propria informativa del 30 maggio 2008, diretta alla casa circondariale di Genova Marassi, il Provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria della Liguria Giovanni Salamone, comunicava la revoca del distacco a prestare servizio presso gli uffici del Prap di Genova del vice Sovrintendente del corpo di Polizia penitenziaria Martinelli Roberto, attualmente in distacco sindacale retribuito ai sensi dell'articolo 31 del decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 2002, n. 164, confermato dall'articolo 37 del decreto del Presidente della Repubblica 11 settembre 2007, n. 170;
il signor Martinelli Roberto è Segretario generale aggiunto del Sindacato autonomo polizia penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione di Categoria;
ad avviso dell'interrogante la revoca di tale distacco risulta illegittima poiché viola le norme contrattuali sulle Forze di Polizia nella parte relativa alla tutela dei poliziotti sindacalisti secondo la quale essi hanno il diritto di mantenere la sede di servizio per tutta la durata del mandato sindacale e necessitano preventivamente ed obbligatoriamente del nulla-osta della Segreteria generale del sindacato per ogni eventuale movimento dalla sede di servizio;
ai dirigenti sindacali della Polizia penitenziaria viene garantita un'opportuna tutela attraverso una serie di strumenti giuridici previsti dall'articolo 36, del già richiamato contratto di lavoro di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 164 del 2002 e dall'articolo 6 dell'accordo quadro nazionale di categoria del 2004;
il provvedimento de quo appare all'interrogante gravissimo e intimidatorio perché avviene - forse non casualmente - il giorno dopo un'affollata riunione che la Segreteria generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria SAPPE ha avuto con il personale di Polizia penitenziaria in servizio presso il carcere genovese di Marassi, nel corso della quale sono stati denunciati metodi gestionali del Provveditore Salamone rispetto ai quali il SAPPE ha preannunciato, per la fine del mese di giugno 2008, una manifestazione di protesta a Roma davanti alla sede del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria;
risulta all'interrogante che ad altre tre unità distaccate in servizio presso il Provveditorato di Genova, anch'esse provenienti come Martinelli dal corso di vice Sovrintendente, sarebbe stato rinnovato il distacco a prestare servizio presso il Provveditorato della Liguria fino alla data del 31 dicembre 2008 mentre al Segretario generale aggiunto del SAPPE Martinelli tale distacco è stato incomprensibilmente revocato;
giammai nessun provvedimento di revoca di distacco a prestare servizio al Prap di Genova nei confronti del Segretario generale aggiunto SAPPE Martinelli Roberto è mai intervenuto durante il precedente periodo di distacco sindacale retribuito (dal gennaio 2003 al maggio 2007);
da tempo è in atto una palese conflittualità che contrappone i sindacati del corpo di Polizia penitenziaria;
tutte le organizzazioni sindacali della Polizia penitenziaria hanno denunciato le precarie condizioni di lavoro e l'assurda gestione del Corpo da parte del Provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria Giovanni Salamone che nulla avrebbe fatto per migliorare il sistema carcere della Liguria -:
se il Ministro non ritenga censurabile il comportamento secondo l'interrogante arbitrario e palesemente illegittimo, posto in essere dal Provveditore regionale della Liguria Giovanni Salamone circa la revoca del distacco a prestare servizio presso gli uffici del Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria di Genova del vice Sovrintendente del corpo di polizia Martinelli Roberto, Segretario generale aggiunto

del Sindacato autonomo polizia penitenziaria SAPPE, poiché palesemente in violazione delle norme a tutela dei dirigenti sindacali della Polizia penitenziaria previste dall'articolo 36 del contratto di lavoro di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 164 del 2002 e dall'articolo 6 dell'accordo quadro nazionale di categoria del 2004;
se non ritenga, quindi, doveroso dare disposizioni volte a far annullare la predetta disposizione prot. Prap Ge n. 0012495-I/P-pp datata 30 maggio 2008 e diretta alla Casa circondariale di Genova Marassi, sede amministrativa del vice Sovrintendente e Segretario generale aggiunto del SAPPE Martinelli Roberto, con cui è stata comunicata la revoca dello stesso a prestare servizio presso gli uffici del Prap di Genova;
se non ritenga, infine, urgente ed inderogabile l'adozione di iniziative che ristabiliscano corrette relazioni sindacali, l'osservanza delle direttive dipartimentali e delle intese contrattuali per garantire le quali si reputa necessario un intervento dell'attuale Provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria della Liguria.
(3-00043)

Interrogazione a risposta scritta:

DIMA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
cinque magistrati del Tribunale di Rossano (Cosenza) risultano essere, a vario titolo, in aspettativa o trasferiti;
seguito di questi trasferimenti sono state avviate le procedure per la copertura di soli due posti in organico che presumibilmente si concluderanno entro il mese di febbraio 2009 con la nomina di uditori giudiziari che comunque prenderanno servizio non prima del mese di settembre dello stesso anno;
l'ufficio giudiziario in questione è storicamente impegnato nel contrasto all'illegalità ed alla criminalità ed è quindi necessario che sia dotato di tutti i magistrati in organico -:
quali urgenti iniziative di propria competenza intenda promuovere il Ministro della giustizia per garantire la piena funzionalità del Tribunale di Rossano (Cosenza) in ordine alla necessaria copertura degli organici.
(4-00371)

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata:

IANNACCONE. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il caro petrolio sta producendo gravi danni alle aziende di autotrasporto, che corrono il rischio di entrare in uno stato di crisi con gravi ripercussioni sui livelli occupazionali;
la gravità della situazione è ulteriormente messa in evidenza da alcune iniziative annunciate dagli operatori del trasporto petrolifero, delle bisarche e dei container, che ipotizzano anche iniziative autogestite;
alla luce di iniziative assunte da altri Paesi dell'Unione europea, innescati tutti dalla questione del caro gasolio, la tensione è destinata ad elevarsi;
un eventuale sciopero dell'autotrasporto avrebbe conseguenze gravi sui prezzi al consumo dei generi alimentari e non solo, con un ulteriore aggravio del bilancio delle famiglie -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per affrontare tali questioni e quelle, ad avviso dell'interrogante, lasciate irrisolte dal precedente Esecutivo, dando attuazione alle intese sottoscritte con le associazioni di categoria, riprendendo la costante prassi attuata durante il II e III Governo Berlusconi, che ha consentito, attraverso un'accurata gestione, di prevenire i conflitti ed evitare iniziative di protesta.
(3-00044)

