XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di lunedì 26 ottobre 2009

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 26 ottobre 2009.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Angeli, Antonione, Berlusconi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brunetta, Bucchino, Buonfiglio, Carfagna, Casero, Cicchitto, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Fedi, Fitto, Anna Teresa Formisano, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lupi, Mantovano, Maran, Maroni, Martini, Meloni, Menia, Miccichè, Moffa, Narducci, Leoluca Orlando, Pianetta, Porta, Prestigiacomo, Ravetto, Razzi, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Soro, Stefani, Togni, Tremonti, Urso, Valducci, Vegas, Vito, Zacchera.

Annunzio di proposte di legge.

In data 22 ottobre 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
MAURIZIO TURCO ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause della morte del caporal maggiore Alessandro Di Lisio, del tenente Antonio Fortunato, del primo caporal maggiore Matteo Mureddu, del primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, del primo caporal maggiore Massimiliano Randino, del sergente maggiore Roberto Valente, del primo caporal maggiore Giandomenico Pistonami, nonché sulle cause del ferimento di altri militari del contingente italiano impegnato in Afghanistan negli anni tra il 2006 e il 2009» (2848);
MAURIZIO TURCO ed altri: «Disposizioni concernenti le missioni all'estero svolte dal personale appartenente alle Forze armate e alle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare» (2849);
FALLICA ed altri: «Istituzione del Giorno della memoria dei Caduti italiani in missioni di pace» (2850).

In data 23 ottobre 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
GARAGNANI: «Modifiche all'articolo 4 del decreto legislativo 21 dicembre 1999, n. 517, in materia di organi delle aziende ospedaliero-universitarie» (2853);
BUTTIGLIONE: «Modifiche alla legge 4 febbraio 2005, n. 11, recante norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari, nonché modifica dell'articolo 32 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di destinazione temporanea di dipendenti delle amministrazioni pubbliche presso istituzioni europee e internazionali e amministrazioni di Stati esteri» (2854).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge CAPITANIO SANTOLINI ed altri: «Modifica della tabella F allegata alla legge 8 agosto 1995, n. 335, relativa ai cumuli tra trattamenti pensionistici ai superstiti e redditi del beneficiario, e disposizioni per l'incremento della pensione sociale e dell'assegno sociale» (2140) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Delfino.
La proposta di legge LA LOGGIA ed altri: «Disposizioni in materia di età pensionabile dei professori universitari ordinari che prestano servizio nelle libere università private riconosciute dallo Stato» (2748) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Fucci.
La proposta di legge LA LOGGIA ed altri: «Modifica dell'articolo 689 del codice penale in materia di vendita o somministrazione di bevande alcooliche a minori o a infermi di mente» (2757) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Fucci.
La proposta di legge BARBIERI ed altri: «Concessione di contributi per il finanziamento di attività di ricerca sulla cultura latina del medioevo europeo» (2774) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Centemero.

Trasmissioni dal Senato.

In data 22 ottobre 2009 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza i seguenti disegni di legge:
S. 1769. - «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo marittimo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica Araba d'Egitto, fatto a Roma il 3 dicembre 2008» (approvato dal Senato) (2851);
S. 1770. - «Ratifica ed esecuzione del Protocollo addizionale alla Convenzione di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica argentina del 9 dicembre 1987, fatto a Roma il 31 marzo 2003» (approvato dal Senato) (2852).

Saranno stampati e distribuiti.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
FALLICA ed altri: «Istituzione del Giorno della memoria dei Caduti italiani in missioni di pace» (2850) Parere delle Commissioni III, IV e V.

III Commissione (Affari esteri):
S. 1769 - «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo marittimo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica Araba d'Egitto, fatto a Roma il 3 dicembre 2008» (approvato dal Senato) (2851) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, IX e XIV;
S. 1770 - «Ratifica ed esecuzione del Protocollo addizionale alla Convenzione di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica argentina del 9 dicembre 1987, fatto a Roma il 31 marzo 2003» (approvato dal Senato) (2852) Parere delle Commissioni I, II e V.

Trasmissioni del Consiglio dei ministri.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 20 ottobre 2009, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 8-ter del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri - che sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) nonché alle Commissioni sottoindicate - con cui sono autorizzati, in relazione ai seguenti interventi da realizzare tramite contributi assegnati in sede di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale:
alla VII Commissione (Cultura):
la variazione dell'oggetto dell'intervento da realizzare con il contributo concesso nel 2005 al Seminario vescovile di Terni per lavori attinenti all'ex seminario da destinare a museo diocesano;
alla VIII Commissione (Ambiente):
una variante dei lavori, finanziati tramite la concessione alla provincia di Ravenna di un contributo relativo all'anno 2003, per il consolidamento dei versanti presso l'abitato di Fognano nel comune di Brisighella.

