XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di giovedì 22 gennaio 2009

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 22 gennaio 2009.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Balocchi, Berlusconi, Bindi, Bocchino, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Fitto, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Molgora, Palumbo, Pescante, Prestigiacomo, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vegas, Vitali, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 21 gennaio 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
MARGIOTTA: «Nuove disposizioni concernenti i criteri per la determinazione dei trasferimenti erariali destinati ai comuni e misure di perequazione in favore dei comuni soggetti a decremento demografico» (2085);
BORDO: «Istituzione del Fondo per la sicurezza delle comunità che ospitano i centri di accoglienza per i richiedenti asilo e l'integrazione degli stranieri richiedenti asilo» (2086);
BITONCI: «Modifica all'articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, concernente la prestazione di garanzia fideiussoria per l'attribuzione del numero di partita IVA a soggetti stranieri» (2087).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge VANNUCCI ed altri: «Istituzione del premio annuale "Arca dell'arte - Premio nazionale Rotondi ai salvatori dell'arte"» (867) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Carlucci e Ciccanti.

La proposta di legge VILLECCO CALIPARI ed altri: «Disposizioni a favore dei lavoratori e dei cittadini esposti ed ex esposti all'amianto e dei loro familiari, nonché delega al Governo per l'adozione di un testo unico delle disposizioni legislative in materia di esposizione all'amianto» (1040) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Porta.

La proposta di legge PORCU ed altri: «Disposizioni sulle associazioni di tuteladelle persone disabili» (1732) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Bocciardo.

La proposta di legge GRASSI ed altri: «Disposizioni per il sostegno operativo e finanziario dell'attività didattica e di ricerca delle università statali» (1841) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Servodio.

La proposta di legge MESSINA ed altri: «Modifiche agli articoli 147, 148, 151 e 166 e abrogazione dell'articolo 150 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nonché modifiche all'articolo 23-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, in materia di gestione del servizio idrico integrato e dei consorzi di bonifica e irrigazione» (1951) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Cimadoro, Aniello Formisano e Palomba.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
MAZZOCCHI ed altri: «Istituzione della Festa nazionale della famiglia e del Premio nazionale della famiglia d'Italia» (227) Parere delle Commissioni V, VII, XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VII Commissione (Cultura):
NARDUCCI ed altri: «Istituzione del ruolo unico della docenza universitaria e disciplina relativa al reclutamento e alla valutazione dell'attività scientifica e didattica dei docenti universitari» (1828) Parere delle Commissioni I, V e XI.

VIII Commissione (Ambiente):
GIOACCHINO ALFANO: «Modifiche al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, concernenti l'espropriazione di immobili abbandonati per l'attuazione di piani di recupero e valorizzazione» (1943) Parere delle Commissioni I, II, V, VI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

IX Commissione (Trasporti):
ARACRI ed altri: «Disciplina dell'attività di trasporto di viaggiatori effettuato mediante noleggio di autovetture con conducente» (1848) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di risoluzioni del Parlamento europeo.

Il Presidente del Parlamento europeo ha trasmesso il testo di sei risoluzioni approvate nella sessione dal 3 al 4 dicembre 2008, che sono assegnate, a norma dell'articolo 125, comma 1, del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnate alle stesse in sede primaria:
risoluzione sulla proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo tra il Governo della Repubblica dì Corea e la Comunità europea concernente la cooperazione in merito ad attività anticoncorrenziali (doc. XII, n. 193) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sulla strada verso il miglioramento dell'ambiente per le PMI inEuropa-Atto sulle piccole imprese («Small Business Act») (doc. XII, n. 194) - alla X Commissione (Attività produttive);
risoluzione sul codice di condotta dell'Unione europea sulle esportazioni di armi (doc. XII, n. 195) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sulla relazione speciale n. 8/2007 della Corte dei conti europea relativa alla cooperazione amministrativa in materia di imposta sul valore aggiunto (doc. XII, n. 196) - alla VI Commissione (Finanze);
risoluzione sulla situazione delle donne nei Balcani (doc. XII, n. 197) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sull'elaborazione di un «Piano europeo di gestione della popolazione di cormorani» al fine di ridurre il loro impatto crescente sulle risorse ittiche, la pesca e l'acquacoltura (doc. XII, n. 198) - alla XIII Commissione (Agricoltura).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

