XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di martedì 19 luglio 2011

TESTO AGGIORNATO AL 20 LUGLIO 2011

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 19 luglio 2011.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Catone, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Fava, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Misiti, Moffa, Mura, Nucara, Leoluca Orlando, Polidori, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Romano, Rotondi, Saglia, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 18 luglio 2011 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
DEL TENNO: «Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, concernenti la fusione di comuni, la soppressione o la riorganizzazione delle comunità montane, le funzioni delle province e l'elezione del presidente della provincia e del consiglio provinciale» (4519);
BOCCUZZI ed altri: «Modifiche al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, concernenti l'esenzione dal contributo unificato per i giudizi di primo e secondo grado sulle controversie in materia di previdenza e assistenza obbligatorie, nonché sulle controversie individuali di lavoro o concernenti rapporti di pubblico impiego» (4520);
SANI: «Istituzione del Consorzio per la gestione e la salvaguardia della laguna di Orbetello» (4521).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge GIANNI ed altri: «Istituzione di zone franche produttive nei siti contaminati di interesse nazionale» (4297) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Scalera.
La proposta di legge GIOVANELLI ed altri: «Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione nonché per la funzionalità e la razionalizzazione delle spese della pubblica amministrazione e delega al Governo in materia di economicità e trasparenza nell'esecuzione delle opere pubbliche» (4382) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Rugghia e Sereni.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

Il presidente della Corte dei conti, con lettera in data 13 luglio 2011, ha trasmesso - ad integrazione della decisione sul rendiconto generale dello Stato e conti allegati, relativi all'esercizio finanziario 2010 (doc. XIV, n. 4), già annunciata all'Assemblea nella seduta del 5 luglio 2011 - le decisioni e le annesse relazioni sui rendiconti generali della regione Trentino-Alto Adige e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, per l'esercizio finanziario 2010.
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissioni dal ministro del turismo.

Il ministro del turismo, con lettera in data 11 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, quinto comma, della legge 20 marzo 1975, n. 70, la relazione sull'attività svolta nell'anno 2009 dall'ENIT - Agenzia nazionale del turismo, con allegati il bilancio di previsione e le relative variazioni, il conto consuntivo e la pianta organica, riferiti alla medesima annualità.
Questa documentazione è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive).

Il ministro del turismo, con lettera in data 11 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, quinto comma, della legge 20 marzo 1975, n. 70, la relazione sull'attività svolta nell'anno 2009 dal CAI - Club alpino italiano, con allegati il bilancio d'esercizio e la pianta organica, riferiti alla medesima annualità.
Questa documentazione è trasmessa alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal Ministero degli affari esteri.

Il Ministero degli affari esteri, con lettera in data 13 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4 della legge 11 dicembre 1984, n. 839, gli atti internazionali firmati dall'Italia i cui testi sono pervenuti al medesimo Ministero entro il 15 giugno 2011.
Questa documentazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri).

Trasmissione dal ministro della giustizia.

Il ministro della giustizia, con lettera in data 15 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 294 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, la relazione sull'applicazione della normativa in materia di patrocinio a spese dello Stato nei procedimenti civili, relativa al periodo dal 1o gennaio 2009 al 31 dicembre 2010 (doc. XCVI, n. 4).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissione dal ministro dello sviluppo economico.

Il ministro dello sviluppo economico, con lettera in data 18 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge 25 marzo 1993, n. 79, convertito dalla legge 22 maggio 1993, n. 157, la relazione sull'attività svolta dal Comitato di liquidazione della società Ristrutturazione Elettronica Spa (REL), riferita agli anni dal 2003 al 2009, (doc. CXXIV, n. 1).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dall'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione.

Il presidente dell'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione, con lettera in data 14 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 36 e 22 della legge 25 maggio 1970, n.352, un esemplare del verbale delle operazioni relative ai referendum popolari abrogativi svoltisi il 12 e 13 giugno 2011.

Questo documento è depositato presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

La Commissione europea, in data 18 luglio 2011, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'organizzazione comune dei mercati nel settore dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura (COM(2011)416 definitivo) e relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto (SEC(2011)884 definitivo), che sono assegnati in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Riforma della politica comune della pesca (COM(2011)417 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni concernente gli obblighi di comunicazione ai sensi del regolamento (CE) n. 2371/2002 del Consiglio, del 20 dicembre 2002, relativo alla conservazione e allo sfruttamento sostenibile delle risorse della politica comune della pesca (COM(2011)418 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulla dimensione esterna della politica comune della pesca (COM(2011)424 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla politica comune della pesca (COM(2011)425 definitivo) e relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto (SEC(2011)892 definitivo), che sono assegnati in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Sistema europeo di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi: opzioni possibili (COM(2011)429 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite II (Giustizia) e VI (Finanze);
Proposta di decisione del Consiglio relativo all'adesione dell'Unione al regolamento n. 29 della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite che stabilisce disposizioni uniformi relative all'omologazione dei veicoli relativamente alla protezione degli occupanti della cabina di un veicolo commerciale (COM(2011)442 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dal consiglio regionale della Lombardia.

La regione Lombardia, con lettera in data 13 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 10 della legge 2 maggio 1990, n. 102, recante disposizioni per la ricostruzione e la rinascita della Valtellina e delle adiacenti zone delle provincie di Bergamo, Brescia e Como, nonché della provincia di Novara, colpite dalle eccezionali avversità atmosferiche nei mesi di luglio e agosto 1987, la relazione, riferita all'anno 2010, sullo stato di attuazione della citata legge n. 102 del 1990 (doc. CVIII, n. 4).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissioni dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 11 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi della legge 10 ottobre 1990, n. 287, e del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, una segnalazione concernente lo schema di decreto legislativo recante disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (CE) n. 1371/2007 relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario.
Questa documentazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia), alla V Commissione (Bilancio) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 15 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 21 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, una segnalazione in relazione alla disciplina dell'esonero dall'obbligo di rilascio della ricevuta e dello scontrino fiscale per determinate categorie di contribuenti, di cui all'articolo 1, numero 4), del decreto del ministro delle finanze 21 dicembre 1992, e successive modificazioni.
Questa documentazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze) e alla IX Commissione (Trasporti).

Il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 15 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 21 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, una segnalazione in materia di applicazione del comma 5-bis dell'articolo 24 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, introdotto dall'articolo 5, comma 5, della legge 29 luglio 2010, n. 120.
Questa documentazione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente) e alla X Commissione (Attività produttive).

Il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 18 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 21 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, una segnalazione in merito alle previsioni contenute nella legge della regione Lazio n. 4 del 2003, recante norme in materia di autorizzazione alla realizzazione di struttura e all'esercizio di attività sanitarie e socio-sanitarie, di accreditamento istituzionale e di accordi contrattuali, e nel decreto legislativo n. 502 del 1992, recante riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421.
Questa documentazione è trasmessa alla XII Commissione (Affari sociali).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

Nell'Allegato A al resoconto della seduta del 18 luglio 2011, a pagina 7, prima colonna, alla ventisettesima riga, in luogo di: «2010», deve leggersi «2011».

DISEGNO DI LEGGE: CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 1o LUGLIO 2011, N. 94, RECANTE MISURE URGENTI IN TEMA DI RIFIUTI SOLIDI URBANI PRODOTTI NELLA REGIONE CAMPANIA (A.C. 4480)

A.C. 4480 - Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sugli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1.

A.C. 4480 - Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO E SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

Sul testo del provvedimento:

PARERE FAVOREVOLE

Sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

PARERE CONTRARIO

sugli emendamenti 1.18, 1.19, 1.29, 1.30 e 1.43 e sugli articoli aggiuntivi 1.01, 1.03, 1.05, 1.06, 1.07, 1.050, 1.051, 1.052 e 1.053, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura;

NULLA OSTA

sui restanti emendamenti.

A.C. 4480 - Articolo unico

ARTICOLO UNICO DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

1. È convertito in legge il decreto-legge 1o luglio 2011, n. 94, recante misure urgenti in tema di rifiuti solidi urbani prodotti nella regione Campania.
2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO DEL GOVERNO

Articolo 1.

1. In considerazione dello stato di criticità derivante dalla non autosufficienza del sistema di gestione dei rifiuti urbani non pericolosi prodotti nella regione Campania, fino al 31 dicembre 2011 i rifiuti derivanti dalle attività di tritovagliatura praticate negli impianti STIR della regione Campania possono essere smaltiti in deroga al divieto disposto dall'articolo 182, comma 3, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, ed alle procedure di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1. È comunque sempre richiesto il nulla osta della regione di destinazione.
2. All'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1, sono apportate le seguenti modificazioni: al secondo periodo, la parola: «delle» è sostituita dalla seguente: «di»; dopo le parole: «al patrimonio pubblico» sono inserite le seguenti: «, nonché alla conseguente attivazione ed allo svolgimento di tutte le attività finalizzate a tali compiti,»; dopo le parole: «carriera prefettizia» sono inserite le seguenti: «, anche esercitando in via sostitutiva le funzioni attribuite in materia ai predetti enti ed in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, nonché operando con i poteri di cui all'articolo 2, commi 1, 2 e 3, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, ferme restando le procedure di aggiudicazione di cui al primo periodo del presente comma, con oneri a carico degli stessi enti, nei limiti delle risorse allo scopo finalizzate nei rispettivi bilanci».
3. In attuazione del principio comunitario della prossimità in sede di smaltimento dei rifiuti, i trasferimenti connessi allo smaltimento dei rifiuti di cui al comma 1 hanno come destinazione prioritaria gli impianti ubicati nelle regioni limitrofe alla Campania.

Articolo 2.

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

A.C. 4480 - Proposte emendative

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO 1 DEL DECRETO-LEGGE

ART. 1.

