XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di lunedì 18 maggio 2009

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 18 maggio 2009.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brunetta, Buttiglione, Carfagna, Casero, Cicchitto, Colucci, Cosentino, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Fitto, Frattini, Galati, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Mantovano, Maroni, Martini, Meloni, Menia, Miccichè, Leoluca Orlando, Prestigiacomo, Rigoni, Roccella, Rotondi, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vegas, Vito, Zacchera.

Annunzio di proposte di legge.

In data 14 maggio 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
CODURELLI: «Disciplina della professione di collaboratore parlamentare» (2438);
BITONCI: «Istituzione di un Fondo per il restauro, il recupero e la valorizzazione culturale, turistica e sociale delle Mura castellane di Cittadella» (2439);
GOISIS: «Modifica all'articolo 2 della legge 15 dicembre 1999, n. 482, in materia di tutela della lingua storica regionale veneta» (2440).

 In data 15 maggio 2009 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
PILI: «Interventi straordinari e strategici per la riqualificazione ambientale ed energetica del patrimonio edilizio» (2441).

In data 16 maggio 2009 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
ZAZZERA: «Norme per l'istituzione di un'area contrattuale specifica per il comparto della scuola nonché del Consiglio superiore della docenza, e altre disposizioni in materia di organizzazione scolastica» (2442).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge MESSINA ed altri: «Modifiche agli articoli 147, 148, 151 e 166 e abrogazione dell'articolo 150 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nonché modifiche all'articolo 23-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, in materia di gestione del servizio idrico integrato e dei consorzi di bonifica e irrigazione» (1951) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Favia.

La proposta di legge FUCCI ed altri: «Delega al Governo in materia di disciplina dell'accesso ai corsi universitari a numero chiuso» (2220) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Castiello.

La proposta di legge BARBIERI: «Delega al Governo per il riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia» (2291) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Bosi.

Ritiro di sottoscrizione ad una proposta di legge.

Il deputato Mannucci ha comunicato di ritirare la propria sottoscrizione alla proposta di legge:
BARANI ed altri: «Disciplina dei diritti e dei doveri di reciprocità dei conviventi» (1756).

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
BORDO: «Modifica all'articolo 18 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di rilascio del permesso di soggiorno ai lavoratori stranieri per motivi di protezione sociale» (1011) Parere delle Commissioni II, V e XI;
GRANATA ed altri: «Istituzione della Giornata della legalità e della memoria condivisa contro tutte le mafie» (1925) Parere delle Commissioni II, V, VII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VII Commissione (Cultura):
ARGENTIN ed altri: «Norme per l'inserimento dello studio della tecnica e della tecnologia atte al superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati nei programmi didattici delle scuole secondarie di secondo grado e nell'ambito degli insegnamenti impartiti presso le università, nonché introduzione di sanzioni penali per il mancato adeguamento di edifici e spazi pubblici alla vigente normativa in materia di eliminazione delle barriere architettoniche» (2367) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
CIOCCHETTI: «Istituzione del corso di laurea in assistenza multidimensionale» (2368) Parere delle Commissioni I, V, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VIII Commissione (Ambiente):
REALACCI: «Istituzione del Parco nazionale di Portofino» (57) Parere delle Commissioni I, V, X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
SCILIPOTI ed altri: «Delega al Governo per l'adozione di norme a salvaguardia della salute pubblica dai rischi di inquinamento nelle zone interessate da impianti, anche provvisori, per il deposito, il trattamento o lo smaltimento di rifiuti urbani e industriali» (1909) Parere delle Commissioni I, V, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
RAMPELLI: «Istituzione del Parco nazionale dell'Appia Antica» (2214) Parere delle Commissioni I, V, VII, X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XI Commissione (Lavoro):
GREGORIO FONTANA: «Concessione di un contributo all'Associazione nazionale fra mutilati ed invalidi del lavoro per la riqualificazione dei lavoratori infortunati» (2396) Parere delle Commissioni I e V.

XII Commissione (Affari sociali):
SCHIRRU ed altri: «Disciplina delle professioni di assistente sociale e di assistente sociale specialista» (2202) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), III, V, VII, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
FARINONE: «Disciplina della detenzione di cani potenzialmente pericolosi» (2343) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria) e XIII.

Trasmissioni dal Presidente del Consiglio dei ministri.

Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 12 maggio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 23, comma 1, della legge 10 ottobre 1990, n. 287, la relazione, predisposta dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, sull'attività svolta dalla medesima Autorità nell'anno 2008 (doc. XLV, n. 2).

Questo documento - che sarà stampato - sarà trasmesso alla X Commissione (Attività produttive).

Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 13 maggio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8, comma 4, della legge 12 giugno 1990, n. 146, copia di una ordinanza, emessa dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 30 aprile 2009, relativa agli scioperi, proclamati per il giorno 4 maggio 2009, riguardanti i piloti della società Eurofly, il personale di volo della società Meridiana, il personale addetto all'area di manutenzione dipendente della società Alitalia CAI in servizio presso gli scali aeroportuali di Milano Linate e Malpensa e tutto il personale dipendente delle società Alitalia CAI.

Questa documentazione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione delle autonomie - con lettera in data 7 maggio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7, comma 7, della legge 5 giugno 2003, n. 131, la relazione sull'andamento della gestione finanziaria delle province italiane nell'esercizio 2007, con aggiornamento sui dati di cassa per l'esercizio 2008.

Questa documentazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

La Corte dei conti - sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato - con lettera in data 14 maggio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 9 del 2009, emessa dalla sezione stessa nell'adunanza del 27 marzo 2009, e la relativa relazione concernente l'indagine relativa agli interventi agevolativi per il settore aeronautico.

Questa documentazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dal ministro degli affari esteri.

Il ministro degli affari esteri, con lettera in data 13 maggio 2009, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 6 febbraio 1992, n. 180, concernente la partecipazione dell'Italia alle iniziative di pace e umanitarie in sede internazionale, che intende devolvere contributi alla Fondazione Glocal Forum Italy per il finanziamento della prima fase dell'iniziativa «Ara Pacis».

Tale comunicazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri).

Annunzio di progetti di atti comunitari e dell'Unione europea.

La Commissione europea ha inviato progetti di atti comunitari e dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi relativi al periodo dal 1o al 15 maggio 2009.

Tali atti sono stati trasmessi alle Commissioni competenti per materia.

Il ministro per le politiche europee, con lettera in data 15 maggio 2009, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti comunitari e dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Nell'ambito dei predetti documenti, il Governo ha richiamato l'attenzione sul documento n. 9150/09 - Libro verde sulla revisione del regolamento (CE) n. 44/2001 del Consiglio concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale (COM(2009) 175 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla II Commissione (Giustizia).

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazione locali.

Il Ministero dell'interno, con lettere in data 12 maggio 2009, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, dei decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Battuda (Pavia) e Otricoli (Terni).

Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dal difensore civico della provincia autonoma di Bolzano.

Il difensore civico della provincia autonoma di Bolzano, con lettera in data 30 aprile 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 16, comma 2, della legge 15 maggio 1997, n. 127, la relazione sull'attività svolta dallo stesso difensore civico relativa all'anno 2008 (doc. CXXVIII, n. 12).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alle I Commissione (Affari costituzionali).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

RELAZIONE SULLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA ALL'UNIONE EUROPEA PER L'ANNO 2007 (DOC. LXXXVII, N. 1)