A)

Misure a favore dell'Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione - 2-00271

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri per la pubblica amministrazione e l'innovazione, per la semplificazione normativa e dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
con la legge finanziaria per il 2006 è stata istituita l'Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione, con la finalità di promuovere la competitività delle piccole e medie imprese grazie alla diffusione capillare delle tecnologie e dei servizi innovativi, sottoposta secondo il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 gennaio 2008 ai poteri di indirizzo e vigilanza del ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione;
l'Agenzia, secondo quanto stabilito dal proprio statuto approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 aprile 2008, e confermato all'atto della sua presentazione dal Ministro Brunetta il 28 novembre 2008, include fra le sue finalità quella di sostenere l'istruttoria tecnico-scientifica nell'ambito della valutazione dei progetti di innovazione industriale ed in particolare di quelli previsti dall'articolo 1, commi 842 e seguenti della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Industria 2015);
secondo quanto documentato da diversi studi recenti - come la bozza di «Rapporto sulle tendenze nel sistema produttivo italiano» della Banca d'Italia del novembre 2008 e l'indagine campionaria del centro studi Confindustria del dicembre 2008 - il nostro Paese sconta un pesante ritardo in Europa quanto a produttività, reddito procapite, alfabetizzazione informatica, attrattività degli investimenti diretti ed esteri, competitività, utilizzo delle tecnologie più avanzate;
l'Agenzia, per poter essere un valore aggiunto, deve poter essere fondata sui princìpi di trasparenza, indipendenza di giudizio, autorevolezza e visione internazionale, coerenza con tutte le politiche e le iniziative di sostegno all'innovazione tecnologica; peraltro, l'Agenzia è stata istituita proprio sulla base della considerazione che fosse necessario sopperire alle carenze riscontrate nei sistemi di valutazione dei progetti, sia a livello centrale che regionale e locale, soprattutto a causa delle moltiplicazioni degli organi competenti e della mancanza di visione di insieme sulle strategie di sviluppo tecnologico del Paese;
la valutazione dei primi progetti di Industria 2015 è stata affidata a un comitato di 16 membri, senza che l'Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione fosse coinvolta nella valutazione e senza che fossero stabiliti i criteri di selezione dello stesso comitato di valutazione -:
quali misure intendano adottare affinché l'Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione sia coinvoltanei processi di valutazione indipendente dei progetti di sviluppo industriale, ivi inclusi quelli di Industria 2015 (come stabilito dai documenti istitutivi dell'Agenzia stessa nonché dal proprio statuto) e se l'Agenzia sarà inclusa nel processo di valutazione dei prossimi progetti che saranno presentati nell'ambito del bando sul made in Italy di Industria 2015, scaduto nel dicembre 2008.
(2-00271)
«Mosca, Damiano, Minniti, Boccia, Ginefra, Lovelli, Nicolais, Santagata, Bobba, Lanzillotta, Fiorio, Fiano, Capano, Calvisi, Ventura, Lenzi, Rosato, Calearo Ciman, Bellanova, Touadi, Melis, Braga, Mariani, Sarubbi, Bachelet, Rampi, Coscia, Strizzolo, Gozi, Vico, Zucchi, Lulli, Colaninno, Lusetti, Bressa, Rossomando, Vannucci, Calgaro, Mantini, Ferrari, Losacco, Vassallo, Merloni».
(15 gennaio 2009)

B)