Sopprimere il comma 1.
1. 51. Paolo Russo, Cirielli, Landolfi.

Sostituire il comma 1 con i seguenti:
1. Allo scopo di garantire l'adozione urgente di misure risolutive della gravissima situazione che si è determinata nella regione Campania, anche sotto il profilo igienico-sanitario, a causa dell'accumulo di ingenti quantitativi di rifiuti in siti di stoccaggio, impianti di trattamento e luoghi pubblici, è deliberato, entro tre giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, lo stato di emergenza nella gestione dei rifiuti della regione Campania fino al 31 dicembre 2011. Tale deliberazione è volta prioritariamente ad impegnare tutte le regioni italiane, in ragione della rispettiva capacità di accoglimento dei rifiuti, alla piena collaborazione con la regione Campania per il superamento della grave emergenza in atto.
1-bis. Per le finalità di cui al comma 1, la delibera dichiarativa dello stato d'emergenza promuove anche una seduta straordinaria della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, finalizzata, anche sulla scorta delle intese già intercorse, all'approvazione di un accordo quadro interregionale che impegni tutte le regioni italiane per lo smaltimento in ambito extraregionale dei rifiuti provenienti dalla regione Campania, considerando le potenzialità di ogni singola regione in relazione alla propria dotazione impiantistica e secondo criteri di perequazione ambientale. L'accordo quadro di cui al presente comma definisce:
a) caratteristiche ed entità dei rifiuti conferibili nei territori delle diverse regioni, limitatamente alla durata della fase emergenziale;
b) un protocollo standard cui devono uniformarsi, anche a modifica delle intese già intercorse, i singoli accordi operativi fra la regione Campania e le altre regioni italiane, contenente, tra l'altro, le norme tecniche sulle modalità di controllo e trasporto dei rifiuti conferibili, ai fini di tutela ambientale dei territori interessati dai previsti flussi e conferimenti.

1-ter. Negli affidamenti e nell'esecuzione di opere e lavori pubblici, servizi e forniture finalizzati a fronteggiare l'emergenza non sono consentite deroghe all'articolo 2 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e deve essere garantita la rotazione dei soggetti affidatari.
1. 52. Bonavitacola, Mariani, Andrea Orlando, Iannuzzi, Cuomo, Piccolo, Graziano, Mazzarella, Boffa, Bossa, Ciriello, Nicolais, Mario Pepe (PD), Picierno, Benamati, Braga, Bratti, Bocci, Esposito, Ginoble, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

Sostituire il comma 1 con i seguenti:
1. In situazioni di gravi e perduranti criticità nell'afflusso dei rifiuti agli impianti STIR, fino al 31 dicembre 2011, i comuni della regione Campania sono autorizzati a conferire direttamente rifiuti urbani non pericolosi presso altri impianti che risultino muniti delle prescritte autorizzazioni regionali ai sensi delle vigenti norme ambientali, con preferenza, ove disponibili, per impianti di proprietà pubblica o a partecipazione pubblica maggioritaria. I relativi accordi di conferimento, con allegata dichiarazione con cui il soggetto conferitore indica le misure e cautele adottate per il rispetto delle norme ambientali inerenti le fasi di prelevamento, trasporto e conferimento dei rifiuti, sono comunicati dai comuni alla regione Campania ai fini dell'acquisizione del nulla osta da parte della regione di destinazione finale dei rifiuti oggetto dell'accordo.
1-bis. A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto il coordinamento dei flussi dei rifiuti in ambito provinciale è attribuito al prefetto della provincia. Il coordinamento dei flussi dei rifiuti in ambito extraprovinciale è attribuito al prefetto della provincia di Napoli. In sede di conferenza di servizi fra i prefetti delle province della Campania, promossa e presieduta dal prefetto della provincia di Napoli, è definito su base mensile il programma dei flussi in ambito provinciale ed extraprovinciale, avuto riguardo a garantire la priorità dei deflussi di rifiuti dai comuni a più alto carico insediativo, nonché, in termini premiali, dai comuni con più alte percentuali di raccolta differenziata.
1. 53. Bratti, Mariani, Bonavitacola, Andrea Orlando, Iannuzzi, Cuomo, Piccolo, Graziano, Mazzarella, Boffa, Bossa, Ciriello, Nicolais, Mario Pepe (PD), Picierno, Benamati, Braga, Bocci, Esposito, Ginoble, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole da: urbani non pericolosi fino alla fine del comma con le seguenti: prodotti nella regione Campania, i rifiuti derivanti dalle attività di tritovagliatura praticate negli impianti STIR della regione Campania a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1, sono assoggettati fino alla data del 31 dicembre 2012 alla disciplina dei rifiuti speciali.
1. 3. Paolo Russo.

Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole da: urbani non pericolosi fino alla fine del comma con le seguenti: prodotti nella regione Campania, i rifiuti derivanti dalle attività di tritovagliatura praticate negli impianti STIR della regione Campania a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1 sono assoggettati fino alla data del 31 dicembre 2011 alla disciplina dei rifiuti speciali.
1. 7. Paolo Russo.

Al comma 1, primo periodo, dopo le parole: STIR della regione Campania aggiungere le seguenti:, nonché i rifiuti solidi urbani dei comuni con più di 100.000 abitanti della medesima regione,
1. 11. Piffari, Aniello Formisano, Barbato, Palagiano.

Al comma 1, sopprimere il secondo periodo.

Conseguentemente, sostituire il comma 3 con il seguente:
3. I trasferimenti connessi allo smaltimento dei rifiuti di cui al comma 1 hanno come destinazione gli impianti presenti sul territorio nazionale, individuati dal Governo, a seguito di una ricognizione effettuata nell'ambito della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, convocata in via d'urgenza entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sulla base della capacità recettiva disponibile e, nel rispetto del principio di prossimità, prioritariamente nelle regioni limitrofe alla Campania.
1. 50. Muro.

Al comma 1, sopprimere il secondo periodo.
1. 12. Paolo Russo.

Al comma 1, sostituire il secondo periodo con il seguente: I comuni campani sopra i 100 mila abitanti, o le province per tramite delle loro società provinciali, possono concordare i flussi extraregionali per il trasferimento dei rifiuti con le regioni, i comuni o i detentori di impianti di smaltimento siti in altre regioni, ottenendo obbligatoriamente a tal fine il nulla osta dal soggetto ricevente, effettuando comunque la necessaria preventiva comunicazione alle regioni interessate, allo scopo di permettere il controllo e la verifica degli accordi intercorsi.
1. 13. Piffari, Aniello Formisano, Barbato, Palagiano.

Sopprimere il comma 2.
1. 17. Piffari, Aniello Formisano, Barbato, Palagiano.

Sostituire il comma 2 con i seguenti:
2. Al fine di garantire che nella regione Campania i conferimenti in discarica, con il superamento della fase emergenziale, avvengano con esclusivo ricorso all'utilizzo di siti attrezzati in ambito regionale, le competenze attribuite ai commissari straordinari dal comma 2 dell'articolo 1 del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1, sono esercitate direttamente dal Presidente della regione Campania.
2-bis. Ai fini di cui al comma 2, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Presidente della regione Campania individua i siti da attrezzare a discarica e idonei a soddisfare il fabbisogno di conferimento in ambito regionale, da stimarsi almeno per il triennio 2012-2014 sulla base degli studi propedeutici alla redazione del piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani, avuto riguardo alle previsioni d'incremento della raccolta differenziata e delle dotazioni impiantistiche esistenti e/o attivabili nell'arco temporale considerato.
2-ter. Per l'individuazione dei siti di cui al comma 2-bis il Presidente della regione Campania si avvale del supporto tecnico-scientifico di una commissione di esperti nominata, entro 7 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentiti l'I.S.P.R.A, l'Istituto superiore di sanità, il C.N.R, l'E.N.E.A. e la C.R.U.I. L'individuazione dei siti avviene sulla base dei criteri indicati dal decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, nonché secondo criteri di perequazione ambientale fra i diversi territori della regione Campania, in considerazione dei carichi ambientali già sostenuti. Ai fini di tale individuazione è valutata la possibilità di utilizzare preferenzialmente i siti delle cave abbandonate e dismesse, individuate dal Piano regionale delle attività estrattive (P.R.A.E.) approvato con ordinanza del commissario ad acta n. 11 del 7 giugno 2006, con priorità per quelle già di proprietà pubblica, ovvero confiscate dall'autorità giudiziaria.
2-quater. Ove il Presidente della regione non adempia all'individuazione dei siti nei termini di cui al comma 2-bis, vi provvede in surroga, entro i successivi 15 giorni, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
2-quinquies. Per la realizzazione delle discariche nei siti individuati ai sensi del presente articolo, anche in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, il Presidente della regione si avvale dei poteri derogatori già spettanti ai commissari straordinari di cui al comma 2 dell'articolo 1 del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1, nonché previsti dall'articolo 2, commi 1, 2 e 3 e dall'articolo 18 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123. Resta fermo il rispetto dei principi di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e la rotazione dei soggetti affidatari.
2-sexies. Agli oneri derivanti dall'attuazione degli interventi dei commi da 2 a 2-quinquies si provvede a carico delle risorse di cui all'articolo 3, comma 1, del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1.
1. 18. Bonavitacola, Mariani, Margiotta, Bratti, Andrea Orlando, Iannuzzi, Cuomo, Piccolo, Graziano, Mazzarella, Boffa, Bossa, Ciriello, Nicolais, Mario Pepe (PD), Picierno, Benamati, Braga, Bocci, Esposito, Ginoble, Marantelli, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