Risoluzioni

La Camera,
esaminata la relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2007;
considerato che:
a) l'esame della Relazione per il 2007, in ragione dell'avvio della nuova legislatura e della procedura prevista dal regolamento della Camera dei deputati, che ne prescrive l'esame congiunto con il disegno di legge comunitaria, è stato avviato alla Camera dei deputati a lunga distanza dalla sua predisposizione e ben oltre l'anno di riferimento;
b) il documento, pertanto, non fornisce elementi utili né in merito all'azione svolta dall'Italia nelle sedi decisionali comunitarie né in merito agli orientamenti che il Governo intende tenere sulle questioni di maggiore rilievo e non sembra pertanto prestarsi ad un esame sul merito delle indicazioni in essa contenute;
c) è imminente la presentazione della relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2008, che conterrà elementi aggiornati con riferimento agli aspetti richiamati;
d) il 22 aprile 2009 la Camera ha già approvato, in esito all'esame del Programma legislativo e di lavoro per il 2009 della Commissione europea e del Programma dei diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese, due risoluzioni (Gottardo ed altri n. 6-00017 e Gozi ed altri n. 6-00019) che definiscono indirizzi per l'azione del Governo sui più importanti temi e proposte all'attenzione delle istituzioni europee;
sottolineato che:
a) occorre promuovere una partecipazione più attiva del Parlamento italiano al processo di formazione delle politiche e della normativa europee, avvalendosi sia degli strumenti previsti dai trattati e dalla normativa nazionale vigente che delle nuove procedure prospettate dal Trattato di Lisbona;
b) la relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea assume in questo contesto una particolare importanza in quanto consente di realizzare un più stretto raccordo tra Parlamento e Governo nella definizione degli orientamenti e delle posizioni che il nostro Paese dovrà assumere, per partecipare in modo efficace e coerente alle varie fasi di elaborazione delle decisioni comunitarie e per acquisire a consuntivo elementi di informazione e valutazione sulle posizioni assunte e gli obiettivi conseguiti dal Governo nelle competenti sedi europee;
c) è opportuno avviare un'attenta riflessione su una possibile revisione delle attuali procedure regolamentari, in maniera da rendere più tempestivo l'esame della Relazione annuale, eventualmente anche in vista di un abbinamento dell'esame della Relazione annuale e di quello degli strumenti di programmazione politica e legislativa della Commissione europea e del Consiglio dell'UE, in modo da concentrare in un'unica sessione comunitaria, collocata ad inizio d'anno, la definizione degli indirizzi di carattere generale da perseguire nella formazione delle politiche dell'Unione europea;
d) la Camera ha notevolmente incrementato nella legislatura in corso l'esame di progetti di atti comunitari e dell'Unione europea, ai sensi dell'articolo 127 del proprio regolamento;
e) occorre rendere ancora più sistematico e tempestivo l'esame di progetti di atti comunitari e di questioni prioritarie all'attenzione delle Istituzioni europee, anche valutando la possibilità di rivedere i meccanismi previsti dal regolamento della Camera, con particolare riferimento al ruolo della Commissione politiche dell'UE;
f) la Camera ha altresì consolidato il dialogo politico con la Commissione europea, mediante la trasmissione diretta dei propri atti di indirizzo in materia europea e la ricezione delle relative osservazioni della medesima Commissione;
g) il dialogo politico con la Commissione europea potrebbe essere ulteriormente rafforzato con l'introduzione nel regolamento di procedure che consentano agli organi parlamentari di adottare atti o osservazioni specificamente e direttamente indirizzati alla Commissione stessa;
h) in questo contesto l'attuazione delle disposizioni relative al ruolo dei Parlamenti nazionali previste dal Trattato di Lisbona deve costituire una priorità assoluta per la Camera dei deputati;
rilevata la necessità che la presente risoluzione sia trasmessa alla Commissione europea nell'ambito del dialogo politico,

impegna il Governo:

ad assicurare che le prossime Relazioni annuali sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea:
siano presentate entro il termine del 31 gennaio di ogni anno, termine previsto dall'articolo 15 della legge n. 11 del 2005 e siano redatte secondo criteri più omogenei ed in forma più sintetica;
rechino specifica indicazione, in conformità al dettato dell'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, degli orientamenti che il Governo intende assumere con riferimento agli specifici settori di attività dell'Unione europea nell'anno in corso;
diano adeguatamente e specificamente conto del seguito dato dal Governo agli atti di indirizzo approvati dalle Camere in merito alla formazione delle politiche e della normativa dell'Unione europea nonché dei casi di apposizione della riserva di esame parlamentare ai sensi dell'articolo 4 della legge n. 11 del 2005;
a garantire la costante e tempestiva informazione del Parlamento sulle iniziative adottate dal Governo nella cosiddetta fase ascendente del processo decisionale europeo, con particolare riferimento ai temi segnalati nelle risoluzioni approvate annualmente dal Parlamento in merito alla Relazione nonché al Programma legislativo della Commissione europea e agli altri strumenti di programmazione delle istituzioni europee;
ad individuare modalità idonee affinché la trasmissione alle Camere dei progetti di atti comunitari risulti effettivamente qualificata, oltre che tempestiva, secondo quanto previsto dall'articolo 3 della legge n. 11 del 2005, anche mediante la trasmissione di schede o relazioni tecniche sui progetti di atti di maggiore rilevanza;
a dare maggiore ed autonomo rilievo all'informazione alle Camere concernente le proposte e le materie che risultano inserite all'ordine del giorno delle riunioni del Consiglio dei ministri dell'Unione europea, secondo quanto previsto dall'articolo 3, comma 4, della legge n. 11 del 2005;
ad incrementare le risorse a disposizione del Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei (CIACE), al fine di rafforzare il ruolo nella fase ascendente del nostro Paese, in maniera coordinata con i diversi livelli di governo;
ad istituire presso tutti i ministeri, senza oneri aggiuntivi, un servizio competente per i rapporti con l'Unione europea che segua in modo coerente sia la fase ascendente sia quella discendente del processo decisionale europeo;
ad accrescere la presenza dei funzionari dei ministeri e delle altre amministrazioni presso la rappresentanza italiana all'Unione europea, in maniera da consentire un più efficace lavoro ai vari tavoli in cui si svolgono i negoziati nella fase di predisposizione della normativa europea;
ad assicurare un'adeguata presenza presso le istituzioni dell'Unione europea di funzionari delle amministrazioni italiane, in qualità di esperti nazionali distaccati (END), secondo la normativa vigente e senza oneri aggiuntivi;
ad avviare specifiche iniziative di formazione e comunicazione volte a promuovere la conoscenza dell'ordinamento e delle politiche europee e del loro impatto sull'Italia;
ad adoperarsi per assicurare un'adeguata informazione sulle attività e il funzionamento dell'Unione europea, anche promuovendo la trasmissione da parte della RAI, in fasce orarie di ascolto medio-alto, di contenuti europei appropriati sia nei tele e radiogiornali, sia nelle trasmissioni di approfondimento o divulgative.
(6-00021) «Centemero, Pescante, Buttiglione, Formichella, Gozi, Pini, Razzi».

La Camera,
esaminata la Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2007, trasmessa il 31 gennaio 2008, il cui esame è da collocare nella prospettiva dell'imminente presentazione da parte del Governo della Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per il 2008 che non potrà non tenere conto della crisi economico-finanziaria sopravvenuta;
valutato il contenuto della prima parte della Relazione per il 2007, riferibile agli sviluppi del processo di integrazione europea, alle relazioni esterne e alla cooperazione intergovernativa;
ritenuto che tali ambiti risentono in questo momento della mancata entrata in vigore del Trattato di Lisbona e che sul carente rilancio del ruolo esterno dell'Unione europea pesa negativamente il sostanziale fallimento della cosiddetta politica europea di vicinato (PEV);
considerato che l'azione del Governo italiano a sostegno del processo di integrazione europea di tutti i Paesi dei Balcani occidentali è determinante per una piena stabilizzazione dell'area e per il consolidamento della pace e della sicurezza su tutto il continente;
espressa altresì la necessità di avviare una cooperazione stabile con Mosca in funzione di un processo integrativo europeo, anche con riferimento al Partenariato Orientale e agli ulteriori strumenti della PESC, al fine di superare gli schematismi delle logiche di influenza e per promuovere la gestione comune di questioni di natura strategica quali il tema energetico o il rischio di instabilità, ancora presente nel cuore del continente europeo;
considerato che il Vertice UE-Stati Uniti tenutosi a Praga il 5 aprile scorso ha posto le premesse per una nuova fase nei rapporti euro-americani, basata su una strategia condivisa di fronte alle grandi questioni planetarie, dalla crisi economica e finanziaria globale alla lotta al cambiamento climatico e alla sicurezza energetica;
ribadita la necessità di portare a compimento il processo che ha portato alla nascita dell'Unione per il Mediterraneo, nella consapevolezza che soltanto un convinto impegno di collaborazione tra l'Unione europea e i Paesi della sponda sud per lo sviluppo del continente africano, anche nell'ottica di rilancio della PEV, potrà garantire nel medio termine la soluzione a questioni cruciali per tutti i Paesi membri dell'Unione europea, a partire dalla lotta contro il terrorismo fondamentalista e il fenomeno dell'immigrazione clandestina;
tenuto conto della richiesta della Turchia di voler far parte della Unione europea laddove, tuttavia, nella sua zona orientale, si è recentemente verificato un ennesimo episodio di barbarie legato a valori culturali che si discostano notevolmente da quelli europei e che ha visto protagonista una ragazza di ventitré anni, alla quale, «accusata» di aver tradito il marito, sono state tagliate le orecchie e il naso e inferte diverse ferite da taglio al ventre, per riscattare l'onore della famiglia;
considerato inoltre che appare necessario e improcrastinabile favorire la cooperazione tra gli Stati membri per la creazione di un sistema di controllo comune delle frontiere ed al contempo intervenire per sviluppare una legislazione comune in tema di asilo,