Distruzione del fascicolo personale del terrorista tedesco Thomas Kram - 2-00238

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
in data 11 ottobre 2007, il Sottosegretario alla giustizia, Luigi Scotti, nel rispondere all'interpellanza urgente n. 2-00766, relativa all'entrata in Italia - la mattina del 10 agosto 1980 - dell'ormai noto Thomas Kram e al suo arrivo a Bologna nelle ore precedenti la strage, ovvero nella notte tra il 1o e il 2 agosto 1980, introduceva, nel corso del relativo dibattito parlamentare, inquietanti elementi relativi alla presunta distruzione del fascicolo personale del citato terrorista tedesco;
il Sottosegretario Scotti ha, infatti, dichiarato testualmente: «Ulteriori notizie non sono più reperibili (in ordine all'identificazione e alla perquisizione sotto il profilo doganale di Kram, operata dal personale del posto di polizia internazionale di Ponte Chiasso, la mattina del 10 agosto 1980), in quanto il fascicolo relativo a Thomas Kram venne distrutto nel 1997, in seguito all'entrata in vigore dell'accordo di Schengen, considerandolo semplicemente uno straniero in Italia, ormai non più sottoposto a determinati vincoli di identificazione, in quanto cittadino dell'Unione europea»;
in data 8 novembre 2007, in una risposta ad una successiva interpellanza urgente (che si era resa necessaria a fronte di una serie di informazioni fornite dal Governo al Parlamento - la cui attendibilità era posta in dubbio dall'interpellante - sempre in ordine alle modalità di arrivo di Kram e alla perquisizione da lui subita la mattina del 1o agosto 1980), il Sottosegretario alla giustizia, Luigi Li Gotti, aveva modo di tornare alla questione del fascicolo di Kram, affermando testuale: «Al riguardo, l'ufficio di frontiera di Ponte Chiasso ha riferito che il fascicolo intestato a Thomas Kram è stato distrutto nel 1997, in seguito all'entrata in vigore dell'accordo di Schengen»;
in base ad informazioni fornite dal Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, la convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen entrava in vigore (diventando operativo in sette Paesi: Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Portogallo) il 1o settembre 1993 e veniva messa in applicazione il 26 marzo 1995;
il nostro Paese, pur avendo ratificato già nel 1993 (legge 30 settembre 1993, n. 388) la convenzione, non poteva ancora far parte, a livello operativo, del sistema di Schengen (entrato in vigore il 26 marzo 1995), anche perché l'Italia - alla data di ratifica - non aveva ancora provveduto ad approvare la legge sulla protezione dei dati personali;
la seconda «omissione» italiana riguardava la partecipazione al sistema di informazione Schengen. L'articolo 92 della convenzione d'applicazione dell'accordo di Schengen prevede, infatti, la creazione di un sistema comune d'informazione, costituito da una sezione nazionale, istituita presso ciascuno Stato ed incaricata di istituire e gestire un archivio di dati su base nazionale e da un'unità di supporto tecnico con sede a Strasburgo, con il compito di gestire un archivio di dati con il quale garantire l'identità e, quindi, l'omogeneità degli archivi nazionali, mediante la trasmissione in linea delle informazioni;
lo sforzo compiuto dal nostro Paese al fine di adeguarsi alle condizioni imposte da Schengen veniva riconosciuto a Lisbona, nel corso della riunione del Comitato esecutivo del 24 giugno 1997, durante il quale fu confermata, come data per l'integrazione piena dell'Italia nel sistema di informazione Schengen, quella del 26 ottobre 1997;
aderendo ad una richiesta degli altri Stati, l'Italia aveva acconsentito, nella riunione dello stesso Comitato esecutivo tenutasi a Lussemburgo nel dicembre 1996, ad integrarsi nel sistema Schengen insieme ad Austria e Grecia. In quella occasione, fu, però, precisato, e successivamente confermato a Lisbona nell'aprile 1997, che l'Italia sarebbe entrata improrogabilmente nell'area Schengen il 26 ottobre 1997, anche in via prioritaria rispetto ad Austria e Grecia;
al fine di rispettare la scadenza prefissata (26 ottobre), il 17 luglio 1997 si teneva ad Innsbruck un vertice dei Capi di Governo di Italia, Germania e Austria per predisporre le modalità definitive dell'abolizione dei controlli di frontiera (non della distruzione delle informazioni);
nella riunione del 7 ottobre 1997, il Comitato esecutivo, prendendo atto degli ulteriori progressi compiuti, deliberava l'ingresso dell'Italia nello spazio Schengen per il 26 ottobre 1997;
la soppressione dei controlli alle frontiere terrestri e marittime, iniziata il 26 ottobre 1997, si concludeva il 31 marzo 1998, di comune accordo fra gli Stati confinanti interessati, a seguito di una fase iniziale di transizione;