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 20 ottobre 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Ente nazionale risi, per l'esercizio 2008. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 128).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XIII Commissione (Agricoltura).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 21 ottobre 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e d'interesse collettivo, per l'esercizio 2008. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 129).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VI Commissione (Finanze).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 22 ottobre 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Cassa depositi e prestiti Spa, per gli esercizi 2007 e 2008. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 130).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VI Commissione (Finanze).

Annunzio di progetti di atti comunitari e dell'Unione europea.

Il ministro per le politiche europee, con lettera in data 22 ottobre 2009, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti comunitari e dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Nell'ambito dei predetti documenti, il Governo ha richiamato l'attenzione sui seguenti atti e progetti di atti:
14722/09 - Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni e degli atti pubblici in materia di successioni e alla creazione di un certificato successorio europeo (COM(2009)154 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla II Commissione (Giustizia);
14740/09 - Consiglio europeo (29 e 30 ottobre 2009): relazione della presidenza al Consiglio europeo sullo stato dei lavori - lavori preparatori all'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, che è assegnato in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Con la medesima comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti atti e progetti di atti, trasmessi in data 6 ottobre 2009 e assegnati in data 7 ottobre 2009:
13654/09 - Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (COM(2009)503 definitivo), assegnato in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
13648/09 - Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla vigilanza macroprudenziale del sistema finanziario nella Comunità e che istituisce il Comitato europeo per il rischio sistemico (COM(2009)499 definitivo), assegnato in sede primaria alla VI Commissione (Finanze).

Annunzio di un provvedimento concernente un'amministrazione locale.

Il Ministero dell'interno, con lettera in data 20 ottobre 2009, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, del decreto del Presidente della Repubblica di scioglimento del consiglio comunale di Castel Campagnano (Caserta).
Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI REALACCI, GRANATA, MISITI ED ALTRI N. 1-00252 E GHIGLIA, BELCASTRO ED ALTRI N. 1-00258 CONCERNENTI INIZIATIVE RELATIVE ALLE NAVI CON CARICHI DI RIFIUTI TOSSICI AFFONDATE IN PROSSIMITÀ DELLE COSTE ITALIANE