impegna il Governo:

a intervenire con iniziative specifiche finalizzate a sbloccare lo stallo che si è determinato riguardo al processo di ratifica del Trattato di Lisbona, in modo da determinare rapidamente l'entrata in vigore delle nuove regole in materia di governance dell'Unione europea;
a procedere ad una verifica della congruità dell'esperienza sinora svolta dalla cosiddetta «politica di vicinato»;
ad intervenire con un'opera di moral suasion nei confronti della Turchia perché, in funzione della sua richiesta di far parte dell'UE, si impegni maggiormente, affinché anche nelle zone più periferiche del Paese arrivi, attraverso strumenti di cooperazione culturale e scolarizzazione, lo spirito dei valori europei di tolleranza e rispetto della dignità umana;
ad assumere impegni concreti affinché si realizzi uno spazio comune in materia di sicurezza, regolando a questo scopo in maniera coerente e condivisa i flussi migratori intracomunitari ed extracomunitari, in base a principi di solidarietà, di effettiva occupazione e di capacità di sussistenza;
ad aumentare la trasparenza nelle politiche di assegnazione dei fondi europei, anche attraverso la possibilità di verificare avanzamento e procedure di assegnazione on-line e la revisione dei criteri di assegnazione e la supervisione in capo ai ministeri;
ad assumere tutte le iniziative necessarie per mettere in campo una serie di interventi mirati allo sviluppo di una politica del lavoro capace di coniugare flessibilità e sicurezza, opportunità e diritti, investendo sulla sicurezza del reddito come molla di sviluppo. Appare, altresì, necessario sottoscrivere un patto sociale europeo per l'erogazione di aiuti ed ammortizzatori sociali ai lavoratori disoccupati, in relazione alle effettive capacità di sostentamento, alla numerosità del nucleo familiare, alla possibilità di ricollocamento nel mercato del lavoro comunitario;
a dare la necessaria priorità alle iniziative in grado di garantire in concreto le pari opportunità tra uomo e donna, con particolare riferimento all'accesso al lavoro, alla formazione, alla promozione professionale e alle condizioni di lavoro, anche attraverso la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
a promuovere politiche sociali di sostegno alla maternità e paternità, anche attraverso l'incremento delle strutture e dei servizi per l'infanzia e, in particolare, per la fascia neonatale e pre-scolastica;
a promuovere una carta dei diritti della conoscenza europea per un pari accesso all'informazione da parte dei cittadini, anche attraverso l'eliminazione del divario oggi ancora esistente tra il nostro Paese e altri Paesi membri, nell'accesso ad internet e ai servizi informatici.
(6-00022)«Evangelisti».

MOZIONI FRANCESCHINI ED ALTRI N. 1-00165, VIETTI ED ALTRI N. 1-00178, COTA ED ALTRI N. 1-00179, CICCHITTO ED ALTRI N. 1-00180 E BORGHESI ED ALTRI N. 1-00181 CONCERNENTI INIZIATIVE A SOSTEGNO DEL SETTORE MANIFATTURIERO

Mozioni

La Camera,
premesso che:
la crisi economica globale ha sconvolto una parte consistente del settore manifatturiero italiano, che rappresenta una fetta importante e strategica del prodotto interno lordo nazionale;
nonostante da più parti si cominci ad avanzare un timido ottimismo sull'uscita dalla crisi, per le piccole e medie imprese il peggio non è certamente passato: l'indicatore del clima di fiducia nell'industria manifatturiera di febbraio 2009 ha segnato un'ulteriore discesa, che ormai dura da 22 mesi; la contrazione è dovuta principalmente alla riduzione degli ordini interni ed esteri e dalle peggiorate aspettative di produzione;
la produzione industriale in Italia nel 2008 si è contratta del 4,3 per cento rispetto al 2007: la più forte caduta dal 1975; le rilevazioni di inizio 2009 non forniscono spunti di novità rispetto alla situazione precedente: nel mese di gennaio 2009 la produzione industriale realizzata in Italia è stata inferiore del 21,9 per cento a quella di gennaio 2008;
a febbraio 2009 la cassa integrazione ordinaria è cresciuta del 553,17 per cento, a marzo 2009 del 925 per cento rispetto agli stessi mesi del 2008, nel primo trimestre 2009 l'aumento è stato del 589 per cento rispetto ai primi tre mesi del 2008;
Unioncamere prevede quasi 90.000 dipendenti in meno in tutti i settori dell'economia solo nei primi 3 mesi del 2009, anche in conseguenza del fatto che il 31 per cento delle imprese manifatturiere ha registrato un peggioramento nella concessione del credito nell'ultimo anno;
il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi ha sostenuto, nel corso di una recente audizione svoltasi innanzi alla Commissione finanze della Camera dei deputati il 17 marzo 2009, che il credito delle banche italiane nei confronti delle imprese ha decelerato nettamente, colpendo particolarmente i prestiti alle imprese con meno di 20 addetti e all'industria manifatturiera;
a ciò si aggiunge il fatto che in Italia le imprese sono creditrici nei confronti dello Stato per cifre vicine ai 60 miliardi di euro, una situazione gravissima in questi tempi di crisi;
la crisi si fa pesantemente sentire anche nei distretti industriali dove la tendenza negativa è generalizzata: si stima che le aree distrettuali abbiano una cassa integrazione di circa 12 milioni di ore;
nel distretto tessile di Prato il monte ore della cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) registrata nel febbraio 2009 è cresciuto rispetto al 2008 del 246,7 per cento. La media di crescita del 2008 rispetto al 2007 è stata del 49,7 per cento. Più che preoccupante lo scenario della mobilità: nel periodo gennaio-febbraio 2009 si è registrato - rispetto allo stesso periodo del 2008 - un aumento del 24,5 per cento. I licenziati sono passati da 407 a 539 (in tutto il 2008 i lavoratori in mobilità sono stati 1931);
nel distretto della ceramica di Sassuolo, che fattura poco meno di 8 miliardi di euro, occupa più di 42.000 dipendenti ed esporta oltre il 70 per cento della produzione ceramica nazionale in 150 Paesi, con un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 4 miliardi, a metà marzo 2009 risultano sospesi dal lavoro più di 5.000 lavoratori, di cui 3.000 in cassa integrazione ordinaria, 1.700 in cassa speciale, 500 a orario ridotto con contratto di solidarietà;
anche nei distretti dell'oreficeria (Valenza, Vicenza, Arezzo) la crisi ha un andamento molto preoccupante. Solo ad Arezzo nel mese di gennaio 2009 le ore di cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) richieste sono state 188.583, + 292 per cento rispetto allo stesso mese del 2008 quando erano state 64.461; nel mese di febbraio 2009 le ore richieste sono salite a 333.942, con un incremento del 330 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente (erano state 101.232); nel mese di marzo 2009 le ore di cassa integrazione dalle 38.350 del 2008 sono salite a 301.235, con un incremento del 785 per cento;
ma sono molti altri i distretti in crisi: da quelli dell'occhialeria a quelli della nautica da diporto, dal vetro al mobile, al conciario, al calzaturiero e così via, in un vero e proprio bollettino di guerra: ciò fa dire che è questa una crisi senza precedenti, dalla quale è necessario uscire dando luogo a interventi di sostegno mirati, immediati ed efficaci;
con il decreto-legge n. 5 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, il Governo ha perso una buona occasione per mettere in campo interventi finalizzati a sostenere le piccole imprese e, in particolare, il sistema dei distretti italiani,

impegna il Governo:

a sostenere il reddito per i lavoratori dipendenti e autonomi, finalizzato alla ripresa del lavoro o al reimpiego e, comunque, fino al 31 dicembre 2010, attraverso cassa integrazione guadagni straordinaria, indennità di mobilità e assegno di disoccupazione, con tempi certi di erogazione dei trattamenti entro il quindicesimo giorno del mese successivo al verificarsi dell'evento;
ad adottare misure per la fruibilità effettiva da parte delle piccole e micro imprese dell'intervento del fondo centrale di garanzia (legge n. 662 del 1996 e legge n. 266 del 1997) e degli interventi previsti dal decreto-legge n. 5 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, e alla promozione di accordi operativi col sistema creditizio, volti a facilitare la rinegoziazione dei debiti delle piccole e micro imprese, in particolare per le aziende conto terziste;
ad introdurre di quote riservate alle piccole e medie imprese negli appalti pubblici per la fornitura di beni e servizi;
ad accelerare il percorso della semplificazione amministrativa, secondo il principio di sussidiarietà nel rapporto tra imprese e pubblica amministrazione, favorendo l'avvio di nuove imprese;
ad introdurre, previa negoziazione con l'Unione europea, nei distretti industriali e a favore delle reti di impresa, un sistema fiscale premiante (detassazione degli investimenti) per le imprese che investono nel rafforzamento del capitale societario, del capitale tecnologico e del capitale umano (occupazione);
ad introdurre misure che consentano di equiparare, in termini di benefici fiscali, i consorzi di acquisto territoriali ai cosiddetti «grandi utilizzatori», riguardo ai consumi di energia elettrica e gas naturale;
a reintrodurre per le aziende tessili dell'applicazione monitorata degli studi di settore per il 2008 e il 2009, nei casi di forte contrazione del fatturato e/o diminuzione consistente delle ore lavorate;
a svolgere un'azione pressante presso l'Unione europea perché sia resa operativa la proposta di regolamento sulla etichettatura di origine di alcuni prodotti industriali, tra i quali quelli del settore tessile-abbigliamento, che la Commissione europea ha adottato il 16 dicembre 2005;
a svolgere, altresì, una costante pressione a livello dell'Unione europea, e ove possibile in accordi bilaterali con altri Paesi non appartenenti all'Unione europea, per raggiungere l'obiettivo della reciprocità dei dazi doganali e la rimozione delle barriere non tariffarie.
(1-00165)
«Franceschini, Soro, Sereni, Bressa, Giacomelli, Lulli, Baretta, Fluvi, Damiano, Bellanova, Ventura, Brandolini, Castagnetti, Ceccuzzi, Cenni, Codurelli, De Pasquale, Fontanelli, Froner, Gatti, Ghizzoni, Lanzillotta, Lenzi, Marchi, Marchioni, Martella, Mattesini, Merloni, Miglioli, Motta, Pizzetti, Scarpetti, Velo, Viola, Zucchi».
(7 maggio 2009)

La Camera,
premesso che:
la crisi finanziaria che ha investito i mercati internazionali negli ultimi mesi del 2008 ha colpito gravemente anche il sistema industriale del nostro Paese, da un lato attraverso una contrazione dei consumi, e quindi della produzione e del fatturato, dall'altro attraverso una drastica riduzione del credito alle imprese;
i dati sulla produzione industriale, resi noti nei giorni scorsi dall'Istat, confermano l'ampiezza della crisi in corso, con una flessione del 23,8 per cento nel mese di marzo 2009 rispetto allo stesso mese del 2008 ed una riduzione del 4,6 per cento rispetto al mese di febbraio 2009;
la flessione è diffusa in tutti i settori: gli indici destagionalizzati dei raggruppamenti principali di industrie evidenziano, in termini congiunturali, variazioni negative pari a -5,4 per cento per i beni intermedi, -4,3 per cento per i beni di consumo totale, -4,1 per cento per i beni strumentali e -2,6 per cento per l'energia;
le diminuzioni più marcate riguardano la metallurgia e i prodotti in metallo, le apparecchiature elettriche, gli autoveicoli, i mezzi di trasporto, la gomma, le materie plastiche e i minerali non metalliferi, mentre l'unico settore che registra un aumento della produzione è quello dell'industria farmaceutica;
nel complesso del primo trimestre 2009 la diminuzione dell'attività industriale è stata del 9,8 per cento (superiore a quella del quarto trimestre 2008 e pari all'8,5 per cento), anche se nel secondo trimestre 2009 l'Istat prevede una flessione limitata al 4,7 per cento;
anche il centro studi di Confindustria stima per aprile 2009 un aumento dell'attività produttiva dell'1,5 per cento rispetto a marzo (-4,6 per cento su febbraio 2009), profilando, quindi, il primo risultato positivo della produzione dopo undici mesi di flessioni congiunturali consecutive;
un'analoga previsione perviene dall'Isae, con un recupero dell'attività produttiva nel mese di aprile 2009 dello 0,7 per cento rispetto a marzo 2009, mentre per maggio 2009 una nuova caduta congiunturale della produzione intorno al 2,8 per cento, che dovrebbe essere seguita da un nuovo aumento a giugno 2009 del 3 per cento;
nel secondo trimestre, quindi, dovrebbe registrarsi un'attenuazione della fase negativa, sebbene la recessione continuerà;
in relazione ai primi 3 mesi del 2009, una recente indagine di Unioncamere registra la perdita di 90.000 dipendenti in tutti i settori dell'economia, anche in conseguenza del fatto che il 31 per cento delle imprese nazionali ha avuto difficoltà nell'ultimo anno ad ottenere prestiti presso gli istituti di credito;
nel comparto manifatturiero, che è quello che ha avuto le più grosse difficoltà nell'accesso al credito e che è quello maggiormente esposto alla concorrenza internazionale, i settori più colpiti dalla crisi nell'ultimo trimestre 2008 sono stati: vetro (-18,2 per cento), materie plastiche (-14 per cento), ceramiche e piastrelle (-11,2 per cento), gomma (-28,8 per cento), concia (tra il 15 e il 40 per cento in meno addirittura);
le imprese italiane pagano un prezzo sempre più alto per la crisi del credito: secondo una recente analisi dell'ufficio studi di Confartigianato, i maggiori tassi di interesse imposti dalle banche rispetto a quelli di riferimento fissati dalla Banca centrale europea generano alle imprese oneri finanziari annui per 13.837 milioni di euro (a dicembre 2008 questa cifra si attestava sui 12,5 miliardi);
i tassi sui prestiti pagati dalle imprese italiane sono, infatti, più alti rispetto a quelli degli altri principali Paesi europei: il gap è di 70 punti base (cioè pari allo 0,7 per cento) rispetto alla Spagna, di 82 punti base rispetto alla Germania e addirittura di 134 punti base rispetto alla Francia;
oltre all'aumento del costo del denaro, sarebbero peggiorate le condizioni di accesso al credito: a febbraio 2009, infatti, è aumentata la quota di imprese manifatturiere (40,2 per cento) che hanno registrato difficoltà (più accentuate per esportatori e produttori di beni intermedi), mentre l'8 per cento, per lo più piccole imprese, avrebbe richiesto e non ottenuto negli ultimi mesi un finanziamento;
le difficoltà di accesso al credito si manifestano soprattutto con richieste ingiustificate di rientro anticipato degli affidamenti, con l'aumento dello spread sui tassi di interesse, con richieste di maggiori garanzie, con l'allungamento dei tempi delle procedure burocratiche;
le maggiori difficoltà si incontrerebbero con gli istituti di credito di grandi dimensioni, mentre per le piccole imprese l'accesso al credito risulta più facile con le banche di minori dimensioni e radicate sul territorio, in particolare le banche popolari e gli istituti di credito cooperativo, che, infatti, erogano il 43,8 per cento del totale dei prestiti bancari alle micro e piccole imprese con meno di venti addetti;
recentemente l'Abi ha reso noto che, sebbene con un trend meno solido di quello riferito al 2007-2008 (+13,2 per cento), a febbraio 2009 i prestiti alle imprese sono cresciuti del 5,1 per cento rispetto allo stesso mese del 2008, anche se altri osservano che questi dati tengono conto delle operazioni a favore di grandi imprese, che hanno il vantaggio di essere molto più solvibili di tante altre piccole e medie aziende;
nei giorni scorsi il consiglio di amministrazione della Cassa depositi e prestiti ha dato il via libera alla concessione alle banche di una provvista finanziaria fino a 8 miliardi di euro, finanziata attraverso il risparmio postale e dedicata esclusivamente alle piccole e medie imprese: in base ad un accordo con l'Abi, la Cassa depositi e prestiti distribuirà subito una prima tranche di 3-4 miliardi di risorse alle banche in funzione dell'attuale quota di mercato di ciascun istituto nei confronti delle piccole e medie imprese, successivamente le assegnazioni seguiranno la dinamica di tiraggio evidenziata dai singoli istituti;
oltre a migliorare le condizioni di accesso al credito e a modificare i parametri e gli indici di congruità su cui si basano i meccanismi di accertamento della base imponibile attraverso gli studi di settore, sono necessari interventi più incisivi per ridurre il carico tributario che grava sulle imprese e abbattere le aliquote contributive e fiscali che pesano sul costo del lavoro;
secondo il rapporto Ocse che monitora il costo del lavoro nei trenta Paesi più industrializzati, in Italia il cuneo fiscale è aumentato dallo 0,8 per cento del 2005 allo 0,25 per cento del 2008, mentre negli altri Paesi Ocse si assiste ad un lento decremento per migliorare la competitività dell'industria locale;
la pressione complessiva sui redditi da lavoro sommata ai contributi previdenziali per ciascun dipendente era in Italia del 46,2 per cento nel 2007 e del 46,5 per cento nel 2008, mentre la media Ocse era del 37,7 per cento nel 2007 e del 37,4 per cento nel 2008;
le piccole e medie imprese per poter uscire dall'attuale periodo di recessione dovrebbero, inoltre, agire su due fronti: più flessibilità nei processi organizzativi, al fine di contenere i costi di produzione, e più innovazione di prodotto e di servizi;
considerato l'attuale momento di congiuntura negativa, dal momento che i ritardi di pagamento della pubblica amministrazione costano alle aziende 1,7 miliardi di oneri finanziari, dovrebbero, altresì, essere introdotti strumenti che agevolino e rendano tempestiva la riscossione dei crediti vantati da fornitori di beni e servizi nei confronti delle amministrazioni pubbliche (i dati sui ritardi di pagamento dimostrano come la pubblica amministrazione italiana sia il peggior pagatore a livello europeo, con ritardi che nella media raggiungono i 135 giorni, contro la media europea di 65),