Sostituire il comma 2 con i seguenti:
2. Al fine di garantire che nella regione Campania, dopo il 31 dicembre 2011, i conferimenti in discarica avvengano con esclusivo ricorso all'utilizzo di siti attrezzati in ambito regionale, entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Presidente della regione Campania individua i siti da attrezzare a discarica idonei a soddisfare il fabbisogno di conferimento in ambito regionale, da stimarsi su base previsionale triennale 2012-2014, avuto riguardo alle previsioni d'incremento della raccolta differenziata e delle dotazioni impiantistiche esistenti e/o attivabili nel predetto arco temporale.
2-bis. L'individuazione dei siti di cui al comma 2 è disposta in conformità alle vigenti norme ambientali di cui al decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, anche secondo criteri di perequazione ambientale fra territori, in considerazione dei carichi ambientali già sostenuti. A tale scopo sono utilizzate in via prioritaria, in attuazione della disposizione di cui al comma 3, lettera b), dell'articolo 1 del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1, nel rispetto della normativa ambientale di settore, le cave abbandonate e dismesse, individuate dal Piano regionale delle attività estrattive (P.R.A.E.) approvato con ordinanza del commissario ad acta n. 11 del 7 giugno 2006, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 27 del 19 giugno 2006.
2-ter. Ove il Presidente della regione non adempia a quanto previsto dai commi 2 e 2-bis, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare provvede all'individuazione dei siti di cui ai medesimi commi, nei successivi 15 giorni dalla scadenza del termine di cui al comma 2.
2-quater. I soggetti che agiscono nell'esercizio delle funzioni di cui ai commi da 2 a 2-ter si avvalgono delle procedure in deroga di cui all'articolo 9, comma 5, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, nonché, per l'esecuzione urgente degli interventi di sistemazione dei siti, delle deroghe a tal fine occorrenti fra quelle indicate dall'articolo 18 del citato decreto-legge n. 90 del 2008.
2-quinquies. In ogni caso negli affidamenti e nell'esecuzione di opere e lavori pubblici, servizi e forniture di cui ai commi da 2 a 2-quater non sono consentite deroghe all'articolo 2 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e deve essere garantita la rotazione dei soggetti affidatari.
1. 54. Margiotta, Mariani, Iannuzzi, Bonavitacola, Bratti, Realacci, Andrea Orlando, Cuomo, Piccolo, Graziano, Mazzarella, Boffa, Bossa, Ciriello, Nicolais, Mario Pepe (PD), Picierno, Benamati, Braga, Bocci, Esposito, Ginoble, Marantelli, Morassut, Motta, Viola.

Sostituire il comma 2 con il seguente:
2. Il comma 2 dell'articolo 1 del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito con modificazioni dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1, è sostituito dal seguente:
«2. Al fine di garantire la realizzazione urgente dei siti da destinare a discarica, nonché ad impianti di trattamento o di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Presidente della regione, ferme le procedure amministrative e gli atti già posti in essere, assegna, sentite le province, pieni poteri ai sindaci dei comuni interessati, i quali, con funzioni di amministrazione aggiudicatrice, individuano il soggetto aggiudicatario sulla base delle previsioni di cui all'articolo 57 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e provvedono in via di somma urgenza ad individuare le aree occorrenti, assumendo le necessarie determinazioni, anche ai fini dell'acquisizione delle disponibilità delle aree medesime, e conseguendo le autorizzazioni e le certificazioni pertinenti. All'individuazione di ulteriori aree dove realizzare siti da destinare a discarica, da utilizzare anche come sito di conferimento temporaneo dei rifiuti solidi urbani, non pericolosi, da individuare anche tra le cave abbandonate o dismesse presenti nei territori interessati con priorità per quelle acquisite al patrimonio pubblico, nonché alla conseguente attivazione ed allo svolgimento di tutte le attività finalizzate a tali compiti, provvedono, sentite le province, i sindaci di cui al periodo precedente, i quali espletano in via sostitutiva le funzioni attribuite in materia ai predetti enti ed in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, nonché operando con i poteri di cui all'articolo 2, commi 1, 2 e 3, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, ferme restando le procedure di aggiudicazione di cui al primo periodo del presente comma, con oneri a carico degli stessi enti, nei limiti delle risorse allo scopo finalizzate nei rispettivi bilanci. In deroga alle disposizioni relative alla valutazione di impatto ambientale (VIA) di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nonché alla pertinente legislazione regionale in materia, per la valutazione relativa all'apertura delle discariche e all'esercizio degli impianti, i sindaci di cui al primo periodo del presente comma procedono alla convocazione della conferenza di servizi, che è tenuta a rilasciare il proprio parere entro e non oltre quindici giorni dalla convocazione. Qualora il parere reso dalla conferenza di servizi non intervenga nei termini previsti dal presente comma, il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, si esprime in ordine al rilascio della VIA entro i sette giorni successivi. Qualora il parere reso dalla conferenza di servizi sia negativo, il Consiglio dei ministri si esprime entro i sette giorni successivi. A tale fine, i sindaci predetti svolgono, in luogo del Presidente della regione Campania, le funzioni già attribuite al Sottosegretario di Stato di cui all'articolo 1 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, avvalendosi, per l'attuazione delle disposizioni contenute nel presente comma, degli uffici della regione e delle province interessate, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e nei limiti delle risorse allo scopo finalizzate nell'ambito dei bilanci degli enti interessati. I termini dei procedimenti relativi al rilascio delle autorizzazioni, di certificazioni e di nulla osta, pertinenti all'individuazione delle aree di cui al primo periodo del presente comma, sono ridotti alla metà».
1. 19. Libè, Dionisi, Mondello.

Al comma 2, dopo le parole: dalla seguente: «di»; aggiungere le seguenti: dopo le parole: «siti da destinare a discarica» sono inserite le seguenti: «da utilizzare anche come sito di conferimento temporaneo dei rifiuti solidi urbani non pericolosi, da individuare»;
1. 49. Libè, Dionisi, Mondello.

Al comma 2, dopo le parole: finalizzate a tali compiti aggiungere le seguenti: e, inoltre, all'approvazione di progetti e allo svolgimento di tutte le attività connesse alla realizzazione di impianti di termovalorizzazione.
1. 20. Togni, Guido Dussin, Lanzarin, Alessandri.

Al comma 2, sostituire le parole da: dopo le parole: «carriera prefettizia» fino alla fine del comma con le seguenti: le parole da: «il commissario straordinario» fino alla fine del periodo sono sostituite dalle seguenti: «il sindaco di Napoli, nominato commissario straordinario ai sensi del periodo precedente, anche esercitando in via sostitutiva le funzioni attribuite in materia ai predetti enti ed in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, nonché operando con i poteri di cui all'articolo 2, commi 1, 2 e 3, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla 14 luglio 2008, n. 123, ferme restando le procedure di aggiudicazione di cui al primo periodo del presente comma, con oneri a carico degli stessi enti, nei limiti delle risorse allo scopo finalizzate nei rispettivi bilanci».
1. 21. Togni, Guido Dussin, Lanzarin, Alessandri.

Al comma 2, sostituire le parole da: anche esercitando in via sostitutiva fino a: 14 luglio 2008, n. 123 con le seguenti: nel rispetto delle funzioni attribuite in materia ai predetti enti.
1. 22. Piffari, Aniello Formisano, Barbato, Palagiano.

Al comma 2, dopo le parole: inserite le seguenti: «, anche aggiungere le seguenti: facendo ricorso alla procedura di cui all'articolo 42-bis del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 ed.
1. 100.La Commissione.

Al comma 2, sopprimere le parole: ed in deroga agli strumenti urbanistici vigenti.
1. 23. Piffari, Aniello Formisano, Barbato, Palagiano.

Al comma 2, aggiungere, in fine, le parole:; dopo il secondo periodo è aggiunto il seguente: «Dal 1o gennaio 2012, le attività commissariali di cui al periodo precedente sono esercitate dalle province e dai comuni secondo le funzioni loro attribuite dalla normativa vigente, e nel rispetto degli strumenti urbanistici e della normativa in materia ambientale e sanitaria».
1. 24. Piffari, Aniello Formisano, Barbato, Palagiano.

Al comma 2, aggiungere, in fine, le parole:; dopo il secondo periodo è aggiunto il seguente: «I commissari di cui al primo e al secondo periodo possono essere nominati anche tra il personale in stato di quiescenza, proveniente dalle carriere ivi indicate».
1. 26. Paolo Russo.

Dopo il comma 2, aggiungere i seguenti:
2-bis. All'articolo 3, comma 1, del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1, le parole: «la regione Campania è autorizzata a disporre delle risorse finanziarie necessarie all'esecuzione delle attività di cui sopra, nel limite di 150 milioni di euro» sono sostituite dalle seguenti: «alla regione Campania è assegnata la somma di 150 milioni di euro nell'anno 2011».
2-ter. I fondi di cui al comma 2-bis sono destinati:
a) in misura di 30 milioni di euro per la realizzazione delle discariche in ambito regionale;
b) in misura di 20 milioni di euro per l'incremento delle dotazioni impiantistiche industriali al servizio del ciclo dei rifiuti, con priorità per interventi con cofinanziamento di capitale privato mediante utilizzo delle vigenti norme in materia di finanza di progetto;
c) in misura di 100 milioni di euro, per l'incremento della raccolta differenziata da parte dei comuni della regione Campania.

