XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 463 di mercoledì 13 aprile 2011

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 9,40.

LORENA MILANATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

Sul processo verbale.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo sul processo verbale a norma dell'articolo 32, comma 3, del Regolamento e precisamente vorrei chiarire il mio pensiero, in particolare, riguardo l'intervento nel quale ieri ho rivolto a lei alcune questioni ed accuse, ovviamente politiche, che vorrei meglio precisare in questi pochi minuti che ho a disposizione. Vorrei farlo, se possibile, anche con un tono urbano e più urbano di quello che è stato utilizzato ieri nelle contestazioni nei confronti del vicepresidente Bindi, che è stata trattata in un modo che credo non faccia onore a chi lo ha messo in pratica e anche alla nostra Camera, ma questo spero che avrà modo lei poi di chiarirlo nei confronti di chi se ne è reso responsabile.
Signor Presidente, mi permetto di chiederle attenzione solo perché...lei negli ultimi 20 giorni ha assunto delle decisioni - anche se questo non appare - che virano tutte lungo una linea. Lei ha deciso di assumersi la responsabilità di rompere una prassi nel momento in cui ci siamo trovati a discutere del conflitto di attribuzione, in quanto ha deciso di non far votare gli organi competenti - e, con ciò rompendo una prassi -, ha assunto una decisione, che è nelle sue facoltà, e si è assunto la responsabilità di portare questa decisione all'esame dell'Aula.
Poi, lei si è assunto la responsabilità di avallare in qualche modo quella scena invereconda che ha fatto il Ministro La Russa attraverso una sanzione-non sanzione, che è semplicemente una reprimenda. Se adesso dicessi a lei quello che le ha detto La Russa, lei sa perfettamente che nei miei confronti dovrebbe procedere in modo diverso.
Lei ha rifiutato la richiesta che le abbiamo fatto a norma dell'articolo 24, comma 12, del Regolamento, di eliminare il contingentamento dei tempi da un provvedimento che chiaramente riguarda diritti di libertà, compresi nei primi articoli della Costituzione.
Lei ha fatto una semi-finta di raddoppiarci i tempi di discussione del contingentamento in quanto sa benissimo che, per prassi, una volta che si stabiliscono tempi contingentati, noi possiamo chiedere l'ampliamento di un terzo, quindi è del tutto evidente che se lei dopo non aggiunge un terzo, non ci ha dato un raddoppio dei tempi, ma, se va bene, ci ha dato qualcosa in più del tempo che ci avrebbe dato comunque, perché la prassi prevede che lei ci conceda più di un terzo.
Lei, senza tenere conto del fatto che gli interventi sul processo verbale, signor Presidente non possono essere computati nei termini di un contingentamento, perché quello riguarda l'esame di quel provvedimento, ci ha sostanzialmente minacciato di non consentirci l'utilizzo di un diritto regolamentare, perché stavamo intervenendo in più di uno in forma ostruzionistica Pag. 2sul processo verbale. Il processo verbale non può essere considerato nei tempi ristretti di un contingentamento, tant'è che, se non si approva il processo verbale, non comincia la seduta e lei, a mio avviso, ha ulteriormente compiuto una forzatura, creando di nuovo problemi ed impedimenti all'opposizione.
Lei si è rifiutato di prevedere il voto segreto su un articolo e gli emendamenti, assumendo come principio il fatto che la prassi diventa sostanzialmente diritto e quindi, in funzione di quella, non possono essere modificate le decisioni. Non c'è nessuno, signor Presidente, che può stabilire attraverso la prassi se l'articolo 3 e gli emendamenti rientrino o meno nell'ambito degli articoli della Costituzione che riguardano i diritti di libertà. Ovviamente lei si affida alla prassi, ma così come ha fatto sul conflitto di interessi, avrebbe certo potuto invertire la prassi e prendere una decisione responsabile, che venisse in favore dei diritti dell'opposizione e ancora una volta ce lo ha negato. Ovviamente non ci ha consentito l'aumento di un terzo dei tempi. Mi pare di capire che si approccia anche ad una decisione che io ritengo che forse nessuno avrebbe mai assunto in quest'aula e in questo Parlamento, cioè quella di togliere anche il semplice diritto di esprimere opinioni in cinque secondi ad un deputato: questo è quello che mi è giunto, ma me lo farà sapere, in seguito alle decisioni della Conferenza dei presidenti di gruppo per quanto riguarda il nostro dibattito.
Signor Presidente, lei, da quando il Popolo della Libertà e la Lega hanno iniziato ad attaccarla ed a chiedere le sue dimissioni, si è comportato forse come il peggior Presidente in quest'aula nei confronti dell'opposizione. Lei ha preso decisioni, una dietro l'altra, che stanno infliggendo all'opposizione l'impossibilità, di fronte ad un tempo contingentato, di svolgere il proprio mestiere.
Sappia - e ho concluso, signor Presidente - che tutto il tempo perso per la gran parte è stato causa della maggioranza, dei suoi problemi e di quello che lei ha fatto in aula.

PRESIDENTE. Ricordo all'onorevole Giachetti e ai colleghi che l'onorevole Giachetti è intervenuto sul processo verbale. Essendo il primo che ha chiesto di intervenire, ha parlato per cinque minuti, così come da consolidata prassi.
Ricordo altresì quanto già deciso in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo: ulteriori interventi sul processo verbale avranno, da parte della Presidenza, dei tempi contingentati, nel senso che saranno molto più ridotti rispetto ai cinque minuti precedentemente previsti.
Chiedono di parlare sempre sul processo verbale altri colleghi di gruppi diversi rispetto a quelli del Partito Democratico. Quindi, interverranno il presidente Casini e il vicepresidente Evangelisti e, in seguito, vi saranno gli altri interventi dell'onorevole Quartiani e dell'onorevole Colombo.
Fin d'ora, il presidente Casini e il vicepresidente Evangelisti avranno a disposizione cinque minuti al pari dell'onorevole Giachetti, mentre per l'onorevole Quartiani, l'onorevole Colombo ed eventuali altri interventi, trenta secondi. Prego, onorevole Casini, ha facoltà di parlare.

PIER FERDINANDO CASINI. Onorevole Presidente, io rinuncio ai cinque minuti. Voglio dire che sono allibito dall'intervento dell'onorevole Giachetti contro la Presidenza, del tutto incongruo ed inconcepibile: non si capisce cosa lo abbia portato a svolgere un intervento di questo tipo (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Se avevo dei dubbi sulla terzietà del Presidente Fini, questa volta li ho persi, nel senso che lei, signor Presidente, presiede impeccabilmente e la dimostrazione è che ciascuno la vuole tirare solamente dalla propria parte (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Futuro e Libertà per l'Italia).
Onorevole Giachetti, dopo tutte le cose che, in questi mesi, abbiamo sentito inopinatamente di attacco al Presidente della Camera, il suo intervento di questa mattina è completamente fuori luogo, perché ha dimostrato la strumentalità di chi ritiene Pag. 3che il Presidente si difenda solo se fa ciò che noi vogliamo che faccia. È inconcepibile questa concezione del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Futuro e Libertà per l'Italia e di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Il Presidente fa ciò che ritiene giusto, perché è terzo rispetto alle parti (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Popolo della Libertà, Lega Nord Padania, Futuro e Libertà per l'Italia e Iniziativa Responsabile).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, spero anch'io di non utilizzare tutti i cinque minuti. Sarò estremamente breve, perché voglio fare un intervento davvero riferito all'articolo 32, comma 2, del Regolamento, per chiarire quanto espresso già ieri. Tuttavia, signor Presidente, mi lasci dire che l'intervento di poco fa del Presidente Casini tutto era meno che un intervento sul processo verbale: ha fatto una considerazione di carattere politico. Devo dire che ho trovato anch'io un tantino forti le espressioni del collega Giachetti, tuttavia, signor Presidente, lei comprenderà che, quando si è in una posizione di terzietà, vi è sempre il rischio di sbagliare. E non c'è dubbio che qualche errore sia stato compiuto in queste difficili giornate parlamentari.
Ieri, ho svolto più di un intervento per richiamo al Regolamento e vorrei, quindi, chiarire il mio pensiero. Le sarei grato, signor Presidente, se volesse prestarmi un po' della sua attenzione, capisco che debba anche fare altro. In particolare, ho insistito sul fatto che, ai sensi dell'articolo 24, comma 11, del Regolamento, «i termini per gli interventi svolti dai deputati a titolo personale o per richiami al Regolamento sono fissati dal Presidente».
Ieri, sembrava quasi che la Presidenza volesse escludere la possibilità di interventi a titolo personale: la riduzione a soli quindici secondi per lo svolgimento degli stessi, se non è l'eliminazione degli interventi a titolo personale, è qualche cosa che ci va molto vicino. Pertanto, davvero la prego, signor Presidente, di riconsiderare questo aspetto. Voglio sperare che, alla fine degli interventi sul processo verbale, lei informerà degli esiti della Conferenza dei presidenti di gruppo. E voglio sperare che, in quella Conferenza, possano essere state date indicazioni in tal senso.
In più, ho fatto riferimento alla possibilità che il Presidente disponga, per progetti di legge riguardanti questioni di eccezionale rilevanza politica, tempi un tantino più ampli. Per questo, ho chiesto di poter avere l'ampliamento dei tempi, a nome del gruppo dell'Italia dei Valori, perché noi, ad ora, siamo ormai in credito di soli due minuti di tempo per intervenire su questo rilevantissimo provvedimento.
Ieri non ho fatto riferimento al comma 13 dell'articolo 24 del Regolamento. Vi faccio riferimento ora, citandolo: «Le ripartizioni in quote di tempi e di argomenti sono computate in via tendenziale» - e sottolineo la parola tendenziale - «e con riferimento alle previsioni formulate all'atto della predisposizione del calendario».
Ora, signor Presidente, per questo provvedimento era stato previsto un tempo totale - per gli interventi a disposizione dei gruppi, per quelli a titolo personale, per i tempi tecnici, per i richiami al Regolamento e quant'altro - di cento ore.
Poiché vi è stato un atteggiamento fideistico da parte della maggioranza, la quale non ha ritenuto di poter arricchire il dibattito, a mio avviso, queste cento ore tendenziali, a norma dell'articolo 24, comma 13, del Regolamento, possono essere adeguatamente «spalmate» su coloro che ritengono di poter portare un contributo.
La ringrazio per l'attenzione e per la risposta che vorrà darmi.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

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PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Onorevole Quartiani, le ricordo che ha trenta secondi di tempo a disposizione.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo a norma dell'articolo 32 del Regolamento, che mi consente di intervenire per trenta secondi, secondo i tempi che lei ha indicato a tutti colleghi che lo vorranno fare per chiarire il proprio pensiero sul processo verbale.
Ieri ho detto due cose: in primo luogo, sono intervenuto per sostenere che c'è sempre il diritto individuale dei singoli parlamentari di dissentire e non si può togliere loro i tempi. Io rispetterò e noi rispetteremo sempre le decisioni della Presidenza, anche se non le condividiamo.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Quartiani.

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Onorevole Colombo, le ricordo che ha trenta secondi di tempo a disposizione.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, credo che questo processo verbale debba essere respinto poiché non esprime e non racconta in alcun modo ciò che è avvenuto in quest'Aula. Sembra il processo verbale di un condominio un po' stupido, che perde tempo a parlare per tre righe ogni volta. Esso non dice che è stata letta la Costituzione, non dice che avevamo trenta secondi di tempo a disposizione per parlare e non dice che la Presidenza ha costantemente impedito il dibattito dell'opposizione in quest'Aula.

LUCIANO AGOSTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Onorevole Agostini, le ricordo che ha trenta secondi di tempo a disposizione.

LUCIANO AGOSTINI. Signor Presidente, desidero specificare meglio il senso del mio intervento: lo ho dovuto svolgere in quindici secondi e, quindi, difficilmente sono riuscito a farne capire il senso. Volevo solo dire che il Presidente del Consiglio ormai da un quindicennio ci ha abituato a dichiarazioni che, nella maggior parte dei casi, non corrispondono mai alla verità. Pertanto, quando l'altro giorno egli ha affermato che la presunta persecuzione dei giudici nei suoi confronti era tanto forte al punto che Al Capone sembrava un dilettante, a me è sembrato giusto sottolineare che, invece, qualche volta, il Presidente dice la verità.

MATTEO COLANINNO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Onorevole Colaninno, le ricordo che ha trenta secondi di tempo a disposizione.

MATTEO COLANINNO. Signor Presidente, secondo l'articolo 19 della Costituzione, tutti sono liberi di professare la propria fede. Dico ciò da deputato che ha avuto il dono della fede, ricordandovi, cari colleghi della maggioranza, ciò che diceva Aldo Moro: i cattolici che sono impegnati in Parlamento devono trovare la propria forza, più che dalle leggi, dall'esempio dei propri comportamenti. Tenetelo a mente mentre state approvando questo provvedimento.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Signor Presidente, ieri, quando citavo l'articolo 22 della Costituzione, alludevo alla perdita del nome di un mio parente, il colonnello Mario Coen, il quale fu costretto a cambiare nome in Rossi per poter rimanere nel regio esercito. Pensavo anche ai miei amici fiumani Budinic, che dovettero cambiare in Budini il loro nome.
Il citato articolo 22 è, insieme al resto della Costituzione, la nostra testimonianza di protesta contro un provvedimento...

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PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bachelet.

CARLO MONAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, ieri ho definito questa proposta di legge: «legge barzelletta», ma c'è una ragione ben precisa. I dati che ci ha fornito il Ministro Alfano sono taroccati, signor Presidente e onorevoli colleghi: se noi teniamo conto dei 125 mila processi prescritti nel 2009 - cito l'onorevole Alfano - e se teniamo conto del fatto che il 55 per cento di questi processi si riferiscono ad incensurati, i procedimenti che andranno a cadere, grazie a questa norma barzelletta, saranno circa 68.750. Quindi...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Monai.

ANIELLO FORMISANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, quando ieri invitavo i signori Ministri e i signori sottosegretari a dimettersi dal ruolo di deputato che cumulano con queste altre funzioni, non intendevo minimamente offendere ma semplicemente far capire loro che, se si dedicassero esclusivamente alla funzione di Governo, dimostrerebbero meglio di credere in un Governo perché, rimanendo nella duplice funzione, dimostrano di sentire precaria la prima situazione, quella di Governo, e di fare affidamento più sull'altra, quella di parlamentari.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Aniello Formisano.

DAVID FAVIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, intervengo ai sensi del terzo comma dell'articolo 32 del Regolamento per dire che, a pagina 102 del Resoconto, ci sono soltanto tre righe del mio intervento, purtroppo, devo lamentare, soltanto di 15 secondi, ove dico che la prescrizione breve serve solo per uccidere il «processo Mills». Vorrei aggiungere che, insieme al processo Mills, uccide centinaia e centinaia, forse migliaia di altri processi molto gravi che lasceranno le vittime senza la soddisfazione che la legge loro consente...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Favia.

ANITA DI GIUSEPPE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, credo che questa animosità sia dovuta sicuramente alla preoccupazione che l'opposizione ha per gli effetti che questo provvedimento avrà sulla giustizia italiana. Personalmente non metto in discussione il suo operato, semmai metto in discussione l'operato del Governo che non avrebbe dovuto assolutamente portare in Aula un simile obbrobrio.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Signor Presidente, ieri, nel mio intervento è stata saltata la parte finale quando denunciavo le confessioni di un professore di un noto ateneo del nord che mi diceva come prima confessione di aver votato Popolo della Libertà alle ultime elezioni politiche e come seconda confessione di vergognarsi di spiegare in aula ai suoi studenti la ratio di queste porcherie di norme che stiamo approvando in Parlamento. Praticamente è stata saltata la parte...

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PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fogliardi.

IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento per sottolineare ancora una volta come, attraverso questo provvedimento, il sistema giustizia nel nostro Paese non verrà migliorato ma addirittura peggiorato. La cosa più rilevante, in termini negativi è che sarà ancora una volta un intervento a favore dei potenti, anzi del potente, a danno di tante persone che aspettano giustizia...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Strizzolo.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32. Ieri volevo svolgere un intervento sull'ordine dei lavori perché era mia intenzione chiedere al Presidente della Camera a che punto fosse la richiesta avanzata al Presidente del Consiglio, Berlusconi, di venire immediatamente a chiarire in Aula la posizione del Governo sul pensiero della partecipazione dell'Italia all'Europa perché mettere in discussione, così come è successo nei giorni scorsi, attraverso le dichiarazioni di Ministri e dello stesso Berlusconi, una partecipazione...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Piffari.

MARINA SERENI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARINA SERENI. Signor Presidente, vorrei chiarire il mio pensiero ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento. Avevo tentato ieri di consigliare ai colleghi del Governo e della maggioranza di far leggere al Presidente del Consiglio un passo di James Madison del 1788: «Se gli uomini fossero angeli, nessun governo sarebbe necessario. Se gli angeli governassero gli uomini, alcun controllo - né esterno né interno - sul governo sarebbe necessario». Ma poiché stiamo parlando di uomini che governano uomini, occorre obbligare il Governo a porre in essere forme di controllo su di sé, una di queste è la...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Sereni.

SANDRO GOZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, intendo intervenire per specificare e chiarire il mio pensiero sull'articolo 117 della Costituzione. Ho anche fatto riferimento al Trattato di Lisbona ma è evidente che noi ci opporremo con tutte le nostre forze alla proposta del Ministro Maroni di abbandonare l'Unione europea. La riteniamo una proposta autolesionista, indegna di un Ministro della Repubblica, forse il Ministro potrebbe valutare la possibilità di dimettersi dopo un atto così grave.

SANDRO BRANDOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRO BRANDOLINI. Signor Presidente, in 15 secondi è difficile esprimersi e quindi è necessario chiarire meglio il proprio pensiero, anche se 15 secondi sono una pillola e in 30 secondi, al massimo, di pillole se ne possono dire due. Volevo semplicemente dire che questa proposta di legge non affronta il problema della giustizia, ma dell'ingiustizia. Non a caso il Presidente del Consiglio...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Brandolini.

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ALESSANDRO NACCARATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO NACCARATO. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento per precisare, rispetto al mio intervento di ieri, che il Ministro, quando ieri è intervenuto in Aula, ha sostanzialmente spiegato nel dettaglio che la norma che stiamo discutendo serve solo ed esclusivamente al Presidente del Consiglio, per evitare di essere condannato nel processo Mills. Per fare questo si rischiano di buttare al macero migliaia di processi e per questo si è parlato di un'amnistia mascherata. Questo non è né un giudizio di parte né una forzatura del Partito Democratico, dell'opposizione in Parlamento, ma bensì il giudizio che il CSM, a larga maggioranza...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Naccarato.

MARCO CARRA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO CARRA. Signor Presidente, anch'io intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento, per chiarire compiutamente il mio pensiero. La mia volontà, nell'intervento di ieri, era di dimostrare che ciò che accadrà oggi davanti alla Camera - mi riferisco alla manifestazione dei citati de L'Aquila e di Viareggio - è la conferma che questa è una «legge vergogna». Questo concetto che ho espresso ieri non è stato riportato in modo preciso.

ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, intervengo per precisare il mio punto di vista. Ho letto ieri l'articolo 13 della Costituzione, che afferma che non è consentita nessuna violenza fisica e morale sulle persone detenute. Ho anche detto che, purtroppo, esso non è sempre rispettato. Alludevo chiaramente a casi drammatici come quello di Stefano Cucchi: è assolutamente necessario che casi simili non si ripetano più, per evitare che la nostra Costituzione e il nostro vivere civile venga ferito.

ENRICO FARINONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO FARINONE. Signor Presidente, intervengo solo per chiarire un po' meglio, rispetto ai 15 secondi di ieri, che il provvedimento sulla prescrizione breve è in netto contrasto con i principi sanciti dalla Convenzione dell'ONU contro la corruzione, Convenzione che è stata ratificata dall'Italia e che invita gli Stati ad adottare misure necessarie per ricercare, perseguire e giudicare effettivamente i responsabili dei fatti corruttivi. È questo un punto che ritenevo opportuno aggiungere alle cose dette ieri e che non avevo potuto fare in soli 15 secondi, ricordando anche...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Farinone.

ENRICO GASBARRA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO GASBARRA. Signor Presidente, intervengo anch'io in base all'articolo 32, comma 3, del Regolamento, per precisare il mio pensiero. Dalla lettura di ieri dell'articolo 35 della Costituzione vorrei che emergesse in modo chiaro, come auspicavo, che questo Parlamento, anziché occuparsi di un provvedimento che umilia la giustizia, forse è il caso che affronti temi veri, come quello del lavoro.

FULVIO BONAVITACOLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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FULVIO BONAVITACOLA. Signor Presidente, ieri ho rinunciato ai 15 secondi e volevo precisarne la ragione. Infatti, non l'ho fatto per una mancanza di riguardo, ma perché non mi sentivo in grado di utilizzare un tempo che, invece, è il tempo che solo il Presidente del Consiglio riesce ad ottimizzare. Mi chiedevo, infatti, e chiedevo all'Assemblea quante «balle» riuscirebbe a dire Berlusconi in 15 secondi. Credo, naturalmente, sia giusto precisare questo pensiero, perché non era un atto di mancanza...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Bonavitacola.

RICARDO FRANCO LEVI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICARDO FRANCO LEVI. Signor Presidente, sempre a norma dell'articolo 32, comma 3, del Regolamento, vorrei precisare il senso del mio intervento di ieri, quando ho letto l'articolo 12 della Costituzione, che è quello sul tricolore. Il tricolore e la bandiera dell'Europa, collocata accanto al tricolore stesso, proprio dietro la sua poltrona, Presidente, rappresentano l'unità nazionale e la partecipazione dell'Italia all'Unione europea: due pilastri che questa maggioranza sembra voler mettere in discussione giorno dopo giorno e che noi combattiamo convintamente.

ROBERTO MORASSUT. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT. Signor Presidente, intervengo per chiarire meglio il mio pensiero espresso nei pochi secondi di ieri. Questo provvedimento, se verrà approvato e non verrà presto cancellato in un futuro breve, sarà una scossa alla giustizia italiana ed un via libera e un incentivo per ulteriori reati. In questi anni il problema della giustizia è stato cancellato di fatto dall'agenda politica, perché è stato ridotto ad un problema personale del Premier e in questo modo è stato cristallizzato e irrigidito ogni punto di vista. Il problema di una giusta riforma è stato sostituito da uno scontro frontale tra le istituzioni e i poteri dello Stato.

DORIS LO MORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DORIS LO MORO. Signor Presidente, intervengo per precisare il senso del discorso che ho fatto ieri brevemente. L'articolo 101 della Costituzione, che ho citato nel mio intervento, dice testualmente che la giustizia è amministrata in nome del popolo e che i giudici sono soggetti soltanto alla legge. L'auspicio, ma anche la volontà che esprimevo nel mio intervento, è quello di difendere i magistrati e di evitare la loro burocratizzazione e, soprattutto, che possano in futuro essere costretti ad essere compiacenti come i tecnici che hanno fornito le stime che ha letto in Aula...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Lo Moro.

MARIA LETIZIA DE TORRE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA LETIZIA DE TORRE. Signor Presidente, intervengo sul processo verbale riguardo al mio secondo intervento nel quale concludevo con la citazione di Gianni Letta sui giorni difficili e amari che credo non passeranno, se non recuperiamo una situazione democratica. In democrazia qualsiasi scelta deve avvenire con un confronto ed è chiaro che questo provvedimento non esce da un confronto, ma da una forzatura che sta uccidendo la nostra democrazia, anche nel modo in cui avviene. Per cui chiedo ai Ministri e alla maggioranza di riflettere su questo: se ne valga la pena.

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CHIARA BRAGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, intervengo per chiarire meglio il mio pensiero. Ieri sottolineavo come la nostra posizione in quest'Aula sia tesa a svelare la vera natura di questo provvedimento che nulla ha a che fare con quelle esigenze di riforma e di razionalizzazione del sistema della giustizia che possano andare davvero nella direzione di una maggiore efficienza a favore dei cittadini. Purtroppo avete ricoperto questa esigenza con le necessità personali assolutamente singolari del Presidente del Consiglio.

LEOLUCA ORLANDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento vorrei fare tre osservazioni. La prima è che non risulta la motivazione del diniego dell'aumento del terzo dei tempi dopo la scelta del contingentamento. È come se dopo l'accesso al patteggiamento non si faccia riduzione della pena. In secondo luogo, credo che debba risultare lo scomposto intervento degli onorevoli Cicchitto e Reguzzoni. Ci attendiamo da lei una parola di sostegno all'operato della Vicepresidente Rosy Bindi...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Leoluca Orlando.

LAURA FRONER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA FRONER. Signor Presidente, sempre ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento volevo chiarire meglio il mio pensiero. L'unica spiegazione plausibile alla quale mi riferivo è quella di permettere al Presidente del Consiglio di sottrarsi ai suoi processi e, in particolare, al processo Mills. La maggioranza vuole approvare questa norma sulla prescrizione breve che porterà ad una vera e propria amnistia.

RENZO CARELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENZO CARELLA. Signor Presidente, per brevità di tempo ho omesso di dire che con questa proposta di legge il capo del Governo, fuggendo dalla verità processuale, accetta di fronte al Paese il grave e pesante sospetto di essere corruttore di testimoni in atti giudiziari. Mi pare che questo Paese avrebbe bisogno di altri esempi per ridare fiducia ai cittadini che debbono credere nelle istituzioni e in chi li rappresenta.

FEDERICA MOGHERINI REBESANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICA MOGHERINI REBESANI. Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento intervengo per chiarire quello che ieri ho cercato di dire in un solo minuto, e cioè che i danni collaterali di questo provvedimento rischiano di essere ben più gravi dell'obiettivo principale, ossia quello di liberare un imputato da un processo. I danni in termini di credibilità che il nostro Governo sta subendo in Europa e nel resto del mondo sono davvero pesanti e penso che avremo le ripercussioni di questa vergognosa iniziativa nei mesi a seguire.

PIETRO TIDEI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIETRO TIDEI. Signor Presidente, a chiarimento del mio pensiero volevo dire che o il Ministro ci racconta bugie, dicendo che il provvedimento non giova a Berlusconi, come dire che Ruby è la nipote di Mubarak, oppure il Ministro non sa fare il proprio mestiere, visto che ci propina un provvedimento spazzatura che non serve a Pag. 10niente, come egli stesso dice, ma aggiunge in negativo uno 0,2 per cento ai 170 mila processi che vanno in prescrizione.

FABIO PORTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA. Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento volevo chiarire quanto denunciavo ieri dicendo che questo Governo è ipocrita e anche poco coerente quando, da un lato, condanna sul caso Battisti un Paese per la mancata estradizione e poi accusa la nostra magistratura attuando e approvando provvedimenti di questo genere. Credo che sia un esempio di incoerenza rispetto...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Porta.

ANTONELLO GIACOMELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONELLO GIACOMELLI. Signor Presidente, a norma dell'articolo 32 del Regolamento, il tempo ampio che lei ci accorda ci consente di chiarire meglio rispetto ai quindici secondi di ieri il senso dell'intervento. Il riferimento all'articolo 42 della Costituzione, che ho fatto leggendolo in Aula e di questo parlando, non è stato colto, a mio avviso, nel suo senso pieno di opposizione rispetto alla strategia di questo Governo che anziché affrontare i temi della proprietà, dell'impresa e del lavoro parla solo...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Giacomelli.

MARIA COSCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA COSCIA. Signor Presidente, chiedo la parola sul processo verbale, ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento, per chiarire il mio pensiero che ho espresso ieri durante la seduta. Ho sostenuto che migliaia di processi con l'attuazione del provvedimento andranno al macero. Il Ministro Alfano ha tentato di minimizzare questi dati sostenendo che essi sono solo lo 0,2 per cento. In realtà egli ha confermato che sono migliaia i processi che andranno al macero. È del tutto evidente che il provvedimento serve per salvare...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Coscia.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, completo il mio discorso di ieri. Nel 461 a.C. Pericle agli ateniesi diceva: Qui ad Atene facciamo così, c'è stato insegnato di rispettare i magistrati, di rispettare le leggi e di proteggere coloro che ricevono offesa. Qui a Roma, nella Repubblica del «bunga bunga», fanno in un altro modo: non rispettano i magistrati, non rispettano le leggi e se ne «fottono» di coloro che ricevono le offese.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, per chiarire e ribadire che con questa legge si vuole calpestare la Costituzione nata dalla Resistenza, in modo particolare il principio fondamentale dell'uguaglianza. Paradossalmente la maggioranza e il Governo vogliono sostituire ad una giustizia che arriva tardi una giustizia che non arriva più.

ANDREA LULLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, per chiarire il pensiero del mio intervento di ieri. La gravità del provvedimento è Pag. 11sotto gli occhi di tutti, ma quello che più mi colpisce è la ricerca di trucchi e furbizie per calcolare con precisione la prescrizione breve e per arrivare ad un risultato che riguarda i processi del Presidente del Consiglio. È un'indecenza e un'umiliazione del Parlamento!

GIORGIO MERLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO MERLO. Signor Presidente, solo per precisare meglio ciò che dicevo ieri inerente alla riforma epocale della giustizia, che resta epocale soltanto per un pezzo dell'informazione pubblica e per quasi tutta l'informazione privata del nostro Paese. Da lì la necessità di far sì che la vera riforma di cui oggi necessita il Paese non è tanto quella epocale riconducibile alla giustizia, che non è, ma semmai è quella di ridare trasparenza, completezza ed imparzialità dell'informazione attraverso una vera riforma...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Giorgio Merlo.

GIUSEPPE GIULIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, solo per precisare che all'iniziativa che si svolgerà oggi qui davanti e poi al Pantheon alle 17 non ci saranno solo le associazioni delle vittime del terremoto o solo la delegazione di Viareggio, ma anche la delegazione di tanti comitati che si occupano di contrastare i reati contro il patrimonio, l'ambiente e contro le morti e gli infortuni sul lavoro che, dopo aver sentito le parole del Ministro, hanno confermato tutti la loro presenza.

LUISA BOSSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUISA BOSSA. Signor Presidente, vorrei precisare che l'articolo 26 della Costituzione, che ho letto ieri, bene si cala nella realtà drammatica di queste giornate: la sceneggiata di Lampedusa supera di gran lunga la storia della sceneggiata napoletana ed è tutta rivolta al pubblico. Da un lato volete scacciare gli stranieri, dall'altra non incarcerare chi delinque da noi. Bravi: bell'esempio di coerenza!

ELISABETTA RAMPI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELISABETTA RAMPI. Signor Presidente, intervengo per segnalare che nella trascrizione del mio intervento di ieri c'è un refuso tipografico. Bisogna, infatti, aggiungere la lettera «m» alla frase «legge ad persona». Inoltre, desidero aggiungere che di amnistia sostanziale ha parlato il CSM ancor prima di noi. Quindi, chiedo veramente che il Governo venga a riferire alla Camera la verità sull'effetto amnistia della prescrizione breve. Penso, inoltre, che sia...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rampi...

EUGENIO MAZZARELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, uno dei maggiori neurologi contemporanei António Rosa Damásio ha per anni studiato la peculiare sindrome che risulta da una lesione alla porzione ventro-mediale della corteccia prefrontale. Questi soggetti sono caratterizzati da una piattezza emozionale che tende ad avere effetti importanti sul modo in cui giudicano e prendono decisioni. Questo tipo di danno ha specifiche conseguenze sul tipo di giudizio morale che queste persone formulano. Credo che in questa tesi possa essere trovata una spiegazione all'atonia Pag. 12morale che porterà molti colleghi a votare questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

RITA BERNARDINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, intervengo per precisare che, pur essendo noi radicali fermamente contrari a questo provvedimento, troviamo del tutto improprio il pronunciamento del Consiglio superiore della magistratura su questa legge. Infatti, se esiste la separazione dei poteri, ricordiamo che questo è un cardine della democrazia. La magistratura deve applicare le leggi, non pronunciarsi su di esse.

DARIO GINEFRA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO GINEFRA. Signor Presidente, prima di chiarire il mio pensiero ai sensi dell'articolo 32, comma 3, del Regolamento, mi corre l'obbligo di dirle che le riconosco tanti limiti, ma non quello di essere il peggior Presidente della Camera della storia della Repubblica italiana.
Ritengo che nella seduta di ieri non sia emerso in maniera netta il mio pensiero. Penso cioè che questa legge contenga due punti di vantaggio: uno in favore del Premier...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ginefra...

SUSANNA CENNI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento. Ieri nel mio intervento ho fatto riferimento alla legge sull'etichettatura. Mi riferisco a quella legge che in questo momento è «osservata» a Bruxelles. Per questa ragione, chiederei al Ministro Romano, anziché rimanere qui ingessato a sostenere il provvedimento, di recarsi a Bruxelles per difendere le sorti di questa legge.

ROLANDO NANNICINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, ieri nell'intervento riportato a pagina 109 del resoconto stenografico non mi è stato possibile concludere un concetto. Ho un amico tedesco che mi ha detto che alla televisione di stato tedesca si dice: «Pagate il canone, altrimenti facciamo la fine dell'Italia» ovvero paghiamo il canone altrimenti mettiamo in conflitto di interessi l'informazione televisiva tedesca.
Questo la dice lunga di quello che sta succedendo. Non vorrei che tra dieci anni qualche paese abbastanza criminogeno...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Nannicini...

SALVATORE MARGIOTTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32, comma 3, del Regolamento. In politica, come nella vita, è importante quel che si fa molto più di quello che si dice di voler fare. Da vent'anni dite di voler fare una riforma della giustizia nell'interesse di tutti i cittadini e approvate, invece, leggi nell'interesse di un solo cittadino. Gli italiani lo sanno e sapranno giudicare.

PAOLO FADDA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO FADDA. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento per riconfermare che non ci sono dubbi che il processo breve è una legge ad personam. Infatti, il Presidente Berlusconi è stato sempre assente e non Pag. 13ha partecipato a nessuna votazione. Ciò per evitare eventuali denunce di interessi privati in atti d'ufficio e, quindi, altri guai giudiziari.

RAFFAELLA MARIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, intervengo per precisare, ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento, che i familiari delle vittime delle stragi come quelle di Viareggio chiedono giustizia e verità. Ieri chiedevo al signor Ministro e dicevo che non ci ha convinto.
Infatti, possiamo essere il Paese che rinuncia all'accertamento della giustizia per le vittime di così gravi fatti? Il Paese che abbandona i più deboli e favorisce i più forti? Il Paese che favorisce chi fa strame della credibilità delle istituzioni e coltiva i propri interessi personali? Penso di no. Penso, piuttosto, che dobbiamo vergognarci di questo atteggiamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Velo. Ne ha facoltà.

SILVIA VELO. Signor Presidente, ho chiesto al Ministro di dire chiaramente se questo provvedimento è una legge ad personam per il Presidente del Consiglio o se, come ha detto in altre occasioni, non influisce sull'andamento dei processi in corso. Intervengo per chiarire questo pensiero, visto che il Ministro non ha ritenuto di rispondermi.

DONELLA MATTESINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONELLA MATTESINI. Signor Presidente, intervengo per chiarire il mio pensiero e precisare, rispetto a ieri, quanto questo provvedimento inciderà pesantemente sui reati contro la corruzione nella pubblica amministrazione, che è già appesantita dalle false riforme del Ministro Brunetta e vessata dagli insostenibili tagli agli enti locali e alle regioni che avete fatto con le vostre leggi finanziarie.
La pubblica amministrazione è l'elemento fondamentale per il governo trasparente della cosa pubblica e voi, con questo provvedimento, vi prendete la responsabilità...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mattesini.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucchi. Ne ha facoltà.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, intervengo per chiarire quello che ieri non ho potuto dire solo in 15 secondi. Sono intervenuto per lamentare il fatto che, costretti in Aula per troppi giorni a discutere la riduzione dei tempi di prescrizione, ci siamo anche trovati vittime di dover subire la riduzione dei tempi per dichiarazioni.
Naturalmente, non volevo mettere in relazione le due cose, ma solo esprimere la mia amarezza per non aver avuto il tempo necessario per argomentare la mia contrarietà alla...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zucchi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, volevo specificare, sempre ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento, il motivo per cui non sono intervenuto ieri sul processo verbale. Riguardo a questa impossibilità di intervenire sul mio riferimento, avevo capito che bisognasse intervenire sull'emendamento in discussione e, quindi, che si avesse un tempo di circa cinque minuti mentre, invece, il tempo per l'intervento era, appunto, di 15 secondi.
In questo poco tempo che mi rimane volevo semplicemente ribadire che questo provvedimento, purtroppo, non solo è indecente per chi lo propone, ma rischia di dare un'immagine...

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PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bratti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Viola. Ne ha facoltà.

RODOLFO GIULIANO VIOLA. Signor Presidente, intervengo sempre ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento.
L'intervento di ieri aveva il senso soprattutto di evidenziare - e mi sembra che questo non emerga a sufficienza dal resoconto stenografico - il fallimento sulle politiche della sicurezza di questo Governo. Il fallimento è dettato proprio dall'approvazione delle norme sulla prescrizione breve, che, di fatto, rappresentano un colpo di spugna per tutti i gravissimi reati che arrecano danno alla sicurezza di tutti i cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Martella. Ne ha facoltà.

ANDREA MARTELLA. Signor Presidente, desidero anch'io, ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento, chiarire il mio pensiero che, tuttavia, era già abbastanza chiaro.
Il Ministro, come ho detto ieri, si rende colpevole di un fatto molto grave. Esegue, evidentemente, un mandato che, però, colpisce duramente la Costituzione, lede il nostro sistema di diritti e pone qualcuno al di sopra della legge. Tutto questo per salvaguardare il Presidente del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Melandri. Ne ha facoltà.

GIOVANNA MELANDRI. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento.
Due fotografie della giornata di oggi. I comitati delle vittime di Viareggio, de L'Aquila e dei morti sul lavoro qui fuori che protestano, mentre sui giornali appaiono i resoconti delle feste di Arcore. Vorrei chiedere al Ministro se non condivide anche lui quell'aforisma di Voltaire per cui «la dignità non consiste nel possedere onori ma nella coscienza di meritarli». Il Ministro li merita?

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Melandri.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Tullo. Ne ha facoltà.

MARIO TULLO. Signor Presidente, rileggendo il resoconto stenografico non ho ritrovato, perché non sono riuscito ad esprimerla ieri fine in fondo, la mia denuncia verso il Ministro Alfano che ha annunciato un piano carceri più di un anno e mezzo fa. Tuttavia, non lo abbiamo più visto, mentre la situazione delle carceri italiane è sempre più drammatica.
Questo dal resoconto non emerge ma forse anche per colpa mia, perché ieri sera, avendo poco tempo a disposizione, non sono riuscito a far capire fino in fondo il mio pensiero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, per la verità, il mio pensiero è chiaro, ma è il processo verbale che non lo è, nel senso che non fa riferimento a nessun articolo della Costituzione, per le ragioni peraltro ben dette poco fa dal collega Colombo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Federico Testa. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, intervengo per chiarire il mio pensiero ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento. Io parlavo di necessità per il Paese di avere una riforma della giustizia vera e questa necessità emerge con chiarezza da tutti i rapporti delle società di studi e delle banche d'affari, che parlano del nostro Paese come di un Paese nel quale la giustizia non funziona. Purtroppo questa presunta riforma...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Testa. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pompili. Ne ha facoltà.

MASSIMO POMPILI. Signor Presidente, in calce al mio intervento c'è il disappunto Pag. 15dei colleghi della maggioranza. Vorrei chiarire che non era mia intenzione offendere nessuno, ma che per aumentare l'efficienza della giustizia non servono scorciatoie a favore di pochi e in danno di tanti, ma sarebbe sufficiente riorganizzare le circoscrizioni giudiziarie, aumentare gli organici e fornire sedi e strumenti appropriati per esercitarla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tocci. Ne ha facoltà.

WALTER TOCCI. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento. Vorrei chiarire la domanda politica che ho rivolto ai deputati della destra. Cosa farete dopo Berlusconi? Verrà il giorno che vi troverete a trarre un bilancio di questi anni e quel giorno vedrete i prezzi politici, ideologici e morali che avete pagato per sostenere il vostro leader. Voi di destra, costretti ad approvare leggi a favore di criminali, voi di destra costretti a giustificare messaggi devastanti...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Tocci. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marchioni. Ne ha facoltà.

ELISA MARCHIONI. Signor Presidente, intervengo solo per chiarire che, insistendo su questo provvedimento sbagliato iniquo ed indifendibile, squalificate le istituzioni, delegittimate il Parlamento e infangate la politica, che è la costruzione del bene comune di tutti e di ciascuno, e non di uno solo. Voi infangate l'articolo 54 della Costituzione, che prevede che i cittadini, cui sono affidate funzioni pubbliche, hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ceccuzzi. Ne ha facoltà.

FRANCO CECCUZZI. Signor Presidente, intanto le vorrei chiedere - se fosse possibile - che anche in questa parte dell'emiciclo fosse più agevole prenotare il proprio intervento perché è da circa un'ora che ho chiesto la parola inutilmente insieme ad altri colleghi. Poi vorrei precisare, per quanto riguarda il mio intervento...

PRESIDENTE. Onorevole Ceccuzzi, è evidente...

FRANCO CECCUZZI. Signor Presidente, è evidente che lei non ha rispettato l'ordine. Mi dispiace doverglielo dire, non è un fatto rilevante, tuttavia è un fatto che è accaduto e che intendo precisare.

PRESIDENTE. Onorevole Ceccuzzi, credo che lei sappia, altrimenti se lo faccia spiegare dal presidente del suo gruppo, che ci si iscrive a parlare e gli uffici ne prendono nota...

FRANCO CECCUZZI. Signor Presidente, guardi che io mi sono iscritto a parlare all'inizio della seduta e purtroppo non mi è stata data la parola.

PRESIDENTE. Va bene, onorevole Ceccuzzi, parli pure per i 14 secondi residui.

FRANCO CECCUZZI. Signor Presidente, ieri, nel corso del mio intervento ho parlato sull'articolo 3 perché proprio quello avrà l'effetto di portare a prescrizione tantissimi processi, circa 15 mila, tra i quali quelli per reati gravissimi, quali sono quelli finanziari. Circa 80 mila cittadini italiani, che sono stati truffati nella vicenda Parmalat, rischiano di non avere la possibilità...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Ceccuzzi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rugghia. Ne ha facoltà.

ANTONIO RUGGHIA. Signor Presidente, anch'io intervengo per spiegare meglio il mio pensiero.
Mi sono accorto di non avere espresso come volevo tutta la mia profonda tristezza che provo nel vedere com'è ridotta quest'Aula, che rappresenta la maggiore espressione di democrazia del popolo italiano e che invece è stata utilizzata dalla Pag. 16maggioranza per affermare che la legge non è più uguale per tutti. Evidentemente, conta di più l'obbedienza al capo da parte della maggioranza di Governo, che l'affermazione dei principi dello Stato di diritto.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rugghia. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boffa. Ne ha facoltà.

COSTANTINO BOFFA. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento. Ieri intendevo dire che purtroppo avete bloccato il Parlamento su una tematica che riguarda soltanto il Presidente del Consiglio, tralasciando i problemi degli italiani. Invece, noi tutti parlamentari siamo pressati dai cittadini italiani perché c'è bisogno di affrontare i loro problemi, i problemi dell'economia, della crescita e dello sviluppo.
Purtroppo voi, in questo modo, private il nostro Paese della possibilità anche di avviare meccanismi di crescita, che invece sono indispensabili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MARIA GRAZIA LAGANÀ FORTUGNO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA LAGANÀ FORTUGNO. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32, comma 3, del Regolamento per chiarire meglio il mio pensiero di ieri. Questo Governo pensa, con un colpo di spugna, di risolvere il problema della giustizia; non è di questo che hanno bisogno i cittadini, ma della certezza della pena ed è per questo che bisogna investire su uomini e mezzi, solo così si danno vere risposte ai cittadini onesti.

STEFANO ESPOSITO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, purtroppo la mia altezza mi svantaggia nella richiesta della parola. Ieri, in quindici secondi ponevo il problema, anche al Ministro Tremonti, di un Paese che avrebbe bisogno di un intervento serio sulle questioni economico-sociali, mentre siamo impegnati da tre settimane a discutere del problema del Presidente del Consiglio. Io ri-invito il Governo e il Ministro Tremonti ad occuparsi delle tante persone che stanno perdendo il lavoro e che non hanno un sostegno dal Governo in termini di politica industriale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAOLO CORSINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, quanto all'articolo 54 della Costituzione e al senso dell'onore, ieri ho fatto un'affermazione criptica, ho detto che con queste norme voi portate la democrazia alla Suburra nel tentativo di purificare la trivialità: ebbene, questa mattina i giornali rendono la testimonianza di Ambra Battilana e Chiara Danese, le quali «chiarificano» il costume becero, volgare, ripugnante e offensivo di cui Berlusconi è interprete e protagonista.