impegna il Governo:

ad adottare misure aggiuntive immediate per rilanciare i consumi e incentivare la domanda, al fine di consentire alle imprese di fronteggiare l'emergenza crisi e di accrescere lo sviluppo e la competitività del Paese;
a sostenere e facilitare l'accesso al credito delle piccole e medie imprese, anche mediante il potenziamento e la valorizzazione del sistema dei consorzi fidi, che rappresentano uno strumento di mutualismo solidaristico capillarmente diffuso su tutto il Paese, che fornisce garanzie ai piccoli imprenditori per ottenere i finanziamenti necessari ad effettuare investimenti e creare occupazione;
ad adottare politiche che favoriscano la flessibilità e l'innovazione di prodotti e di processi produttivi, che sono per le imprese tra le misure più efficaci per uscire dalla crisi e fronteggiare la concorrenza internazionale;
ad effettuare interventi più incisivi per ridurre il carico tributario che grava sulle imprese e abbattere le aliquote contributive e fiscali che pesano sul costo del lavoro;
a sostenere e favorire gli investimenti delle piccole e medie imprese attraverso misure fiscali che alleggeriscano il peso degli interessi passivi relativi a finanziamenti diretti all'acquisizione di beni strumentali;
a procedere ad una revisione degli studi di settore, tenendo conto dell'impatto della crisi in modo mirato e selettivo, sia sui settori singolarmente considerati, sia sulle diverse aree territoriali, al fine di garantire la più ampia affidabilità dello strumento di accertamento;
ad adottare iniziative per una riforma degli ammortizzatori sociali che consenta un'adeguata copertura anche per quei settori che ne sono sprovvisti;
a procedere alla revisione delle tariffe dei premi assicurativi Inail, che in alcuni comparti per l'artigianato risultano estremamente elevati rispetto alle prestazioni erogate, generando un notevole avanzo di gestione ripetuto negli anni;
ad introdurre strumenti che agevolino e rendano tempestiva la riscossione dei crediti vantati da fornitori di beni e servizi nei confronti delle amministrazioni pubbliche, intervenendo sui tempi di pagamento anche mediante la compensazione tra debito tributario iscritto a ruolo e credito di qualsiasi natura vantato dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione.
(1-00178)
«Vietti, Anna Teresa Formisano, Pezzotta, Ruggeri, Galletti, Volontè, Compagnon, Ciccanti, Naro, Libè, Occhiuto, Delfino».

