XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 16 dicembre 2009

TESTO AGGIORNATO AL 12 GENNAIO 2010

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La XI Commissione,
premesso che:
il principio di automaticità delle prestazioni, di cui all'articolo 2116 del codice civile, è un caposaldo del diritto previdenziale in quanto stabilisce, al primo comma, che le prestazioni di previdenza e di assistenza «sono dovute al prestatore di lavoro, anche quando l'imprenditore non ha versato regolarmente i contributi dovuti alle istituzioni di previdenza e di assistenza»;
la tutela dei diritti del prestatore di lavoro è ulteriormente rafforzata ai sensi del secondo comma del medesimo articolo, il quale dispone che nei casi in cui «le istituzioni di previdenza e di assistenza, per mancata o irregolare contribuzione, non sono tenute a corrispondere in tutto o in parte le prestazioni dovute, l'imprenditore è responsabile del danno che ne deriva al prestatore di lavoro»;
nell'istituire una gestione separata presso l'Inps (articolo 2, commi 26-32, della legge 8 agosto 1995, n. 335), destinata ad assicurare la tutela pensionistica e poi anche le tutele di malattia, maternità, per il nucleo familiare ai titolari di collaborazione coordinata e continuativa, ai lavoratori a progetto, agli esercenti un'attività di lavoro occasionale e ai venditori a domicilio nonché agli associati in partecipazione, si è posto l'interrogativo circa l'applicabilità del principio dell'automaticità delle prestazioni ai rapporti che intercorrono tra i soggetti tutelati e l'ente di previdenza;
identico interrogativo ha sollevato l'estensione, ai soli lavoratori parasubordinati, della tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (articolo 5 del decreto legislativo 23 febbraio 2000 n. 38);
al riguardo è da segnalare come i due maggiori enti previdenziali - Inps e Inail - abbiano assunto posizioni diametralmente opposte;
l'Inps, infatti, ha concluso (circolare del 6 settembre 2006, n. 95-bis e messaggio del 22 maggio 2007, n. 12768) per l'inapplicabilità dell'automaticità delle prestazioni in ragione della natura giuridica autonoma del rapporto di lavoro dei soggetti iscritti alla gestione separata, nonostante che la struttura soggettiva dell'obbligazione contributiva sia stata dalla legge conformata, per alcuni di quei rapporti, sul modello adottato finora soltanto nell'ambito del lavoro subordinato, che prevede la dissociazione tra soggetto protetto e soggetto obbligato al pagamento della contribuzione;
tale interpretazione ha determinato la non corresponsione delle prestazioni previdenziali riconosciute dalla legge a dei lavoratori che ne hanno diritto e che non ne fruiscono per altrui responsabilità; in tal senso vanno tenuti presenti gli effetti della prescrizione dei diritti nei confronti di un lavoratore-collaboratore che resta del tutto indifeso rispetto ai comportamenti omissivi del committente;
dal canto suo, l'Inail, conferma una linea interpretativa del tutto diversa. Dapprima (circolare del 7 maggio 1998, n. 30), ha interpretato l'inapplicabilità del principio di cui all'articolo 2116 del codice civile unicamente ai «casi di identità fra soggetto assicurato... e soggetto assicurante», tipicamente riferibili al lavoro autonomo (artigiani, commercianti, coltivatori). In seguito (circolare 11 aprile 2000, n. 32) ha ribadito tale orientamento con specifico riferimento ai lavoratori parasubordinati di cui all'articolo 5 del decreto legislativo n. 38 del 2000. In altri termini, se è l'identità tra soggetto assicurato e soggetto assicurante a giustificare l'inapplicabilità del principio di automaticità, questo effetto non può prodursi, invece, laddove si riscontri una dissociazione tra i due soggetti analogamente a quanto avviene nel caso del lavoro subordinato;

la scelta di individuare - con riferimento ai soggetti del rapporto di collaborazione di cui alla gestione separata presso l'Inps - nel committente l'unico debitore verso l'ente previdenziale è prevista non solo dal comma 30, dell'articolo 2 della legge n. 335 del 1995 (dove il contributo previdenziale è espressamente suddiviso in 2/3 a carico del committente e 1/3 a carico dell'iscritto), ma anche dall'articolo 1, primo comma, del decreto ministeriale 2 maggio 1996, n. 281. Diverse modalità di versamento sono, invece, previste nel caso in cui il collaboratore sia titolare di partita IVA e quindi unifichi su di sé l'identità di soggetto assicurante e di soggetto assicurato;
secondo la Corte costituzionale (sentenza 5 dicembre 1993 n. 374) sussiste un nesso logico tra la «finalità di protezione sociale inerente ai sistemi di assicurazione obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti» e l'automaticità delle prestazioni;
configurato il contributo previdenziale alla stregua di un'imposta speciale, l'inadempimento dell'obbligo tributario non può determinare di per sé l'esclusione del cittadino da un beneficio derivante dalla realizzazione dei fini pubblici perseguiti con le imposte;
una diversa e più corretta interpretazione dell'articolo 2116 del codice civile non comporterebbe alcuna esigenza di copertura dal momento che le prestazioni assicurate a questi lavoratori sono finanziate attraverso il previsto prelievo contributivo e la gestione è in attivo di esercizio per circa 8 miliardi di euro (mentre la situazione patrimoniale è in attivo per 50 miliardi),

impegna il Governo:

ad impartire, nell'esercizio dei suoi poteri di indirizzo e vigilanza, precise direttive all'Inps per la corretta interpretazione dell'articolo 2116 del codice civile in senso uniforme a quanto praticato dall'Inail, allo scopo di tutelare più compiutamente e correttamente i diritti dei collaboratori in via esclusiva iscritti alla suddetta gestione separata;
a riconoscere, di conseguenza, l'applicabilità dell'articolo 2116 del codice civile ai suddetti soggetti, se non titolari in proprio dell'obbligazione contributiva.
(7-00240)
«Cazzola, Moffa, Damiano, Delfino, Fedriga, Antonino Foti, Berretta, Bobba, Boccuzzi, Ceccuzzi, Codurelli, Vincenzo Antonio Fontana, Gatti, Gnecchi, Madia, Mattesini, Miglioli, Mosca, Poli, Rampi, Santagata, Schirru, Bellanova».

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ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere:
visto il contenuto della risposta all'interrogazione n. 4-03678, quale sia l'esito del negoziato avviato con la Moldavia e quali siano i principali motivi di divergenza.
(4-05459)

REGUZZONI, GRIMOLDI, DESIDERATI e D'AMICO. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro per le politiche europee. - Per sapere:
se le notizie apparse sulla stampa circa presunti brogli alle recenti elezioni in Romania abbiano riscontro, come dichiarato dal Presidente uscente Traian Basescu;
se e quali azioni il Governo e l'Unione europea, in caso positivo, intendano attuare nei confronti della crisi della democrazia rumena.
(4-05463)

TESTO AGGIORNATO AL 1° DICEMBRE 2010

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la conferenza di servizi decisoria del 24 gennaio 2008 aveva deliberato, in merito alla vicenda relativa alla società Mythen:
a) di sollecitare l'attivazione dell'intervento di messa in sicurezza d'emergenza della falda;
b) di realizzare a valle della barriera idraulica, ulteriori peziometri da utilizzare sia per prove idrogeologiche che idrochimiche a verifica dell'efficacia e dell'efficienza dello sbarramento;
c) di richiedere agli enti di controllo un report tecnico al fine di verificare l'attuazione della misura di messa in sicurezza d'emergenza della falda e l'efficacia e l'efficienza della medesima;
d) che le acque di falda contaminate, emunte ai sensi delle disposizioni comunitarie debbono essere considerate un rifiuto liquido e, come tale, gestite in conformità con le vigenti norme in materia di rifiuti;
e) che l'utilizzo a fini ammissibili ad uso domestico deve essere subordinato ad apposita caratterizzazione da parte dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Basilicata;
f) di presentare validazione da parte dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Basilicata delle campagne analitiche sulle acque di falda del 29 giugno 2005;
g) di ricordare infine che gli elaborati devono essere sottoscritti da tecnici abilitati nei limiti delle proprie competenze professionali;
h) di sollecitare la trasmissione degli approfondimenti sul ritrovamento del piombo in acque di falda in accordo con l'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Basilicata richiesti dalla conferenza dei servizi decisoria del 15 febbraio 2007; la Direzione generale per la qualità della vita del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con nota prot. 4463/Qdv/D1 del 22 febbraio 2008 ha sollecitato quanto richiesto dalla conferenza di servizi;
la conferenza di servizi istruttoria del 25 novembre 2008 ha verificato che non risulta pervenuta alcuna comunicazione in merito a quanto richiesto -:
se i Ministri interrogati siano al corrente di questa situazione;
per quali ragioni non si sia svolta nel novembre 2009 la conferenza di servizi;
quali iniziative si intendano adottare per far sì che siano realizzati con la massima urgenza gli interventi richiesti a tutela dell'ambiente e della salute pubblica.
(5-02268)

Interrogazioni a risposta scritta:

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
uno studio commissionato da Optimum Population Trust alla «London School of Economics» ha stimato che una riduzione delle emissioni di 1 tonnellata di CO2 facendo uso del controllo delle nascite il rapporto parla di family planning) costa 7 dollari da confrontare con 24 dollari per l'energia eolica, 51 dollari per l'energia solare (fotovoltaica) e 57-83 dollari per il carbone con cattura e immagazzinamento della CO2 -:
se e come intenda promuovere una politica di governo della crescita demografica nell'ambito delle politiche ambientali.
(4-05453)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la Conferenza di servizio decisoria del 24 gennaio 2008 ha ribadito, in merito all'area dello stabilimento ex-Materit, la richiesta al comune di Ferrandina di rimozione immediata dell'amianto ancora presente nell'area dello stabilimento e quello ivi raccolto in numerosi «big bags» accumulati all'interno dei capannoni;
la stessa Conferenza di servizio ha preso atto dei risultati della caratterizzazione presentati dall'azienda, fatta salva la validazione da parte Dell'Agenzia per la protezione ambientale della Basilicata (ARPAB), subordinatamente al recepimento delle seguenti prescrizioni:
a) l'attivazione di un intervento di messa in sicurezza d'emergenza dei suoli alla luce della contaminazione da amianto riscontrata nei medesimi suoli;
b) l'attivazione di un intervento di messa in sicurezza d'emergenza della falda, alla luce della contaminazione dei parametri manganese, esaclorobutadiene e tricloroetilene riscontrata nelle medesime acque sotterranee;
c) il chiarimento dell'anomalia relativa alla cartografia isofreatica allegata al documento; la verifica in accordo con ARPAB del corretto funzionamento delle reti tecnologiche. Inoltre i sondaggi dovranno essere mirati ad indagare le predette aree interessate delle predette reti tecnologiche (serbatoio, condotte) e in generale le aree interessate dai centri di pericolo individuati;
d) la specifica della tipologia, dei luoghi di raccolta, dell'eventuale trattamento interno e della tipologia di smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi prodotti dall'azienda;
e) la Conferenza dei servizi istruttoria del 25 novembre 2008 ha evidenziato l'inadempienza da parte del comune rispetto a quanto già deliberato e ha ribadito la necessità di rimozione immediata dell'amianto ancora presente nell'area dello stabilimento e quello ivi raccolto in numerosi «big bags» accumulati all'interno dei capannoni;
a pochi metri dall'area così descritta dal Ministero a distanza di circa un anno da quell'ultima la Conferenza di servizi oggi esiste una discarica abusiva e un campo coltivato a grano -:
se i Ministri interrogati siano al corrente di questa situazione;
per quali ragioni non si sia svolta nel novembre 2009 la conferenza di servizio;
quali iniziative si intendano adottare per far sì che siano realizzati con la massima urgenza gli interventi per la messa in sicurezza dell'area contaminata da amianto e altre sostanze tossiche.
(4-05454)