BARBARA POLLASTRINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BARBARA POLLASTRINI. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento. Calamandrei diceva che la nostra Costituzione è presbite, vede lontano. Voi siete ciechi, per questo la offendete. Vedete solo il vostro potere e i privilegi di un capo eversivo e dannoso per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

SESA AMICI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SESA AMICI. Signor Presidente, vorrei chiarire il pensiero da me espresso nel mio Pag. 17ultimo intervento di trenta secondi nella discussione di ieri, dove parlando dell'azione del Ministro Alfano, ho detto che aveva svelato il suo vero obiettivo: quello non tanto di mettere la prescrizione dentro un processo, ma di evitare i processi.

SANDRA ZAMPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, intervengo per precisare il senso delle mie parole di ieri. C'è qualcuno tra noi e fuori di qui che preferisca il processo lungo a quello breve? Certamente no, ma per accorciare i tempi della giustizia non si può mettere in discussione la certezza della pena, come se le 170 mila prescrizioni l'anno non fossero già un danno abbastanza grande.

CARMEN MOTTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento, intervengo per precisare e chiarire la mia domanda di ieri al Ministro Alfano: perché da una riforma epocale siete passati ad una legge ad personam e perché alla Camera si accorciano i tempi del processo e al Senato si allungano, con il risultato di una prescrizione «tombale» sui processi? Perché signor Ministro? Lei ha il dovere di rispondere a quest'Aula e al Paese.

CESARE DAMIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento, ma anche perché vorrei confermare il diritto individuale del singolo parlamentare ad intervenire. Nell'intervento di ieri ho parlato di Costituzione per ricordare che non possiamo con queste o altre proposte di legge correre il rischio di calpestare diritti fondamentali del cittadino, soprattutto in tema di giustizia. Aggiungo, guai se si cancellassero processi che riguardano le morti sul lavoro.

ANDREA SARUBBI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, ho concluso il mio intervento di ieri con un riferimento alla situazione sentimentale del Presidente del Consiglio, dicendo che non è molto fortunato in amore. Ora vorrei chiarire che non c'era nessun intento di dileggio nei confronti della sua persona, soprattutto in un momento come questo. È difficile togliere una ragazza dalla strada e ben venga anche l'acquisto di un laser per la depilazione, se può servire allo scopo. Di Silvio Berlusconi volevo piuttosto sottolineare la grande fortuna in ambito giudiziario, visto che in Italia solo due processi su mille verranno interessati dalla prescrizione breve e che questi due processi, guarda caso, sono proprio i suoi.

GIUSEPPE BERRETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, ieri ho tentato di elencare le leggi ad personam che sono state approvate dal Parlamento in questi anni, non per un'elencazione fine a se stessa, ma per dire che si sta mettendo fine ad uno dei cardini del nostro ordinamento giuridico: la norma generale ed astratta. Ho sentito dire che si parla di modificare i libri di storia, credo che sia più utile cominciare a modificare i libri di diritto. Il Ministro Gelmini dovrebbe farsi carico di introdurre nei corsi di studio proprio una materia specifica che affronti il tema delle leggi ad personam.

PIERDOMENICO MARTINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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PIERDOMENICO MARTINO. Signor Presidente, ieri nei quindici secondi concessi ho sottolineato che innumerevoli richieste sono pervenute al Ministro della giustizia Alfano sul perché il Parlamento è bloccato da tre settimane su questo provvedimento ed a chi serve questo provvedimento. Il Ministro ha poi preso la parola e ha spiegato, in una sorta di ammissione-confessione, che questo provvedimento serve semplicemente a bloccare il processo, ormai famoso, che riguarda il Presidente del Consiglio. Inviterei oggi, visto che ieri non ho fatto in tempo, il Ministro Alfano a spiegare la stessa cosa...

PRESIDENTE. Onorevole Pierdomenico Martino, la ringrazio.

FRANCESCO SAVERIO GAROFANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAVERIO GAROFANI. Signor Presidente, anche io intervengo ai sensi dell'articolo 32, comma 3, del Regolamento per chiarire le dichiarazioni rese ieri in quindici secondi. Purtroppo il tempo breve ha forse tradito il mio pensiero e qualche collega me lo ha rimproverato. Forse è parso troppo generoso il giudizio sul provvedimento che stiamo esaminando. Ripeto: ho rispetto per l'attività e per il ruolo del Parlamento e non mi piace definire una legge, qualsiasi legge, anche una pessima legge, una legge vergogna, però la vergogna...

PRESIDENTE. Onorevole Garofani, la ringrazio.

ANTONIO CUOMO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO CUOMO. Signor Presidente, credo che questi trenta secondi siano utili non solo per chiarire il pensiero di ieri, ma anche per rafforzarlo. Perciò vorrei riconfermare tutto il mio disappunto e tutta la mia contrarietà verso questo provvedimento ed invitare la maggioranza a recuperare il senso di responsabilità. Siete ancora in tempo per farlo, fatelo, e fatelo nell'interesse di tutti i cittadini.

MARIO PEPE (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (PD). Signor Presidente, io non ho, come il collega Esposito, il sostegno presso lo scranno più alto della Camera, però devo dire che questo processo verbale è fortemente problematico nel riportare il mio giudizio, per cui, melius re perpensa, ritengo che il processo verbale sia evasivo ed inconcludente.

PAOLO FONTANELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO FONTANELLI. Signor Presidente, intervengo per chiarire rispetto al verbale di ieri che, con la mia definizione che questo provvedimento e questa presenza in Aula rappresentano la forza del Premier ed il suo condizionamento della maggioranza, in realtà volevo dire dell'assoggettamento pieno di questa maggioranza agli interessi personali del Premier Silvio Berlusconi.

TOMMASO GINOBLE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TOMMASO GINOBLE. Signor Presidente, Ministro Alfano, ieri le dicevo che il diritto di governare viene da un risultato elettorale, ma l'autorevolezza per governare si conquista e dipende dai modi e dai comportamenti attraverso i quali la si esercita. È con provvedimenti come questi che voi state dimostrando di non essere all'altezza, di non averne la statura morale e di non poter rappresentare questo Paese.

LIVIA TURCO. Chiedo di parlare.

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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LIVIA TURCO. Signor Presidente, ieri ho parlato di dignità umana, oggi devo ribadirlo di fronte alla tragica notizia di due donne provenienti dalla Libia morte nel mare di Pantelleria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MASSIMO VANNUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, vorrei chiarire rispetto ai due interventi di quindici secondi che ho potuto svolgere ieri che, con la prima «pillola», sottolineavo come i dati sui tempi della giustizia che il Ministro ha fornito all'Aula testimoniano il fallimento del Governo e del Ministro stesso e, con la seconda, che se si voleva seriamente affrontare - ed era possibile farlo insieme - il problema dei tempi della giustizia sarebbe stato sufficiente prevedere che le norme non sarebbero state applicate ai processi in corso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ALESSANDRA SIRAGUSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento per pregarla di voler consentire l'inserimento nel processo verbale delle parole che ho pronunciato a conclusione del mio intervento di ieri, che probabilmente non sono state trascritte perché si sono sovrapposte all'invito della Presidenza a concludere.
Concludendo il mio intervento, ho detto: questa si chiama impunità. Terrei molto, se lei fosse così cortese, che queste parole venissero inserite nel processo verbale.

TERESA BELLANOVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, ieri parlavo delle morti sul lavoro. Nella maggior parte di quei processi gli imputati sono incensurati e beneficeranno della prescrizione breve; per qualche mese, ci ha detto il Ministro.
Ieri volevo chiedere al Ministro se non dovrebbe sapere, almeno per dovere di ufficio, che avviare un lavoro così delicato, come l'accertamento della verità, consapevoli di disporre di un certo periodo di tempo, per poi scoprire che, di punto in bianco, il tempo a disposizione non è più quello...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bellanova.

MARIA ANNA MADIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA ANNA MADIA. Signor Presidente, intervengo per chiarire il mio breve intervento di ieri. Ho concluso dicendo che questa norma allunga i processi. Certamente, essa tenderà nel lungo periodo ad allungare i processi, perché gli imputati, vedendo la prescrizione più vicina, saranno orientati ad arrivarci, ma è anche chiaro che, nel breve periodo, questa norma impedisce che sia fatta giustizia in 15 mila processi. Questo si ricava dai dati che ci ha fornito ieri il Ministro, facendo una facilissima moltiplicazione.

LUCA SANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA SANI. Signor Presidente, anche io ho necessità di chiarire il mio pensiero, perché in 15 secondi si rischia di essere fraintesi. Non vorrei avere offeso nessuno, perché non era questa la mia intenzione. Riferendomi a La fattoria degli animali di Orwell, ho ricordato che gli animali più Pag. 20uguali degli altri sono i maiali. Voglio chiarire che è Orwell, non io, a raffigurare nei maiali gli animali più uguali.
Lo dico anche perché in Commissione agricoltura abbiamo chiara l'importanza del settore suinicolo per il sistema agroalimentare del Paese e con certe affermazioni non vorrei arrecare danno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sani.

LUIGI NICOLAIS. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI NICOLAIS. Signor Presidente, ieri ho cercato di ricordare a me stesso e all'Assemblea quali sono, quali sono state e quali dovrebbero essere le qualità dell'uomo politico. Esse sono essenzialmente tre: la passione, la responsabilità e la lungimiranza. Per tenerle insieme serve sobrietà e dignità propria e rispetto della dignità degli altri. Quando il politico perde la razionalità, poiché confonde lo scopo della sua attività, che è il bene comune, con l'autoesaltazione, non è più in grado di nascondere i propri interessi personali. Queste sono considerazioni...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Nicolais.

GIANPIERO BOCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANPIERO BOCCI. Signor Presidente, ieri ricordavo come questo provvedimento non garantisca giustizia alle vittime, ma l'impunità del Premier. Le manifestazioni di ieri e di oggi delle vittime in piazza ci confermano che questo è il rischio che si corre con il provvedimento che oggi la maggioranza vuole approvare. Questa è una legge che nega giustizia. Gli italiani non vogliono la prescrizione breve, ma vogliono...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bocci.

VITTORIA D'INCECCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITTORIA D'INCECCO. Signor Presidente, con il mio intervento di ieri - ma anche dietro le parole di tutti noi - volevo far riflettere il Governo sul fatto che quello che stiamo in questi giorni discutendo non è un provvedimento che fa bene all'Italia, che può dare al nostro Paese orgoglio di sé, tanto da dargli il coraggio di risollevarsi da questa terribile crisi che lo attraversa e poter contare di nuovo sulla forza delle suo risorse e dei suoi sacrifici. Noi vorremmo che l'Italia scommettesse sul merito, sulla qualità, sulle eccellenze che ha; non può continuare a soggiacere dinanzi a comportamenti come questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

LINO DUILIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, il collega Mazzarella, filosofo, ha criticato il mio intervento, definendolo «criptico», perché parlavo di finzione e realtà. Intendevo dire, signor Presidente, che in Parlamento una distorta rappresentazione della realtà ha sostituito la realtà; è scomparsa la realtà dei problemi veri della giustizia e del Paese per affermare la distorta rappresentazione della realtà su quella vera, cioè gli interessi del Presidente del Consiglio.
Mi spiace, prendiamo atto di questo. Tra l'altro, faccio i complimenti ai resocontisti, che non hanno assolutamente responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Duilio.

GIULIO SANTAGATA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, nel mio intervento di ieri sono stato tratto parzialmente in inganno dai dati forniti dal Ministro Alfano.
Ho la netta impressione che egli abbia stimato i processi che si prescriveranno con l'approvazione del provvedimento in esame ipotizzando un andamento lineare dei processi stessi nel tempo, mentre è del tutto evidente che i processi tendono ad accumularsi verso la fine, verso la prescrizione. Gli ultimi sei mesi non valgono come i primi sei mesi, valgono almeno dieci volte tanto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PIER FAUSTO RECCHIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FAUSTO RECCHIA. Signor Presidente, anch'io intervengo ai sensi dell'articolo 32, comma 3, del Regolamento per precisare meglio il mio intervento di ieri.
Ieri intendevo dire che il Governo avrebbe dovuto avere il coraggio e trovare anche la forza di presentarsi in Aula con un provvedimento rivolto esclusivamente ed esplicitamente al Presidente Berlusconi.
L'istituto della prescrizione breve è più grave dell'amnistia perché non comporta...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Recchia.

MASSIMO MARCHIGNOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO MARCHIGNOLI. Signor Presidente, l'emergenza del Paese non si chiama né Ruby né Mills, ma si chiama lavoro.
Il 30 per cento dei giovani non ha un lavoro. Sabato cinquanta piazze d'Italia sono state riempite da precari. Voi, di fronte agli artigiani che chiudono bottega, girate la testa. Siete lontani dal Paese, chiusi nel palazzo a proteggere i vostri privilegi e quelli del capo varando una grande amnistia. È una...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Marchignoli.

ANTONIO LA FORGIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO LA FORGIA. Signor Presidente, sono anch'io una delle vittime dei quindici secondi. Sono riuscito in quel tempo a richiamare l'attenzione sullo stato di logoramento cui l'arroganza del Capo del Governo ha condotto l'opposizione, ma anche la sua stessa maggioranza ed il suo stesso Governo.
Non sono riuscito a trarre la conclusione inevitabile, ossia che quanto prima si conclude questa legislatura tanto meglio è.
Mi auguro davvero che lei, signor Presidente, condivida questa opinione.

GIOVANNI SANGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI SANGA. Signor Presidente, intervengo anch'io ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento per precisare il mio intervento svolto nella seduta di ieri rispetto al processo verbale.
Abbiamo cercato il confronto, il dialogo, come avviene in qualsiasi democrazia, ma abbiamo trovato di fronte a noi un muro. Non vi è stata la possibilità di farsi ascoltare, non vi è stata attenzione rispetto alle nostre richieste ed istanze. Non vogliamo, però, rinunciare, neanche in questa seduta, in queste ore, in questi minuti, a far valere le nostre ragioni, a far capire le nostre motivazioni.

MARIALUISA GNECCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 22

MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, il provvedimento in esame è ancora più grave dell'amnistia perché elimina i processi, mentre il Ministro Alfano avrebbe potuto e dovuto, in questi tre anni da quando è Ministro della giustizia, garantire l'organizzazione ed il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia stessa, perché questo è il compito che spetta al Ministro, come prevede l'articolo 110 della Costituzione, per rendere più veloce la giustizia e realizzare i tempi brevi per i processi anziché prescriverli.

ANTONIO BOCCUZZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BOCCUZZI. Signor Presidente, la ringrazio per l'opportunità che mi concede per chiarire meglio il pensiero espresso nella seduta di ieri.
Ciò che mi premeva ribadire è quanto affermato dall'articolo 3 della Costituzione, ossia che la legge è uguale per tutti. Quindi, nessuno deve sentirsi al di sopra della stessa.
Vi prego, colleghi della maggioranza, siate responsabili; anzi, visto il nuovo significato assunto da questo termine qui in Aula, forse è meglio di no (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GIULIO CALVISI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, la prego di credere che non vi è alcuna volontà ostruzionistica nel mio intervento.
Vorrei sottolineare solo che nel processo verbale è stato stravolto il mio pensiero pertanto chiedo due correzioni.
La prima: ad un certo punto, viene riportata la frase «impunità per uno degli imputati», mentre volevo dire «impunità per un imputato», si chiama Silvio Berlusconi.
La seconda: si legge «giustizia peggiorata dai vostri Governi», mentre volevo dire «giustizia martoriata, affossata e piegata agli interessi del Presidente del Consiglio».

LIDO SCARPETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LIDO SCARPETTI. Signor Presidente, in realtà ieri intendevo dire che la discussione che stiamo facendo dimostra che alla maggioranza e al Governo della grande riforma della giustizia non interessa niente. Era facile profeta chi sosteneva che in realtà questa discussione si sarebbe tradotta in una legge ad personam. Principi come equità ed equilibrio tra accusa e difesa o responsabilità dei magistrati...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Scarpetti.

ALBERTO LOSACCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO LOSACCO. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento. Ormai questa maggioranza non si occupa d'altro che dei guai giudiziari del Presidente del Consiglio. Abbiamo visto la protesta degli imprenditori che lamentano di essere stati lasciati soli e i cortei dei giovani precari che scendono in piazza per chiedere opportunità e lavoro. Una cosa è chiara: l'Italia reale sta abbandonando questo Governo e chiede un'altra stagione politica.

STEFANO GRAZIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO GRAZIANO. Signor Presidente, vorrei integrare e chiarire il mio intervento di ieri e chiedere a tutti i deputati di leggere la replica del Ministro Alfano perché in essa, a pagina 52 del Pag. 23resoconto stenografico, è chiarissima l'interpretazione della prescrizione per un solo processo, il processo Mills.

MANUELA GHIZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, intervengo per puntualizzare il mio pensiero soprattutto in riferimento al fatto che il provvedimento non contiene una sola misura vera contro la durata indeterminata dei processi. Sono stati infatti respinti tutti i nostri emendamenti in favore del potenziamento degli organici nei tribunali, questa sì una norma concreta.
Evidentemente l'obiettivo dichiarato del provvedimento è quello di risolvere i problemi di un solo imputato in disprezzo dell'uguaglianza dei cittadini.

CESARE MARINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CESARE MARINI. Signor Presidente, le divergenze interpretative sul processo verbale dei lavori, seppur legittime e consentite dal Regolamento, non esaltano i lavori dell'Aula. Forse sarebbe bene ripensare alcune norme regolamentari alla luce dei nuovi strumenti informatici. Credo che questa lungaggine nel dover spiegare le posizioni del giorno precedente...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cesare Marini.

LUCIANO PIZZETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO PIZZETTI. Signor Presidente, intervengo per chiarire che nel commento all'articolo 31 della Costituzione che ho letto ieri, facevo riferimento al termine «favore» dicendo che nel dettato costituzionale è un termine civilissimo. Intendevo chiarire che il medesimo termine nel dettato costituzionale indica esattamente il contrario del favoreggiamento praticato dal Presidente del Consiglio. Il termine «favore» è sinonimo di un aiuto prestato senza secondi fini. Non mi pare sia il caso di questa legge che si intende imporre...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pizzetti.

LUIGI BOBBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI BOBBA. Signor Presidente, intervengo anch'io per chiarire o meglio integrare il mio pensiero ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento della Camera. Ieri avevo citato e letto l'articolo 28 della Carta costituzionale e forse qualcuno si sarà domandato perché scegliere proprio questo articolo che ha a che fare con la violazione che funzionari e dipendenti dello Stato fanno nei confronti dei diritti delle persone...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bobba.

GIANNI FARINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANNI FARINA. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento poiché i quindici secondi di ieri non mi hanno permesso di precisare che cosa occorrerebbe fare per tutelare meglio il lavoro italiano all'estero come definito dall'articolo 35 della Costituzione, con una forte politica che persegua l'unità europea e valorizzi il protagonismo di milioni di nostri cittadini in Europa e nel mondo.

MARILENA SAMPERI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 24

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, ieri ho detto che Berlusconi si sente perseguitato dalla giustizia.
Eppure nel 1990 fu salvato dall'accusa di falsa testimonianza sulla P2 dall'amnistia, come dall'amnistia fu salvato per il reato di falso in bilancio sui terreni di villa Macherio. Fu salvato invece dalla prescrizione abbreviata per la corruzione del giudice nel caso Mondadori. In altri processi ha pensato bene di depenalizzare il falso in bilancio, come nel processo SME-Ariosto o ridurre le pene e dimezzare i termini di prescrizione come...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Samperi.

GIUSEPPINA SERVODIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, ieri ho voluto richiamare l'attenzione del Ministro, del Governo e della maggioranza su una questione molto importante: a differenza di altri Paesi europei, la prescrizione in Italia è un istituto giuridico anomalo, perché nega una giustizia giusta, fa torto alle persone offese e risparmia gli imputati.
Pertanto, chiedo veramente alla maggioranza di fermarsi su questo provvedimento, che è il contrario degli obiettivi e delle ragioni di una giustizia che deve guardare a tutti.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Servodio.

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per un chiarimento ulteriore in merito al fenomeno della corruzione nella pubblica amministrazione; la stessa equivale ad una tassa di 60 miliardi e la stima della Corte dei conti ci dice che al primo posto nei reati vi è la Sicilia con il 13 per cento, poi la Campania con l'11,5, poi la Lombardia con il 9,4 insieme alla Puglia: cattive cifre.

PASQUALE CIRIELLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASQUALE CIRIELLO. Signor Presidente, non vorrei che la concisione forzata del mio intervento di ieri possa avere indotto qualche equivoco interpretativo: io ho effettivamente detto che il Ministro Alfano aveva svolto l'intervento più efficace fra quelli ascoltati ieri, ma l'ho detto in chiave dichiaratamente ironica, intendendo sottolineare come dal suo intervento si sia chiaramente compreso come non vi sia alcuna ragione per varare questa legge, se non quella di cancellare ignobilmente il processo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ciriello.

MARIA GRAZIA GATTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento, perché quando ieri ho parlato delle mie preoccupazioni sul processo di Viareggio per la strage di Viareggio facevo riferimento al fatto che noi abbiamo presentato una serie di emendamenti che tendevano ad escludere dall'applicazione della prescrizione breve il reato di strage colposa che avesse avuto vittime o feriti. Voi ci avete detto di no. Questo mi preoccupa moltissimo e preoccupa moltissimo le persone che sono fuori da quest'Aula. Un'ultima cosa, signor Presidente...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gatti.

DANIELA SBROLLINI. Chiedo di parlare.

Pag. 25

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELA SBROLLINI. Signor Presidente, siamo qui per la seconda settimana a parlare di una legge-vergogna solo per salvare il Presidente del Consiglio, allora mi permetta di scomodare Socrate sul concetto di giustizia: «Un uomo d'affari non può pretendere di governare: il suo interesse particolare è legittimo, ma solo nella vita economica» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANTONIO MISIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO MISIANI. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento per chiarire il mio pensiero. Ieri, con il mio intervento, ho espresso un certo qual disappunto per la presenza, tanto massiccia quanto decisamente inconsueta, dei membri del Governo ai lavori di quest'Aula. Le mie parole non volevano naturalmente essere irriguardose nei confronti dei membri dell'Esecutivo: con il mio intervento volevo riaffermare - e lo faccio anche in questa sede - la priorità dei problemi veri degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Misiani.

CARLO EMANUELE TRAPPOLINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO EMANUELE TRAPPOLINO. Signor Presidente, intervengo anch'io ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento per chiarire la conclusione del mio intervento di ieri, quando ho parlato dell'irrequieto imbarazzo dei colleghi della maggioranza. Vorrei appunto dire che essi domani si dovranno giustificare, di fronte ai loro elettori, per queste tre settimane passate ad allargare in modo drammatico la distanza rispetto alle emergenze del Paese.
E siccome i fatti hanno la testa dura, ripiegate su voi stessi la tranquillità ostentata dei vostri numeri: presto vi troverete a fare i conti con le macerie del vostro tramonto.

SIRO MARROCU. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIRO MARROCU. Signor Presidente, Rossano Ecca, lavoratore edile del mio paese, padre di famiglia, è sulla sedia a rotelle per un grave infortunio sul lavoro. Mi ha scritto che il suo processo andrà in prescrizione: rientra tra gli effetti collaterali di cui parlava il Ministro, in quello 0,2 per cento. Mi ha chiesto: voglio giustizia! Per Rossano, vale la pena anche questo ostruzionismo che il gruppo sta facendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

IVANO MIGLIOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO MIGLIOLI. Signor Presidente, anch'io intervengo in base all'articolo 32 del Regolamento per precisarlo o, meglio, completare il mio intervento di ieri.
Il Ministro, ieri, con il suo intervento, ha certificato che sulla giustizia il Governo ha fallito: nel 2009, 170 mila processi, 466 al giorno, sono stati prescritti. Associazione a delinquere, violenza sessuale, truffe, bancarotta, morti bianche: lo Stato ha alzato bandiera bianca. Con questo provvedimento peggioreremo la situazione.

MICHELE POMPEO META. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE POMPEO META. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento per precisare il mio pensiero.
Il provvedimento in esame è una sorta di amnistia generalizzata e provoca, purtroppo, uno «squasso» nell'ordinamento. Noi cancelleremo queste ed altre forzature, Pag. 26quando presto gli italiani vi manderanno a casa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

SALVATORE PICCOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE PICCOLO. Signor Presidente, devo precisare ed integrare quanto ho detto ieri, anche perché il Governo è distratto e non ascolta, e non c'è peggior sordo di chi finge di non capire. Ieri, avevo detto che la montagna aveva partorito il topo, ma ho sbagliato: è il topo che aveva partorito la montagna e continua a partorire una serie di provvedimenti sconci e vergognosi che stanno demolendo l'impianto istituzionale del nostro Stato, mettendo in discussione i capisaldi della nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

DANIELE MARANTELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELE MARANTELLI. Signor Presidente, vorrei precisare il senso più vero dell'intervento di ieri. È ben riassunto da un detto popolare del nord, che spiega perfettamente l'origine del cinico salvacondotto per l'attuale Capo del Governo: «padrun cumanda, caval el trota». Non c'è bisogno di traduzione. Con questa precisazione, spero di essermi fatto capire da tutti, dal Ministro Alfano all'onorevole Reguzzoni, in maniera definitiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

LANFRANCO TENAGLIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento per correggere il Ministro. Signor Ministro, lei ieri ha affermato che i gravi reati si prescrivono in 33 anni, ma non è vero: quei reati - quelli de L'Aquila e di Viareggio - si prescrivono attualmente in 18 anni e 7 mesi. Con questo provvedimento, voi abbassate la prescrizione a 17 anni e 5 mesi. In un anno e 2 mesi si può ricorrere in appello e in Cassazione. Questa è la possibile impunità.

ANTONIO PALAGIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, intervengo per chiarire un concetto che, a mio avviso, è caro anche a lei, e cioè che le leggi si devono fare per stabilire un senso di giustizia, per risarcire chi ha ricevuto un danno, per rispettare le regole e non, certamente, per favorire l'accusato e far sì che la faccia franca.

EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, vorrei correggere il testo riportato nel resoconto, perché a proposito del Viceministro Castelli, ieri sera, ho usato il condizionale: vorrei che fosse corretto in presente indicativo.
A questo proposito, leggo le frasi riportate tra virgolette su tutti i quotidiani: «Questi signori» - cioè gli immigrati - «che dovevano già essere rimpatriati, hanno cominciato a bruciare i materassi. E se poi cominciassero a tirare sassi, pietre e quant'altro? (...) E se uscisse qualche arma e cominciassero a sparare, noi cosa dovremmo fare? (...) Contro le Brigate rosse cosa abbiamo fatto?». Il parallelo con il terrorismo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fiano.

MASSIMO FIORIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 27

MASSIMO FIORIO. Signor Presidente, quindici secondi non sono stati sufficienti per chiarire il mio pensiero, lo ripropongo oggi ai sensi dell'articolo 32, comma 3, del Regolamento.
Con l'entrata in vigore del provvedimento che si sta per approvare, purtroppo, si estingueranno in modo incontrollato e duraturo migliaia di reati, rendendo impossibile a centinaia e migliaia di vittime di vedere riconosciuti i propri diritti. Inoltre, le vittime subirebbero la beffa di dover pagare anche le spese legali. Sarebbe un vero e proprio balzello sull'innocenza, a cui ci opporremo con tutte le nostre forze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MARCO CAUSI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, intervengo per chiarire che ieri volevo rivolgermi ai parlamentari del centrodestra e della Lega. Essi non possono non sapere che nel loro elettorato, nel loro popolo, c'è molta contrarietà nei confronti di questo provvedimento e molta perplessità nei confronti dei loro comportamenti. Mi auguro che sentano questo senso da parte del loro popolo e si comportino, con il voto di oggi, da parlamentari liberi, da persone libere e diano un libero giudizio su questo provvedimento.

DELIA MURER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DELIA MURER. Signor Presidente, desidero chiarire il mio pensiero ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento. Ieri, nel mio intervento, volevo sottolineare il seguente aspetto: questo provvedimento, intervenendo nei processi, serve al Premier, ma servirà anche a calpestare il diritto di molte vittime ad avere giustizia. Quindi, il senso del provvedimento è questo: un provvedimento ad personam, che si allarga, però, in una ingiustizia più ampia.

GIAN PIETRO DAL MORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAN PIETRO DAL MORO. Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento, desidero chiarire il mio intervento di ieri. La mia volontà era di dimostrare che in questo Parlamento non esiste un peso e una misura. Al contrario esiste, purtroppo, una maggioranza parlamentare che legifera a due velocità: una velocità lenta quando non vuole far processare Berlusconi ed una velocissima quando non vuole far condannare Berlusconi. Ancora una volta questo doppio privilegio è stato praticato dalla maggioranza e dal Governo per garantire, al proprio amministratore delegato, il salvacondotto.

FRANCO NARDUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, la norma proposta ha un drammatico effetto nel settore della tutela penale del lavoro - sia sul piano della sicurezza dei lavoratori, che di quella ambientale - e persino nel dovere di regolarizzazione fiscale e contributiva che grava su ogni datore di lavoro, posto che molti o moltissimi responsabili di tali odiosi reati sono incensurati.
Si attua, di fatto, l'eliminazione della possibilità di sanzionare tutti i reati dei settori indicati, dando anche per il futuro una chiara indicazione di potenziale impunità, proprio mentre l'Italia è in cima ad ogni classifica per lesioni alla salute sul lavoro e per presenza percentuale di lavoro nero. Viva la liberalizzazione selvaggia e filocriminale del mercato del lavoro! (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Avverto che agli onorevoli Codurelli e Picierno non posso dare la parola perché non sono intervenuti nella seduta di ieri.

Pag. 28

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento. Ieri, il tempo a mia disposizione - quindici secondi - non mi ha consentito di entrare nel merito dell'emendamento. Ciò nonostante, voglio precisare che noi non siamo d'accordo con i tanti colleghi che vogliono ammorbidire la giustizia o renderla più clemente. Noi crediamo che la giustizia sia giustizia, senza...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Oliverio.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signor Presidente, all'inizio della seduta avevo segnalato la richiesta di poter intervenire ai sensi dell'articolo 32, comma 3, del Regolamento, per chiarire meglio il mio pensiero, in tal senso: ieri, Signor Presidente, avevo chiesto di intervenire a titolo personale quando il tempo previsto era di un minuto. Poi, al momento dell'intervento, il tempo era diventato di quindici secondi. Pertanto, avevo iniziato a svolgere il mio intervento con l'intento di iscrivermi successivamente per poter...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Peluffo.

FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, ieri volevo dire che Mills ha avuto tre gradi di giudizio e ne è uscito con la qualifica di corrotto. Berlusconi, invece, non li ha avuti perché si è dato il lodo Alfano e il legittimo impedimento. Ora vuole la prescrizione breve. Ecco come si fabbrica un incensurato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, vorrei specificare che l'affermazione secondo la quale da oltre trent'anni in Italia lo Stato di diritto è in pericolo, non è mia, ma del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa. Ecco perché noi parliamo di Stato delinquente abituale nel quale si inserisce questo provvedimento.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, ieri volevo rimarcare con la mia affermazione che gli italiani hanno le balle piene del Governo Berlusconi e di questa tensione che si registra nel Paese e, se continua così, con continue leggi ad personam, «ad aziendam», «ad delinquentiam», va a finire che gli italiani e le italiane verranno a prendere con i forconi il Governo Berlusconi, questa maggioranza di centrodestra. Perché gli italiani non ne possono più.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Barbato.
Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,17).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di Pag. 29preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Fava, Fitto, Franceschini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Mantovano, Martini, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Leoluca Orlando, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione della proposta di legge S. 1880 - D'iniziativa dei senatori: Gasparri ed altri: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Approvata dal Senato) (A.C. 3137-A) (ore 11,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, d'iniziativa dei senatori Gasparri ed altri: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
Onorevoli colleghi, vi prego di prestare un po' di attenzione; questa mattina è stata convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo per verificare lo status dell'iter del provvedimento alla luce dell'esaurimento dei tempi a titolo personale e dell'avvenuto, o prossimo, esaurimento anche dei tempi dei gruppi di opposizione in relazione all'esame del progetto di legge in tema di durata dei processi.
Voglio preliminarmente sottolineare come: «esaurito il tempo assegnato, ai sensi dell'articolo 24 del Regolamento, a ciascun gruppo e ad altro titolo, non può essere ad alcuno concessa la parola, ponendosi il tempo contingentato come limite generale ed invalicabile al diritto di intervento di ciascun deputato». Non è una mia interpretazione delle norme, bensì una pronuncia della Giunta per il Regolamento del 14 luglio 1993, Presidente Napolitano. In quella occasione la Giunta per il Regolamento confermò «la piena correttezza della prassi applicativa secondo cui anche gli interventi dei deputati dissenzienti devono mantenersi nei limiti di tempo complessivamente assegnati». Il parere della Giunta per il Regolamento è stato richiamato dalla Presidenza anche nella seduta del 21 settembre 2005, Presidente Casini. Del resto, se così non fosse, sarebbe minata la stessa logica alla base della disciplina del contingentamento che finirebbe per non avere alcuna efficacia vincolante, vanificandosi in tal modo le decisioni assunte in sede di programmazione dei lavori.
Ricordo ai colleghi che ci troviamo in una situazione ben diversa da quella dei decreti-legge cui, come è noto, non si applica il contingentamento e nel corso del cui esame, dunque, la Presidenza non può precludere gli interventi, dovendosi limitare, in particolare in relazione alla scadenza del decreto, a stabilire soltanto il loro limite di durata.
Ciò posto, la prassi è nel senso che, una volta esauriti i tempi, la Presidenza conceda Pag. 30tempi aggiuntivi, in genere nella misura di un terzo dei tempi originariamente assegnati.
In questo caso, ricordo che la Presidenza ha già provveduto, con una decisione di carattere eccezionale connaturata all'importanza politica del provvedimento in discussione, al raddoppio dei tempi per i gruppi e per gli interventi a titolo personale, e ciò è accaduto fin dall'inizio dell'esame degli articoli. Si è trattato di un ampliamento assolutamente superiore ad ogni precedente.
Aggiungo che, ordinariamente, non si procede a più di un aumento dei tempi per ciascun provvedimento. Nell'unico caso in cui la Presidenza ha disposto due successivi ampliamenti dei tempi (legge sul legittimo impedimento), si è trattato di due aumenti di un terzo ciascuno, ossia in misura complessivamente inferiore a quello già concesso dalla Presidenza in questo caso. Al riguardo, devo inoltre precisare che, come il Presidente della Camera Casini chiarì nella seduta del 21 settembre 2005, nella gestione dei tempi e degli interventi particolarmente «in una fase dichiaratamente ostruzionistica» vi è «la necessità che la Presidenza, con la garanzia che deve assicurare all'opposizione, garantisca, nel contempo, anche la maggioranza. Infatti, i diritti da tutelare non sono solo della minoranza ma anche della maggioranza».
I gruppi di opposizione, nella seduta di ieri, hanno sollecitato un ulteriore ampliamento dei tempi a loro disposizione pari a un terzo. È stato chiesto, altresì, di ampliare anche i tempi per gli interventi a titolo personale. Sempre nella seduta di ieri, essendosi esauriti questi ultimi, la Presidenza di turno, onorevole Bindi, in piena intesa con il Presidente della Camera, ha consentito ai deputati dissenzienti di svolgere comunque la loro dichiarazione di voto per 15 secondi, senza imputare tale tempo nel contingentamento. Tale soluzione ha peraltro comportato l'aggiunta di numerosissimi iscritti a parlare, per un ulteriore tempo di circa 30 minuti.
Pertanto, nell'assumere le determinazioni di mia competenza sulle richieste avanzate, non posso non richiamarmi al principio per cui il contingentamento dei tempi implica, appunto, che questi siano limitati secondo un necessario bilanciamento tra le esigenze del dibattito e quelle della decisione. In questo caso, è da considerare che le prime, le esigenze del dibattito, sono state riconosciute fin dall'inizio, attraverso l'ampliamento del cento per cento dei tempi e l'ulteriore, seppur modesto ampliamento, derivante dalla concessione, ieri sera, di 15 secondi per interventi a titolo personale.
Alla luce di ciò, la Presidenza, applicando rigorosamente le norme regolamentari e alla luce della richiamata pronuncia della Giunta per il Regolamento, non ritiene di accedere alla richiesta di ulteriore ampliamento dei tempi. Diversi precedenti delle passate legislature dimostrano come, una volta esaurito il contingentamento, si debba passare direttamente alle votazioni, senza dichiarazione di voto dei gruppi che abbiano esaurito i tempi, né interventi a titolo personale.
Altrettanto certamente, come da prassi, sarà comunque garantito un tempo di dieci minuti a ciascun gruppo per la dichiarazione di voto finale.

MICHELE VENTURA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE VENTURA. Signor Presidente, vorrei intervenire sulle sue comunicazioni, nel senso di sottolineare che ci troviamo di fronte ad una materia dove le posizioni sono molto distanti e radicalizzate. Siamo cioè di fronte ad un dissenso molto profondo e molto marcato.
È del tutto chiaro, signor Presidente e colleghi, che questo determina e ha determinato anche momenti di tensione, con due aspetti: il primo è quello di rendere evidente qual è il punto dello scontro politico e di merito che si è manifestato e continua a manifestarsi, e l'altro è quello di tenere alta la funzione e il ruolo del Parlamento. Pag. 31
A questo proposito, signor Presidente, vorrei dire che non abbiamo mai messo in discussione, né intendiamo farlo, il ruolo e l'imparzialità della Presidenza della Camera e l'equilibrio con il quale lei dirige i lavori di questa Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Non lo abbiamo fatto e non vogliamo farlo, perché non vogliamo seguire la strada di altri. Ad esempio, ieri sera siamo rimasti molto colpiti dagli attacchi a cui è stata sottoposta la Presidente Bindi durante la sua funzione di direzione dell'Aula, perché riteniamo che debba esserci un giusto equilibrio, nonché la comprensione del reale svolgimento del dibattito e dei lavori quando si tratta di argomenti così delicati.
Sull'ordine dei lavori, signor Presidente, vorrei sottolineare che possono esserci motivi di dissenso su alcune questioni e alcune decisioni che la Presidenza assume. A questo proposito, vorrei tornare su due questioni che abbiamo sollevato già questa mattina nella Conferenza dei presidenti di gruppo. La prima riguarda l'ampliamento dei tempi. Sappiamo che c'è stato il raddoppio dei tempi, ma l'ulteriore incremento di un terzo corrisponde al fatto che, essendo giunti all'articolo 3, che è il cuore di questo provvedimento, un dibattito più disteso nel merito di questo probabilmente poteva essere un contributo di comprensione effettiva delle divergenze e delle posizioni anche dell'opposizione.
Ma soprattutto, signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione sulle prerogative dei singoli parlamentari. Mi riferisco al combinato disposto che si può ricavare dall'articolo 50, comma 1, e dall'articolo 85, comma 7 del Regolamento. In particolare, l'articolo 85 del Regolamento riguarda la possibilità dei singoli parlamentari di intervenire manifestando - questa è una cosa che teoricamente può darsi - il dissenso dalle posizioni espresse ufficialmente dal gruppo. Negare questa possibilità è negare una prerogativa del singolo parlamentare.
Lasciamo a lei, signor Presidente, ovviamente il tempo (che è un fatto discrezionale della Presidenza) da assegnare al singolo parlamentare, ma concludendo vorrei dire ai colleghi che non abbiamo impiegato queste giornate per perdere tempo, ma per difendere il ruolo e le prerogative del Parlamento, per far capire che, di fronte a una maggioranza che calpesta norme e regole, c'è una parte di esso che si batte per il rispetto delle regole e delle norme (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prima di dare la parola sull'ordine dei lavori agli onorevoli La Malfa e Di Pietro che l'hanno chiesta e per eventuali altri interventi (uno per gruppo), intendo soltanto dire all'onorevole Ventura, come ho avuto modo di fare questa mattina nella Conferenza dei presidenti di gruppo, che la preoccupazione che egli ha espresso circa il diritto di ogni parlamentare di esprimersi in dissenso dal proprio gruppo verrà ovviamente tutelato dalla Presidenza.
Va da sé che per l'espressione di un voto di dissenso nei confronti del gruppo si deve essere in presenza non solo della richiesta di prendere la parola, ma anche del conseguente voto dissenziente dal gruppo. In caso contrario, saremo in presenza di una, pur legittima, azione di ostruzionismo.

GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, non entro nella questione che lei adesso ha affrontato, relativa ai tempi e così via. Mi riferisco invece agli sviluppi del dibattito seguiti ieri alle precisazioni date dal Ministro Alfano, il quale, rispondendo ad una richiesta di molti giorni da parte dell'Aula, ha voluto dare dei numeri sugli effetti di questa legislazione. Egli ha detto - i colleghi lo possono trovare a pagina 52 del nostro resoconto stenografico - che l'effetto sui processi di questa normativa sulla prescrizione sarà irrisorio. Ha spiegato con molti dettagli che possono Pag. 32essere ricostruiti che sostanzialmente questa normativa avrà effetto prescrittivo su pochissimi processi.
Onorevoli colleghi, egli ha quindi detto sostanzialmente, apertis verbis, che il processo Mills sarà oggetto di questo provvedimento. In tal modo egli ha rivelato una circostanza gravissima e cioè che la Camera dei deputati è attualmente impegnata ad approvare un provvedimento che di fatto costituisce una ostruzione al corso della giustizia ordinaria. Preso atto del danno che si avrà, ossia che di fronte all'urgenza dei problemi del Paese le istituzioni siano chiamate a ostruire il corso della giustizia ordinaria, sono qui a chiedere che con un voto la Camera sposti questo provvedimento ad altra seduta e passi a considerare le altre materie all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole La Malfa, se ho ben capito lei chiede di passare ad altro punto dell'ordine del giorno.

GIORGIO LA MALFA. Sì, signor Presidente.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, innanzitutto in relazione alla sua decisione che ha appena letto, l'Italia dei Valori ne prende atto e la rispetta. Lei ci concederà che noi abbiamo rivendicato il nostro diritto all'ostruzionismo per far conoscere all'opinione pubblica l'anomalia di questo provvedimento, ma sappiamo anche che lei ha il dovere di contemperare entrambe le esigenze e, quindi, non possiamo fare altro che prenderne atto e - lo ripeto - rispettare la sua decisione.
Chiediamo soltanto, questo sì, al Ministro, prima dell'approvazione finale di questo provvedimento, di darci indicazioni più precise al di là dei numeri letteralmente dati ieri in relazione anche a quanto detto dal collega La Malfa poco fa. Quanti sono e quali sono i processi che vengono colpiti da questo provvedimento? Il Ministro ci ha detto che si tratta dello 0,2 per cento ma, anche facendo un po' di calcoli matematici rispetto agli stessi numeri che ci ha dato lui, non ci risulta lo 0,2 per cento ma semmai una cifra ben superiore, del 2 o 3 per cento.
Al di là di questo, non possiamo «viaggiare» sulle percentuali e chiediamo formalmente al Ministro che si impegni quanto prima a riferire in Parlamento gli effetti che questo provvedimento produce nel sistema giustizia, perché alla beffa - lo ripeto - alla beffa di vedere il processo Mills interrotto prima della sentenza di primo grado non vorremmo aggiungere il danno di migliaia di processi interrotti senza una ragione e senza senso con danni gravissimi alle parti lese e con il solo scopo di permettere al Presidente del Consiglio ancora una volta di sfuggire alla giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

GIAN LUCA GALLETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, anche noi manifestiamo il nostro apprezzamento per il modo con cui lei ha condotto l'Aula in questi giorni. Era un compito difficile e lo ha fatto in maniera egregia. Voglio inoltre rivendicare il ruolo che l'Unione di Centro ha avuto in questi due giorni. Noi abbiamo deciso di affrontare l'Aula con un'opposizione responsabile, con il nostro modo di fare opposizione. Chiedo a lei di farsi garante anche nei nostri confronti di poter arrivare alla fine di questa maratona legislativa rispettando il ruolo dell'Unione di Centro, dandoci modo di usufruire del nostro tempo residuo fino alla fine della discussione per entrare nel merito del provvedimento.
Rimaniamo fortemente contrari a questo provvedimento. Avremmo voluto un provvedimento che diminuisse i casi di prescrizione, perché 170 mila casi di prescrizione in un anno sono il vero male della giustizia, e invece abbiamo un provvedimento Pag. 33che addirittura tende ad aumentarli. È questo che vogliamo dire in quest'Aula ed è questo il modo in cui ci vogliamo opporre.

PRESIDENTE. Passiamo alla richiesta avanzata dall'onorevole La Malfa. Chiedo al relatore, ai sensi dell'articolo 86, comma 7, del Regolamento, il parere sulla proposta dell'onorevole La Malfa di rinviare il seguito dell'esame.