(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
gli effetti della crisi economica stanno avendo forti ripercussioni anche sul mondo del lavoro, soprattutto sulle imprese manifatturiere e su quelle che svolgono attività di ricerca, sperimentazione ed innovazione. L'Istat, nel IV trimestre 2008, conferma che la produzione manifatturiera nazionale è arretrata del -10,7 per cento (- 4,8 per cento su tutto il 2008);
a preoccupare è soprattutto il vuoto di domanda che le imprese si trovano a fronteggiare, come indica la consistenza del proprio portafoglio ordini a fine anno, in calo dell'8,8 per cento nel mercato nazionale e del 7,4 per cento su quelli esteri. Gli indicatori di merito confermano che il carattere della congiuntura, anche per parte del 2009, non sarà diverso;
pesante è poi la flessione del fatturato (-8,8 per cento), che, tuttavia, grazie ad un primo semestre sostanzialmente stabile, segna solo un -2,9 per cento nel complesso del 2008. La decisa caduta delle quotazioni delle materie prime (in particolare quelle energetiche e i metalli) e la contrazione della domanda hanno raffreddato i prezzi alla produzione, che, dopo le impennate della prima parte del 2008, contengono gli aumenti a +0,6 per cento. Nei settori più legati al ciclo degli investimenti, metalli, meccanica e mezzi di trasporto, i listini prezzi registrano variazioni negative;
il tessuto delle attività manifatturiere italiane, in particolare quello del Nord e del Centro, è tra i più performanti d'Europa; secondo elaborazioni di dati Eurostat 2005, nel Nord-Centro Italia (dove vive una popolazione solo di poco inferiore a quella della Spagna) il valore aggiunto manifatturiero pro capite, è assai elevato senza che per questo il Nord-Centro Italia presenti un «deludente» valore aggiunto totale pro capite rispetto agli altri maggiori Paesi dell'Unione europea; anzi quello del Nord-Centro Italia è tra i più elevati in Europa;
in particolare, la Lombarda ed il Nord Est presentano il valore aggiunto manifatturiero pro capite più alto in assoluto rispetto ai maggiori Paesi dell'Unione europea e, nello stesso tempo, è, però, anche un'area capace di generare un valore aggiunto pro capite nei rimanenti settori dell'economia (costruzioni, servizi ed altri) tra i più elevati rispetto agli altri maggiori Paesi dell'Unione europea;
dagli ultimi dati che l'Istat ha diffuso per il terzo trimestre del 2008, emerge che il tasso di disoccupazione è salito al 6,1 per cento, con un incremento dello 0,5 per cento rispetto al precedente anno; il numero delle persone in cerca di occupazione ha registrato il terzo aumento tendenziale consecutivo, portandosi a 1.527.000 unità, il 9 per cento in più rispetto allo stesso periodo 2007;
i dati sulle forze di lavoro, a detta dell'Istat, tracciano «un quadro in deterioramento del mercato del lavoro: si riduce molto la crescita dell'occupazione e si associa a un ulteriore allargamento della disoccupazione»;
l'industria ha registrato un'ulteriore riduzione tendenziale dell'occupazione (-1 per cento, pari a 53.000 unità), concentrata nel lavoro indipendente; d'altro canto, stando alle rilevazioni dell'Inps, anche il regime della cassa integrazione sta subendo incrementi eccezionali, con altissimi ricorsi alla sospensione dal lavoro per effetto del calo dei consumi;
sia a livello europeo, sia a livello nazionale e regionale, si afferma che, per fare fronte alla crisi in atto, una delle misure da sostenere sia l'incremento delle attività di ricerca e sviluppo tecnologico, prevedendo una linea privilegiata per il finanziamento pubblico alle azioni messe in atto dalle imprese che si orientano in questa direzione;
gli effetti della crisi stanno mettendo, tuttavia, in grande difficoltà proprio le attività private, soprattutto piccole e medie imprese della produzione manifatturiera e quelle della ricerca e di sperimentazione, che costituiscono l'offerta di tecnologia per le imprese della produzione;
queste imprese, ad elevatissimo investimento in forza lavoro specializzato e dotate di grandi patrimoni immateriali costituiti da brevetti, modelli e marchi, si sostengono con forti anticipazioni di risorse finanziarie da parte degli istituti di credito. Pertanto, è opportuno mettere quanto prima in atto interventi finanziari per sostenere l'operatività delle imprese che svolgono ricerca, sperimentazione e sviluppo in nuove tecnologie, per l'immediato ed il medio periodo;
nell'ambito delle imprese del settore manifatturiero si è ultimamente accentuato un ulteriore fenomeno destabilizzante, che si riverbera negativamente sull'intera tenuta del sistema produttivo ed occupazionale del Paese. Si tratta di un aspetto indotto dal processo della globalizzazione e noto come dislocazione dei processi produttivi, ovvero dell'organizzazione del processo produttivo su scala mondiale;
tale fenomeno non interessa più come in passato le sole imprese multinazionali, ma si estende ormai a tutte le imprese e prende il nome di delocalizzazione;
si assiste così ad un trasferimento vero e proprio di attività o di fasi della produzione da un Paese all'altro, soprattutto in vista di poter produrre a costi sempre più bassi. La spinta fondamentale a questo processo è duplice: le imprese cercano di essere presenti in mercati di sbocco, che appaiono sempre più vasti, e di ridurre i costi del lavoro per mantenere la loro competitività;
i fenomeni in questione esplicano conseguenze nel medio e lungo periodo spesso devastanti per i luoghi d'origine delle imprese dislocanti, poiché avvengono senza gradualità alcuna e senza che il Paese oggetto della delocalizzazione abbia il tempo di maturare la propria crescita. Si assiste, quindi, ad un fenomeno che vede un impoverimento del Paese di origine senza alcun beneficio immediato al Paese in cui è avvenuta la delocalizzazione. Gli effetti di tale mancanza di gradualità sono molto negativi, ripercuotendosi sulla sfera economica, sulla struttura e sulla composizione dei sistemi produttivi, nonché sulla sfera sociale di entrambi i Paesi;
il sistema produttivo italiano subisce gravi lesioni dal processo di delocalizzazione e le conseguenze sono anche più preoccupanti a causa delle difficoltà dell'economia italiana: ciò non solo rispetto agli eccezionali tassi di crescita di alcuni Paesi emergenti, ma anche rispetto alle altre economie internazionali ed europee;
la peculiare caratteristica del settore industriale ed artigianale italiano è la dimensione distrettuale del suo sistema produttivo;
l'organizzazione e la localizzazione del sistema produttivo formato da piccole e medie imprese, organizzate in concentrazioni territoriali, ha permesso alle relative aziende di beneficiare di vantaggi competitivi determinati dall'ambiente sociale ed economico in cui si collocano, da un sistema di risorse e di fornitura locale che consente di contenere il costo del lavoro e assicura flessibilità alle imprese, da un complesso di capacità e conoscenze di imprenditori e lavoratori che costituiscono la base dell'originalità e della qualità dei prodotti italiani;
zone particolarmente colpite e penalizzate dagli effetti della delocalizzazione industriale sono il Lombardo-Veneto ed il Piemonte, soprattutto riguardo al settore manifatturiero dell'industria della moda, dell'abbigliamento e del tessile;
la maggior parte, se non tutte, le aziende produttrici di abbigliamento hanno avviato vasti processi di trasferimento degli impianti in parti del mondo in cui più convenienti sono i fattori della produzione e, fra tutti, la forza lavoro e gli oneri sociali;
i Paesi esteri in cui hanno scelto di delocalizzare sono, in particolare, quelli a basso costo di manodopera, come: Marocco, Tunisia, Libia, Turchia, Egitto, Romania, Bulgaria, Moldavia. Bisogna fare i conti, in particolare in questo difficile momento di crisi economica, con le ripercussioni che tali fenomeni generano sulle imprese dell'indotto, che nei luoghi d'origine si sono sviluppate per fornire materie prime, servizi, forza lavoro e competenze immateriali alle imprese delocalizzanti;
piccole e medie imprese dell'indotto, con in media poche decine di operai, oggi sono in estrema difficoltà e molte in procinto di chiudere; molti posti di lavoro persi poi sono prettamente femminili;
è necessario ed urgente, quindi, scongiurare il pericolo di chiusura di molte di queste imprese e garantire la ripresa dell'indotto dell'industria dell'abbigliamento nel territorio italiano, in particolare nel Lombardo-Veneto e nel Piemonte, e parallelamente attivarsi in maniera pertinente e strategica affinché le imprese a rinomanza internazionale che operano nei mercati mondiali non decidano di delocalizzarsi ed anzi, ove già l'avessero fatto, siano incentivate a rafforzarsi e ad investire nelle sedi d'origine;
in queste circostanze sarebbe indispensabile attivare iniziative volte alla concessione di risorse immediate alle piccole imprese per permettere loro di fare fronte alla temporanea mancanza di liquidità e di proseguire la loro gestione produttiva, ma anche attuare una nuova politica di tutela delle realtà distrettuali del settore dell'abbigliamento tramite la concessione di agevolazioni e riduzioni degli oneri amministrativi e dei carichi fiscali e sociali, ma ad ogni modo legati al rispetto di specifiche condizioni, tra cui la permanenza nei luoghi d'origine, l'assunzione di forza lavoro locale, l'assegnazione di commesse ad imprese dell'area d'appartenenza;
nella comunicazione della Commissione europea «Small business act» viene sottolineata l'importanza delle piccole e medie imprese, in quanto creatrici di posti di lavoro e protagoniste della crescita delle comunità locali e regionali. La Commissione europea ha, quindi, individuato le iniziative essenziali da adottare, sia a livello europeo che degli Stati membri, verso tali realtà produttive, favorendo la creazione di condizioni di concorrenza paritarie per le piccole e medie imprese. Il 5 maggio 2009 la Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati ha approvato all'unanimità la risoluzione sullo «Small business act»;
con il decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, recante misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, sono state previste una serie di misure organiche e mirate per il salvataggio, la ripresa ed il sostegno delle imprese, segnatamente quelle piccole e medie dei settori in maggior crisi. Si rende urgente a riguardo dare immediata attuazione alle pertinenti previsioni del predetto decreto-legge che disciplinano tali misure;
da ultimo si deve anche ricordare che sulla Gazzetta ufficiale del 24 marzo 2009 è stata pubblicata la delibera Cipe sui criteri e modalità di funzionamento del fondo per il finanziamento degli interventi consentiti dagli orientamenti europei sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà (ex decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80). All'articolo 6 della citata delibera Cipe è prevista l'emanazione entro trenta giorni dalla predetta pubblicazione di un decreto ministeriale per l'attuazione della delibera;
risulta che lo schema di tale decreto ministeriale sia stato trasmesso da pochi giorni alla Conferenza Stato-regioni per l'iscrizione all'ordine del giorno. Sarebbe in tal senso indispensabile attivarsi affinché l'iter di valutazione del decreto sia urgentemente compiuto per l'immediata emanazione da parte del Governo,

impegna il Governo:

a dare immediata attuazione alle disposizioni relative alle misure urgenti a tutela dell'occupazione, alle disposizioni in favore delle piccole e medie imprese, nonché alle ulteriori norme volte al superamento dell'attuale crisi finanziaria, allo scopo previste dal decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33;
ad intraprendere le occorrenti iniziative affinché sia urgentemente emanato il decreto ministeriale previsto dalla delibera Cipe sui criteri e modalità di funzionamento del fondo per il finanziamento degli interventi consentiti dagli orientamenti europei sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà;
ad attivare un'organica azione di difesa e di sostegno alle imprese del settore del tessile dei territori votati, segnatamente dei distretti industriali, ricomprendendo in tali azioni l'osservanza da parte dei beneficiari di impegni diretti alla loro permanenza nei luoghi d'origine, al mantenimento e all'incremento della forza lavoro locale, all'assegnazione di lavori e all'eventuale esternalizzazione di processi produttivi ad imprese appartenenti all'indotto in cui esse operano;
a perseguire gli obiettivi di cui sopra, anche attraverso iniziative riguardanti:
a) la sottoscrizione di accordi con le organizzazioni rappresentative del sistema del credito per la concessione di prestiti temporanei ed a tassi agevolati, volti a mantenere in vita le imprese in difficoltà, prevedendo anche la possibilità di concordare con il sistema del credito una moratoria, per tutte le pratiche di finanziamento alle imprese, delle rateizzazioni della parte capitale fino al 31 dicembre 2009, limitando per tutto il periodo i pagamenti dovuti alla sola parte interessi;
b) la semplificazione degli adempimenti amministrativi;
c) la riduzione dei carichi fiscali (iva ed imposte sulla produzione) e degli oneri sociali;
d) la concessione di contributi per gli investimenti diretti alla ristrutturazione ed all'ammodernamento, soprattutto in campo tecnologico;
e) la riduzione del costo dell'energia, riportandolo sui livelli degli altri Paesi dell'Unione europea, con particolare riferimento ai settori con elevati consumi energetici, come l'industria tessile.
(1-00179)
«Cota, Simonetti, Fava, Reguzzoni, Allasia, Torazzi, Pini».
(18 maggio 2009)