CICCHITTO, BOCCHINO, VALDUCCI e TESTONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel corso del 2006 il progetto per la realizzazione della linea ad alta velocità Torino-Lione è stato stralciato dall'elenco delle opere ricomprese nelle procedure della legge 21 dicembre 2001, n. 443 (cosiddetta «legge obiettivo»);
l'attuazione della linea è stata ricondotta alle procedure ordinarie, anche per consentire una più ampia partecipazione delle autonomie locali e delle comunità interessate;
l'osservatorio tecnico istituito per verificare le problematiche connesse alla realizzazione della linea terminerà i suoi lavori il 30 giugno 2008;
il Ministro interrogato ha, peraltro, annunciato che i lavori dell'osservatorio verranno prorogati per un periodo di sei mesi -:
quali iniziative il Governo intenda assumere per assicurare, anche al fine di utilizzare opportunamente le connesse risorse comunitarie, la prosecuzione e la realizzazione di tale progetto, che rappresenta un'importante opportunità di sviluppo e di crescita per il nostro Paese.
(3-00045)

VELO, LOVELLI, META, SERENI, BRESSA, GIACHETTI, QUARTIANI, BOFFA, BONAVITACOLA, CARDINALE, ENZO CARRA, FIANO, GENTILONI SILVERI, LARATTA, PIERDOMENICO MARTINO, MELANDRI, GIORGIO MERLO, SARUBBI e TULLO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il tema della sicurezza della circolazione stradale rimane una delle emergenze del nostro Paese, sia in termini di vite spezzate, sia in termini di costi sociali ed economici che la sinistrosità stradale comporta, stimati nell'ordine di 15 miliardi di euro annui. Secondo i dati statistici disponibili (Relazione dello stato della sicurezza stradale), nel 2005 sono stati rilevati 224.553 incidenti stradali, che hanno causato il decesso di 5.426 persone, mentre altre 322.225 hanno subito lesioni di diversa gravità;
come si vede, nonostante che a partire dal 2003 sia iniziato un trend decrescente attribuibile in gran parte all'introduzione della patente a punti, il bilancio rimane ancora insopportabilmente drammatico e ancora troppo lontano dall'obiettivo che si sono dati i Paesi europei in sede comunitaria di dimezzare il numero dei decessi entro il 2010, rispetto al dato dell'anno 1997;
in ragione di tali circostanze sociali ed economiche, con la legge finanziaria per il 2008, il precedente Governo ha ritenuto necessario, oltre che opportuno, investire un congruo ammontare di risorse finanziarie al fine di:
a) implementare le azioni tese ad accrescere la sicurezza stradale e dare attuazione alle azioni previste dal piano nazionale della sicurezza stradale mediante azioni mirate e sinergiche, volte a rafforzare i controlli su strada anche attraverso l'implementazione di idonee attrezzature tecniche funzionali all'aumento dei controlli stradali;
b) intensificare l'attività ispettiva e le verifiche previste dal codice della strada;
c) dotare gli uffici ed il personale preposto ad attività di sicurezza stradale degli opportuni strumenti per l'esercizio delle attività istituzionali, ivi compresa la formazione;
con il decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, il Governo ha operato un drastico ridimensionamento di dette risorse finanziarie, dimezzando lo stanziamento per l'anno in corso e annullando quelli relativi agli anni 2009-2013, pari ad un taglio complessivo di 181,5 milioni di euro -:
quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di non vanificare la possibilità

che, anche nel nostro Paese, vengano create le condizioni materiali ed organizzative per contribuire alla riduzione del tragico bilancio della sinistrosità stradale, in coerenza con gli obiettivi comunitari in materia.
(3-00046)

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INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:

BIANCOFIORE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nella provincia di Bolzano la questione degli alloggi alle forze di polizia e ai militari va vista sotto una chiave di lettura differente rispetto al resto d'Italia. Il motivo principale risiede nell'atipicità di una realtà locale che esige un'attenzione, ma soprattutto soluzioni diverse per assicurare agli italiani dell'Alto Adige, e nello specifico alle forze di polizia e ai militari residenti in provincia, un futuro fondato su maggiori certezze;
il problema della casa sta infatti alla base di tale condizione perché garantirebbe una presenza stabile nella provincia della componente italiana, perché eviterebbe un esodo tanto indesiderato quanto inevitabile verso le terre d'origine, perché realizzerebbe un «sogno» per tutte quelle famiglie che, percependo un reddito da dipendenti dello Stato, hanno poco da sperare sulla possibilità di veder realizzato questo «sogno»;
la questione tuttavia non va soltanto vista sotto quest'ottica, ma va anche posta in termini di convenienza per l'economia dello Stato. La tendenza che si è venuta col tempo a delineare ha tutte le caratteristiche di una gestione superficiale, sconveniente e dai caratteri «poco cristallini». Da quando si è cominciato a parlare di cartolarizzazione in particolare si sono osservati:
a) mancati interventi manutentori negli alloggi di servizio;
b) ritardi nell'assegnazione di alloggi sfitti;
la mancanza di interventi di manutenzione, non solo negli alloggi, ma soprattutto in taluni stabili sta provocando dei danni sempre più accentuati alle strutture degli stabili stessi, tali da compromettere anche la sicurezza degli stessi stabili. Basti dire che vi sono numerose palazzine di venti e più appartamenti che a vent'anni dalla loro realizzazione hanno infiltrazioni d'acqua un po' ovunque, ma soprattutto nei garage sotterranei, minando alle fondamenta l'integrità delle strutture stesse. Strutture che con il passare del tempo oltre a perdere di valore rischiano di provocare ulteriori danni a persone e cose con il distacco di intonaci e corto circuiti dall'evidente pericolosità;
i ritardi, poi, nella assegnazione degli alloggi hanno verosimilmente la stessa motivazione: gli alloggi non vengono assegnati senza essere stati opportunamente manutenzionati. Manutenzione che come è stato detto non avviene con la dovuta solerzia causa i costi che attualmente il demanio a fatica sosterrebbe. I ritardi nelle assegnazioni vanno chiaramente a discapito di quelle famiglie che pur avendo diritto all'alloggio demaniale sono costrette a ritardare il ricongiungimento dei propri cari, ovvero pagare i prezzi esorbitanti degli affitti presenti sul mercato. Per questo motivo molti agenti di polizia e militari si trovano costretti a chiedere il trasferimento presso altre sedi di servizio, fuori dall'Alto Adige, ovvero, in taluni casi il proscioglimento;
tutto questo produce un malcontento diffuso che le forze di polizia e i militari avvertono come una insufficiente attenzione ai loro problemi da parte in primis della classe politica;
in una realtà locale come quella altoatesina questo malessere è ancora più esasperato in quanto pone le forze di polizia e i militari nella condizione di