Mozioni

La Camera,
premesso che:
nelle scorse settimane, con il ritrovamento del relitto di un mercantile carico di fusti sospetti al largo di Cetraro (Cosenza), è tornata di attualità la vicenda delle cosiddette «navi dei veleni» che sarebbero state affondate nel Mediterraneo e, soprattutto, al largo delle coste italiane;
da quanto emerso finora il relitto individuato sarebbe quello della Cunsky, una delle navi che, secondo le inchieste della magistratura e le testimonianze raccolte dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, sarebbero state inabissate dai trafficanti internazionali di rifiuti tossici tra gli anni '80 e la metà degli anni '90;
negli atti del convegno «I crimini contro l'ambiente e la lotta alle ecomafie», tenutosi a Napoli il 26 febbraio 1999 e organizzato dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, si legge la seguente dichiarazione dell'allora procuratore di Reggio Calabria, dottor Antonio Catanese: «Gli elementi probatori acquisiti, salvo le opportune verifiche, consentono di ipotizzare che il principale indagato abbia potuto affondare nel Mare Jonio e nel Mediterraneo in genere, con l'avallo delle cosche reggine, circa trentadue navi, la più importante delle quali, per i riscontri probatori ottenuti, è certamente la nave Rigel naufragata al largo di Capo Spartivento»;
nel 2001 nella relazione finale della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse della XIII legislatura si può leggere: «emerge uno scenario davvero allarmante: il Mediterraneo, da est ad ovest, da nord a sud e viceversa, è attraversato da navi, spesso vere e proprie »carrette del mare«, che trasportano di tutto, assoggettate a controlli casuali ed inconsistenti. L'affondamento, al largo dello coste italiane, di almeno 39 navi (le cosiddette »navi a perdere«), nonostante la carenza di riscontri giudiziari definitivi, non costituisce mera ipotesi. Si tratta di fatti attendibili suffragati da indagini giudiziarie ed accertamenti effettuati dai Lloyds di Londra che hanno dovuto corrispondere ingenti indennizzi assicurativi»;
sono numerose le navi che compaiono nelle inchieste svolte dalle procure interessate e in particolare: la motonave Nicos 1, partita nel luglio 1985 dal porto di La Spezia e mai arrivata nel porto di Lomé in Togo; la nave Mikigan, partita dal porto di Marina di Carrara e affondata nel Mar Tirreno calabrese nell'ottobre 1986; la Rigel, naufragata nel settembre 1987 al largo del Capo Spartivento nello Ionio reggino; la Four Star 1, partita da Barcellona e diretta in Turchia, scomparsa nello Ionio nel dicembre del 1988; la motonave Anni, affondata nell'alto Adriatico nel 1989; la Rosso, spiaggiata nel 1990 ad Amantea; la Alessandro I, colata a picco nel 1991 al largo di Molfetta; la Marco Polo, di cui si perdono le tracce nel Canale di Sicilia nel 1993;
quasi tutte le regioni costiere del nostro Paese possono essere compromesse. In particolare, dai documenti raccolti in questi anni e dalle varie inchieste della magistratura, gli affondamenti sembrano riguardare particolarmente sette regioni: Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia;
da almeno quindici anni le associazioni ambientaliste denunciano, attraverso la redazione di circostanziati dossier, l'esistenza di una vicenda dai contorni allarmanti, legata allo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, anche radioattivi, negli abissi marini attraverso l'affondamento dei vettori. Per chiedere che si faccia piena luce sulle cosiddette «navi a perdere», nel 2007 Legambiente ha promosso il «Comitato per la verità sulle navi dei veleni», costituito da magistrati, giornalisti, esponenti politici, familiari di vittime, ambientalisti;
di questi traffici si sono occupati nel tempo molti uffici giudiziari (le procure di Reggio Calabria, di Paola, di Catanzaro, di Matera, di Potenza, di Padova, di La Spezia, di Bari e di Asti), che hanno individuato diversi filoni di indagini tutti riconducibili ad un network criminale dedito professionalmente allo smaltimento illegale di rifiuti tossici e radioattivi in mare, lungo le coste di Paesi africani (Somalia, Libia e altri) o nelle montagne dell'Aspromonte e della Basilicata. Tutte le indagini portano allo stesse persone e vedono il coinvolgimento di soggetti appartenenti al mondo imprenditoriale e delle professioni, armatori, esponenti di spicco di organizzazioni criminali di stampo mafioso, faccendieri e soggetti legati ai servizi segreti deviati e rappresentanti di Governi di diversi Paesi;
i procedimenti giudiziari avviati non hanno mai fatto piena chiarezza su una vicenda che in alcuni momenti ha avuto anche risvolti drammatici. Basti citare la misteriosa morte del capitano di corvetta Natale De Grazia, avvenuta il 13 dicembre del 1995, che lavorava nel pool investigativo della procura di Reggio Calabria impegnata a fare luce sulla vicenda della motonave Rosso. O ancora l'omicidio nel marzo del 1994 in Somalia dei giornalisti Rai Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, che stavano tornando a Mogadiscio dall'area di Bosaso, vero e proprio epicentro di traffici illegali e mala-cooperazione;
secondo le denunce lanciate da Legambiente e dagli ambientalisti tedeschi della nave Thales sembra che l'affondamento in mare di rifiuti tossici sia una pratica condotta ancora oggi. La denuncia si riferisce, in particolare, ad un fatto accaduto al largo dell'Isola d'Elba nel mese di luglio 2009, quando la nave ambientalista Thales avrebbe avvistato circa 10 miglia al largo di Marciana Marina, intorno alle 21 di sera, una portacontainer maltese, la Toscana, gettare dei container in mare. Gli ambientalisti hanno anche denunciato che, nel momento in cui l'equipaggio della Toscana si è visto scoperto, ha cambiato rotta e ha tentato di speronare la nave degli ambientalisti. Il fatto è stato anche documentato con delle fotografie;
tutta la vicenda non può essere classificata come una mera questione di inquinamento ambientale. Dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia e dai riscontri delle inchieste avviate risulta evidente infatti che si è di fronte a un vero e proprio intrigo internazionale di dimensioni inquietanti, sul quale occorre fare luce prima possibile, coinvolgendo gli altri Paesi e gli organismi sovranazionali competenti,

impegna il Governo:

a coordinare l'azione di tutte le amministrazioni statali competenti - specificamente dei ministeri dell'interno, della giustizia, degli affari esteri, della difesa, del lavoro, della salute e delle politiche sociali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - tramite una task force che possa mettere in campo le risorse, i mezzi e le tecnologie necessarie per far luce su questa gravissima vicenda;
a tutelare la salute dei cittadini e dell'ecosistema marino attraverso un'attività di ricognizione sugli altri siti marini emersi in numerose inchieste della magistratura come luoghi di affondamento di navi con il loro carico di rifiuti tossici e radioattivi, a cominciare dal sito di affondamento della Rigel;
ad assicurare il massimo sostegno alla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e alla procura di Paola, impegnate nel difficile compito di fare chiarezza sulla vicenda della nave affondata al largo delle coste di Cetraro e del suo carico sospetto, nonché sulla presenza di materiale radioattivo nelle località di Serra d'Aiello e di Aiello Calabro;
ad assicurare una rapida e totale messa in sicurezza e bonifica dell'area interessata dall'interramento di rifiuti tossico-nocivi e radioattivi nella provincia di Cosenza;
ad assicurare le risorse necessarie per un immediato piano operativo di recupero del relitto della Cunsky e del suo carico, avvalendosi delle più moderne tecnologie esistenti, nonché a garantire analogo sostegno a tutte le altre procure ancora oggi impegnate - e a quelle che decideranno di riaprire le inchieste sulle cosiddette «navi a perdere» già archiviate - nel complesso compito di svelare le trame criminali che si sono celate dietro gli affondamenti sospetti;
a chiedere l'intervento degli organismi internazionali, in particolare dell'Unione europea e delle Nazioni Unite, per provvedere al recupero delle «navi sospette» affondate, anche in acque internazionali;
ad avviare i necessari accertamenti di competenza per verificare se a tutt'oggi organizzazioni criminali pratichino l'affondamento in mare di rifiuti tossici o radioattivi, come sembra in base agli ultimi accadimenti verificatisi al largo dell'Isola d'Elba.
(1-00252)
«Realacci, Granata, Misiti, Barbareschi, Mariani, Garavini, Libè, Piffari, Bratti, Barbieri, Bocci, Bordo, Bosi, Bossa, Braga, Burtone, Marco Carra, Causi, Ceccacci Rubino, Cimadoro, Ciriello, De Angelis, De Biasi, De Torre, Dima, Esposito, Farinone, Ferranti, Frassinetti, Gatti, Ghizzoni, Ginoble, Giulietti, Gnecchi, Graziano, Iannuzzi, Laratta, Losacco, Lovelli, Lucà, Marantelli, Marchi, Margiotta, Martella, Mastromauro, Mattesini, Mazzarella, Mondello, Morassut, Mosella, Motta, Murgia, Angela Napoli, Occhiuto, Oliverio, Andrea Orlando, Pedoto, Mario Pepe (PD), Perina, Piccolo, Picierno, Rao, Sarubbi, Scalia, Scilipoti, Siragusa, Touadi, Tullo, Velo, Veltroni, Vico, Villecco Calipari, Viola, Zamparutti, Zucchi, Lo Moro».
(13 ottobre 2009)