l'accordo di Schengen, così come concluso il 14 giugno 1984 da Francia, Germania e i tre Paesi del Benelux, per la creazione di uno spazio comune, attraverso la progressiva eliminazione dei controlli, al passaggio delle loro frontiere comuni, sia delle merci che delle persone, in nessun caso e in nessuna sua parte prevede o peggio impone ai singoli Stati membri la distruzione di fascicoli personali intestati a persone ricercate o destinatarie di provvedimenti di cattura o arresto a fini estradizionali;
la convenzione, firmata il 19 giugno 1990, prevede la soppressione dei controlli alle frontiere interne e alla circolazione delle persone, la cooperazione tra polizie e cooperazione giudiziaria in materia penale e di estradizione, la creazione di un sistema di scambio di informazioni denominato Sis (sistema informativo Schengen) e protezione di dati personali e il trasporto e circolazione di merci;
l'intervento dei singoli Paesi firmatari (quindi anche l'Italia) nei settori menzionati nel precedente punto è richiesto dalla natura stessa dell'accordo di Schengen, in quanto è chiaro che la libera circolazione delle persone e delle merci non può basarsi solamente sulla soppressione dei controlli alle frontiere, che ancora oggi costituiscono un filtro efficace contro il traffico di droga, l'immigrazione illegale, la grande criminalità e il terrorismo. Il caso di Thomas Kram rientra proprio in quest'ultima fattispecie, essendo il tedesco non solo schedato dal 1979 come sospetto terrorista internazionale (appartenente all'organizzazione tedesca cellule rivoluzionarie), ma inoltre destinatario di provvedimenti di cattura a fini estradizionali;
in data 29 novembre 1995, l'allora vice capo della Polizia, dottor Gianni De Gennaro, direttore centrale della Poliziacriminale - in risposta ad una nota della direzione centrale della Polizia di frontiera del 18 novembre 1995, inviata per conoscenza anche alla direzione centrale della Polizia di prevenzione - precisava che Thomas Kram «risulta tuttora da ricercare». E concludeva testualmente: «Si prega, pertanto, di voler mantenere, nei confronti del predetto, il provvedimento di arresto», così come richiesto dalle autorità della Repubblica federale di Germania;
l'Interpol, in un dispaccio datato 6 febbraio 1998, a seguito di comunicazione ricevuta dall'Interpol tedesca, riferiva che Thomas Kram non era più da ricercare e, pertanto, solo a far data da quel momento (6 febbraio 1998) i competenti uffici avrebbero potuto provvedere alla revoca presso il Ced del nominativo del predetto Kram. Per cui, alla data di ingresso dell'Italia nello spazio Schengen (26 ottobre 1997), il nominativo di Thomas Kram figurava ancora nelle liste dei ricercati (o catturandi) in campo internazionale -:
quale fascicolo, intestato a Thomas Kram, sarebbe stato distrutto;
in che data tale distruzione sarebbe stata effettuata;
chi avrebbe, materialmente, provveduto alla distruzione;
su quale provvedimento interno degli uffici di pubblica sicurezza venne effettuata tale distruzione;
se venne stilato un verbale di distruzione da parte del personale incaricato dell'esecuzione del relativo provvedimento di distruzione;
chi dispose, sotto il profilo amministrativo e gerarchico, tale provvedimento di distruzione;
se tale provvedimento di distruzione venne emesso verbalmente o per iscritto, e sulla base di quale norma (o intesa fra Stati), stabilita o prevista nel quadro dell'accordo di Schengen, venne ordinata tale distruzione documentale;
se al Governo risulti, in base agli atti depositati, chi, a livello ministeriale, ebbe ad autorizzare tale distruzione;
di quali provvedimenti (di controllo, perquisizione sotto il profilo doganale, cattura o arresto a fini estradizionali) era destinatario Thomas Kram alla data di distruzione del fascicolo a lui intestato;
se, sulla base di analoghe disposizioni amministrative e/o ministeriali, siano stati distrutti anche i fascicoli personali di altri soggetti sospettati di appartenenza ad organizzazioni terroristiche o di grande criminalità o, più in generale, colpiti da provvedimenti di cattura internazionali a fini estradizionali, oppure se si sia trattato di un provvedimento ad personam.
(2-00238)
«Raisi, Garagnani, Santelli, Scalia, Catanoso, Migliori, Mazzuca, Nola, Biava, Lamorte, Laffranco, Bianconi, Brigandì, De Angelis, Renato Farina, Saglia, Zacchera, Cirielli, Piso, Taglialatela, Martinelli, Lisi, Castiello, Porcu, Angela Napoli, Laboccetta, Minasso, Dima, Patarino, Castellani, Polidori».
(1o dicembre 2008)