sentirsi una categoria di serie «B» dovendosi confrontare con altre categorie che nella provincia di Bolzano godono di ben altre attenzioni;
il Governo avrebbe dunque il dovere di:
a) rendere possibile l'acquisto da parte delle forze di polizia e dei militari di alloggi di servizio che stanno gradualmente ma altrettanto inesorabilmente perdendo sempre più valore, nell'ottica di realizzare con il ricavato altre abitazioni da assegnare ad altre famiglie;
b) incentivare la realizzazione di cooperative dei militari ma anche delle forze di polizia alle quali la Provincia autonoma di Bolzano, nella legge sull'edilizia ha precluso la possibilità di accesso ad aree agevolate per la costituzione in cooperativa;
alcune cooperative di militari si sono infatti già costituite nella speranza di poter ottenere qualche lotto di terreno edificabile tra quelle aree che il demanio militare ha dismesso o dismetterà a breve. Attualmente i beni dismessi da parte del demanio vengono acquisiti per legge dalla Provincia di Bolzano la quale nulla deve in cambio, il che è lesivo dell'interesse economico dello Stato e dei suoi servitori;
un passo in avanti c'è stato nel recente incontro del Ministro della Difesa Parisi con il Presidente della Provincia di Bolzano Durnwalder, laddove si è parlato della possibilità di cedere aree del demanio «militare» alla Provincia in cambio di alloggi per volontari anche se non si comprende come mai, essendo aree demaniali, si escludano dalla destinazione degli alloggi le forze di polizia, ovvero poliziotti, carabinieri, finanzieri agenti di custodia eccetera;
risulta che il passaggio delle aree è stato firmato dal Ministro ma che la Provincia autonoma non abbia mantenuto fede agli accordi presi;
il Presidente della Provincia autonoma Durnwalder aveva ovviamente dato la propria disponibilità ben sapendo che la Provincia avrebbe ottenuto un maggior vantaggio a discapito, ancora una volta dello Stato;
tuttavia l'iniziativa non avrebbe potuto che rallegrare i militari e le forze di polizia visti i ritardi sulla «cartolarizzazione» e la necessità di acquisire nuovi alloggi per le FFOO e per le forze di polizia ritenute troppo ricche dalla Provincia autonoma per poter entrare in una graduatoria per l'assegnazione di un alloggio di edilizia agevolata e troppo povere per potersi permettere un affitto sul libero mercato o accedere all'acquisto di una casa;
è necessario in ogni caso segnalare che molti militari in servizio nella provincia altoatesina, hanno costituito delle cooperative con lo scopo di autofinanziarsi la realizzazione della prima casa. In un passato abbastanza recente iniziative in tal senso avevano avuto successo, lo testimoniano le abitazioni realizzate presso la ex caserma «Mignone» dove più di 60 famiglie di militari riunitisi in cooperative edilizie hanno potuto realizzare il loro sogno;
è da sottolineare che per il demanio civile e militare sarebbe sicuramente vantaggioso cedere porzioni di aree dismesse alle predette cooperative in quanto senza ricorrere a nessun tipo di finanziamento, si ritroverebbe un congruo numero di propri dipendenti sistemati in case di proprietà e nello stesso tempo ulteriori alloggi liberi da destinare a coloro che chiedono l'appartamento di servizio;
a Bolzano vi sono aree demaniali «depresse», quali l'ex deposito munizioni di Riva di Sotto, sito nel comune di Appiano, l'area di via Novacella in Bolzano città, che le cooperative sopraddette sarebbero fin da subito pronte ad utilizzare qualora ne venisse loro destinata una porzione -:
se il Governo intenda porre in essere un'iniziativa legislativa che soddisfi questa esigenza che nasce dalla volontà di cittadini

in divisa dopo anni di servizio prestato nella difficile realtà territoriale altoatesina, assicurando loro ed alle loro famiglie un futuro di certezze;
se il Governo, trattandosi di cessione di aree demaniali dello Stato, non intenda favorire anche la costruzione di alloggi di servizio per le forze di polizia, essendo state escluse queste ultime dalle quote di alloggi riservati dalla Provincia autonoma e dall'accesso, come sopra detto, ad aree agevolate per la costituzione in cooperativa;
se non si intenda favorire l'acquisto degli alloggi che non solo garantirebbe la permanenza delle famiglie delle forze di polizia e dei militari ormai integrate nella realtà altoatesina, evitando quell'esodo di cui si è parlato, ma altresì farebbe cessare la notevole quantità di istanze volte al trasferimento in altre sedi di servizio e, in particolare donerebbe un sospirato sollievo a tutti coloro che in Alto Adige vivono ormai da anni, e che avendo figli cresciuti in terra altoatesina, auspicano di potervi rimanere per non allontanarsi dai propri affetti.
(4-00381)

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
la situazione della Calabria presenta sempre più vistosi sintomi di travaglio sul piano sociale ed economico e si riscontra sempre più una criminalità organizzata pervasiva che corrode il tessuto sociale ed economico della regione;
la grande sfida a cui è chiamata questa regione, come altre regioni d'Italia, si gioca sul terreno della formazione e dell'educazione alla legalità, nel rispetto dei grandi princìpi su cui si fonda la grande storia della Calabria e di molte regioni meridionali;
se la famiglia e la scuola sono chiamate a svolgere, in questa direzione, un ruolo decisivo, si deve operare una seria rivisitazione informata della stessa scuola, attraverso provvedimenti che diano sempre più, a dirigenti scolastici ed insegnanti, i dovuti riconoscimenti morali ed economici. Con queste valutazioni appare assurdo ed in contrasto con ogni considerazione ed affermazione di principio, fatte nel tempo, dai responsabili del Governo, la situazione dell'Ufficio regionale scolastico calabrese;
da oltre due anni, infatti, l'Ufficio scolastico regionale (U.S.R.) per la Calabria, centro propulsore della politica scolastica in tutta la regione, è privo del Direttore generale. La circostanza è l'ultimo atto di una serie vorticosa di avvicendamenti, ben sei, verificatesi alla direzione dell'Ufficio in 7 anni;
dal 1o marzo 2001, data di istituzione dell'U.S.R., si sono nell'ordine avvicendati Franco Inglese (19 mesi), Ugo Panetta (2 anni), Francesco Mercurio (2 anni) e poi, in maniera sempre più frenetica, Lucrezia Stellacci, reggente per sei mesi, e Carlo Petracca, titolare per 6 mesi e poi reggente per 4 mesi fino al 31 marzo 2008;
questo carosello di direttori generali, ancora non concluso, ha danneggiato, nonostante l'abnegazione dei dirigenti e del personale, la scuola calabrese impedendo di impostare una azione di politica scolastica regionale di ampio respiro e soprattutto foriera di ricadute e risultati concreti e positivi;
l'attuale sistema scolastico, imperniato sull'autonomia delle istituzioni scolastiche e sull'attivo coinvolgimento di attori istituzionali e non - Stato, regioni, province, comuni, università, mondo del lavoro, ecc. -, richiede nella regione la continua ed attiva presenza del Direttore generale che sia allo stesso tempo sicuro