TAGLIALATELA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
gli Stati Uniti, nel 2007, hanno proposto l'inserimento di tutte le specie del genere corallium in Appendice II della Cites (la Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna minacciate di estinzione). Tale proposta è basata su dati assolutamente fuorvianti. Giusto per fare un esempio, dal 1994, in Europa, vige il divieto di pesca con reti a strascico, per cui la pesca avviene solo in modo selettivo: ebbene nella proposta americana si fa derivare il calo del pescato avuto negli anni successivi al 94, da una condizione di sofferenza della specie (senza nemmeno citare l'avvenuto divieto di pesca con strascico);
nel settembre 2009 si è tenuto a Napoli un importante workshop sul corallo, in cui i più grandi biologi mondiali, ed anche il più importante studioso americano

di coralli - Richard Grigg - hanno dichiarato che il corallo rosso non è a rischio di estinzione;
nel 1988, anche la Fao, nella consultazione tecnica sul corallo rosso del Mediterraneo, concluse i lavori senza chiedere particolari provvedimenti di protezione e suggerì l'utilizzo a rotazione dei banchi. Posizione, peraltro, riconfermata nel 2007;
attualmente, nel Mediterraneo il corallo viene raccolto da non più di cento subacquei che effettuano esclusivamente prelievi selettivi. Inoltre, la diminuzione della domanda mondiale di corallo fa sì che se ne peschi e se ne lavori sempre meno, con conseguente minore sfruttamento della specie;
Torre del Greco, il maggiore centro di lavorazione di corallium rubrum al mondo (corallo rosso del Mediterraneo), conta circa 300 imprese ed un indotto che coinvolge circa 5.000 persone. L'eventuale inclusione del corallo in Cites, provocherebbe, ad avviso dell'interrogante, un tale appesantimento burocratico che, aggiunto al danno di immagine, segnerebbe a fine di una fiorente attività, fiore all'occhiello del made in Italy, oltre ad una notevole perdita di posti di lavoro;
l'inclusione del corallo in un elenco di specie da proteggere, provocherebbe la chiusura di centinaia d'imprese artigianali-commerciali e la conseguente immediata perdita di ogni fonte di reddito per migliaia di persone, molte delle quali residenti nell'area della città di Torre del Greco e segnerebbe inoltre a fine di un'attività molto importante per la Campania;
dal 13 al 25 marzo 2010, si terrà a Doha, in Qatar, la Conferenza delle Parti e, in quella sede, notizie apprese dall'interrogante riferiscono che gli Stati Uniti ripresenteranno la richiesta d'inserimento del corallo nell'Appendice II della Cites -:
se il Governo ritenga necessario porre in essere ogni idonea iniziativa, durante la riunione di Doha, al fine di scongiurare l'inserimento del corallo rosso del Mediterraneo nell'Appendice II della Cites.
(4-05470)

GRIMOLDI, LAURA MOLTENI e STUCCHI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il fiume Lambro, la cui sorgente si trova in provincia di Como presso l'Alpe del Piano Rancio, è uno dei corsi d'acqua più inquinati del mondo ed attraversa, lungo i suoi 130 km, circa 400 comuni (tra cui tutta l'area della Brianza, Monza, il territorio milanese e lodigiano), in un'area tra le più dense ed industrializzate d'Europa;
il fiume, che ha una portata di 40 mc/s e che raccoglie anche le acque del Seveso e dell'Olona, scarica nel Po (e quindi nell'Adriatico) i due terzi degli scarichi civili ed industriali della Lombardia, l'equivalente del liquame prodotto da undici milioni di abitanti e si può quindi considerare come il simbolo del degrado ambientale ed etico del nostro Paese;
in particolare, il Lambro inietta nel Po il 60 per cento di tutto l'azoto in arrivo dagli scarichi civili, il 40 per cento dei metalli tossici come piombo e cadmio, il 20 per cento di rame e zinco, il 15 per cento di cromo, nichel e arsenio;
nei pressi della foce, ad Orio Litta (Lo), è possibile notare come il carico di veleni impieghi quasi 20 km per essere assorbito dal fiume Po quasi fino a Piacenza;
numerosi sforzi sono stati compiuti, già a partire dagli anni 70, senza grandi risultati tantoché il corso d'acqua è comunemente visto come una «fogna a cielo aperto»;
ancora oggi il fiume raccoglie acque non trattate di circa 8 milioni di abitanti lombardi, tra cui quelle della zona di Monza, il cui depuratore non è adeguato;
altri fiumi europei fortemente inquinati, come il Tamigi, sono rinati grazie alle opere di depurazione e controllo degli scarichi civili ed industriali;

nel 2015 a Milano ed in Lombardia si terrà l'Expo che, tra gli obiettivi, ha anche a riqualificazione delle vie d'acqua;
è pertanto impensabile che quest'importantissimo evento abbia successo se non si riuscirà a risanare questo fiume -:
se il Ministro sia informato della grave situazione di inquinamento ambientale che colpisce il fiume Lambro ed il territorio che attraversa e se non ritenga opportuno intervenire quanto prima, anche ai fini dell'Expo, affinché il corso d'acqua possa essere risanato.
(4-05474)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
il presidente della Commissione sviluppo sostenibile di Confindustria Aldo Fumagalli Romario, nel corso di un'audizione alla Commissione bicamerale ecomafie, svoltasi il 26 novembre 2009 ha disegnato uno scenario di rischio collasso delle discariche entro i prossimi due anni e ha parlato della necessità di un maggior tasso di trasparenza nel settore rifiuti, di maggiori e migliori controlli e ha sollevato il problema di bonifiche non effettuate in aree che occuperebbero il 3 per cento del territorio italiano;
quanto alla necessità di introdurre un maggior tasso di trasparenza nel settore dei rifiuti occorre, a parere degli interroganti, che un'iniziativa in tale senso riguardi anche e parta proprio dalle aziende;
è infatti praticamente impossibile conoscere i codici Cer delle sostanze utilizzate da aziende che trattano rifiuti o sostanze pericolose; per non parlare della possibilità di poter acquisire con facilità i cosiddetti MUD (modello unico di dichiarazione ambientale), depositati dalle aziende presso le Camere di commercio;
dati questi che certamente non sono disponibili on-line -:
se e quali misure intendano adottare per introdurre un maggior tasso di trasparenza nel settore dei rifiuti;
se e quali misure intendano adottare per evitare il rischio di collasso delle discariche;
se e quali misure intendano adottare per accertare como siano stati utilizzati i fondi stanziati per le mancate bonifiche dei siti di interesse nazionale.
(4-05477)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
La Lombardia, nei secoli vero e proprio crocevia d'Europa, ha un immenso patrimonio di arte e cultura: 10.000 edifici sacri, 2.000 tra rocche e castelli, ville e siti archeologici, 300 musei e 1.200 tra archivi storici e biblioteche sono solo alcuni numeri esemplificativi ma non esaustivi di una realtà tra le più complesse, articolate, variegate ed irripetibili del pianeta -:
quale sia lo sforzo - in termini di risorse economiche, tecniche e umane - del Ministero per i beni e le attività culturali nei confronti della Lombardia;
quali siano i dati di confronto con le altre regioni del territorio nazionale.
(4-05457)

TESTO AGGIORNATO AL 14 MARZO 2011

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DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:

CIOCCHETTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
i mass media hanno dato più volte risalto, negli ultimi tempi, alla ventilata riduzione del nostro contingente militare

in Afghanistan, salvo poi segnalare, invece, un nostro maggiore impegno nel settore militare fino al 2013;
sembra altresì acclarato che la formazione del «contingente» di cui trattasi avvenga su base «volontaria» mentre invece, a quanto risulta all'interrogante, ciò non risponde al vero e in alcune speciali sezioni, ad esempio quella medico-infermieristica, sembra non si tenga conto delle figure di cui effettivamente si necessita, ma si faccia ricorso ad altre tipologie di specializzazione -:
se intenda fornire chiarimenti in merito alle notizie diffuse dai mass media e far conoscere al Paese le effettive decisioni del Governo su questa questione;
quali siano i criteri adottati per la formazione del suddetto contingente militare, in particolare per quanto riguarda le specializzazioni mediche e infermieristiche necessarie.
(4-05468)

SPECIALE, CICU, PORCU e CARLUCCI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
attualmente Grande unità militare dalla configurazione pluriarma, i «Granatieri di Sardegna» sono un Corpo di fanteria dell'Esercito italiano discendente dall'antico «Reggimento delle Guardie» creato nel 1659 dal Duca Carlo Emanuele II di Savoia, a cui nell'ordinamento del 1664 verrà riconosciuta anzianità quale primo della fanteria ordinaria e sarà tributata precedenza sugli altri reggimenti, sicché è legittimo affermare che nei Granatieri si identifica il Corpo militare più antico d'Italia;
la storia del nostro Paese, dall'epoca sabauda ai giorni nostri, tramanda che i «granatieri di Sardegna» sono storicamente destinati ad espletare mansioni di presidio e sorveglianza, con particolare riguardo alla città di Roma: essi hanno preso parte alle tre guerre d'indipendenza, alla prima e alla seconda guerra mondiale, durante la quale esperirono impareggiabile opera di sorveglianza nella Capitale;
l'8 settembre 1943, alla proclamazione dell'armistizio, la divisione di fanteria «Granatieri di Sardegna» ebbe le proprie unità schierate nell'area centro-sud di Roma, nel precipuo intento di proteggere le vie d'accesso alla Capitale. La strenua reazione agli attacchi sferrati dalle forze tedesche si sviluppò in particolare a cavallo di via Ostiense, Porta S. Paolo, Magliana, Montagnola, Corso del Tevere e zone concomitanti ed ebbe termine, dopo incredibile spargimento di sangue dei propri uomini, solo la sera del 10 settembre 1943, allorché la Divisione venne considerata sciolta (sarà ricostituita meno di un anno dopo in Sardegna);
nel novembre 1976, nell'ambito di una generale ristrutturazione dell'Esercito, è stata costituita, si che vi confluissero i raggruppamenti del passato, la Brigata meccanizzata «Granatieri di Sardegna», articolata in tre reggimenti: il primo con sede a Roma in via di Pietralata (caserma «Gandin»), il secondo di stanza a Spoleto (caserme «Garibaldi» e «Gioffredi») e il terzo con sede a Orvieto (caserma «Piave»): attualmente, però, esiste solo il I Reggimento «Granatieri di Sardegna», erede di una prestigiosa tradizione che si protrae da ben 350 anni, mentre gli altri due non sono più operativi;
il 28 maggio 2009, il consiglio comunale di Roma ha deliberato di conferire la cittadinanza onoraria di Roma al menzionato I Reggimento «Granatieri di Sardegna» quale testimonianza solenne di apprezzamento o di affetto per la costante opera di presidio alla Capitale svolta dal Corpo e a riconoscenza del profondo legame stabilito dai granatieri con il popolo romano negli oltre 110 anni di presenza nella città - con il pensiero rivolto anche alloro impegno nell'operazione «Strade Sicure» e in ogni evento pubblico -:
la stagnante crisi economica che attanaglia il presente momento storico, in costanza di negativa congiuntura finanziaria mondiale, ha suggerito di reperire

fondi necessari a rimpinguare le casse dell'erario finanche mediante l'alienazione di infrastrutture demaniali e/o l'adozione di provvedimenti miranti alla riduzione delle spese relative ad esse: siffatte misure sono destinate anche all'Esercito, Italiano, atteso che il passaggio dalla leva obbligatoria a quella volontaria con conseguente riduzione della forza organica, ha nel tempo impossibilitato il pieno utilizzo delle sedi ove sono di stanza alcuni enti e unità militari. Ciò stante, però, si profila un trasferimento del menzionato, glorioso I reggimento «Granatieri di Sardegna» da Roma a Cesano che, oltre a non valutare gli immancabili e gravi disagi che l'eventuale dislocamento fuori Capitale della caserma di Pietralata, dedicata al generale Gandin eroe di Cefalonia, arrecherebbero alle centinaia di famiglie dei militari ivi stanziati, non terrebbe affatto conto della vocazione geo-storica del più antico Corpo militare Permanente d'Europa;
se non ritenga, allorché sia effettivamente pianificata l'adozione del provvedimento poc'anzi richiamato e stante la rilevanza della problematica de qua, di dover con urgenza intervenire al fine di evitare che venga applicata una misura che spezzerebbe quel forte vincolo di storia, di affetto e di senso di reciproca vicinanza che intercorre tra i cittadini romani e i Granatieri di Sardegna tanto da far guadagnare a questi ultimi l'appellativo di «soldati di Roma».
(4-05471)

TESTO AGGIORNATO AL 14 MARZO 2011

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

MARCO CARRA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi la Guardia di finanza di Bolzano ha lodevolmente portato a termine l'operazione «Kussen» attraverso la quale sono state poste sotto sequestro 16 aziende (15 in provincia di Modena ed una in provincia di Mantova, in particolare a Moglia) specializzate nella contraffazione di capi d'abbigliamento;
le aziende poste sotto sequestro erano dei veri e propri laboratori clandestini con manodopera cinese;
tale attività illecita aveva delle «diramazioni» in altri Paesi europei per un giro d'affari complessivo di 150 milioni di euro -:
come il Governo intenda contrastare, in termini più efficaci, la lotta ai laboratori ed alla produzione clandestina di capi di abbigliamento, considerato che tale fenomeno risulta essere particolarmente dannoso per le aziende italiane che, al contrario, producono capi di abbigliamento nel pieno rispetto delle leggi vigenti.
(5-02260)