La Camera,
premesso che:
la lotta alle ecomafie deve costituire obiettivo prioritario nelle strategie di sicurezza del Paese, sia per le dimensioni economiche del fenomeno, sia per il pericolo che i reati ambientali costituiscono per la salute pubblica e per l'ecosistema;
il 7 ottobre 2009 è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra la procura nazionale antimafia e il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, volto proprio ad assicurare un maggiore coordinamento informativo ed operativo delle risorse destinate alla lotta alle ecomafie e, più in generale, ai crimini ambientali;
nelle scorse settimane la procura della Repubblica di Paola ha aperto un'inchiesta basata, tra l'altro, sulle rivelazioni di un pentito, volta a verificare se il relitto di una nave inabissatasi al largo di Cetraro sia o meno quello del mercantile Cunsky, che sarebbe stato utilizzato dalla 'ndrangheta per il trasporto di rifiuti radioattivi e che sarebbe stato affondato nel 1992;
le indagini fin qui effettuate dall'Arpa Calabria sono state in grado di rilevare nel luogo indicato dal citato pentito un relitto, senza, però, riuscire, a causa della profondità a cui si trova lo stesso e delle attrezzature utilizzate, ad identificare la nave e a verificare l'esistenza di eventuale materiale tossico;
la procura della Repubblica di Paola ha individuato la presenza di zone del territorio interessate dalla presenza di rifiuti anche tossici, sulle quali risultava indispensabile un immediato intervento di caratterizzazione e bonifica;
il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha immediatamente attivato un gruppo di lavoro, cui prendono parte, oltre agli esperti dello stesso ministero, tra gli altri, la Presidenza del Consiglio dei ministri, l'Ispra, l'Arma dei carabinieri, la guardia costiera, volto a pianificare gli interventi da attivare per la rilevazione e la gestione del rischio ambientale derivante dai fatti segnalati dalla procura di Paola;
sia la procura di Paola sia la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, succedutesi nelle indagini, hanno ritenuto di incaricare il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di compiere tutte le attività necessarie alla messa in sicurezza delle aree inquinate a terra, all'identificazione del relitto al largo di Cetraro e alla verifica dell'eventuale esistenza a bordo di rifiuti tossici;
il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha già sottoposto alla procura di Paola un piano di caratterizzazione e di messa in sicurezza delle aree a terra e ha già inviato sul luogo dell'avvistamento del relitto una nave oceanografica geostazionaria, in grado di accertare l'identità della nave e l'eventuale presenza di rifiuti tossici a bordo o nelle sue vicinanze;
un'altra procura calabrese ha chiesto al ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di compiere i medesimi accertamenti in altro tratto di mare, ove si sospetta possa essere presente un altro relitto contenente rifiuti tossici, e il reparto ambientale marittimo della guardia costiera esistente presso lo stesso ministero sta compiendo operazioni di monitoraggio in altri tratti di mare, tra cui quelli antistanti le coste liguri, per verificare la segnalazione della presenza di un relitto contente un carico nocivo per la salute e l'ambiente;
a prescindere dagli esiti delle indagini sopra indicate, esiste l'esigenza di un monitoraggio sui siti di tutti i naufragi sospetti (individuati con la collaborazione della magistratura e, in particolare, della direzione nazionale antimafia), con le coste e le aree limitrofe, al fine di accertare l'esistenza di carichi nocivi nei relitti e provvedere immediatamente a porre in essere gli eventuali interventi di messa in sicurezza e bonifica che si rendessero necessari;
è necessario inquadrare tale attività di monitoraggio in una più ampia strategia di lotta alle ecomafie, rafforzando il coordinamento tra diverse forze operanti nell'attività di contrasto ai reati ambientali;
tale operazione di monitoraggio, di eventuale recupero dei relitti e di messa in sicurezza e bonifica delle aree ha costi elevati, che possono essere sostenuti solo attraverso un intervento straordinario del Governo, volto a far luce in modo definitivo sul fenomeno, fornendo alle popolazioni rassicurazioni sulle effettive condizioni del mare, sugli eventuali pericoli per la salute pubblica e sugli interventi effettuati e programmati;
tali attività devono essere accompagnate da misure di intervento economico in favore dei settori economici che maggiormente hanno risentito delle notizie di stampa riguardanti le cosiddette «navi dei veleni» e dei divieti di esercizio di attività commerciali;
anche la Commissione Bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti ha avviato attività conoscitive sulla vicenda in collaborazione con il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con le magistrature competenti,

impegna il Governo:

a proseguire con il massimo impegno nell'attività di identificazione dei relitti sospetti e di verifica dell'eventuale esistenza di carichi nocivi per la salute pubblica o per l'ambiente, fornendo il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare delle risorse finanziarie e tecnologiche necessarie per far luce su questa gravissima vicenda;
a continuare ad assicurare ogni possibile sostegno alla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e alla procura di Paola e, più in generale, alla magistratura che svolge attività di indagine su fenomeni quali quello in questione, dotando il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare delle risorse finanziarie e tecnologiche necessarie;
ad avviare un ampio programma di monitoraggio dei siti di tutti i naufragi sospetti (individuati con la collaborazione della magistratura e, in particolare, della direzione nazionale antimafia), con le coste e le aree limitrofe, al fine di accertare l'esistenza di carichi nocivi nei relitti e provvedere immediatamente a porre in essere gli eventuali interventi di messa in sicurezza e bonifica che si rendessero necessari;
ad inquadrare tale attività di monitoraggio in una strategia di lotta alle ecomafie che assicuri il coordinamento tra le diverse forze operanti nell'attività di contrasto ai reati ambientali, contribuendo a porre in piena luce i rapporti con le organizzazioni criminali;
a proseguire nella realizzazione delle attività di messa in sicurezza e bonifica dei siti inquinati da rifiuti tossici, in modo da assicurare la tutela massima della sicurezza, dell'igiene e della salute;
a continuare ad assicurare il costante rapporto con gli organismi internazionali e, in particolare, con l'Unione europea, in modo da garantire il coinvolgimento della comunità internazionale sul problema dello smaltimento illecito dei rifiuti e, in particolare, sulla necessità di un'ampia azione di monitoraggio che tocchi l'intero bacino del Mediterraneo;
ad assicurare aiuti economici ai settori produttivi che hanno subito ingenti danni a causa della diffusione delle notizie riguardanti le presunte «navi dei veleni» o a seguito dei provvedimenti di divieto adottati dalle competenti autorità giudiziarie e amministrative.
(1-00258)
«Ghiglia, Belcastro, Baldelli, Tortoli, Bonciani, Antonino Foti, Germanà, Gibiino, Pili, Scandroglio, Vella».
(26 ottobre 2009)