C)

Misure a favore del settore dei metalli preziosi - 2-00275

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dello sviluppo economico, dell'economia e delle finanze, degli affari esteri e del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
il settore orafo-argentiero-gioielliero, che rappresenta da sempre uno dei comparti manifatturieri trainanti nella promozione del made in Italy, si concentra in alcuni distretti di punta: Arezzo, Vicenza, Valenza Po, Napoli per l'oreficeria e la gioielleria in oro; Padova, Firenze e Palermoper l'argenteria (circa 10.600 unità produttive e 60.000 addetti in tutta Italia, filiera distributiva di 24.000 punti vendita in Italia, oltre all'indotto composto di sistemi fieristici, assicurazioni, sistemi di sicurezza, trasporto valori, ed altri);
il settore orafo è paradigmatico dell'organizzazione produttiva di questo comparto: in sole tre province, Arezzo, Vicenza ed Alessandria, sedi dei principali distretti, si concentra quasi il 75 per cento delle aziende esportatrici nazionali (tale settore rappresenta solo ad Arezzo il 14 per cento degli addetti ed oltre il 31 per cento del fatturato);
i principali mercati della domanda sono, nell'ordine, Emirati Arabi, Stati Uniti, Turchia, Francia, Regno Unito, Spagna, Hong-Kong, Panama, Germania ed Australia;
il mercato degli oggetti preziosi vive oggi una prolungata fase di crisi, nei mercati internazionali si sono prodotti grandi cambiamenti ed il nostro Paese, che sembrava leader indiscusso del settore orafo, ha dovuto sperimentare il lato amaro della globalizzazione. Nel 2001 in Italia sono state lavorate 437,7 tonnellate d'oro nel 2006 solo 217,9 tonnellate (-219,8 tonnellate); nel 2001 l'oro lavorato in Italia sul totale mondiale era il 15,8 per cento, nel 2006 solo il 9,6 per cento;
le principali contraddizioni sono esplose dal 2003 ed il loro teatro principale è stato il mercato americano; la débâcle subita nel corso dell'ultimo triennio ha origine nel fatto che mentre le importazioni americane crescevano, le vendite italiane subivano una pesantissima flessione pari al 37,2 per cento. In questo periodo l'Italia è stata superata e doppiata dalla Cina e dall'India ed affiancata dalla Thailandia e se si tiene conto che il mercato statunitense è il principale sbocco della produzione nazionale (assorbe tuttora il 20 per cento dell'export), si ha una dimensione delle difficoltà in atto;
all'inizio degli anni '90 la posizione dell'industria italiana era molto solida nel panorama internazionale e l'Italia, che si aggiudicava con largo margine il primato della produzione, rappresentava l'unica realtà, tra i Paesi di una certa consistenza in termini di offerta, capace di piazzare sui mercati esteri il grosso della produzione;
erano tre i fattori di protezione dalla concorrenza dei Paesi emergenti: la limitata incidenza del costo del lavoro sul prezzo finale del prodotto a causa dell'elevato valore della materia prima; il primato indiscusso in fatto di stile e tecnologia; l'organizzazione finanziaria a supporto dell'approvvigionamento del metallo;
a partire dalla seconda metà dello scorso decennio la situazione è rapidamente mutata e sono intervenuti fattori nuovi sia sul fronte del mercato che su quello della produzione, la domanda dei Paesi sviluppati ha infatti seguito un andamento disomogeneo, che ha penalizzato fortemente molti Paesi europei, Germania ed Italia su tutti, insieme al Giappone ed ha concentrato i fenomeni di crescita in Gran Bretagna e nel mercato a più elevato tasso di competizione, gli Stati Uniti;