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
le tecnologie in campo impiantistico (elettrico, elettronico, idraulico, per il riscaldamento e il raffreddamento e altro) sono ormai in costante e rapida evoluzione;
esistono nel Paese migliaia di piccole e piccolissime aziende artigiane e singoli professionisti che costituiscono la base della realizzazione di impianti, sia civili che industriali;
l'attuale sistema normativo non prevede alcuna agevolazione per i necessari momenti di aggiornamento e formazione professionale, per la partecipazione a fiere e congressi degli addetti delle imprese impiantistiche;
il Governo ha sempre ben operato nell'ottica della generale modernizzazione del nostro sistema-Paese -:
se e come il Governo abbia inteso o intenda favorire nuove norme di supporto

alla formazione, all'aggiornamento e alla riqualificazione del personale operante in aziende impiantistiche, anche attraverso ulteriori misure di incentivo fiscale.
(4-05466)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in Piemonte è ancora pendente un problema che persiste da oltre 15 mesi e che, qualora non risolto in tempi molto stretti, rischia di creare un vero e proprio problema sociale portando alla chiusura di imprese e quindi disoccupazione;
nel luglio 2008 il Ministero distoglieva dalla regione Piemonte, rimettendoli nel bilancio dello Stato, oltre 143,9 milioni di euro che la legge 17 del 2007 aveva appunto assegnato alla regione Piemonte per la ricollocazione di attività produttive situate in ambito di fasce fluviali a rischio di esondazione, nonostante che questo importo fosse già completamente assorbito da domande presentate da 160 aziende piemontesi (fabbisogno complessivo sulla base delle domande giacenti presso Mediocredito Centrale stimato in Euro 130 milioni circa) in possesso di tutti i requisiti per ottenere l'approvazione del finanziamento;
nonostante i ripetuti interventi di molti parlamentari e delle istanze della regione Piemonte, a tutt'oggi questi fondi non sono ancora stati riassegnati;
la conseguenza è che parecchie imprese, molte delle quali avevano già effettuato corposi investimenti per ricollocare la loro azienda in area sicura, stanno chiudendo in quanto non sono in grado di pagare le rate dei finanziamenti bancari a tasso di mercato, non pianificate;
le risorse per ovviare a questo problema sono generate annualmente nel bilancio dello Stato grazie dall'addizionale sull'imposta di bollo dei conti correnti bancari istituita a seguito dell'alluvione del 1994 ai sensi degli articoli 10 e 11 della legge n. 35 del 1995;
tali risorse sono stimate per l'anno 2010 in circa, euro 650 milioni (Capitolo 7299 del bilancio). Va tra l'altro rilevato che la reale necessità di cassa, trattandosi di contributi in Conto interessi a durata massima venticinquennale, si aggira all'incirca intorno ai 6-7 milioni di euro annui;
la via per attuare il provvedimento potrebbe essere una autorizzazione di spesa a favore dell'ente gestore mediocredito centrale nell'ambito di un decreto del Ministero, analogamente a quanto fatto dal Ministero nel marzo del 2006 grazie all'intervento del sottosegretario pro-tempore onorevole Maria Teresa Armosino, (Decreto Ministeriale n. 024118 del 2 marzo 2006);
va rilevato inoltre che l'autorizzazione a destinazione a tali finanziamenti della ri-localizzazione i fondi di cui all'addizionale sopracitata è inoltre sancita da quanto stabilito all'articolo 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 maggio 2000 (G.U. n. 149 del 28 giugno 2000) il quale consente alle regioni di far fronte all'eventuale fabbisogno finanziario inerente la legge n. 228 del 1997, mediante l'utilizzo dei fondi generati dalla suddetta addizionale. Un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (del 22 dicembre 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 31 del 7 febbraio 2001), stabilisce inoltre all'articolo 1 che al Piemonte spettano l'80 per cento delle risorse disponibili -:
come intenda operare e con quali tempi il Ministero per risolvere questa problematica situazione.
(4-05472)

NICOLAIS. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'Istituto poligrafico e zecca dello Stato è società per azioni con azionista unico il Ministero dell'economia e delle finanze;

l'Istituto poligrafico e zecca dello Stato in data 27 giugno 2008 indiceva un gara comunitaria (numero 6739/G) nella forma della procedura ristretta ai sensi del decreto legislativo n. 163 del 2006 per l'affidamento della fornitura di n. 1.000.000 inlay in formato two-up per la produzione di passaporti elettronici;
il relativo bando veniva pubblicato nel supplemento alla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea in data 2 luglio 2008 con il numero di riferimento 2008/s 126-167972;
lo stesso Istituto poligrafico e zecca dello Stato indiceva successivamente un'ulteriore gara (9278/AT) con procedura negoziata ai sensi dell'articolo 57 del decreto legislativo n. 163 del 2006 avente ad oggetto la fornitura di n. 300.000 inlay in formato two-up per la produzione di passaporto EAC;
gli inlay elettronici per la produzione di passaporti, oggetto di ambedue le procedure costituiscono bene ad alto contenuto tecnologico, dal cui corretto funzionamento per i passaporti elettronici derivano esigenze di sicurezza nazionale;
l'istituto poligrafico e zecca dello Stato ha deciso, per le suddette gare, di optare per il criterio di aggiudicazione secondo il prezzo più basso e non per il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, come sarebbe risultato più coerente con l'esigenza di valutare le offerte anche sotto il profilo qualitativo. Le procedure adottate, infatti, non comportando alcuna ponderazione nell'assegnazione del punteggio tecnico, non sono in grado di realizzare una reale selezione qualitativa delle offerte pervenute;
le forme delle procedure adottate per le due gare possono suscitare, dato l'importo delle basi d'asta, gli interessi di multinazionali che, in accordo con produttori asiatici che sfruttano manodopera meno qualificata e sottopagata, possono determinare fenomeni di cosiddetto «dumping sociale» a scapito delle aziende produttrici che ad oggi hanno garantito la fornitura dei prodotti, operando con un regime di certificazione di livello internazionale sul piano della sicurezza e in un rigoroso rispetto delle garanzie lavorative ed ambientali, con gravi ricadute sul piano occupazionale nazionale -:
se il Ministro dell'economia e delle finanze intenda intraprendere iniziative di competenza tese ad evitare che l'aggiudicazione di tali appalti possa determinare fenomeni di ribasso anomalo, in danno alle aziende concorrenti, determinando ricadute sociali negative.
(4-05475)

TESTO AGGIORNATO AL 14 MARZO 2011

...

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

II Commissione:

CONTENTO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il procuratore generale presso la corte d'appello, Vincenzo Galgano, il 15 ottobre 2009, ha rilasciato l'intervista, qui di seguito riportata integralmente, al Corriere del Mezzogiorno, a firma di Gianluca Abate, dal titolo «PM fanatici danneggiano le persone o provocano sofferenze», a proposito di situazioni e comportamenti incresciosi imperanti all'interno della Procura di Napoli: la delicatezza degli argomenti ed il contenuto specifico delle affermazioni del procuratore generale rendono necessaria, ad avviso degli interroganti, la trascrizione integrale di domande e risposte:
«Procuratore generale, iniziamo dalla fine. Cominciamo da quel documento di Magistratura democratica, l'ala di sinistra delle toghe, che parla di "anomala situazione processuale scaturita da determinazioni adottato in contrasto con quello già espresse dalla Procura in relazione ad altre persone attualmente imputate nel dibattimento". L'ha letto?

"Sì. Toni irritanti. Dichiarazione irragionevole. Fossi in loro lascerei perdere, non gli conviene...".
La sostanza, procuratore. La sostanza, non la forma.
"La sostanza è che i colleghi di Md hanno trascurato di considerare che chi esercita la funzione giudiziaria deve obbedire alla propria professionalità e alla propria coscienza".
Giusto, ma come la mettiamo con i coimputati? La Procura ha chiesto l'archiviazione delle accuse più gravi per Bertolaso e Pansa, ma continua a ipotizzarle nei confronti degli altri: non è una disparità di trattamento?
"Qui si dimentica, o si vuol dimenticare, che la parola finale spetta a un giudice, non a questo o quel pm. E poi non ho capito bene chi debba decidere che un magistrato ha fatto bene e che il suo collega ha sbagliato".
Se non lo sa lei...
«La persona che ha adottato questa decisione è un magistrato perbene, non un mascalzone. Ora, come si fa a dire che l'imputazione più lieve è quella sbagliata? È una cosa che stabilirà il giudice: il quale, beninteso, potrebbe anche decidere di ipotizzare reati più gravi. Accusare il procuratore di aver adottato decisioni per non ostacolare l'attività del Governo è una cosa fuori dal mondo. E, guarda caso, chi l'ha difeso pubblicamente? Paolo Mancuso, uno certamente non sospettabile di rapporti di amicizia con il Governo e con il suo premier".
Sta dicendo che è stata sbagliata la strategia «politica»?
«No, sto dicendo che la vicenda è diventata oggetto di un diffuso e ingiustificato clamore. È inevitabile che chi dirige un grande ufficio non possa ignorare effetti e ricadute dell'attività giurisdizionale. C'è chi si ostina ancora a non capire che quella del magistrato è un'attività pratica, non un mero esercizio teorico svincolato da responsabilità".
Qualcuno sostiene che i magistrati dovrebbero giudicare senza farsi condizionare dalla realtà... "Qui il ragionamento va sganciato da questo o quel processo, dai singoli magistrati. Ciò premesso, è ora di iniziare a chiarire alcuni punti una volta per tutte". Chiarisca... "La ricerca astratta della perfetta osservanza delle leggi dà luogo a soluzioni dolorose e insoddisfacenti per coloro che ne subiscono lo conseguenze, siano essi individui o collettività".
La "perfetta osservanza delle leggi" però è impegno che dovrebbe esser preteso, no?
"Certo, ma se si esaminassero bene le norme, e soprattutto se si applicassero correttamente le regole di interpretazione, queste conseguenze dannose non si dovrebbero verificare". Usa il condizionale... "La ricerca della perfezione spesso si traduce in un errore".
Vuol dire che c'è qualche pm che sbaglia ad applicare le norme?
"Ci sono casi in cui la certezza delle proprie idee diventa fanatismo. E uno degli effetti di questa eccessiva sicurezza è quello di non percepire le opinioni degli altri, di entrare in un meccanismo di irrealtà e di errore, insistendovi".
E come si difende il cittadino da questi pm?
"Il nostro sistema giudiziario è costruito in modo che gli errori vengano corretti, che questi magistrati si scontrino sempre con un muro che li riconduce a ragione. O, almeno, quasi sempre".
È quel «quasi» che preoccupa...
"Il lavoro della Procura costituisce la fase iniziale del procedimento, non quella finale. Ciò non esclude, però, che in questa fase certi magistrati possano creare problemi".
Quali?
"C'è il rischio che il fanatismo di alcuni pm venga strumentalizzato dall'esterno per lotte politiche, campagne di

stampa, trame cui la magistratura dovrebbe rimanere estranea. La conseguenza è un enorme danno all'ufficio del pubblico ministero".
Rischiano anche i cittadini?
"Il fanatismo di questi magistrati provoca sofferenze alla gente e alla collettività. È un costo che i cittadini devono pagare all'autonomia della funzione giurisdizionale".
Scusi, ma il compito di vigilare sull'operato dei pm non spetta a lei?
"Si".
E che fa?
«Tutto quello che posso, cioè solo segnalare certe condotte al Csm».
E poi?
"Bah. La sezione disciplinare funziona male. Il collegio è troppo numeroso, gravato da un carico eccessivo. E poi subisce gli effetti inevitabili connessi a un sistema organizzativo che ne trascura la terzietà".
Cioè?
"Cioè lì c'è sempre un collega che giudica su un altro collega. Insomma, è gente che fa lo stesso lavoro. E non voglio pensare alla lunghezza delle istruttorie".
E alla lunghezza dei processi ci vuole pensare?
"Le lungaggini giudiziarie si protraggono al di là di ogni possibile tollerabilità. Colpa dell'indifferenza di chi dovrebbe investire nei servizi giudiziari".
Ci risiamo. Piove, governo ladro?
«No. È anche colpa degli uomini se il sistema non funziona, ed è ora che coloro che vi operano inizino ad assumersi le loro responsabilità".
Ecco, a proposito di lungaggini. Qui tra poco parte la corsa alle elezioni regionali. Antonio Bassolino è un governatore che attende da cinque anni di sapere se è un "truffatore"...
"Questi tempi sono una follia di cui subiamo tutti le conseguenze. Abbiamo il diritto di sapere se colui che è stato mandato a presiedere la Regione è un mascalzone o una persona perbene. E non possiamo certo saperlo dal pm".
...Il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino invece aspetta da un anno di sapere se è colluso con i Casalesi...
"io non ho elementi dai quali mi risultino queste circostanze. E, per quel che mi riguarda, allo stato è una persona nei cui confronti non ho nulla da ridire".
Ci sarebbero anche i tanti "imputati qualunque" che avrebbero diritto a tempi celeri.
Le loro attese sono addebitabili solo al sistema inceppato?
"No. È intollerabile anche l'indifferenza mostrata da gran parte dei magistrati per i tempi della loro attività. Questo è un aspetto della professionalità che trovo peggiorato".
Che fa, rimpiange la vecchia generazione?
"C'è un generale abbassamento della qualità media degli studi, i cui effetti inevitabilmente si riverberano anche sulla qualità media dei magistrati delle nuove generazioni. Ciò non significa che io non noti, anche tra questi ultimi, alcuni vivissimi ingegni".
Ingegni a parte, pensa che i magistrati di oggi siano meno bravi di quelli di ieri?
"Il calo di qualità non è né inferiore né superiore a quello di tutti gli ambienti professionali". Però c'è stato anche se compensato da alcune eccellenze. E la storia del nostro Paese, del Sud in particolare. Gli altri hanno cento cavallucci. Noi dieci stalloni di razza ma 90 asini» -:
se intenda assumere iniziative di carattere ispettivo presso la Procura della Repubblica di Napoli, al fine di verificare la fondatezza dei succitati gravi rilievi

espressi dal procuratore generale Vincenzo Galgano, sul modo di amministrare la giustizia da parte di alcuni pubblici ministeri napoletani.
(5-02265)