(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

MOZIONI SORO ED ALTRI N. 1-00256 E BORGHESI ED ALTRI N. 1-00259 CONCERNENTI INIZIATIVE PER LA VERIFICA DEI PRESUPPOSTI PER L'IMPUGNAZIONE DELLA LEGGE APPROVATA DALLA REGIONE SARDEGNA IN MATERIA DI SOSTEGNO DELL'ECONOMIA MEDIANTE IL RILANCIO DEL SETTORE EDILIZIO E INTERVENTI PER LO SVILUPPO

Mozioni

La Camera,
premesso che:
con legge 9 gennaio 2006, n. 14, avente per oggetto «Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea sul paesaggio, fatta a Firenze il 20 ottobre 2000», l'Italia ha assunto precisi impegni internazionali per l'attuazione di politiche di tutela dei beni paesaggistici insistenti sul proprio territorio e con il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modifiche ed integrazioni, denominato «Codice dei beni culturali e del paesaggio», si è inteso applicare su tutto il territorio nazionale una disciplina uniforme ed innovativa in materia di tutela del paesaggio in attuazione dell'articolo 9 della Costituzione;
la regione Sardegna, in attuazione delle disposizioni contenute nelle norme in premessa, ha approvato, in data 7 settembre 2006, con decreto del Presidente della giunta regionale n. 82, il piano paesaggistico regionale attraverso le procedure previste dalla legge regionale 25 novembre 2004, n. 8, e così, come espressamente previsto dal cosiddetto «codice Urbani», ha sottoscritto specifica intesa con il ministero per i beni e le attività culturali attestante la piena conformità dal piano approvato con la disciplina di cui all'articolo 143 del citato Codice dei beni culturali e del paesaggio;
sulla base dell'accordo Stato-regioni del 1o aprile 2009 in materia di «piano casa», la regione Sardegna ha approvato, in data 16 ottobre 2009, un provvedimento denominato «Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo», nel quale si dispone, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo in maniera del tutto arbitraria, la soppressione delle norme di salvaguardia del piano paesaggistico in vigore, con un processo di «de-pianificazione» in deroga, che prevede aumenti volumetrici generalizzati fino al 40 per cento dei volumi esistenti anche in aree sottoposte a regime di tutela integrale e differenziata in base all'articolo 142 del Codice (aree tutelate per legge), nonché in aree sottoposte a vincolo dal piano per l'assetto idrogeologico;
poiché, come affermato dalla Corte costituzionale con sentenza n. 51 del 2006, è «il legislatore statale a conservare il potere di vincolare la potestà legislativa primaria della regione speciale attraverso l'emanazione di leggi qualificabili come riforme economico-sociali», a fronte della vigenza del Codice dei beni culturali e del paesaggio, che informa le norme della disciplina paesaggistica della Sardegna, non risultano operanti altri indirizzi del legislatore statale che autorizzino disposizioni in deroga a quelle espressamente in vigore;
per specifica disposizione del Codice e per le finalità in esso contenute, «le previsioni dei piani paesaggistici non sono derogabili da parte di piani, programmi e progetti nazionali e regionali di sviluppo economico» (articolo 145, comma 3, del decreto legislativo 26 marzo 2008, n. 63) e, per svariati ulteriori motivi, la legge della regione Sardegna appare in contrasto con le disposizioni del legislatore statale, che attua un principio costituzionale di tutela del paesaggio;
l'eventuale applicazione sul territorio della Sardegna di dette norme regionali comporterebbe una grave ed irreversibile attività di depauperamento e devastazione del patrimonio paesaggistico tutelato dal piano e le stesse norme regionali appaiono del tutto in contrasto sia con le norme statali che con quelle regionali di attuazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio;
la pianificazione paesaggistica è materia delegata dal Codice dei beni culturali e del paesaggio dallo Stato alle regioni e lo Stato si riserva di vigilare sull'attività delle regioni, ai sensi dell'articolo 155 del Codice;
le previsioni dei piani paesaggistici, in virtù della tutela costituzionale che realizzano, «sono cogenti» ed «immediatamente prevalenti» su qualunque disposizione difforme anche di carattere settoriale e ciò rende urgente ed indispensabile verificare la legittimità e la coerenza della legge regionale della Sardegna, anche al fine di prevenire un danno ambientale e paesaggistico irreversibile e gravi ripercussioni sociali ed economiche,