2-quater. La destinazione dei fondi di cui alla lettera c) del comma 2-bis è disposta dalla regione in favore dei comuni impegnati nella raccolta differenziata, con erogazione di un contributo in misura analoga a quella già prevista dal comma 3 dell'articolo 3 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 14 dicembre 2005, n. 3479, pari ad euro 0,040/chilogrammo-organico.
2-quinquies. Al fine di accelerare la realizzazione degli interventi del «Programma strategico per le compensazioni ambientali nella Regione Campania», di cui all'accordo di programma del 18 luglio 2008, ed in ossequio al principio di sussidiarietà, i comuni ove ricadono gli interventi previsti assumono le funzioni di soggetto attuatore degli interventi. A tali fini, ai predetti comuni sono trasferite le risorse finanziarie di cui al comma 2 dell'articolo 3 del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1. Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, su iniziativa del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono adeguati gli accordi operativi di attuazione del programma strategico per l'attuazione delle presenti disposizioni.
1. 29. Bonavitacola, Mariani, Andrea Orlando, Iannuzzi, Cuomo, Piccolo, Graziano, Mazzarella, Boffa, Bossa, Ciriello, Nicolais, Mario Pepe (PD), Picierno, Benamati, Braga, Bratti, Bocci, Esposito, Ginoble, Marantelli, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
2-bis. Una quota non inferiore a 25 milioni di euro delle risorse di cui all'articolo 3, comma 1, del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1, è assegnata al comune di Napoli per la rapida attuazione della raccolta domiciliare dei rifiuti, del Piano per la raccolta differenziata, nonché per consentire la realizzazione di nuove isole ecologiche, anche mobili, di cui alla delibera comunale n. 739 del 16 giugno 2011.
1. 30. Piffari, Aniello Formisano, Barbato, Palagiano.

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
2-bis. I siti da destinare a discarica nonché ad impianti di trattamento o di smaltimento dei rifiuti devono essere ubicati sempre e comunque almeno a cinque chilometri di distanza dai centri abitati e nel pieno rispetto della normativa in materia igienico-sanitaria. Una volta conseguita la completa saturazione del sito di discarica di Chiaiano (NA) si procede alla bonifica del medesimo sito ed alla contestuale preclusione dell'utilizzo delle cave limitrofe.
1. 55. Barbato.

Sopprimere il comma 3.
*1. 31. Piffari, Aniello Formisano, Barbato, Palagiano.

Sopprimere il comma 3.
*1. 32. Margiotta, Mariani, Bonavitacola, Andrea Orlando, Iannuzzi, Cuomo, Piccolo, Graziano, Mazzarella, Boffa, Bossa, Ciriello, Nicolais, Mario Pepe (PD), Picierno, Benamati, Braga, Bratti, Bocci, Esposito, Ginoble, Marantelli, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

Sopprimere il comma 3.
*1. 33. Libè, Dionisi, Mondello.

Sostituire il comma 3 con il seguente:
3. I trasferimenti connessi allo smaltimento dei rifiuti di cui al comma 1 sono concordati, entro 10 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, in sede di Conferenza Stato regioni, considerando le potenzialità di ogni singola regione in relazione alla propria dotazione impiantistica e secondo criteri di perequazione ambientale, nonché dando priorità, per la destinazione finale, agli impianti di proprietà pubblica o a partecipazione pubblica maggioritaria.
1. 34. Bonavitacola, Mariani, Andrea Orlando, Iannuzzi, Cuomo, Piccolo, Graziano, Mazzarella, Boffa, Bossa, Ciriello, Nicolais, Mario Pepe (PD), Picierno, Benamati, Braga, Bratti, Bocci, Esposito, Ginoble, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

Sostituire il comma 3 con il seguente:
3. I trasferimenti connessi allo smaltimento dei rifiuti di cui al comma 1 sono concordati, entro 10 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, in sede di Conferenza Stato regioni, considerando le potenzialità di ogni singola regione in relazione alla propria dotazione impiantistica e secondo criteri di perequazione ambientale.
1. 35. Margiotta, Mariani, Bonavitacola, Andrea Orlando, Iannuzzi, Cuomo, Piccolo, Graziano, Mazzarella, Boffa, Bossa, Ciriello, Nicolais, Mario Pepe (PD), Picierno, Benamati, Braga, Bratti, Bocci, Esposito, Ginoble, Marantelli, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

Sostituire il comma 3, con il seguente:
3. All'esecuzione delle intese di cui al comma 1 si applica il principio comunitario della prossimità sullo smaltimento dei rifiuti.
1. 36. Piffari, Aniello Formisano, Barbato, Palagiano.

Al comma 3, sostituire la parola: prioritaria con la seguente: esclusivamente.
1. 37. Togni, Guido Dussin, Lanzarin, Alessandri.

Al comma 3, aggiungere, in fine, le parole: e comunque gli impianti del territorio nazionale funzionali al trattamento e al recupero, anche ai fini di produzione di energia, dei medesimi rifiuti.
1. 38. Piffari, Aniello Formisano, Barbato, Palagiano.

Al comma 3, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Il maggior conferimento dei rifiuti trasferiti negli impianti di smaltimento o in quelli di trattamento o recupero, anche ai fini di produzione di energia, non deve prevedere alcuna variazione dei prezzi praticati sul territorio ove è ubicato l'impianto, da parte del soggetto proprietario dell'impianto di destinazione.
1. 39. Piffari, Aniello Formisano, Barbato, Palagiano.

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:
3-bis. All'articolo 11, comma 5, secondo periodo, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 26, dopo le parole: «il Prefetto» sono aggiunte le seguenti: «entro il 30 settembre di ciascun anno».
1. 40. Tommaso Foti.

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:
3-bis. Ai comuni della regione Campania sedi di impianti per il trattamento dei rifiuti urbani e, in misura minore ai comuni con essi confinanti, è dovuto un contributo da parte dei soggetti affidatari del servizio integrato dei rifiuti.
1. 41. Paolo Russo.

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:
3-bis. I comuni della regione Campania possono dotarsi, al fine del trattamento dei rifiuti urbani, di impianti dedicati, anche idonei alla produzione di energia. I medesimi impianti sono considerati nell'ambito della redazione del piano provinciale di servizio integrato dei rifiuti.
1. 42. Paolo Russo.

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:
3-bis. Dal 1o gennaio 2012, le attività di raccolta, di spazzamento, di trasporto, di trattamento e di smaltimento dei rifiuti nonché quelle di smaltimento o recupero inerenti alla raccolta differenziata, possono essere gestite dai comuni della regione Campania, singoli o associati, qualora i medesimi comuni, con deliberazione dei rispettivi consigli, da adottare entro 90 giorni, manifestano tale volontà.
1. 43. Paolo Russo.

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:
3-bis. In attuazione del principio di sussidiarietà sancito dall'articolo 118 della Costituzione, i comuni della regione Campania ricadenti nel perimetro dei Parchi nazionali, anche su iniziativa dell'Ente parco di cui all'articolo 9 della legge 6 dicembre 1991, n. 394, possono esercitare in forma associata le funzioni inerenti la gestione del ciclo dei rifiuti nei rispettivi territori.
1. 56. Bonavitacola, Iannuzzi, Cuomo, Mariani, Andrea Orlando, Piccolo, Graziano, Mazzarella, Boffa, Bossa, Ciriello, Nicolais, Mario Pepe (PD), Picierno, Benamati, Braga, Bratti, Bocci, Esposito, Ginoble, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:
3-bis. Al fine di favorire l'effettivo sviluppo del mercato dell'energia elettrica prodotta da fonti realmente rinnovabili, a partire dal 1o gennaio 2012, gli incentivi previsti dalla delibera CIP del 29 aprile 1992 non sono più riconosciuti per la realizzazione ed il funzionamento degli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti. Di conseguenza, i costi connessi all'attività di termovalorizzazione rientrano nell'ambito dell'attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti e sono posti a carico dell'utenza.
1. 57. Marsilio, Rampelli.
(Inammissibile)

Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
Art. 1-bis. - 1. Gli impianti e le opere strumentali connesse, destinati al recupero, alla produzione ed alla fornitura di energia, mediante trattamenti termici di rifiuti, nella regione Campania, sono opere di interesse strategico nazionale.
2. A tal fine, fermi restando gli atti e le procedure già posti in essere ed i commissari, già nominati, ai sensi dell'articolo 1, comma 2-bis, del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1, il Presidente della giunta regionale, di intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri, nomina un commissario straordinario, per il termine di dodici mesi, anche tra figure istituzionali del territorio provinciale, per l'urgente realizzazione di tali impianti.
3. Il commissario straordinario, sentiti gli enti locali e le amministrazioni interessate, che devono esprimere parere nel termine di sette giorni dalla richiesta, approva i progetti di pubblica utilità, anche in variante agli strumenti urbanistici ed ai piani di settore, assumendo tutte le determinazioni necessarie, per l'acquisizione delle relative aree.
4. Il commissario straordinario, in deroga alle disposizioni in tema di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni ed integrazioni, nonché alla legislazione regionale in materia, per la realizzazione, apertura ed esercizio degli impianti, indice una apposita conferenza di servizi, con tutte le amministrazioni interessate, che è tenuta a rilasciare i prescritti pareri, nel termine di 15 giorni.
5. Qualora la conferenza dei servizi non renda i necessari pareri nel termine previsto, ovvero i pareri risultino negativi, il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente, si esprime nei successivi sette giorni.
6. Il commissario straordinario, altresì, individua le misure occorrenti, anche di carattere straordinario, di salvaguardia e di tutela, per assicurare la protezione, la realizzazione e l'efficace gestione degli impianti, dei siti, delle aree e delle sedi degli uffici, anche avvalendosi delle forze armate.
7. Per quanto non diversamente regolato dalla presente legge, resta ferma la disciplina dell'articolo 1, comma 2-bis, del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1.
1. 07. Paolo Russo.

Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
Art. 1-bis. - 1. All'articolo 1 del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito, con modificazioni dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1, dopo il comma 2-bis è inserito il seguente:
«2-ter. Al fine di garantire la realizzazione urgente degli impianti di recupero, produzione e fornitura di energia mediante trattamento termico di cui al comma 2-bis, è autorizzata la destinazione di una somma pari a 500 milioni di euro da impiegare prioritariamente per il completamento delle opere relative agli impianti già in funzione e di quelli da individuare ai sensi del comma 2-bis. Agli oneri derivanti dalle disposizioni previste dal presente comma si provvede a valere sulle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate per la quota regionale spettante alla Regione Campania, per le annualità 2007-2013».
1. 03. Libè, Dionisi, Mondello.

Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
Art. 1-bis. - 1. Al fine di accelerare l'urgente realizzazione degli impianti di termovalorizzazione di Salerno e Napoli Est e di tutte le opere ad essi strumentali e complementari, fermi restando gli atti e le procedure anche commissariali già posti in essere, il Presidente della Giunta regionale, d'intesa con il Presidente del Consiglio dei ministri, nomina un Commissario straordinario, per la durata di mesi diciotto, anche tra gli organi dell'amministrazione provinciale interessata, senza maggiori oneri per la finanza pubblica.
2. Sentiti gli enti locali e le amministrazioni interessate, che devono esprimersi nel termine di sette giorni dalla richiesta, il Commissario straordinario, anche in deroga a specifiche disposizioni legislative e regolamentari in materia paesaggistico-territoriale, della difesa del suolo, igienico-sanitaria, nonché delle previsioni edilizie ed urbanistiche vigenti, e fatto salvo l'obbligo di assicurare le misure indispensabili alla tutela della salute e dell'ambiente previste dal diritto comunitario, approva il progetto definitivo che, se in deroga ai vigenti strumenti urbanistici e ai piani di settore, costituisce variante degli stessi e produce l'effetto dell'imposizione del vincolo preordinato all'espropriazione.
3. Il Commissario straordinario, in deroga alle disposizioni in tema di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nonché alla legislazione regionale in materia, per la realizzazione e messa in esercizio degli impianti indice apposita Conferenza dei servizi, che è tenuta a rilasciare i prescritti pareri entro e non oltre quindici giorni dalla convocazione.
4. Qualora in conferenza dei servizi i pareri non siano acquisiti nel termine assegnato, ovvero i pareri risultino negativi, il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, si esprime definitivamente entro i sette giorni successivi.
5. Il Commissario straordinario è competente ad individuare le misure occorrenti, anche di carattere straordinario, per assicurare la protezione, la realizzazione e l'efficace gestione degli impianti, dei siti, delle aree e delle sedi degli uffici.
6. Gli impianti di termovalorizzazione di Salerno e Napoli Est, nonché le opere ad essi strumentali e complementari, sono opere di interesse statale e strategico-nazionale, anche ai sensi dell'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380.
7. Al fine di assicurare piena effettività agli interventi ed alle iniziative occorrenti per l'urgente realizzazione degli impianti di termovalorizzazione, il Commissario straordinario è assistito, ove necessario, dalla forza pubblica ed a tale fine le autorità di pubblica sicurezza e le altre autorità competenti garantiscono piena attuazione alle determinazioni del Commissario medesimo.
8. Per quanto non diversamente regolato dal presente decreto, resta ferma la disciplina dell'articolo 1, comma 2-bis, del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1.
1. 05. Cirielli.

Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
Art. 1-bis. - 1. All'articolo 1, comma 6, del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1, l'ultimo periodo è sostituito dal seguente: «Decorso inutilmente tale termine il prefetto attiva le procedure di scioglimento dell'amministrazione comunale interessata e provvede alla predisposizione del decreto di successiva nomina di un commissario».
1. 04. Libè, Dionisi, Mondello.

Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
Art. 1-bis. - 1. In attuazione del principio di sussidiarietà di cui all'articolo 118 della Costituzione, nonché dell'assetto ordinamentale definito dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e dalla legge della regione Campania 28 marzo 2007, n. 4, come modificata dall'articolo 1, comma 68, della legge della regione Campania 21 gennaio 2010, n. 2, a decorrere dal 1o gennaio 2012 i comuni della regione Campania continuano ad esercitare le funzioni inerenti la gestione del ciclo dei rifiuti nei rispettivi territori. È in facoltà dei comuni esercitare le rispettive funzioni in forma associata ai sensi dell'articolo 30 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ovvero di promuovere la conclusione di accordi ai sensi dell'articolo 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241, con altri enti pubblici per l'esercizio di funzioni d'interesse sovra comunale.
2. Nell'esercizio delle funzioni di cui al comma 1 i comuni provvedono alla copertura dei costi di gestione del servizio mediante prelievi a carico dell'utenza. Le quote di entrate afferenti segmenti del ciclo gestiti a livello sovra comunale sono trasferite agli enti competenti per il ristoro dei relativi oneri di gestione.
3. I commi 3, 4, 5 e 5-quater dell'articolo 11 del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 26, sono abrogati.
1. 01. Iannuzzi, Mariani, Bonavitacola, Andrea Orlando, Cuomo, Piccolo, Graziano, Mazzarella, Boffa, Bossa, Ciriello, Nicolais, Mario Pepe (PD), Picierno, Benamati, Braga, Bratti, Bocci, Esposito, Ginoble, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
Art. 1-bis. - (Esercizio di funzioni per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti e disposizioni in materia di relative entrate tributarie e tariffarie). - 1. I comuni della Campania, singolarmente o in forma associata, esercitano le funzioni in materia di gestione del ciclo dei rifiuti solidi urbani con le modalità previste dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e dalla legge della regione Campania 28 marzo 2007, n. 4, come modificata dalla legge della regione Campania 21 gennaio 2010, n. 2.
2. Nella fase transitoria fino all'approvazione del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti prosegue l'attuale gestione delle esistenti dotazioni impiantistiche d'interesse sovra comunale. In situazioni di gravi e perduranti criticità nell'afflusso dei rifiuti agli impianti STIR, per il tempo occorrente al ripristino del regolare funzionamento di detti impianti, i comuni della regione sono autorizzati a conferire direttamente rifiuti urbani non pericolosi presso altri impianti di trattamento che risultino muniti delle prescritte autorizzazioni regionali ai sensi delle vigenti norme ambientali, nelle modalità di cui all'articolo 1 del presente decreto.
3. I prelievi relativi alla gestione dei rifiuti solidi urbani sono di competenza dei comuni della Regione Campania. Le quote di entrate afferenti segmenti del ciclo gestiti a livello sovra comunale sono trasferite agli enti competenti per il ristoro dei relativi oneri di gestione.
4. I commi 3, 4, 5, 5-bis, 5-ter e 5-quater dell'articolo 11 del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 26, sono abrogati a partire dal 1o gennaio 2012.
1. 06. Piffari, Barbato, Aniello Formisano, Palagiano.

Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
Art. 1-bis. - 1. Il Commissario riconosce, tenuto conto dell'alta valenza turistica e l'esiguità del territorio rispetto alla presenza demografica, ai comuni delle tre isole del golfo di Napoli nonché dei comuni dell'area costiera della Regione il diritto di precedenza dei rifiuti indifferenziati (CER 200301) presso gli impianti STIR.
1. 09. Muro, Di Biagio.

Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
Art. 1-bis. - 1. Ai fini dell'implementazione della raccolta differenziata nei comuni con popolazione inferiore ai 20.000 abitanti, il Commissario, su richiesta del comuni interessati, può autorizzare la realizzazione di apposite aree comunali per il compostaggio domestico.
2. Nei comuni già dotati di isole ecologiche e/o di siti di trasferenza il sindaco con apposita ordinanza può autorizzare le opere necessarie all'adeguamento normativo di tali impianti anche in deroga agli strumenti urbanistici e paesaggistici a condizione che non vi siano opere di ampliamento planovolumetrico.
1. 010. Muro, Di Biagio.

Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
Art. 1-bis. - 1. I soggetti di cui all'articolo 11, comma 7, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, e che operano nella provincia di Napoli sono obbligati a trattenere gli imballaggi delle merci e di conferirli alle zone di stoccaggio provvisorio, da individuare prioritariamente nelle aree industriali libere appartenenti ai consorzi industriali o ai comuni. A tal fine, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, i presidenti delle province della regione Campania competenti individuano i lotti disponibili delle singole aree dandone comunicazione al Presidente della Regione Campania.
1. 050. Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco.

Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
Art. 1-bis. - 1. Al fine di garantire la realizzazione urgente di impianti nella regione Campania destinati alla chiusura dell'intero ciclo dei rifiuti, il Presidente della regione, sentite le provincie, i comuni e gli enti interessati, approva perentoriamente entro sette mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto un Piano regionale; la normativa regionale sui rifiuti, nel rispetto di tutte le normative UE, permette alla Campania l'autosufficienza. Il Piano e le leggi regionali in materia di rifiuti prevedono: l'impiantistica necessaria a chiudere il ciclo dei rifiuti, un tariffazione che premi la raccolta differenziata, la commercializzazione della materie prime seconde, la creazione di un marchio di qualità per il compost ed isole ecologiche per imballaggi e altro materiale. La realizzazione degli impianti deve avvenire perentoriamente entro trenta mesi dall'approvazione del piano regionale dei rifiuti. In questo lasso di tempo deve essere resa applicabile la normativa regionale su tale materia, dando priorità alla semplificazione legislativa e delle competenze, dando centralità ai comuni garantendo le risorse economiche necessarie all'attuazione delle direttive regionali e favorendo la raccolta differenziata con modelli variabili viste le differenze territoriali, urbanistiche ed edilizie che esistono nella regione Campania.
1. 051. Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco.

Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
Art. 1-bis. - 1. Qualsiasi intervento riguardante il piano dei rifiuti della regione Campania deve essere comunicato con largo anticipo ai cittadini, al fine di coinvolgere la popolazione nei processi decisionali ed evitando cosi crisi di rigetto; a questo scopo è predisposto:
a) un continuo livello di comunicazione per sapere se gli interventi sostenuti sono in grado di raggiungere gli obiettivi prestabiliti;
b) la trasparenza di ogni atto amministrativo per dare la possibilità ai cittadini di verificare se quanto comunicato corrisponde a quanto deliberato;
c) formazioni mirate agli operatori dei rifiuti che devono aiutare i produttori dei rifiuti principalmente per la raccolta differenziata, in materia di conferimenti impropri e per l'applicazione delle tariffe. Al fine della realizzazione degli obiettivi programmati, è fondamentale formare gli addetti alla raccolta per il consolidamento dei comportamenti virtuosi e per informare correttamente la cittadinanza, tutto necessario per la realizzazione degli obiettivi.
1. 052. Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco.

Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
Art. 1-bis. - 1. La regione Campania aumenta i controlli per i termovalorizzatori ed i gassificatori presenti nel proprio territorio; i valori delle emissioni prodotte de questi impianti sono resi disponibili sul portale web della regione e sono aggiornati periodicamente. I sistemi di controllo dei «fumi» sono continuamente monitorati. In tutte le zone interessate da discariche della Campania sono aumentate notevolmente le centraline per il controllo dell'aria e sono incrementati i test sull'acqua e sulle falde; anche i risultati di queste analisi sono pubblicati sul sito. La regione Campania si costituisce parte civile in tutti i processi per reati ambientali riguardanti il suo territorio.
1. 053. Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco.

Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
Art. 1-bis. - (Relazione al Parlamento). - 1. La regione Campania presenta alle Camere, per l'esame da parte delle Commissioni parlamentari competenti, entro il 31 dicembre 2011 e, successivamente, nell'anno 2012 e seguenti, entro il 30 giugno e entro il 31 dicembre di ogni anno, una relazione di sintesi sugli interventi realizzati nella regione e, in particolare, nei comuni a più alta densità demografica, dalle amministrazioni territoriali della regione Campania per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti e sui risultati conseguiti, con particolare riguardo alla sostenibilità ambientale. Tale relazione evidenzia altresì, a rigoroso rendiconto, gli impegni di spesa e le erogazioni relative agli investimenti in impianti e alle iniziative di gestione adottate in corso d'anno, nonché le iniziative assunte dalla regione per il monitoraggio sistematico delle relative spese; sono inoltre indicati gli scostamenti rispetto alle previsioni iniziali di spesa e le relative motivazioni.
1. 054. Bratti, Mariani, Bonavitacola, Andrea Orlando, Iannuzzi, Cuomo, Piccolo, Graziano, Mazzarella, Boffa, Bossa, Ciriello, Nicolais, Mario Pepe (PD), Picierno, Benamati, Braga, Bocci, Esposito, Ginoble, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

MOZIONI DONADI ED ALTRI N. 1-00670, IANNACCONE ED ALTRI N. 1-00676, MOSELLA ED ALTRI N. 1-00677, GHIGLIA ED ALTRI N. 1-00678, LIBÈ, DELLA VEDOVA, LO MONTE ED ALTRI N. 1-00679, BRATTI ED ALTRI N. 1-00680 E ZAMPARUTTI ED ALTRI N. 1-00681 CONCERNENTI INIZIATIVE URGENTI SULL'EMERGENZA RIFIUTI A NAPOLI

Mozioni

La Camera,
premesso che:
a Napoli la crisi dello smaltimento dei rifiuti sta assumendo ogni giorno che passa risvolti drammatici: le strade sono da troppo tempo invase dalla spazzatura, la protesta degli abitanti esasperati si sta sempre più caratterizzando con reazioni ormai giunte a livelli di guardia, cassonetti rovesciati dappertutto e roghi che purtroppo stanno complicando ulteriormente i già pesanti disagi;
lo stato di crisi in Campania è iniziato nel 1994 con la dichiarazione dello stato di emergenza (e la nomina del primo commissario di Governo con poteri straordinari) cessato ufficialmente, dopo oltre 15 anni, sulla base di un decreto-legge, il n. 195 del 2009, approvato dal Consiglio dei ministri il 17 dicembre 2009, che aveva fissato la data del 31 dicembre 2009 quale termine finale dello stato di emergenza, del commissariamento straordinario e della presenza dell'esercito precedentemente inviato per far fronte all'emergenza del 2008 che si era caratterizzata per la rivolta degli abitanti contro la discarica di Chiaiano;
in risposta al riacutizzarsi della crisi dei rifiuti a Napoli e provincia, il 26 novembre 2010 è stato adottato il decreto-legge n. 196, che avrebbe dovuto dare una soluzione seppur parziale all'emergenza campana e che, in realtà, si è dimostrato fallimentare;
tuttavia, adesso la mancata approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, di un decreto-legge per risolvere la pesante situazione nella provincia napoletana, a causa della contrarietà dei Ministri della Lega Nord al trasferimento dei rifiuti fuori regione, ha consentito, trasversalmente, ai presidenti della regione Campania, Stefano Caldoro, e della provincia, Luigi Cesaro, nonché al neo sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, di individuare tre nuovi siti di trasferenza ad Acerra e Caivano;
certamente, le cause alla base dell'emergenza rifiuti in Campania sono complesse: oltre a una commistione di errori tecnico-amministrativi e di interessi politici, industriali e malavitosi, esse si possono individuare in parte: nei ritardi di pianificazione e di preparazione di discariche idonee, avvenute solamente dal 2003; nell'inadeguato trattamento dei rifiuti urbani nei sette impianti di produzione di combustibile derivato dai rifiuti (cdr), originariamente costruiti e gestiti da società del gruppo Impregilo; nei ritardi nella pianificazione e nella costruzione di inceneritori, dovuti anche a prescrizioni della magistratura sui progetti in essere e finalizzate a una maggiore tutela dell'ambiente e a contrastare la camorra; nei ritardi nella pianificazione e nella costruzione di impianti di compostaggio della frazione organica dei rifiuti proveniente da raccolta differenziata; infine, nei bassi livelli medi della stessa;
non si può ovviamente negare che, al di là delle cause tecniche e amministrative, lo stato di emergenza rappresenta di per sé una situazione economicamente vantaggiosa non solo per la criminalità organizzata campana, che, con la gestione illecita dei rifiuti, raccoglie profitti anche maggiori rispetto ai pur lucrosi traffici di droga o alle estorsioni, ma anche per larghi settori della imprenditoria legale (dietro la quale si cela spesso comunque la camorra), che da un lato approfitta del sistema di smaltimento illegale per abbattere i costi, dall'altro entra direttamente nella gestione della crisi - come si può facilmente evincere dalla relazione del 13 marzo 2007 del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse;
per ritornare all'oggi, attualmente tra Napoli e provincia sono diecimila circa le tonnellate di immondizia, solo nel capoluogo partenopeo occorre toglierne immediatamente dalle strade più di duemila, poiché, complice anche il caldo che si fa sempre più intenso, ci si sta avviando verso una situazione disastrosa da un punto di vista strettamente sanitario;
sull'emergenza rifiuti vi è stato anche un intervento al più alto livello dello Stato che ha sottolineato come sia indispensabile e urgente un intervento normativo dell'Esecutivo, soprattutto a fronte di un rischio sempre più rilevante per la salute dei cittadini;
peraltro, un intervento del Governo si rende necessario al fine di garantire un reale superamento dell'emergenza rifiuti campana, anche attraverso una responsabilizzazione di tutte le istituzioni,

impegna il Governo:

ad adottare con urgenza le iniziative necessarie a sbloccare le risorse finanziarie occorrenti per le attività di raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti e per l'incremento della raccolta differenziata, disposte nel decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 gennaio 2011, n. 1, prevedendo che una quota-parte delle suddette risorse siano assegnate al comune di Napoli, per essere immediatamente utilizzate in accordo con le azioni previste dalla delibera comunale n. 739 del 16 giugno 2011;
ad adottare le iniziative di competenza per consentire ai comuni campani sopra i 100 mila abitanti, o alle province per tramite le loro società provinciali, di concordare i flussi extraregionali per il trasferimento dei rifiuti con i comuni o i detentori di impianti di smaltimento siti in altre regioni, che già hanno dato la propria disponibilità a tale eventualità, prevedendo comunque le necessarie informazioni alle regioni interessate, allo scopo di permettere il controllo e la verifica degli accordi intercorsi;
ad adottare le opportune iniziative dirette a prevedere che, al fine di consentire il ritorno a una gestione ordinaria dell'emergenza rifiuti, le attività di individuazione delle aree dove realizzare siti da destinare a discarica, che il decreto-legge n. 196 del 2010 assegna a un commissario straordinario individuato fra il personale della carriera prefettizia, ritornino tra le competenze delle amministrazioni locali, anche allo scopo di consentire una responsabilizzazione delle medesime amministrazioni allo svolgimento dei loro compiti istituzionali.
(1-00670)
(Nuova formulazione) «Donadi, Di Pietro, Borghesi, Evangelisti, Piffari, Aniello Formisano, Barbato, Palagiano, Cambursano, Cimadoro, Di Giuseppe, Di Stanislao, Favia, Messina, Monai, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palomba, Porcino, Rota, Zazzera».