FERRANTI e MOTTA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 18 maggio 2009 il trentaduenne Giuseppe Saladino viene arrestato dalla polizia, mentre, con un complice, tenta di scassinare un parchimetro in un parcheggio nella zona sud della città di Parma;
processato per direttissima, il 19 maggio 2009 viene condannato dal tribunale di Parma ad una pena detentiva di un anno e due mesi per tentato furto aggravato e possesso ingiustificato di strumento da scasso;
il 21 luglio 2009 il tribunale di Parma ha disposto il trasferimento di Giuseppe Saladino nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia su segnalazione del medico psichiatra del carcere di Parma che ha ravvisato nel detenuto uno «stato di agitazione con scompenso psichico in disturbo psicotico»;
avverso la decisione del tribunale si è espresso il legale del trentaduenne che, alla luce della documentazione prodotta dal SERT, dove il giovane era seguito per problemi legati alla tossicodipendenza, escludeva la presenza di disturbi psichici in Giuseppe Saladino e aveva prospettato il trasferimento in un ospedale civile;
dopo circa un mese, a fine agosto 2009, Saladino torna nel carcere di Parma dal quale esce il 6 ottobre 2009 alle ore 13.25 a seguito della concessione degli arresti domiciliari da scontare nella casa della madre;
a poche ore dal rilascio, gli agenti della polizia, nel corso di un controllo, accertano che il trentaduenne non è in casa: secondo la testimonianza della madre alle ore 17 si è incontrato con la fidanzata e dopo alcuni minuti dall'arrivo della polizia è rientrato al domicilio;
gli agenti procedono all'arresto e alle ore 18 Giuseppe Saladino viene ricondotto nel carcere di Parma dove viene immatricolato e sottoposto a visita medica, come da procedura;
il giorno seguente alle ore 7 una guardia carceraria scopre che il detenuto è deceduto nella sua cella;
poche ore dopo gli agenti della sezione antidroga della squadra mobile effettuano una perquisizione nell'abitazione di Saladino in quanto, come riportato sul verbale di perquisizione, «a seguito dell'avvenuto decesso per assunzione di sostanze stupefacenti», «vi era il fondato motivo che detenesse sostanza stupefacente all'interno della sua abitazione»;
la perquisizione dà esito negativo e l'unico oggetto sequestrato è il cellulare del giovane;
sul corpo del giovane è già stata eseguita l'autopsia il cui esito era atteso per il 9 dicembre 2009;
notizie di stampa hanno riferito che sulla vicenda la procura di Parma ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio colposo contro ignoti -:
se il Ministro interrogato abbia ritenuto, per quanto di competenza, di avviare un'indagine che, parallelamente agli accertamenti disposti dalla magistratura, consenta di far luce sulla dinamica degli eventi e le eventuali responsabilità che hanno condotto alla morte di Giuseppe Saladino avvenuta nel carcere di Parma a poche ore dall'ingresso nella struttura del giovane e quale assistenza sanitaria sia stata prestata a Saladino in carcere tenuto conto del fatto che il detenuto era tossicodipendente in cura presso il SERT di Parma.
(5-02266)

RIA, VIETTI e RAO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
sono sempre più frequenti le aggressioni subite dal personale di Polizia penitenziaria

che svolge il suo lavoro a diretto contatto con la popolazione detenuta;
quanto denunciato costituisce causa di una minore presenza in servizio all'interno del Corpo;
benché questi eventi non possano essere preventivati, perché dipendono da cause esterne alla volontà dell'Amministrazione e del personale, occorre comunque riflettere sul fatto che se gli appartenenti al Corpo potessero disporre, dopo un congruo periodo di addestramento, delle tecniche di difesa personale su cui si è inteso specializzare determinate unità, probabilmente l'entità dei danni subiti da parte degli interessati sarebbe assai minore;
nonostante siano dodici le giornate annue destinate alla formazione-aggiornamento di ciascun appartenente al Corpo, come previsto dalle tuttora vigenti norme contrattuali, corsi ed aggiornamenti in materia di difesa personale hanno luogo in misura assai scarsa: ciò, sia per il personale in servizio ed in base alle responsabilità formative in capo ai Provveditorati regionali, sia per quanto attiene ai corsi relativi agli allievi agenti fino ai vice commissari in prova;
sono sconosciute le modalità di utilizzazione, da parte della Direzione generale del personale e della formazione, di coloro che hanno a suo tempo acquisito l'abilitazione quali istruttori delle tecniche denominate MGA (attraverso la frequenza di corsi economicamente dispendiosi) e delle numerose unità del Corpo che dispongono di titoli di notevole livello nelle varie arti marziali -:
quali urgenti ed opportune iniziative intenda intraprendere al riguardo.
(5-02267)

Interrogazioni a risposta scritta:

FORMICHELLA e LEHNER. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
fonti d'informazione locale e nazionale hanno dato ampio risalto ad una vicenda giudiziaria e disciplinare che vede protagonisti due magistrati appartenenti alla procura della Repubblica presso il tribunale di Imperia;
in particolare, secondo quanto riportato dall'Agenzia AGI in data 6 novembre 2009 «È finita sul tavolo della procura generale di Genova e della procura di Torino la vicenda di un magistrato, in servizio presso la procura di Imperia che avrebbe tempestato di sms d'amore una sua collega di lavoro. A finire sotto inchiesta è il pubblico ministero Filippo Maffeo, accusato dalla collega e sostituto procuratore Maria Paola Marrali di molestie. La procura di Torino, competente sui magistrati liguri, indaga dal punto di vista penale; mentre la procura generale di Genova indaga dal punto di vista disciplinare»;
i due magistrati si trovano quindi ad operare nell'ambito del medesimo ufficio giudiziario, ma in situazione di oggettiva e conclamata contrapposizione;
ad avviso degli interroganti tale situazione comporta evidenti ed inevitabili riflessi negativi per il prestigio e la credibilità dell'ufficio giudiziario di Imperia, anche in considerazione della particolare odiosità dei fatti ipotizzati, specie nei confronti del magistrato sottoposto alle indagini -:
di quali elementi disponga il Ministro e se siano noti gli esiti dei procedimenti di cui in premessa.
(4-05450)

CATANOSO e CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
ancora oggi 6 direttori penitenziari, che hanno svolto da anni le loro funzioni al pari degli altri colleghi, non sono stati inquadrati alla dirigenza penitenziaria ai sensi della legge 154 del 2005 e del decreto legislativo 63 del 2006, sulla base del presupposto di non essere giunti alla qualifica per e concorso pubblico, nonostante

che tutti gli altri direttori ex pos. C2-C3 siano stati inquadrati già da qualche tempo. I medesimi sono pervenuti alla nomina di direttore penitenziario per procedure selettive assimilabili a concorsi interni, situazione analoga ad altri direttori penitenziari (circa 40) che sono pervenuti alla qualifica di direttore penitenziario, provenienti da altri ruoli dell'amministrazione penitenziaria nella specie con il concorso interno a 36 posti per direttore penitenziario-bando decreto ministeriale 22 settembre 1988, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 42 del 2 giugno 1989 di cui alla graduatoria decreto ministeriale 27 novembre 1990 ed anche quello con l'aliquota riservata agli interni a 72 posti vice direttore Bando decreto ministeriale 2 novembre 1988, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 31, del 21 aprile 1989, di cui alla graduatoria decreto ministeriale 27 novembre 1990. Rileva, vieppiù il fatto che 7 direttori di servizio sociale, posizione economica C3 (ex direttori coordinatori di servizio sociale), sono stati anch'essi inquadrati nella dirigenza penitenziaria, nonostante la loro provenienza dal ruolo di concetto alla carriera direttiva a seguito dell'applicazione della legge 436 del 1987 e quindi non tramite concorso pubblico;
è bene precisare che il concorso pubblico prescrive l'apertura della selezione a qualsiasi cittadino in possesso dei requisiti prescritti nel bando. Pertanto il concorso interno, che è riservato solo ad alcuni impiegati non può essere considerato concorso pubblico, in quanto riservato ad un piccolo gruppo di cittadini. Si evidenzia, però, che la pubblica amministrazione sia con leggi o con procedure assimilabili alla legge, quali la contrattazione collettiva, ha più volte fatto ricorso alla deroga contenuta all'articolo 97 della costituzione per dare vita a forme di selezione sganciate dalla regola generale. Infatti l'articolo 97 della Costituzione recita: «agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso pubblico tranne i casi previsti dalla legge». Tra queste rientra senza dubbio la prassi dei concorsi interni e di tutte quelle procedure per l'accesso alle varie qualifiche interne sia orizzontali che verticali previsti dalle norme contrattuali. In questa situazione sussiste un rapporto di assoluta coincidenza fra la situazione dedotta e quella richiamata, che dimostra una disuguaglianza di trattamento e di un contrasto logico insanabile o una palese ingiustizia;
pertanto non si comprende, sulla base delle citati situazioni quale sia il motivo del perdurare tale mancato inquadramento se non un accanimento eccessivamente burocratizzato «se non personale», che ha comportato il congelamento della funzione dei sei direttori impossibilitati ad accedere ad incarichi di direzioni istituti penitenziari in quanto elevate a funzioni dirigenziali;
a seguito di un ordine del giorno presentato nella XIV legislatura dall'interrogante, il governo si impegnava a risolvere il problema degli esclusi in argomento, anche in considerazione del fatto che il profilo professionale di direttore penitenziario non era assimilabile a quello di direttore di area pedagogica o di direttore di area amministrativo-contabile, oltre che per evitare di disperdere la professionalità raggiunta dai medesimi. Il Governo si impegnava a promuovere iniziative idonee alla risoluzione della problematica;
in tutto questo contesto l'amministrazione penitenziaria, anziché attuare ogni sforzo per risolvere la problematica citata ha proposto unilateralmente la cancellazione di detto profilo professionale, a mezzo del contratto integrativo, e il loro inserimento in un generico profilo, quali funzionari dell'organizzazione, insieme ad altri profili di storia professionale completamente diversa, sommando ad una profonda ingiustizia perpetrata con il mancato inquadramento alla dirigenza di tali sei direttori, con la spoliazione finale, della loro qualifica professionale e con il loro demansionamento totale;
vi sono diversi Istituti penitenziari senza direttori titolare -:
per quale motivo i suddetti funzionari non vengano inquadrati nella dirigenza i sei direttori penitenziari;

quali misure ed iniziative intenda adottare il ministro interrogato per far fronte alla necessità di assicurare che la loro professionalità non venga dispersa per un atto discutibile dell'Amministrazione penitenziaria.
(4-05455)

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
nell'Unione Europea, in seguito alla direttiva 96/67 del 15 ottobre 1996, relativa all'accesso al mercato dei servizi di assistenza a terra negli aeroporti dell'Unione, le attività di handling sono state aperte ad una liberalizzazione la cui applicazione, negli Stati membri di maggiore peso economico, è stata regolata in modo che la stessa non risultasse dannosa per la qualità del servizio e per i diritti dei viaggiatori;
i disagi che si sono puntualmente registrati nei mesi di alta stagione, negli aeroporti romani e in particolare in quello di Fiumicino, sono stati sostanzialmente addebitati alla mancanza di strutture adeguate come quelle esistenti nei maggiori scali europei;
la responsabilità di alcuni handler era certamente secondaria rispetto a quella dei gestori che non hanno investito nelle infrastrutture aeroportuali non garantendo, tra l'altro, l'adeguatezza degli attuali sistemi di smistamento bagagli;
la direttiva sopra citata, aprendo il mercato, non ha voluto assolutamente intenderne una apertura indiscriminata e anzi nella direttiva stessa esistono i presupposti affinché la liberalizzazione del settore sia controllata e selettiva;
da una comparazione tra gli aeroporti europei risulta che i maggiori scali del continente hanno un'organizzazione di assistenza a terra con un massimo di tre operatori, pur avendo un numero di passeggeri spesso maggiore del 50 per cento rispetto al maggiore scalo italiano;
l'aeroporto Leonardo Da Vinci, al contrario, vede attualmente ben sei operatori attivi ed altri in «lista di attesa». Ciò pone ad avviso degli interpellanti tale aeroporto al di fuori di ogni logica in termini di organizzazione del lavoro di stampo «europeo» -:
quali urgenti iniziative intendano attuare per assicurare il regolare svolgimento delle operazioni di assistenza a terra (handling) in ossequio alla valorizzazione delle professionalità esistenti che rappresentano la migliore tutela dei diritti dei viaggiatori;
quali azioni intendano porre in essere affinché l'assistenza a terra dei viaggiatori sia appannaggio di solide realtà aziendali da monitorare con attenzione al fine di evitare che si celino connessioni atte a favorire l'accesso a tale settore di operatori inadeguati;
se non ritengano opportuno attuare un tavolo di concertazione tra i Ministeri interessati finalizzato all'attuazione di iniziative per una maggiore garanzia dei viaggiatori a livello «europeo» in termini di tempi e qualità del servizio reso;
se siano a conoscenza dei requisiti dei neo-costituiti handler, autorizzati ad operare di recente sullo scalo di Fiumicino, con particolare riferimento alla valutazione delle capacità professionali e della adeguatezza societaria.
(2-00571)«Dionisi, Compagnon».