impegna il Governo

a verificare la sussistenza dei presupposti per l'impugnazione, per le evidenti violazioni delle norme statali, costituzionali e comunitarie, della legge della regione Sardegna recante «Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo».
(1-00256)
«Soro, Franceschini, Pes, Sereni, Bressa, Mariani, Realacci, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Calvisi, Fadda, Marrocu, Melis, Arturo Mario Luigi Parisi».
(21 ottobre 2009)

La Camera,
premesso che:
nel mese di marzo 2009 il Governo ha avviato alcune misure per il rilancio del settore edilizio - il cosiddetto «piano casa 2» - che si sarebbe dovuto articolare in tre momenti tra loro collegati: una intesa in sede di Conferenza Stato-regioni, un decreto-legge con l'obiettivo di semplificare alcune procedure di competenza esclusiva dello Stato, al fine di rendere più rapida ed efficace la disciplina dell'attività edilizia, e un disegno di legge delega per un generale riordino della materia urbanistico-edilizia;
l'ordine logico e cronologico doveva essere quello individuato in sede di Conferenza Stato-regioni del 31 marzo 2009: prima una sorta di legge quadro statale, quindi a seguire le leggi regionali di natura attuativa. In realtà si è assistito ad un'evidente anomala inversione: il Governo non ha ancora emanato alcun provvedimento in materia e si trova paradossalmente ad attendere che tutte le regioni abbiano fatto la propria legge, per poi «adeguarsi» con una legge nazionale;
il risultato è un'assenza di regole chiare e uniformi su tutto il territorio nazionale, nonché una procedura di dubbia costituzionalità;
finora è stato, infatti, perfezionato solamente il primo dei tre provvedimenti, ovvero l'intesa in sede di Conferenza Stato-regioni, nella quale le regioni si sono impegnate ad approvare, entro e non oltre 90 giorni, proprie leggi volte a regolamentare interventi di ampliamento e modifica architettonica e/o energetica degli edifici e a disciplinare interventi straordinari di demolizione e ricostruzione, con relativo ampliamento della volumetria esistente per edifici a destinazione residenziale;
a tutt'oggi le regioni che hanno provveduto ad emanare proprie leggi in materia sono state: Abruzzo (legge 19 agosto 2009, n. 16); Basilicata (legge 7 agosto 2009, n. 25); Emilia Romagna (legge 6 luglio 2009, n. 6); Lazio (legge 11 agosto 2009, n. 21); Lombardia (legge 16 luglio 2009, n. 13); Marche (legge 8 ottobre 2009, n. 22); Piemonte (legge 14 luglio 2009, n. 20); Puglia (legge 30 luglio 2009, n. 14); Toscana (legge 8 maggio 2009, n. 24); Umbria (legge 26 giugno 2009, n. 13); Valle d'Aosta (legge 4 agosto 2009, n. 24); Veneto (legge 8 luglio 2009, n. 14); Provincia autonoma di Bolzano (delibera 15 giugno 2009, n. 1609); Sardegna (legge 16 ottobre 2009). La Provincia autonoma di Trento non ha previsto di dare attuazione all'intesa del 31 marzo 2009, in quanto con la legge n. 2 del 2009 ha già varato un piano di incentivi finanziari destinato ad interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione. Per molte di queste leggi è, peraltro, scaduto il termine di sessanta giorni previsto dall'articolo 127 della Costituzione, per una loro eventuale impugnazione;
ricordiamo che il «governo del territorio» rientra nella cosiddetta legislazione «concorrente» tra Stato e regioni (articolo 117 della Costituzione). Si tratta, dunque, di una competenza e di una responsabilità condivisa, dove entrambi i soggetti «concorrono», ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, per il raggiungimento di una finalità avente interessi pubblici. E sempre nell'ambito della legislazione concorrente rientrano sia la materia urbanistica (sentenza della Corte costituzionale n. 303 del 2003), che quella edilizia (sentenza Corte costituzionale n. 362 del 2003), in quanto comunque riconducibili al «governo del territorio»;
peraltro, l'articolo 9 della nostra Carta costituzionale «tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione», anteponendolo a qualsiasi altro interesse;
il «cuore» del suddetto «piano casa» è nei fatti la possibilità di costruire in deroga ai piani regolatori, con l'obiettivo principale di rispondere alla necessità di sostenere il settore delle costruzioni e le imprese edili colpite dalla crisi;