punto di riferimento del mondo della scuola e suo autorevole raccordo con gli altri enti ed istituzioni;
è di tutta evidenza, quindi, il danno che si sta consumando nei confronti della scuola calabrese, che per questo stato di incertezza, che si protrae da più anni, non e in grado di beneficiare di una politica scolastica efficiente e ad ampio respiro, impedendole, di fatto, di usufruire delle molteplici opportunità, di carattere educativo ed economico, che le si prospettano;
dal punto di vista strettamente amministrativo, inoltre, la già critica situazione dell'ufficio scolastico, è destinata a deteriorarsi ancor più per la progressiva carenza di dirigenti amministrativi in servizio;
a fronte di 11 posti dirigenziali, previsti in organico, infatti, solo 3 sono coperti: due da dirigenti a tempo determinato, nominati ex articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001 ed uno da un dirigente di ruolo (peraltro in pensione dal prossimo 1o agosto per limiti di età). Completano il quadro negativo le recenti dimissioni dal servizio del Vice direttore generale, che nel corso degli anni, con abnegazione e spirito di servizio, nel tourbillon di sostituzioni, ha garantito la continuità dell'azione amministrativa ed è stato l'elemento di congiunzione tra i vari direttori succedutisi;
ad oggi, trascorsi più di due mesi dalla cessazione dell'incarico del dott. Petracca, nessun nuovo Direttore si è insediato, anche se voci di corridoio - nessuno ufficialmente ha ritenuto doveroso comunicarlo - affermano che la nomina sarebbe stata effettuata, ma il nominato non intenderebbe assumere servizio;
è certamente una situazione insostenibile che offende e penalizza la scuola calabrese impedendole, in un momento cruciale per le scadenze imminenti del corrente anno scolastico (movimenti dirigenti scolastici, esami di Stato, nomine in ruolo personale docente ed ata, ecc.) e per la programmazione del prossimo anno, tra cui quella dei fondi strutturali, di poter avere punti di riferimento istituzionali certi che abbiano piena conoscenza delle sue problematiche ed aspirazioni -:
se non ritenga necessario attivarsi, nell'immediato, per recuperare il vuoto degli ultimi due anni, con provvedimenti assunti ad horas per rimuovere una situazione che ha, come già segnalato, dell'incredibile e che rasenta, secondo l'interpellante, un atteggiamento di miopia, di disattenzione e, quindi, sottovalutazione, della gravità della circostanza.
(2-00051)«Tassone, Occhiuto, Vietti».

Interpellanza:

La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
il ministero della Pubblica Istruzione con circolare n. 19 del 10 febbraio 2008 ha trasmesso lo schema di decreto interministeriale, da emanare di concerto col Ministero dell'economia e delle finanze, recante disposizioni, per l'anno scolastico 2008-2009, in ordine alla rilevazione delle dotazioni di organico del personale docente, alla relativa quantificazione a livello nazionale e regionale, ai criteri di riparto da adottare con riferimento alle diverse realtà provinciali e alle singole istituzioni scolastiche;
nella regione Molise, nel prossimo anno scolastico, in attuazione del decreto è prevista una riduzione di organico pari a 215 docenti rispetto a quelli assegnati in organico di diritto per l'anno scolastico 2007-2008. Di questi 102 interessano le scuole primarie, 23 le secondarie di primo grado, 90 le secondarie di secondo grado, cosicché oltre 30 classi non potranno essere autorizzate;
tale taglio si concentrerà nei «piccoli comuni» delle aree interne, alcuni dei quali fanno parte dell'area del cratere sismico del 2002 ed oggi stanno faticosamente organizzando la propria «ricostruzione»

con un impiego considerevole di risorse finanziarie dello Stato e della Regione Molise;
questa situazione preoccupa le famiglie, i dirigenti scolastici ed i docenti, nonché le organizzazioni sindacali le quali si sono autoconvocate per assumere impegni a promuovere azioni di sensibilizzazione attraverso incontri mirati con i rappresentanti del governo locale, regionale e del Governo;
i suddetti «tagli» produrranno:
a)l'effetto di costituzione di classi più numerose e al cambio di istituto di centinaia d'insegnanti soprannumerari, a scapito della continuità didattica;
b)la soppressione di interi corsi ed il ricorso a classi articolate con l'inevitabile sconvolgimento del percorso curriculare previsto al momento della iscrizione da parte dello studente e delle famiglie;
il diritto allo studio sancito dagli articoli 33 e 34 della Costituzione, presuppone l'efficienza dell'organizzazione scolastica -:
se e come intenda provvedere ad una migliore organizzazione della scuola pubblica in Molise e se non ritenga che l'attuazione del programma di Governo non possa prescindere dal garantire almeno l'efficienza di base del servizio pubblico scolastico e, quindi, imponga di scongiurare i conseguenti annunciati tagli del personale docente e non;
se il Ministro interrogato intenda promuovere, di concerto la regione Molise, le autorità locali interessate e le organizzazioni sindacali, una pausa di riflessione affinché si affrontino in un tavolo tecnico le questioni relative alla elaborazione di un sistema unico dell'offerta formativa del Molise, partendo:
a) dal dato concreto della popolazione scolastica;
b) dal bisogno di una formazione corrispondente al nuovo contesto europeo, entro il quale i nostri giovani si troveranno ad operare;
c) dalla necessità di non abbandonare il patrimonio immobiliare e di attrezzature di cui allo stato dispone il sistema scolastico molisano;
d) dalla opportunità di creare un'offerta diversificata e di qualità, capace di offrire ai nostri giovani una istruzione pubblica ed una formazione più rispondente alle propensioni di ognuno ed utile per accompagnare lo sviluppo del Molise.
(2-00048)«Di Giuseppe».

Interrogazione a risposta scritta:

BOCCI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la foresta che si trova in località Dunarobba, nel comune di Avigliano Umbro, costituisce un giacimento fossile di grande interesse e rarità, rappresentando un caso di conservazione completa nel sito dove i tronchi sono vissuti;
in altri casi simili si parla di «foresta pietrificata» avendo il processo di fossilizzazione dato luogo ad una mineralizzazione del legno che non ha più le caratteristiche originarie;
gli alberi di Dunarobba invece sono un unicum perché la fossilizzazione ha conservato intatte le caratteristiche fisiche e meccaniche del legno che resta vivo e può ancora reagire con l'ambiente esterno come se gli alberi fossero cresciuti ai giorni nostri;
questo pone un grave problema di conservazione che può essere risolto solo con l'installazione di celle climatizzate e controllate;
allo stato attuale gli alberi sono protetti solo con coperture parziali di fortuna, che non li riparano dagli agenti atmosferici

e soprattutto dagli insetti che attaccano il legno provocando grossi buchi;
l'interesse scientifico di questa foresta è enorme, considerando che essa è datata a circa 3 milioni di anni fa (Pliocene medio-superiore);
il suo studio è fondamentale per ricostruire il paleo ambiente e per la comprensione della storia geologica umbra e della penisola -:
quali iniziative intendano assumere per il riconoscimento della foresta come patrimonio dell'umanità, per la conoscenza nelle scuole di questo reperto geologico unico al mondo e soprattutto quali provvedimenti intendano adottare per la tutela e la ricerca scientifica della foresta che rischia, nelle condizioni attuali, un irreversibile degrado.
(4-00375)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:

LIVIA TURCO, CORSINI e FERRARI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in data 3 giugno 2008, nell'ambito di un'inchiesta intitolata «Viaggio tra i rom bresciani tra disperazione e dignità», il quotidiano Brescia Oggi, pubblicava a firma di una nota e apprezzata giornalista, la dott.ssa Lucilla Perrini, una dichiarazione da parte di una signora rom a nome Luisa, madre di cinque figli, malata seriamente da quattro anni e con regolare permesso di soggiorno, una dichiarazione secondo la quale la suddetta «si è vista negare le cure da una dottoressa dell'ASL» con la seguente motivazione: «perché voi rom mi fate schifo»;
peraltro la signora Luisa è pure madre di un figlio con gravi problemi di salute -:
se, di fronte ad un fatto di estrema gravità, offensivo della dignità della persona, inqualificabile oltre che assai rilevante sotto il profilo del mancato espletamento delle responsabilità deontologiche connesse all'esercizio della professione medica, non intenda adottare ogni iniziativa di sua competenza, anche di carattere ispettivo, in relazione a quanto segnalato in premessa.
(5-00121)

DI VIRGILIO e BARANI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
è costituzionalmente garantito che ai cittadini venga lasciata la possibilità di scegliere liberamente dove e da chi farsi curare;
è altresì sacrosanto permettere ai medici, dopo che hanno espletato il normale orario di servizio come dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale, di svolgere la libera professione;
è necessario e urgente pervenire al sostanziale superamento di alcuni istituti della legge 229/1999 che ha finito per penalizzare la professione medica senza apportare alcun beneficio ai cittadini, e gravando negativamente sia sugli utenti che sullo stesso Servizio Sanitario Nazionale;
il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, prevedeva che le Regioni riservassero in ogni ospedale per la libera professione dei medici per l'attività intramuraria spazi sia ambulatoriali che posti letto pari al 5-10 per cento in ambienti separati, con relativa disponibilità di medici specialisti, infermieri e tecnici necessari;
in attesa che tutte le aziende sanitarie adeguassero i propri spazi per permettere l'attività intramuraria, al comma 10 dell'articolo 15-quinquies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive

modificazioni si prevedeva la possibilità per il medico di svolgere la libera professione intramuraria, in regime allargato e cioè presso il proprio studio privato, previo accreditamento;
però a causa della scarsa attivazione dell'intramoenia aziendale da parte delle Regioni, con relativo adeguamento degli spazi interni alle strutture aziendali, sia per le visite che per i ricoveri si è proceduto a prorogare costantemente l'attività intramuraria allargata, tanto che il termine ultimo è stato fissato per il 31 gennaio 2009, come previsto dalla legge 3 agosto 2007, n. 120 -:
quali iniziative intende avviare, a circa 8 mesi dalla scadenza, ormai prossima, dell'ultima proroga per l'intramoenia allargata, al fine di risolvere l'incresciosa situazione che si protrae ormai da troppo tempo e che ha contribuito a rendere assai limitata l'efficacia per la riduzione delle liste di attesa provocando l'attuale ed insostenibile situazione per cui i cittadini, a causa dei lunghi tempi di attesa, sono costretti a rivolgersi alla sanità privata, a proprie spese, per ottenere prestazioni in tempi più brevi.
(5-00122)

NUNZIO FRANCESCO TESTA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
è in costante aggiornamento la lista dei rinvenimenti e delle individuazioni di depositi e riversamenti di rifiuti tossici. Il reperimento di sostanze altamente nocive per la salute interessa tanto le aree illegalmente adibite a discariche, quanto le discariche autorizzate, molte delle quali adiacenti a terreni sui quali si pratica l'agricoltura;
lunedì 16 giugno 2008 l'esordio operativo della discarica di Savignano (unico impianto dotato di strumenti che i militari adoperano per rilevare eventuali tracce di rifiuti pericolosi) è stato caratterizzato dal sequestro di rifiuti radioattivi;
organi di stampa, lunedì 16 giugno 2008, hanno dato notizia relativa ai dati raccolti dalla Procura di Napoli sull'incidenza dei tumori tra le famiglie che vivono nei pressi della discarica di Pianura (sessanta casi finora appurati e la maggior parte riguardano il linfoma di Hodgkin) con i primi convincimenti, scientificamente supportati, sul nesso causale tra il traffico di rifiuti tossici e la diffusione di tumori -:
quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato volti a risolvere il grave e serio pregiudizio che la salute e l'incolumità dei cittadini napoletani e campani stanno subendo.
(5-00123)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:

BARBARO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Comune dl Formello è proprietario di un terreno avente un'estensione di 27 ettari in località «Lo Tonno-Selvapiana», censito al NCT al fg. 19 partt. 161, 182, 165, 166 e 167;
il terreno in questione è inserito in zona agricola all'interno del «Parco regionale di Veio»;
in data 6 maggio 2005 il Corpo forestale dello Stato, comando di Castelnuovo di Porto, su delega della Procura di Tivoli ha provveduto al sequestro del terreno sopraccitato a causa di sospette contaminazioni da materiali pesanti come cadmio, rame, mercurio, piombo e zinco;
le successive analisi eseguite dall'Arpa Lazio hanno riscontrato la presenza di diossine e appunto materiali pesanti;

il grano coltivato nell'annualità 2004 è stato mietuto, trasformato in farina, commercializzato per un totale di 1300 quintali e con molta probabilità impiegato nella produzione di pasta;
ad oggi il terreno in questione risulta nuovamente coltivato nonostante l'area sia posta sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Tivoli;
la possibilità che venga mietuto è concreta con il fondato rischio di immettere nel mercato una partita fortemente contaminata di grano duro;
la bonifica dell'area contaminata ad oggi non è stata effettuata con il pericolo di interessare anche le falde acquifere;
il rischio di creare un ulteriore danno sanitario e ambientale è altissimo;
se, ferme restando le competenze della magistratura nella vicenda in esame, non si intenda in via d'urgenza assumere provvedimenti di prevenzione per il tramite dell'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, allo scopo di salvaguardare la salute dei cittadini di Formello e di coloro che potrebbero essere entrati in contatto con i prodotti derivati dal grano lì coltivato e per scongiurarne la commercializzazione, con ciò - fra l'altro - salvaguardando l'immagine del comune di Formello.
(4-00383)