(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
i più recenti dati dell'Istat riguardanti l'indice della produzione industriale del mese di marzo 2009 hanno segnalato una diminuzione del 4,6 per cento rispetto al mese precedente, nonché una variazione congiunturale della media degli ultimi tre mesi rispetto a quella dei tre mesi immediatamente precedenti, pari a meno 9,8 per cento;
gli indici destagionalizzati dei raggruppamenti principali di industrie hanno registrato, in termini congiunturali, variazioni negative: meno 5,4 per cento per i beni intermedi, meno 4,3 per cento per i beni di consumo totale, meno 4,1 per cento per i beni strumentali e meno 2,6 per cento per l'energia; non tutti i comparti produttivi, tuttavia, presentano andamenti negativi, per giudicare i quali non sarebbe corretto dimenticare i rischi ben più gravi che - in conseguenza della crisi finanziaria - avrebbe potuto correre l'apparato produttivo se i Governi non avessero provveduto tempestivamente nell'autunno 2008 a «mettere in sicurezza» il sistema del credito e a garantire i risparmiatori;
come attestano i dati del prodotto interno lordo nel primo trimestre 2009 nell'«eurozona», in un contesto di crisi internazionale, il ciclo economico evidenzia, tuttora, una situazione di seria difficoltà, specie nel settore manifatturiero, mentre altri settori hanno avuto una maggiore tenuta;
le misure del Governo a sostegno dei settori di taluni beni di consumo durevoli - a partire dall'auto - hanno consentito di contenere gli effetti economici della crisi ed avviato, in coerenza con indicazioni di carattere internazionale, le premesse per un'inversione di tendenza entro il secondo semestre del 2009;
l'operazione Fiat-Chrysler - il cui successo dipende in larga parte dal primato che il gruppo torinese può vantare sul versante delle nuove tecnologie ecologiche - è un chiaro segnale della capacità del nostro sistema produttivo di superare la crisi, puntando sul cambiamento e sull'innovazione;
l'internazionalizzazione della più importante azienda manifatturiera del Paese è, altresì, una condizione necessaria per assicurarne lo sviluppo, garantirne la presenza sui mercati e preservare, nel contempo, una prospettiva agli stessi stabilimenti italiani;
al contrario, una chiusura della Fiat nel mercato nazionale ne determinerebbe il declino, in un mercato dell'auto che vedrà ridursi il numero dei soggetti produttori, a scapito, soprattutto, dei gruppi che non riusciranno ad essere competitivi, anche attraverso misure di delocalizzazione, e a mettere in campo la «massa critica» indispensabile alla stesse esigenze degli standard produttivi;
il Governo - una volta realizzata la joint venture con il colosso Usa - ha chiesto alla Fiat affidamenti per gli stabilimenti italiani, aprendo un tavolo di confronto che deve portare ad esiti utili e positivi;
nello stabilimento del gruppo automobilistico di Termini Imerese è stata interrotta la cassa integrazione ed è ripresa la produzione;
sono aperte delle trattative - con la partecipazione delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali - per l'acquisto della Opel da parte della Fiat;
la riconversione dell'industria dell'auto assume un rilievo strategico per la consistenza dell'indotto;
l'impegno del Governo e delle regioni nel finanziamento della cassa integrazione in deroga (estesa, cioè, ai settori che ne sono privi, secondo criteri di flessibilità) ha consentito, fino ad ora, di difendere tanto l'occupazione quanto le imprese, che hanno avuto la possibilità di valutare la situazione e considerarne l'evoluzione, prima di procedere a decisioni definitive;
l'estensione, per la prima volta, della cassa integrazione in deroga alle piccole imprese da parte del Governo ha contribuito in modo sostanziale a valorizzare lo sforzo di tenuta dei livelli occupazionali, sostenuto dai micro e piccoli imprenditori italiani;
le misure di deregolazione e di semplificazione adottate dal Governo nel corso del 2008 hanno agevolato l'attività ordinaria delle imprese, in particolare delle micro e delle piccole;
tutti gli osservatori e le istituzioni internazionali sono concordi nel ritenere che le terapie adottate di concerto tra i Governi dei maggiori Paesi, sia sul versante della crisi del settore finanziario, dove sono in preparazione programmi di revisione di carattere strutturale, sia su quello dei comparti produttivi, abbiano arrestato la spirale verso il declino e posto le condizioni per la risalita;
la Banca centrale europea ha ridotto il tasso di sconto ai livelli più bassi ipotizzabili; ciò favorirà la riapertura del credito alle imprese;
nonostante le spinte al rialzo (dovute alla ripartenza della domanda cinese), il prezzo del greggio resta a livelli sostenibili;
l'Eni ha firmato in Egitto un contratto da 1,5 miliardi per lo sviluppo di progetti nei settori del gas e del petrolio; analoghe intese sono state sottoscritte per la fornitura del gas russo;
la X Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati ha votato all'unanimità, in data 5 maggio 2009, una risoluzione in riferimento alla comunicazione della Commissione europea «La strada per il miglioramento dell'ambiente per le piccole e medi imprese in Europa - Atto sulle piccole imprese ("Small business act")»,

impegna il Governo:

a promuovere, unitamente alle istituzioni locali e alle parti sociali, delle conferenze di settore e/o di distretto industriale, allo scopo di individuare degli specifici «programmi di risanamento e sviluppo» in grado affrontare i nodi della crisi, con ogni possibile misura di contenimento e di ripresa;
a recepire integralmente, per primo in Europa, le indicazioni suggerite agli Stati membri dell'Unione europea dallo «Small business act» e a realizzare al più presto gli impegni previsti dalla risoluzione approvata dalla X Commissione della Camera dei deputati;
ad avviare, nei settori e nei distretti in cui operino i «programmi di risanamento e sviluppo», interventi di riconversione professionale della manodopera sospesa o in mobilità sulla base di quanto stabilito dall'articolo 19 del decreto-legge n. 185 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 2 del 2009;
ad accelerare i pagamenti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese creditrici e a predisporre le misure previste dalla legge per quanto riguarda la certificazione dei crediti suddetti, onde consentirne lo sconto da parte degli istituti di credito;
a proseguire nell'impegno per garantire la continuità del credito alle imprese, anche attraverso le risorse previste per i confidi;
a definire, anche sul piano normativo, la soggettività giuridica dei contratti di reti, come presupposto per una loro maggiore integrazione economica;
ad integrare le politiche orientate all'offerta di consulenza e servizi alle piccole e medie imprese e alla formazione dei lavoratori con politiche tese a modificare il posizionamento delle imprese e, quindi, la loro domanda di servizi e di lavoro qualificato;
a definire, di intesa con le regioni, il «piano casa», che, secondo le stime del Cresme, mobiliterà 42 miliardi di risorse aggiuntive dal 2009 al 2012 e comporterà una crescita del 27 per cento per l'edilizia abitativa nel 2010;
ad esaminare la compatibilità di un'azione volta a riservare una quota significativa degli incentivi pubblici, con particolare riferimento a quelli per la ricerca e l'innovazione e per l'internazionalizzazione, alle piccole imprese manifatturiere, anche attraverso forme semplificate di accesso;
ad emanare al più presto il regolamento dell'«Impresa in un giorno»;
ad adottare tutte le misure operative atte a garantire effettivamente l'applicazione ed il rispetto delle norme sui termini di pagamento dei fornitori;
a valutare la possibilità di avviare procedure di ristrutturazione dei crediti contributivi dovuti all'Inps da parte dei settori artigiani, come a suo tempo effettuato per quelli agricoli;
a considerare la possibilità di ridurre la contribuzione Inail per il settore artigiano;
a valutare la possibilità di accelerare gli investimenti delle Ferrovie dello Stato.
(1-00180)
«Cicchitto, Iannaccone, Bocchino, Vignali, Cazzola, Moroni, Raisi, Baldelli, Della Vedova, Versace, Mazzuca».
(18 maggio 2009)