di fatto, si assiste ad interventi delle singole regioni effettuati con modalità diverse, sulla base delle loro esigenze territoriali e senza alcun coordinamento da parte dello Stato. Una serie di interventi che «gonfiano» le cubature esistenti (20-30 per cento), sopraelevano gli edifici, consentono di demolire e trasferire altrove;
la «babele urbanistica» conseguente alle differenze di carattere sostanziale tra le norme regionali fin qui approvate impone un particolare controllo e monitoraggio del Governo, proprio per il ruolo primario che la Costituzione gli assegna in materia di governo del territorio;
ultima in ordine di tempo è stata la legge della regione Sardegna del 16 ottobre 2009 in materia di rilancio del settore edilizio, che si inserisce all'interno di una revisione del piano paesaggistico regionale e che prevede - tra le altre cose - aumenti di volumetrie dal 10 al 45 per cento, anche in aree sottoposte a regime di tutela integrale in base all'articolo 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, e quindi in violazione del medesimo, nonché in aree sottoposte a vincolo per l'assetto idrogeologico;
la medesima legge prevede interventi edilizi che possono ricadere anche entro la fascia dei 300 metri dal mare e consente gli ampliamenti in via definitiva, sono cioè attuabili sempre indipendentemente da una scadenza temporale, mentre invece, in base all'intesa Stato-regioni del 31 marzo 2009, le leggi regionali avrebbero dovuto avere carattere di «straordinarietà», con un termine di efficacia non superiore a 18 mesi, «salvo diverse determinazioni delle singole regioni», che però non può e non deve essere inteso come un «senza termine»;
la medesima legge autorizza, inoltre, interventi di ampliamento degli immobili a finalità turistico-ricettiva nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, «anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici vigenti»;
inoltre, con il decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, e successive modificazioni ed integrazioni, l'Italia ha dato attuazione alle previsioni della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora, creatrice della rete «Natura 2000 (S.I.C. e Z.P.S.)», per la salvaguardia delle aree e specie naturali identificative del territorio europeo. L'elenco della regione biogeografica mediterranea, comprendente la Sardegna, è stato approvato con decisione della Commissione europea 19 luglio 2006, n. 3261, in Gazzetta ufficiale delle Comunità europee 21 settembre 2006, n. L259;
l'applicazione indiscriminata, spesso in regime di dichiarazione di inizio attività - quindi in assenza di alcuna vigilanza e valutazione preventiva da parte della pubblica amministrazione in sede autorizzatoria - del regime degli aumenti volumetrici e delle relative modifiche territoriali confligge fortemente anche con gli obblighi dello Stato derivanti dall'appartenenza all'Unione europea, in quanto applicabile anche entro tutte le zone di protezione speciale (Z.P.S.) ed i siti di importanza comunitaria (S.I.C.), individuati ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE citata, con il rischio evidente di trascinare l'Italia in una lunga serie di procedure di infrazione e contenziosi,

impegna il Governo:

a verificare se sussistano i presupposti per promuovere la questione di legittimità costituzionale della legge della regione Sardegna del 16 ottobre 2009, in quanto eccedente le competenze costituzionalmente previste, nonché in violazione dell'articolo 9 della Carta costituzionale, della normativa nazionale in materia e della legislazione comunitaria in materia di habitat, fauna e flora (direttiva n. 92/43/CEE);
a verificare se sussistano violazioni della normativa esistente in materia urbanistica e di tutela del territorio e, conseguentemente, se sussistano i presupposti per l'impugnazione delle leggi regionali approvate e attuative del cosiddetto «piano casa», qualora ancora nei termini costituzionalmente previsti;
a verificare, nell'ambito dei poteri garantiti dall'articolo 127 della Costituzione, e stante l'estrema delicatezza di un ambito quale quello del governo del territorio e della tutela del paesaggio, il pieno rispetto da parte delle future leggi regionali attuative del «piano casa», di cui all'accordo raggiunto in sede di Conferenza Stato-regioni il 31 marzo 2009, della normativa statale, costituzionale e comunitaria.
(1-00259)
«Borghesi, Palomba, Donadi, Evangelisti, Piffari, Scilipoti, Misiti».
(26 ottobre 2009)

(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).