Interrogazione a risposta orale:

LIBÈ e COMPAGNON. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 22 settembre 2008 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale 29 luglio 2008, n. 146, contenente il regolamento di attuazione dell'articolo 65 del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171 (Codice della nautica da diporto), che è entrato in vigore dal 21 dicembre 2008;
l'articolo 65 del codice della nautica da diporto, nell'intento di offrire una semplificazione ai procedimenti amministrativi, disciplina diverse materie, tra le quali quella indicata alla lettera f) del regolamento, relativa ai titoli abilitativi per il comando, la condotta e la direzione nautica delle unità da diporto;
all'articolo 42 del Regolamento si dispone che «le scuole nautiche presentano le domande di ammissione agli esami dei propri candidati presso l'autorità marittima o l'ufficio motorizzazione civile del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nella cui giurisdizione le medesime hanno la sede principale;
la disposizione presenta dei rilievi e dei dubbi sul fatto che la stessa significhi che i cittadini possano iscriversi alle scuole e presentare domanda d'esame, anche tramite la scuola, solo ove hanno la loro residenza;
il dubbio sembrerebbe risolto a favore dell'interpretazione precedente, se si fa riferimento a quanto evidenziato nell'allegato II al regolamento, dove è disposto che «i candidati i quali presentino domanda presso un ufficio avente giurisdizione su provincia diversa da quella di loro residenza, allegano documentazione comprovante il domicilio in detta provincia per motivi di studio o di lavoro», il che significa che per quei candidati la regola principale è quella della residenza, ma è prevista un'eccezione per domicilio di studio o di lavoro diverso;
con circolare del 22 dicembre 2008 il dipartimento per i trasporti terrestri e il trasporto intermodale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha fornito istruzioni in merito all'ambito territoriale entro il quale possono essere presentate le domande da parte dei candidati, sia autodidatti che allievi di scuole nautiche;
tali istruzioni, con l'intento di «assicurare un'equa distribuzione dei carichi di lavoro delle commissioni ed una ragionevole flessibilità organizzativa degli uffici territoriali presso i quali si espletano le procedure d'esame», interpretano il Regolamento precisando che «le domande di ammissione all'esame per le patenti nautiche possono essere presentate, a scelta, presso uno degli uffici, nell'ambito della circoscrizione marittima in cui è ricompresa la provincia di residenza del candidato ovvero presso l'ufficio della MCTC di residenza del candidato o quelli delle province vicine»;
in funzione di tale disposto non sarebbe possibile per un candidato residente in una regione iscriversi ad una scuola con sede nella provincia di un'altra regione per sostenere gli esami, salvo poter presentare domanda ad un ufficio che abbia giurisdizione sul luogo di domicilio di studio o lavoro del candidato;
l'articolo 42 del regolamento di attuazione dell'articolo 65 del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, così come concepito, e così come interpretato dalla circolare del 22 dicembre 2008 del Dipartimento per i trasporti terrestri e il trasporto intermodale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, crea un evidente limite alla libertà di concorrenza, in quanto favorisce senza una ragione di economicità le scuole nautiche che risiedono in province ad elevato bacino potenziale d'utenza rispetto alle scuole residenti nelle province con abitanti di gran lunga inferiori;
proprio per la differenza di utenze potenziali a beneficio delle scuole non sembra che l'obiettivo della norma di creare un'equa distribuzione dei carichi di

lavoro sulle diverse autorità competenti sia rispettato, in quanto si producono evidentemente delle realtà in cui i tempi di attesa sono di gran lunga superiori a quanto potrebbero essere ove fosse rispettato il principio di libera concorrenza tra scuole nautiche;
la norma danneggia in maniera evidente i cittadini, in quanto sarebbero costretti ad interminabili tempi d'attesa per sostenere l'esame laddove esisteranno sicuramente scuole più affollate di altre, con ripercussioni anche su tutto il settore nautico, in termini di compravendita di motori ed imbarcazioni che necessitano di patente;
l'Associazione delle scuole nautiche si è espressa in maniera critica alla norma, giudicandola «antiliberale e contro la libera concorrenza», ricevendo le proteste dei cittadini;
la norma prevista dall'articolo 42 del regolamento di attuazione dell'articolo 65 del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, evidenzia, secondo gli interroganti, un limite alla libera concorrenza tra imprese del settore -:
se non reputi opportuno provvedere a modificare il regolamento in modo tale da garantire una effettiva equa distribuzione dei carichi di lavoro delle commissioni ed una ragionevole flessibilità organizzativa degli uffici territoriali presso i quali si espletano le procedure d'esame ed evitare il perpetuarsi di un evidente danno per i cittadini, costretti ad interminabili attese per sostenere l'esame, e per l'intero settore della nautica da diporto.
(3-00811)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BURTONE e CUOMO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
alcuni giorni fa si è verificato un grave incidente lungo la strada statale 407 Basentana nei pressi della stazione di servizio Agip di Pisticci Scalo;
un tir uscendo dalla stazione di servizio ha, di fatto, investito una autovettura nel tentativo di una azzardata inversione di marcia;
fortunatamente l'incidente non ha avuto vittime ma il bilancio poteva essere davvero molto grave;
trattandosi di una superstrada a doppia corsia senza spartitraffico ed essendovi la stazione di servizio accade spesso di trovarsi di fronte ad infrazioni del codice della strada con notevoli pericoli per gli automobilisti e gli stessi operatori della stazione di servizio che è ubicata in direzione Potenza;
l'arteria in questione è una delle più importanti della Basilicata che collega l'A3 alla E 90 Jonica -:
se e quali iniziative intenda adottare il Governo nei confronti dell'Anas affinché per il tratto che interessa la strada statale 407 nei pressi della stazione di servizio sia possibile installare lo spartitraffico centrale impedendo gli attraversamenti di corsia e comunque di segnalare con adeguata segnaletica nei pressi dello svincolo della zona industriale di Pisticci Scalo, direzione Metaponto, la presenza dell'area di servizio e come raggiungerla, consentendo in questo modo di innalzare la sicurezza lungo l'arteria.
(5-02255)

BURTONE e CUOMO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la stazione ferroviaria di Ferrandina-Pomarico-Miglionico è la stazione ferroviaria più importante, con quella di Grassano e Metaponto, della provincia di Matera perché è di fatto la stazione ferroviaria della città di Matera che com'è noto, nonostante alcuni «fallaci» spot del passato commissionati dalle stesse ferrovie è l'unico capoluogo di provincia non servito dalla rete ferroviaria nazionale;

è una stazione in cui fermano i treni più importanti da e per Roma, da e per Napoli, da e per Taranto;
è uno snodo logistico per le autocorriere regionali ed extraregionali frequentato da un cospicuo numero di viaggiatori considerata la demografia lucana;
è una stazione per la quale sono stati investiti un certo numero di milioni di euro per un ammodernamento abbastanza evidente agli occhi dei viaggiatori ma che presenta alcuni problemi;
molti viaggiatori hanno lamentato l'impossibilità di poter usufruire dei bagni della stazione perché chiusi;
l'unica possibilità diventa il bagno del bar presente nei locali delle ferrovie ma che è piccolo e serve a malapena per i titolari dell'esercizio e che spesso lo concedono ma di fronte ad una utenza consistente diventa ingestibile;
i gestori del bar si sono anche offerti di gestire i bagni delle ferrovie, quelli attualmente chiusi, ma senza risposta;
nel 2010 è abbastanza incredibile che non sia possibile poter accedere ad un bagno in quello che è un presidio dello Stato;
l'immagine che si dà della Basilicata è irrispettosa di questa terra e della sua gente per responsabilità di uno Stato che, attraverso il ministero dell'economia e delle finanze, è azionista di maggioranza di RFI e Trenitalia;
le attività pubblicitarie non hanno sostanza in mancanza di questi servizi di base alla clientela;
il piazzale durante l'inverno fino alla primavera si allaga e d'estate quando il sole è più forte la polvere avvolge i poveri passeggeri;
a poca distanza vi sono i piloni di una tratta, la Ferrandina-Matera, che non vedrà mai la luce dopo trent'anni di lavori e 85 milioni di euro spesi -:
se e quali iniziative di competenza il Governo intenda attivare nei confronti delle Ferrovie dello Stato e delle società competenti di cui il ministero dell'economia è azionista maggioritario per consentire da subito l'utilizzo dei bagni pubblici attualmente chiusi.
(5-02256)

MISITI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
le procedure per il rilascio il rinnovo e il duplicato della patente nautica e delle licenze di navigazione per le imbarcazioni da diporto e da traffico, ad oggi sono gestite con archivi cartacei e/o elettronici non centralizzati dagli uffici periferici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, siano essi gli uffici della Motorizzazione civile e della Capitaneria di porto e gli uffici circondariali marittimi;
la mancanza di un archivio elettronico centrale tra gli uffici periferici e il Ministero, diversamente da come avviene per esempio per le patenti di guide e i veicoli per i quali esiste un archivio unico centrale da decenni, crea un notevole disagio, ai titolari dei predetti documenti, qualora gli stessi debbano essere rinnovati, aggiornati o duplicati per gli adempimenti richiesti dalla pubblica amministrazione. Disagio dovuto all'obbligo di richiedere l'espletamento presso l'ufficio locale che ha rilasciato il titolo di guida o l'autorizzazione alla navigazione e non presso un qualsiasi ufficio periferico dell'amministrazione, così come avviene per le patenti di guida e i documenti di circolazione dei veicoli;
la mancanza di un archivio centrale non garantisce quindi procedure snelle e immediate sia ai cittadini, possessori dei già menzionati documenti, che agli organi di polizia che non hanno strumenti di verifica immediata dell'autenticità dei titoli di viaggio richiamati;
va, inoltre, osservato che la meccanizzazione delle procedure, oltre alla semplificazione

amministrativa, di fatto garantirebbe la nascita dello sportello telematico del diportista, in analogia a quanto già avviene, da diversi anni, nel campo dei conducenti dei veicoli a motori -:
se i Ministri siano a conoscenza della situazione e intendano assumere iniziative affinché vengano attivate, le procedure per la realizzazione di un archivio unico centralizzato, da attivarsi, senza onere eccessivi per la finanza pubblica, implementando il sistema già esistente presso il centro elaborazione dati «C.E.D.» del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
se i Ministri non ritengano di dovere intervenire, per quanto di loro competenza, per la realizzazione dello sportello telematico del diportista.
(5-02259)

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in risposta ad un atto di sindacato ispettivo dell'interrogante (4-03621) il Ministro afferma che «un'intesa aeronautica di natura tecnica di ampio respiro» è stata raggiunta con Taiwan;
nella risposta all'interrogazione citata si cita la frase «vettori designati» senza specificare se trattasi di accordo di mono-designazione (2 vettori, uno per ciascun Paese) o altro -:
cosa preveda nel dettaglio «l'intesa tecnica» raggiunta con Taiwan in tema di trasporto aereo, con particolare riferimento al regime utilizzato (monodesignazione o meno) e ad ogni altro elemento utile per capirne la portata.
(4-05458)

REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in risposta ad un atto del sindacato ispettivo dell'interrogante (4-03618) il Ministro riferiva che, alla data del 3 agosto 2009, il nostro Paese era «in attesa di riscontro delle proposte di modifica agli accordi aerei inviate ai seguenti Paesi: Kazakhistan, Georgia, Giamaica, Giordania, Brasile, Singapore, Hong Kong» -:
se, come e quali negoziati si siano conclusi positivamente;
se, come e quali negoziati si siano conclusi negativamente e per quali motivi;
quale sia l'intenzione del Governo in merito ai negoziati ancora in corso o conclusi negativamente.
(4-05460)

REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'utilizzo di vie d'acqua per il trasporto di alcune tipologie di merci rappresenta innegabili vantaggi rispetto ad altre modalità, sia ambientali che infrastrutturali e di traffico;
la pianura padana ha una enorme tradizione di costruzione, manutenzione e adattamento - nei secoli - anche varie esigenze, delle proprie vie d'acqua -:
quali siano i più significativi progetti ed interventi che il Governo abbia avviato e intenda avviare ai fini di favorire lo sviluppo delle vie d'acqua nella pianura padana.
(4-05461)

REGUZZONI e MONTAGNOLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in ordine al quesito posto dall'interrogante con l'atto di sindacato ispettivo n. 4-04157, il Ministro interrogato ha fornito la seguente risposta:
nel protocollo d'intesa del 26 marzo 2007 sottoscritto da ANAS, Ministero delle infrastrutture, Regione Lombardia, provincia di Varese e Rete ferroviaria italiana sono previsti lavori di ammodernamento e messa in sicurezza con scenario 2012, nell'ambito degli interventi di medio periodo,

relativi ai tratti della strada statale 629 di seguito elencati, al momento non finanziati;
strada statale 629 Riqualifica del tratto Vergiate-Besozzo - 1o stralcio, inserito nel piano degli investimenti ANAS 2007-2011 - fondi ordinari con un costo complessivo aggiornato di circa 48 milioni di euro;
strada statale 629 riqualifica Vergiate-Besozzo - 2o stralcio, inserito nel piano di investimenti ANAS 2007-2011 - area d'inservibilità con un costo complessivo aggiornato è di 16 milioni di euro;
in ordine alla prospettata eliminazione degli incroci a raso lungo la statale 629, l'ANAS s.p.a. informa che trattasi di progetto il cui studio di fattibilità, predisposto prima dell'emanazione del decreto ministeriale infrastrutture del 19 aprile 2006 «Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali», dovrà essere adeguato alle norme intervenute -:
se il ministro interrogato intenda indicare in modo più dettagliato i suoi intendimenti in ordine alla sistemazione della strada statale 629, soprattutto nel tratto Vergiate-Besozzo.
(4-05469)

ROSATO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
tra le infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale l'attuale Governo ha confermato la piattaforma logistica del porto di Trieste, sulla quale il Governo Prodi si era speso seguendone il complesso iter e rendendo disponibili risorse nel bilancio dello Stato;
si prevede che la struttura debba estendersi su un'area complessiva di 247 mila metri quadrati, di cui 24 mila metri quadrati coperti da nuovi magazzini, con uno sviluppo di banchine per complessivi 1.300 metri lineari e con fondati profondi 13 metri;
tale piattaforma logistica è concordemente ritenuta essenziale non solo per lo sviluppo delle attività portuali e retro portuali, e quindi di tutta l'economia del territorio, ma dovrebbe assolvere a un ruolo di amplissimo raggio, favorendo le relazioni commerciali del nostro Paese con aree ad alto potenziale economico come la Cina e l'Estremo Oriente;
l'avvio di questa struttura rappresenterebbe un forte incentivo all'insediamento in loco di grandi imprenditori, anche stranieri, quali ad esempio le Ferrovie russe che hanno già dimostrato il loro interesse, o che hanno esplicitamente espresso disponibilità a investirvi grandi risorse, come è il caso del Gruppo Gavio dichiaratosi pubblicamente pronto a impegnarsi per 100 milioni di euro;
nell'agosto del 2008 il presidente del Consiglio aveva riaffermato l'impegno del Governo per la sua realizzazione;
a marzo 2009, il Cipe risultava aver complessivamente destinato 435 milioni di euro - inseriti in un più ampio pacchetto di opere da 16,6 miliardi di euro nel quadro delle esigenze finanziarie e ripartiti su più annualità - alle due piastre di Trieste e Taranto accorpate in un'unica voce;
a fine aprile 2009, l'autorità portuale di Trieste rendeva noto che, pur essendo pronto il progetto definitivo per il primo lotto della piattaforma, non si poteva fare la gara per l'assegnazione dei lavori perché non c'era a disposizione l'intero ammontare previsto;
ad agosto 2009 il Ministro interrogato, rispondendo per iscritto all'assessore regionale del Friuli Venezia Giulia il quale a metà luglio gli aveva indirizzato una missiva in cui chiedeva che fosse fatta chiarezza sulla situazione della piattaforma, ha dichiarato che il progetto sarebbe stato inoltrato all'esame del Cipe «entro l'ottobre del 2009»;
superata senza esito la scadenza dell'ottobre 2009, anche il nuovo appuntamento per l'attesa deliberazione del Cipe

dell'11 dicembre 2009 risulta trascorso in assenza di deliberazioni, cosicché a tutt'oggi risulta impossibile bandire la gara per la realizzazione del primo lotto dei lavori -:
se il Ministro interrogato condivida la valutazione secondo cui il futuro del porto di Trieste è legato alla rapidità con cui saranno avviate e realizzate e strutture che devono mettere il porto di Trieste in condizione di assolvere pienamente al suo ruolo, funzionale ai traffici commerciali in una vasta area europea, e alle sfide globali della logistica e quali iniziative intenda assumere al riguardo;
se il Ministro interrogato possa confermare l'impegno del Governo alla realizzazione della piattaforma logistica e garantire che entro la fine dell'anno 2009 saranno sbloccati i fondi necessari all'avvio del primo lotto di questa struttura, che risponde a un'esigenza di sviluppo di Trieste e della regione Friuli Venezia Giulia, ma che coinvolge su larga scala le direttrici dell'economia nazionale.
(4-05480)

TESTO AGGIORNATO AL 14 MARZO 2011

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INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRANTI, CORSINI e FERRARI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 24 settembre del 2005, presso la stazione di Porta Nuova a Verona, immediatamente dopo la conclusione della partita di calcio Verona Hellas-Brescia, il signor Paolo Scaroni, residente a Castenedolo (provincia di Brescia) è stato aggredito e picchiato a sangue, senza alcuna possibilità di riparo, da un gruppo di agenti di polizia che effettuavano una carica nei confronti di tifosi bresciani già saliti sui vagoni del treno;
il signor Paolo Scaroni, non stava commettendo alcun atto violento o aggressivo, ma semplicemente portando bottigliette d'acqua ai propri amici;
il signor Paolo Scaroni, è immediatamente entrato in coma e dopo esser stato trasferito all'ospedale di Borgo Trento a Verona, è stato sottoposto d'urgenza ad un delicatissimo intervento chirurgico;
il risveglio dal coma è avvenuto dopo molte settimane rispetto ai fatti segnalati;
dalla ricostruzione dei fatti e tramite molteplici testimonianze è emerso un quadro assai inquietante che ha colpito l'opinione pubblica e suscitato gravissimi interrogativi;
presso la procura della Repubblica di Verona è in corso un procedimento a carico di alcuni poliziotti e funzionari identificati quali autori delle lesioni inferte al signor Paolo Scaroni;
nonostante il giudice per le indagini preliminari abbia per ben due volte respinto la richiesta di archiviazione, il pubblico ministero non ha ancora esercitato l'azione penale nei confronti degli indagati;
la vita del signor Paolo Scaroni ha subito gravissime penalizzazioni, sia sotto il profilo della salute fisica sottoposta a pesanti menomazioni, sia sul piano morale, della stessa fiducia del cittadino nei confronti dello Stato e delle sue istituzioni;
siamo in presenza, quanto all'accaduto alla stazione di Verona, di un accanimento privo di qualsiasi spiegazione, considerato che il signor Paolo Scaroni, caduto a terra, era completamente inerme -:
di quali risultanze in ordine alla vicenda sia in possesso il Ministro interrogato e quali iniziative intenda il Ministro dell'interno assumere affinché siano definitivamente accertate responsabilità di carattere amministrativo o disciplinare;

se il Ministro della giustizia ritenga sussistano i presupposti per l'esercizio di un'iniziativa ispettiva.
(5-02262)

Interrogazioni a risposta scritta:

LA LOGGIA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la situazione ferroviaria dell'Olgiata (tratta Roma-Viterbo), utilizzata giornalmente da migliaia di pendolari e studenti che si recano a Roma per ragioni di lavoro o di studio, si trova in una situazione di totale abbandono, senza la benché minima presenza delle Forze dell'ordine;
le aree prospicienti la stazione, dove sono parcheggiate per l'intero arco della giornata numerose autovetture e motoveicoli, sono teatro di frequenti atti di vandalismo e anche di aggressioni e rapine, il che provoca un diffuso stato di inquietudine tra i cittadini della zona;
nella vicina stazione ferroviaria de La Storta si è verificata un anno e mezzo fa, un'aggressione ai danni di una donna che è stata ridotta in fin di vita a coltellate e che si è salvata per puro miracolo. A seguito di quanto accaduto è stato istituito in quella Stazione un posto fisso di Polizia -:
se e in quali tempi si intenda porre riparo a questa situazione di insicurezza al fine di evitare che si verifichino nuove aggressioni e nuovi episodi di vandalismo.
(4-05456)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
recenti notizie di stampa hanno riportato la ripartizione del fondo per la sicurezza urbana e la tutela dell'ordine pubblico che ha assegnato alla Calabria oltre dieci milioni di euro;
il comune di Taurianova (Reggio Calabria), la cui popolazione supera le 15.000 unità, è stato il primo in Italia a dovere essere sciolto per infiltrazione mafiosa ed oggi, per la seconda volta, è commissariato per analoga motivazione;
il comune di Taurianova risulta escluso dalla ripartizione del Fondo per la realizzazione di iniziative urgenti per il potenziamento della sicurezza urbana e la tutela dell'ordine pubblico, previsto dal comma 18 dell'articolo 61 del decreto-legge n. 112 del 2002;
la Commissione straordinaria del comune di Taurianova nel giugno 2009 aveva fatto richiesta di finanziamenti, appunto a norma dell'articolo 61 del decreto-legge n. 112 del 2008 per n. 3 progetti;
la Commissione straordinaria ha, tra l'altro, ereditato una situazione comunale a rischio dissesto finanziario;
la città di Taurianova, che insiste nel territorio della piana di Gioia Tauro, è stata, ancora nell'ultimo mese, fatta rimbalzare sulle cronache nazionali per due gravi episodi: la tentata fuga dei due fratelli Zagari, condannati all'ergastolo, e l'omicidio del diciottenne Francesco Inzitari -:
quali siano i motivi che hanno lasciato il comune di Taurianova fuori dalla ripartizione del fondo per la realizzazione di iniziative urgenti per il potenziamento della sicurezza urbana e la tutela dell'ordine pubblico;
quali iniziative intenda assumere per sopperire a questa grave esclusione della città di Taurianova.
(4-05473)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:

PIZZETTI e GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la Festa delle luci viene organizzata da 15 anni dagli insegnanti della scuola

elementare A. Manzoni di Cremona, cioè da quando ancora non vi era nella scuola la presenza di bambini stranieri e costituisce un appuntamento consolidato di incontro e di socializzazione in nulla alternativo ad altri intensi momenti propri della nostra tradizione culturale;
il piano dell'offerta formativa della scuola caratterizza la Festa delle luci come un momento augurale che non Sostituisce la presenza del presepe o di altri segni del Natale bensì li affianca;
e nell'ambito dell'annuale attività formativa i bambini costruiscono in laboratorio anche i personaggi e gli oggetti del presepe, che vengono «venduti» in un mercatino ai genitori e agli abitanti del quartiere il ricavato viene offerto in beneficenza, con ciò che rimane «invenduto» viene costruito il presepe nell'atrio, in aggiunta ad altri presepi allestiti nella scuola;
la simbologia della luce come risveglio, nascita, uscita dalle tenebre ha un significato universale, appartiene al senso comune e alla tradizione cristiana, proprio la tradizione cristiana festeggia nella simbologia della luce la Natività e proprio il 21 dicembre si manifesta il solstizio d'inverno, oltre il quale la luce riprende vigore nel giorno;
dai rappresentanti del Governo sarebbe stato lecito aspettarsi maggiore prudenza e rispetto, prima di concorrere ad alimentare una polemica, ad avviso degli interroganti assurda e priva di fondamento attribuendo ad una festa scolastica significati che la stessa non ha mai avuto né intende avere;
in modo strumentale e in quella che agli interroganti appare una totale ignoranza delle cose si è voluto stravolgere il significato di una festa che vede coinvolti bambini, genitori e insegnanti, esercitando su di essi una pesante e ingiustificata pressione psicologica nel nome della chiusura culturale;
tale pressione, secondo gli interroganti, ha inteso negare l'autonomia scolastica e delegittimare il pregevole lavoro formativo condotto insieme da bambini, genitori e insegnanti, costringendo il dirigente scolastico ad invitare gli insegnanti a sospendere la Festa delle luci -:
se e in quale forma il Governo intenda garantire l'autonomia scolastica prevista dalle norme vigenti;
come il Governo intenda agire per contrastare fenomeni che a giudizio degli interroganti sono oscurantisti e negano la nostra tradizionale e le espressioni del bene comune;
come il Governo, nel rispetto dell'autonomia scolastica, intenda concorrere a ripristinare la realtà dei fatti, valorizzando l'attività formativa della scuola elementare;
se il Ministro non ritenga utile prendere diretta conoscenza del lavoro formativo, visitando quanto prima la scuola elementare A. Manzoni di Cremona, incontrando genitori e insegnanti.
(5-02261)