sul lato dell'offerta c'è stata una forte diffusione di tecnologia ed un deciso salto organizzativo dei concorrenti che ha inciso notevolmente sia sull'efficienza che sulla qualità della produzione; il risultato per il nostro Paese è la perdita della leadership mondiale dei quantitativi prodotti a vantaggio dell'India e nel 2006 anche della Cina;
il deterioramento della competitività è stato indotto anche dagli andamenti valutari: il significativo apprezzamento dell'euro sul dollaro, rafforzando così l'effetto penalizzante dei dazi doganali, tra l'altro calcolati sul valore degli oggetti preziosi al lordo della materia prima, ga avvantaggiato in tal modo i concorrenti asiatici;
a seguito delle vicende dei mercati internazionali il settore dell'oreficeria è stato investito da un uragano, basti pensare al calo della produzione e dell'export, nonché al crollo dei mercati come adesempio quello statunitense; nella sola provincia di Arezzo, nell'ultimo semestre le aziende sono passate da 1.464 a 1.406, con un calo della produzione dell'8,7 per cento, un calo dell'export del 9 per cento ed il crollo di alcuni mercati come quello statunitense, del 47 per cento. Va altresì sottolineato che nell'arco del 2008 la cassa integrazione per tale settore è aumentata nel territorio provinciale di Arezzo, del 370 per cento;
siamo di fronte ad un fenomeno strutturale ed occorrono interventi urgenti e coordinati per salvaguardare e non disperdere un patrimonio di conoscenze produttive, tecnologiche e commerciali faticosamente accumulate nel tempo, oltre che per salvaguardare i livelli occupazionali;
la manifestazione orafa vicentina, conclusasi domenica 18 gennaio 2009, ha dato ulteriore prova delle difficoltà del settore; è stata registrata infatti una decisa riduzione degli operatori presenti in fiera, nonché degli ordinativi. Infatti pur mantenendosi su cifre di tutto rispetto, con circa 15.500 visitatori, la fiera ha fatto registrare una contrazione di circa il 30 per cento dei buyer nazionali ed esteri, con la riduzione più consistente rappresentata dagli Stati Uniti -:
se si intenda intervenire con urgenza per istituire un «tavolo interministeriale per il settore dei metalli preziosi» sulla falsariga dell'analogo organismo esistente per il comparto tessile, abbigliamento e calzature, attivo dal 1998, e della ceramica, tavolo che si rende necessario per affrontare complessivamente ed unitariamente il tema del settore orafo, rispetto a:
a) salvaguardia del made in Italy;
b) rafforzamento dell'attività di controllo e lotta alle contraffazioni;
c) definizione di misure per affrontare l'emergenza relativa alla crisi occupazionale.
(2-00275)
«Mattesini, Mario Pepe (PD), Mastromauro, Bossa, Miglioli, Amici, Giorgio Merlo, Ceccuzzi, Cenni, Mazzarella, Cuperlo, Luongo, Bratti, Farinone, Brandolini, Scarpetti, Pes, Mosella, Gentiloni Silveri, Marchignoli, Argentin, Vannucci, Zucchi, Viola, Arturo Mario Luigi Parisi, De Torre, D'Incecco, Livia Turco, Velo, Verini, Rossa, Pollastrini, Cuomo, Dal Moro, De Pasquale, Giovanelli, Servodio, Zampa, Zunino».
(20 gennaio 2009)