MAURIZIO PANIZ, Relatore. Signor Presidente, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, sulla richiesta di rinvio darò la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento ad un deputato contro e ad uno a favore per non più di cinque minuti ciascuno.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, ci troviamo ancora una volta, per la terza ormai, di fronte alla richiesta di rinvio di questo provvedimento. Signor Presidente, faccio richiamo a quanto affermato dal relatore nella giornata di ieri: non ci si trova di fronte a nessun elemento di novità rispetto al percorso del provvedimento, poiché di fatto siamo andati avanti molto poco a causa dei tempi e del legittimo ostruzionismo posto in essere da gruppi di opposizione. Si tratta di un ostruzionismo che ha consumato anche i tempi concessi per interventi a titolo personale. Inoltre, l'ulteriore richiesta di tempi aggiuntivi da parte dell'opposizione ha avuto come risposta il suo autorevole speech di poc'anzi.
Credo, signor Presidente, che dovremmo fare una riflessione anche in ordine al fatto che le richieste di inversione dell'ordine del giorno siano poste in essere dai gruppi e magari non dai singoli deputati, perché questo comporta da parte della Presidenza comunque l'obbligo di porsi il problema se porle in votazione o meno. Questa è una riflessione che lascio per il futuro.
Va da sé, signor Presidente, che la maggioranza respinge questa proposta, così come l'ha respinta nella giornata di ieri e così come l'ha respinta quando è stata fatta precedentemente. Questo anche alla luce del fatto, signor Presidente, che non solo la maggioranza è convinta delle argomentazioni a favore di questo provvedimento, ma anche in luogo di un altro elemento - se si vuole residuale oppure aggiuntivo - cioè che non ci sono stati elementi nuovi in ordine a questo provvedimento se non il fatto che, tra ieri e oggi, c'è una nuova seduta e, quindi, questo apre la possibilità di farlo.
Ci auguriamo francamente, signor Presidente, che qualora questa richiesta dovesse essere reiterata, non venga più posta in votazione dopo il voto che stiamo legittimamente per esprimere. Ricordo all'Assemblea che sono quasi le 11,40 e stiamo per procedere alla prima votazione della mattinata in una seduta che è iniziata alle ore 9,30.
Con questo, signor Presidente, concludo il mio intervento ribadendo chiaramente il voto contrario del Popolo della Libertà e dei gruppi di maggioranza a questa proposta.

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, questa maggioranza e questo Governo erano partiti forti della determinazione di attuare una riforma epocale della giustizia. Qualcosa che, per usare le loro parole, ci avrebbe portato in Europa e avrebbe finalmente reso la giustizia italiana una macchina ben oleata e capace di produrre sentenze, una dietro l'altra, nel giro di pochi mesi o di pochi anni.
Tutta questa magnificenza si è persa per strada, della riforma non c'è nessuna traccia e ci troviamo in queste settimane in Parlamento ad esaminare una norma Pag. 34che alla fine lo stesso Ministro Alfano scopre riguardare soltanto lo 0,2 per cento dei procedimenti. Dobbiamo stare alle cifre a ai numeri che lui ci dà, anche se non nascondo che su tali numeri abbiamo fortissime perplessità. Si tratta di cifre che non ci convincono per niente. Tuttavia, siccome stiamo svolgendo questo dibattito sulla base delle cifre che il Ministro ha fornito, immaginiamo per un attimo che siano vere.
Significa che alla fine anche il Ministro si è reso conto di quello che tutta l'opposizione - ma mi sentirei di dire quasi tutti gli italiani - avevano già capito e, cioè, che questa norma non risolverà nessuno dei problemi della giustizia italiana e aggraverà quelli già esistenti perché, comunque, la prescrizione si accorcerà per un numero importante - superiore al 50 per cento - degli attuali procedimenti penali e, comunque, alla fine, anche se fosse vero lo 0,2 per cento di processi che il Ministro ci indica, questa norma finirebbe per giovare a Silvio Berlusconi e a pochi altri.
Pertanto, credo che in un momento in cui questo Paese davvero guarda al futuro con grande ansia e con grande preoccupazione, per tutta una serie di fatti di inaudita e straordinaria gravità che stanno accadendo in questi mesi e che si sommano a una crisi economica che già ha provato la tempra del nostro Paese negli ultimi tre anni, pensare e notare da parte degli italiani che tre settimane di lavoro del Parlamento sono state destinate a una norma che lo stesso Ministro proponente considera, tutto sommato, irrilevante e che è aggravata dal dubbio, a questo punto legittimo nella stragrande maggioranza degli italiani, che tra quello 0,2 per cento dei processi vi siano, intenzionalmente ed esclusivamente, i due processi a carico di Berlusconi, sia un pessimo biglietto da visita per questo Governo.
Soltanto pochi giorni fa in un'importante trasmissione televisiva veniva dato atto di un sondaggio secondo il quale il 60 per cento degli italiani è convinto che Silvio Berlusconi non sia, fino a questo punto, stato prosciolto in quasi tutti i processi nei quali era coinvolto, perché innocente, ma per le lungaggini che i suoi avvocati hanno potuto mettere in atto e per le modifiche normative che questo Parlamento compiacente in questi anni ha votato.
Dunque, il consiglio che, nell'accogliere positivamente questa richiesta, mi permetto di dare al Ministro, è di spostare questo provvedimento in coda all'ordine dei lavori. Fate un supplemento di riflessione e cercate di dare una risposta anche a quella richiesta di maggiore chiarezza sui numeri che vi è stata rivolta prima dall'onorevole Di Pietro, perché questo 0,2 per cento sembra tanto una barzelletta. Inoltre, cercate, approfittando del tempo, di strutturare questa norma in modo che non suoni, al di là di ogni ragionevole dubbio per tutti gli italiani, come l'ennesima legge ad personam e cercate, almeno per una volta, di fare qualcosa che aiuti e non danneggi la giustizia italiana.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione con procedimento elettronico senza registrazione di nomi la proposta di rinvio del seguito del provvedimento avanzata dall'onorevole La Malfa.
(È respinta).

La Camera respinge per 18 voti di differenza.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento Ferranti 3.312.

(Ripresa esame dell'articolo 3 - A.C. 3137-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 3 e del complesso delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3137-A).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.400.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melis. Ne ha facoltà, per 2 minuti.

Pag. 35

GUIDO MELIS. Signor Presidente, chiediamo con questo emendamento, che riguarda l'articolo 157 del codice penale concernente la prescrizione, di estendere lo scudo che questo articolo prevede nei confronti di alcuni reati, raddoppiando i termini di prescrizione. Tra questi reati includiamo in questo emendamento il reato di peculato. La ragione è ovvia: si tratta di difendere la pubblica amministrazione, un terreno disastrato. Come sa il Ministro Brunetta, noi siamo in coda nelle classifiche dell'etica pubblica e della corruzione amministrativa in tutta Europa. Si tratta, attraverso questo emendamento, di impedire che lo tsunami, che si abbatterà sui processi, si abbatta anche sui processi di peculato.
Siccome il Ministro Brunetta sta attuando in questi giorni un'iniziativa che apprezzo molto, ossia la pubblicazione di una serie di profili virtuosi di servitori dello Stato, dall'Ottocento in poi, nell'ambito del sito del Ministero, vorrei invitarlo personalmente ad occuparsi di questo emendamento. Si tratta qui di agire nella stessa linea, di fare in maniera che la pubblica amministrazione sia più virtuosa, più protetta dai reati ed esclusa da questo provvedimento che provocherà una grave caduta dell'etica pubblica nell'ambito della sfera dei nostri apparati statali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Onorevole Di Pietro, il suo gruppo ha ancora 2 minuti di tempo. Intende utilizzarlo adesso?

ANTONIO DI PIETRO. No, signor Presidente. Preferisco utilizzare il tempo a nostra disposizione successivamente.

PRESIDENTE. Sta bene.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, c'è stata comunicata una situazione paradossale: l'onorevole Donadi è intervenuto in maniera incidentale sulla questione del rinvio di un punto all'ordine del giorno e il tempo di questo intervento è stato scomputato dal tempo a disposizione del gruppo. È davvero paradossale...

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, lei sa che è così: tutti i tempi sono a carico dei gruppi, non solo del suo. Questo vale per tutti i gruppi.

MARIO TULLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TULLO. Signor Presidente, interverrò per meno di 30 secondi, perché ieri sera a Genova è stato compiuto un attentato incendiario contro un edificio messo a disposizione del comune per il piano profughi. Chiedo al Governo maggiore attenzione verso i siti individuati. Le responsabilità sono del viceministro Castelli.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Tullo.
Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.400, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scajola.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno votato
290
Hanno votato
no 311).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 36Ferranti 3.402, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 597
Maggioranza 299
Hanno votato
289
Hanno votato
no 308).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.403.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lolli. Ne ha facoltà, per quattro minuti.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, vorrei tornare su una vicenda di cui ci siamo occupati e di cui mi sono occupato anch'io, parlo dell'effetto che avrà questa norma su alcuni processi particolari, come quello di Viareggio e quello de L'Aquila. Abbiamo avuto risposte dal Ministro e dall'onorevole Contento molto secche, le debbo dire, signor Ministro, anche nei miei confronti forse un po' offensive, perché lei ha detto che qui si sta facendo un uso strumentale di una vicenda che non c'entra niente. Chi mi conosce in quest'Aula sa che a distanza di due anni mi sono sempre rifiutato di parlare del terremoto che ha colpito la mia gente in maniera propagandistica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non lo potrei fare signor Ministro, non lo potrei fare perché sono amico personale di molte vittime, delle loro famiglie, perché la mia famiglia ha subito lutti e vittime. Le ho posto un problema serio, al quale francamente la risposta che lei mi ha dato non mi ha convinto. Lei ha detto che per il processo de L'Aquila la prescrizione arriva dopo 18 anni e che addirittura a Viareggio arriva dopo 33 anni. Ora, francamente, intanto Viareggio dopo 33 anni come? Perché? Per l'incidente ferroviario di Viareggio si tratta di omicidio colposo plurimo, gli anni sono esattamente come quelli previsti per L'Aquila, tutt'al più 15 più l'addizionale di 4, quindi diciotto. Allora, stiamo parlando in tutte e due i casi di un anno in meno sui 18 della prescrizione.
Io le pongo le seguenti semplici tre domande: processo de L'Aquila, processo molto complesso, siamo ancora nella fase dell'incidente probatorio, ancora si stanno svolgendo indagini, ci sono decine e decine di parti civili, il processo si svolge in un tribunale che è crollato, si sta svolgendo dentro un capannone, tribunale che voi non avete potenziato dopo il sisma.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 11,55)

GIOVANNI LOLLI. Bene, in questo tribunale, in questo processo è abbastanza probabile che le cose andranno per le lunghe; io le chiedo lei se la sente, in coscienza, di dire che quell'anno e due mesi in più potranno non essere decisivi? Lei, in coscienza, se la sente di dire che le cose andranno così?
Seconda domanda, voi sostenete che si tratta di incensurati, quindi è ragionevole creargli un piccolo beneficio, ma perché? Ma in questo caso specifico perché? Che segnale stiamo dando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Le voglio ricordare che quando il legislatore, anni fa, decise un'amnistia, decise di escludere questi reati dall'amnistia, perché non li avete esclusi, questi reati, da questo vostro provvedimento? Ma vi rendete conto del segnale che si da?
Poi vi è la considerazione che questi sono processi che certamente hanno un impatto drammatico sulle persone e sulle famiglie che coinvolgono, ma hanno anche un grande messaggio per il Paese, siamo il Paese in cui l'incuria del territorio, la mancanza di rispetto delle regole che sono a presidio della tutela dei cittadini sono considerati un optional, siamo un Paese dove si muore sul lavoro e arrivano proposte di legge che alleggeriscono le sanzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), siamo il Paese dove di tanto in tanto c'è un disastro idrogeologico Pag. 37e si cercano continuamente modi per derogare, siamo il Paese dei terremoti, siamo il Paese che, quando c'è una tragedia, dopo piange, non prima. L'unica cosa abbiamo è una deterrenza, una deterrenza che deve essere forte e che voi invece qui alleggerite, sia pure di un anno. Questo è il problema politico che io le ho posto, questo è il problema politico che le vengono a porre i parenti delle vittime che oggi sono qui fuori e a questo problema non avete risposto in un modo convincente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.403, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Scilipoti, Negro, Antonione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 600
Maggioranza 301
Hanno votato
291
Hanno votato
no 309).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.404.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà, per due minuti.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la prescrizione non è affatto un diritto, ma è soltanto un limite che lo Stato pone alla sua stessa potestà punitiva per ragioni di opportunità sociale. Nel caso specifico, queste ragioni non solo non sono state chiarite, ma sono state disordinatamente esposte, cosicché noi abbiamo capito che il motivo di questo provvedimento e dell'acribia con cui è stato proposto e perseguito è soltanto che si applica una prescrizione speciale. Nel caso di specie, noi vogliamo raccogliere la sfida all'onestà intellettuale che qui - devo dire un po' incautamente ed inappropriatamente - ci è stata rivolta anche dal collega Pecorella. Chiediamo perché non si debba allora almeno raddoppiare il corso della prescrizione per gravi reati come quelli contro la pubblica amministrazione, fra cui quello previsto dall'articolo 317 del codice penale e molti altri. Poiché in questi casi nessun privilegio e nessun principio di riguardo deve avere per la corruzione, così come per altri reati, neppure l'incensurato, categoria che già è opaca, come dicemmo nella discussione sulle linee generali e che ancora meno senso ha in relazione alle condotte che riguardano l'offensività nei confronti della pubblica amministrazione? (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.404, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Traversa, Sardelli e Patarino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 599
Maggioranza 300
Hanno votato
289
Hanno votato
no 310).

Prendo atto che il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.405.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà, per due minuti.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, voi per eliminare il processo Mills per atti di corruzione giudiziaria state Pag. 38violando gli articoli 29 e 30 della Convenzione ONU contro la corruzione, firmata dallo Stato italiano nel 2003 e ratificata nel 2009, che impone allo Stato di adottare misure necessarie perché i processi si facciano e soprattutto di prevedere un termine lungo di prescrizione per i reati di corruzione. Il Ministro Alfano ha dato dati generici ma, anche a voler tener conto dei suoi dati, sui 3 milioni 500 mila processi, 7 mila si estingueranno immediatamente ed a regime per i processi nuovi, che comprendono i tre gradi di giudizio, saranno 15 mila in più l'anno i processi che si estingueranno.
Non c'è nessuna logica e ragionevolezza di politica criminale per arrivare a questa impunità nei confronti dei cosiddetti incensurati. Chiedo poi ai colleghi della Lega, lo chiedo in particolare al Ministro Maroni, perché contraddite voi stessi. Nel pacchetto sicurezza del 2008 avete allungato i termini di prescrizione, tra l'altro, per i reati di disastro colposo e di omicidio plurimo, perché qui per gli stessi reati, solo perché c'è un incensurato, li state accorciando? Della vostra ragionevole durata del processo è rimasto un simulacro soltanto nel titolo, che poi voi cercherete anche di modificare. State violando, onorevole Pecorella, l'articolo 111 della Costituzione, che vuole che si faccia il processo, un processo giusto, che abbia una durata ragionevole, ma voi qui non state garantendo una durata ragionevole, state estinguendo i reati anzitempo. Date un premio di impunità a tutti, pur di darlo al Premier Berlusconi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.405, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Franzoso, Verdini, Garagnani e Stefani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno votato
292
Hanno votato
no 309).

Passiamo all'emendamento Ferranti 3.406.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, data l'importanza dell'emendamento in questione, vorrei sottoscriverlo e chiederei anche al maggior numero di colleghi, almeno del mio gruppo, di farlo, proprio per l'importanza dell'emendamento Ferranti 3.406. Comunque, io lo sottoscrivo.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, raccolgo l'appello del collega Quartiani e chiedo anch'io di poter sottoscrivere questo emendamento.

MARINA SERENI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARINA SERENI. Signor Presidente, intervengo anch'io per apporre la firma a questo importante emendamento (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Colleghi, ho visto almeno dieci, venti, trenta mani alzate. Mi consentirete di suggerire di recarvi dai resocontisti o presso gli uffici per comunicare la vostra adesione a questo emendamento.
Passiamo ai voti (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico). Colleghi, Pag. 39io apro la votazione (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico). State tranquilli!
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.406, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Vediamo quanto rimarrà aperta questa votazione, però, colleghi (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

FILIPPO ASCIERTO. Buffoni! Si mettono tutti in fila al tavolo dei resocontisti per fare ostruzionismo!

GIANCARLO LEHNER. È una vergogna!

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di raggiungere il vostro posto, perché dobbiamo procedere a votare (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Colleghi, non chiudo la votazione. Questo non me lo potete chiedere (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

MARCO ZACCHERA. Questo blocca il Parlamento, questo non è democratico!

PRESIDENTE. Onorevole Zacchera, la prego (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Avrei potuto non aprire la votazione e sospendere la seduta. Cosa avrei dovuto fare? Abbiate pazienza!
Onorevole Realacci e onorevole Mussolini, vi prego di recarvi al vostro posto per votare. Onorevole Mussolini, non mi faccia aprire un altro caso. Onorevoli Tocci, Bachelet, Zamparutti, Piccolo, Burtone, Tidei, Martino... colleghi, per cortesia!

FILIPPO ASCIERTO. Ridicoli!

PRESIDENTE. Onorevoli Meta, Tocci, Trappolino, Bucchino, Berretta, Farina Coscioni, Vannucci, Iannuzzi, Migliavacca, Baretta, Pistelli, Peluffo...
Chiamerò tutti i deputati che sono al tavolo degli stenografi per sottoscrivere l'emendamento in votazione.
Onorevoli Paladin, Porcino, Palomba, Di Stanislao, Cambursano, Peluffo, Pistelli, Boffa, Piffari, Lolli, Messina, Baretta, Barbato, Monai (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...
Onorevoli colleghi, per cortesia.
Onorevole Giachetti, vada a votare per cortesia.
Ministro La Russa, prego, la aspetto (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 602
Maggioranza 302
Hanno votato
292
Hanno votato
no 310).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ovviamente, sottoscriverò l'emendamento Ferranti 3.407 perché lo ritengo importante.
In questo caso, però, non invito i colleghi a fare altrettanto perché, precedentemente, abbiamo dimostrato come, rispettando le regole che quest'Aula si è data attraverso il proprio Regolamento, sia possibile, essendoci stata negata la possibilità di intervenire sui singoli emendamenti, semplicemente applicando il Regolamento, se intervenissimo su ogni emendamento - sono centoquaranta le votazioni che riguardano gli emendamenti, poi vi sono duecento ordini del giorno, ma restiamo nell'ambito degli emendamenti - e se i Pag. 40colleghi chiedessero di intervenire per sottoscriverli uno ad uno, visto che sarebbero necessari almeno una decina di minuti ciascuno, arrivare a ventitré ore di discussione senza interruzione.
Se poi facessimo altrettanto con i duecento ordini del giorno presentati, rispettando il Regolamento, credo, signor Presidente, che potremmo, se volessimo, fare ostruzionismo, come dice la maggioranza, applicando il Regolamento stesso fino in fondo, come non abbiamo fatto finora perché, finora, abbiamo svolto interventi di merito nell'ambito di tempi contingentati (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Vi è dunque la certezza di un orario entro il quale si finirà!

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, anche questo tempo è aggiuntivo perché il suo gruppo non ha più tempo a disposizione. Data questa dimostrazione possiamo procedere alla votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.407, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Franzoso, onorevole Mazzuca, onorevole Ruvolo, onorevole Mantini, onorevole Verini, onorevole Coscia. Onorevole Bocci. Ci sono altri che devono votare?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 600
Maggioranza 301
Hanno votato
292
Hanno votato
no 308).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.408.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intendo apporre la mia firma all'emendamento Ferranti 3.408, senza chiedere ai colleghi di fare lo stesso.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che anche l'onorevole Leoluca Orlando intende apporre la propria firma all'emendamento Ferranti 3.408.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.408, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Fassino, onorevole Madia, onorevole Gnecchi, onorevole D'Amico, onorevole Villecco Calipari. I colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 602
Maggioranza 302
Hanno votato
292
Hanno votato
no 310).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.409.

ANTONELLO GIACOMELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONELLO GIACOMELLI. Signor Presidente, prima che l'onorevole Quartiani mi inviti a non farlo, vorrei sottoscrivere l'emendamento Ferranti 3.409.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che anche l'onorevole Leoluca Orlando intende apporre la propria firma all'emendamento Ferranti 3.409.
Passiamo dunque ai voti. Pag. 41
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.409, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lolli, onorevole Ministro Fitto, onorevole Ruvolo, onorevole Cesario, presidente Lupi, non sia mai! L'onorevole Lupi ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno votato
291
Hanno votato
no 310).

Prendo atto che il deputato Rosato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.410.
Prendo atto che l'onorevole Paladini intende sottoscrivere l'emendamento Ferranti 3.410.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.410, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Agostini, onorevole Vico, onorevole Cesario, onorevole Paladini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 599
Maggioranza 300
Hanno votato
291
Hanno votato
no 308).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.411.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento Ferranti 3.411. Ancora una volta non faccio appelli.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che anche l'onorevole Giovanni Paladini intende apporre la propria firma all'emendamento Ferranti 3.411.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.411, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi, Ministro Gelmini, onorevole Villecco Calipari, onorevole Coscia, onorevole Soro, onorevole Cesario. I colleghi hanno votato? L'onorevole Barani deve votare? Prego, onorevole Barani. Onorevole Borghesi? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno votato
291
Hanno votato
no 310).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.412.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento in esame e vorrei anche invitare tutto il mio gruppo a sottoscriverlo insieme a me.

Pag. 42

PRESIDENTE. Scusi onorevole Borghesi, io penso che, a questo punto, sia giusto che il presidente del gruppo comunichi agli uffici l'elenco di tutti i cofirmatari dell'emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

ANTONELLO GIACOMELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONELLO GIACOMELLI. Signor Presidente, per contribuire ad accelerare i tempi, se è possibile, sottoscriverei, oltre che per me, anche per il collega Garofani, per venire incontro al desiderio di accelerare i tempi dei nostri lavori. Anche l'onorevole Gasbarra...

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.412, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Berretta? Onorevole Simeoni? Onorevole Colaninno? Onorevole Landolfi? Onorevole Farina Coscioni? Presidente Cicchitto? Onorevole D'Amico? Onorevole Pes? Onorevole Boffa?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno votato
292
Hanno votato
no 309).

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che l'invito che lei ha rivolto ai presidenti di gruppo - ed io parlo per il mio gruppo - è di fatto inattuabile. In primo luogo, perché io non posso disporre di sottoscrizioni collettive, visto che è una facoltà individuale di ogni singolo deputato decidere se apporre o non apporre la firma (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico). Oltretutto, lei sa benissimo che quello che chiede ai gruppi è di fatto tecnicamente e temporalmente impossibile: io non posso, nel breve tempo tra l'apertura della sua dichiarazione di voto ed il tempo in cui dovremmo dichiarare di sottoscrivere, sentire tutti i deputati del gruppo, raccogliere i nomi ed andare al banco dei resocontisti per consegnarli.
Pertanto, credo che non vi sia alternativa: qualora deputati del mio o di altri gruppi ritengano di sottoscrivere l'emendamento occorre consentire loro di farlo. Magari lei può trovare delle forme più sbrigative, come quella di far loro alzare la mano, ma credo che questo non possa essere un diritto conculcabile.

PRESIDENTE. Presidente Donadi, vorrei farle notare che la sottoscrizione degli emendamenti viene pubblicata domani nell'allegato A al resoconto, quindi c'è tutto il tempo, non c'è soltanto la seduta, non è che scade la possibilità.

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo solo per dire che lei ha stabilito, come Presidenza, cioè seguendo le indicazioni della Presidenza, i tempi stretti nei quali si deve di biascicare qualche sillaba, e va bene.

PRESIDENTE. Adesso neanche più quello.

FURIO COLOMBO. Ma poi ha introdotto un elemento di incalzare, come in un cartone animato, incalzando, e questo non è (Commenti)...

Pag. 43

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Colombo, cercherò di essere...

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, vi è un concetto almeno da 150 anni: la pubblicità dei lavori parlamentari, che oggi è assicurata anche attraverso l'audio e il video. Quindi, siccome uno ha non soltanto il diritto, ma ha anche il dovere di comunicare all'esterno la propria manifestazione di una volontà politica come è la sottoscrizione di un atto importante come un emendamento, questo non può essere rinviato a domani o nelle pause magari fra l'ora del question time o l'interruzione tecnica dei nostri lavori.
Quindi, ognuno di noi ha diritto di manifestare in tempo reale la propria intenzione rispetto agli emendamenti presentati.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.413, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti... onorevole D'Antoni... onorevole Esposito... onorevole Colaninno... I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 600
Maggioranza 301
Hanno votato
290
Hanno votato
no 310).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.414.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Leoluca Orlando, Palomba, Borghesi, Messina, Cambursano, Porcino, Monai, Palagiano, Lazzari, Di Pietro, Barbato, Piffari, Rigoni, Giacomelli, Bernardini, Zamparutti, Farina Coscioni, Gasbarra, Fontanelli, Maurizio Turco, Mecacci, Rota, Argentin, Di Giuseppe, Sereni e Rosato sottoscrivono l'emendamento Ferranti 3.414.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.414, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barani, lei ha notizie del suo vicino di banco? Grazie (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Scusate, ma non capisco questo garantismo ad intermittenza. I colleghi hanno votato? Onorevole Colaninno... onorevole Soro... Prendo atto che l'onorevole Evangelisti non ha sottoscritto l'emendamento.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 596
Maggioranza 299
Hanno votato
289
Hanno votato
no 307).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.415.
Prendo atto che l'onorevoli Paladini sottoscrive l'emendamento Ferranti 3.415.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.415, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti... onorevole Cesaro... onorevole Mazzuca... onorevole Villecco Calipari... I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 44

(Presenti e votanti 597
Maggioranza 299
Hanno votato
290
Hanno votato
no 307).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.416.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Cavallaro, Palomba, Piffari, Borghesi, Bratti, Leoluca Orlando, Zazzera e Rosato sottoscrivono l'emendamento Ferranti 3.416.

MARIO CAVALLARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, in questo caso, vorrei togliere la mia firma dall'emendamento in oggetto. Voterò a favore, ma ho dei dubbi sulla sottoscrizione diretta (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto altresì che gli onorevoli Giulietti, Donadi, Cambursano, Favia, Di Giuseppe, Monai, Porcino, Mura, Vannucci, Zampa, Cenni, Meta, Coscia, Pistelli, Brandolini, Giacomelli, Grasso, Causi, Castagnetti, Rampi, Farina Coscioni, Maurizio Turco, Zamparutti e Bernardini sottoscrivono l'emendamento Ferranti 3.416.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.416 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.

ANTONIO DI PIETRO. No, ma perché (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)?

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, l'ho citata.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Donadi e Giammanco... I colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 598
Maggioranza 300
Hanno votato
289
Hanno votato
no 309).

Prendo atto che il deputato Baretta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, vorrei dire soltanto che prima non ho fatto in tempo a dire che intendevo sottoscrivere l'emendamento Ferranti 3.416 e, quindi, per cortesia, chiedo di poter sottoscrivere il precedente emendamento. Credo che vi siano altri colleghi che, come me, vogliano sottoscrivere il precedente emendamento (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sta bene.

EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, nonostante quello che è già successo ieri con le parole del Viceministro Castelli, leggo che l'onorevole Speroni ha dichiarato pochi minuti fa: mitragliamoli come fanno i tunisini con i nostri pescherecci (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fiano.

FURIO COLOMBO. Ma che Parlamento è (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)?

Pag. 45

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, la prego di non rivolgersi così alla Presidenza.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Anche lei, onorevole Barbato, interviene per sottoscrivere l'emendamento Ferranti 3.416? Colleghi, invito a raccogliere l'elenco di tutti i firmatari e a consegnarlo agli Uffici (Commenti dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

ANTONIO BORGHESI. È nostro diritto, signor Presidente!

FRANCESCO BARBATO. Ci deve far fare i parlamentari!

FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, raccogliendo il suo invito, si potrebbe fare così: per ogni emendamento, io o un altro del gruppo potremmo passare presso quelli che lo vogliono sottoscrivere, però senza aprire (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)... Se lei è d'accordo su questo, facciamo così in modo che resti agli atti chi ha sottoscritto.

PRESIDENTE. Può restare agli atti in questo modo, tanto verrà pubblicato domani.

FEDERICO PALOMBA. No, ma emendamento per emendamento, Signor Presidente, altrimenti non c'è la certezza (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.417.
Prendo atto che gli onorevoli Barbato, Palomba, Messina, Borghesi, Zazzera, Monai, Leoluca Orlando, Paladini, Di Giuseppe, Rota, Porcino, Di Pietro e Bocci sottoscrivono l'emendamento Ferranti 3.417.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.417, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Monai e Cristaldi... Il Ministro Vito non riesce a votare. Onorevole De Micheli... I colleghi hanno votato? Onorevole Vito...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 602
Maggioranza 302
Hanno votato
292
Hanno votato
no 310).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.418.
Prendo atto che gli onorevoli Esposito, Paladini, Palomba, Leoluca Orlando, Messina, Zazzera, Cambursano, Castagnetti, Causi, Grassi, Bossa, Palagiano, Favia e Graziano sottoscrivono l'emendamento.
Passiamo ai voti (Commenti dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.418, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Granata, Baretta, Traversa, Monai, sottosegretario Roccella, Ministro Rotondi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno votato
291
Hanno votato
no 310).

ILEANA ARGENTIN. Chiedo di parlare.

Pag. 46

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, vorrei far presente che nelle ultime tre votazioni abbiamo alzato la mano ma lei non ha avuto modo di vederci.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Argentin.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.419.

STEFANO ESPOSITO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, per venire incontro a quello che lei proponeva, ho fatto un giro tra alcuni colleghi, quindi se lei mi permette di leggere i nomi di coloro che hanno sottoscritto l'emendamento...

PRESIDENTE. No, li porti agli Uffici...

STEFANO ESPOSITO. È per semplificare il quadro, in modo che non si alzino tutti (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), lo leggo io velocemente. Era per aiutarla....

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Esposito, ha fatto trenta, faccia trentuno, lo porti agli Uffici quell'elenco.

STEFANO ESPOSITO. Non ci riesco perché non ho il tempo poi di tornare, signor Presidente...

GIULIO SANTAGATA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, vorrei proporre al presentatore dell'emendamento di ritirarlo, dando modo a me e ad altri la possibilità di sottoscrivere poi un ordine del giorno in merito a questo emendamento.

ANNA PAOLA CONCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA PAOLA CONCIA. Signor Presidente, vorrei ritirare la mia firma, in modo tale che l'onorevole Sant'Agata...

PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Zazzera, Di Stanislao, Messina, Cambursano, Favia, Mura e Palagiano sottoscrivono l'emendamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.419, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Zazzera, onorevole Calvisi (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

MARIO PEPE (IR). Ho girato la tessera!

PRESIDENTE. Colleghi è inutile che vi agitate, facciamo prima a chiamarli i colleghi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 595
Maggioranza 298
Hanno votato
288
Hanno votato
no 307).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, mi hanno appena telefonato per comunicarmi che qui fuori, in piazza, ci sono i familiari delle vittime di Viareggio. Se il Ministro Alfano volesse andare a dire loro, la cosa inesatta che ha detto ieri...

Pag. 47

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Evangelisti.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.420.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Messina, Monai, Bellanova e Palagiano intendono sottoscriverlo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.420, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Ghiglia, Vico, Goisis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 598
Maggioranza 300
Hanno votato
291
Hanno votato
no 307).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.421.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Palomba, Evangelisti, Messina, Di Giuseppe, Borghesi, Palagiano, Zazzera, Barbato, Giulietti e Monai intendono sottoscriverlo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.421, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Fadda, Lo Moro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 596
Maggioranza 299
Hanno votato
290
Hanno votato
no 306).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.422.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini e Porcino intendono sottoscriverlo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.422, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Boniver, Coscia, Portas, Tenaglia, Iannaccone, Giammanco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno votato
292
Hanno votato
no 309).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.423.

LORENZO RIA. Signor Presidente, tale emendamento era stato ritirato.

PRESIDENTE. Onorevole Ria, non ci risulta.
Prendo atto che gli onorevoli Esposito, Porcino e Paladini intendono sottoscrivere l'emendamento Ferranti 3.423.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.423, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Leoluca Orlando, Ravetto, Villecco Calipari, De Nichilo Rizzoli, Mantini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 48
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 598
Maggioranza 300
Hanno votato
289
Hanno votato
no 309).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.424.

STEFANO ESPOSITO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, le chiedo scusa, poi davvero cercherò di non intervenire più. Su questo emendamento sono in dissenso con il voto che esprimerà il mio gruppo, perché lo ritengo poco incisivo e, quindi, mi asterrò.

PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Cambursano ed Evangelisti sottoscrivono l'emendamento Ferranti 3.424.

DONATELLA FERRANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, ieri avevo indicato tre emendamenti ritirati perché vi era stato un errore.

PRESIDENTE. Anche questo?

DONATELLA FERRANTI. Sì, mi riferisco al mio emendamento 3.424.

PRESIDENTE. Sta bene. L'emendamento Ferranti 3.424 è stato ritirato dalla presentatrice.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.425.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Palomba, Messina ed Evangelisti intendono sottoscriverlo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.425, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sottosegretario Ravetto, onorevole Scilipoti, onorevole Paolo Russo, onorevole Antonione...
Chi non vota? Al tavolo del Comitato dei nove, chi occupa il posto accanto alla presidente Bongiorno? L'onorevole Siliquini? Dov'è sparita l'onorevole Siliquini? Prego di togliere la tessera... (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Futuro e Libertà per l'Italia).

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Ero qui!

PRESIDENTE. Onorevole, le chiedo scusa, ho capito, ma non vota... (Deputati dei gruppi Futuro e libertà per l'Italia e Italia dei valori gridano: Poste! Poste!)
Revoco l'indizione della votazione.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, sono sempre stata in Aula. Ho votato e ho salito i gradini per delle motivazioni mie. Ho votato, prenda atto solo di questo per piacere.

PRESIDENTE. Capisco tutto, ma che lei se ne vada proprio, è il colmo.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Ero qui!

PRESIDENTE. Ho capito, ma non è il massimo...

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Per cos'altro? Ne ha facoltà.

Pag. 49

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, la prego di prendere solo atto (Dai banchi dei deputati dei gruppi Futuro e libertà per l'Italia e Italia dei valori si scandisce: Poste! Poste!) ufficialmente che sono personalmente al tavolo del Comitato dei nove.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Adesso lo pongo di nuovo in votazione...

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, temo che tutte le votazioni che abbiamo fatto sin qui siano nulle per un errore procedurale. Il relatore, quando ha dato il parere ha detto che vi era un invito al ritiro o parere contrario, ma non è mai stato chiesto al primo firmatario dell'emendamento se intendesse ritirarlo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

LEOLUCA ORLANDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Per che cosa? Non potrei darle la parola adesso. Prego, onorevole.

LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, risulti a verbale che non può essere consentito il voto per corrispondenza postale (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori, Partito Democratico e Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Sono d'accordo con lei.
Passiamo ai voti.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Giulietti, Messina, Cambursano, Porcino e Palagiano intendono sottoscrivere l'emendamento Ferranti 3.425.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.425, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 597
Maggioranza 299
Hanno votato
291
Hanno votato
no 306).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.427.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Leoluca Orlando, Donadi, Palomba, Cambursano, Evangelisti, Borghesi, Monai intendono sottoscrivere tale emendamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.427, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Peluffo, Pes, Bernardini, Centemero, Scilipoti (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)...
Capisco che qualcuno potrebbe pensare che c'è da piangere, ma io no. Stavo interloquendo con il Ministro La Russa volevate che non gli sorridessi? Abbiate pazienza.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 594
Maggioranza 298
Hanno votato
288
Hanno votato
no 306).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.428.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Palomba, Piffari, Evangelisti, Messina, Cambursano intendono sottoscrivere tale emendamento.
Passiamo ai voti. Pag. 50
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.428 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Villecco Calipari, Scilipoti, Lehner, Pisicchio, Berretta, Tempestini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 593
Maggioranza 297
Hanno votato
290
Hanno votato
no 303).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per capire bene come si prosegua nella mattinata. Mi pare di capire che il Consiglio dei ministri si è organizzato per una riunione del Consiglio e, quindi, se potessimo sapere esattamente a che ora è convocata, riusciremmo anche a capire a che ora si concluderà la seduta in Aula perché senza i Ministri ovviamente la maggioranza va sotto.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, secondo l'ordine del giorno che ho letto ieri sera alla conclusione della seduta, si lavora fino alle 13,30, orario nel quale è stata anche convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo da parte del Presidente. Dopodiché non sta a noi regolare i lavori del Consiglio dei ministri.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.429.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Palomba, Borghesi, Porcino, Cambursano, Leoluca Orlando, Messina, Brandolini, Evangelisti, Di Giuseppe intendono sottoscrivere tale emendamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.429, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Amici, Boniver, Repetti, Goisis, Antonino Russo, Rota, Bocchino, Migliavacca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 597
Maggioranza 299
Hanno votato
288
Hanno votato
no 309).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.430.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Palomba, Porcino, Cambursano, Messina intendono sottoscrivere tale emendamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.430, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Granata, Mosca, Scilipoti (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori), Mazzuca, Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 598
Maggioranza 300
Hanno votato
289
Hanno votato
no 309).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e Cimadoro hanno segnalato che non Pag. 51sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Nizzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.431.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Porcino, Palomba, Messina, Cambursano ed Evangelisti sottoscrivono l'emendamento in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.431, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Futuro e Libertà per l'Italia e Italia dei Valori)... Onorevole Granata... Onorevole Di Stanislao... Onorevole Velo... Onorevole Coscia... Onorevole Evangelisti... Onorevole Mantini... Onorevole Siliquini, è presente ma questa volta non riesce a votare (Commenti del deputato Siliquini)... Onorevole Siliquini, mi avevano segnalato che non riusciva a votare...

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Si sono sbagliati!

PRESIDENTE. C'era il microfono che copriva. Onorevole Siliquini, era un'attenzione nei suoi confronti!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 594
Maggioranza 298
Hanno votato
287
Hanno votato
no 307).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.432.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Cambursano, Di Giuseppe, Messina e Monai sottoscrivono l'emendamento in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.432, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Futuro e Libertà per l'Italia e Italia dei Valori)... Onorevole Ruvolo... Onorevole Granata... Onorevole Centemero... Onorevole Di Stanislao...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 593
Maggioranza 297
Hanno votato
286
Hanno votato
no 307).

ROBERTO MENIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Menia, le chiedo scusa se in precedenza non l'avevo vista. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA. Signor Presidente, non c'è nessun problema. Intervengo per una questione sull'ordine dei lavori. Siccome questa è una giornata importante, per economia di tempo, rilevando che spesso non funziona la postazione dell'onorevole Scilipoti, come pure quella dell'onorevole Siliquini, la mia proposta è di trasferirli direttamente ai banchi del Governo dove è assolutamente funzionale: precederemo di qualche giorno il pagamento anticipato (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.439. Pag. 52
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Rota, Palomba, Leoluca Orlando, Messina, Favia, Cambursano ed Evangelisti sottoscrivono l'emendamento in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.439...
Dichiaro aperta la votazione.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, lei ha terminato tutti i tempi...
Revoco l'indizione della votazione. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, per cortesia potrebbe ricordarmi il parere del Governo su questo emendamento?

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.439, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione)

Onorevole Lusetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 595
Maggioranza 298
Hanno votato
288
Hanno votato
no 307).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.440
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, pur in questi giorni di dura opposizione e anche di ostruzionismo parlamentare, noi dell'Unione di Centro non vorremmo rinunciare a parlare di giustizia e non solo di ingiustizia.
Signor Ministro, proprio ieri, con una decisione del TAR Lazio, è stata rimessa alla Corte costituzionale la riforma sulla media conciliazione per eccesso di delega e per contrasto con i principi essenziali del diritto di difesa dei cittadini. Non ho la pretesa di avere la sua attenzione, che certamente in questo momento trova migliore impegno. Tuttavia, lei dovrebbe preoccuparsi di questi problemi, perché tutte le riforme che fate, con le forzature a cui siete abituati, puntualmente naufragano. Domani ci sarà una grande manifestazione nazionale dell'avvocatura in tutta Italia e a Roma, avvocatura che vede confermate le proprie legittime preoccupazioni, perché quella riforma sulla media conciliazione, che in astratto condividiamo, è fatta male ed è stata, appunto, rimessa alla Corte costituzionale.
Dunque, cerchiamo di fare un bilancio ragionevole e di cambiare qualcosa. Lo dico anche al collega Pecorella, che ieri ci voleva proporre qualche dissertazione sulla terzietà del giudice. Il giudice è terzo nel nostro ordinamento. Avete qualche preoccupazione sul pubblico ministero e vedremo se porterete avanti una riforma, ma il giudice nel nostro ordinamento è terzo. È il Parlamento, anche con la presidenza Pecorella della Commissione giustizia, che non è stato terzo. Basta ricordare rogatorie, Cirami, ex Cirielli, falsi in bilancio, lodi, lodo Schifani e lodo Alfano. Tutto naufragato, Ministro, è tutto naufragato.
Il Presidente del Consiglio Berlusconi è ancora, dopo 18 anni da Tangentopoli, a fare i comizi fuori del palazzo di giustizia di Milano. Dovreste fare una riflessione su questi fatti, perché la vostra politica è fallimentare, sia sul piano della conciliazione tra politica e giustizia sia sul piano dell'efficienza della giustizia per i cittadini.
Vi abbiamo offerto due terreni di confronto: quello della conciliazione, appunto, e la possibilità di sospendere il processo a determinate condizioni solo per la durata del mandato e solo per l'esercizio dell'alta Pag. 53carica o del mandato parlamentare. Naturalmente, poi si dovrà fare il processo, se vogliamo conciliare anche le esigenze della giustizia. Non ci siete venuti incontro su questo tema e preferite la strada della guerriglia e delle leggine puntualmente frustrate, non perché vi è una congiura delle istituzioni contro di voi, ma perché vivete nella vostra paranoica ossessione e nell'incapacità di governare anche una conciliazione tra politica e giustizia e non siete in grado di fare riforme per l'efficienza della giustizia, come i fatti dimostrano. Tentate grandi riforme ma non siete in grado di fare neanche quelle piccole che servono al Paese.
Vi è un paradosso di cui parla Henry Louis Mencken nei suoi Prejudices che dice che ciò che davvero brucia è la giustizia più che l'ingiustizia. Vediamo, allora, di far uscire il nostro Paese velocemente da questo paradosso, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Angela Napoli. Ne ha facoltà. Le ricordo, altresì, che il suo gruppo ha ancora tre minuti.

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, interverrò brevemente per dire che sottoscrivo personalmente questo emendamento e, quindi, chiedo che il gruppo Futuro e Libertà per l'Italia voti a favore perché non si tratta di un emendamento da sottovalutare, perché prevede il raddoppio dei tempi per l'articolo 416-ter del codice penale.
Voglio ricordare a tutti che l'articolo 416-ter si riferisce al voto di scambio, che normalmente avviene proprio tra politica e criminalità organizzata. Non c'è inchiesta che non «avanzi» questa situazione, ossia che veda purtroppo la politica inquinata e collusa con la criminalità organizzata.
In mancanza di leggi adeguate per intervenire sul voto di scambio diamo almeno ai magistrati i tempi necessari per portare avanti queste inchieste e per colpire finalmente le collusioni che esistono tra politica e criminalità organizzata (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.440.
Prendo atto che gli onorevoli Rossa, Pes, Paladini, Bocci, Siragusa, Ghizzoni, D'Incecco, Bellanova, Maurizio Turco, Fadda, Ruggeri, Sarubbi, De Pasquale, Argentin, Palomba, Rigoni, Rubinato, Mogherini Rebesani, Cuomo, Mattesini e tutto il gruppo dell'Italia dei Valori (Commenti dei deputati del gruppo Italia dei Valori) sottoscrivono l'emendamento in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.440, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Perina, Mazzarella, La Morte, Isidori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 594
Maggioranza 298
Hanno votato
289
Hanno votato
no 305).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, abbiamo testé votato un emendamento relativo al voto di scambio, cioè a una delle cose più gravi che possano esistere da ogni punto di vista. Vorrei capire per quale motivo nel resoconto non possa risultare l'esercizio di un mio diritto, ossia del fatto che io abbia sottoscritto questo emendamento. Lei ha fatto riferimento a tutto il gruppo dell'Italia dei Valori, ma non siamo all'ammucchiata del «bunga-bunga» (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Qui siamo in Pag. 54Parlamento e il mio nome desidero che resti nel verbale come persona che ha sottoscritto quell'emendamento.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, qualcuno potrebbe sottolineare che visto che considera questo emendamento così importante poteva presentarlo lei.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.441.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Cambursano, Messina, Granata, Rota, Monai, Borghesi, Leoluca Orlando, Piffari, Di Pietro intendono sottoscrivere questo emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.441, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Alessandri, Rosato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 597
Maggioranza 299
Hanno votato
292
Hanno votato
no 305).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.442.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Porcino, Aniello Formisano, Granata, Cambursano, Messina e Evangelisti intendono sottoscrivere tale emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.442, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Aniello Formisano, Grassi, Causi, Villecco Calipari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 592
Maggioranza 297
Hanno votato
286
Hanno votato
no 306).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.443.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Piffari, Porcino, Rota, Cambursano, Di Giuseppe, Palagiano e Granata intendono sottoscrivere tale emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.443, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Grassi, Crosetto, Antonione, Di Stanislao, Barbareschi, Saglia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno votato
292
Hanno votato
no 309).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.444.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Di Pietro, Porcino, Borghesi, Cambursano, Evangelisti, Messina e Donadi intendono sottoscrivere tale emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.444, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori), Grassi, Scanderebech, Casero, Monai...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 55
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 600
Votanti 599
Astenuti 1
Maggioranza 300
Hanno votato
291
Hanno votato
no 308).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.446.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Di Giuseppe e Porcino intendono sottoscrivere tale emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.446, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gelmini, Boniver, Antonioni, Verini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 597
Maggioranza 299
Hanno votato
289
Hanno votato
no 308).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.445.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Porcino, Cambursano, Messina e Borghesi intendono sottoscrivere tale emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.445, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Grassi, Scilipoti (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori), Pisicchio, Letta, Marrocu, Calvisi, Antonione, Boniver, Goisis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 597
Maggioranza 299
Hanno votato
289
Hanno votato
no 308).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.447, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prendo atto che gli onorevoli Grassi, Bossa, Scilipoti, Mazzuca, Cristaldi, Strizzolo, Portas, Bongiorno e Porta non riescono a votare.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini ed Evangelisti sottoscrivono l'emendamento.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 598
Maggioranza 300
Hanno votato
292
Hanno votato
no 306).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.455, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prendo atto che gli onorevoli Ruvolo, Scilipoti, Centemero e Speciale non riescono a votare.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Porcino e Cambursano sottoscrivono l'emendamento.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 598
Maggioranza 300
Hanno votato
290
Hanno votato
no 308). Pag. 56

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.433, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prendo atto che gli onorevoli Bossa, Favia, Di Giuseppe, Scilipoti, Goisis e Rosato non riescono a votare.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Porcino e Narducci sottoscrivono l'emendamento.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 598
Maggioranza 300
Hanno votato
288
Hanno votato
no 310).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.456, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prendo atto che gli onorevoli Ruvolo, Papa, Della Vedova e Ronchi non riescono a votare.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini, Porcino e Piffari sottoscrivono l'emendamento.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno votato
292
Hanno votato
no 309).