La Camera,
premesso che:
la città di Napoli e gran parte della provincia sono letteralmente invase dai rifiuti;
le responsabilità dell'attuale emergenza sono, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, ascrivibili in larga parte all'amministrazione comunale che non ha garantito l'attuazione della raccolta differenziata;
i governi regionali della Campania, a guida di centrosinistra, hanno contribuito, sempre ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, con inadempienze e con scelte inappropriate e unicamente finalizzate al mantenimento di clientele, ad alimentare l'attuale stato di emergenza che colpisce la città di Napoli;
nonostante gli sforzi e l'efficacia degli interventi operati dal Governo in carica, le mancanze dell'amministrazione comunale di Napoli hanno impedito alla città di mantenere lo stato di decoro più volte determinato dall'azione dell'Esecutivo;
dopo l'emergenza del 2008, nelle altre province campane e nei rispettivi capoluoghi il problema dei rifiuti non si è ripresentato, ponendo in evidenza ulteriormente le responsabilità dell'amministrazione comunale napoletana, unica a non aver garantito un livello minimo di raccolta differenziata e unica a non aver saputo organizzare un adeguato ed efficace servizio di raccolta;
la situazione nella quale versa la città di Napoli non solo rischia di costituire un pericolo per la salute dei napoletani, ma colpisce gravemente l'economia della città, della regione e dell'intero Paese;
le immagini di Napoli stanno avendo un risalto internazionale, scoraggiando gli stranieri che, in prossimità della stagione estiva, preferiscono altre mete o annullano le prenotazioni già fatte;
pertanto, l'emergenza rifiuti non è un problema solo napoletano o campano ma riguarda l'intero Paese;
il Governo in carica ha affrontato con efficacia altre emergenze che hanno colpito altre zone del Paese, al Centro e al Nord;
in tali occasioni il Governo si è mostrato unito e le diverse forze politiche, rappresentate nell'Esecutivo e in Parlamento che sono espressione del sud del Paese, hanno garantito convintamente la loro solidarietà e il loro supporto;
in data 30 giugno 2011 il Governo ha varato, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo con inusitato ritardo, un decreto-legge (n. 94 del 2011) che, nelle intenzioni delle istituzioni e delle forze politiche che lo hanno sollecitato, doveva servire ad affrontare con maggiore efficacia l'attuale emergenza e a risolverla definitivamente;
il sopra citato decreto-legge è, ad avviso firmatari del presente atto di indirizzo, invece, uno strumento non sufficiente a risolvere l'emergenza;
le più alte cariche istituzionali del Paese hanno sottolineato l'insufficienza del decreto-legge adottato dal Governo;
con enorme rammarico il Paese e il popolo meridionale sono stati costretti ad assistere ad una ingiustificabile spaccatura in seno al Consiglio dei ministri, alla luce della grave emergenza che si è venuta a determinare a Napoli,

impegna il Governo:

a varare con la massima urgenza un nuovo decreto-legge che tenga conto delle indicazioni provenienti dalla giunta regionale della Campania e che serva a risolvere concretamente l'attuale emergenza rifiuti che, in queste ore, colpisce ancora la città di Napoli;
ad istituire un tavolo tra l'Esecutivo, la regione Campania, la provincia e il comune di Napoli, che in tempi brevi elabori una soluzione definitiva al problema dello smaltimento dei rifiuti a Napoli;
ad evitare in futuro che il Governo adotti una disparità di trattamento nell'affrontare le emergenze soprattutto in virtù della loro localizzazione geografica.
(1-00676)
«Iannaccone, Moffa, Belcastro, D'Anna, Grassano, Gianni, Lehner, Marmo, Milo, Mottola, Nola, Orsini, Pionati, Pisacane, Porfidia, Razzi, Ruvolo, Sardelli, Scilipoti, Siliquini, Soglia, Stasi, Taddei».

La Camera,
premesso che:
il problema dei rifiuti a Napoli e in Campania è un problema mai risolto, dall'inizio degli anni 90; un lungo periodo nel quale si sono intrecciati ritardi, inadeguatezze, malaffare, cattiva amministrazione e camorra;
la questione dello smaltimento dei rifiuti è questione nazionale. Pur consapevoli delle gravi responsabilità delle classi dirigenti locali, Napoli, la sua provincia, la Campania, le altre città e regioni che potrebbero cadere nel medesimo dramma sociale sono l'Italia, una nella sua legittimazione democratica e nella sua personalità internazionale;
la logica dell'emergenza e degli interventi di emergenza, abusata e divenuta insopportabile, ha dimostrato tutta la sua inefficienza, dal momento che ha contribuito a nascondere le cause più profonde del fenomeno; ha contribuito a far scambiare gli effetti (mancanza di programmazione, mancanza di informazione, mancanza di impianti, mancanza di politiche collaterali per la difesa della salute, mancanza di trasparenza) per le cause della crisi. Queste sono costituite dalla crisi politico-amministrativa che travaglia la Campania, le sue province, i suoi comuni, le sue istituzioni, il personale pubblico, i suoi rapporti con i fornitori privati di servizi; a nulla sono serviti la decretazione d'urgenza, la Protezione civile, l'esercito, le deroghe a pioggia;
nel succedersi dei quadri di un dramma infinito, il malaffare, le incursioni camorristiche profonde ed emergenti, il fallimento di ogni iniziativa, l'uso scomposto del dolore della gente, la speranza civica degli italiani, la vigilanza politica degli organismi internazionali hanno, ciascuno per la propria parte, per il proprio interesse o per i propri doveri, potuto dolersi o rallegrarsi della sequela di promesse e bugie, di annunci e di nascondimenti e, infine, di egoismi e lacerazioni;
il Governo è risultato nella persona del suo Presidente, del suo Capo, il responsabile più visibile del fallimentare succedersi di iniziative, nessuna delle quali si è rivelata oggettivamente nell'interesse della Campania, di Napoli, dei loro cittadini; il 1o luglio 2008, il Presidente Berlusconi ha annunciato: «entro fine luglio non ci saranno più rifiuti per le strade» e che a gennaio avrebbe funzionato il termovalorizzatore di Acerra che ad aprile sarà finalmente a pieno regime; il 18 luglio 2008 ha annunciato: «dopo 58 giorni Napoli è tornata ad essere una città pulita, una città occidentale, dove non c'è più il disastro della spazzatura nelle strade (...) si tratta di un piano che avrà tempi anticipati rispetto al programma (...) e così si potrebbero dimezzare i tempi di costruzione dei termovalorizzatori»; il 1o ottobre 2008 ha annunciato: «è finita l'emergenza, la situazione è sotto controllo (...) verrò a Napoli tutti i mercoledì fin quando sarà necessario»; il 26 marzo 2009, ha dichiarato: «oggi è una data storica per la Campania e per Napoli perché si esce dall'emergenza definitivamente, non si tornerà più alla situazione e alla tragedia che ha angosciato i cittadini napoletani e campani per diversi anni, perché si entra in una fase di smaltimento dei rifiuti che possiamo definire industriale (...) spero che la televisione abbia il tempo di far vedere agli italiani come sono gli impianti di smaltimento dei rifiuti che si possono realizzare oggi e che realizzeremo in tante altre regioni, perché questo è un problema non soltanto della Campania ma di tutte le regioni italiane». Il 4 marzo 2010 la Corte europea di giustizia ha condannato l'Italia per il disastro rifiuti in Campania, perché ha messo in pericolo la salute umana e recato pregiudizio all'ambiente; il 15 marzo 2010 nuove avvisaglie dell'emergenza rifiuti a Napoli e a Caserta. Il 28 ottobre 2010, il Presidente del Consiglio dei ministri ha annunciato: «Napoli sarà pulita entro tre giorni»; il 26 novembre 2010, ha dichiarato: «Napoli può essere pulita in 15 giorni (...) e la Lega non dirà no ad una richiesta di aiuto per i rifiuti di Napoli»; il 29 dicembre 2010, ha detto: «penso di tornare ad assumere direttamente la responsabilità per l'immediato sgombero, ma anche per gli impianti futuri»;
la materia è stata interessata da numerosi decreti-legge, il n. 263 del 9 ottobre 2006, il n. 61 dell'11 maggio 2007, il n. 107 del 17 giugno 2008, intrecciato con il n. 90 del 23 maggio 2008, per arrivare al n. 94 del 1o luglio 2011;
l'emergenza, l'urgenza e la necessità sono divenute non più cause giustificatrici di un intervento, bensì il filo conduttore di politiche incapaci di ridurre e sconfiggere la crisi dello smaltimento dei rifiuti;
la ragionevolezza del principio comunitario della prossimità delle sedi di smaltimento dei rifiuti ai loro centri di produzione, sprovvista di una copertura razionale di tipo normativo e organizzativo, ha offerto un'apparente protezione a forze di Governo ignare dell'unità nazionale e dei sottesi principi di lealtà istituzionale e civile;
ancora oggi, nel testo di un decreto-legge, l'ultimo della serie, il n. 94 del 2011, il Governo sembra prendere atto della crisi anziché contrastarla, con l'affermazione di non autosufficienza del sistema di gestione dei rifiuti urbani non pericolosi prodotti nella regione Campania;
la condizione di emergenza in Campania non può essere fatta risalire alle sole ragioni tecniche e di cattiva amministrazione, sottostandovi una non contraddetta situazione di ingerenza di poteri criminali,

impegna il Governo:

ad abbandonare l'inefficiente logica delle emergenze e della straordinarietà;
a presentare in Parlamento con la massima urgenza un disegno di legge organico che, nell'ambito delle competenze stabilite dall'articolo 117, comma secondo e comma terzo, della Costituzione, nel rispetto delle autonomie e delle potestà normative vigenti, senza l'utilizzo di deroghe alle disposizioni in materia ambientale, igienico-sanitaria, di prevenzione degli incendi, di sicurezza sul lavoro, urbanistiche, di paesaggio e beni culturali, definisca il finanziamento e le norme per la messa a regime della raccolta differenziata, con la realizzazione di una rete integrata di trattamento dei rifiuti in Campania, per l'apertura delle discariche e l'esercizio degli impianti, e un sistema di benefici fiscali e contributivi e contenga un richiamo esplicito ed opportunamente sagomato alle vigenti disposizioni antifrode e antiriciclaggio;
ad indire una conferenza permanente sulla condizione dello smaltimento dei rifiuti in Italia, senza aggravi di costo sul bilancio dello Stato per il suo funzionamento e sulla cui attività sia periodicamente informato il Parlamento.
(1-00677)
«Mosella, Tabacci, Pisicchio, Brugger».