D)

Orientamenti del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca in materia di insegnamento dell'inglese e della seconda lingua e misure per contrastare il fenomeno del bullismo - 2-00277

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
le polemiche legate all'istruzione che da mesi animano in diverso modo il dibattito relativo alla questione «scuola», e che investono direttamente il Ministro interpellato, sono oggi più forti che mai; tra le tante s'intende sottolinearne almeno due;
da un versante, è in atto una vera mobilitazione, soprattutto attraverso il web, di insegnanti di lingue degli Stati membri, in favore del multilinguismo, ritenuto da più parti una risorsa per l'Europa, oltre che un impegno comune ribadito in sede di Commissione europea;
presso il Parlamento europeo è stata inoltrata, da parte di insegnanti italiani, una petizione che chiede formalmente la modifica dell'articolo 25 del decreto legislativo n. 226 del 2005 (Insegnamento dell'inglese, della seconda lingua comunitaria e della tecnologia), in nome del principio di pari dignità delle lingue comunitarie garantito dalla Commissione europea;
il comma 2, dell'articolo 25, del decreto legislativo n. 226 del 2005 (Insegnamento dell'inglese, della seconda lingua comunitaria e della tecnologia) recita testualmente: «Al fine di offrire agli studenti l'opportunità di conseguire un livello di apprendimento della lingua inglese analogo a quello della lingua italiana è data facoltà, nella scuola secondaria di primo grado, alle famiglie che ne facciano richiesta, di utilizzare, per l'apprendimento della predetta lingua, anche il monte ore dedicato alla seconda lingua comunitaria. Tale scelta è effettuata al primo anno della scuola secondaria di primo grado e si intende confermata per l'intero corso della scuola secondaria di primo grado ed anche per i percorsi del secondo ciclo di istruzione e formazione»;
l'insegnamento di un'unica lingua straniera allontanerebbe l'Italia dagli obiettivi stabiliti nel trattato di Lisbona; in quanto la conoscenza di più lingue rappresenta ormai condizione indispensabile per permettere ai cittadini dell'Unione europea, di beneficiare delle opportunità professionali e personali offerte dal grande mercato interno senza frontiere;
da un altro versante si sono sollevate forti polemiche relative ad alcune recenti dichiarazioni, in cui il Ministro interpellato si è detto favorevole all'installazione di telecamere nelle aule contro gli atti di bullismo;
la reazione del Garante della privacy alle suddette dichiarazioni è rilevante: secondo il professor Francesco Pizzetti, installare telecamere negli istituti scolastici «significherebbe dichiarare la sconfitta della scuola come istituzione; il problema non riguarda solo la privacy, ma il ruolo della scuola in generale: la decisione di utilizzare un sistema di sorveglianza significherebbe dichiarare il fallimento dei docenti e dell'istruzione in generale, cambierebbe il ruolo della scuola»;
pare quindi difficile immaginare, come «deterrente» contro gli atti vandalici spesso protagonisti nella vita delle scuole italiane, l'installazione di telecamere che non solo priverebbero di valore la funzione della scuola, non solo violerebbero «il diritto dello studente alla riservatezza» (articolo 2, comma 2, decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del 1998) ma risulterebbero essere uno strumento assai dispendioso e nocivo per le già dissestate casse riservate al settore della pubblica istruzione -:
quali iniziative, nelle sedi opportune, intenda intraprendere al fine di superare l'evidente discrasia che si è venuta a creare tra le norme relative all'insegnamento dell'inglese e della seconda lingua e la posizione ufficiale espressa in sede comunitaria chiaramente proiettata verso una prospettiva multiculturale e plurilingue;
quali provvedimenti intenda adottare per controllare e fronteggiare il fenomeno del bullismo nell'ambito di un'azione di valorizzazione del fondamentale ruolo educativo della scuola, anche al fine di promuovere una cultura finalizzata ad accrescere il senso di responsabilità sia dei docenti che degli studenti.
(2-00277)
«Evangelisti, Donadi, Borghesi, Barbato, Cambursano, Costantini, Di Giuseppe, Favia, Aniello Formisano, Giulietti, Messina, Misiti, Mura, Monai, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Pisicchio, Porcino, Piffari, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera».
(20 gennaio 2009)

E)

Iniziative per la cancellazione dell'Organizzazione dei Mujaidin del Popolo dell'Iran (OMPI) dalla lista delle organizzazioni terroristiche dell'Unione europea - 2-00279