Prendo atto che il deputato Piffari ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.457, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prendo atto che gli onorevoli Favia, Scilipoti, Scanderebech e Sardelli non riescono a votare.
Prendo atto che gli onorevoli Paladini e Porcino sottoscrivono l'emendamento.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 599
Votanti 598
Astenuti 1
Maggioranza 300
Hanno votato
289
Hanno votato
no 309).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.434.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franceschini. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, chiedo scusa. Desidero soltanto per un minuto l'attenzione dell'Assemblea, per dire che questo emendamento stralcia dai reati che si prescriveranno prima l'omicidio colposo plurimo, e quindi i reati che sono stati o che si ipotizza che siano stati commessi durante il terremoto de L'Aquila.
Ovviamente, oltre a rispettare le decisioni della Presidenza, come sempre, e a dichiarare che questo emendamento viene sottoscritto da tutti i parlamentari del gruppo del Partito Democratico, mi rivolgo davvero ai singoli parlamentari di maggioranza. Vi è l'occasione, votando questo emendamento o anche non partecipando al voto, per alcuni di voi, di stralciare da questo provvedimento almeno i reati commessi da quelli che hanno causato la morte sotto le macerie di cittadini innocenti Pag. 57de L'Aquila (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Futuro e Libertà per l'Italia).
Almeno in questa occasione - non cambia la natura del provvedimento che noi contrastiamo e che voi volete ad ogni costo e ad ogni prezzo approvare - date una prova di coscienza e consentite che questo emendamento venga approvato. Fatelo per i cittadini de L'Aquila (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Futuro e Libertà per l'Italia)!

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, posso dire che lei, a nome di tutto il gruppo dell'Italia dei Valori, sottoscrive questo emendamento?

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, questo emendamento è importante. Per questo, lo sottoscrivo a nome di tutto il gruppo.

PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, oltre a sottoscrivere l'emendamento a nome di tutto il gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia, ritengo che questo - raccolgo le parole pronunciate poc'anzi - sarebbe un piccolo segnale di ragionevolezza, che, forse, potrebbe servire anche per il futuro (lo dico anche al Ministro Alfano). Sarebbe un piccolo segnale di ragionevolezza che non incide sull'obiettivo per il quale siamo qui da giorni, se non da settimane. Non sono un avvocato, ma mi sembra che le ragioni portate siano decisive quanto meno ad apportare questa piccola correzione: non sposta nulla sull'obiettivo grosso che vi siete dati, ma consente, forse, qualche ingiustizia in meno (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, non sono d'accordo con l'onorevole Franceschini e con l'onorevole Della Vedova. Affondino nella loro vergogna! Non votino questo emendamento, così tutta l'Italia sa cosa di schifoso viene praticato dal Parlamento italiano (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.434, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prendo atto che l'onorevole Giulietti sottoscrive l'emendamento.
Onorevole Anna Teresa Formisano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Futuro e Libertà per l'Italia - Dai banchi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori si leva il grido: vergogna! - Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 603
Maggioranza 302
Hanno votato
293
Hanno votato
no 310).

MAURIZIO PANIZ, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO PANIZ, Relatore. Signor Presidente, voglio fare una precisazione con riferimento al voto che abbiamo espresso prima. La pena per il reato che è stato segnalato nell'emendamento precedente arriva a 15 anni e per la previsione dell'articolo 157 del codice penale si raddoppia. Quindi, abbiamo una prescrizione che, di per sé, è di 30 anni. Credo che in uno Stato, quando vi è una previsione di 30 anni per arrivare a valutare se una persona è colpevole o innocente, questa Pag. 58sia una previsione sufficientemente lunga (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Iniziativa Responsabile - Dai banchi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori si leva il grido: vergogna!).

DONATELLA FERRANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, la vergogna è che questa prescrizione che avevate aumentato nel «pacchetto sicurezza» la state accorciando per i cosiddetti incensurati (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Ma quando mai!

DONATELLA FERRANTI. Quindi...la state accorciando! La fattispecie non è ricompresa nei reati che sono esclusi dalla prescrizione abbreviata. Andatevi a leggere le norme. Lo sa benissimo l'onorevole Paniz, che tutto il giorno fa l'avvocato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo solo per spiegare ai pochi che hanno la pazienza di ascoltarci come il Regolamento può essere, ovviamente, interpretato ed usato a seconda di come si vuole, ma le regole sono chiare.
Lei sa perfettamente, signor Presidente, che il Governo può prendere la parola in qualunque momento e spiegare, e questo riapre il dibattito. Il relatore dà un parere sugli emendamenti, una volta che vi è stato il voto su quegli emendamenti ad alcun titolo il relatore prende la parola per spiegare quello che avrebbe dovuto spiegare prima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PIERLUIGI MANTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, vorremmo dire una parola sola su questa vicenda dell'emendamento. Capisco le indignazioni di entrambi e non sono così ecumenicamente equidistanti. Vi è chi si indigna perché si riduce di un po' la prescrizione su reati colposi, stragi, insomma, su fatti che destano e colpiscono i sentimenti più profondi e la nostra umanità e capisco anche la reazione del Ministro e di altri che dicono che però vi è un tempo di prescrizione lunghissimo e non saranno gli otto mesi in meno che potranno fare estinguere un processo.
È un classico caso, mi permetto di dire, dove moderare le parole sarebbe la cosa più appropriata, perché indigna veramente ed è veramente vergognoso speculare sui morti de L'Aquila (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.435.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, le volevo chiedere se è possibile votare questo emendamento per parti separate. Prima, dalle parole «Al comma 1, premettere» sino al termine del periodo. Poi, successivamente, dalla parola «Conseguentemente» in poi. La ringrazio.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla prima parte dell'emendamento Ferranti 3.435, che premette il comma 01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 59

Prendo atto che l'onorevole Paladini sottoscrive l'emendamento in votazione.
Onorevoli Leoluca Orlando, De Girolamo, Gnecchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 603
Maggioranza 302
Hanno votato
292
Hanno votato
no 311).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, sottoscrivo l'emendamento Ferranti 3.435.

PRESIDENTE. Sta bene.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla seconda parte dell'emendamento Ferranti 3.435, che riguarda la parte consequenziale, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Leoluca Orlando, Rosato, Barbi. Sottosegretario Crosetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 604
Maggioranza 303
Hanno votato
293
Hanno votato
no 311).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, chiedo la votazione per parti separate dell'emendamento Ferranti 3.436, nel senso di votare separatamente la prima parte, dalle parole «Al comma 1» fino al punto, e poi la seconda parte da «Conseguentemente» fino alla fine.

PRESIDENTE. Sta bene. Avverto che le seguenti saranno le ultime due votazioni della mattinata.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla prima parte dell'emendamento Ferranti 3.436, che premette il comma 01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prendo atto che l'onorevole Paladini sottoscrive la prima parte dell'emendamento Ferranti 3.436.
Non riescono a votare l'onorevole Scilipoti, l'onorevole Castellani, l'onorevole Cristaldi, l'onorevole Martella, l'onorevole Boniver. I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno votato
290
Hanno votato
no 311).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla restante parte dell'emendamento Ferranti 3.436, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prendo atto che l'onorevole Paladini sottoscrive la seconda parte dell'emendamento Ferranti 3.436.
Colleghi vi prego! Aspettate che siano concluse le votazioni! Vi avverto che annullerò i voti di tutti coloro che non sono in Aula! Francamente questo è un comportamento che non ha proprio significato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Pag. 60Popolo della Libertà). Annullerò tutti i voti, anche quelli favorevoli, state tranquilli... da una parte e dall'altra, non vi preoccupate!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 597
Maggioranza 299
Hanno votato
288
Hanno votato
no 309).

Come stabilito a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e, a partire dalle ore 16, con il seguito dell'esame della proposta di legge A.C. 3137-A.
Ricordo, inoltre, che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle ore 13,30.

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro della giustizia, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro per i rapporti con il Parlamento e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

(Ritiro dell'interrogazione D'Anna n. 3-01584)

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interrogazione n. 3-01584 dell'onorevole D'Anna. Avverto che in data odierna l'interrogazione in questione è stata ritirata dal presentatore.

(Tempi di approvazione degli adempimenti normativi per l'attuazione della legge di riforma universitaria - n. 3-01585)

PRESIDENTE. L'onorevole Latteri ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01585 concernente tempi di approvazione degli adempimenti normativi per l'attuazione della legge di riforma universitaria (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

FERDINANDO LATTERI. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, dopo un iter legislativo tormentato, il 29 gennaio 2011 è entrata in vigore la legge di riforma universitaria, provvedimento che ha tutte le caratteristiche di un intervento radicale di portata innovativa. Come previsto dalla stessa legge, la piena attuazione della riforma deve attendere l'approvazione di circa 42 provvedimenti normativi di attuazione tra decreti legislativi, decreti ministeriali e interministeriali, regolamenti, tra i quali ad esempio quello concernente la predisposizione dello schema tipo delle convenzioni al quale devono attenersi regioni e università per regolare i loro rapporti in materia di attività sanitaria svolte per conto del Sistema sanitario nazionale.
In che tempi ritiene, signor Ministro, che verrà esaurito l'iter di approvazione dei numerosi decreti previsti dalla legge, la cui ritardata e prolungata attuazione si trasformerebbe, oltre che in un ostacolo al funzionamento dell'attività ordinaria, anche nel fallimento dell'attuazione di una legge di grande portata innovativa?

PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Pag. 61Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Latteri per questa interrogazione che mi dà modo di illustrare il grande lavoro che il Ministero, in particolare la Direzione dell'università, sta svolgendo ai fini di mantenere gli impegni che ci siamo dati. L'approvazione - come sapete - della riforma è avvenuta il 23 dicembre ed è entrata in vigore il 29 gennaio 2011, quindi meno di tre mesi fa. Da parte nostra vi è la massima disponibilità ad adempiere a tutti i provvedimenti previsti per favorire e completare l'attuazione della riforma entro sei mesi dall'entrata in vigore (quindi dal 29 gennaio 2011). Perché questa fretta? Perché la riforma dell'università, pur migliorabile, emendabile sulla base dell'esperienza e del monitoraggio che andremo a svolgere nelle università, ha apportato modifiche per quanto riguarda il reclutamento del personale (quindi con la volontà di garantire trasparenza e merito nel reclutamento dei ricercatori e dei professori), l'introduzione di una maggiore responsabilità legata all'autonomia per quanto riguarda la gestione, il sistema di valutazione (perché anche in materia la riforma innova notevolmente). Ebbene questi cambiamenti, queste innovazioni andranno evidentemente verificati nella loro efficacia concreta, ma riteniamo che siano modifiche importanti urgenti, quindi devono poter essere attuate il prima possibile.
Quindi noi pensiamo - entro sei mesi dall'entrata in vigore - di poter completare la definizione dei provvedimenti attuativi. In particolare, ho già firmato alcuni provvedimenti. Mi riferisco al provvedimento riguardante l'importo minimo degli assegni di ricerca, la definizione dei criteri di attivazione delle convenzioni per le attività di didattica e di ricerca dei professori e dei ricercatori, i criteri per la mobilità interregionale dei professori di corsi e sedi soppresse, la definizione dei settori concorsuali, della corrispondenza per la chiamata di studiosi impegnati all'estero, il trattamento economico del direttore generale.
Sono altresì definiti gli schemi di due decreti legislativi, nonostante il termine fosse di 12 mesi dall'entrata in vigore (ma sono già stati sostanzialmente definiti), da sottoporre al Consiglio dei ministri e riguardano la contabilità economico-patrimoniale dell'università e i presupposti per la dichiarazione di dissesto finanziario delle università stesse.
Tutti gli altri provvedimenti sono in fase di lavorazione e, tra questi, cinque sono in fase di ultimazione.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Per soli quattro provvedimenti vi è una sospensione legata alla necessità dell'entrata in vigore dell'ANVUR e quindi al parere che la suddetta agenzia deve esprimere ma riteniamo di poter rispettare i tempi e, quindi, entro sei mesi, di poter attuare la riforma dell'università.

PRESIDENTE. L'onorevole Latteri ha facoltà di replicare.

FERDINANDO LATTERI. Signor Ministro, la legge di riforma dell'università è una legge che potrà esprimere tutto il suo potenziale solo se si rispettano i tempi e le modalità di attuazione previste dalle singole norme e se si riesce a garantire che l'esercizio delle funzioni di autonomia da parte dei singoli atenei avvenga nel rispetto di linee interpretative omogenee e coerenti con le intenzioni del legislatore. Alcuni termini di attuazione sono già scaduti o stanno per scadere. Provo ad elencarne qualcuno. Sono già trascorsi i quarantacinque giorni previsti per il decreto di finanziamento della premialità per gli scatti di carriera. Sono già trascorsi i sessanta giorni previsti per la definizione dei nuovi settori dalla quale dipendono sia gli adempimenti concorsuali che l'organizzazione dipartimentale oltre che l'intero quadro delle relazioni tra scienza e prescrizioni accademiche. Sono già trascorsi i sessanta giorni previsti dall'istituzione del comitato di valutazione dei progetti di ricerca anche di area medica e stanno per trascorrere i novanta giorni previsti per Pag. 62l'emanazione dei regolamenti di abilitazione. Non è stato ancora emanato il decreto di accreditamento dei dottorati di ricerca con grave danno per l'avvio dei nuovi cicli di dottorato. Non si conosce ancora la posizione interpretativa sul sistema delle aggregazioni dipartimentali e sul rispetto dell'indirizzo derivante dall'articolo 1 della legge riguardante la migliore combinazione possibile tra didattica e ricerca nella riorganizzazione dell'università. Riconosco, signor Ministro, il suo grande impegno e la sua determinazione ma sono certo che lei conosce il disagio che le università italiane vivono in questa difficile fase di attuazione della riforma. Tale disagio rende necessaria una forte accelerazione degli adempimenti ancora non ultimati.

(Iniziative normative volte alla cessazione degli effetti della disciplina in materia di «legittimo impedimento» in relazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 23 del 2011 - n. 3-01586)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01586 concernente iniziative normative volte alla cessazione degli effetti della disciplina in materia di «legittimo impedimento» in relazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 23 del 2011 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, la legge sul legittimo impedimento dopo i «tagli» della Corte costituzionale permette ancora al Presidente del Consiglio di considerare legittimo impedimento anche le attività preparatorie e consequenziali. In forza di questa norma, il nostro Presidente Berlusconi, tutte le volte che viene chiamato dal giudice, si costruisce la sua agenda politica in modo tale da poter dire che non è disponibile, non è pronto, non riesce ad andare.
Posto questo, chiediamo al Ministro di sapere se intenda porre in essere qualche normativa affinché tutti siamo uguali di fronte alla legge o affinché il tribunale di Milano possa essere messo in condizione di poter svolgere le proprie attività anche nei giorni in cui il Presidente del Consiglio, visto mai sabato sera o domenica sera, non è impegnato in qualche bunga bunga.

PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

ANGELINO ALFANO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, quando ho letto il quesito dell'onorevole Di Pietro non mi sono stupito perché le sue parole non contengono nulla di sorprendente e ci viene richiesto di prescindere dalle procedure istituzionali, superando non soltanto il pronunciamento della Corte costituzionale ma anche la volontà del popolo sovrano.
Vorrei ricordare infatti che la legge 7 aprile 2010 n. 51 recante disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza, è volta a contemperare il regolare esercizio della giurisdizione con il sereno svolgimento delle funzioni istituzionali in quanto esigenze entrambe di pari rango costituzionale riconosciute come tali dalla Corte e come tali meritevoli di tutela. Tale finalità viene soddisfatta consentendo di chiedere di volta in volta il rinvio dell'udienza per la quale sia impedito a partecipare il singolo cittadino.
Peraltro, poiché ai sensi dell'articolo 1, comma 5, è statuito che il corso della prescrizione rimanga sospeso per l'intera durata del rinvio, risulta evidente che l'attività di Governo possa essere svolta senza interferire con l'azione della giurisdizione e con l'esercizio della giurisdizione.
La pronuncia della Corte costituzionale non ha affatto scalfito la struttura della legge né la sua ratio: l'articolo 1, infatti, non è stato dichiarato incostituzionale, malgrado nell'ordinanza di remissione vi fosse una richiesta in tal senso, ma è stata ulteriormente ribadita la rilevanza di determinate e concomitanti attività funzionali del Presidente del Consiglio e dei Ministri ai fini della valutabilità in concreto, Pag. 63da parte del giudice, della legittimità dell'impedimento dell'imputato a comparire in udienza. Ritengo quindi sia lecito affermare che ha retto al vaglio la soluzione che la legge n. 51 del 2010 ha conferito al problema.
Diversa invece è la finalità del referendum abrogativo della legge proposto dall'Italia dei Valori, con il quale viene chiesto al popolo di esprimersi sull'efficacia della norma, ben al di là quindi dell'interpretazione restrittiva fornita dalla Corte. Se questo è il senso dell'istituto referendario e se, come si evince dalla stessa formulazione del quesito dell'onorevole Di Pietro, si vuole fare sì che questa delicata decisione venga rimessa alla volontà dei cittadini, ritengo di poter escludere categoricamente ogni iniziativa di carattere normativo volta a sottrarre al popolo una delle sue prerogative costituzionali, cioè di esprimere il proprio voto.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di replicare.

ANTONIO DI PIETRO. Allora, signor Ministro, sia consequenziale anche lei: inviti i cittadini ad esprimere la propria volontà di popolo sovrano, perché a questo si è appellato lei (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Inviti i cittadini non ad astenersi il 12 e 13 giugno, giorni del referendum, perché noi vogliamo che sia la volontà del popolo sovrano che dica se tutti siamo uguali di fronte alla legge o una persona, solo perché fa il Presidente del Consiglio o fa il ministro, si può costruire la sua agenda politica fissando qualcosa da fare tutti i giorni in cui viene chiamato dal giudice e in questo modo impedendo ai giudici di poter accertare se sia una brava persona o un delinquente. Noi vogliamo che la legge sia uguale per tutti e noi vogliamo che i cittadini sappiano, quando una persona ha una carica governativa, se è una brava persona o un delinquente, non dopo che ha governato. Per questo noi eccepiamo nel merito questa legge, perché noi, proprio per quel principio di pari rango costituzionale di cui lei ha parlato prima, vogliamo che un Ministro o un Presidente del Consiglio non si faccia fare, ogni volta che ha un problema giudiziario, una legge in Parlamento, come in queste ore in questo Parlamento si sta facendo sul giusto processo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Infatti noi vogliamo ricordare che il giusto processo è quel processo che dà ragione a chi ha ragione e dà torto a chi ha torto, non che prima del tempo stabilito si prescrive o che qualcuno, approfittando del fatto che fa il Presidente del Consiglio, non si fa processare.
Allora ben venga il voto del popolo sovrano il 12 e 13 giugno e vogliamo che voi, Governo, mettiate in condizioni gli organi di informazione di informare e i cittadini di andare a votare. Avete buttato via 350 milioni per non fare l'election day nello stesso giorno: con quei soldi potevate fare qualche cosa per il popolo che ha avuto la tragedia a L'Aquila, piuttosto che quella nelle Marche, piuttosto che in altre regioni.
Allora, cittadini, andiamo a votare il 12 e 13 giugno: mandiamo a casa questo Governo che sta qui non per gli interessi vostri, ma per gli interessi suoi e soprattutto giudiziari del Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Tempi di adozione del decreto interministeriale in materia di incentivi per l'energia prodotta da fonti rinnovabili e del cosiddetto «quarto conto energia» - n. 3-01587)

PRESIDENTE. L'onorevole Libè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01587, concernente tempi di adozione del decreto interministeriale in materia di incentivi per l'energia prodotta da fonti rinnovabili e del cosiddetto «quarto conto energia» (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro per la sua presenza. Il tema dell'energia è un tema Pag. 64importantissimo per il nostro Paese, data la dipendenza dall'estero e dati i costi che mettono le nostre aziende in una difficoltà continua nel competere sui mercati esteri. Il problema delle fonti rinnovabili, che tutti a parole dicono di sostenere, è un altro dei temi che hanno riempito le pagine dei giornali in questo momento, creando tante incertezze. Noi diamo atto che le motivazioni dalle quali è partito il Governo per rivedere il sistema sono motivazioni anche giuste, il punto è che, come al solito, lo avete fatto usando l'accetta e alla fine vi siete trovati a dover fare una marcia indietro veloce.
Noi qui siamo a chiedere - in un momento in cui, nelle more di questa marcia indietro, il Paese è nell'incertezza totale, le imprese, gli operatori e le banche, parliamo di più di 18.000 addetti e di 45.000 addetti nell'indotto, con le aziende che hanno dovuto chiudere i bilanci nell'incertezza - al Governo cosa intende fare per attivarsi immediatamente per dare una certezza che potrebbe dare molto sviluppo.

PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, ha facoltà di rispondere.

PAOLO ROMANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, nei due minuti che mi sono consentiti, cercherò di riassumere un problema che è particolarmente complesso.
Innanzitutto, onorevole Libè, il cosiddetto terzo conto energia non è scaduto, come lei ben sa, ma ha scadenza il 31 maggio di quest'anno, con decorrenza dal 1o gennaio. Certamente, tale terzo conto energia durava fino alla fine del 2013. Cosa è accaduto? Con l'emendamento «salva Alcoa» dello scorso anno, si sono accumulate richieste per installazioni di fotovoltaico, entro l'anno scorso, al 31 dicembre, pari a 8 mila megawatt.
Con il terzo conto energia si sono inoltrate, sull'effetto di trascinamento dell'emendamento «salva Alcoa», richieste di allaccio e di preventivi alle due aziende che operano nella rete di distribuzione, cioè Terna ed ENEL. I preventivi richiesti, tornati ed accettati, sono pari a 25 mila megawatt. Ciò significa che questo conteggio portava qualcosa come 33 mila megawatt. Onorevole Libè, lei sa che rispetto alla quota «20-20», l'Italia aveva un obiettivo sul fotovoltaico di 8 mila megawatt, cioè quattro volte tanto.
Ecco il motivo per il quale il Governo non ha fatto un'azione «con l'accetta», né tanto meno sta tornando indietro rispetto alla decisione presa, ma sta valutando insieme a tutte le aziende del settore, che abbiamo coinvolto e che ho coinvolto. Anzi, colgo l'occasione per rivolgere un appello alle tante realtà che, per certi versi, fanno resistenza rispetto al coinvolgimento - alcune stanno lavorando con voi, come GIFI ed altre, mentre altre ancora, come Aper, non vogliono essere coinvolte, alcune volte ci sono e altre volte non ci sono -, affinché insieme si trovi un meccanismo.
Quale può essere il meccanismo? Sostanzialmente, il privilegio rispetto alle installazioni dei privati: vogliamo che i tetti delle case italiane siano pieni di pannelli fotovoltaici. Vogliamo che le aziende pubbliche, il Ministero della difesa, tutto ciò che è pubblico in Italia abbia la possibilità di utilizzare questa fonte di energia. Non vorremmo che i campi destinati all'agricoltura si riempissero di pannelli fotovoltaici.
Vogliamo anche che gli incentivi siano conseguenti. Quel conteggio di 33 mila megawatt porta ad un onere sulla bolletta, per i prossimi vent'anni, pari a 8-10 miliardi di euro all'anno per vent'anni: sono 160 miliardi di euro sulle tasche degli italiani e delle imprese italiane. Mi sembra che lei, onorevole Libè, abbia sottolineato questo aspetto.
Senza tornare a questa polemica, che sembra originare una volontà da parte del Governo di non realizzare più questo tipo di incentivo, vogliamo che gli incentivi sul fotovoltaico e sul solare siano compatibili con le imprese che sono nel settore, con gli investimenti e con le aspettative legittime che vi sono nel settore; vogliamo che vi sia Pag. 65un decalage in grado di coprire questa fase transitoria, per poi innescare il sistema tedesco.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

PAOLO ROMANI, Ministro dello sviluppo economico. Il sistema tedesco è semplicissimo: è inversamente proporzionale rispetto all'installato, più si installa e meno incentivo c'è. Tuttavia, il sistema tedesco può essere realizzato solo nel momento in cui gli incentivi sono ad un certo livello, non al livello alto che vi è adesso.
Questo è l'intendimento del Governo, lo faremo molto velocemente, lo faremo con le aziende del settore fotovoltaico. Vogliamo privilegiare la filiera del fotovoltaico e del solare, vogliamo che diventi italiana, perché, per il momento, è largamente importata, per quanto riguarda i pannelli, dall'estero e, in particolare dalla Cina.

PRESIDENTE. Deve concludere.

PAOLO ROMANI, Ministro dello sviluppo economico. Quindi, vogliamo riproporre un meccanismo industriale, una filiera industriale italiana - ho concluso - tale da consentire di attivare un percorso relativo al fotovoltaico e al solare nel nostro Paese, salvaguardando le imprese italiane.

PRESIDENTE. L'onorevole Libè ha facoltà di replicare.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, signor Ministro, condividiamo ciò che lei ha detto, tanto è che, tre settimane fa, in quest'Aula, abbiamo votato all'unanimità una mozione in cui si dicevano queste cose, che aveva il parere favorevole del Governo e che impegnava il Governo stesso in tempi strettissimi - già passati, perché lì si parlava di quindici giorni, e vi era un parere vostro - a dare certezza. Ad oggi, noi ci troviamo a non avere ancora quella certezza e, ahimè, purtroppo, il provvedimento annunciato in Consiglio dei ministri ci lascia ancora in questa situazione.
Il problema, signor Ministro - e lei ha ragione - è che bisogna intervenire per trovare un sistema che non carichi tutto sulle bollette, ma che tenga conto dell'innovazione tecnologica e dell'aumento della potenza installata. Con riferimento alla questione dei «tetti» - e parlo da nuclearista convinto -, dato che dobbiamo migliorare il mix energetico italiano, dobbiamo spingere anche sulle energie rinnovabili, senza porre dei «tetti». Dobbiamo dare la possibilità a chi interviene di spendere meno - è ovvio, bisogna mettere in conto anche questo - e di produrre.
Mettendo i «tetti» rischiamo di permettere queste operazioni solo alle grandi aziende e di bloccare tutto quel medio e piccolo mercato che in Italia dà quella grande forza lavoro. Abbiamo chiesto il sostegno alla ricerca, perché, se in Italia non vi sono ancora produttori degni di questo nome, è perché non è stata fatta una politica per la ricerca.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MAURO LIBÈ. Dunque, vi è stato un impegno del Governo che noi abbiamo votato in Aula con tutto il Parlamento. Chiediamo che esso venga rispettato per dare certezza, non fra qualche giorno, ma immediata agli operatori che, oggi, non sanno come preparare i propri piani per il futuro.
Non preparare i propri piani vuol dire mettere in condizione le banche di chiudere i rubinetti e di tagliare tante possibilità di sviluppo e di possibilità di produrre posti di lavoro in un settore che ne darebbe tanti. Non siamo dunque soddisfatti, naturalmente (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

(Iniziative, in particolare in ambito comunitario, per l'operatività di misure antidumping relative all'importazione di calzature originarie della Repubblica popolare cinese e del Vietnam - n. 3-01588)

PRESIDENTE. L'onorevole Polledri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Reguzzoni Pag. 66ed altri n. 3-01588, concernente iniziative, in particolare in ambito comunitario, per l'operatività di misure antidumping relative all'importazione di calzature originarie della Repubblica popolare cinese e del Vietnam (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, signor Ministro, noi non abbiamo il petrolio, ma abbiamo una cosa molto preziosa - almeno per noi della Lega Nord -: i nostri capannoni con i nostri artigiani. Facciamo della cose bellissime, in tutta Europa, una di queste è rappresentata dalle scarpe, per esempio, che produciamo nelle Marche - come il collega Isidori può testimoniare - e le facciamo veramente bene: un europeo su due mette scarpe italiane.
Tuttavia, noi abbiamo un concorrente sleale, che si chiama Cina, e che si chiama Vietnam, che produce con lavoro sottopagato e ci fa chiudere le imprese. L'Europa ci aveva consentito di mettere un dazio, un dazio di poco, ma che aveva aiutato le nostre imprese: aveva abbassato la concorrenza sleale e ci aveva dato un poco di ossigeno. L'Europa, il 31 di questo mese, ha pensato di abolire questi dazi e siamo molto preoccupati, signor Ministro, per le nostre imprese.

PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, ha facoltà di rispondere.

PAOLO ROMANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, nell'ottobre 2006 l'Italia riuscì a far approvare dal Consiglio dell'Unione europea, con una maggioranza minima di un solo voto in più - ma lo sa bene l'interrogante - dazi antidumping su calzature provenienti da Cina e da Vietnam, per due anni.
La misura dei dazi, rispetto al dumping reale causato dai due Paesi, era stata ridotta, proprio per permettere l'ottenimento del voto favorevole della maggioranza minima necessaria di almeno 14 Paesi. Alla scadenza delle misure, nel 2009, sempre con grande difficoltà, a causa dei molti Stati membri contrari, il nostro Paese riuscì a far prorogare le misure di altri 15 mesi, cioè fino al 31 marzo 2011.
In quell'occasione, al fine di ottenere la citata proroga, il nostro Governo si dovette impegnare a non richiedere, alla scadenza dei 15 mesi, ulteriori misure in tal senso. Infatti, né l'industria europea delle calzature, né altri attori hanno presentato tale richiesta di proroga dei dazi. Sicuramente queste misure hanno giovato all'industria italiana, che durante questo periodo di circa cinque anni ha avuto tempo sufficiente per ristabilire, almeno in parte, il differenziale di competitività con quei Paesi terzi produttori di scarpe, che avevano utilizzato pratiche sleali come il dumping.
Le preoccupazioni sia dell'industria sia del nostro Governo sono comunque sempre state evidenziate e reiterate alla Commissione europea. In particolare, il Commissario dell'Unione europea al commercio, il belga De Gucht, incontrando i produttori europei, lo scorso 10 gennaio 2011, a Bruxelles, si è impegnato a realizzare un monitoraggio settimanale delle importazioni, verificando, inoltre, che Cina e Vietnam non sovvenzionino illegalmente i prodotti locali, che non distribuiscano aiuti di Stato e che non violino le regole di proprietà intellettuale. Temi questi che potrebbero provocare immediate misure europee di ritorsione contro le importazioni.
Nella stessa occasione, è stato fatto presente al Commissario De Gucht che altrettanto importante, per il produttore di calzature europee, sarebbe la rapida approvazione del regolamento sull'etichettatura obbligatoria «made in», anche nell'ottica di tutelare i nostri consumatori. Ma come è noto, nonostante l'adozione in prima lettura di un progetto di testo da parte del Parlamento europeo, ed oggi al Consiglio UE, non ha ancora trovato l'idonea maggioranza - ma ci stiamo lavorando, parlando con tanti colleghi europei Pag. 67- utile per approvare il regolamento, data la contrarietà dell'attuale maggioranza degli Stati membri.
Devo dire che, in alcuni casi, alcuni Paesi che sembravano contrari, invece, poi, si sono dimostrati ragionevolmente favorevoli, faccio l'esempio della Francia. Fra le ipotesi ancora disponibili vi sarebbe anche quella che la stessa industria calzaturiera europea presenti una nuova denuncia di dumping, qualora in possesso di idonee prove di violazione.
Si segnala, inoltre, che i denuncianti devono rappresentare almeno il 25 per cento delle produzioni di calzature della UE. Il Governo, dal canto suo, come lei sa, si sta impegnando per trovare soluzioni idonee per contrastare l'impiego di pratiche sleali.

PRESIDENTE. L'onorevole Polledri ha facoltà di replicare.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, signor Ministro, la vediamo appassionato e preso da questo tema e le chiediamo di andare avanti.
Le chiediamo di andare avanti perché questo del nostro artigianato è un patrimonio a cui noi non possiamo rinunciare. Non possiamo rinunciarvi nelle Marche e non possiamo rinunciarvi nel Veneto, perché questo è veramente il nostro petrolio. Vi sono delle lobby, però, a livello europeo, che in qualche modo remano contro, e noi giochiamo sempre sull'orlo del cavillo.
Lei ha ricordato che ci sono altre pratiche importanti: la legge Reguzzoni-Versace e quella sull'etichettatura su cui noi vogliamo un'Europa veloce, un'Europa che non ci metta dei mesi a dare una risposta. Signor Ministro, mi rivolgo anche a chi ci ascolta da casa: noi a volte questa Europa la sentiamo molto lontana. Molte volte questa Europa non la sentiamo far parte della nostra squadra, non la sentiamo mettere la nostra stessa maglia e giocare la stessa partita.
Noi vediamo un'Europa molto distratta, molto attenta a farci le pulci e a non aiutarci mai. Ma come: noi chiediamo di potere avere un minimo di protezione contro la Cina e altri Paesi che giocano una partita sporca e ci vengono a dire che dobbiamo sempre andare con il freno tirato? Signor Ministro, le preoccupazioni nostre sono state le preoccupazioni recenti, dove nel conflitto si sono evidenziate e a noi viene detto di accettare tutti gli extracomunitari e di non avere niente da dire, mentre altri pensano poi a sedersi al tavolo del petrolio e di quant'altro. È un'Europa che non ci convince e che noi vorremmo cambiare in senso buono (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

(Elementi e iniziative in merito al sequestro di una nave battente bandiera italiana al largo della costa somala, con particolare riferimento alla situazione dei componenti dell'equipaggio e dei contatti con le rispettive famiglie - n. 3-01589)

PRESIDENTE. L'onorevole Muro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01589, concernente elementi e iniziative in merito al sequestro di una nave battente bandiera italiana al largo della costa somala, con particolare riferimento alla situazione dei componenti dell'equipaggio e dei contatti con le rispettive famiglie (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

LUIGI MURO. Signor Presidente, l'8 febbraio 2011, quindi circa tre mesi fa, una nave battente bandiera italiana in pieno oceano è stata sequestrata da un gruppo di malviventi e ancora a tutt'oggi non ci è dato sapere qual è il loro destino. Prima di stamattina, l'ultima telefonata alla famiglia da parte del comandante è stata fatta il 28 febbraio.
Stamattina ho appreso che, sfuggendo ai rapitori, il comandante è riuscito a telefonare alla moglie, informandola delle disperate condizioni igienico-sanitarie ed anche di vivibilità in cui versa tutto l'equipaggio. Poiché la nave ha bandiera italiana ed è territorio italiano, noi riteniamo che il Governo debba farsi carico, invece di Pag. 68delegare all'armatore, di una più incisiva azione per dare la possibilità di risolvere presto il problema.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, do lettura all'onorevole Muro degli elementi di risposta forniti dal Ministero degli affari esteri. Il Governo si è immediatamente attivato, l'8 febbraio scorso, quando ha appreso che era la petroliera italiana Savina Caylin era stata assaltata da un gruppo di pirati a 800 miglia dalle coste somale e a 500 da quelle indiane, con a bordo il comandante Lubrano Lavadera e gli ufficiali Bon, Guardascione, Cesaro e il direttore di macchine Verrecchia e 17 marinai di nazionalità indiana.
Il Ministero della difesa ha subito assegnato alla fregata Zeffiro impegnata nella zona dell'ambito dell'operazione dell'UE Atalanta il compito di individuare la petroliera, che è stata intercettata il 10 febbraio scorso. Da quel momento la nostra nave militare, su cui nel frattempo è salito un team del comando operativo delle forze speciali, ha monitorato la situazione da una distanza di sicurezza.
Il Ministero della difesa ha confermato che la petroliera continua ad essere oggetto di attività di sorveglianza da parte di unità e sistemi nazionali e di forze alleate che operano nell'area. Parallelamente, sin dall'inizio, l'unità di crisi del Ministero degli affari esteri si è mantenuta in costante contratto con le famiglie del personale italiano, assicurando un continuo aggiornamento sull'evolversi della vicenda.
Anche ieri i funzionari dell'unità di crisi hanno parlato con i familiari, i quali hanno riferito di aver potuto direttamente comunicare con i membri dell'equipaggio, ricevendo rassicurazioni sulle condizioni di vita a bordo. Lo stesso comandante Lubrano ha contattato ieri la propria famiglia e la società armatrice, confermando che l'equipaggio è in buone condizioni di salute.
Su invito della Farnesina, i familiari sono stati più volte ricevuti all'unità di crisi per potere avere di persona ragguagli dai funzionari che seguono il caso. Il Ministero degli affari esteri ha inoltre costantemente informato le autorità indiane tramite la nostra ambasciata a Delhi e la rappresentanza indiana a Roma circa le attività svolte a tutela dell'intero equipaggio.
In sintesi, nel quadro della forte azione svolta a livello internazionale dall'Italia contro il fenomeno della pirateria in Somalia, come evidenziato anche nell'incontro del Ministro Frattini con l'omologo inglese Hague lo scorso 11 aprile a Londra, la Farnesina continua ad essere vicina alle famiglie, assicurando assieme alle altre componenti del Governo la massima collaborazione a tutela del personale della petroliera Caylin.

PRESIDENTE. L'onorevole Muro ha facoltà di replicare.

LUIGI MURO. Signor Presidente, qui non si tratta di essere soddisfatti personalmente perché sono in gioco vite umane. Le notizie che noi abbiamo appreso dal signor Ministro sono, a nostro avviso, parzialmente fondate e non tutte aggiornate. Riteniamo che la nave, essendo territorio italiano, debba essere oggetto di un più forte interessamento da parte del Governo e non delegare, come ho già detto prima, la trattativa, come noi sappiamo che sta avvenendo, all'armatore, che è un privato. È come se sequestrassero un supermercato qui, a pochi metri dal Parlamento, e si dicesse che è un problema del proprietario. Noi dobbiamo stare vicino alle famiglie e sicuramente il Governo lo sta facendo e ne diamo atto, ma non basta. Bisogna dare delle risposte perché - lo ripeto - sono tre mesi che queste persone sono nelle mani di pirati e non credo che una nazione civile come la nostra possa ammettere questo.

(Chiarimenti in merito a recenti dichiarazioni di membri del Governo in tema di partecipazione dell'Italia all'Unione europea - n. 3-01590)

PRESIDENTE. L'onorevole Bindi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Franceschini Pag. 69n. 3-01590, concernente chiarimenti in merito a recenti dichiarazioni di membri del Governo in tema di partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

ROSY BINDI. Signor Presidente, signor Ministro, in mezzo all'emergenza immigrati causata dalla crisi nordafricana sembrano complicarsi i nostri rapporti con la Comunità europea. In questi giorni queste sono state le affermazioni: «L'Europa o è oppure è meglio ritornare a dividerci, a inseguire i nostri interessi e i nostri egoismi», Silvio Berlusconi; «L'Italia è lasciata sola a fare quello che deve fare e che continuerà a fare. Mi chiedo se davvero abbia un senso continuare in questa posizione a far parte dell'Unione europea», Ministro Maroni; «L'UE se ne frega? Bene, faremo da soli», Ministro Calderoli; «Bisogna respingere gli immigrati ma non possiamo sparargli, almeno per ora», Roberto Castelli; e ancora Roberto Calderoli, «La Lega è fedele a Berlusconi, non all'Unione europea e alla NATO».
Signor Ministro, cosa pensa di fare il Governo per distinguersi da queste affermazioni e per ritrovare un buon rapporto con la Comunità europea?

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Presidente Bindi, la Presidenza del Consiglio dei Ministri fa presente che la posizione italiana rispetto alle istituzioni europee è sempre stata improntata ad un forte senso di appartenenza e di una convinta comunanza di ideali fin dalla fondazione dell'Europa unita che, com'è noto, ha registrato un ruolo determinante da parte dell'Italia. Pertanto, al di là di recenti dichiarazioni polemiche espresse sull'onda di un comprensibile risentimento per le posizioni assunte dai nostri partner europei sul grave fenomeno in atto nel nostro Paese per l'eccezionale afflusso dei cittadini africani, il Governo ribadisce la convinta appartenenza alle istituzioni europee, con spirito di leale partecipazione alla crescita dell'Europa unita, come del resto confermato dal ruolo attivo svolto dall'Italia in tutte le sedi istituzionali e di confronto con i nostri partner europei.

PRESIDENTE. L'onorevole Bindi ha facoltà di replicare.

ROSY BINDI. Signor Ministro, se bastassero le sue parole solenni noi ci potremmo considerare soddisfatti e persino sentirci in qualche modo tranquillizzati. Purtroppo lei sa che alle sue solenni affermazioni non corrisponde un comportamento del Governo e della maggioranza altrettanto rassicurante.
Se è vero che l'Italia è stato un Paese fondatore dell'Europa e che l'Italia ha ritrovato il suo essere nazione unita proprio nel contesto europeo, va ricordato che questo Governo non ha dimostrato in questi anni di essere davvero fautore e costruttore dell'Europa. Basterebbe fare qui l'elenco del mancato recepimento delle direttive. Basterebbe ricordare l'intermittenza con la quale abbiamo vissuto il nostro appartenere all'Europa. Basterebbe ricordare il ruolo di divisione che ha giocato il nostro Governo durante le crisi internazionali.
Ma serve soprattutto ricordarci oggi, signor Ministro, che quell'Europa che in questi giorni è stata attaccata dai nostri ministri non è quell'Europa di De Gasperi, di Spinelli, di Prodi, ma è l'Europa della destra e degli euroscettici, che voi avete contribuito a costruire o, meglio, in qualche modo a distruggere in questi anni.
Noi non possiamo che denunciare tutto questo, dicendo che ciò avrà gravi conseguenze del nostro Paese soprattutto per quanto riguarda la gestione dell'immigrazione nella quale siamo apparsi sprovveduti e furbeschi, soprattutto per quanto riguarda la crisi economica.

PRESIDENTE. Onorevole Bindi, la prego di concludere.

Pag. 70

ROSY BINDI. Quest'Italia che pretende di fare da sola, che è chiusa al resto del mondo rivendica poi i propri egoismi quando si trova lasciata sola per il suo comportamento e la perdita della sua credibilità. Così non va, e gli italiani non si sentono rassicurati da questo Governo, che non è neanche capace di stare là dove non può non stare, cioè in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

(Iniziative a favore della crescita dei salari e della produttività - n. 3-01591)

PRESIDENTE. L'onorevole Scandroglio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-01591, concernente iniziative a favore della crescita dei salari e della produttività (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

MICHELE SCANDROGLIO. Signor Presidente, signor Ministro, premesso che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e l'Agenzia delle entrate hanno emanato la circolare n. 3/E del 14 febbraio 2011, in tema di detassazione dei salari, in particolare in merito all'introduzione di un'imposta sostitutiva del 10 per cento sulle componenti accessorie della retribuzione corrisposte in relazione ad incrementi di produttività (articolo 1, comma 47, legge n. 220 del 2010), vorremmo sapere quali siano le iniziative del Governo per stimolare la crescita dei salari e della produttività.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, l'interrogante richiama un tema discusso anche poco fa nell'ambito del piano nazionale di riforma con il quale l'Italia, tra i molti altri impegni, conferma la necessità di collegare quanto più salari e produttività attraverso anche lo strumento della detassazione di quella parte del salario che è espressa dalla contrattazione collettiva di prossimità, perché corrisponde a quegli incrementi di produttività e di efficienza che, attraverso quegli accordi, si intendono realizzare. D'altronde, nello stesso documento europeo, nell'ambito del nuovo Patto rivolto alla stabilità e alla crescita si sottolinea questa priorità. Potremo riconoscerla proprio come vera e propria priorità tra le priorità nell'ambito della politica europea per la crescita dell'occupazione e dei salari.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia...