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POLITICHE EUROPEE

Interrogazione a risposta immediata:

ADORNATO, VIETTI, BUTTIGLIONE, VOLONTÈ, CICCANTI, COMPAGNON, NARO e ZINZI. - Al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
il recente voto referendario in Irlanda, contrario alla ratifica del trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007, causa una nuova battuta di arresto al processo di unificazione europea;
per evitare che il voto irlandese ostacoli irrimediabilmente il percorso avviato dai padri fondatori per la costruzione di un'Unione dei popoli europei, appare indispensabile che l'Italia, tenendo conto delle criticità riproposte anche dalla consultazione referendaria, eserciti un'azione per imprimere al processo di unificazione un nuovo slancio per un'Europa fondata su radici, tradizioni e valori comuni e che identifichi con chiarezza gli obiettivi strategici del proprio ruolo nel mondo;
occorre in ogni caso partire dalla ratifica, entro il 2008, del trattato di Lisbona, che modifica il trattato sull'Unione europea e il trattato che istituisce la Comunità europea, già ratificato da 18 Stati membri e in corso di ratifica da parte dei rimanenti Stati;
il 12 giugno 2008, in occasione dell'esame del disegno di legge per la ratifica e l'esecuzione del trattato di Lisbona in Commissione affari esteri, emigrazione al Senato della Repubblica, il Sottosegretario di Stato Mantica, tenendo anche conto del profilarsi di una possibile bocciatura del trattato in Irlanda, aveva auspicato che si procedesse in tempi rapidi alla ratifica del trattato;
dopo il voto irlandese il Governo, per voce, tra le altre, del Ministro per le politiche europee, ha manifestato profondo rammarico per la situazione creatasi e ha espresso l'intenzione di adoperarsi per superare la crisi politico-istituzionale in cui versa l'Europa;
è apparso distonico il fatto che una forza della maggioranza, la Lega Nord Padania, anche per voce del Ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli, abbia espresso soddisfazione per la crisi provocata dal referendum irlandese -:
se il Governo confermi la volontà di proseguire con la massima rapidità all'approvazione

del disegno di legge per l'autorizzazione alla ratifica del trattato di Lisbona.
(3-00049)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XI Commissione:

DELFINO. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
è importante la determinazione con cui si sta impostando la riforma della pubblica amministrazione;
all'interrogante paiono contraddittorie rispetto alle più volte riaffermate volontà di interlocuzione tutte le iniziative che tendono a delegittimare il ruolo dei sindacalisti;
in questo senso non sono comprensibili le finalità del recente annuncio del Ministro di pubblicare i distacchi dei sindacalisti;
tali distacchi sono stati operati nel pieno e rigoroso rispetto della normativa vigente -:
quali finalità il Governo intenda perseguire con l'assunzione predetta di iniziative che tendono a mettere in difficoltà il sindacato e se non ritenga importante invece riconoscerlo come interlocutore fondamentale.
(5-00118)

PELINO. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
nel sito della Presidenza del Consiglio dei ministri sono illustrate le linee programmatiche sulla riforma della PA - piano industriale - unitamente alle, linee guida per la riforma del lavoro pubblico e della contrattazione collettiva;
il Ministro intende dare attuazione al primo non solo attraverso la migliore normativa esistente, ma anche attraverso i rilevanti strumenti operativi di cui già dispone, tra cui viene elencata tra gli enti pubblici l'ARAN; il piano industriale prevede, pertanto la rivisitazione ed il rinnovamento di tali enti, al fine di dare attuazione alle linee-guida;
è previsto il riordino dell'ARAN con l'istituzione dell'Agenzia per la contrattazione nel settore pubblico, dotata di ampi poteri di rappresentanza per la parte pubblica, di indirizzo e di controllo della contrattazione collettiva, tendenzialmente rientrante nella enunciazione della semplificazione e del miglioramento del lavoro pubblico e della contrattazione, anche per il tramite della reimpostazione dello Stato che dovrebbe essere considerato e gestito come un'azienda privata;
viene, quindi, prevista l'istituzione di un'Agenzia per la contrattazione nel settore pubblico, con ampi poteri di rappresentanza per la parte pubblica, di indirizzo e di controllo della contrattazione collettiva, quando istituzionalmente l'ARAN - Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni - è un organismo tecnico, dotato di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia organizzativa, gestionale e contabile, dotato di rappresentanza legale di tutte le pubbliche amministrazioni in sede di contrattazione collettiva nazionale, e deputato a svolgere ogni attività relativa alla negoziazione e definizione dei contratti collettivi del personale dei vari comparti del pubblico impiego;
in sostanza essa costituisce l'unico organismo preposto alla negoziazione nel pubblico impiego, e costante punto di riferimento nel complesso sistema della contrattazione collettiva;
per quanto sopra, i poteri di controllo e di indirizzo della contrattazione collettiva di cui si dovrebbe dotare l'Agenzia per la contrattazione nel settore pubblico, parrebbero in apparente contraddittorietà con quelli sopraesposti di rappresentanza

negoziale con cui si estrinseca il modello negoziale dell'ARAN, che consiste, appunto, nello stipulare e sottoscrivere i contratti di lavoro relativi ai vari comparti, alle diverse aree della dirigenza, come detto al punto precedente -:
come di fatto si estrinsecheranno - nell'ambito del riordino dell'ARAN - le funzioni della istituenda Agenzia per la contrattazione nel settore pubblico, che viene dotata sia di ampi poteri di rappresentanza per la parte pubblica, sia di funzioni di indirizzo e di controllo della contrattazione collettiva espressive di una posizione «super partes» di radice istituzionale.
(5-00119)

DAMIANO, BELLANOVA, BERRETTA, BOBBA, BOCCUZZI, CODURELLI, GATTI, GNECCHI, LETTA, MADIA, MATTESINI, MIGLIOLI, MOSCA, RAMPI, SANTAGATA, SCHIRRU e MOTTA. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si apprende che il Governo è in procinto di presentare un testo di riordino «per ottimizzare» la produttività del lavoro pubblico, all'interno del quale, sarà disciplinata la possibilità per il dipendente pubblico di essere licenziato anche con un procedimento penale non ancora concluso, e in cui viene previsto il venir meno dell'obbligo di reintegro da parte dell'amministrazione pubblica in seguito a sentenza di assoluzione;
il provvedimento si propone, peraltro, di modulare l'entità delle assenze dei lavoratori del pubblico impiego a quelle del settore privato;
il proposito di tendere ad una sostanziale parità di trattamento tra lavoratori pubblici e privati, non si è, però, manifestato in occasione del provvedimento dal titolo «Conversione in legge del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93 recante disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie», attualmente in corso di conversione, laddove le misure sperimentali per l'incremento della produttività del lavoro, previste dall'articolo 2, non sono state estese, neanche in forme limitata, per il comparto del pubblico impiego -:
quali iniziative intenda adottare, al fine di prevedere forme di riconoscimento economico e professionale per i lavoratori del pubblico impiego, con particolare riguardo per quelle categorie sottoposte, da sempre, a maggiori carichi di lavoro, sia in termini di turnazioni che di mansioni particolarmente gravose e rischiose.
(5-00120)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta immediata:

PISICCHIO e DONADI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'aumento vertiginoso del prezzo del petrolio, che lunedì 16 giugno 2008 ha toccato i 139,89 dollari al barile al mercato di New York, sta provocando una crescita altrettanto incontrollata dei costi di luce e gas;
secondo le stime messe a punto dalla società di ricerca Nomisma energia, per il prossimo trimestre luglio-settembre 2008, sono previsti aumenti del 4,6 per cento per il gas e del 2,2 per cento per la luce. Se tali aumenti trovassero conferma, si annuncerebbe una nuova stangata pari, per una famiglia italiana media, quasi a 57 euro su base annua: le bollette della luce salirebbero, infatti, di 10,2 euro l'anno, mentre quelle del gas subirebbero un rincaro addirittura di 46,5 euro;
questi rincari si andrebbero ad aggiungere a quelli altrettanto gravosi dei trimestri precedenti: dal 1o ottobre 2007 a fine anno, le tariffe per la luce sono salite dell'1,6 per cento, mentre quelle del gas del 2,3 per cento, con un impatto sulla spesa annua della famiglia tipo di 30 euro. Dal 1o gennaio 2008, inoltre, sono salite ancora del 3,8 per cento per l'elettricità e

del 3,4 per cento per il metano, con un ulteriore aggravio di 48 euro sui bilanci degli italiani. Altro rincaro, pari ad altri 56 euro l'anno, infine, si è registrato dal 1o aprile 2008;
l'aumento dei costi di luce e gas, unito a quello del costo del carburante e dei beni di prima necessità, quali frutta e verdura, sta mettendo in gravi difficoltà le famiglie italiane, specie quelle più vicine alla soglia di povertà -:
se il Ministro interrogato non ritenga necessario e urgente proporre un progetto organico per far fronte all'aumento dei costi segnalato in premessa, in particolare al fine di tutelare il potere d'acquisto delle famiglie e di metterle al riparo dai rincari di beni e servizi di prima necessità generati dal vertiginoso aumento del greggio.
(3-00047)

COTA, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DAL LAGO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, LUCIANO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIDONI, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, REGUZZONI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il prezzo del petrolio ha toccato il nuovo record di 139,89 dollari al barile nella borsa di New York, per poi ripiegare verso i 134 dollari: ciò è un segno evidente che le tensioni sono destinate a durare in futuro;
il selvaggio aumento del prezzo del greggio è strettamente legato alle problematiche relative alla grande debolezza strutturale dell'approvvigionamento energetico del nostro Paese, che, a differenza degli altri Paesi dell'Unione europea, è privo di risorse energetiche proprie;
l'effetto inevitabile è certamente quello di un aumento dei prezzi dell'energia e del gas, i quali renderanno più care le bollette per le famiglie, che ormai non riescono più a sostenere i continui rincari;
le stime parlano di incrementi del 4,6 per cento per il gas e di 2,2 per cento per la luce; ciò vuol dire che una famiglia spenderà 47 euro in più l'anno per il metano e 11 euro per la luce, con un aggravio complessivo di 58 euro l'anno;
nonostante l'Arabia Saudita abbia recentemente reso nota la volontà di produrre più greggio per contenere l'aumento dei prezzi del petrolio, ciò non ha comportato alcuna inversione di tendenza nel mercato, facendo addirittura paventare il rischio di possibili speculazioni;
occorre porre in essere strumenti maggiormente efficaci rispetto a quelli fino ad oggi adottati che portino anche ad un rafforzamento del potere del Garante per la sorveglianza dei prezzi in campo energetico a tutela dei consumatori;
di fronte ad una situazione così incerta e non più sostenibile, si prospetta la necessità di un intervento immediato del Governo nel settore energetico, che, secondo notizie stampa, dovrebbe essere già contenuto in un pacchetto di norme da presentare al prossimo Consiglio dei ministri -:
quali misure il Governo intenda adottare nell'immediato affinché venga data attuazione agli strumenti prospettati per il settore energetico, con particolare riferimento alle misure di contenimento dei prezzi del petrolio, a tutela in primo luogo delle famiglie e, in generale, dei consumatori.
(3-00048)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

X Commissione:

ANNA TERESA FORMISANO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in data 27 luglio 2007 fu firmato, presso la sede del Ministero dello sviluppo economico, il contratto di programma per la Videocon di Anagni, che prevedeva un investimento pubblico in cinque anni di 52 milioni e 900 mila euro, di cui 34 milioni provenienti dal Governo e ben 18 milioni dalla Regione Lazio;
alla firma del contratto di programma erano presenti anche i vertici dell'azienda con il presidente Pradeep Kumar Dhoot;
si trattava di un accordo importante per il futuro dell'azienda e per restituire serenità alle centinaia di lavoratori occupati;
dopo circa un anno i dipendenti sono sempre più preoccupati per una situazione che non presenta una chiara linea da parte della gestione e della proprietà e soprattutto non si intravedono quei segnali di rilancio dei programmi di investimento industriali e di ricerca a suo tempo annunciati -:
quali provvedimenti intenda adottare il Ministro per scongiurare la chiusura di un altro importante e strategico sito produttivo del Lazio e perché non vengano vanificati gli sforzi fino ad oggi compiuti a tutela della salvaguardia dei numerosi posti di lavoro.
(5-00116)

LULLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la situazione economica di molti sistemi di piccole imprese è attraversata da processi di crisi e di ristrutturazione con effetti che a medio periodo potrebbero aggravare la situazione occupazionale e creare diffusi disagi sociali;
d'altra parte si registrano anche significativi segni di vitalità imprenditoriale anche sul fronte export del made in Italy che però devono fronteggiare una agguerrita concorrenza internazionale, proveniente, in particolare, dal sud-est asiatico;
il sistema creditizio e finanziario del nostro Paese non sempre supporta tale sistema di imprese;
ciò desta particolari preoccupazioni anche in relazione ad una situazione internazionale stressata da crisi finanziarie e forte aumento dei prezzi di molte materie prime e in particolare del petrolio -:
quali misure intende adottare il Governo per sostenere l'economia dei distretti industriali.
(5-00117)

Interrogazioni a risposta scritta:

DI BIAGIO. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
per promuovere la migliore e più vasta diffusione dell'informazione radiotelevisiva offerta tramite i programmi Rai a favore delle collettività italiane residenti nei maggiori Paesi di emigrazione, la Convenzione fra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Rai affida al Ministero degli affari esteri il ruolo di vigilanza sui programmi radiotelevisivi prodotti per l'estero;
l'interrogante fa presente che la programmazione di talune trasmissioni della Rai, rivolta agli utenti italiani residenti all'estero, continua ad essere oggetto di oscuramento nella fascia oraria antimeridiana, compresa tra le ore 9 e le ore 12 e relativamente ai maggiori eventi sportivi, in virtù della mancata acquisizione, da parte dell'azienda pubblica, dei diritti di diffusione all'estero dei programmi;
in particolare, in occasione delle partite del Campionato Europeo di calcio, la Rai ha oscurato all'estero la trasmissione delle stesse, pur consapevole della sentita attesa per l'evento da parte dei nostri connazionali e del loro forte orgoglio per la Nazionale di calcio italiana;
l'oscuramento della programmazione televisiva rivolta ai nostri connazionali

comporta un deterioramento del diritto all'informazione, completa ed articolata, di ciascuno dei cittadini italiani residenti al di fuori dei confini nazionali;
compromettere l'accesso all'informazione dei cittadini italiani residenti all'estero, incide negativamente sulle dinamiche di valorizzazione della cultura italiana in terra straniera, poiché priva i nostri connazionali, le cui attività e le cui idee rappresentano una delle principali espressioni del made in Italy oltre confine, degli strumenti essenziali di informazione e di promozione -:
quali provvedimenti intenda adottare affinché i cittadini italiani residenti all'estero possano usufruire di un adeguato servizio informativo e affinché ciascun italiano, indipendentemente dal luogo di residenza, possa godere appieno di un diritto così preminente quale quello di accedere liberamente e senza vincoli di alcuna natura, ad un'informazione totalmente completa ed articolata.
(4-00374)

CICCIOLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
con decreto del 1o febbraio 2007 il ministro Bersani poneva in liquidazione coatta amministrativa la società Cearpes Cooperativa Sociale a r.l. con sede in San Giovanni Teatino (Chieti);
alcuni soci della Cooperativa hanno segnalato al ministero, con missiva dell'8 gennaio 2008, una serie di anomalie nel comportamento dei liquidatori chiedendo la revoca dei liquidatori e la contestuale nomina di altri;
a tutt'oggi nessun provvedimento in merito è stato adottato, mentre le conseguenze dei denunciati comportamenti dei commissari rischiano di aggravarsi, sino a diventare irreversibili;
in particolare si segnala l'assoluto disinteresse mostrato dai commissari per le conseguenze della loro decisione di non approvare il contratto d'affitto di ramo di azienda stipulato dalla Cearpes prima della messa in liquidazione con la Cooperativa Lilium per il ricovero e la cura di minori con gravi problemi psichici. Questa decisione, in assenza di capacità della procedura di gestire quel ramo d'azienda, rischia di costringere i minori ricoverati ad abbandonare il centro, con evidenti ripercussioni sulle patologie di cui sono portatori e sulle famiglie di provenienza (dislocate in tutta Italia), considerato che sono pochissimi i centri accreditati per la cura ed il ricovero di minori con gravi disturbi psichiatrici;
inoltre, tutti i dipendenti del centro di altissima specializzazione rischierebbero di perdere il posto di lavoro, considerato, come detto, che la procedura liquidatoria è incompatibile con la prosecuzione dell'azienda;
la decisione dei commissari risulta a quanto consta all'interrogante essere stata avallata dal Ministero -:
se il Ministro sia a conoscenza della procedura e se condivida l'operato dei commissari e se il Ministro non ritenga di doverli sostituire sulla base dei comportamenti denunciati dai soci, in particolare ai sensi del combinato disposto degli articoli 37, 38 e 199 L.F;
se il Ministro intenda intervenire a tutela del prevalente interesse dei minori ricoverati e dei lavoratori dipendenti alla prosecuzione dell'azienda rispetto alla restituzione, che non porterebbe alcun beneficio per la procedura stante l'impossibilità per quest'ultima di proseguirla.
(4-00376)

...

Pubblicazione di un testo riformulato.

Si pubblica il testo riformulato della Mozione Delfino n. 1-00013, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 16 dell'11 giugno 2008.

La Camera,
premesso che:
la legge n. 247 del 2007, «Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio

2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale», delega il Governo ad adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi, al fine di concedere ai lavoratori dipendenti impegnati in particolari lavori o attività e che maturano i requisiti per l'accesso al pensionamento a decorrere dal 1o gennaio 2008, la possibilità di conseguire, su domanda, il diritto al pensionamento anticipato con requisiti inferiori a quelli previsti per la generalità dei lavoratori dipendenti;
le categorie interessate sono i lavoratori notturni, quelli addetti alla catena di montaggio, i conducenti di veicoli con capienza non inferiore ai nove posti e potrebbero essere interessate ulteriori categorie, per le quali sarebbe necessario un ulteriore approfondimento;
il Governo Prodi, dopo aver proceduto ad una consultazione parziale delle parti sociali, ha predisposto uno schema di decreto legislativo per la tutela previdenziale dei lavori usuranti, in attuazione di quanto disposto dalla legge suddetta;
lo schema di decreto non ha potuto ottenere il parere di entrambe le commissioni permanenti competenti;
erano necessari specifici approfondimenti di importanti aspetti del decreto ed era necessario ridefinire la nozione di lavoro notturno e la parte riguardante la conclusione del regime transitorio, unitamente alle procedure per l'accertamento dell'esposizione ad attività usuranti;
lo scioglimento anticipato delle Camere ha reso difficile effettuare gli approfondimenti necessari prima della scadenza della delega il 31 maggio 2008;
il Ministro Maurizio Sacconi si è impegnato a portare nel primo Consiglio dei ministri utile la proroga dell'esercizio della delega in materia di lavori usuranti, onde poter emanare il decreto entro il 2008,

impegna il Governo

a predisporre, ferme restando le prerogative del Parlamento, adeguate procedure e gli strumenti legislativi appropriati tali da far sì che la delega possa essere esercitata entro il 31 dicembre 2008, nel rispetto della tutela dei diritti dei lavoratori in conformità ai principi dell'equilibrio finanziario del sistema.
(1-00013)
(Nuova formulazione) «Delfino, Poli, Cesa, Adornato, Bosi, Buttiglione, Capitanio Santolini, Casini, Cera, Ciccanti, Ciocchetti, Compagnon, De Poli, Dionisi, Drago, Anna Teresa Formisano, Galletti, Libè, Mannino, Naro, Occhiuto, Oppi, Pezzotta, Pionati, Pisacane, Rao, Romano, Ruggeri, Ruvolo, Tabacci, Tassone, Nunzio Francesco Testa, Vietti, Volontè, Zinzi».
(11 giugno 2008)

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interpellanza Tassone n. 2-00039 del 10 giugno 2008.