Interrogazione a risposta scritta:

NACCARATO, RUBINATO, SBROLLINI e MURER. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge 7 aprile 2004, n. 97, recante disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2004-2005, nonché in materia di esami di Stato e di Università convertito, con modificazioni della legge n. 143 del 2004, ha stabilito che gli insegnanti che avevano accumulato 360 giorni di insegnamento entro il 9 giugno 2004, poi aggiornato alla data del 23 dicembre 2005 attraverso il cosiddetto «decreto milleproroghe», avevano diritto alla frequenza dei corsi necessari a conseguire l'abilitazione per la durata di un solo anno;
in seguito molti altri docenti precari hanno accumulato più di 360 giorni di insegnamento ma per loro non è previsto

il diritto alla frequenza di un analogo corso abilitante per la durata di un solo anno;
in questo modo si è creata un'evidente discriminazione tra i docenti che hanno usufruito dei benefici previsti e quelli che ad oggi - a parità di condizioni - non possono disporre della medesima possibilità per conseguire l'abilitazione;
gli insegnanti non abilitati ormai da anni sopperiscono alla carenza del personale di ruolo ed abilitato all'insegnamento e costituiscono circa il 15 per cento dell'intero corpo docente svolgendo una funzione fondamentale nella formazione, delle giovani generazioni e nella loro qualificazione con i titoli di studio necessari ad affrontare il mondo del lavoro e delle professioni;
diversi comitati di docenti precari non abilitati chiedono la possibilità di ottenere il titolo di abilitazione senza essere discriminati rispetto ai colleghi che in passato hanno ottenuto lo stesso titolo con procedure agevolate;
in particolare questi docenti manifestano preoccupazione per il loro futuro professionale e chiedono che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca attivi una sessione abilitante per tutte le classi di concorso, senza spese a carico dell'amministrazione pubblica, per gli insegnanti che hanno ottenuto almeno una nomina annuale, prevedendone l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento per il prossimo biennio;
inoltre, gli insegnanti precari non abilitati propongono anche che il Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca istituisca dei corsi abilitanti annuali a partire dal 2010 organizzati a livello provinciale in modo da impiegare gli insegnanti supplenti nelle medesime province in cui hanno prestato il loro servizio;
l'obiettivo di queste proposte è l'inserimento dei docenti attualmente precari e non abilitati, previo il conseguimento del titolo abilitante, nelle graduatorie così come è stato concesso nel recente passato ai partecipanti al IX ciclo SISS -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra esposti; quali misure intenda porre in essere per risolvere l'evidente discriminazione che colpisce oggi migliaia di docenti precari non abilitati rispetto ai loro colleghi che - a parità di condizioni - hanno usufruito delle agevolazioni concesse dal decreto-legge n. 143 del 2004 per ottenere il titolo di abilitazione; cosa intenda fare il Ministro per tutelare e garantire il corpo docente attualmente precario e non abilitato che da tempo sopperisce alla carenza di personale di ruolo, promovendone l'inserimento nelle graduatorie.
(4-05476)

TESTO AGGIORNATO AL 4 FEBBRAIO 2010

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

AMICI e MIGLIOLI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, modificato in sede di conversione dalla legge 24 novembre 2003, n. 326 e che modifica la legge n. 257 del 1992, riconosce anche al personale marittimo esposto a fibre di amianto per un decennio, il diritto alla concessione dei benefici previdenziali;
il decreto del Ministro del lavoro del 27 ottobre 2004, che dà attuazione alla legge 326 del 2003 stabilendo le modalità per l'ottenimento dei benefici previdenziali derivanti da esposizione all'amianto (articolo 3 comma 3), prevedo che l'avvio del procedimento di accertamento e la conseguente certificazione di esposizione all'amianto da parte dell'INAIL sono subordinati alla presentazione di un curriculum lavorativo che deve essere rilasciato dal datore di lavoro, dal quale risulti l'adibizione, in modo diretto ed abituale, ad una delle attività lavorative di cui all'articolo 2, comma 2, del sopracitato decreto, comportanti l'esposizione all'amianto;

l'articolo 1, comma 567, delta legge 23 dicembre 2005 n. 266 (legge finanziaria 2006) ha poi disposto il passaggio di competenza dall'INAIL all'istituto di previdenza per il settore marittimo (IPSEMA) relativamente al rilascio delle certificazioni di esposizione all'amianto per i lavoratori marittimi assicurati presso l'IPSEMA stesso;
l'applicazione della normativa generale presenta delle difficoltà per i lavoratori del settore marittimo in quanto è spesso difficile, se non impossibile, ricostruire la loro vita lavorativa a causa della peculiarità della attività svolta, caratterizzata da frequenti cambiamenti di luogo e di rapporto di lavoro o perché la residenza del lavoratore non coincide con il compartimento marittimo in cui è iscritta la società armatoriale;
pertanto, per i lavoratori marittimi, con direttiva del 14 luglio 2009, pervenuta ad IPSEMA il 20 luglio 2009, il Ministro del lavoro aveva ravvisato «l'esigenza di trovare adeguata soluzione, allo scopo di rendere completamente fruibile anche in favore dei lavoratori del settore marittimo il diritto al beneficio previdenziale, riconosciuto dalle disposizioni di cui all'articolo 47 del decreto-legge 30 settembre 2003 n. 269, convertito (...) dalla legge 24 novembre 2003 n. 326, si ritiene di poter applicare (...) la disposizione di cui all'articolo 3, comma 5 del decreto-legge 27 ottobre 2004 che (...) consente alla Direzione Provinciale del Lavoro di rilasciare (...) il curriculum lavorativo (...) pertanto, in tutti i casi di lavoratore marittimo impossibilitato a reperire il proprio curriculum lavorativo, la Direzione Provinciale del Lavoro (...) provvederà al rilascio del predetto curriculum (...) tramite validazione dell'estratto matricolare rilasciato dalla Capitaneria di Porto oppure del Libretto di Navigazione autenticato dalla medesima Capitaneria (...)»;
già in data 17 settembre 2009 l'IPSEMA denunciava l'assenza di circolare esplicativa e successivamente le Direzioni provinciali del lavoro, tra le quali quella di Trieste, con atto del 4 novembre 2009, hanno rifiutato di dare applicazione a detto atto di indirizzo ministeriale sul presupposto di carenza di «circolare esplicativa», rendendo di fatto non fruibili, per i lavoratori marittimi, i benefici contributivi per esposizione all'amianto -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative intenda intraprendere al fine di interdire agli enti previdenziali queste condotte, e se intenda avviare una verifica sulla legittimità del modus operandi di cui sopra;
se intenda emanare la «circolare esplicativa» o le «istruzioni operative» ovvero adottare le più opportune iniziative nei confronti di chi non applica l'atto di indirizzo del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, adottato per rendere efficacemente fruibili i diritti per i benefici contributivi per esposizione all'amianto per lavoratori marittimi e per quelli malati e per le loro vedove ed orfani e quali iniziative intenda intraprendere per sollecitare l'IPSEMA ad istruire le varie domande di rilascio di esposizione all'amianto, indispensabili per l'erogazione della prestazione, che giacciono da anni, senza risposta.
(5-02257)

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POLITICHE EUROPEE

Interrogazione a risposta in Commissione:

REGUZZONI. - Al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
la Romania è entrata a far parte dell'Unione europea nel 2007, sulla base di stime economiche, di sviluppo e di tenuta del quadro democratico tese al raggiungimento di standard europei;
con soli 9.000 dollari di PIL pro-capite, una diminuzione della crescita che nel 2009 è stata del 4 per cento e una diatriba relativa alle recenti elezioni presidenziali che poco fa sperare circa il reale

rispetto dei principi democratici, gli standard rumeni paiono sempre più allontanarsi dalla media europea -:
se risulta che i valori - economici, statistici, sociologici e democratici - alla base dell'ingresso della Romania nell'Unione europea siano rispettati e, in caso contrario, quali iniziative intenda promuovere.
(5-02258)

TESTO AGGIORNATO AL 14 MARZO 2011

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SALUTE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:

LIVIA TURCO, LENZI, MIOTTO, PEDOTO, MURER, BOSSA e BINETTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
se pur rapidissima la diffusione dell'influenza H1N1 non ha prodotto gli effetti gravi previsti;
in Italia vi sono stati 142 decessi con un tasso di mortalità pari allo 0,018 per cento contro il 2 per cento della spagnola e lo 0,2 per cento dell'influenza tradizionale;
a metà novembre 2009 ogni mille assistiti in ospedale si verificavano 11,2 casi di H1N1, mentre ora siamo passati a quota 6,6;
se sul fronte della pandemia il pericolo sembra essere passato, sul fronte finanziario il virus H1N1 è costato miliardi, lo Stato italiano ha speso per i vaccini 184,8 milioni di euro, sette euro a dose per ognuno dei 24 milioni di dosi di «Focetria» acquistate dalla Novartis con un contratto secretato dal Governo, malgrado le richieste di trasparenza della Corte dei Conti;
l'accordo siglato il 21 agosto 2009 a farmaco non ancora approvato, contiene alcune clausole molto particolari, come quella che sgrava l'azienda svizzera produttrice del vaccino da tutti i rischi pecuniari derivanti da effetti collaterali del prodotto, scaricandoli di fatto sui cittadini italiani;
alla data dell'8 dicembre 2009 risultavano su 7 milioni e 432 mila dosi distribuite, solo 689 erano state inoculate, raggiungendo di fatto un numero molto limitato di persone, solo il 10 per cento delle donne in stato interessante e il 14,3 per cento delle persone a rischio -:
se rispondano al vero le notizie trapelate sugli organi d'informazione circa l'utilizzo effettivo del vaccino e come il Governo intenda procedere affinché le dosi di vaccino già distribuite siano utilizzate e che cosa intenda fare delle milioni di dosi già comprate che rimangono o rimarranno stoccate nei frigoriferi degli ospedali vista la bassa percentuale di persone che chiedono di vaccinarsi e la prossimità della scadenza delle stesse, che se non utilizzate entro un anno dalla loro produzione, scadranno con grave perdita, non solo in termini economici, da parte dello Stato italiano.
(5-02263)

BARANI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'immissione sul mercato comune dei biocidi è regolata dal decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 174, di attuazione della direttiva 98/8/CE del Parlamento europeo e del Consiglio;
con ulteriori regolamenti l'Unione europea ha stabilito un elenco dei principi attivi esistenti e ha avviato, in relazione ai biocidi contenuti nell'allegato II della suddetta direttiva, una fase sperimentale, denominata «programma di riesame», al termine della quale si potrà decidere se e a quali condizioni un principio attivo possa essere incluso negli allegati I, IA o IB o se, nei casi in cui i requisiti di innocuità non siano soddisfatti, tale principio attivo non possa esservi incluso;

in pratica ogni sostanza biocida in uso, i cui effetti potrebbero essere potenzialmente rischiosi per la salute umana, e sono ancora da chiarire, è inserita in una griglia che ne valuta non solo la pericolosità generica, ma anche quella in relazione agli usi;
il significato dei vari usi della griglia è contenuto nell'allegato V della direttiva 98/8/CE;
il complesso di tali attività è definito «seconda fase del programma decennale ai sensi dell'articolo 16, paragrafo 2, della direttiva 98/8/CE», nella quale il Ministero acquisisce documentazioni sui prodotti, al fine di inviarle alla sede comunitaria;
nell'ambito della depurazione delle acque per uso umano è crescente, anche in strutture pubbliche, l'uso, in luogo dell'argento, di una soluzione di nitrato d'argento - sale dell'argento e dell'acido nitrico - che si presenta unitamente ad altri ossidanti, come una soluzione incolore -:
in quali tempi il Governo intenda procedere alla prima attuazione del regolamento (CE) 2032/2003 e delle sue successive modificazioni.
(5-02264)