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. La detassazione, come abbiamo esplicitato in una circolare ad essa dedicata, si rivolge, quindi, a tutte le componenti del salario che corrispondono a quella parte dell'attività lavorativa che si realizza per accrescere l'efficienza e la produttività, dallo straordinario al lavoro supplementare, al lavoro a tempo parziale, al lavoro notturno, alla maggiorazione corrisposta per lavoro festivo, all'indennità di turno. Però, proprio perché in attuazione di accordi, il momento dell'accordo deve considerarsi come il momento costitutivo di questo diritto alla tassazione al 10 per cento in luogo dell'aliquota ordinaria per questa parte del reddito.
Possono beneficiare della detassazione dall'inizio dell'anno soltanto quei lavoratori che sono parte di accordi collettivi territoriali o aziendali sottoscritti precedentemente e che avevano queste caratteristiche di incremento sempre dell'efficienza e della produttività. Insomma, insisto, l'accordo preesistente o nuovo costituisce la premessa per poter godere della tassazione agevolata.
Allo stesso tempo queste intese devono avere uno specifico contenuto territoriale o aziendale, cioè possono anche recepire istituti del contratto collettivo nazionale ma devono anche adattarli alle diverse condizioni del territorio. Pag. 71
Lo scopo è, quindi, quello di sollecitare, come ho detto, la crescita del salario laddove questa si può produrre, cioè laddove si determinano condizioni di maggiore produttività delle nostre imprese.

PRESIDENTE. L'onorevole Scandroglio ha facoltà di replicare.

MICHELE SCANDROGLIO. Signor Presidente, mi dichiaro innanzitutto molto soddisfatto della risposta del signor Ministro, che nel rispondere ha, in un certo senso, rappresentato positivamente quell'attesa che era percepita diffusamente in merito a questa circolare. Ha, inoltre, sottolineato un'altra peculiarità, che è quella della detassazione che appartiene al comune sentire di tutti quelli che lavorano e, in particolare, di quelli che producono e, soprattutto, ha risolto alcune delle incertezze interpretative della norma che era necessario risolvere e che in questo momento sono messe in chiaro senza più avere dubbi.
Mi compiaccio, altresì, per quella omogeneità del ragionamento che sta all'interno di un percorso europeo che, evidentemente, il nostro Governo non disdice. Sottolineo anche, se mi è consentito, come il riportare la contrattazione a un livello più locale, più aderente al territorio e all'interno dell'impresa confaccia esattamente con i principi del libro su cui abbiamo discusso e lavorato insieme, in sede di Commissione, sui temi del lavoro. Pertanto, in questo modo troviamo un comune denominatore che accompagna tutta l'iniziativa e tutto il lavoro del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Bonaiuti, Brambilla, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Fava, Fitto, Franceschini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Lo Monte, Lombardo, Mantovano, Martini, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Leoluca Orlando, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito dell'esame della proposta di legge n. 3137-A, già approvata dal Senato.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stata da ultimo respinta la seconda parte dell'emendamento Ferranti 3.436.

(Ripresa esame dell'articolo 3 - A.C. 3137-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.437.

PAOLO CORSINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, confido nella sua personale sensibilità. Sarà forse un riflesso condizionato da ex amministratore pubblico, ma non riesco a vedere piazzale Montecitorio conciato in una condizione che definirei indegna: carte, cartacce, escrementi, bottiglie di Pag. 72plastica. Credo che non sia accettabile che le adiacenze della Camera siano in questa condizione. Non so se competa all'amministrazione comunale di Roma, alla nettezza urbana o a qualche altra autorità, ma la pregherei, signor Presidente, di provvedere perché è indegno che le scolaresche e i visitatori vedano Montecitorio in queste condizioni.

PRESIDENTE. Onorevole Corsini, la sua segnalazione sarà portata al Collegio dei questori e, in quella sede, verrà esaminata. Ad ogni modo, la ringrazio per la segnalazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.437, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Aprea, Sardelli, Realacci, Livia Turco, Mazzarella, Pistelli, Fassino, Pippo Gianni, Di Pietro, Zazzera, Cera, Formisano, Porcino, Giachetti, La Morte, Paglia, Muro, Gelmini, Cesare Marini, Di Biagio, Giorgio Conte, Mancuso, Beltrandi, Bucchino, Capodicasa, Rampelli, Vannucci, Consolo, Cesa, Della Vedova, Rigoni, De Girolamo, Ceccacci, Barba, Barani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 580
Maggioranza 291
Hanno votato
275
Hanno votato
no 305).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.438, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scarpetti, Pes, Strizzolo, Farina Coscioni, Ciccioli, Repetti, Commercio, Viola, Evangelisti, Granata, Perina, Pisicchio, Morassut, Bonfiglio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 590
Votanti 589
Astenuti 1
Maggioranza 295
Hanno votato
283
Hanno votato
no 306).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.461, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Nicolucci, Franzoso, Mazzuca, Miglioli, Pes, Valentini, Biasotti, De Micheli e Vassallo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 589
Maggioranza 295
Hanno votato
282
Hanno votato
no 307).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.460, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Briguglio, Garagnani, Ministro Brambilla, Ministro Vito, onorevoli Strizzolo, Malgieri e Garagnani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 592
Maggioranza 297
Hanno votato
285
Hanno votato
no 307). Pag. 73

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.464, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scalera, Cicchitto, Miglioli, Repetti e Zucchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 592
Maggioranza 297
Hanno votato
285
Hanno votato
no 307).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.448, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Cosenza e Martinelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 589
Maggioranza 295
Hanno votato
282
Hanno votato
no 307).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.449, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Menia, Mazzuca, Latteri, Ministro Brambilla e Ministro Carfagna...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 593
Maggioranza 297
Hanno votato
286
Hanno votato
no 307).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.450, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Granata, Goisis, Scilipoti (Commenti dei deputati del gruppo Italia dei Valori)...colleghi!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 594
Maggioranza 298
Hanno votato
288
Hanno votato
no 306).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.451.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, voglio aggiungere la mia firma a questo emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.451, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 74
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gatti, Cesare Marini, Cesario...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 592
Maggioranza 297
Hanno votato
284
Hanno votato
no 308).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare, che i deputati De Torre, Barbato e Bosi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Gianni Farina ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.452, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Martinelli, Giulio Marini, Carfagna, Franzoso, Antonione, Sardelli, Pezzotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 595
Maggioranza 298
Hanno votato
288
Hanno votato
no 307).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.463, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Angelucci, Scilipoti (Commenti dei deputati del gruppo Italia dei Valori), Melandri, Fiorio, Della Vedova, Aracu, Adornato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 594
Maggioranza 298
Hanno votato
289
Hanno votato
no 305).

Prendo atto che i deputati Biasotti e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.459, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Scilipoti, Massimo Parisi, Miotto, De Torre...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 598
Maggioranza 300
Hanno votato
291
Hanno votato
no 307).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.453, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti (Commenti dei deputati del gruppo Italia dei Valori), Goisis, Morassut...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 75
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 589
Maggioranza 295
Hanno votato
285
Hanno votato
no 304).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.454, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Stefani, Giachetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 594
Maggioranza 298
Hanno votato
289
Hanno votato
no 305).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.458, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti. Onorevoli colleghi, vi prego, per cortesia, non siamo allo stadio!
Onorevoli Crosetto, Scajola, Tenaglia, La Russa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 597
Maggioranza 299
Hanno votato
290
Hanno votato
no 307).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.465, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Boniver, Cenni, La Russa, Vico, Lusetti, Malgieri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 598
Maggioranza 300
Hanno votato
291
Hanno votato
no 307).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.466, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Antonione, Leo, Baretta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 599
Votanti 598
Astenuti 1
Maggioranza 300
Hanno votato
290
Hanno votato
no 308).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.467, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 76

Onorevoli Iannuzzi, Sardelli, Moffa, Farina Coscioni, Leo, Centemero, Boniver, Villecco Calipari, Barbareschi... L'onorevole Leo non riesce ancora a votare... Onorevole Ronchi... L'onorevole Barbareschi ancora non riesce a votare... Onorevole Casini... L'onorevole Ronchi non riesce ancora a votare, è bloccato il dispositivo. Provi ora, onorevole Ronchi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 603
Maggioranza 302
Hanno votato
293
Hanno votato
no 310).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.469, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Leo, Boniver, Negro, Anna Teresa Formisano, Osvaldo Napoli, Stradella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 600
Maggioranza 301
Hanno votato
290
Hanno votato
no 310).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.470, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scalera, Giammanco, Martinelli, Sardelli, Della Vedova, Mura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 596
Maggioranza 299
Hanno votato
288
Hanno votato
no 308).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.471, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Centemero, Mazzuca, Ghizzoni, Brandolini, Barbi, Boniver...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 599
Maggioranza 300
Hanno votato
289
Hanno votato
no 310).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.472, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ferranti, onorevole Bocciardo, onorevole Calderisi, onorevole Sardelli, onorevole Anna Teresa Formisano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 592
Votanti 591
Astenuti 1
Maggioranza 296
Hanno votato
282
Hanno votato
no 309).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 3.302, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 77
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli, onorevole Villecco Calipari, onorevole Cassinelli, onorevole Motta, onorevole Portas...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 599
Votanti 330
Astenuti 269
Maggioranza 166
Hanno votato
22
Hanno votato
no 308).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rao 3.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mura, onorevole Ronchi, onorevole Miccichè...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 604
Votanti 602
Astenuti 2
Maggioranza 302
Hanno votato
292
Hanno votato
no 310).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro 3.313.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, chiedo di poter apporre la mia firma sull'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 3.313, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Patarino, onorevole Malgieri, onorevole Madia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 602
Maggioranza 302
Hanno votato
292
Hanno votato
no 310).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Pietro 3.16 e Ferranti 3.30, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gatti, onorevole Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 598
Maggioranza 300
Hanno votato
290
Hanno votato
no 308).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Pietro 3.21 e Ferranti 3.31, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Nola, onorevole Motta, onorevole Gelmini, onorevole Granata...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 78
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 599
Maggioranza 300
Hanno votato
292
Hanno votato
no 307).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 3.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... onorevole Goisis... onorevole Boniver...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 595
Votanti 594
Astenuti 1
Maggioranza 298
Hanno votato
288
Hanno votato
no 306).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 3.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giachetti.... onorevole Sardelli... onorevole Palmieri... onorevole Boniver... onorevole Barba... onorevole De Micheli... onorevole Galati... l'onorevole De Micheli ancora non riesce a votare....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 597
Maggioranza 299
Hanno votato
290
Hanno votato
no 307).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 3.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nola... onorevole Sardelli... onorevole Gianni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 599
Maggioranza 300
Hanno votato
291
Hanno votato
no 308).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 3.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Boniver... onorevole Pianetta.... onorevole Antonione... onorevole Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno votato
292
Hanno votato
no 309).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 3.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vella... onorevole Mazzuca... onorevole Iannarilli... onorevole Follegot... onorevole Fugatti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 597
Maggioranza 299
Hanno votato
290
Hanno votato
no 307).

Pag. 79

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 3.301, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lehner... onorevole Boniver... onorevole Mazzuca... onorevole Calderisi.... onorevole Petrenga... onorevole Crimi... onorevole Zeller...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 602
Maggioranza 302
Hanno votato
293
Hanno votato
no 309).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Garagnani? Onorevole Martinelli? Onorevole Antonione?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 599
Maggioranza 300
Hanno votato
291
Hanno votato
no 308).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ria 3.320.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, l'emendamento che ci accingiamo a votare sostituisce il comma 2 dell'articolo 3, escludendo l'applicabilità della norma sulla prescrizione breve per gli incensurati, nei casi in cui il medesimo fatto di reato contestato all'imputato sia stato già accertato in altro procedimento con sentenza di merito.
Lo scopo dell'emendamento è quello di preservare dall'applicazione della nuova norma i reati rispetto ai quali siano state già svolte attività processuali istruttorie, quando le prove raccolte siano già cristallizzate in una sentenza di merito conclusiva di un altro procedimento penale relativo allo stesso fatto storico. Se davvero il testo di legge che stiamo esaminando non è uno dei tanti provvedimenti ad hoc, se davvero non vi sono interessi dei singoli all'approvazione di questo testo, perché non accogliere un emendamento così strutturato, che quanto meno assicurerebbe alla giustizia gli incensurati imputati di un reato già accertato in altro procedimento, quando la trattazione non sia avvenuta contemporaneamente per cause meramente procedurali, come ad esempio un provvedimento di separazione del rito?
A sostegno di un simile emendamento, richiamo peraltro il primo comma dell'articolo 161 del codice penale, la norma su cui andrebbe ad incidere l'articolo 3. Tale disposizione stabilisce che la sospensione e l'interruzione della prescrizione hanno effetto per tutti coloro che hanno commesso il reato. Riporto anche l'interpretazione unanime che di questa disposizione ha dato finora la giurisprudenza di legittimità, che ha espressamente ritenuto «applicabile il citato comma 1, tutte le volte in cui più soggetti siano imputati per lo stesso reato, senza che sia necessario che le imputazioni siano contemporanee, potendo anche essere avvenute in epoche successive, come ad esempio nel caso in cui il soggetto incriminato per primo sia stato già condannato al momento dell'incriminazione dell'altro».
Allora, se davvero si auspica l'ausilio delle opposizioni nella costruzione di un testo di legge corretto, questo emendamento ha proprio l'obiettivo di contenere quanto meno i danni che deriverebbero appunto dall'applicazione del testo di legge attuale ai processi in corso. Quindi chiediamo il voto favorevole dell'Aula all'emendamento in esame.
Lo chiediamo anche perché ieri il Ministro Alfano, dopo aver dato i numeri rispetto alle statistiche sul processo penale Pag. 80in Italia, ha concluso il suo intervento dicendo che non bisognerebbe preoccuparsi della «riduzione dei tempi prescrizionali da sette anni e sei mesi a 7 anni, ma bisognerebbe chiedersi come mai, in un tempo così lungo, non si sia arrivati nemmeno ad una sentenza di primo grado». Signor Ministro, è proprio questo il punto, questa è la domanda che avrebbe dovuto ispirare la riforma sul processo penale. Questo provvedimento non si occupa affatto di rispondere a questa domanda.
Si occupa solo, come lei stesso ha specificato, di mandare in prescrizione lo 0,2 per cento del totale dei processi in corso. Non si occupa delle problematiche effettive della giustizia, non contiene alcuna modifica strutturale utile a rispondere all'importante quesito da lei posto.
Signor Ministro, se in tempi così lunghi non si giunge nemmeno ad una sentenza di primo grado, come lei dice, evidentemente vi sono delle gravi carenze nell'amministrazione della giustizia, da colmare con una riforma sistematica che coinvolga tutti i processi, non solo piccole percentuali selezionate a dovere.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

LORENZO RIA. Una riforma che abbia ad oggetto l'organico delle procure, per esempio, perché, se i tempi sono così lunghi, non è certo a causa dei tempi lunghi della prescrizione. Di ridurre quelli, appunto, vi siete preoccupati fin troppo, prima di tutto, con la falcidia operata dalla legge ex Cirielli.
Oggi, poi, avete aggiustato il tiro, avete ulteriormente spuntato quei tempi, per perfezionare il taglio e adattarlo a precise esigenze.

PRESIDENTE. Onorevole Ria, deve concludere.

LORENZO RIA. Quindi, concludo, chiedendo di riflettere su questo emendamento, che è un contributo che possiamo dare. Pertanto, chiediamo il voto favorevole dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, mi permetto di intervenire sull'emendamento del collega Ria perché, se venisse approvato, si verrebbero a porre due questioni. La prima è tutta politica: sostanzialmente, penso che quando l'estensore ha redatto questo emendamento abbia pensato ad un caso specifico. Infatti, se venisse approvato non si applicherebbero le disposizioni del provvedimento in oggetto in tutti i casi - badate bene - in cui il medesimo fatto di reato contestato all'imputato sia stato già accertato in altro procedimento con sentenza di merito.
Potrei immaginare un caso, quello ad esempio del processo Mills, con riferimento al quale si potrebbe sostenere - ma sto soltanto tentando di immaginare a cosa si sia ispirato l'estensore - che, in quel caso, essendovi una sentenza oramai definitiva - in realtà, l'emendamento non dice esattamente questo, ma vado ad interpretare - allora, automaticamente non si applicherebbero le disposizioni del provvedimento in oggetto.
Questo è tipico, perché dimostra che, secondo le intenzioni dell'opposizione e di questo emendamento, il provvedimento in oggetto dovrebbe applicarsi praticamente a tutti meno che al Presidente del Consiglio imputato in quel processo. Fin qui va bene, ma, purtroppo, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Il risultato dell'emendamento in esame, se approvato, sarebbe addirittura di ampliare i termini della prescrizione a tutti gli altri giudizi, che noi abbiamo limitato sostanzialmente a quelli per i quali non è intervenuta la sentenza di primo grado.
Quindi, complimenti: per colpire Berlusconi fate esattamente molto più di noi, che abbiamo limitato l'effettività e l'efficacia di queste disposizioni normative (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Angela Pag. 81Napoli. Ne ha facoltà, per quaranta secondi.

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, alla luce dell'intervento dell'onorevole Contento, chiedo di sottoscrivere l'emendamento in oggetto e invito il gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia a votare a favore.

DONATELLA FERRANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, non posso darle la parola.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, vorrei solo sottoscrivere l'emendamento in oggetto, in quanto l'intervento dell'onorevole Contento riguarda un emendamento che è stato ritirato. Ha sbagliato il canovaccio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ria 3.320, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scandroglio, Del Tenno, Martinelli, Adornato, Verdini, De Girolamo, Brambilla, Ruben, Roccella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 595
Maggioranza 298
Hanno votato
289
Hanno votato
no 306).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 3.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Stanca, Romano, Migliavacca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 593
Maggioranza 297
Hanno votato
288
Hanno votato
no 305).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 3.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Murer, Duilio, Bossa, Barba, Ruvolo, Antonione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 591
Maggioranza 296
Hanno votato
288
Hanno votato
no 303).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

ROBERTO ANTONIONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO ANTONIONE. Signor Presidente, le chiedo formalmente di disinserire questo congegno, che non è più funzionante. È una tortura alla quale mi sono sottoposto con piacere per un certo periodo, Pag. 82ma alla quale non intendo sottopormi più. Quindi, la pregherei di disattivare completamente questo strumento.

PRESIDENTE. Onorevole Antonione, non è possibile, vediamo come va nel prosieguo, al limite le cambieremo il marchingegno. Tuttavia, lei sa che la procedura è diversa, perché chi ha accettato di poterlo usare non può neanche più ritirare l'adesione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.28.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Villecco Calipari.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 598
Maggioranza 300
Hanno votato
291
Hanno votato
no 307).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ria 3.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Raisi, onorevole Mondello.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 598
Maggioranza 300
Hanno votato
290
Hanno votato
no 308).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi, che il deputato Tocci ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, siamo arrivati, con la votazione sull'articolo 3, al vero obiettivo che la maggioranza ha tentato di camuffare - senza riuscirci - dietro lo schermo della ragionevole durata del processo, principio completamente tradito da questa mini riedizione della ex Cirielli.
Non a caso l'articolo 3 è stato dai media e da tutti etichettato come prescrizione breve, che vuole premiare l'incensurato in quanto tale, riducendo il limite massimo del tempo necessario per la prescrizione proprio quando l'attività processuale, invece che restare sospesa, procede e va avanti. Ecco che una riforma, originariamente orientata a migliorare l'andamento dei processi, finisce per frustrare proprio i processi più efficienti, facendo prescrivere il reato in un tempo più breve.
Al Senato, al contrario, state lavorando per ingolfare la procedura, ma sempre con lo stesso obiettivo: raggiungere, grazie al cosiddetto processo lungo, la cara prescrizione. Nel frattempo qui si parla di vera e propria amnistia. Tanto per fare un esempio, i processi Parmalat, Antonveneta e Cirio rischiano di essere letteralmente falcidiati.
Il relatore e collega Paniz ci ha apertamente sfidati a dimostrare «che da qua a gennaio 2012, quando comunque il processo Mills sarebbe prescritto in ossequio ai termini attuali, si riuscirebbe a fare il primo, il secondo e il terzo grado». Qui si vuole impedire addirittura che si concluda il primo grado e non si tratta per noi di raggiungere un mero risultato mediatico.
La sentenza, seppure di primo grado, ha - come lei sa - un valore di merito che il proscioglimento per prescrizione, che voi tanto aspettate, non potrà mai avere. La Pag. 83sentenza di primo grado è la fissazione di una verità storica e processuale dalla quale si vuole palesemente sfuggire e noi dovremmo, cito ancora l'onorevole Paniz, «financo dire grazie all'introduzione di questa norma», come ha detto nella relazione introduttiva durante la discussione generale.
Dovremmo dire grazie per l'introduzione di questa norma perché evita di portare avanti a vuoto un processo che si sa comunque sarà fulminato dall'effetto della declaratoria di prescrizione.
Ma grazie, caro collega Paniz, di cosa? Di una norma che vuole nascondere all'Italia una condanna in primo grado del Premier? Come gli struzzi, mettiamo la testa sotto la sabbia: quando non ci si può difendere nel processo, eliminiamo il processo, questo scomodo strumento di garanzia dell'accertamento dei fatti. Dall'entrata in vigore della norma le attività processuali finora svolte saranno polverizzate con una declaratoria di prescrizione. Non vogliamo parlare di norma ad personam? Forse il termine più pertinente è norma ad personas! Se davvero questa norma non fosse orientata a risolvere i guai giudiziari di qualcuno avreste potuto accettare il nostro emendamento sostitutivo del comma 2 di questo articolo, quello sul quale il collega Contento ha ironizzato, ma interveniva - come lei sa - su un altro emendamento che noi avevamo ritirato, che quanto meno manteneva le evidenze processuali già raggiunte in altro procedimento con sentenza di merito.
Il relatore ci disse di sperare in un utile contributo dell'opposizione, ma la verità è che qualsiasi tentativo di realizzare quella speranza è stato soffocato sul nascere. Forse aveva ragione Monicelli, che la speranza è una trappola inventata per tenerci buoni in attesa di una soluzione effettiva ai problemi e intanto obliare la realtà. Insomma, siamo di fronte - concludo, Presidente - alla solita misera logica gattopardesca alla quale l'attuale maggioranza ci ha abituati, ma non ancora addestrati. Si tratta di una logica che noi dell'Unione di Centro non possiamo che respingere esprimendo senza esitare il voto contrario a questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ronchi, Bindi, Sereni, Stradella, Petrenga, Bonaiuti, Miccichè, Mannino, Baccini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 594
Maggioranza 298
Hanno votato
306
Hanno votato
no 288).

Prendo atto che il deputato Mannino ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 3.0100, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mariarosaria Rossi, Beccalossi, Stefani, Madia, Mantini, Fassino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 599
Maggioranza 300
Hanno votato
292
Hanno votato
no 307).

Prendo atto che il deputato Tocci ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Palomba 3.023. Pag. 84
Con riferimento alla votazione a scrutinio segreto dell'articolo aggiuntivo Palomba 3.023, si precisa che la proposta emendativa in oggetto si compone di 13 commi recanti una pluralità di modifiche al codice di procedura penale sostanzialmente riconducibile a due differenti ambiti. In particolare, i commi da 1 a 6 recano modifiche in materia di notificazioni concernenti principalmente gli organi competenti ad effettuarle ed il soggetto che ne è destinatario. Alla luce della loro natura organizzativa e procedurale, esse non sono riconducibili alle materie richiamate dall'articolo 49 del Regolamento.
I commi da 7 a 13, invece, intervengono in materia di impugnazione e di legittimo impedimento a comparire in udienza, disposizioni che incidono sul diritto di difesa di cui all'articolo 24 della Costituzione. La Presidenza, pertanto, al fine di dare riscontro alla richiesta avanzata dal gruppo del Partito Democratico, porrà in votazione la proposta emendativa per parti separate nel senso di votare per primi i commi da 1 a 6 a scrutinio palese, e successivamente i commi da 7 a 13 mediante scrutinio segreto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla prima parte dell'articolo aggiuntivo Palomba 3.023 (commi da 1 a 6, che recano modifiche in materia di notificazioni), non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Iannuzzi... onorevole Calearo Ciman... onorevole Pescante... onorevole De Luca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 604
Maggioranza 303
Hanno votato
294
Hanno votato
no 310).

Ricordo che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sulla seconda parte dell'articolo aggiuntivo Palomba 3.023 (commi da 7 a 13), non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Fitto... onorevole Zacchera... onorevole Ruvolo... onorevole Mattesini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania, Iniziativa Responsabile). Vedi votazionia .

(Presenti e votanti 604
Maggioranza 303
Voti favorevoli 288
Voti contrari 316).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 3.0104, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Traversa, Iannuzzi, Calderisi...ci siamo? Onorevole Siliquini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 603
Maggioranza 302
Hanno votato
294
Hanno votato
no 309).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 3.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 85

Onorevoli Scandroglio, Pizzolante, Miotto, Cesario... ha votato... onorevole Vietti... l'onorevole Servodio ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 605
Maggioranza 303
Hanno votato
296
Hanno votato
no 309).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 3.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Martinelli, Bossa... gli onorevoli Bossa e Martinelli hanno votato... onorevole Angelucci... ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 604
Maggioranza 303
Hanno votato
295
Hanno votato
no 309).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 3.07, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lehner, Boniver, Villecco Calipari... ancora l'onorevole Lehner... ha votato... onorevoli Cosenza, Mura... onorevole Cimadoro, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 603
Maggioranza 302
Hanno votato
294
Hanno votato
no 309).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 3.0110, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Bossa... Ministro Gelmini... l'onorevole Bossa ancora non riesce a votare... onorevole Rubinato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno votato
293
Hanno votato
no 308).

Prendo atto che il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3137-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3137-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MAURIZIO PANIZ, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 4.350 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Ferranti 4.210. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Ferranti 4.205 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: sostituire le parole «della metà» con le parole «di un terzo» e aggiungere, dopo la parola «assegnati», le parole «al medesimo».

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'emendamento Ferranti 4.205, proposta dal relatore.

Pag. 86

DONATELLA FERRANTI. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione.

MAURIZIO PANIZ, Relatore. Questo emendamento ricomprende anche l'emendamento Angela Napoli 4.301.

PRESIDENTE. Onorevole relatore, qual è il parere della Commissione sull'emendamento Bernardini 4.214?

MAURIZIO PANIZ, Relatore. Signor Presidente, darò tra un secondo il parere sull'emendamento Bernardini 4.214. Prima voglio precisare che la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Ferranti 4.204 e Palomba 4.306. Il parere è altresì favorevole sull'emendamento Bernardini 4.214, in quanto l'onorevole Contento mi comunica di ritirare l'emendamento a sua firma 4.305, con esso confliggente.
Il parere è, infine, contrario sui restanti emendamenti.

PRESIDENTE. Sta bene. Dunque, l'emendamento Contento 4.305 è ritirato.
Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferranti 4.92, Di Pietro 4.94 e Ria 4.302, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Moles, Raisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 604
Maggioranza 303
Hanno votato
295
Hanno votato
no 309).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ria 4.320.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, con questo emendamento proponiamo di sostituire l'articolo 4, modificando i criteri di calcolo dei termini di fase e indicando come destinatari della comunicazione l'Ispettorato generale presso il Ministero della giustizia, anziché il Ministro della giustizia, e il procuratore generale presso la Corte di Cassazione. Inoltre, si specifica che, a seguito della comunicazione di cui al comma 1, la condotta dei magistrati coinvolti nel procedimento viene sottoposta all'attività istruttoria da parte della competente commissione costituita presso il Consiglio superiore della magistratura al fine di verificare se il superamento dei termini di fase indicati è riconducibile a fatti suscettibili di valutazione in sede disciplinare.
La modifica dei termini che noi proponiamo ha il preciso scopo di applicare termini di fase più rispettosi della fisiologia del processo penale.
Dalla nostra proposta emendativa riferita all'articolo 4 si evince lo sforzo di correggere gli effetti ed i difetti del testo, individuando con precisione le conseguenze della comunicazione sul superamento dei termini di fase, garantendo che l'eventuale procedimento disciplinare nei confronti del magistrato avrà luogo solo a seguito di un'indagine svolta dalla prima commissione del CSM competente in materia di inchieste sui magistrati. L'indagine sarà finalizzata a rilevare che il superamento dei termini di fase sia stato realmente dovuto a fatti rientranti nella sfera di dominio del magistrato, fatti appunto suscettibili di valutazione in sede disciplinare. In tal modo, abbiamo cercato di tutelare la posizione dei giudici e il loro ruolo processuale.
Bisogna evitare il pericolo che la libertà necessaria ed essenziale nell'esercizio della professione, sia requirente che giudicante, Pag. 87venga frustrata dal timore di un processo disciplinare che scatta automaticamente allo scadere dei termini di fase individuati dall'articolo 4 medesimo, e la sostituzione di uno dei soggetti destinatari della comunicazione (dal Ministro della giustizia all'Ispettorato generale presso il Ministero della giustizia) viene proposta per limitare la pericolosa commistione tra esecutivo e giudiziario posto che il nostro attuale ordinamento già attribuisce all'Ispettorato generale, come il sottosegretario Caliendo ben sa, la possibilità di svolgere indagini amministrative sull'operato dei giudici ed inoltre è uno dei soggetti cui le commissioni del CSM possono chiedere di riferire in caso di attività istruttorie sui giudici al fine di decidere se procedere o meno in ambito disciplinare.
Concludo chiedendo il voto favorevole su questo emendamento teso ad attenuare quanto meno gli effetti negativi che deriverebbero dall'articolo 4 così come è formulato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ria 4.320, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Virgilio, De Micheli, Savino, Mussolini, Pittelli, Mantini, Cera, Rosato, Brambilla...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 604
Maggioranza 303
Hanno votato
295
Hanno votato
no 309).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 4.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vannucci, Bossa, Boniver, Antonione, Girlanda, Esposito...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno votato
294
Hanno votato
no 307).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Angela Napoli 4.300, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Pili, Verdini, Stradella e Giammanco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno votato
292
Hanno votato
no 309).

Prendo atto che il deputato Garagnani ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 4.202, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Caterina, Ruvolo, Boniver, Cesaro e Antonio Pepe...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 603
Maggioranza 302
Hanno votato
293
Hanno votato
no 310). Pag. 88

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 4.215, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, Boniver, Pollastrini, Golfo e Siliquini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 602
Maggioranza 302
Hanno votato
292
Hanno votato
no 310).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.350 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ruvolo, Nastri, Lehner, Ventucci e Savino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 604
Votanti 600
Astenuti 4
Maggioranza 301
Hanno votato
599
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 4.211, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lehner, Ghiglia, Merloni, Scandroglio e Bersani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 602
Maggioranza 302
Hanno votato
292
Hanno votato
no 310).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 4.212, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Mazzuca, Madia, Landolfi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 600
Maggioranza 301
Hanno votato
291
Hanno votato
no 309).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 4.213, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Iannuzzi, Cesare Marini, Antonione, Stanca, Armosino, Maggioni, Motta, Lo Presti, Tremonti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 602
Maggioranza 302
Hanno votato
292
Hanno votato
no 310).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 17,40).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 4.230, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 89
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Nola, Landolfi, Brambilla, Rao, Donadi, Di Stanislao...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 600
Maggioranza 301
Hanno votato
291
Hanno votato
no 309).

Prendo atto che il deputato Zazzera ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Angela Napoli 4.301.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Angela Napoli. Ne ha facoltà.

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, intervengo solo per una questione procedurale. Il relatore, in Commissione, aveva dato parere favorevole su questo emendamento chiedendomi la modifica, che avevo accettato, di prevedere, anziché «fino alla metà», «fino ad un terzo». È vero o no, relatore? Questo emendamento viene prima dell'emendamento Ferranti; per cui, chiedo di porlo in votazione con il parere che il relatore aveva dato in Commissione.
Mi dicono che il mio emendamento 4.301 è assorbito dall'emendamento Ferranti, che viene dopo. Se si dà una valutazione su un emendamento in Commissione e passa in quel modo, non si possono cambiare le carte in Aula solo perché, diciamoci la verità - è bene che queste cose si dicano - l'emendamento è a firma Angela Napoli, e quindi di Futuro e Libertà. Ora basta (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico e Unione di Centro - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

MAURIZIO PANIZ, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO PANIZ, Relatore. Signor Presidente, mi dispiace che l'onorevole Angela Napoli abbia questo tipo di convinzione.
La realtà è molto semplice. Quando la Commissione ha esaminato l'emendamento Angela Napoli 4.301 si era effettivamente espressa nel senso appena espresso dalla collega. Successivamente, però, dopo avere esaminato l'emendamento Ferranti 4.205, come riformulato, e aver constatato che la formulazione di questo era molto più idonea e che poteva comprendere l'emendamento Angela Napoli 4.301 si è consolidata nell'orientamento che ho espresso in sede di pareri.
La conseguenza è che, per quanto mi riguarda, l'emendamento Angela Napoli 4.301 è assorbito dal citato emendamento Ferranti. Se su ciò non si conviene il parere è contrario, mentre resterà favorevole sull'emendamento Ferranti.

PRESIDENTE. Onorevole Paniz, l'assorbimento, ovviamente, lo decide la Presidenza.
Lei deve soltanto dire se conferma il parere contrario precedentemente espresso sull'emendamento Angela Napoli 4.301.

MAURIZIO PANIZ, Relatore. Signor Presidente, è matematico che l'assorbimento lo decide la Presidenza. Il mio era un apporto collaborativo per spiegare alla collega Angela Napoli quali erano le ragioni che avevano portato a questo risultato.
La conseguenza è che, in questo momento, il parere sull'emendamento in questione è contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Angela Napoli 4.301, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 90

Onorevoli Vella, Rosato, Ghizzoni, Touadi. sottosegretario Martini. Onorevole Rainieri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 597
Maggioranza 299
Hanno votato
290
Hanno votato
no 307).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 4.218, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 587
Maggioranza 294
Hanno votato
283
Hanno votato
no 304).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rao 4.217.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, tentiamo in tutti i modi di migliorare ciò che è difficilmente migliorabile.
A questo punto del nostro esame abbiamo detto molto. Resta, però, da esprimere un giudizio chiaro, semplice e netto sull'articolo 4 del provvedimento in oggetto che è figlio della prima versione del provvedimento, così come è stato approvato dal Senato.
Si stabiliscono dei termini virtuali per la durata dei processi e delle fasi processuali. Mentre prima vi era la conseguenza aberrante che, superato quel termine, si determinava l'estinzione del processo; una conseguenza talmente aberrante che avete dovuto ascoltare le nostre ragioni, quelle degli operatori del diritto e anche un filo di buon senso, e la norma è stata cambiata. Ora, invece, consegue un obbligo di segnalazione da parte del capo dell'ufficio giudiziario al procuratore generale e al Ministro. Obbligo di fare cosa? Del superamento del termine della fase processuale. A che fine, a quale scopo? Se vi è uno scopo statistico, nulla quaestio, ma già vi sono altri rimedi. Qual è lo scopo? Ve lo abbiamo chiesto in tutti i modi.
Perché questa denuncia da parte del capo dell'ufficio giudiziario del superamento di certi termini virtuali che voi assegnate alle fasi processuali, senza fare nulla, invece, per snellire i tempi del processo?
Si vuole addebitare una responsabilità al magistrato o all'ufficio nel caso in cui questi termini vengano superati. È come se si chiedesse di percorrere il tratto Milano-Roma in un tempo determinato a priori, per esempio tre ore, senza però utilizzare il Frecciarossa, ma andando avanti con i vecchi treni e prendendosela poi con il macchinista. È una logica punitiva e aberrante. Io mi auguro che questa pessima norma resti proprio sulla carta, anche perché non c'è fra gli illeciti disciplinari alcuna tipizzazione di una fattispecie fantasiosa come questa.
Resta la conclusione che in voi è forte l'istinto di punire, ma di punire i giudici e, come già diceva Nietzsche, noi diffidiamo di chi ha troppo forte l'istinto di punire. E soprattutto se all'istinto di punire si accompagna quello di favorire gli imputati eccellenti (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rao 4.217, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Antonino Russo, Ghiglia, Scilipoti, Ruvolo, Reguzzoni, Scalia... L'onorevole Pag. 91Ghiglia ancora non riesce a votare. Onorevole Bernini Bovicelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 593
Maggioranza 297
Hanno votato
285
Hanno votato
no 308).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 4.210, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi... L'onorevole Reguzzoni non riesce a votare, ha problemi con il dispositivo. Prego gli assistenti di andare in aiuto dell'onorevole Reguzzoni. Onorevoli Gnecchi, Pittelli, Morassut...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 597
Votanti 593
Astenuti 4
Maggioranza 297
Hanno votato
592
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 4.207, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Cenni, Quartiani, Bersani... L'onorevole Bersani ancora non riesce a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 599
Maggioranza 300
Hanno votato
289
Hanno votato
no 310).

Prendo atto che il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto tecnico commerciale «Romagnosi» di Erba (CO), classi VA, V B e V E, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 4.209.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 4.209, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lusetti, onorevole Ghizzoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 598
Votanti 597
Astenuti 1
Maggioranza 299
Hanno votato
288
Hanno votato
no 309).

Prendo atto che il deputato Rosato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 4.214, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Cimadoro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 597
Votanti 313
Astenuti 284
Maggioranza 157
Hanno votato
311
Hanno votato
no 2). Pag. 92

Prendo atto che la deputata Samperi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Avverto che a seguito dell'approvazione dell'emendamento Bernardini 4.214, soppressivo del comma 6 del capoverso articolo 205-quater, risulta precluso l'emendamento Ferranti 4.208 che incide sul medesimo comma 6.
Passiamo all'emendamento Ferranti 4.205. Chiedo ai presentatori di confermare che accettano la riformulazione proposta dal relatore.

DONATELLA FERRANTI. Signora Presidente, accolgo la riformulazione proposta in quanto è stata oggetto di una discussione in Commissione. Sostanzialmente ritenevamo più congruo il prolungamento di metà dei termini, valutato dal giudice in relazione alla complessità. Pensiamo che sia importante stabilire questa salvaguardia per la particolare complessità dei procedimenti, e quindi, tenendo presente il parere favorevole del relatore, accettiamo la riformulazione proposta.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 4.205, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi, onorevole Lehner, onorevole Lusetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 590
Votanti 575
Astenuti 15
Maggioranza 288
Hanno votato
570
Hanno votato
no 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferranti 4.204 e Palomba 4.306, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Granata, onorevole Lo Presti, onorevole Ronchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 596
Votanti 589
Astenuti 7
Maggioranza 295
Hanno votato
586
Hanno votato
no 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 4.104, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pisicchio, onorevole Fitto, onorevole Zacchera, onorevole Cosenza, onorevole Berretta, onorevole Barbi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 604
Votanti 603
Astenuti 1
Maggioranza 302
Hanno votato
292
Hanno votato
no 311).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro 4.303.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione sull'articolo aggiuntivo Palomba 4.02 e stiamo parlando...

Pag. 93

PRESIDENTE. Dobbiamo ancora prendere in esame l'articolo aggiuntivo Palomba 4.02.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 4.303, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bragantini, presidente Cicchitto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 597
Votanti 596
Astenuti 1
Maggioranza 299
Hanno votato
287
Hanno votato
no 309).

Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, intervengo soltanto perché rimanga agli atti la dichiarazione di voto contrario del mio gruppo e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Ria, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Recchia... onorevole Commercio... l'onorevole Recchia non riesce a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno votato
308
Hanno votato
no 293).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Palomba 4.02.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione del Ministro Alfano e del relatore su questo articolo aggiuntivo perché a me pare che l'ingolfamento nei processi crea un fatto sicuramente deleterio di cui anche la prescrizione diventa la conseguenza. Potrebbe trovare un alleggerimento nella non punibilità di offesa in materia di lievi fatti. Ora questo articolo aggiuntivo è già stato anche un po' richiamato dai colleghi Ria e Mantini. Tuttavia lo trovo molto succintamente riportato come articolo 49-bis, tenuità dell'offesa, e a me pare che sarebbe importante vedere di esaminarlo magari accantonandolo, magari richiedendo una formulazione. Potrebbe essere un'occasione propizia per alleggerire gli oneri a carico dei tribunali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Palomba 4.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Consolo... onorevole Cesareo... onorevole Vico... onorevole Milanese... onorevole Fallica... onorevole Pittelli... onorevole Tocci... onorevole Biasotti... onorevole Menia... onorevole Ventura... Pag. 94
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 595
Maggioranza 298
Hanno votato
288
Hanno votato
no 307).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Rao 4.010, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

LORENZO RIA. L'avevo ritirato!

PRESIDENTE. Lo ha ritirato adesso, onorevole, perché non era ritirato. Allora non lo ritira? Stiamo votando, va bene così.
Onorevole Castiello? Presidente Cicchitto? Onorevole Strizzolo? Onorevole Chiappori? Onorevole Bersani? Onorevole Cuperlo? Onorevole Savino? Onorevole Stagno d'Alcontres?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 597
Maggioranza 299
Hanno votato
288
Hanno votato
no 309).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 3137-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3137-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MAURIZIO PANIZ, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 5.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Goisis?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 596
Maggioranza 299
Hanno votato
285
Hanno votato
no 311).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 5.300, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Merini? Onorevole Ronchi? Onorevole Luongo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 599
Maggioranza 300
Hanno votato
289
Hanno votato
no 310).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 5.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione). Pag. 95

Onorevole Adornato... onorevole Allasia... onorevole Pisicchio... onorevole Pizzolante... onorevole Vico... onorevole Bobba... I colleghi hanno votato? Onorevole Stefani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 596
Maggioranza 299
Hanno votato
286
Hanno votato
no 310).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, un'informazione di servizio: qualche collega è rimasto attaccato con il ginocchio al campanello sotto al banco e ci sta sfondando i timpani. Se fosse possibile controllarlo, la ringrazio.

PRESIDENTE. Primo settore, terza o quarta fila, grazie. Non so chi sia.
Passiamo alla votazione dell'articolo 5.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Miglioli... onorevole Rainieri... onorevole Miccichè... onorevole Anna Teresa Formisano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 597
Votanti 596
Astenuti 1
Maggioranza 299
Hanno votato
309
Hanno votato
no 287).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 5.018, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti... I colleghi hanno votato? Sottosegretario Giro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 599
Maggioranza 300
Hanno votato
289
Hanno votato
no 310).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Palomba 5.022, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato? Onorevole Boccuzzi... onorevole Touadi... onorevole Antonino Foti... onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 597
Maggioranza 299
Hanno votato
286
Hanno votato
no 311).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 5.012, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Simeoni... onorevole Pizzolante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 96
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 592
Maggioranza 297
Hanno votato
284
Hanno votato
no 308).

Prendo atto che la deputata Samperi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 3137-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa soppressiva ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3137-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MAURIZIO PANIZ, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Ferranti 6.300, internamente soppressivo dell'articolo 6, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Sta bene.
Ricordo che trattandosi di un unico emendamento soppressivo, si vota per il mantenimento dell'articolo 6.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pizzolante, Mondello, Lombardo, Abrignani, Allasia, Cavallotto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 598
Maggioranza 300
Hanno votato
310
Hanno votato
no 288).

(Esame emendamenti al titolo - A.C. 3137-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti al titolo (Vedi l'allegato A - A.C. 3137-A).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MAURIZIO PANIZ, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento Tit. 100 e invita al ritiro degli altri emendamenti, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tit. 300, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli De Girolamo, Calderisi, Pizzolante, Ruvolo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 597
Votanti 319
Astenuti 278
Maggioranza 160
Hanno votato
9
Hanno votato
no 310). Pag. 97

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Giachetti 0.Tit.100.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Stasi, Pizzolante, Scarpetti, Antonio Martino, Stradella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 597
Votanti 595
Astenuti 2
Maggioranza 298
Hanno votato
287
Hanno votato
no 308).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tit.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Armosino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 596
Votanti 322
Astenuti 274
Maggioranza 162
Hanno votato
320
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Pini ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3137-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 3137-A).
Qual è il parere del Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, nell'esprimere il parere sugli ordini del giorno, devo premettere alcune valutazioni, che mi consentono poi di esprimere dei pareri abbastanza chiari e di riformulazione.
Allo stato, al Ministero della giustizia, al Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria...

PRESIDENTE. Sottosegretario, aspettiamo un attimo.... la invito alla sobrietà, per una questione di tempo. Ricordo, infatti, che alle ore 19 si svolgeranno le dichiarazioni di voto finale. Prego intanto i colleghi di uscire in silenzio.
Prego, sottosegretario.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, dicevo che al Ministero della giustizia, presso il Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, si sta procedendo ad una valutazione dei flussi di lavoro per pervenire ad un riequilibrio degli organici di magistratura e di personale amministrativo degli uffici giudiziari.
Nello stesso tempo, per valutare gli ordini del giorno, si deve tener conto dell'attuale situazione per quanto concerne il sistema di informatizzazione e di digitalizzazione del sistema giudiziario. Per quanto concerne la digitalizzazione in data 28 marzo è stata completamente realizzata in tutti i tribunali e corti di appello l'attività di diffusione dei sistemi informativi di gestione dei processi civili di cognizione, esecuzione e fallimenti.
Nello stesso tempo è stato messo in atto, con il Ministero della funzione pubblica, un piano straordinario per la digitalizzazione che ha comportato un'ulteriore spesa di 50 milioni con la digitalizzazione degli atti, di tutti gli atti, cosa che si è già verificata a distanza di tre settimane nel tribunale dove si è verificata la possibilità di trasmissione dell'intero fascicolo penale dalla procura al tribunale.
Mi riferisco alle notifiche online cui l'onorevole Di Pietro faceva riferimento in uno dei suoi emendamenti e ai pagamenti Pag. 98online (oltre alle notifiche online). Questa era solo una premessa per consentire una valutazione degli ordini del giorno e per tener conto, anche sotto il profilo degli altri ordini del giorno - di cui dirò - che riguardano invece la prescrizione, che noi in questi tre anni abbiamo aumentato i termini di prescrizione...