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
la risoluzione n. 8-00019 approvata il 3 dicembre 2008 dalla Commissione affariesteri della Camera dei deputati impegna il Governo, in merito alla cancellazione dell'Organizzazione dei Mujaidin del popolo dell'Iran a «partecipare attivamente alla revisione semestrale» della lista delle organizzazioni terroristiche dell'Unione europea, in cui l'Organizzazione dei Mujaidin del popolo dell'Iran risulta illegittimamente inserita;
successivamente all'approvazione della risoluzione 8-00019, il tribunale di prima istanza della Corte di Giustizia di Lussemburgo, per la terza volta consecutiva, ha adottato, il 4 dicembre 2008, una sentenza con la quale dispone l'annullamento della decisione del Consiglio dei Ministri europeo di includere l'Organizzazione dei Mojahedin del popolo Iraniano nella lista dei gruppi;
inoltre si sono registrate importanti decisioni politiche a livello europeo, con i governi danese e finlandese che hanno annunciato la loro apertura a dar seguito alle sentenze delle Corti europee nonché con il Governo britannico che in sede di dibattito alla Camera dei Lord il 12 gennaio 2009, per voce del Ministro Malloch - Brown, ha annunciato che il Governo di Sua Maestà darà corso alle decisioni delle corti nazionali in materia - tutte notoriamente contrarie al mantenimento della Organizzazione dei Mujaidin del popolo dell'Iran nella lista delle organizzazioni terroristiche perché in violazione delle procedure previste -:
se il Governo sia a conoscenza degli ultimi sviluppi giuridici in merito alla cancellazione dell'Organizzazione dei Mujaidin del popolo dell'Iran dalla lista nera dell'Unione europea;
se, in previsione della riunione del 26 e 27 gennaio 2009 del Consiglio affari generali e relazioni esterne dell'Unione europea, l'Italia non ritenga di creare un fronte favorevole al rispetto del principio della legalità e delle varie delibere delle Corti europee che si sono susseguite negli anni e di chiedere la cancellazione dell'Organizzazione dei Mujaidin del popolo dell'Iran dalla lista delle organizzazioni terroristiche dell'Unione europea.
(2-00279)
«Zamparutti, Ciccioli, Sbai, Scelli, Polidori, Contento, Consolo, Barani, Angela Napoli, Girlanda, Bocciardo, Bernini Bovicelli, Porcu, Ascierto, Carlucci, Mondello, Tommaso Foti, Scalia, Speciale, Bernardo, Stasi, Mazzoni, Patarino, Saltamartini, Di Virgilio, Laffranco, Di Biagio, Angeli, Berardi, Lamorte, Zacchera, Schirru, Guzzanti, Pes, Evangelisti, Duilio, Vannucci, Corsini, Mecacci, Bernardini, Farina Coscioni, Misiani, Nannicini, Oliverio».
(20 gennaio 2009)

F)

Orientamenti in merito all'esposizione del crocifisso nelle scuole e nelle università - 2-00278

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
al liceo scientifico Tito Livio di Milano, il preside professor Carlo Marzo, ha stabilito che in ogni classe fosse esposto il crocifisso;
questo provvedimento è stato eseguito;
a questo atto sono seguite le proteste di studenti e docenti con la rimozione, dopo «democratica votazione» del crocifisso; oppure con la collocazione accanto all'effigie cristiana di altri simboli religiosi;
il responsabile scolastico regionale, professoressa Annamaria Dominici, ha giudicato sbagliata la decisione del preside - confronta Il Corriere della Sera del 14 gennaio 2009 - ritenendo la scuola essenzialmente come luogo di «dialogo e confronto» per cui il preside doveva prima «concertare» questa sua iniziativa -:
che cosa prescriva la legge riguardo al crocifisso nelle scuole;
se esistano disposizioni ministeriali o se il Ministro interpellato intenda prenderne a proposito di questo segno religioso nelle scuole e nelle università;
se ritenga corretto il comportamento del preside, oppure giudichi, invece, sconveniente la delegittimazione di fatto messa in atto nei suoi riguardi dall'autorità scolastica regionale;
se non intenda adottare provvedimenti disciplinari riguardo a questo episodio.
(2-00278)
«Renato Farina, Centemero, Garagnani, Traversa, Toccafondi, Consiglio, Pittelli, Grimoldi, Rivolta, Polledri, Goisis, Cimadoro, Maccanti, Zorzato, Romele, Antonione, Mussolini, Palmieri, Di Virgilio, Pirovano, Pisicchio, Di Centa, Marinello, Briguglio, Zacchera, Bernini Bovicelli, Soglia, Brigandì, Vincenzo Antonio Fontana, Ravetto, Biancofiore, Comaroli, Vignali, Versace, Marsilio, Vanalli, De Girolamo, Abelli, Gioacchino Alfano, Galati, La Loggia, Lupi, Lunardi, Paniz, Rosso».
(20 gennaio 2009)