Interrogazioni a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la procura di Torino ha aperto un'inchiesta per accertare se effettivamente l'esposizione al sole e malattie dermatologiche possano moltiplicare gli effetti tossici dei coloranti per tatuaggi considerati fuorilegge;
i citati effetti tossici sarebbero provocati delle amine aromatiche, sostanze chimiche nocive per la salute: esse possono provocare alterazioni del Dna, con effetti cancerogeni, perché i pigmenti non sono fatti per essere iniettati ad alta «densità nella cute», e la trasformazione chimica di tali sostanze, accelerata dall'esposizione alla luce solare (radiazione ultravioletta) e alla luce monocromatica (laser) può determinare la formazione di amine aromatiche e altri derivati reattivi;
le amine ritrovate nei pigmenti su cui indaga la procura di Torino risultano essere prodotti da una ditta di San Ferdinando di Puglia, e sono state messe al bando dal Consiglio d'Europa nel 2008, ma sulle confezioni mancavano indicazioni previste per legge -:
quali iniziative si intendano porre in essere per scongiurare il ripetersi di simili episodi e a tutela della salute di quanti ritengono di doversi sottoporre alla pratica del tatuaggio.
(4-05449)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
nei prossimi giorni la Commissione del Ministero della salute sugli embrioni crioconservati dovrà prendere una decisione, insieme a quella di «catalogare» le coppie per evitare l'abbandono degli embrioni;
secondo notizie di stampa, al momento l'ipotesi più accreditata è quella di far pagare le relative spese alle coppie interessate;
tutto nasce dalla sentenza della Corte costituzionale, resa pubblica nell'aprile del 2009, in base alla quale è caduto il vincolo della produzione di tre embrioni, da impiantare contestualmente, per ogni ciclo di fecondazione, come era previsto dalla legge 40. Ciò vuol dire che potrà essere prodotto anche un numero maggiore di embrioni, ma, per quelli non impiantati, è previsto obbligo di congelamento, in deroga al divieto previsto dalla legge;

tra le ipotesi che vengono più accreditate, c'è quella che la procedura di crioconservazione degli embrioni sia demandata a centri privati accreditati e che, dunque, le coppie dovranno farsi carico delle spese -:
chi pagherà effettivamente i costi per la crioconservazione degli embrioni in eccesso dopo il trattamento di procreazione medicalmente assistita.
(4-05451)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il centro anti-veleni dell'ospedale Cardarelli di Napoli registra una media di circa mille ricoveri l'anno, oltre seimila contatti telefonici, è tra l'altro composto da quattro posti letto di terapia sub-intensiva e dispone di un archivio sugli antidoti efficaci contro le più rare forme di intossicazione la cui eccellenza è riconosciuta a livello internazionale, ed è dotato di una scorta di farmaci anche per respingere eventuali attacchi terroristici chimici e biologici;
nonostante questa «eccellenza» a detta del componente della rappresentanza sindacale unitaria e della CGIL FP Salvatore Siesto, «ci è stata comunicata la prossima chiusura del Centro... C'è un verbale firmato dalla commissione decentrata del Cardarelli, cioè dai vertici della direzione generale e dai componenti della rappresentanza sindacale unitaria che mette nero su bianco la decisione di abbattere i posti letto e di lasciare soltanto una postazione di consulenza telefonica»;
il provvedimento rientrerebbe nel piano di rientro regionale per ripianare i debiti della Sanità;
di strutture simili al centro antiveleni dell'ospedale Cardarelli ne esistono solo otto in Italia, e in particolare il centro in questione risponde agli SOS che arrivano anche dalle altre regioni meridionali, e dalle coste africane, in particolare dalla Tunisia;
appare agli interroganti assurdo e illogico disperdere tutte queste competenze frutto del lavoro e della ricerca di anni -:
quali iniziative di competenza si ritenga di dover adottare, promuovere o comunque sollecitare perché il provvedimento di chiusura sia rivisto e riconsiderato.
(4-05452)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'associazione Codacons ha reso noto di aver presentato un esposto alla Corte dei conti perché si accerti se vi sia stato o vi sarà sperpero di denaro pubblico in relazione alla campagna vaccinale contro l'influenza A; secondo le stime dello stesso Codacons, il picco dell'influenza è ormai stato raggiunto in tutta Europa da settimane e le dosi di vaccino distribuite sono poco più di 5 milioni contro i 48 milioni di cittadini che all'inizio di questa estate il Ministero della salute sembrava voler immunizzare -:
se sia vero quanto sostiene il Codacons, e cioè che «dopo mesi dall'inizio della campagna vaccinale siano stati distribuiti poco più di 5 milioni di dosi di vaccino e siano state utilizzate circa una dose su 70 ordinate»;
se sia in grado di chiarire quando finirà la distribuzione di tutte le dosi fatte produrre dall'industria farmaceutica;
se sia vero che ormai da tre settimane consecutive si registra una riduzione degli accessi al pronto soccorso e del numero dei ricoveri per sindrome respiratoria acuta;
quanto siano costati alle casse dello Stato, e dunque al contribuente i vaccini acquistati;

a quanto ammontino i contratti stipulati con le case farmaceutiche per il vaccino, e con quali case farmaceutiche i contratti siano stati stipulati.
(4-05467)

BERTOLINI e CARLUCCI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
da articoli di stampa, si apprende che nel nostro Paese molte ragazze, soprattutto minorenni e straniere, ricorrono all'aborto clandestino, in violazione della legga 194, utilizzando un farmaco per l'ulcera a base di prostaglandina, il cytotec, che ha gli stessi effetti della pillola abortiva Ru486;
tale farmaco, infatti, aumenta la frequenza e l'intensità delle contrazioni dell'utero e provoca forti emorragie, che possono durare anche diversi giorni; nel foglietto illustrativo, è sconsigliato alle donne che hanno una gravidanza vera o presunta;
il farmaco può essere acquistato in farmacia soltanto attraverso prescrizione medica per curare l'ulcera, ma molto spesso viene venduto sulla fiducia; siti internet, stranieri e italiani, spiegano come procurarlo ed utilizzarlo, dando consigli sui tempi e sulle dosi di somministrazione; il sito dei Radicali italiani ne segnala l'uso diffuso in mancanza della Ru486;
le ragazze che ricorrono a tale metodo abortivo, che ha un'efficacia del 90 per cento nei primi tre mesi di gravidanza, e del 70-80 per cento fino al sesto mese, non ricevono alcun tipo di supporto e hanno come unica risorsa la comunicazione tra loro tramite alcuni forum su internet;
questo farmaco, il cui uso, ad avviso dell'interrogante, non è conforme alla legge 194, rappresenta un grave rischio per la vita delle donne, infatti, ai pronto soccorso dei policlinici di tutta Italia, continuano ad arrivare donne, soprattutto straniere, con violentissimi crampi ed emorragie in corso anche da dodici giorni, per aborti spontanei molto sospetti;
gli aborti clandestini in Italia sono circa 20.000 all'anno, ad essi si aggiungono 73.000 aborti spontanei, aumentati, secondo l'Istat, del 30 per cento rispetto al 1982, incremento che nelle minorenni sfiora il 70 per cento senza dimenticare l'abuso che le giovanissime fanno della pillola del giorno dopo -:
se il Ministro sia a conoscenza dell'uso improprio che viene fatto del Cytotec e quali siano i suoi intendimenti al riguardo;
se non ritenga di assumere iniziative volte ad accertare eventuali responsabilità della casa farmaceutica che produce il farmaco e di quei farmacisti che lo vendono, anche in assenza di prescrizione medica a donne e ragazze minorenni;
quali iniziative urgenti intenda adottare per combattere la piaga degli aborti clandestini, visto il grande aumento dei casi registrati.
(4-05478)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI, SIMONETTI, FAVA e GRIMOLDI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nelle varie fasi della lavorazione di un prodotto tessile, sono molte le procedure industriali che utilizzano prodotti o realizzano output o comunque emettono sostanze potenzialmente molto dannose per l'ambiente, dalle fasi di tintoria dove si utilizzano solventi e coloranti, al ricamo e alla stampa, alla produzione di speciali tessuti anche sintetici;
la collaborazione tra i vari Stati ai fini di ridurre gli elementi inquinanti e migliorare complessivamente la situazione ecologica del pianeta è fondamentale;

il nostro Paese importa grandi quantità di tessuti, semi-lavorati e prodotti tessili di varia natura, spesso realizzati con metodi non eco-compatibili -:
se e come il Governo - anche alla luce del recente vertice di Copenaghen - intenda introdurre misure atte a scoraggiare la produzione - in paesi terzi - di tessuti o semi-lavorati tessili attraverso metodi e sistemi inquinanti;
se e quali iniziative il Governo abbia attuato o intenda attuare al fine di sensibilizzare detti Paesi all'introduzione di norme a tutela dell'ambiente.
(4-05464)

REGUZZONI e GRIMOLDI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per la semplificazione normativa. - Per sapere - premesso che:
la certificazione di «dichiarazione inizio attività» richiesta per l'avvio di piccole e medie aziende in tema di impatto ambientale rappresenta tuttora un costo significativo in termini burocratici ed economici per un'azienda in fase di «start up»;
il Governo ha introdotto normative utili ai fini di semplificare l'avvio di attività imprenditoriali -:
se e quali novità il Governo intenda promuovere - anche a livello normativo - ai fini di semplificare la compilazione della «D.I.A.» per l'impatto ambientale delle piccole e medie imprese.
(4-05465)

REGUZZONI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
non risulta omogenea né, ad avviso dell'interrogante sufficientemente garantista per il consumatore l'offerta di servizi connessi ai contratti di telefonia;
ad esempio ai clienti dei servizi ADSL di Telecom Italia che manifestano problemi di collegamento con la linea wi-fi, Telecom Italia invita a rivolgersi ad un proprio servizio a pagamento (25 euro per la sola riconfigurazione per ogni personal computer) che interviene in tempi di 7/8 giorni;
sarebbe opportuno quantomeno avere contezza della dimensione di una problematica che assume grande rilievo sociale posta la progressiva diffusione di servizi informatici che richiedono, quasi sempre, specifiche prestazioni accessorie per la soluzione di problemi assolutamente fisiologici e prevedibili dalle società che offrono i servizi, ma che non sempre sono noti a un consumatore inesperto -:
quali siano gli intendimenti del Governo in relazione alle forme di assistenza alla clientela che dovrebbero essere sempre garantite nel settore dei servizi di telefonia, e, in particolare nel settore dei servizi informatici e di accesso alla rete, con particolare riferimento all'opportunità che tali servizi siano gratuitamente offerti alla sottoscrizione del contratto per adesione.
(4-05479)

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TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro per il turismo, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la pianura padana ha una configurazione pianeggiante ed una ricchezza e varietà di opere architettoniche, storiche, culturali tali che ben si presta ad ospitare formule di turismo che vedono nella bicicletta l'elemento centrale di trasporto;
tale formula di turismo, molto sviluppata in tanti paesi europei e negli USA, è molto apprezzabile poiché coniuga rispetto delle natura, attenzione anche ai luoghi meno noti, sostegno a quelle iniziative

agrituristiche tanto importanti per l'economia di molte aree rurali -:
se e quali iniziative il Governo abbia realizzato o intenda realizzare per incrementare la realizzazione di infrastrutture (piste ciclabili, punti di noleggio biciclette e altro) utili a promuovere formule di turismo come descritte in premessa.
(4-05462)

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Apposizione di firme a mozioni.

La mozione Gibiino e altri n. 1-00291, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 novembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Simeoni, Piffari, Burtone, Mannucci, Giammanco, Pizzolante, Scalia, Osvaldo Napoli, Aracu, Naro.

La mozione Franceschini e altri n. 1-00296, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 dicembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Rubinato.

Apposizione di una firma ad una risoluzione.

La risoluzione in commissione Realacci ed altri n. 7-00238, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 dicembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Peluffo.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: Interrogazione a risposta scritta Contento n. 4-04983 dell'11 novembre 2009.

Ritiro di una firma da una mozione.

Mozione Bernardini e altri n. 1-00288, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 novembre 2009: è stata ritirata la firma del deputato Tidei.

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ERRATA CORRIGE

Nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 15 dicembre 2009, alla pagina 9855, seconda colonna, dalla riga trentesima alla riga trentunesima deve leggersi: «onorevoli Granata, Tommaso Foti, Ghiglia, Stradella. Contestualmente, con il» e non «onorevoli Granata, Tommaso Foti, Colaninno, Picierno. Contestualmente, con il», come stampato.