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, la prego di passare ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, per quanto riguarda gli ordini del giorno formulo un invito al ritiro delle motivazioni, perché è impossibile... Il Governo accetta l'ordine del giorno Palomba n. 9/3137-A/1 e formula un invito al ritiro della premessa.

PRESIDENTE. Un momento, signor sottosegretario. Il parere favorevole sarebbe subordinato al ritiro della parte motiva?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Certo, signor Presidente, il parere è favorevole sul dispositivo, poiché per tutti gli ordini del giorno formulo un invito al ritiro delle premesse.

PRESIDENTE. Quindi la riformulazione consiste nel chiedere la soppressione delle premesse?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, signor Presidente. Il Governo accetta l'ordine del giorno Cimadoro n. 9/3137-A/2 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: al dispositivo sostituire le parole «ad adottare iniziative normative» con le parole «a valutare l'opportunità di iniziative normative». Il Governo accetta l'ordine del giorno Monai n. 9/3137-A/3 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: sopprimere la premessa e al dispositivo sostituire le parole «ad adottare iniziative normative» con le parole «a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative».

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Caliendo. Non c'è bisogno che rilegga i dispositivi. Deve soltanto dire se accetta o non accetta l'ordine del giorno e quali sono le condizioni per l'accoglimento, perché in questo modo non riusciamo a capirci.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, non ho letto il dispositivo, ho solo letto la riformulazione del dispositivo.

PRESIDENTE. Quindi propone una riformulazione a tutti gli ordini del giorno?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. La riformulazione è: «a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative». Anche per l'ordine del giorno Messina n. 9/3137-A/4 il parere è lo stesso: il Governo accetta l'ordine del giorno Messina n.9/3137-A/4 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: al dispositivo sostituire le parole «ad adottare iniziative normative» con «a valutare l'opportunità di iniziative normative».
Il parere è lo stesso per l'ordine del giorno Rota n. 9/3137-A/5. Il Governo accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Di Pietro n. 9/3137-A/6, così com'è scritto.

PRESIDENTE. Che vuol dire solo il dispositivo? Anche quest'ordine del giorno senza le premesse?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sempre eliminate le premesse, Presidente, sono stato chiaro, per tutti gli ordini del giorno vi è l'invito all'eliminazione delle premesse. Per quanto riguarda i dispositivi, dove non faccio correzioni o invito all'integrazione, come nel caso di specie, li accolgo; pertanto accolgo il dispositivo dell'ordine di giorno Di Pietro n. 9/3137-A/6 nella formulazione che è scritta.

Pag. 99

PRESIDENTE. Va bene.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo accetta l'ordine del giorno Barbato n. 9/3137-A/7, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a proseguire e incrementare le iniziative». Presidente, ecco perché stavo motivando prima, proprio perché si tratta di attività già in atto e quindi, per questo motivo, chiedo la seguente modifica «impegna il Governo a proseguire e incrementare le iniziative atte ad assicurare eccetera eccetera».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Borghesi n. 9/3137-A/8, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo ad assicurare un'efficiente e celere amministrazione della giustizia».

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Borghesi n. 9/3137-A/8 è cioè accettato con riformulazione?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, Presidente.
Il Governo accetta poi senza riformulazione, così com'è, l'ordine del giorno Donadi n. 9/3137-A/9, tranne sempre la parte motiva.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Cambursano n. 9/3137-A/10, a condizione che sia riformulato, sempre e solo nel dispositivo, nel modo seguente: «a controllare e verificare la gestione delle FUG in modo da assicurare il tendenziale autofinanziamento». È inutile ricordare che si tratta del Fondo unico giustizia, quindi i depositi sono già incamerati e gestiti per il Ministero.
Il Governo accetta gli ordini del giorno da Di Stanislao n. 9/3137-A/11 e poi le dirò tutti gli altri successivi, a condizione che sia riformulato nel modo seguente «ad assumere tutte le iniziative necessarie a far fronte», eliminando «e segnatamente del distretto della Corte d'appello de L'Aquila», dal momento che ciò che dicevo riguarda tutti i distretti di Corte d'appello e si tratta di riformulare anche la possibilità di organizzazione. Ciò vale per gli ordini del giorno Leoluca Orlando n. 9/3137-A/12, Porcino n. 9/3137-A/13, Mura n. 9/3137-A/14, Palagiano n. 9/3137-A/15, Piffari n. 9/3137-A/16, Aniello Formisano n. 9/3137-A/17, Evangelisti n. 9/3137-A/18, Favia n. 9/3137-A/19, Di Giuseppe n. 9/3137-A/20, Paladini n. 9/3137-A/21, Zazzera n. 9/3137-A/22, tutti con la stessa richiesta di correzione all'inizio, nel senso «ad assumere tutte le iniziative necessarie a far fronte» e togliendo «e segnatamente» dei distretti di Corte d'appello de L'Aquila, di Bari, eccetera, in quanto ciò riguarda tutte le Corti d'appello.

PRESIDENTE. Quindi, con questa riformulazione, sarebbero accettati tutti gli ordini del giorno, dall'ordine del giorno Leoluca Orlando n. 9/3137-A/12 fino all'ordine del giorno Zazzera n. 9/3137-A/22? Ho capito bene?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Perfetto, Presidente. Il Governo accetta gli ordini del giorno Zacchera n. 9/3137-A/23 e Ria n. 9/3137-A/24. L'ordine del giorno Compagnon n. 9/3137-A/25 è accettato, a condizione che sia riformulato prevedendo, invece che «arretrato di sentenze», «arretrato di processi civili e penali», perché non è che c'è un arretrato di sentenze, ci sono dei processi.
L'ordine del giorno Rao n. 9/3137-A/26 è accettato, sempre senza le premesse.

PRESIDENTE. Chiede quindi che le premesse siano tolte tutte; proprio tutte.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo accetta l'ordine del giorno Mantini n. 9/3137-A/27, a condizione che sia riformulato nel modo seguente «impegna il Governo a proseguire nelle iniziative assunte e ad adottare tutte quelle ancora necessarie per assicurare maggiore semplificazione ed informatizzazione».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Tassone n. 9/3137-A/28 e Scalia n. 9/3137-A/29. Pag. 100
Il Governo accetta l'ordine del giorno Franceschini n. 9/3137-A/30, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «nell'ambito della relazione del Ministro della giustizia a rendere comunicazioni al Parlamento su quali e quanti processi saranno finiti in prescrizione per effetto del nuovo secondo comma dell'articolo 161».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Ferranti n. 9/3137-A/31, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sopprimere le parole da «a favorire» fino a «in esame, nonché».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Tenaglia n. 9/3137-A/32, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sopprimere le parole da «a favorire» alle parole «di processi e».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Melis n. 9/3137-A/33, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sopprimere le parole da «a favorire» fino a «in esame, nonché».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Mariani n. 9/3137-A/34, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «ad evitare, o quanto meno a ridurre, anche con iniziative legislative e con strutture personali e materiali, l'estinzione dei reati per effetto del decorso del termine di prescrizione». Signor Presidente, a questo proposito, se vuole, motivo brevemente, perché riguarda tutti gli altri successivi. Si tratta di una serie di reati che vengano individuati e si chiede oggi l'impegno di aumentare il termine di prescrizione e, quindi, di aumentare la soglia di sanzione. È impossibile fare tale valutazione in questo momento.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Capano n. 9/3137-A/35, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sopprimere le parole da «a favorire» fino a «in esame, nonché».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Ciriello n. 9/3137-A/36, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sopprimere le parole da «a favorire» fino a «in esame, nonché».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Argentin n. 9/3137-A/37, Bachelet n. 9/3137-A/38, Bindi n. 9/3137-A/39, Cenni n. 9/3137-A/40, Colombo n. 9/3137-A/41, Dal Moro n. 9/3137-A/42, Damiano n. 9/3137-A/43, Farinone n. 9/3137-A/44, Fioroni n. 9/3137-A/45, Garavini n. 9/3137-A/46, Iannuzzi n. 9/3137-A/47, Melandri n. 9/3137-A/48, Morassut n. 9/3137-A/49, Mosca n. 9/3137-A/50, Peluffo n. 9/3137-A/51, Piccolo n. 9/3137-A/52, Picierno n. 9/3137-A/53, Pollastrini n. 9/3137-A/54, Rugghia n. 9/3137-A/55, Sanga n. 9/3137-A/56, Soro n. 9/3137-A/57, Veltroni n. 9/3137-A/58, Viola n. 9/3137-A/59 e Zaccaria n. 9/3137-A/60, a condizione che i dispositivi siano riformulati analogamente all'ordine del giorno Mariani n. 9/3137-A/34, ovvero: «impegna il Governo ad evitare, o quanto meno a ridurre, anche con iniziative legislative e con strutture personali e materiali l'estinzione dei reati per effetto del decorso del termine di prescrizione».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Contento n. 9/3137-A/61.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno Di Biagio n. 9/3137/-A/62?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Mi scusi Presidente, ma ho ricevuto da poco il testo di questo ordine del giorno.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Biagio n. 9/3137/-A/62, a condizione che sia riformulato negli stessi termini previsti per l'ordine del giorno Mariani n. 9/3137/-A/34.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Buonfiglio n. 9/3137/-A/63, a condizione che nel dispositivo siano sostituite le parole «ad adeguare» con le parole «a valutare la possibilità». Nel caso di specie si tratta di una questione di valutazione di possibilità economica.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Della Vedova n. 9/3137/-A/64, a condizione che nel dispositivo siano sostituite le parole «a implementare il piano carceri attraverso il ricorso a forme di partecipazione privata» con le parole «a valutare la possibilità di implementare il piano carceri con contributi dei privati». Pag. 101
Il Governo accetta gli ordini del giorno Perina n. 9/3137/-A/65, Lo Presti n. 9/3137/-A/66, Patarino n. 9/3137/-A/67 e Briguglio n. 9/3137/-A/68.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Muro n. 9/3137/-A/69.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Raisi n. 9/3137/-A/70. Occorre tener conto che il Governo assume tale impegno, ma esso riguarda una delle indicazioni della riforma costituzionale della giustizia.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Granata n. 9/3137/-A/71 e Toto n. 9/3137/-A/72. Per questo ultimo ordine del giorno il Governo fa presente che abbiamo votato su tale argomento per ben tre giorni.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Proietti Cosimi n. 9/3137/-A/73.
Signor Presidente, ancora non ho il testo dell'ordine del giorno Mario Pepe (IR) n. 9/3137/-A/74. Non mi è stato consegnato.

PRESIDENTE. Il sottosegretario non ha l'ordine del giorno Mario Pepe (IR) n. 9/3137/-A/74. Sta arrivando.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Mario Pepe (IR) n. 9/3137/-A/74.

PRESIDENTE. Sta bene.
A questo punto avremmo bisogno che i colleghi ritornassero in Aula.
Riepilogando, per la chiarezza delle nostre deliberazioni e se ho ben compreso, signor sottosegretario, il Governo ha proposto, al fine di accogliere gli ordini del giorno, le seguenti riformulazioni: per tutti di sopprimere la parte motiva e per alcuni ordini del giorno, ulteriori e puntuali riformulazioni.
Chiedo ai presentatori se accettano le riformulazioni proposte dal Governo.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 18,35).

PRESIDENTE. Onorevole Palomba, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3137/-A/1, accettato dal Governo, purché riformulato?

FEDERICO PALOMBA. No, signor Presidente. Insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palomba n. 9/3137-A/1, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 535
Maggioranza 268
Hanno votato
252
Hanno votato
no 283).

Prendo atto che il deputato Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Cimadoro n. 9/3137-A/2, Monai n. 9/3137-A/3, Messina n. 9/3137-A/4, Rota n. 9/3137-A/5, Di Pietro n. 9/3137-A/6, Barbato n. 9/3137-A/7, Borghesi n. 9/3137-A/8, Donadi n. 9/3137-A/9 e Cambursano n. 9/3137-A/10, accettati dal Governo purché riformulati.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/3137-A/11, accettato dal Governo, purché riformulato.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, presumo che si farà una programmazione per gli interventi in favore delle Corti d'appello. Visto che tutti sanno che a L'Aquila c'è stato il terremoto e che si lavora in condizioni disagiate, vorrei proporle, dato che lei non vuole scrivere «segnatamente», di scrivere «nell'ambito della programmazione a partire dalla Corte d'appello de L'Aquila». Credo che sia un segno di rispetto verso quella comunità. Volevo precisare solo questo.

Pag. 102

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, per quanto riguarda l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/3137-A/11...

PRESIDENTE. Sottosegretario Caliendo, non c'è l'obbligo di motivare...

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, infatti ho motivato già prima. Il provvedimento riguarda tutti i distretti di Corte d'appello, per questo voglio che venga soppressa la parola «segnatamente».

PRESIDENTE. Onorevole Di Stanislao, accetta dunque la riformulazione dell'ordine del giorno a sua firma n. 9/3137-A/11?

AUGUSTO DI STANISLAO. No, signor Presidente, non accetto la riformulazione e insisto per la votazione del mio ordine del giorno n. 9/3137-A/11.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/3137-A/11, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 580
Votanti 577
Astenuti 3
Maggioranza 289
Hanno votato
277
Hanno votato
no 300).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Leoluca Orlando n. 9/3137-A/12, Porcino n. 9/3137-A/13, Mura n. 9/3137-A/14 e Palagiano n. 9/3137-A/15, accettati dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Piffari n. 9/3137-A/16, accettato dal Governo.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, accetto la riformulazione, ma naturalmente ricordo al Governo che le premesse le ritengo sempre comunque valide, anche se le abbiamo accantonate.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/3137-A/17, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Evangelisti n. 9/3137-A/18, accettato dal Governo.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, approfitto di trenta secondi per denunciare ancora una volta quello che sta succedendo da un po' di giorni a questa parte. «Fornendo le risorse, le strutture e le attrezzature adeguate», qui ormai qualsiasi ordine del giorno si passa e se si accetta. Va bene, però è un vulnus all'istituto stesso dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Favia n. 9/3137-A/19, Di Giuseppe n. 9/3137-A/20, Paladini n. 9/3137-A/21 e Zazzera n. 9/3137-A/22, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Zacchera n. 9/3137-A/23 e Ria n. 9/3137-A/24, accettati dal Governo. Pag. 103
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Compagnon n. 9/3137-A/25, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rao n. 9/3137-A/26, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mantini n. 9/3137-A/27, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Tassone n. 9/3137-A/28 e Scalia n. 9/3137-A/29, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Franceschini n. 9/3137-A/30, Ferranti n. 9/3137-A/31, Tenaglia n. 9/3137-A/32, Melis n. 9/3137-A/33, Mariani n. 9/3137-A/34, Capano n. 9/3137-A/35, Ciriello n. 9/3137-A/36, Argentin n. 9/3137-A/37, Bachelet n. 9/3137-A/38, Bindi n. 9/3137-A/39, Cenni n. 9/3137-A/40, Colombo n. 9/3137-A/41, Dal Moro n. 9/3137-A/42, Damiano n. 9/3137-A/43, Farinone n. 9/3137-A/44, Fioroni n. 9/3137-A/45, Garavini n. 9/3137-A/46, Iannuzzi n. 9/3137-A/47, Melandri n. 9/3137-A/48, Morassut n. 9/3137-A/49, Mosca n. 9/3137-A/50, Peluffo n. 9/3137-A/51, Piccolo n. 9/3137-A/52, Picierno n. 9/3137-A/53, Pollastrini n. 9/3137-A/54, Rugghia n. 9/3137-A/55, Sanga n. 9/3137-A/56, Soro n. 9/3137-A/57, Veltroni n. 9/3137-A/58, Viola n. 9/3137-A/59 e Zaccaria n. 9/3137-A/60, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Contento n. 9/3137-A/61, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Di Biagio n. 9/3137-A/62, Buonfiglio n. 9/3137-A/63 e Della Vedova n. 9/3137-A/64, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Perina n. 9/3137-A/65, Lo Presti n. 9/3137-A/66, Patarino n. 9/3137-A/67 e Briguglio n. 9/3137-A/68, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Muro n. 9/3137-A/69, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Muro n. 9/3137-A/69, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 587
Votanti 585
Astenuti 2
Maggioranza 293
Hanno votato
282
Hanno votato
no 303).

Prendo atto che il deputato Sani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Mazzuca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Raisi n. 9/3137-A/70, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Granata n. 9/3137-A/71, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Granata n. 9/3137-A/71, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 104

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 578
Votanti 575
Astenuti 3
Maggioranza 288
Hanno votato
274
Hanno votato
no 301).

Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Toto n. 9/3137-A/72, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Toto n. 9/3137-A/72, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Antonione, continua la sua personale lotta con lo strumento. Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 572
Maggioranza 287
Hanno votato
275
Hanno votato
no 297).

Prendo atto che i deputati Rigoni e Trappolino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Proietti Cosimi n. 9/3137-A/73 e Mario Pepe (IR) n. 9/3137-A/74, accettati dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Avverto che, secondo quanto stabilito nell'odierna Conferenza dei presidenti di gruppo, è prevista la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto con inizio alle ore 19. Sospendo pertanto la seduta sino a tale ora.

La seduta, sospesa alle 18,50, è ripresa alle 19.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3137-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà, per due minuti.

KARL ZELLER. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi deputati della Südtiroler Volkspartei sin dall'inizio della legislatura abbiamo mantenuto un atteggiamento coerente e certamente non ostile a questa maggioranza, valutando caso per caso i singoli provvedimenti e votando di conseguenza.
Nei confronti di una riforma organica della giustizia non abbiamo avuto e non abbiamo pregiudizi. La grande riforma della giustizia, come annunciata dal Governo, presenta molti aspetti interessanti e anche condivisibili, ma purtroppo non è ancora arrivata in Parlamento.
Siamo, però, contrari a provvedimenti ad personam in materia di giustizia, che incidono sul sacrosanto diritto di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Ciò che oggi discutiamo è un provvedimento che non ha alcun riferimento con una riforma organica della giustizia. Senza alcuna ragione giuridica, ma con gli evidenti fini politici di tutelare il Presidente del Consiglio, si propone ora una riduzione del tempo di prescrizione in favore degli imputati incensurati.
Non si incide sulla durata dei processi, ma si interviene solamente sulla prescrizione dei procedimenti in corso. È grave, a nostro giudizio, che, ancora una volta, si decida di piegare le ragioni ad interessi soggettivi e contingenti, senza affrontare i veri problemi della giustizia, dove urgerebbero, invece, interventi per mettere i Pag. 105magistrati nella condizione di celebrare i processi penali e civili in tempi ragionevoli.
Crediamo, infine, che le priorità dell'Italia oggi siano ben altre e diverse.
Per queste ragioni, annuncio il voto contrario delle Minoranze linguistiche (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Minoranze linguistiche e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà, per due minuti.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, per rispondere all'accusa che questa legge farà cadere migliaia di processi, per cercare di parare l'ira dei terremotati dell'Abruzzo o quella dei risparmiatori truffati o le parole di un severo magistrato, come il procuratore antimafia Pietro Grasso, ieri il Ministro della giustizia ha detto che, invece, cadranno pochi, pochissimi processi, e solo in primo grado, per colpa o per effetto di questa legge.
Così il Ministro e il Governo hanno svelato definitivamente che vi è un unico destinatario di questa norma, un unico beneficiario, un unico scopo, che è un processo che si svolge a Milano a carico del Presidente del Consiglio. Ne volete la prova, onorevoli colleghi? Il Presidente del Consiglio non si è mai presentato in Aula e non viene in Aula nemmeno questa sera; segno, questo, che egli sa del suo personale conflitto di interessi.
Non ho mai visto, in tanti anni, signor Presidente, mai, un comportamento così spregiudicato, così aperto, così sfacciato, un uso da parte della maggioranza nelle Camere, delle sue prerogative e dei suoi poteri non per servire il Paese, ma per servire uno dei suoi membri.
Signori della maggioranza, signori del Governo, tornerete a casa questa sera con la testa china (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), non dopo giorni di impegno speso al servizio del Paese, ma come uomini e donne che hanno ceduto e sacrificato un pezzo della loro coscienza, delle loro idee e degli interessi dei loro elettori. Voi lo sapete bene, signori della maggioranza! È per questo che né Berlusconi né la Lega chiedono più le elezioni anticipate, perché voi sapete che il Paese ormai vi ha condannato sul piano morale, prima ancora che sul piano politico.
Ecco la ragione per la quale noi, come Repubblicani, vogliamo le elezioni, perché vogliamo che l'Italia possa imboccare, finalmente, una strada nuova e più fiduciosa nel futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro, Italia dei Valori e Misto-Alleanza per l'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà, per quattro minuti.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, basta dunque il richiamo della foresta della corrente degli avvocati del Premier, quella che guarda al dibattito legislativo con i formulari processuali e la logica dell'avvocato difensore che, non importa come, deve portare a casa, col minor danno possibile, la pelle del cliente che paga l'onorario, basta questo richiamo per bruciare ogni possibilità di dialogo sulla giustizia che pure rappresenta il passaggio fondamentale per una riforma plausibile?
Vedete colleghi, mi sono chiesto più volte nel corso di questi lunghi anni di egemonia Berlusconiana quale fosse la combinazione chimica che genera certi provvedimenti, quanto incida l'effettivo impulso dell'utilizzatore finale e quanto l'eccesso di zelo dei suoi legali. Non ho ancora una risposta, ma non posso non constatare che tutte le volte che questo Governo ha toccato il tema caldo della giustizia qualche norma è rimasta fuori dai criteri di generalità ed astrattezza.
Un grande sociologo della comunicazione, non un giurista, Marshall McLuhan, diceva che spesso ciò che è importante non è il messaggio, ma chi lo trasmette, se questo è credibile diventa credibile anche il messaggio e viceversa.
In questo caso, appunto, chi propone la legge è carente della necessaria credibilità. Pag. 106Come si può, allora, immaginare che questo provvedimento, presentato in Parlamento con il nobile fine di risolvere la grave lentezza dei processi, ma appesantito dall'applicazione di un principio del tutto irragionevole come quello della prescrizione breve per chi non ha ancora avuto sentenze di condanna, possa essere considerato rispettoso dei principi della generalità e dell'astrattezza propri di ogni norma giuridica?
Peccato, colleghi della maggioranza. Peccato davvero, onorevole Ministro della giustizia. Credevamo che fosse possibile tentare di lavorare insieme sulle regole della giustizia perché è vero che una giustizia lenta diventa giustizia negata, è vero che l'attività processuale, vista dal lato dei difensori, è diventata un virtuosismo leguleio per schivare il merito e prendere tempo fino alla prescrizione, è vero che la giustizia soffoca tra le spire di formalismi, burocratismi barocchi, strutture processuali arcaiche, miriadi di tribunali da campanile, eccessi di litigiosità incentivati dalle norme, scarsità di mezzi, tecnologie ottocentesche, personale scarso e mille altre cose ancora, ma nessun rimedio a tutto questo è preso in considerazione dal vostro processo breve.
Colleghi parlamentari, per tutte queste ragioni il gruppo Alleanza per l'Italia voterà un «no» convinto a questo iniquo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alleanza per l'Italia, Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, ad una settimana esatta dalla decisione che questa maggioranza parlamentare ha preso qui per dire che «Ruby rubacuori» è la nipote di Mubarak, un'altra sconcezza ci apprestiamo, vi apprestate, a deliberare oggi, quella sconcezza che voi chiamate processo breve.
Giustificate questa vostra sconcezza, questa vostra volgarità, questa vostra legge incostituzionale, chiamandola misura a tutela del cittadino in applicazione della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo. Come dire, chiamate Dracula a salvare un povero Cristo che si è tagliato le vene.
Vedete, quel processo breve di cui parlano la Corte di giustizia dell'Unione europea e la Convenzione europea non è quello che oggi Berlusconi dice in uno dei suoi comunicati nel quale afferma sempre una bugia per nascondere come stanno i fatti.
Oggi Berlusconi afferma che questa sarebbe una legge europea per evitare le multe dall'Alta Corte di giustizia, ma la legge europea non dice che bisogna interrompere i processi prima del tempo, dice l'esatto contrario. Dice, cioè, che ogni persona ha diritto ad avere una causa in cui sia esaminata, entro un termine ragionevole, la sua questione. Insomma, un processo serve per far sapere chi ha ragione e chi ha torto. Se riduci i tempi processuali, anzi, impedisci che il processo si faccia, impedisci di sapere chi ha ragione e chi ha torto.
Quindi a chi fai il favore? Alla parte lesa? Alla giustizia? Alla verità? No, lo fai al delinquente, lo fai a quella persona che non vuole sottoporsi al processo. Nel caso di specie, lo fai a Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori), il quale è coinvolto in un processo in corso - si chiama processo Mills - in cui il suo coimputato è già stato condannato con sentenza penale passata in giudicato e il reato in questione è il reato di corruzione.
Il reato di corruzione è quel reato in cui c'è uno che dà e uno che prende. Chi prese, Mills, è già stato condannato per avere ricevuto da Berlusconi e, siccome questo processo in primo grado sta per arrivare a destinazione, lui oggi, come da anni e anni, da quando sta in questo Parlamento, anche si fa una legge, una «leggina» per non farsi processare.
Poi dicono che questa legge servirebbe anche ad altri! In realtà il Ministro della giustizia ha detto che serve solo a Berlusconi e già questo dovrebbe umiliare a tal punto il Parlamento che, con senso di Pag. 107responsabilità, i parlamentari non dovrebbero votarla, ma - ripeto - in questo Parlamento ci sono più parlamentari che si comportano come Giuda che alberi dell'orto di Getsemani disposti ad accoglierli, di fronte a quel che sono i loro elettori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Ed allora, non è vero che questa legge - purtroppo - aiuta solo Berlusconi, perché se così fosse sarebbe una beffa, ma è un danno grave per le migliaia e migliaia di truffati, di coloro che subiscono un torto, di tutti coloro che sono vittime dei reati contro la pubblica amministrazione. I reati contro la pubblica amministrazione in genere si prescrivono in sette anni e mezzo, ma in questo caso in sei anni. Tutto ciò, invece, di trovare soluzioni che mettano in condizione il giudice di arrivare prima a una sentenza per sapere prima come stanno i fatti!
Addirittura, nel caso di un Presidente del Consiglio, in un Paese civile, in un Paese normale, dovremmo sapere prima se chi ci governa è una brava persona o un delinquente non dopo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Infatti, dopo che i buoi sono usciti dalla stalla, non me ne faccio niente della stalla! Qui abbiamo a che fare con una persona che dal 1994 continua a farsi leggi per non farsi processare e finora la Corte costituzionale ha dovuto fermarla. Grazie a Dio, il 12 e il 13 giugno ci penseranno gli elettori a fermarlo, perché bisogna che lo sappiano i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)! Bisogna che lo sappiano i cittadini italiani!
Noi dell'Italia dei Valori ci avevamo visto per tempo, già dall'anno scorso, quando ha fatto la legge sul legittimo impedimento, altra legge ad uso e consumo proprio, perché in base a quella legge lui doveva semplicemente dire: «io so' io» e, come il Marchese del Grillo, non mi voglio far giudicare se non quando voglio io e se non dal giudice che voglio io. La Corte costituzionale ha detto: guarda che ti deve mettere d'accordo con il giudice. Lui già sta facendo, come avete visto sta facendo: ogni volta che fissano un'udienza, quel giorno si fissa in agenda politica un qualcosa da fare, in modo che non deve andare in udienza.
E, allora, noi chiediamo ai cittadini: il 12 e il 13 giugno andate a votare e decidete voi, una volta per tutte, se vi conviene avere un Presidente del Consiglio che tiene impegnato il Parlamento, che addirittura non fa neanche i Consigli dei ministri per tenere i suoi ministri in Parlamento, che addirittura mette in secondo piano il dramma nucleare che sta succedendo in Giappone, la guerra che abbiamo in corso, i quattro milioni di cittadini giovani italiani che non hanno lavoro, un'economia a pezzi, un'Italia che non ha futuro; un Presidente del Consiglio, quindi, che tiene impegnato il Parlamento soltanto per risolvere i suoi problemi personali.
La verità è una e una sola: Berlusconi fa politica per motivi giudiziari. Ai tempi miei c'erano due tipi di imputati, uno che faceva il latitante e se ne andava ad Hammamet e uno che veniva in procura ad ammettere i fatti. Lui ha inventato il terzo tipo: me ne vado in Parlamento per farmi le leggi per non farmi processare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)! Doveva fare una scelta fra San Vittorie e Montecitorio: ha pensato che si sta meglio a Montecitorio che a San Vittore.
Questo è il dato di fatto ed è questo che dobbiamo far capire agli italiani, perché in questi anni sono stati truffati, sono stati raggirati ed è stato fatto credere loro che, votando quella formazione politica, si metteva in condizione loro di stare meglio. Invece sta meglio lui e qualche amico suo.
E chi sono gli amici suoi? Proprio quelli a cui fa piacere e fa comodo questa legge, perché - ripeto - questa legge non mette in condizione i giudici di fare i processi prima, ma mette in condizione i giudici di non farli più! È come dire che in ospedale, preso atto che qualcuno sta malato a tal punto, con il cancro, che se in due mesi non gli fai l'operazione non gliela puoi fare più, la decisione è che non Pag. 108si opera per niente, invece di mettere in condizione l'ospedale di operarlo in tempo.
Questa è l'anomalia di questo provvedimento, questa è l'anomalia di questa legge. È una legge, peraltro, incostituzionale perché - guarda caso - con una norma transitoria si applica proprio al processo che lo riguarda, cioè il processo Mills. Allora ancora una volta noi insistiamo. Qui Berlusconi di epocale non ha fatto nulla; si tratta semplicemente di un imputato che ha trovato una scorciatoia per evitare di essere sottoposto alla giustizia.
Allora dobbiamo deciderci, una volta per tutte, se possiamo accettare che un Paese, uno Stato di diritto come il nostro possa continuare a calpestare la Costituzione, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, la Convenzione dell'ONU sulla corruzione, e tutte quelle leggi che vogliono un'Italia più attenta alla giustizia, un'Italia che metta in condizione chi ha ragione di avere ragione, oppure se dobbiamo accettare di essere umiliati in questo modo.
In questi giorni la cosa che più mi ha colpito è stata la non accettazione dell'election day. Questo per farvi capire come lui a tal punto teme il giudizio del popolo che non vuole che il risultato del referendum arrivi proprio su questa materia. Butta via 350 milioni di euro per far sì che si tengano il 15 e il 16 maggio le elezioni amministrative, il 29 maggio il ballottaggio, e il 12 giugno (ancora una volta) il referendum. Perché non ha fatto sì che si tenessero tutti insieme? Con 350 milioni di euro, buttati via, si potevano sistemare le case dei disperati de L'Aquila, si potevano sistemare gli alluvionati, si potevano sistemare i cassintegrati, si potevano sistemare tante questioni.
Lui li butta via perché serve a lui il risultato, e il risultano qual è? Non vuole il giudizio del popolo. Egli sa che sta utilizzando il Parlamento per se stesso, e il grave è non quel che fa lui, ma quel che fa questa maggioranza, venduta, asservita, che si chiama responsabile ma è irresponsabile, perché vende se stessa, vende la propria dignità per un piatto di maccheroni. Godetevi il vostro piatto di maccheroni che il giudizio degli italiani prima o poi arriverà (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, diamo oggi al Paese l'immagine di un Parlamento umiliato, convocato per approvare a passo di carica una norma divenuta urgente per ragioni processuali senza nessun significato generale, come dovrebbero avere le leggi.
Qualche settimana fa, signori del Governo, signor Ministro Alfano, avete presentato un ambizioso progetto di riforme costituzionali, promettendo - se lo ricorda Ministro? - mai più leggi per qualcuno ma una riforma per tutti. Vi siete rimangiati la promessa, avete «militarizzato» il Parlamento per una legge che serve a prescrivere con utile anticipo qualche migliaia, qualche decina di processi tra cui - che fortuna! - uno in cui è coinvolto il Presidente il Consiglio.
Sorprende la vostra sommaria arroganza su quello che vi interessa e la vostra inconcludenza, signor Ministro, su quello che non vi interessa affatto, su quelle riforme liberali della giustizia che usate solo come alibi per farvi i fatti vostri. Avete riaperto la pagina della separazione delle carriere dei magistrati, un tema delicato ma decisivo sul quale eravamo pronti a discutere per trovare la soluzione migliore e avete invocato come nume tutelare di questa riforma Giovanni Falcone che quella riforma propose e sostenne quando era difficile farlo anche nei confronti del resto della magistratura.
Ma tutto questo parlare a cosa vi serve? A fare carta straccia - lo state facendo al Senato - di una norma che proprio di Falcone porta il nome e che consente di utilizzare una sentenza passata in giudicato come prova definitiva in un processo. Qui alla Camera votate il Pag. 109processo breve, al Senato per non sbagliare votate il processo lungo. Avete un unico obiettivo: garantire la prescrizione di qualche processo (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).
Non solo non meritate, ma non potete più nemmeno rivendicare l'alibi del garantismo.
E ve lo dico con le parole dell'Unione delle camere penali, signor Ministro, non dei magistrati «comunisti». Cito: La prescrizione breve ribadisce ed accentua i vizi della legge Cirielli; la prescrizione non trova più la sua corretta giustificazione nel trascorrere del tempo ma lega sempre di più il giudizio e la pena al profilo del reo dividendo il mondo tra buoni, gli incensurati, e cattivi, i recidivi.
Tale modo di legiferare deve essere abbandonato - e questo lo dicono gli avvocati - perché voi vi preoccupate di alcuni imputati e vi disinteressate delle parti lese. Vi disinteressate delle vittime (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico)! Cosa succederà quando vi sarà un reato di frode finanziaria che distrugge il risparmio delle famiglie italiane? Sono reati fatti sempre da incensurati. Voi qui lavorate per impedire che si arrivi anche alla sentenza di primo grado che può essere utile nelle cause civili ai risparmiatori per chiedere il risarcimento. Di questo vi occupate.
Ma poi garantisti di cosa? È dall'inizio della legislatura che non fate che proporre nuovi reati, nuove aggravanti, nuove e più rigide misure cautelari che scaricate su un sistema penale e processuale come il nostro che fa la fortuna degli imputati e degli avvocati eccellenti ma che non dà scampo agli imputati comuni. Siete garantisti con i potenti e «manettari» con i poveracci. Questa è la verità!
Un Governo garantista dovrebbe depenalizzare i reati minori, ridurre il ricorso alla carcerazione preventiva, favorire il ricorso ai riti alternativi. Voi avete fatto e continuate a fare l'esatto contrario. Continuate su una strada che non è garantista ma che è opportunista. Non otterrete la separazione delle carriere, signor Ministro, per questa via. Otterrete la separazione della giustizia: quella riservata ai potenti e quella riservata ai pezzenti. Vedete, signor Ministro, il garantismo si occupa delle condizioni inumane in cui si trovano i carcerati perché come ci hanno insegnato i padre del garantismo, da Voltaire a Beccaria, è nelle carceri che si vede il grado di civiltà e di civiltà giuridica di un Paese. Voi lasciate la gente a marcire nelle carceri, tollerate i suicidi dei carcerati e vi occupate della prescrizione breve per i potenti. Questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico)!
Essere garantisti significa che non un solo innocente deve finire in galera. Voi lavorate per assolvere i colpevoli, altro che garantismo! Stravolgete il garantismo così come avete fatto perdere di credibilità anche al principio della difesa delle prerogative parlamentari. Come potremmo, signor Ministro Alfano, domani, fra un mese, difendere il ruolo di una seria ed equilibrata immunità parlamentare a difesa della libertà di coloro che fanno politica nelle istituzioni se voi avete usato il Parlamento per definire come verità di Stato il fatto che il Premier chiamò in questura a Milano convinto che Ruby fosse la nipote di Mubarak (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico e di deputati del gruppo Unione di Centro)? Un imputato ha il diritto di difendersi nel modo che meglio crede e ci mancherebbe. Un imputato può tacere e dire mezze verità, non dire affatto la verità. Un imputato può mentire: è suo diritto. Ma questo vale in tribunale, signor Ministro, non nel Parlamento della Repubblica italiana. Una bugia non diventa verità neppure a maggioranza e a voto segreto (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico e Unione di Centro)!
Noi non abbiamo timore, signor Ministro, di pronunciare questo giudizio duro perché sappiamo di non poter essere confusi, noi deputati di Futuro e Libertà, neppure dagli elettori di centrodestra, con quanti hanno dato voce ad un antiberlusconismo Pag. 110pregiudiziale o tra quanti hanno sperato che la fine della vicenda politica di Berlusconi avvenisse nei tribunali.
Sul problema dei rapporti tra Berlusconi e la giustizia sia in maggioranza sia dopo dall'opposizione abbiamo dimostrato misura e realismo. Abbiamo sostenuto il lodo Alfano, abbiamo sostenuto il legittimo impedimento. Riteniamo che fosse possibile trovare un equilibrio tra magistratura e potere politico. Siamo stati responsabili: la responsabilità che manca a voi colleghi di maggioranza, che manca a lei signor Ministro che ha voluto in questo modo affossare la possibilità di una grande riforma.
Voi vi muovete come se per lo stesso fine si potesse usare qualunque mezzo, come se la tutela del Presidente del Consiglio autorizzasse la sistematica manomissione dei codici.
Siamo arrivati al punto, come ha fatto lei ieri signor Ministro, che per difendere una norma non se ne afferma il carattere astratto e generale, non si dice che si sta facendo una grande riforma, ma si parla per venti minuti dicendo: «Ma dopotutto di cosa vi lamentate? Tocca solo lo 0,2 per cento dei processi». Appunto, questa è la ragione per cui non bisognava farla (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico e Unione di Centro), questa è la ragione per cui bisognava fermarsi al processo breve, che è un principio sacrosanto e su cui tutti siamo d'accordo.
La prescrizione breve serve ad impedire le condanne, non c'entra nulla con il garantismo: va a scapito delle vittime e va a favore di chi può usare i propri parlamentari nei tribunali e portare dai tribunali in Parlamento i propri avvocati (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).
Si tratta di una norma che non prescrive nessun processo, che non finirebbe comunque prescritto fra qualche tempo, salvo quello del Premier. Voi volete evitare le condanne di primo grado. Ci dite: «Che problema c'è? Sono solo condanne in primo grado». Ma in tribunale le condanne penali in primo grado servono a chi deve ottenere il risarcimento in sede civile (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico e Unione di Centro), perché anche una sentenza di primo grado non definitiva può essere utile al risarcimento.
Ci avete inchiodato qua non a parlare d'Europa, non a parlare della Libia, non a parlare dell'emergenza immigrati, non a parlare della crisi economica, non a parlare della disoccupazione: ci avete inchiodato qui per settimane a parlare nemmeno del processo breve, ma solo della prescrizione breve.
Signor Presidente, con molta serietà e con molta felicità siamo fieri di dire di rappresentare, come Futuro e Libertà, un centrodestra liberale, legalitario ma garantista (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).
Concludo, signor Presidente: onorevole Ministro, non so quello che succederà al Senato di questo provvedimento, se si scontrerà il processo breve con il processo lungo, quale sarà l'esito di questa fusione. Vi auguro buona prescrizione, ma sappiano tutti gli italiani che da oggi la giustizia è peggiore (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico e Unione di Centro - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, signor Ministro Alfano e onorevoli colleghi, da molti anni vari Parlamenti e diverse maggioranze hanno tentato di riformare la giustizia nel nostro Paese, un sistema che penalizza i cittadini per la lunga durata dei processi, che spesso, anzi troppo spesso si risolvono nell'assoluzione degli imputati e quindi, in molti casi, non dovrebbero nemmeno iniziare; è un sistema che penalizza le imprese: uno dei fattori che disincentiva gli investimenti stranieri è il cattivo funzionamento della giustizia.
Quindi meno ricchezza prodotta e meno occupazione per i nostri giovani. Per Pag. 111questa ragione l'Italia ha subito numerose sanzioni dagli organismi preposti dell'Unione europea. L'obiezione è che se un imputato viene assolto si dimostra il teorema dell'assoluta imparzialità. Ma intanto quel cittadino, imputato e assolto, ha subito uno sconvolgimento della sua vita, negli affetti, nell'ambito professionale, la sua famiglia è distrutta. Se poi si tratta di un politico, è evidente che il suo futuro viene compromesso.
Non si sono ancora diradate le nebbie che avvolgono le oscure vicende giudiziarie, i fatti cosiddetti di Tangentopoli, che hanno compromesso il nostro sistema politico: molti indiziati, molti processi e pochissime condanne. Se il magistrato Di Pietro fosse stato giudicato con il metro con il quale viene giudicato un medico o un chirurgo che sbaglia i suoi interventi, non avrebbe abbandonato la toga per alcune vicende che comunque lo hanno lambito, ma sarebbero stati altri magistrati che gli avrebbero tolto quella toga (Applausi dei deputati del gruppo Iniziativa Responsabile).
Non regge la tesi che così viene ribadita l'efficienza della giustizia: è come se un chirurgo operasse tutti i pazienti che visita e, non avendo trovato nessuna patologia, affermasse che comunque non ha arrecato alcun danno all'organismo.
Nel dibattito di questi giorni, nonostante l'evidente clima di scontro politico, non pochi colleghi dell'opposizione hanno convenuto sulla crisi in cui versa la giustizia nel nostro Paese. Quali sono, dunque, le ragioni che spingono a non affrontare la questione giustizia? In questi anni, la sinistra, ed ora, come abbiamo ascoltato dall'intervento dell'onorevole Della Vedova, anche un altro partito, hanno ritenuto di delegare il proprio ruolo di opposizione alle procure militanti e, in modo particolare, a quella di Milano. Abbiamo, quindi, un'opposizione che non svolge la sua funzione in Parlamento confrontandosi sul merito dei provvedimenti, ma che oscilla tra la piazza e la subalternità alle procure. Questo conflitto tra una certa parte della magistratura e la politica deve cessare per il bene dell'Italia, delle nostre istituzioni e per il nostro futuro.
Si è tentato, nel corso di questa legislatura, più volte, di ribaltare il risultato delle urne attraverso iniziative giudiziarie palesemente infondate e di chiara matrice politica. Nonostante le difficoltà, la crisi internazionale economica e finanziaria, le vicende che hanno riguardato i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, con questa ondata di immigrati che sta investendo il nostro Paese, la maggioranza che governa l'Italia è decisa a portare a termine il programma sul quale ha raccolto il consenso degli italiani. Il nostro gruppo, composto da esponenti di matrice sudista, popolare, liberale e della destra moderna europea, è nato proprio con l'intento di garantire all'Italia un periodo di stabilità per affrontare la crisi economica e per varare tutte le riforme necessarie a migliorare la vita degli italiani.
L'approvazione della proposta di legge sulla tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi scaturisce dall'esigenza di dare attuazione all'articolo 111 della Costituzione e di adeguare il nostro ordinamento alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e di evitare ulteriori condanne della Corte europea dei diritti dell'uomo a causa, soprattutto, delle istanze promosse per ottenere il risarcimento dei danni subiti per l'eccessiva durata dei processi. Quindi, onorevoli colleghi, questa è una proposta di legge giusta che risponde ad un principio costituzionale non derogabile, quello sulla durata ragionevole dei processi.
L'opposizione si liberi dall'ossessione antiberlusconiana e diventi veramente democratica e repubblicana. È dall'inizio della legislatura che ascoltiamo - abbiamo iniziato con un primo provvedimento, tra l'altro, proposto dal Governo uscente, sull'adeguamento della normativa italiana a quella comunitaria - che i provvedimenti approvati da questa maggioranza, di qualunque tipo e su qualunque materia, servono Pag. 112al Premier. In questi giorni, abbiamo ascoltato anche questa banale motivazione.
È su questo presupposto sbagliato che il Parlamento, onorevole Della Vedova, non è stato paralizzato da noi, ma è stato paralizzato dall'ostruzionismo del Partito Democratico e dell'Italia dei Valori (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori), un ostruzionismo selvaggio, rancoroso e, a tratti, eversivo, perché si è saldato con la piazza, che non sempre puntava ad esprimere solidarietà e a dare consenso alle posizioni dell'opposizione, ma spesso è diventata violenta ed aggressiva nei confronti della maggioranza e dei suoi esponenti.
Signor Presidente, esprimiamo il rammarico per certe espressioni usate nei confronti di deputati della maggioranza da parte della più alta carica istituzionale di questa Camera.
Signor Presidente, si poteva risparmiare certe valutazioni. Deputati che hanno impedito il ribaltone, che hanno impedito che si consumasse lo strappo più grave in un sistema democratico: il ribaltamento della volontà espressa dagli italiani (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori - Applausi dei deputati dei gruppi Iniziativa Responsabile, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) e che hanno impedito che si consumasse la congiura ordita insieme a Casini e D'Alema, hanno il diritto di essere tutelati nella loro dignità e nella loro onorabilità. Questi deputati sono grande esempio di moralità parlamentare ed istituzionale (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori).
Ma noi, signor Presidente, e concludo, vogliamo che si realizzino le riforme, che si attui il piano per il sud, il federalismo, la riforma della giustizia e del fisco. Noi saremo protagonisti - insieme al PdL, alla Lega e con Berlusconi - di un grande cambiamento che renderà migliore e più giusto il nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Iniziativa Responsabile, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, vorrei attenermi al merito del nostro dibattito di oggi, ma mi consenta solo - poiché questo è un dibattito in diretta televisiva - di dire davanti a tutti gli italiani una cosa semplice: il giudizio morale e politico su chi, essendo eletto all'opposizione, finisce per spartirsi qualche poltrona di Governo, lo daranno gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico, Futuro e Libertà per l'Italia e Italia dei Valori). Non lo dobbiamo dare noi, perché gli italiani avranno la possibilità di dare un giudizio.
Oggi, onorevoli colleghi, in quest'Aula, si confrontano tre posizioni sulla giustizia. La prima: vi sono colleghi che ritengono, legittimamente, che non serva la riforma della giustizia, anzi, forse nel loro intimo ritengono giusto ostacolare qualsiasi progetto di riforma. Meglio non toccare nulla per non rischiare di compromettere delicati equilibri istituzionali. Non so se chi pensa in questo modo appartenga a quello che qualcuno definisce, a volte, il partito dei giudici. Non lo so. So che questa posizione conservativa esiste e questa posizione è omissiva, rispetto ad un pianeta, come quello della giustizia, che non funziona e in cui, a volte, esistono anche dimostrazioni di parzialità poco consone alla terzietà.
Una seconda linea è quella ultraortodossa berlusconiana, che ritiene i giudici - cito testuali parole del capo del Governo -: nemici dell'Italia. Una magistratura liquidata come politicizzata e complice di parti politiche e di complotti, e questa parte dell'Aula insegue con pervicacia provvedimenti ad personam, inseguendo i singoli processi del Presidente del Consiglio.
Per un anno il processo breve è rimasto lì, in un binario morto, ma quando si è capito che poteva servire non si è esitato a paralizzare l'Aula, per quattro settimane, su questo tema, che, credo, agli Pag. 113italiani interessi molto meno del reddito delle famiglie, dei giovani precari, delle scuole o degli investimenti per il futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).
Onorevoli colleghi, una gran confusione: processo breve, quando vi sono 170 mila prescrizioni all'anno e il problema sarebbe rendere efficiente il sistema giudiziario; dall'altro ramo del Parlamento processo lungo, con testimonianze e prove che devono essere ammesse senza limiti, perché, paradossalmente, serve accorciare e allungare allo stesso tempo, perché non inseguendo un disegno razionale, ma inseguendo singoli processi, si inseguono anche esigenze che possono variare dal mattino alla sera.
C'è una terza posizione, onorevoli colleghi, una posizione che credo a pieno titolo, assieme ad altri colleghi, di poter rappresentare. Riteniamo necessaria la riforma della giustizia, riteniamo che la giustizia non funzioni, riteniamo che ci siano parti del sistema giudiziario italiano che sicuramente hanno dato prova di parzialità, riteniamo che in queste circostanze, anche di giudizi che dovevano essere estranei a qualsiasi intendimento politico a volte si siano ravvisati, non senza ragione, intendimenti politici.
Riteniamo, onorevoli colleghi, che la separazione delle carriere non sia un dogma, un peccato mortale, una cosa che non si può evocare. Aspettiamo, onorevole Ministro, la riforma epocale della giustizia, quella che da circa vent'anni attendono tanti elettori del centrodestra che hanno ritenuto, dalla discesa di Berlusconi in poi, che il sistema giudiziario potesse finalmente cambiare.
In che termini? In termini di imparzialità, di certezza del diritto, ma partendo dal cittadino che vede un arretrato civile incompatibile con un Paese moderno, vuole la revisione di circoscrizioni giudiziarie arcaiche e barocche, pensa ai «poveri» giudici di pace che noi dimentichiamo, ma che smaltiscono il 50 per cento delle cause civili e magari si trovano a smaltire anche pratiche dovute all'ingolfamento del sistema giudiziario per l'introduzione di reati come l'immigrazione clandestina, la cui inefficacia è sotto gli occhi di tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico, Italia dei Valori e Futuro e Libertà per l'Italia ).
Noi non siamo parte di un'opposizione pregiudiziale, ma vorrei far notare sommessamente ai colleghi della maggioranza che non vedo poi tutta questa opposizione pregiudiziale, perché, se è vero che il 60 per cento dell'aula di Montecitorio si è soffermata sempre sui temi della giustizia, è anche vero che quando abbiamo parlato di stalking, di reati sessuali, di impegno antimafia e di reati contro la mafia per battere il fenomeno mafioso, abbiamo registrato l'unanimità e il più delle volte il Ministro Alfano e il Ministro Maroni hanno giustamente encomiato il lavoro comune del Parlamento.
Allora c'è qualcosa che non funziona. Credo che da questo dibattito di questi giorni si stia paurosamente allontanando proprio quella svolta epocale di cui sentiamo l'esigenza e che lei ha evocato, signor Ministro, salvo aver dimenticato la seconda parte delle sue evocazioni, quando ha detto che avreste messo contemporaneamente da parte qualsiasi scorciatoia, perché naturalmente parlare di scorciatoie in presenza di una riforma epocale è la contraddizione in termini della principale che si vuole realizzare.
Onorevoli colleghi, in conclusione, dopo vent'anni siamo tornati davanti al tribunale di Milano. Dopo vent'anni quei marciapiedi si sono affollati di gente, ancora come vent'anni fa. Ricordo allora le telecamere di Mediaset che erano impegnate a magnificare l'azione di bonifica dei giudici (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Oggi, metafora della crisi italiana, siamo tornati lì, su quel marciapiede, ennesima occasione persa per dare ai cittadini italiani una complessiva riforma.
Si continua sulla vecchie scorciatoie di inseguire i processi del Capo del Governo. Francamente penso che non si produrrà Pag. 114nulla, nemmeno per gli interessi del Capo del Governo, perché anche su questo credo che ormai l'esperienza sia sotto gli occhi di tutti: questa legge non reggerà le verifiche successive sotto il profilo istituzionale che inevitabilmente dovrà affrontare.
Onorevoli colleghi e signor Presidente della Camera - che ringrazio per l'assoluta imparzialità che ha mostrato: è stato attaccato da destra e da sinistra, quindi vuol dire che non ha sbagliato niente (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Futuro e Libertà per l'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico ) sicuramente questa ne è la prova provata -, vorrei terminare con una considerazione che rivolgo ai colleghi della maggioranza, che rispetto, pur nel dissenso fortissimo, e ai colleghi della opposizione, con la quale abbiamo fatto insieme questa battaglia perché la condivido, per cui in questo caso vi è qualcosa di più del rispetto.
Noi come nuovo polo per l'Italia, noi come Unione di Centro, siamo convinti che per battere Berlusconi servano le armi della politica. A noi non interessano le scorciatoie giudiziarie, anzi riteniamo che sarebbe un colpo finale alla credibilità della politica se la sconfitta del Governo avvenisse sul terreno giudiziario. Non abbiamo bisogno di supplenze. No, grazie! È l'opposizione politica che deve farcela a indicare una nuova strada per l'Italia e per questo lavoriamo dal mattino alla sera (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Futuro e Libertà per l'Italia e di deputati del Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'articolo 111 della Costituzione recita: «La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge. Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti al giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata». Quello della ragionevole durata è quindi un principio riconosciuto dalla nostra Costituzione e anche dall'articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. È un principio posto a garanzia dei cittadini, ma che purtroppo viene quotidianamente disatteso. Lo Stato italiano è quello che subisce il maggior numero di condanne da parte della Corte di giustizia europea per l'eccessiva durata dei processi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Quella della ragionevole durata del processo è una questione seria che non poteva continuare ad essere ignorata, che doveva essere affrontata dal Parlamento perché è la stessa Europa che ce lo chiede. E su questo tema pensavamo, forse ingenuamente, che avremmo trovato la condivisione anche dell'opposizione, sempre attenta a rispettare, a dare attuazione alla nostra Corte costituzionale. Del resto avevamo anche dei fatti concreti che ci facevano ben sperare in questa direzione. Penso, ad esempio, alla proposta del Partito Democratico proprio sul processo breve, molto simile alla proposta della maggioranza. Eppure non è stato possibile avviare nemmeno un dialogo, un'ipotesi di confronto, questo come sempre accade quando si parla di giustizia. E non tirate in ballo le vicende giudiziarie del Presidente del Consiglio! Vi siete sempre comportati in questo modo, anche in passato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Vi ricordate la riforma dell'ordinamento giudiziario? Una riforma attesa da più di sessant'anni, l'avete sempre osteggiata e quando siete tornati al Governo l'avete subito annacquata, cancellando con il ministro Mastella la norma che legava gli avanzamenti in carriera dei magistrati non solo a criteri di mera anzianità, ma finalmente alla meritocrazia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Ma noi andiamo avanti! I processi devono chiudersi in un tempo ragionevole. Non è più prevista in caso di inottemperanza l'estinzione del processo che Pag. 115avrebbe forse potuto in linea teorica danneggiare le vittime dei reati, bensì si è voluto introdurre un nuovo concetto, quello della responsabilizzazione dei magistrati, ma parlare di responsabilità è un concetto che non vi piace molto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Da oggi in poi, se i processi non si celebreranno nei tempi previsti, ci sarà una segnalazione al fine di consentire le opportune valutazioni fino alla proposta di provvedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati. Questa norma, siamo certi, avrà l'effetto di accelerare i processi perché se è vero che per abbattere le lungaggini processuali occorre investire in termini di risorse, di mezzi, di personale, di informatizzazione, tutte cose che il Ministro Alfano e questo Governo stanno realizzando, è vero anche che occorre responsabilizzare maggiormente i magistrati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Dico questo perché nel marasma della giustizia ci sono anche esempi e modelli positivi. Cito, ad esempio, il tribunale di Bolzano e il tribunale di Torino, dove una puntuale organizzazione da parte dei capi degli uffici, che non consente magari ai singoli magistrati di rinviare le udienze di sei mesi in sei mesi ma al massimo di quaranta o cinquanta giorni, ha permesso di abbattere l'arretrato e di celebrare i processi in tempi ragionevoli. È questa una magistratura onesta, capace, abituata a lavorare in silenzio e non a spettacolarizzare, che non dimentica nei faldoni dell'udienza verbali di intercettazioni che dovevano essere cancellate violando la legge e la Costituzione solo perché riguardano il Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).
È nei confronti di questa magistratura che la Lega vuole continuare ad avere riguardo e con la quale vuole continuare a lavorare insieme e a dialogare soprattutto in vista della riforma costituzionale della giustizia sulla quale, Ministro Alfano, la sproniamo ad andare avanti senza indugi. Avete raccontato un sacco di falsità, avete fatto dello sciacallaggio persino sulle vittime del disastro ferroviario di Viareggio e sul terremoto de L'Aquila (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).
Ma se quei processi dovessero essere a rischio prescrizione - e non sarà così - sarà solo perché i magistrati in più di vent'anni non saranno riusciti ad arrivare ad una sentenza definitiva e questa sarebbe l'unica ed autentica vergogna: non arrivare a sentenza definitiva dopo vent'anni di processo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Ci avete accusato di aver fatto una mini-amnistia, ma l'unico colpo di spugna che io ricordo sia stato realizzato è l'indulto, che voi avete fortemente voluto e che la Lega Nord Padania non ha votato (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!
Ci avete accusato di liberare i delinquenti, ma questo è il Governo che ha avuto più successi contro la mafia e i numeri parlano per noi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Vi siete dimenticati di dire che annualmente il 5 per cento dei processi si prescrive non per scelta del legislatore, ma per scelta dei singoli pubblici ministeri che decidono quali reati perseguire e quali, invece, lasciare nei cassetti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Infine, avete tenuto occupato il Parlamento con un ostruzionismo estremo, al limite del rispetto di regole e prassi consolidate, ma nonostante questo la maggioranza è rimasta compatta. Non abbiamo ceduto ai vostri insulti e alle vostre provocazioni e siete stati sconfitti. Noi continueremo ad andare avanti così, verso la via delle riforme (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
La Lega, quindi, voterà a favore di questo provvedimento perché vuole profondamente riformare questo Stato. Lo stiamo facendo, dando attuazione al federalismo fiscale, attraverso appunto la riforma costituzionale della giustizia, arriveremo alla riforma tributaria per abbassare le tasse ai cittadini (Applausi dei Pag. 116deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)! Vi dà fastidio, ma lo faremo!
La Lega è coerente e concreta e con trasparenza e senza paura sostiene il cambiamento: questo è il Governo del fare (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). E siamo sicuri che, al momento opportuno, i cittadini sapranno giudicare (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e Iniziativa Responsabile - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, proprio perché questa fase conclusiva del dibattito si svolge agli occhi dei cittadini che ci stanno seguendo, penso che abbiamo un dovere di onestà nei confronti degli italiani e dobbiamo cercare di dire e di misurarci con parole di verità e rendere chiaro perché da tre settimane qui si conduce una battaglia così aspra, perché la maggioranza di Governo tiene così tanto a questo provvedimento (al punto che inchioda da tre settimane tutti i ministri ad essere qui), perché noi dell'opposizione ci battiamo con un vigore così determinato contro questo provvedimento.
Partiamo di qui: voi dite che questo provvedimento rappresenta una riforma della giustizia che renderà i processi più rapidi, tant'è che avete chiamato questo provvedimento «il provvedimento per il processo breve». È certo che, se si usa l'espressione «processo breve», qualsiasi cittadino italiano può credere che questa espressione si ragionevole. Sarei grato al Ministro Alfano se potesse seguirmi...se si dice «processo breve», questa espressione appare ragionevole, perché gli italiani in effetti pensano - e hanno ragione - che la giustizia in Italia sia troppo lenta, vogliono una giustizia più rapida, vogliono una giustizia più accessibile, vogliono una giustizia più semplice e vogliono, appunto, una giustizia più breve.
Il punto - e credo che su questo bisogna essere chiari, nel momento in cui si parla agli italiani - è che questo provvedimento non renderà i processi più brevi. Mi rivolgo a lei, Ministro, anche come collega, visto che ho avuto la ventura di occupare prima di lei lo scranno di Ministro della giustizia. So come lei - e lei sa come me - quali sono le ragioni vere della lentezza della giustizia in Italia. I processi in Italia sono lunghi per l'inadeguatezza degli organici, che in molte procure e in molti tribunali vedono un numero di magistrati insufficiente al carico dei procedimenti e un organico che, peraltro, con il vostro provvedimento milleproroghe avete ulteriormente ridotto. La lentezza dei processi in Italia è causata dai vuoti clamorosi di personale amministrativo e le chiedo, Ministro, che queste cose le sa, quanti anni sono che non si indicono concorsi per i cancellieri, una funzione essenziale per il funzionamento delle aule di giustizia.
La lentezza dei processi in Italia è dovuta all'incertezza delle risorse finanziarie. Mi riferisco al fatto che si parla continuamente di applicazione delle tecnologie informatiche alla giustizia, ma abbiamo dovuto condurre qui, qualche mese fa, una battaglia durissima per fare rientrare i tagli all'informatizzazione che voi avevate fatto e che riducevano il ricorso a queste tecnologie e la possibilità di applicarle (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).
Lei sa come me che la lentezza della giustizia è data dal fatto che occorrerebbero riforme di carattere ordinamentale e procedurale, comprendendo il sistema delle impugnazioni, la depenalizzazione dei reati e altre misure che deflazionino il carico dei tribunali. Ma tutto questo non si fa. Se vogliamo parlare di questo siamo pronti, perché anche noi siamo interessati a dare ai cittadini una giustizia più rapida e su ciascuno di questi temi che ho evocato abbiamo avanzato delle proposte. Saranno le migliori, non lo saranno, saranno Pag. 117giuste o sbagliate, ma almeno discutiamone. Tuttavia, sono tre settimane che qui non stiamo discutendo di come dare alla magistratura degli organici più adeguati, di come investire sull'informatizzazione, di come fare delle riforme che semplifichino le procedure e i riti o di come garantire delle risorse finanziarie più certe. Gli italiani devono sapere che è la vera giustizia che interessa ai cittadini e che questi sono i veri provvedimenti che renderebbero la giustizia più rapida (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Qui, invece, da tre settimane non si discute. Qui, da tre settimane si discute di un provvedimento che non renderà il processo più breve, ma renderà la prescrizione più breve. Sarebbe come se, per far credere agli italiani che il tragitto tra Milano e Roma è più breve, si decidesse, per legge, che la distanza chilometrica non è più di 600 chilometri, ma di trecento. Tuttavia, la distanza rimane di 600 chilometri e se non si mettono dei treni veloci non si va più rapidamente da Milano e Roma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Voi fate credere, con questo provvedimento, che si accelereranno i tempi della giustizia, ma si accelererà una sola cosa: il tempo della prescrizione, parola che può sembrare, in un certo senso, oscura ma che, tuttavia, è chiara. La prescrizione è quell'istituto che a un certo punto determina che un procedimento giudiziario, che ancora non è arrivato al suo termine, viene considerato ormai archiviato e lasciato al suo destino, senza che si arrivi alla conclusione per accertare le responsabilità e dare giustizia a chi l'aspetta.
Questo provvedimento da voi presentato avrà degli effetti devastanti, perché sono 150 mila circa i processi che si prescrivono ogni anno e già questa è una cifra abnorme. Si tratta di 150 mila procedimenti che non arrivano al termine. Con questo vostro provvedimento questi processi saranno 165 mila, cioè 15 mila in più e penso che questo sia molto grave. Vi saranno 15 mila ulteriori processi che non accerteranno le responsabilità e vi saranno 15 mila o più persone vittime di soprusi che non avranno risarcito il loro diritto. Inoltre, vi saranno 15 mila o più persone, che hanno commesso un reato, che non risponderanno delle loro responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Lei, Ministro, è esperto, perché oltre ad essere un Ministro della giustizia che certamente sa gestire bene il Ministero, con intelligenza e capacità, è anche stato un avvocato, e lo è tuttora. Sa bene, dunque, che questi effetti possono essere devastanti.
Ieri, in un intervento estemporaneo - e questo ha sconcertato tutti - ha cercato di spiegarci che, in realtà, non cambiava assolutamente niente e che con questo provvedimento rimaneva tutto come prima. Ma, se rimane tutto come prima, mi spiega perché volete a tutti i costi approvare un provvedimento di questa natura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Se non cambia assolutamente niente, che fretta c'era di approvare in fretta e furia un provvedimento di questa natura? Lei sa benissimo che non è vero che non cambia niente. Cambia e cambia molto e cambia in peggio. Cambia in peggio perché voi così, con la prescrizione più breve, avete introdotto una sorta di amnistia mascherata. Le segnalo che ci sarà una prescrizione più breve - molti colleghi glielo hanno già ricordato - per reati gravissimi, quali la corruzione, il peculato, il furto, la rapina, la contraffazione di marchi e di prodotti, tutti gli omicidi colposi, lo sfruttamento della prostituzione e i danni ambientali. Tutti questi reati saranno prescrivibili più rapidamente di oggi e chi si sarà reso responsabile di questi reati avrà una possibilità in più di scappare dalle maglie della giustizia e di non rispondere delle proprie responsabilità. Non solo, adottate questa amnistia impropria violando quelle che sono le regole che la Costituzione prevede sull'amnistia perché, se si vuole amnistiare un reato, la Costituzione prevede che lo si debba fare con la maggioranza dei due terzi del Parlamento, mentre voi approvate a maggioranza semplice Pag. 118un'amnistia mascherata. Si tratta di un'amnistia senza esclusione di reati gravi - mentre quando si fa un'amnistia si escludono i reati più gravi - senza limiti temporali e, per di più, violando l'articolo 3 della Costituzione, perché voi applicate questo provvedimento alle persone incensurate e non agli altri, determinando una disparità di trattamento che la Corte costituzionale vi casserà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Tutto questo perché lo fate? Tutto questo lo fate per una semplice ragione, che hanno capito tutti gli italiani, sia quelli che vi avversano, ma oramai anche quelli che vi sostengono elettoralmente o politicamente.
Questo provvedimento viene portato in fretta e furia all'esame di questo Parlamento perché occorre evitare che il Presidente del Consiglio sia sottoposto a giudizio. Questa è l'unica ratio di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Vergogna a voi, non a noi! Siete arrivati a questo dopo che avete tentato in ogni modo di fare altre leggi ad personam che sottraessero il Presidente del Consiglio al suo giudice naturale. Siccome non siete riusciti a farlo con gli altri provvedimenti, alla fine presentate questo provvedimento che, per concedere un privilegio inaccettabile ad uno, scassa la certezza del diritto per milioni di persone (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro). Tutto questo - ho concluso, signor Presidente - lo fate utilizzando ogni vostra energia; questo è diventato l'unico tema su cui concentrate ogni energia della vostra maggioranza. Questo è plasticamente rappresentato dal fatto che siete tutti qui da settimane, compresi i ministri, quali i Ministri degli affari esteri e della difesa, che in queste settimane, con quello che succede nel Mediterraneo, avrebbero altre priorità di cui occuparsi nell'interesse del Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Fassino.