(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
il settore manifatturiero rappresenta una delle principali risorse del sistema produttivo italiano, è composto da un numero notevole di imprese, molte delle quali sono di media e piccola dimensione, e comprende al suo interno molteplici comparti, ognuno con una propria specializzazione. Tra quelli forse più significativi vanno citati quello dell'industria aeronautica, quello alimentare, automobilistico, chimico, elettronico, farmaceutico e poi ancora il comparto meccanico, minerario e siderurgico e quello tessile;
è un settore fisiologicamente in costante mutamento, caratterizzato da una capacità notevole di adattamento alle esigenze del consumo ed alle nuove tecnologie di produzione;
la crisi globale, sia finanziaria che economica, che in questi ultimi mesi ha colpito anche il nostro Paese, ha inevitabilmente prodotto effetti evidenti anche sul settore manifatturiero, che ha pagato e sta pagando anche per la peculiarità della sua composizione, cioè per la presenza al suo interno di un numero elevato di piccole e medie imprese;
la dimensione imprenditoriale è uno degli aspetti del sistema produttivo che in questi mesi appare evidentemente messo in discussione: la dimensione imprenditoriale appare, cioè, una variabile decisamente importante per far fronte alle difficoltà attuali; quanto più è ridotta tanto di più appare complesso per l'azienda superare la situazione attuale. Ricerca ed innovazione sono, infatti, fortemente legate alla dimensione aziendale. In questa ottica, è necessario riflettere sulla necessità di promuovere politiche specifiche che incentivino e promuovano le fusioni aziendali, con l'obiettivo di dare vita a realtà produttive più competitive;
nell'audizione del 17 marzo 2009, tenutasi presso la Commissione finanze della Camera dei deputati, il Governatore della Banca d'Italia ha riferito che il credito delle banche italiane nei confronti delle imprese è diminuito nettamente: questa diminuzione ha riguardato, in particolare, le aziende con meno di 20 addetti;
un altro aspetto che appare necessario approfondire è quello della flessibilità. Negli ultimi anni questo è diventato un terreno di confronto costante, che si è però caratterizzato, purtroppo, per una marcata ideologizzazione. Si è, dunque, inevitabilmente «corrotta» la possibilità concreta di fare della flessibilità un'opportunità di sviluppo ed uno strumento utilissimo per fronteggiare crisi congiunturali. La flessibilità può essere, infatti, uno degli strumenti più efficaci per le piccole e medie imprese per fronteggiare e battere la crisi, purché se ne impediscano abusi a discapito dei lavoratori, ai quali vanno garantiti strumenti di copertura dei redditi e dei servizi sociali tra una fase di occupazione e l'altra;
investire sulla tutela e lo sviluppo delle piccole e medie imprese significa investire sul futuro del Paese: negli ultimi 5 anni, infatti, otto posti di lavoro su dieci sono stati creati dalle piccole e medie imprese. La presenza sul territorio di piccole e medie imprese rappresenta un fondamentale serbatoio di crescita imprenditoriale e di sviluppo e, contemporaneamente, un pilastro per l'integrazione con le imprese più grandi;
uno dei freni principali che colpisce le piccole e medie imprese e, dunque, il settore manifatturiero nel suo complesso, è il peso della burocrazia, che continua a frenare la loro capacità di produzione;
appare necessario focalizzare una politica fiscale adeguata e mirata al settore manifatturiero e delle piccole e medie imprese, che in grande parte lo costituiscono, basata su indicatori chiari, certi e realistici, anche per quanto riguarda il carico fiscale (studi di settore);
è doveroso intervenire affinché le banche non limitino il credito alle piccole e medie imprese ed anzi siano disponibili, soprattutto in una fase di crisi come quella attuale, a finanziare e sostenere, accettandone i rischi, progetti di crescita e di sviluppo, in particolare quando questi siano fondati sull'innovazione tecnologica;
in alcuni comparti del settore manifatturiero appare, altresì, inevitabile, in un'ottica di sviluppo di medio e lungo termine, dunque svincolata dalla pur necessaria difesa contingente dagli effetti della crisi, investire su una concreta riconversione della produzione. Esistono comparti in cui la ripresa non appare concretamente perseguibile: i segnali di una flessione irreversibile erano antecedenti alla crisi congiunturale attuale, le cui ragioni appaiono ancora più profonde, tanto da poter essere definite sistemiche, in quanto legate a processi ad alta intensità di lavoro. In questi casi la riconversione della produzione è l'unica possibile alternativa, che può e deve essere perseguita, legandola allo sviluppo tecnologico ed anche, ove necessario, alla crescita dimensionale delle entità produttive;
favorire la crescita dimensionale, sviluppare l'innovazione tecnologica, diminuire il peso della burocrazia, sostenere una politica fiscale mirata, garantire il credito sono questi i punti principali su cui fondare il sostegno e lo sviluppo del settore manifatturiero e dei suoi molteplici comparti,

impegna il Governo:

ad intervenire a sostegno del settore manifatturiero con interventi mirati a favorire la crescita dimensionale, sviluppare l'innovazione tecnologica, diminuire il peso della burocrazia, sostenere una politica fiscale mirata, garantire il credito;
ad assicurare un'effettiva riduzione per una quota non inferiore almeno al 25 per cento degli oneri amministrativi e burocratici che attualmente gravano sulle imprese;
ad istituire uno sportello unico come punto di riferimento univoco nelle relazioni tra le piccole e medie imprese e la pubblica amministrazione, prevedendo, comunque, la possibilità che vengano certificati i crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione quale garanzia da fornire agli istituti di credito per l'ottenimento di anticipazioni;
a garantire alle piccole e medie imprese il rispetto dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni dei lavori svolti, anche in considerazione delle modifiche che l'Unione europea intende apportare alla direttiva europea sui ritardi di pagamento, al fine di prevedere che le piccole e medie imprese siano effettivamente pagate entro 30 giorni dai soggetti pubblici, anche attraverso meccanismi di compensazione;
a prevedere che i crediti scaduti ed esigibili, per fornitura di beni e servizi, possano essere ceduti da parte delle imprese, senza autorizzazione del soggetto debitore, ad enti come la Cassa depositi e prestiti, che provvederà a pagare il creditore, impegnando le pubbliche amministrazioni a restituire in via prioritaria alla Cassa depositi e prestiti le somme pagate, maggiorate degli interessi;
ad innalzare il tetto annuo per la compensazione automatica dei crediti d'imposta e contributivi da 516 mila euro (un miliardo delle vecchie lire) a un milione di euro;
ad introdurre, ove possibile, quote riservate alle piccole e medie imprese negli appalti pubblici per la fornitura di beni e servizi;
a sostenere le piccole e medie imprese, anche con opportuni meccanismi premianti, ai fini dell'adeguamento e del rispetto degli obiettivi posti dall'Unione europea in tema di clima e di energia;
a prendere gli opportuni impegni, in sede internazionale, per la revisione della normativa in materia doganale, per garantire maggiore trasparenza e rendere più stringenti le disposizioni in materia di acquisizione del marchio di origine del prodotto, al fine di tutelare il settore manifatturiero italiano;
a prevedere che tra i criteri seguiti per il finanziamento di progetti imprenditoriali da parte degli istituti di credito sia assicurata massima priorità alla valutazione dei progetti particolarmente originali ed orientati all'innovazione tecnologica;
di fronte delle difficoltà delle piccole e medie imprese di accedere al credito bancario, ad adottare iniziative volte a disporre l'incremento dei fondi di garanzia per le piccole e medie imprese (cosiddetta «fondo Bersani») e presso l'Artigiancassa.
(1-00181)
«Borghesi, Misiti, Donadi, Evangelisti».
(18 maggio 2009)

(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)