PIERO FASSINO. Questa sera potete far approvare questa legge, ma non avrete più credito nel Paese e non darete né soluzione ai problemi della giustizia, né sarete in grado di dare maggiore credibilità ad un Governo che è sempre più screditato nel Paese.
Per questo, noi sentiamo la responsabilità di parlare agli italiani e di dire loro che un'altra strada c'è (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, lo scandalo non è certamente questa proposta di legge che punta a ridurre la durata dei processi, il vero scandalo è costituito dalla situazione attuale che ha portato più volte l'Europa ad essere condannata per la lunghezza dei processi (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e consentitemi anche di aggiungere che qui si evocano fatti traumatici, come quelli avvenuti a Viareggio e L'Aquila, del tutto a sproposito. Si tratta di un'operazione di sciacallaggio (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) che respingiamo e rinviamo al mittente.
Già il Ministro ha messo in evidenza che se la norma all'esame del Parlamento fosse approvata, la prescrizione del disastro ferroviario di Viareggio maturerebbe in ventitré anni e quattro mesi, quindi nel 2032, e la prescrizione dell'omicidio colposo plurimo addirittura dopo, fino a un massimo di trentacinque anni dai fatti, quindi nel 2044.
Sgombrato il campo da questi due elementi (Commenti del deputato Colombo) vogliamo anche rispondere a un dato paradossale, quello della cosiddetta legge ad personam. Oramai qualunque provvedimento riguardante la giustizia può coinvolgere o sfiorare Berlusconi visto che egli dal 1994 è sottoposto ad un inusitato bombardamento giudiziario (Commenti dei Pag. 119deputati del gruppo Partito Democratico): 28 processi, 2.300 udienze, circa 500 perquisizioni, migliaia di intercettazioni, dunque il vero scandalo è la sistematica persecuzione ad personam (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) di cui è vittima Berlusconi.
Questa persecuzione deriva da una ragione politica di fondo: Berlusconi scendendo in politica nel 1944 (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), nel 1994, e ottenendo nel 2008, con il PdL e la coalizione, oltre 17 milioni di voti, ha impedito alla sinistra di prendere il potere e ciò non gli viene perdonato, per cui egli deve essere distrutto (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Questo si intreccia con la tendenza di una parte della magistratura che ha teorizzato l'uso alternativo del diritto e che mette in pratica sul terreno della giurisdizione la sentenza creativa, che innova rispetto alla stessa legge, e la sentenza anticipata, l'avviso di garanzia a mezzo stampa, intercettazioni riguardanti anche la vita privata propalate attraverso la violazione del segreto istruttorio (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Insomma, l'obiettivo è quello di distruggere una persona indipendentemente dalla sentenza formale, che può arrivare anche dopo dieci anni.
Questo meccanismo che riguarda Berlusconi è avvenuto già un'altra volta nella storia del nostro Paese e riguarda la vicenda del 1992-1994 e di Tangentopoli, che è stata un pezzo del sistema Italia, un pezzo organico derivante dal fatto che fino all'adesione al Trattato di Maastricht i grandi gruppi del capitalismo italiano non sapevano dove stesse di casa la libera concorrenza e il mercato (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), per questo stabilirono un rapporto collusivo con lo Stato e quindi con i partiti, con tutti i partiti: la DC, il PSI, i partiti laici e il Partito comunista italiano (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Il PCI aveva tre fonti di finanziamento: l'Unione Sovietica (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), le cooperative rosse con cui c'è un rapporto (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) di conflitto di interessi occulto...

PRESIDENTE. Aspetti, onorevole Cicchitto. Pregherei i colleghi di consentire all'onorevole Cicchitto di svolgere il suo intervento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FABRIZIO CICCHITTO. ...e anche un rapporto corruttivo con i privati.
L'esistenza di questo rapporto corruttivo ci è ricordata in un bel libro dall'onorevole Di Pietro, che dice: «abbiamo provato di certo che Gardini effettivamente un miliardo l'ha dato, abbiamo provato di certo che l'ha portato alla sede di Botteghe Oscure, abbiamo provato di certo che in quel periodo aveva motivo di pagare tangenti a tutti i partiti, perché c'era in ballo un decreto sulla defiscalizzazione della compravendita Enimont, cui teneva moltissimo».
Ma a quel punto scatta il garantismo insito nella personalità dell'onorevole Di Pietro, che dice: «il problema è che per inquisire qualcuno avevamo bisogno di avere un nome, un soggetto o una persona fisica, allora chi dovevamo inquisire per quanto riguardava il PCI: il signor Botteghe Oscure, nato a..., residente a...? Tutte le persone che quel giorno erano negli uffici dell'allora PCI non sanno o non vogliono dire esattamente chi ci stava quel giorno ad attendere Gardini (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Domandiamo se - è sempre Di Pietro che parla - c'era Occhetto, c'era D'Alema, c'era Visco?».
Allora, il punto è che nella vicenda Mani Pulite tutti erano coinvolti, però ci sono stati due pesi e due misure (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Iniziativa Responsabile). Un pezzo della Democrazia Cristiana, il Partito Socialista e i partiti laici sono stati distrutti, la sinistra democristiana e il Partito Comunista sono stati salvati (Applausi Pag. 120dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo vuol dire che prima nel 1992-1994 e poi dal 1994 ad oggi c'è, da parte vostra e di alcune procure, un uso politico della giustizia come arma impropria da parte di una sinistra, che surroga in questo modo la sua debolezza politica e programmatica.
Questa è la ragione di fondo per cui il nostro bipolarismo è atipico rispetto al resto dell'Europa, perché è un bipolarismo selvaggio, che da parte vostra ha per obiettivo la criminalizzazione e la distruzione dell'avversario.
Voi in effetti volete processare Berlusconi e con lui il centrodestra non solo nelle aule giudiziarie, ma anche nelle piazze, e noi vi diciamo che non ci faremo processare nelle piazze (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Iniziativa Responsabile - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Noi vi diciamo che non abbiamo nei vostri confronti nessun complesso di inferiorità e, quindi, ci batteremo a fondo contro di voi (Dai banchi del gruppo del Partito Democratico si grida: P2, P2, P2!)!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi!

FABRIZIO CICCHITTO. Noi non abbiamo complessi di inferiorità, ci batteremo e lo stiamo dimostrando qua, dove, tra l'altro, appena c'è stato il voto segreto, alcuni voti vostri sono venuti in questo schieramento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Iniziativa Responsabile - Congratulazioni - Dai banchi del gruppo Partito Democratico si grida: P2, P2, P2! - Alcuni deputati del gruppo Partito Democratico esibiscono copia della Costituzione italiana).

PRESIDENTE. Sono così concluse le dichiarazioni di voto finale per le quali è stata prevista la ripresa televisiva diretta.
Vi sono quattro colleghi che hanno chiesto di intervenire a titolo personale. L'onorevole Mannino ne ha facoltà, per due minuti. Prego, onorevole Mannino.

CALOGERO MANNINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, se la nostra Costituzione avesse ancora nel suo seno l'articolo 68 nella originaria formulazione, il Parlamento vedrebbe risparmiata anche la fatica e la contraddizione di questa seduta (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Iniziativa Responsabile). Le opposizioni contestano legittimamente il provvedimento e il Governo legittimamente, in ragione del principio di maggioranza, lo sostiene.
L'obiettivo in un contesto più complesso, con molta franchezza, è anche la prescrizione di un'ipotesi di reato che viene contestata in un dato processo al Presidente del Consiglio. La maggioranza ed il suo leader se ne sono assunti la responsabilità morale e politica con questo provvedimento di fronte alla comunità nazionale degli italiani. Vorrei che ci riflettessimo. Ritengono di averne la comprensione e il sostegno.
Si viene a determinare una impasse - io dico un vero e proprio circuito istituzionale e politico - che si ripropone continuamente e si è riproposta continuamente in questi quindici anni nella vita politica italiana. Ne è caduto anche il Governo Prodi.
Questo conflitto ha trovato sino ad oggi la soluzione in leggi cosiddette ad personam, cioè leggi d'eccezione, direbbe Karl Schmitt.
Alcune volte queste leggi hanno trovato l'inciampo della Corte costituzionale (in questa legislatura l'inciampo si è già ripetuto). Le opposizioni ritengono che, svolgendo il massimo di resistenza e di contrasto, realizzino l'effetto proprio della loro funzione. Politicamente è così, ma non è così! La sterilità dell'azione stessa pregiudica la causa.
Allora, occorre, onorevoli colleghi, una buona volta per tutte, se non vogliamo lasciare il Paese in preda a questo insanabile contrasto che si è ormai sviluppato...

Pag. 121

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Mannino.

CALOGERO MANNINO. ...tra la politica, potere legislativo ed esecutivo, e il potere giudiziario, ripristinare l'articolo 68 della Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Iniziativa Responsabile).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mannino.

CALOGERO MANNINO. Signor Presidente, il mio voto favorevole al provvedimento - è giusto che lo precisi - è la contraddizione che vuole segnalare un tema logicamente obbligatorio tanto per l'attuale maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Iniziativa Responsabile)...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mannino. Il suo tempo è terminato.

CALOGERO MANNINO. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. La Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, sono ventuno anni che, in questo nostro Paese - chiunque abbia governato - non viene concessa l'amnistia secondo quanto previsto dalla Costituzione. Ventuno anni! Nel frattempo, abbiamo avuto 17 milioni di prescrizioni, cioè abbiamo avuto un'amnistia mascherata, abbiamo avuto 17 milioni di processi cancellati; quei processi che fanno aumentare la carta sulla scrivania di un magistrato, quei processi che, in questo nostro Paese, possono vedere solamente questo tipo di amnistia.
Ebbene, voglio ricordare che vi è una forma di amnesia, di dimenticanza, che riguarda coloro i quali, in condizioni indegne, sono costretti a vivere o a morire nelle nostre carceri. Nel solo mese di aprile sono morti otto detenuti, sei suicidi e due da accertare. Sono morti anche due agenti di polizia penitenziaria, un siciliano e un sardo. Credo che un Paese civile dovrebbe porsi questi problemi.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Bernardini.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, ho concluso. Spero che questi nomi, queste otto vite cancellate siano nella coscienza di ciascuno di noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laboccetta. Ne ha facoltà.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, convintamente e con soddisfazione approviamo questo provvedimento. Noi ci siamo impegnati sul processo breve, altri hanno riformato il processo verbale!
Vorrei ringraziare il Ministro Alfano per il coraggio, la pazienza e la determinazione, ma vorrei cogliere questa importante occasione per dare la mia solidarietà personale e politica a un nostro ex parlamentare, l'onorevole Matteo Brigandì, che oggi, proprio oggi, ha dovuto subire un provvedimento sostanzialmente ingiusto, che non fa certo onore al Consiglio superiore della magistratura (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Si tratta di una decisione senza precedenti, grave e inopportuna, che ritengo che questo Parlamento debba sottolineare (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mussolini. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, per chiudere la giornata, ho Pag. 122ascoltato l'intervento dell'onorevole Giorgio La Malfa, con questa acredine e gli insulti contro il Popolo della Libertà e il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Poi mi sono chiesta: ma si tratta di un caso di omonimia o è lo stesso Giorgio La Malfa che si è candidato capolista nelle Marche con i nostri voti e grazie alla generosità del Presidente Silvio Berlusconi? Non sputare nel piatto dove hai mangiato, purtroppo non solo tu (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Moroni. Ne ha facoltà.

CHIARA MORONI. Signor Presidente, intervengo solo perché non posso accettare che in quest'Aula il Presidente Cicchitto strumentalizzi la storia di Tangentopoli e del 1992 (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori), in cui un'intera classe dirigente si è fatta processare nelle aule dei tribunali - vi è chi ha pagato personalmente, politicamente anche con la vita -, e quei processi in piazza, che ha ricordato il Presidente Cicchitto e che le televisioni del Presidente del Consiglio hanno contribuito fortemente ad alimentare, vengano oggi utilizzati come paravento per difendere una legge ad personam (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) che vuole sottrarre una persona ad un giusto processo (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3137-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3137-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 3137-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione con il seguente nuovo titolo:
S. 1180 - «Disposizioni in materia di spese di giustizia, danno erariale, prescrizione e durata del processo» (Approvata dal Senato) (3137-A):

(Deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori esibiscono copia del testo della Costituzione italiana - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)

Presenti e votanti 610
Maggioranza 306
Hanno votato 314
Hanno votato no 296

(La Camera approva - Vedi votazionia - Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Dai banchi del gruppo Partito Democratico si leva il grido: «Vergogna!» - Deputati del gruppo Italia dei Valori mostrano cartelli con scritto: «Crac Parmalat: nessuna giustizia»; «Rogo Thissenkrupp: nessuna giustizia»; «Processo Eternit: nessuna giustizia»; «Strage di Viareggio: nessuna giustizia»; «ILVA Taranto: nessuna giustizia»; «Processo Cirio: nessuna giustizia»; «Clinica Santa Rita: nessuna giustizia»; «Fincantieri Palermo: Pag. 123nessuna giustizia»; «32 morti per la strage di Viareggio senza giustizia per difendere un corruttore»).

Prego i colleghi di togliere immediatamente i cartelli che stanno esponendo! (Gli assistenti parlamentari rimuovono i cartelli).

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge (ore 20,21).

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge della quale la sottoindicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:
alla VII Commissione (Cultura):
S. 2146 - GRIMOLDI ed altri: «Aumento del contributo dello Stato in favore della Biblioteca italiana per ciechi »Regina Margherita« di Monza e modifica all'articolo 3 della legge 20 gennaio 1994, n. 52, concernenti le attività svolte dalla medesima Biblioteca» (Approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dal Senato) (2064-B).

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 20,22).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sono lieto che sia stato lei a presiedere sinora. Mi dia soltanto la possibilità, in venti secondi, di precisare una questione.
Questa mattina sono intervenuto sul processo verbale per esprimere il mio pensiero e, ovviamente, non ho scelto a caso quella sede per esprimere un mio pensiero altrimenti, diversamente, sarei intervenuto sull'ordine dei lavori.
Nel mio intervento le ho esposto, signor Presidente, le ragioni della mia personale critica alla sua conduzione. Da ciò è derivata una pubblicistica di stampa dalla quale sembra che la mia opinione sia sulla sua persona in quanto Presidente della Camera, su come ha condotto fino ad oggi i lavori e anche su come sta lavorando.
Vorrei semplicemente precisare che il mio riferimento era al periodo di conduzione di questa vicenda relativa al processo breve. Ho detto che lei si è assunto delle responsabilità che non condivido, che contesto, marcando molto più fortemente di quanto non è accaduto con altri Vicepresidenti di maggioranza, che pure sono stati seduti al banco della Presidenza. Lei, ovviamente, ha tutto il diritto di farlo, io mi sono preso il diritto di contestarla, ma vorrei che rimanesse assolutamente chiara la mia stima nei suoi confronti.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giachetti. La stima è reciproca.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 20,26)

MARIO LOVELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, voglio cogliere l'occasione della conclusione di questo dibattito per chiedere, tramite lei, al Governo che venga a rispondere al più presto ad una mia interrogazione, riguardante la situazione in atto nel comune di Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, dove, come è noto, si registra una situazione veramente allarmante per la strage che si è perpetrata in questi anni a causa della lavorazione dell'amianto e rispetto alla quale è in corso un processo presso il tribunale di Torino, iniziato il 6 aprile 2009 e che riguarda 2.889 persone, che risultano vittime Pag. 124di questa strage. Penso che, a conclusione di questa giornata, la prima valutazione riguardi la possibilità che queste persone abbiano la giustizia dovuta. Di questo si discuterà a Casale Monferrato il 28 aprile prossimo venturo, in occasione della giornata mondiale delle vittime dell'amianto, durante la quale sarà affrontato il problema.
Penso che per quell'occasione il Governo dovrà dare una risposta alla mia interrogazione, che sollecita l'intervento dell'Esecutivo per il piano di bonifica di quella zona, e far sì che non si registrino le condizioni per cui, anche a seguito delle norme oggi approvate dalla maggioranza, il processo in corso possa trovare degli intoppi sulla sua strada.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, la Corte costituzionale in una serie di sentenze ha introdotto alcuni beni giuridici, che in realtà già esistevano nella Costituzione, ma sono state fortemente ribaditi. Mi riferisco al principio della terzietà, ma soprattutto a quello della serenità di giudizio. Ebbene, noi in quest'Aula, in un momento topico di questa discussione, ovvero mentre il capogruppo del PdL concludeva la discussione con un intervento politico e fortemente storico, intriso di questa cultura di garantismo che tutti gli riconosciamo, abbiamo assistito ad un episodio sgradevolissimo: dai banchi dell'opposizione si sono alzati dei parlamentari gridandogli «P2» (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). E fra questi parlamentari, sceso dal banco fin sulle scale, c'era il Vicepresidente della Camera.
Signori, non basta essere terzi, sereni ed apparire terzi: c'è una parola che si chiama «esempio» e se il Vicepresidente della Camera non dà l'esempio di terzietà, di sobrietà e soprattutto di rispetto, è difficile pretenderlo dagli altri (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANDREA SARUBBI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, purtroppo devo tenermi un poco alla larga dalle polemiche d'Aula, perché vorrei commemorare un Paese, molto vicino all'Italia per certi versi. È un Paese dal quale vengono diverse migliaia di nuovi italiani, ragazzi che sono stati adottati dalle nostre famiglie e che vivranno il resto della loro vita qui. Questo Paese è la Bielorussia.
La Bielorussia ha vissuto due giorni fa il primo attentato terroristico della sua storia, un attentato alla metropolitana di Minsk, che ha provocato 12 morti e un centinaio di feriti. È di poco fa la notizia che alcuni dei colpevoli si sono costituiti dopo essere stati fermati dalla polizia, ma oggi in Bielorussia è una giornata molto triste, una giornata di lutto e l'ambasciata in Italia e i vari consolati della Bielorussia hanno chiesto a quanti hanno delle responsabilità pubbliche di ricordare questo Paese e di ricordare la sofferenza dei suoi cittadini. È, infatti, un Paese che, pur in un'area che ha vissuto dei traumi, come è l'area dell'ex Unione Sovietica, non aveva mai finora vissuto il trauma più grande, che invece per esempio nel Caucaso conoscono bene, quello del terrorismo.
Ed allora il mio è un ricordo ed anche una preghiera, perché l'avvenire della Bielorussia sia un avvenire sempre di pace e di convivenza civile, come è stato finora.

RITA BERNARDINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, il capogruppo del PdL, onorevole Cicchitto, nella sua ricostruzione, che l'onorevole Sisto ha definito di carattere anche storico, ha compiuto un grosso errore.
Posso capire la foga dell'intervento, ma la sua ricostruzione storica è sicuramente sbagliata e sommaria. Egli ha detto che tutti i partiti hanno fatto parte di quel sistema che portava alle tangenti, alla dilapidazione del patrimonio pubblico Pag. 125(tutti in una stessa barca). No, perché se facciamo una ricostruzione storica dobbiamo ricordarci che fu lo stesso Bettino Craxi, nel suo discorso importante che fece alla Camera dei deputati e che Radio Radicale ha ritrasmesso più volte, a correggersi, dicendo proprio rivolto a Marco Pannella che protestava: «quasi tutti».
Vorrei sottolineare che noi Radicali, il Partito Radicale, e i suoi movimenti fanno parte di quel «quasi» (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

SOUAD SBAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SOUAD SBAI. Signora Presidente, onorevoli colleghi, ancora una volta mi rivolgo all'Assemblea per denunciare fatti di gravissima entità accaduti in Iran. Il regime di Ahmadinejad integralista, estremista, oscurantista, agisce e colpisce ormai in tutta libertà. Solo ieri l'ennesima strage di civili, almeno trenta secondo stime ufficiose. Mi piacerebbe poter dire ad un iraniano dissidente che il mondo guarda a Teheran con grande attenzione, e che è pronto ad intervenire per salvare i suoi cittadini dall'oppressione e dalla morte. Purtroppo, non posso perché il mondo ha voltato le spalle agli iraniani uccisi e umiliati nella loro dignità di popolo antico e nobile. Credo che l'Unione europea, invece di girare attorno alle tematiche, debba attivarsi affinché vengano chiarite in pieno le responsabilità di questo genocidio. Non è più accettabile vedere ogni giorno che gli iraniani muoiano a centinaia, mentre la comunità internazionale è in tutt'altro intento.
Vorrei ricordare anche ai colleghi la storia del ragazzo blogger, Nabil Sanad, appena ventenne (quello che ha fatto la vera rivoluzione a piazza Tahir): l'altro ieri è stato condannato a tre anni di reclusione per aver detto cose normali, nel senso che ha posto solo alcune questioni di libertà. Faccio formalmente appello al Ministro Frattini, che ha molto a cuore la tematica dei diritti umani e di libertà, perché faccia pressione sull'ONU, sull'Unione europea affinché si chiarisca come e perché Sanad, ragazzo blogger giovanissimo, è stato condannato, e affinché si chieda che venga - se possibile - immediatamente rimesso in libertà, visto che i Fratelli musulmani oggi hanno preso non solo piazza Tahir ma tutto il Governo e tutto l'Egitto.
Non è una bella situazione, non solo per questi blogger ma anche per le associazioni che ci hanno contattato, associazioni di donne che non hanno la possibilità di presentarsi a queste elezioni. Se possiamo fare qualcosa come parlamentari dobbiamo aiutare queste comunità.

GIACOMO CHIAPPORI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO CHIAPPORI. Signor Presidente, intervengo per unirmi al dolore di tutti. Mi riferisco a quello che ho sentito qui prima, agli iraniani, ai bielorussi, a tutto quello che è il dolore nel mondo, compresi gli episodi oggi citati per contrastare un provvedimento che fortunatamente abbiamo approvato. Però non ho sentito in quest'Aula (oppure non mi sono reso conto, forse mi è sfuggito) qualcuno che si unisse al dolore di quella famiglia di Ventimiglia, la famiglia Allavena, che ha perso il padre sceso per salvare il figlio da quattro rumeni: è stato massacrato a colpi, calci e pugni; è stato steso lì e nessuno - forse magari perché era italiano - si è reso conto che era successo un fatto così grave a Ventimiglia.
Spero che dato che c'è la flagranza di reato non venga fuori da parte di qualche giudice qualche piccolo rimproverino e i quattro rumeni possano andare via indiscriminatamente in questo Paese. Devono essere presi, ma soprattutto non messi nelle nostre carceri, ma mandati a casa loro perché questo è il modo per levarceli definitivamente, come diceva Barbato ed è un'espressione che non è mia, dalle balle.

EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

Pag. 126

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signora Presidente, prima un sollecito per un'interrogazione a mia firma in realtà svolta in Commissione per l'utilizzo da parte di un Ministro di un volo di Stato per la tratta Cuneo Levaldigi-Roma Ciampino. L'interrogazione è stata presentata il 16 febbraio ed è la n. 5-04224.
In secondo luogo, prima, nel corso del dibattito non ho avuto modo di leggere compiutamente le dichiarazioni incredibili che ha reso l'europarlamentare della Lega, onorevole Speroni, che penso producano troppo silenzio insieme a quelle che ha recitato ieri il Viceministro Castelli. Dice l'onorevole Speroni: mitragliamoli come fanno i tunisini con i pescherecci. È lecito usare le armi per fermare l'invasione di acque territoriali. Molto spesso quando i nostri pescherecci disarmati si avvicinano alle coste tunisine vengono mitragliati. Noi usiamo lo stesso metodo. Aggiungo, signora Presidente, che Speroni azzarda poi un esempio storico. Afferma: Hitler ha sbagliato tutto. Se fosse vissuto nei giorni nostri avrebbe mandato dei tedeschi con i barconi a invadere il mondo e nessuno avrebbe potuto fermarlo perché ci sono le ragioni umanitarie. E continua concludendo: noi in Libano e in Afghanistan stiamo usando le armi, perché non dobbiamo usarle per difendere i nostri confini? Ritengo, signora Presidente, che ovviamente ognuno ha il diritto di esprimere le proprie opinioni, ma non si stia considerando con sufficiente attenzione nel Paese la pericolosità di queste affermazioni, in particolare quelle di un membro del Governo - e sono basito che nessun esponente del Governo abbia trovato il tempo di commentare le parole dei Viceministro Castelli - e rinnovo l'invito affinché il Governo esprima il proprio dissenso da quelle parole cariche di odio e di violenze, e così pericolose.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo sia opportuno ristabilire per quanto è possibile in questo Parlamento, un serio modo di lavorare e di rapportarsi anche tra colleghi soprattutto evitando una sorta di ginnastica che, in maniera poco nobile, alcuni colleghi non mancano di svolgere, soprattutto quando a fine seduta si interviene sull'ordine dei lavori. Uno degli esempi di questo ginnastica è rappresentata dall'intervento che l'onorevole Sisto ha fatto attaccando personalmente la Presidente Bindi, giudicando i comportamenti della Presidente nel momento in cui la Presidente svolgeva la funzione che tutti noi svolgiamo e nel momento più alto e solenne del voto, interpretando a suo modo ciò che l'onorevole Bindi sostanzialmente avrà modo di dire se lo ritiene opportuno direttamente lei con una precisazione. Non penso che valga la pena dover rispondere a interventi, che più che essere di carattere politico e istituzionale, rasentano l'insulto e l'attacco personale alle massime cariche di questa istituzione, che hanno invece il bisogno di essere sempre più sostenute dai colleghi e soprattutto in un momento nel quale è visibile a tutti la difficoltà di rapportarsi positivamente da parte dei cittadini alle stesse istituzioni.
In un momento così difficile, svolgere questa ginnastica di attaccare dall'interno le istituzioni e le cariche istituzionali, e farlo non in funzione del confronto politico, non in funzione della discussione politica, non agevolando il dialogo tra le parti, anche nella differenziazione delle posizioni politiche, ma attraverso l'insulto e l'attacco personale, diventa sempre più, signor Presidente, questa una ginnastica insopportabile, alla quale se possibile dobbiamo porre fine con un intento comune, con un lavoro comune, con una volontà politica di noi tutti, da parte di tutti i gruppi. Anche da questo punto di vista, non posso non rappresentarle il sostegno e la solidarietà per l'attacco che le è stato rivolto personalmente in questa sede dall'onorevole Sisto, ed è la solidarietà mia Pag. 127personale e di tutto il gruppo che rappresento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Quartiani.

ANTONELLO GIACOMELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONELLO GIACOMELLI. Signor Presidente, mi scuso ma ho riflettuto e trovo difficile evitare di intervenire. Ho sentito poco fa nell'intervento dell'onorevole Cicchitto citare a sproposito una frase di Aldo Moro: «Non ci lasceremo processare nelle piazze». Trentatré anni fa, in questi giorni, Aldo Moro era nelle mani delle Brigate Rosse e si avviava verso il suo personale calvario. Trentatré anni fa, in questi giorni, il presidente Cicchitto era membro della P2, così come lo era il Presidente del Consiglio Berlusconi, cioè di quella associazione - come ha coraggiosamente messo in luce il lavoro di un'altra grande donna delle istituzioni, Tina Anselmi - il cui ruolo in quella drammatica vicenda e in altre torbide storia del nostro Paese è tutt'altro che chiaro. Ho trovato quella citazione così stridente che non posso fare a meno di sottolineare, perché rimanga agli atti, che non credo vi sia nessun pulpito da cui una persona che è stata membro della P2, per quello che la P2 ha rappresentato in questo Paese, possa ergersi a giudicare culture, storie politiche, partiti, uomini che sono stati il perno della democrazia e delle istituzioni in questo Paese e tanto meno citando a sproposito e strumentalizzando, con un suono che sembra a molti di noi offensivo, frasi di quella personalità, come Aldo Moro, che credo che si possa definire senza alcuna retorica davvero uomo dello Stato e delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giacomelli. Avrei preferito svolgere questo mio breve intervento a titolo personale dal mio posto che occupo qui come parlamentare. Non siamo riusciti a trovare nessun vicepresidente che potesse sostituirmi perché io potessi svolgere il mio intervento a titolo personale e quindi lo faccio qui, per interloquire anch'io con le espressioni dell'onorevole Sisto.
Ringrazio l'onorevole Quartiani, così come ringrazio anche l'onorevole Giacomelli. Può anche darsi che non si debba gridare quando si siede in Parlamento, questo purtroppo avviene e fa parte un po' di quella dialettica parlamentare che forse non riusciremo mai, credo, ad evitare ed a sopprimere e qualche volta credo anche che forse sarà bene che questo non avvenga.
Per il contenuto delle mie parole leggo su Wikipedia - che tutti sanno essere una fonte di informazioni nella quale ciascuno di noi può intervenire per correggere eventuali imprecisioni o errori che riguardano la nostra persona - alla voce Fabrizio Cicchitto leggo: «Dopo essersi iscritto, fascicolo numero 945, tessera 2.232, data di iniziazione 12 dicembre 1980, alla loggia massonica P2, venne estromesso dal PSI. Riammesso nell'ottobre del 1987 da Bettino Craxi, seppure in ruoli marginali, ha poi adottato le posizioni di segretario del PSI fino alla dissoluzione del partito a causa delle inchieste di Mani Pulite».
Come dire, ho gridato la verità, onorevole Sisto, una verità che è stata accertata, tra l'altro, dalla Commissione d'inchiesta presieduta da una grande donna, come ha appena detto l'onorevole Giacomelli, l'onorevole Tina Anselmi. Anch'io voglio, in qualche modo, motivare la ragione per la quale ho reagito gridando «P2, P2». Certo, se a me gridassero «Azione cattolica, Azione cattolica», non mi offenderei: era l'associazione alla quale ero iscritta prima di iniziare il mio percorso in politica.
Ho ritenuto giusto gridare la verità, perché credo anch'io che in quest'Aula nessuno possa permettersi di strumentalizzare le parole del Presidente Aldo Moro. Le parole che furono pronunciate qui da Aldo Moro «non ci lasceremo processare nelle piazze», furono pronunciate da una persona che aveva la dignità per poterle Pag. 128pronunciare. E il martirio di Aldo Moro è la prova della sua dignità. Ritengo, quindi, che nessuno se ne possa appropriare in maniera strumentale e indebita, tanto più se, nel 1980, si era iscritti alla loggia massonica P2. Questo dovevo a titolo personale.

RAFFAELE FITTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo? Come membro del Governo?

RAFFAELE FITTO. No, signor Presidente, chiedo di parlare a titolo personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELE FITTO. Signor Presidente, chiedo la parola a titolo personale e non a caso non dai banchi del Governo, ma dai banchi del mio gruppo di appartenenza. Infatti, signor Presidente, al di là del merito delle considerazioni che lei ha fatto, che legittimamente può tranquillamente fare in quest'Aula come ogni collega, è gravissimo che, questa sera, qui, in quest'Aula, dopo l'episodio che è stato stigmatizzato giustamente o meno da parte dell'onorevole Sisto - questa è una sua valutazione - abbia appena detto tutto ciò che ha detto seduta in quel posto. Infatti, è la conferma della considerazione che ha del ruolo che sta occupando in questo momento, perché tutto ciò che ha detto avrebbe potuto tranquillamente dirlo dai banchi del suo gruppo.

ANDREA SARUBBI. La bilocazione non esiste!

RAFFAELE FITTO. Il fatto che lei si sia seduta, ancora una volta, nel banco della Presidenza della Camera dei deputati per dire che...

PRESIDENTE. Onorevole Fitto...

RAFFAELE FITTO. Mi faccia terminare, signor Presidente...

PRESIDENTE. Termini pure, onorevole Fitto, ma ho fatto una premessa.

RAFFAELE FITTO. Mi faccia terminare, poi lei potrà fare le sue considerazioni.

PRESIDENTE. Sono stata offesa come Vicepresidente, onorevole Fitto.

RAFFAELE FITTO. Io adesso non la sto offendendo, quindi, mi faccia terminare. Sto dicendo che è gravissimo che lei, dopo l'episodio che c'è stato, anziché dire le cose che legittimamente avrebbe potuto dire dai banchi del suo gruppo, ritorni al posto della Presidenza della Camera dei deputati per dire delle cose che sicuramente non può dire seduta in quel posto, perché conferma la sua valutazione rispetto a quel ruolo, che tutto è fuorché terzietà che dovrebbe, invece, caratterizzare quel posto.
Signor Presidente, questo è un fatto gravissimo, visto che lei lo diceva evidentemente per il resoconto, in un'Aula quasi vuota: andando via ho ascoltato dal monitor e ho sentito il dovere di rientrare in Aula a chiederle la parola e dire quanto sto dicendo, perché è gravissimo ciò che lei ha fatto questa sera. Completa, probabilmente, una «due giorni» sulla quale vi sarebbe da riflettere molto circa il ruolo di terzietà della Presidenza della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Fitto, le faccio notare, primo: che io sono stata offesa come Vicepresidente. Secondo: che ho chiesto a tutti i colleghi Vicepresidenti di venire a presiedere, proprio perché - e l'ho premesso - intendevo fare questo intervento. Avrei preferito se avessi potuto, e l'ho fatto da qui, perché posso farlo.

RAFFAELE FITTO. Avrebbe potuto farlo domani mattina.

PRESIDENTE. No, onorevole Fitto, mi dispiace tanto, la vicenda si è consumata in questa seduta...

Pag. 129

RAFFAELE FITTO. Mi spiace per lei...

PRESIDENTE. E in questa seduta era giusto che io dicessi quello che ho detto. Le mie parole sono attribuibili a me...

RAFFAELE FITTO. È gravissimo.

PRESIDENTE. ...sono attribuibili a me come membro di questo Parlamento e anche come Vicepresidente, perché come Vicepresidente mi è stata rivolta dall'onorevole Sisto, in maniera assolutamente impropria, un'accusa.

RAFFAELE FITTO. Si sbaglia proprio.

PRESIDENTE. È stata messa in gioco la mia terzietà come ha fatto lei in questo momento. E questo non glielo consento.
Sia chiaro che questo non glielo consento, perché l'Aula è stata diretta in questi giorni in maniera assolutamente esemplare da tutti noi, con l'avallo della Presidenza, con il riconoscimento della Conferenza dei presidenti di gruppo, nel rispetto del Regolamento e con molti precedenti.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, intervengo solo per riportare tutti, e anche lei, Presidente, ad una certa pacatezza, perché credo che lei si stia lamentando di essere stata accusata, ieri, dal nostro presidente di gruppo, di una conduzione non imparziale. È questo che lamentava, Presidente?

PRESIDENTE. Onorevole Stracquadanio, io ho risposto adesso all'onorevole Fitto per giustificare il motivo per il quale io ho risposto all'onorevole Sisto, che ha parlato quando io ho sostituito il Presidente della Camera. L'onorevole Sisto ha chiesto la parola a titolo personale e ha avuto da ridire sul mio comportamento. Ho allora cercato i miei colleghi, perché venissero alla Presidenza, perché avrei preferito fare quest'intervento dal mio banco.

RAFFAELE FITTO. Avrebbe dovuto!

ANTONIO DISTASO. È una cosa scandalosa!

PRESIDENTE. No, onorevole Fitto, perché non è tolto neanche a me il diritto di essere parlamentare, tanto più che mi è stato rivolto come Vicepresidente.

RAFFAELE FITTO. La ringrazio del chiarimento.

PRESIDENTE. E adesso si è aggiunta un'osservazione e un'insinuazione su questi due giorni, sui quali, torno a ripetere, vi è stata una Conferenza dei presidenti di gruppo, vi è stata un'assunzione di responsabilità e di condivisione da parte del Presidente ed è stato fatto riferimento esplicito a precedenti che, se vuole, glieli enumero adesso tutti. Quindi non è possibile accogliere questo tipo di osservazioni.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Se posso completare, ho compreso quello che mi ha detto, ed era su un altro aspetto che volevo intervenire e che mi ha colpito. L'ho ascoltato dai monitor, Presidente, quindi, se ho sbagliato a comprendere è ovvio che le mie considerazioni saranno considerate ultronee. Tuttavia, ritengo che non possiamo accettare, tutti, in questo Parlamento, che possano essere date patenti di dignità a chicchessia, e tanto meno lo possa fare qualcun dal banco della Presidenza. Perché l'affibbiare la patente di dignità in relazione a fatti storici, nel momento in cui qui siamo tutti con lo stesso titolo, che ci dà pieno diritto di rappresentare il popolo italiano secondo quello che prescrive l'articolo 67 della Costituzione e, quindi, la dignità è di tutti e la manifestiamo e la rispettiamo in tutte le sedi e in tutti i modi. Pag. 130
Se dallo scranno della Presidenza, Presidente, si dà un giudizio di indegnità nei confronti di un collega, perché lei ha detto che non è degno di...

PRESIDENTE. Onorevole Stracquadanio, c'è il resoconto stenografico. La prego...

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Ho capito.

PRESIDENTE. Non ho detto questo.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Riferendosi a Moro, riferendosi alle parole di Aldo Moro...

PRESIDENTE. Non ho detto questo, ho detto che nessuno, nessuno... perché si sta basando... facciamo per risparmiare anche tempo.

RAFFAELE FITTO. Lo faccia finire!

PRESIDENTE. Onorevole Fitto, mi scusi. Onorevole Stracquadanio, siccome lo so, non mi sarei mai permessa, ho detto che nessuno di noi, nessuno di noi, può permettersi di usare quelle parole che Aldo Moro aveva dignità di pronunciare, e la sua dignità è stata provata dal suo martirio. Nessuno di noi può permettersi di farle proprie in senso strumentale e in senso di battaglia politica contro gli altri. Mi sarei ben guardata dal dire che qualcuno è indegno di farlo. Sia chiaro, stia tranquillo.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Ha aggiunto qualcosa, lei ha aggiunto «Soprattutto se qualcuno era iscritto...

PRESIDENTE. Ma non ho detto questo!

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Lei ha fatto un'evocazione precisa.

PRESIDENTE. Non ho detto questo!

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Non ha citato la loggia P2, Presidente?

PRESIDENTE. Non ho detto questo. Ho detto che siccome sono stata accusata di gridare «P2, P2», ho detto che questa era la verità.

SOUAD SBAI. Da là doveva dirlo!

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Non l'ha citata dal quel banco?

PRESIDENTE. Ma non ho collegato le due cose.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Da quello scranno...

PRESIDENTE. C'è il resoconto stenografico, non ho dato dell'indegno a nessuno.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Presidente, ci sarà il processo verbale domani...

PRESIDENTE. Stia tranquillo.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Però le chiedo soltanto...

PRESIDENTE. Per favore onorevole, stia tranquillo.

SOUAD SBAI. Non ha finito!

PRESIDENTE. Ha finito, ha finito. C'era un richiamo al Regolamento.

SOUAD SBAI. Non ha finito di parlare!

PRESIDENTE. Onorevole Stracquadanio, le tolgo la parola. Se lei basa il suo intervento su un equivoco io la devo fermare (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

Pag. 131

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, mi scuso con i colleghi che hanno tutto il diritto, come si fa nella parte riservata all'ordine dei lavori, di iscriversi e fare le proprie considerazioni. Siamo nella fase degli interventi sull'ordine dei lavori e non in una discussione assembleare; alcuni hanno da sottolineare alcune cose e altri lo devono fare per fatto personale.
Io voglio solo fare presente ai colleghi e anche al collega Fitto - sono già intervenuto precedentemente su quanto ha detto l'onorevole Sisto e quindi evidentemente non mi ripeto - che faccio solo un richiamo al Regolamento al fine di evitare fraintendimenti, dopo di che ciascuno ha diritto qui di intervenire per fatto personale e lo farà.
Siccome una Presidente dell'Assemblea è stata chiamata in causa dall'intervento di un collega, che in questo caso era quello del collega Sisto, vorrei ricordare che il Regolamento, che disciplina le questioni di fatto personale all'articolo 42, comma 1, non impedisce a chi presiede, se è stato tirato in ballo da una altro collega, di intervenire e di difendersi.
Sarebbe preferibile che lo facesse dai banchi del proprio gruppo, ma per fare questo devono occorrere le condizioni per le quali lo si possa fare. E, poiché l'onorevole Bindi aveva premesso al suo intervento per fatto personale che ha svolto dalla Presidenza che, non essendo stata potuta rilevare da altri colleghi Vicepresidenti, lo ha fatto da lì e si può considerare...

ANTONIO DISTASO. Si faceva domani!

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Scusate non è vietato dal Regolamento che, se chi presiede l'Assemblea viene tirato in ballo per fatto personale, possa intervenire. Naturalmente se la Presidenza fosse stata rilevata da una altro Vicepresidente lo avrebbe fatto da qui, quindi non è questo il punto.
Dal punto di vista regolamentare non c'è nessun problema, dopodiché se i colleghi, come credo, vogliono intervenire su altre questioni che riguardano l'ordine dei lavori e eventualmente sollevare questioni che riguardano il fatto personale, sarà la Presidenza a dare la parola ai colleghi osservando il Regolamento.
Semplicemente volevo fare presente che si tratta di una condizione particolare nella quale la Presidenza si è trovata e che tutti noi dovremmo apprezzare - non positivamente o negativamente, ma prenderne atto - e da questo punto di vista evitare di interloquire con la Presidenza sul fatto che possa o non possa farlo.
Piuttosto farei questo: chiedo eventualmente alla Presidente di riferire al Presidente della Camera in modo che, se proprio ci sono dei dubbi, sia la Giunta del Regolamento a definire meglio e a disciplinare il fatto se si possa o non si possa intervenire per fatto personale anche dalla Presidenza quando chi presiede non può essere sostituito da un collega della Presidenza.
Quindi chiedo ai colleghi, se ritengono di farlo - è un accorato appello che faccio a tutti i colleghi, anche a quelli della maggioranza - di evitare a questo punto di aprire una discussione di carattere regolamentare che non ci compete in questa fase della discussione e in questa fase dei lavori.
Per quant'altro evidentemente non tocca a me dire, né disciplinare alcunché. C'è una Presidenza e quindi questa ha la responsabilità piena di decidere come andare avanti nella discussione in questa fase dei lavori che è quella sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Chiedo veramente se è possibile cercare qualche collega perché purtroppo dovrei lasciare la Presidenza dell'Aula per impegni precedentemente assunti, perché nessuno di noi pensava questa cosa.

SOUAD SBAI. Lo poteva fare prima!

RAFFAELE FITTO. Avrebbe dovuto farlo prima!

Pag. 132

PRESIDENTE. Ministro Fitto, la prego di non... Onorevole Stracquadanio?

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, finisco solo con una considerazione. Io non voglio discutere, e non è questa la sede per discutere delle nostre convinzioni politiche, storiche e delle ricostruzione dei fatti che ciascuno fa e che nessuno può rivendicare come verità assolute. Ma so solo, Presidente, che quando ci si siede su quella poltrona le si deve lasciare da un'altra parte e purtroppo ho sentito che lei non l'ha fatto. Da deputato non mi sento garantito quando lei, Presidente, non rispetta questa regola sacra che vuole che chi presiede quest'Aula sia del tutto imparziale, anche rispetto alle proprie più profonde convinzioni.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Stracquadanio. Le faccio anche notare che c'è un articolo del Regolamento che dice che non si deve offendere chi sta presiedendo e non ci si può riferire a chi sta presiedendo dicendo che non è imparziale per i propri comportamenti. Io ho reagito a questo tipo di attacco che mi è stato rivolto.

AMEDEO LABOCCETTA. Ma è un giudizio, non è un'offesa!

PRESIDENTE. Allora anch'io ho risposto con un giudizio!

DENIS VERDINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DENIS VERDINI. Signor Presidente, penso che lei potrebbe porre fine a questo incidente perché succede di sbagliare. Se lei mi permette, da quel banco ha letto Wikipedia, che non mi sembra proprio illuminante sul piano della storia e della politica, lo ha fatto rispondendo a un nostro collega, il quale l'ha redarguita per quello che lei ha urlato da deputato come me e quindi è un incidente. Credo che, come a tutti capita, quindi capita anche a lei, ha avuto una reazione e penso che si possa porre fine a questo incidente.
Lei però dovrebbe avere il garbo di dire a noi che l'abbiamo ascoltata e che siamo rientrati in Aula - anche noi volevamo andare a cena come tutti - e abbiamo sentito in Aula, forse bene forse male, delle interlocuzioni dal monitor che non ci sono piaciute perché sembrava - glielo dico - che lei in qualche modo da quel banco eccedesse.
Può darsi che sia anche un malinteso. Noi vogliamo porre fine a questa questione. Qua c'è adesso l'onorevole Cicchitto e qui non finisce più questa storia. Penso che lei, come deputata, come me, dai banchi può dire quello che vuole, perché insomma altrimenti questo Parlamento finisce, da lì potrebbe porre termine a questa questione. Mi permetto, Presidente, poi lei è il Presidente e fa come vuole, perché giustamente fa come vuole, perché non si tratta di Regolamento, Presidente, perché se l'Aula fosse piena avremmo gli esperti con il Regolamento. Qui non si tratta di Regolamento. Noi abbiamo sentito cose che non ci sono piaciute dal banco della Presidenza e chiediamo che dal banco della Presidenza si ponga fine a questa storia dicendo quello che lei parzialmente ha detto, che ha risposto, lo voleva fare stasera, ad Aula vuota. Anche questo non c'è piaciuto, Presidente, perché con l'Aula piena è un discorso e con l'Aula vuota è un altro, rimangono i verbali, ed ecco perché noi siamo rientrati.
Lei può porre fine a questa la storia, lo può fare velocissimamente con un atto di umiltà - scusi se mi permetto, perché solo lei lo può fare - e chiudere questa discussione e noi ce ne andiamo tutti via. Se lei ovviamente muove le sue ragioni, come ha mosso, noi non vogliamo ascoltare il Regolamento, Presidente, non siamo ritornati per il Regolamento, abbiamo ascoltato delle parole. Succede, io sono toscano come lei e spesso eccedo con le parole che per noi valgono poco, per gli altri valgono molto, noi ce lo possiamo dire. La prego, ponga fine a questa storia dopo due giornate durissime.

Pag. 133

PRESIDENTE. Onorevole Verdini, la ringrazio per il tono del suo intervento che apprezzo moltissimo. Nonostante l'onorevole Sisto, ad Aula vuota, che rimane a verbale, non abbia criticato il mio comportamento di parlamentare, lo ha criticato in quanto io sono Vicepresidente - quindi un minimo di collegamento c'è stato tra le due cose - nonostante questo, credo che ci siano testimoni, ho chiesto e richiesto a tutti gli altri tre Vicepresidenti di venire a presiedere perché avrei preferito farlo, nonostante sia stata attaccata nella mia terzietà di Vicepresidente, da deputato visto che ci si riferiva ad un mio comportamento da deputato.
Non è stato possibile. Ho preferito che questa cosa restasse immediatamente agli atti, perché - lo dico, lo ripeto e ci sarà poi il resoconto stenografico - non mi permetterei mai di ritenere rispetto a me una persona più o meno degna. Ho detto che di fronte a Moro nessuno lo è, se intende utilizzare le sue parole per strumentalizzarlo. E questo lo ripeto, lo ripeto qua, perché se lo faccio io, onorevole Verdini...ecco, basta, punto.

DENIS VERDINI. Ma accade spessissimo in quest'Aula...

PRESIDENTE. Avrei preferito farlo ad Aula piena questo intervento, non ad Aula vuota. Detto questo, basta, chiuso, per me è finito. Per me è finito, l'ho detto prima.

DENIS VERDINI. Tocca a lei chiudere...

PRESIDENTE. L'onorevole Fitto ne ha fatto una questione e ho dovuto spiegare!

DENIS VERDINI. È stato coinvolto anche l'onorevole Cicchitto...

PRESIDENTE. All'onorevole Cicchitto non ho detto quello che l'onorevole Stracquadanio ha pensato che io avessi detto. Non l'ho detta quella cosa. Non intendevo...se per caso questo è, come dire...ho sbagliato perché non volevo dire questo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) perché non penso a questo e non l'ho mai ritenuto. Diverso è il percorso storico di ognuno di noi. «Ho sbagliato» è riferito al fatto della parola «indegno». Sia ben chiaro, perché per il resto, vale quello che ho detto prima.

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di oggi, mercoledì 13 aprile 2011, la XIII Commissione permanente (Agricoltura), ha approvato, in sede legislativa, il seguente progetto di legge:
BRANDOLINI ed altri; RAINIERI ed altri: «Disposizioni concernenti la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma», già approvato in un testo unificato dalla Camera dei deputati e modificato dal Senato della Repubblica (975-2513-B).

Sull'ordine dei lavori (ore 21,05).

ANTONIO RAZZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO RAZZI. Signor Presidente, volevo solo informare la Presidenza che fuori ci sono delle persone che innalzano il mio nome come traditore. Sono stati galvanizzati dai parlamentari che sono usciti dall'Aula e sono andati in mezzo alla folla a parlar male di me. In questo momento non posso uscire da nessuna parte perché stanno aspettando non so cosa. Signor Presidente, volevo solo informarla di questo.

PRESIDENTE. Onorevole Razzi, come lei sa già in qualche momento è difficile riuscire a disciplinare quello che accade qui. Per quanto riguarda quello che accade fuori...però faremo gli accertamenti dovuti.

Pag. 134

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 14 aprile 2011, alle 10:

1. - Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge C. 3403.

2. - Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge C. 2064-B.

3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 2569 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 febbraio 2011, n. 5, recante disposizioni per la festa nazionale del 17 marzo 2011 (Approvato dal Senato) (C. 4215).
- Relatore: Calabria.

4. - Seguito della discussione dei disegni di legge:
Ratifica ed esecuzione dello Scambio di lettere tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) per la concessione di un immobile in Roma come sede per la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM), fatto a Roma il 19 gennaio e il 24 marzo 2006 (C. 4027-A).
- Relatore: Narducci.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra Repubblica italiana e la Repubblica di Albania, aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957 ed alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, ed inteso a facilitarne l'applicazione, fatto a Tirana il 3 dicembre 2007, con Scambio di Note effettuato a Tirana il 18 e 19 settembre 2008 (C. 4024-A).
- Relatore: Renato Farina.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale e scientifica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Panama, firmato a Roma il 2 maggio 2007 (C. 4040).
- Relatore: Malgieri.

5. - Discussione del disegno di legge:
S. 2170 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Federazione russa per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo Aggiuntivo, del 9 aprile 1996, fatto a Lecce il 13 giugno 2009 (approvato dal Senato) (C. 4135).
- Relatore: Tempestini.

6. - Seguito della discussione della relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Lazio approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti (Doc. XXIII, n. 6).

7. - Seguito della discussione delle mozioni Della Vedova ed altri n. 1-00612, Rao ed altri n. 1-00614, Ferranti ed altri n. 1-00615, Costa, Lussana, Belcastro ed altri n. 1-00616, Bernardini ed altri n. 1-00617, Di Pietro ed altri n. 1-00618 e Mosella ed altri n. 1-00619 concernenti iniziative relative alla situazione delle carceri.

8. - Seguito della discussione della mozione Pescante, Gozi, Maggioni, Buttiglione, Ronchi, Razzi, Porcino ed altri n. 1-00567 concernente iniziative per la tutela e la promozione della lingua italiana nelle istituzioni dell'Unione europea.

Pag. 135

9. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
BITONCI ed altri; CERONI ed altri; VANNUCCI ed altri: Disposizioni concernenti la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche devoluta alla diretta gestione statale (C. 3261-3263-3299-A).
- Relatore: Ceroni.

(al termine delle votazioni)

10. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

PROPOSTE DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

Alla IX Commissione (Trasporti):
ZELLER ed altri: «Disposizioni in favore delle vittime del disastro ferroviario della Val Venosta/Vinschgau» (3403).
(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Alla VII Commissione (Cultura):
S. 2146 - GRIMOLDI ed altri: «Aumento del contributo dello Stato in favore della Biblioteca italiana per ciechi "Regina Margherita" di Monza e modifiche all'articolo 3 della legge 20 gennaio 1994, n. 52, concernenti le attività svolte dalla medesima Biblioteca» (approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dal Senato) (2064-B).

La seduta termina alle 21,10.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO LORENZO RIA SULL'ARTICOLO 4 DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 3137-A

LORENZO RIA. A questo punto sembra abbastanza chiaro per tutte le motivazioni che ho esposto in sede di dichiarazione di voto dei precedenti articoli che del progetto sulla ragionevole durata del processo è rimasto ben poco, per non dire nulla. In effetti è rimasto solo un mero simulacro formale ovvero l'incipit dell'articolo 4, che si apre con le parole: «In attuazione del principio di ragionevole durata del processo», salvo poi prevedere una lacunosa e mal formulata ipotesi di responsabilità dei giudici.
L'articolo 4, che stando all'impianto originario proponeva la - per quanto criticabile - prescrizione del processo penale allo scadere dei termini di fase ivi individuati, ora prevede che «il capo dell'ufficio giudiziario cui appartiene il giudice che procede comunica al Ministro della giustizia ed al procuratore generale presso la Corte di Cassazione» che sono stati superati gli stessi termini di fase originariamente individuati. Ancora una volta abbiamo perso l'occasione di discutere della riorganizzazione del sistema-giustizia. Noi pensiamo che l'argomento meriti una trattazione condivisa e che la maggioranza, su temi così ampi ed importanti per il Paese, su argomenti strutturali, dovrebbe coscientemente fare un passo indietro e sedersi al tavolo delle riforme, accettare il dialogo con le opposizioni e porre fine a questa modalità di gestione del potere legislativo, che qualcuno, a ragione, ha definito un vero e proprio «assedio» del Parlamento.
L'articolo 4 attuale non è solo indefinito quanto alla dizione normativa, posto che restano forti dubbi sull'effettiva implementazione dell'obbligo di comunicazione, in esso previsto, data l'assenza delle dovute specificazioni al riguardo, ma, per di più, non riverbera più alcun effetto sui tempi reali della giustizia. È stata strumentalizzata, ancora una volta, una proposta di legge per introdurre l'ennesimo castigo per i magistrati. Ma non è tutto. Si individua il Ministro della giustizia, ossia un organo governativo, come destinatario della segnalazione dei magistrati per lo sforamento dei tempi processuali, innestando così una sorta di dipendenza degli stessi dall'esecutivo, senza tener conto del fatto che uno Stato di diritto è tale in Pag. 136quanto la legge vale per tutti, compresi i suoi fautori: avere la maggioranza in Parlamento non significa ottenere il passepartout per modificare da sé l'equilibrio dei poteri su cui si basa il nostro sistema statuale. Si potrebbe farlo semmai solo con una legge costituzionale, che, proprio per garantire un peso all'espressione di volontà delle minoranze, necessita, per l'approvazione, di una maggioranza qualificata.
Mi avvio a concludere sottolineando un ultimo, ma non ultimo, punto critico dell'articolo 4 ovvero che non prevede alcun meccanismo di accertamento rispetto al fatto di ritenere che il processo abbia superato i termini di fase per motivi imputabili ai giudici stessi. Ciò nonostante, automaticamente allo scadere di quei termini, scatta l'obbligo di comunicazione nei confronti dei magistrati.
Per questi motivi l'Unione di Centro non può che esprimere voto contrario a questo articolo, sempre auspicando che la riforma della giustizia avvenga di fatto in maniera strutturale ed organica, come era stata preannunciata purtroppo solo verbalmente dal Ministro Alfano: mai come adesso è il caso di dire verba volant!

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO CALOGERO MANNINO SULLA PROPOSTA DI LEGGE N. 3137-A

CALOGERO MANNINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, se fosse stato mantenuto l'originario articolo 68 nella nostra Costituzione, oggi, il Parlamento non si troverebbe ad affrontare una così faticosa discussione per l'esame di un controverso disegno di legge, consegnato sotto il titolo di processo breve.
Le opposizioni legittimamente contrastano l'iniziativa legislativa del Governo. Ma il Governo altrettanto legittimamente - in ragione del principio di maggioranza - la sostiene.
L'obiettivo decisivo non unico ma del testo proposto è la prescrizione di un'ipotesi di reato che in un dato processo è contestata al Presidente del Consiglio.
La maggioranza ed il suo stesso leader se ne assumono la responsabilità morale e politica di fronte alla comunità nazionale degli italiani. Ritengono di averne la comprensione ed il sostegno.
Non è un impasse ma è un vero e proprio corto circuito istituzionale e politico.
Si ripropone costantemente - è avvenuto ripetutamente in questi ultimi quindici anni - un conflitto tra l'iniziativa giudiziaria e la politica nella persona del Presidente del Consiglio.
Questo conflitto ha trovato la soluzione nelle cosiddette leggi ad personam, cioè leggi «d'eccezione». Alcune volte queste leggi hanno incontrato l'inciampo della Corte Costituzionale.
In questa legislatura « l'inciampo » si è già ripetuto.
Le opposizioni ritengono che svolgendo il massimo di resistenza e di contrasto realizzino l'effetto proprio della loro funzione. Ma non è così: la sterilità dell'azione stessa pregiudica « la causa».
Occorre, allora, concorrere a determinare una svolta rispetto a questo vero e proprio blocco della normalità politica. Ora l'articolo 68 della Costituzione era e rimane nel suo fondamento politico e giuridico-costituzionale l'unico criterio per sciogliere questo nodo.
Perché non prenderne atto ed operare di conseguenza? Ne potrebbe beneficiare Berlusconi, oggi. Ma il Governo Prodi non è caduto - trascinando via la legislatura - per un'iniziativa giudiziaria che sarebbe stata incanalata correttamente ove la garanzia dell'articolo 68 avesse operato?
Voglio ricordare l'esperienza attuale che si sta compiendo in Francia: Chirac al termine di due mandati presidenziali sta rispondendo davanti ad un tribunale di ipotesi di reati compiuti nella sua anteriore esperienza di sindaco di Parigi.
L'immunità parlamentare non inibisce, non prescrive l'azione giudiziaria. La sposta ad un momento diverso, liberandola Pag. 137dal vizio di pretesa di poziorità rispetto agli altri poteri.
La democrazia soffre se uno dei poteri tende a prevalere sugli altri. C'è un passo che va ceduto prima, per essere recuperato, dopo.
Se, oggi, con l'esercizio autentico della libertà parlamentare non si fa avanzare questa sensibilità e l'impegno conseguente, è molto improbabile che il quadro politico possa avanzare verso la sua normalizzazione.
Il mio voto favorevole al provvedimento è la contraddizione che vuole segnalare un tema logicamente obbligatorio tanto per l'attuale maggioranza che per le opposizioni.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 3137-A - em. 3.400 601 601 301 290 311 9 Resp.
2 Nom. em. 3.402 597 597 299 289 308 9 Resp.
3 Nom. em. 3.403 600 600 301 291 309 8 Resp.
4 Nom. em. 3.404 599 599 300 289 310 8 Resp.
5 Nom. em. 3.405 601 601 301 292 309 8 Resp.
6 Nom. em. 3.406 602 602 302 292 310 8 Resp.
7 Nom. em. 3.407 600 600 301 292 308 8 Resp.
8 Nom. em. 3.408 602 602 302 292 310 8 Resp.
9 Nom. em. 3.409 601 601 301 291 310 8 Resp.
10 Nom. em. 3.410 599 599 300 291 308 8 Resp.
11 Nom. em. 3.411 601 601 301 291 310 8 Resp.
12 Nom. em. 3.412 601 601 301 292 309 8 Resp.
13 Nom. em. 3.413 600 600 301 290 310 8 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 3.414 596 596 299 289 307 8 Resp.
15 Nom. em. 3.415 597 597 299 290 307 8 Resp.
16 Nom. em. 3.416 598 598 300 289 309 8 Resp.
17 Nom. em. 3.417 602 602 302 292 310 8 Resp.
18 Nom. em. 3.418 601 601 301 291 310 8 Resp.
19 Nom. em. 3.419 595 595 298 288 307 8 Resp.
20 Nom. em. 3.420 598 598 300 291 307 8 Resp.
21 Nom. em. 3.421 596 596 299 290 306 8 Resp.
22 Nom. em. 3.422 601 601 301 292 309 8 Resp.
23 Nom. em. 3.423 598 598 300 289 309 8 Resp.
24 Nom. em. 3.425 597 597 299 291 306 8 Resp.
25 Nom. em. 3.427 594 594 298 288 306 8 Resp.
26 Nom. em. 3.428 593 593 297 290 303 8 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 3.429 597 597 299 288 309 8 Resp.
28 Nom. em. 3.430 598 598 300 289 309 8 Resp.
29 Nom. em. 3.431 594 594 298 287 307 8 Resp.
30 Nom. em. 3.432 593 593 297 286 307 8 Resp.
31 Nom. em. 3.439 595 595 298 288 307 8 Resp.
32 Nom. em. 3.440 594 594 298 289 305 7 Resp.
33 Nom. em. 3.441 597 597 299 292 305 7 Resp.
34 Nom. em. 3.442 592 592 297 286 306 7 Resp.
35 Nom. em. 3.443 601 601 301 292 309 7 Resp.
36 Nom. em. 3.444 600 599 1 300 291 308 7 Resp.
37 Nom. em. 3.446 597 597 299 289 308 7 Resp.
38 Nom. em. 3.445 597 597 299 289 308 7 Resp.
39 Nom. em. 3.447 598 598 300 292 306 7 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 3.455 598 598 300 290 308 7 Resp.
41 Nom. em. 3.433 598 598 300 288 310 7 Resp.
42 Nom. em. 3.456 601 601 301 292 309 7 Resp.
43 Nom. em. 3.457 599 598 1 300 289 309 7 Resp.
44 Nom. em. 3.434 603 603 302 293 310 7 Resp.
45 Nom. em. 3.435 p.I 603 603 302 292 311 6 Resp.
46 Nom. em. 3.435 p.II 604 604 303 293 311 6 Resp.
47 Nom. em. 3.436 p.I 601 601 301 290 311 6 Resp.
48 Nom. em. 3.436 p.II 597 597 299 288 309 6 Resp.
49 Nom. em. 3.437 580 580 291 275 305 11 Resp.
50 Nom. em. 3.438 590 589 1 295 283 306 11 Resp.
51 Nom. em. 3.461 589 589 295 282 307 11 Resp.
52 Nom. em. 3.460 592 592 297 285 307 11 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 3.464 592 592 297 285 307 11 Resp.
54 Nom. em. 3.448 589 589 295 282 307 11 Resp.
55 Nom. em. 3.449 593 593 297 286 307 11 Resp.
56 Nom. em. 3.450 594 594 298 288 306 10 Resp.
57 Nom. em. 3.451 592 592 297 284 308 10 Resp.
58 Nom. em. 3.452 595 595 298 288 307 10 Resp.
59 Nom. em. 3.463 594 594 298 289 305 10 Resp.
60 Nom. em. 3.459 598 598 300 291 307 10 Resp.
61 Nom. em. 3.453 589 589 295 285 304 10 Resp.
62 Nom. em. 3.454 594 594 298 289 305 10 Resp.
63 Nom. em. 3.458 597 597 299 290 307 10 Resp.
64 Nom. em. 3.465 598 598 300 291 307 9 Resp.
65 Nom. em. 3.466 599 598 1 300 290 308 9 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 3.467 603 603 302 293 310 9 Resp.
67 Nom. em. 3.469 600 600 301 290 310 9 Resp.
68 Nom. em. 3.470 596 596 299 288 308 9 Resp.
69 Nom. em. 3.471 599 599 300 289 310 9 Resp.
70 Nom. em. 3.472 592 591 1 296 282 309 9 Resp.
71 Nom. em. 3.302 599 330 269 166 22 308 9 Resp.
72 Nom. em. 3.25 604 602 2 302 292 310 8 Resp.
73 Nom. em. 3.313 602 602 302 292 310 8 Resp.
74 Nom. em. 3.16, 3.30 598 598 300 290 308 8 Resp.
75 Nom. em. 3.21, 3.31 599 599 300 292 307 8 Resp.
76 Nom. em. 3.20 595 594 1 298 288 306 8 Resp.
77 Nom. em. 3.19 597 597 299 290 307 8 Resp.
78 Nom. em. 3.15 599 599 300 291 308 8 Resp.
INDICE ELENCO N. 7 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 3.14 601 601 301 292 309 8 Resp.
80 Nom. em. 3.18 597 597 299 290 307 8 Resp.
81 Nom. em. 3.301 602 602 302 293 309 8 Resp.
82 Nom. em. 3.32 599 599 300 291 308 8 Resp.
83 Nom. em. 3.320 595 595 298 289 306 8 Resp.
84 Nom. em. 3.24 593 593 297 288 305 8 Resp.
85 Nom. em. 3.29 591 591 296 288 303 8 Resp.
86 Nom. em. 3.28 598 598 300 291 307 8 Resp.
87 Nom. em. 3.26 598 598 300 290 308 8 Resp.
88 Nom. articolo 3 594 594 298 306 288 8 Appr.
89 Nom. articolo agg. 3.0100 599 599 300 292 307 8 Resp.
90 Nom. articolo agg. 3.023 p. I 604 604 303 294 310 8 Resp.
91 Segr articolo agg. 3.023 p. II 604 604 303 288 316 8 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. articolo agg. 3.0104 603 603 302 294 309 8 Resp.
93 Nom. articolo agg. 3.02 605 605 303 296 309 7 Resp.
94 Nom. articolo agg. 3.03 604 604 303 295 309 7 Resp.
95 Nom. articolo agg. 3.07 603 603 302 294 309 7 Resp.
96 Nom. articolo agg. 3.0110 601 601 301 293 308 7 Resp.
97 Nom. em. 4.92, 4.94, 4.302 604 604 303 295 309 7 Resp.
98 Nom. em. 4.320 604 604 303 295 309 6 Resp.
99 Nom. em. 4.201 601 601 301 294 307 6 Resp.
100 Nom. em. 4.300 601 601 301 292 309 6 Resp.
101 Nom. em. 4.202 603 603 302 293 310 6 Resp.
102 Nom. em. 4.215 602 602 302 292 310 7 Resp.
103 Nom. em. 4.350 604 600 4 301 599 1 6 Appr.
104 Nom. em. 4.211 602 602 302 292 310 6 Resp.
INDICE ELENCO N. 9 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. em. 4.212 600 600 301 291 309 6 Resp.
106 Nom. em. 4.213 602 602 302 292 310 6 Resp.
107 Nom. em. 4.230 600 600 301 291 309 6 Resp.
108 Nom. em. 4.301 597 597 299 290 307 6 Resp.
109 Nom. em. 4.218 587 587 294 283 304 6 Resp.
110 Nom. em. 4.217 593 593 297 285 308 5 Resp.
111 Nom. em. 4.210 597 593 4 297 592 1 5 Appr.
112 Nom. em. 4.207 599 599 300 289 310 5 Resp.
113 Nom. em. 4.209 598 597 1 299 288 309 5 Resp.
114 Nom. em. 4.214 597 313 284 157 311 2 5 Appr.
115 Nom. em. 4.205 590 575 15 288 570 5 5 Appr.
116 Nom. em. 4.204, 4.306 596 589 7 295 586 3 5 Appr.
117 Nom. em. 4.104 604 603 1 302 292 311 5 Resp.
INDICE ELENCO N. 10 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nom. em. 4.303 597 596 1 299 287 309 5 Resp.
119 Nom. articolo 4 601 601 301 308 293 5 Appr.
120 Nom. articolo agg. 4.02 595 595 298 288 307 5 Resp.
121 Nom. articolo agg. 4.010 597 597 299 288 309 5 Resp.
122 Nom. em. 5.10 596 596 299 285 311 5 Resp.
123 Nom. em. 5.300 599 599 300 289 310 5 Resp.
124 Nom. em. 5.1 596 596 299 286 310 5 Resp.
125 Nom. articolo 5 597 596 1 299 309 287 5 Appr.
126 Nom. articolo agg. 5.018 599 599 300 289 310 5 Resp.
127 Nom. articolo agg. 5.022 597 597 299 286 311 5 Resp.
128 Nom. articolo agg. 5.012 592 592 297 284 308 5 Resp.
129 Nom. mantenimento articolo 6 598 598 300 310 288 5 Appr.
130 Nom. em. Tit. 300 597 319 278 160 9 310 5 Resp.
INDICE ELENCO N. 11 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 138)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
131 Nom. subem. 0.Tit.100.1 597 595 2 298 287 308 5 Resp.
132 Nom. em. Tit. 100 596 322 274 162 320 2 5 Appr.
133 Nom. odg 9/3137-A/1 535 535 268 252 283 5 Resp.
134 Nom. odg 9/3137-A/11 580 577 3 289 277 300 5 Resp.
135 Nom. odg 9/3137-A/69 587 585 2 293 282 303 6 Resp.
136 Nom. odg 9/3137-A/71 578 575 3 288 274 301 6 Resp.
137 Nom. odg 9/3137-A/72 572 572 287 275 297 7 Resp.
138 Nom. Pdl 3137-A - voto finale 610 610 306 314 296 3 Appr.