La Camera,
premesso che:
la crisi dei rifiuti in Campania è iniziata nel 1994 con la dichiarazione dello stato di emergenza e con la nomina del primo commissario di Governo con poteri straordinari (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'11 febbraio 1994, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 35 del 12 febbraio 1994);
lo stato di emergenza è quindi cessato ufficialmente, dopo oltre 15 anni, sulla base di un decreto-legge, il n. 195 approvato dal Governo il 17 dicembre 2009, che ha fissato la data del 31 dicembre 2009 quale termine finale dello stato di emergenza e del commissariamento straordinario;
le cause alla base dell'emergenza rifiuti in Campania sono complesse. In primo luogo, vanno sottolineati i ritardi di pianificazione e di preparazione di discariche idonee, messe in essere solo a partire dal 2003; inoltre, vanno ricordati l'inadeguato trattamento dei rifiuti urbani nei sette impianti di produzione di combustibile derivato dai rifiuti, i ritardi nella pianificazione e nella costruzione di inceneritori, dovuti anche a prescrizioni della magistratura sui progetti in essere; i ritardi nella pianificazione e nella costruzione di impianti di compostaggio della frazione organica dei rifiuti proveniente da raccolta differenziata, e sopratutto i bassi livelli medi della stessa, che nel 2007 nella provincia di Napoli si fermava ad un misero 8 per cento;
va peraltro evidenziato che alcuni comuni campani hanno ottimi tassi di raccolta differenziata: ad esempio Grumo Nevano, tra i comuni più virtuosi, ha raggiunto circa il 62 per cento della raccolta differenziata, mentre sempre secondo l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (Apat, dati 2006), il comune di Casamarciano raggiunge il 49,6 per cento, mentre Santa Maria la Carità e Tufino superano abbondantemente il 44 per cento. Più in generale, la provincia di Salerno e quella di Avellino sono attorno al 20 per cento (21,3 e 19,3 per cento);
è a partire dal 1994, passando per periodi di maggiore o minore criticità, che i rifiuti solidi urbani in Campania non vengono raccolti regolarmente e si accumulano, in mancanza di una politica di riduzione dei rifiuti e, in particolar modo, per costante carenza della raccolta differenziata e degli impianti di combustibile derivato da rifiuti (cdr), peraltro in alcuni casi pure sequestrati dalla magistratura perché non a norma, e quindi mai effettivamente utilizzati;
nel 1998 il presidente della regione Antonio Rastrelli, nella sua qualità di commissario straordinario, indice la gara d'appalto per l'affidamento ad un soggetto privato dell'intera gestione del ciclo dei rifiuti. La gara si chiude nel 2000, quando il commissario straordinario è il nuovo presidente della regione Antonio Bassolino, vincitrice risulta un'associazione temporanea di imprese denominata Fibe, che si aggiudica l'appalto per la costruzione di sette impianti di produzione di combustibile derivato dai rifiuti e di due inceneritori, nonché per la creazione di diverse discariche in Campania. La Fibe (sigla ottenuta dai nomi delle imprese Fisia, Impregilo, Babcock Environment GmbH, Evo Oberrhausen), ha come capofila la Fisia Italimpianti, controllata del gruppo Impregilo;
il contratto non viene però eseguito nei termini previsti dall'appaltatore che non consegna entro il 31 dicembre 2000 l'impianto di termovalorizzazione da esso stesso localizzato, tra grandi proteste, ad Acerra, e per di più realizza impianti che producono combustibile derivato dai rifiuti non a norma, per il quale si apre un processo penale innanzi al tribunale di Napoli;
negli impianti realizzati, Fibe continua per anni a produrre ecoballe che non possono essere bruciate, sia per assenza del termovalorizzatore, sia perché troppo umide; se ne accumulano così 5 milioni, corrispondenti a 6 milioni di tonnellate di rifiuti non smaltibili tramite termovalorizzazione, che vengono stoccate in giro per la regione;
nel luglio 1998 un'apposita commissione parlamentare constata che, dopo quattro anni di gestione commissariale, la Campania è ancora in stato di emergenza, giudicando insufficienti gli impianti realizzati o individuati, oltre che poco collaborative le amministrazioni locali;
nel dicembre 2000 Carlo Ferrigno, nuovo prefetto di Napoli, in qualità di commissario dichiara che le discariche esistenti sono ormai tutte sature ed in alcune sono stati sversati rifiuti al di là delle loro capacità, con gravi conseguenze igienico-sanitarie per chi vive nei paraggi; inoltre stigmatizza l'opposizione delle amministrazioni locali ad ospitare gli impianti di produzione di combustibile derivato dai rifiuti;
la regione decide allora di continuare ad utilizzare comunque la discarica di Palma Campania, la cui bonifica è però condizionata all'individuazione di altre soluzioni. Nel frattempo entrano in funzione tre impianti di vagliatura e triturazione, e quattro di imballaggio;
in mancanza della piena attuazione del piano regionale, dovuta in massima parte all'inadempimento contrattuale della Fibe, e al mancato decollo della raccolta differenziata per la quale erano stati assunti migliaia di lavoratori presso i vari consorzi di bacino costituiti ad hoc nel 1993, all'inizio del 2001 si registra una nuova pesante crisi nella raccolta, che viene superata riaprendo provvisoriamente le discariche di Serre e Castelvolturno, ed inviando mille tonnellate al giorno di rifiuti verso altre regioni, quali la Toscana, l'Umbria e l'Emilia-Romagna, nonché all'estero, in Germania;
alla fine del 2001 entrano in funzione gli impianti di produzione di combustibile derivato da rifiuti di Caivano, Avellino e Santa Maria Capua Vetere, seguiti nel 2002 da quelli di Giugliano, Casalduni e Tufino, ed infine di Battipaglia nel 2003. Ciò nonostante la Campania, in mancanza di una percentuale di raccolta differenziata apprezzabile e dei termovalorizzatori, non è ancora autosufficiente, mancando un'autonoma capacità di trattare quasi un milione di tonnellate annue di combustibile derivato dai rifiuti, e più di un milione di tonnellate annue da conferire direttamente in discarica o stoccare in attesa di trattamento speciale;
la prima maxi inchiesta giornalistica in merito all'emergenza rifiuti in Campania è dell'Unità. In quell'occasione il direttore dell'epoca (Padellaro) attaccò il governatore della regione Bassolino (commissario dei rifiuti fino al 2004). Nella replica Bassolino rivendicò il lavoro svolto, soprattutto da sindaco di Napoli, ma proprio in quei giorni la Protezione civile lanciava l'allarme: a Napoli c'erano 2000 tonnellate di rifiuti in strada;
è chiaro, quindi, come l'intera gestione dell'emergenza rifiuti operata dalla giunta di centrosinistra in Campana si sia rivelata un fallimento completo;
nel 2006 esplodono le prime rivolte da parte dei cittadini quando le strade sono sommerse da oltre 35 mila tonnellate di rifiuti. Nell'aprile del 2006 viene appiccato il fuoco a centinaia di cassonetti, gli impianti per lo smaltimento sono saturi, alcune scuole chiuse per emergenza sanitaria; nell'ottobre del 2006 Lega, Forza Italia e Italia dei Valori invocano misure speciali: l'invio dell'esercito;
nel luglio del 2007 il problema non è ancora risolto. In Campania ci sono 5 milioni di tonnellate di rifiuti sparsi e 600 mila tonnellate in rifiuti provvisori. Tanto che il cardinale Sepe si rivolse pubblicamente al presidente della regione Bassolino ed al sindaco di Napoli Iervolino: «ridate dignità alla città»;
l'emergenza rifiuti nel decennio 1996-2006 è costata 780 milioni di euro l'anno, complessivamente 15 mila miliardi di lire. Il Governo Prodi è costretto a chiedere la fiducia sul decreto emergenza rifiuti in Campania che contiene i siti che ospiteranno le discariche;
nel corso del 2007, con la progressiva saturazione delle discariche, si verifica quindi una nuova e più grave crisi nella gestione dei rifiuti, che induce il Governo Prodi in carica ad intervenire individuando nuovi siti da destinare a discarica, orientando la soluzione del problema verso la regionalizzazione dello smaltimento dei rifiuti, e autorizzando la costruzione di tre nuovi inceneritori; di fatto quindi emerge la palese contraddizione con l'impostazione della gestione commissariale di Antonio Bassolino, che ruotava invece tutta intorno alla travagliata costruzione di un unico megainceneritore ad Acerra;
l'ordinanza per la costruzione degli inceneritori viene firmata il 31 gennaio 2008, mentre ancora il 25 gennaio 2008 la giunta comunale di Napoli approvava una spesa di 228.000 euro per una «analisi sulla percezione della qualità del proprio territorio/ambiente, durante l'emergenza rifiuti, da parte delle imprese e dei cittadini campani rispetto a quella dei cittadini del resto d'Italia», poi revocata;
nel dicembre del 2007 la Corte dei conti condanna il presidente Bassolino a risarcire oltre 3 milioni di euro alla regione per la creazione di un «call center ambientale» con 100 dipendenti allestito nel 2001;
De Gennaro, ennesimo commissario nominato per l'emergenza, l'11 gennaio 2008, denuncia che i dati su discariche e raccolta rifiuti sono tutti falsi, compresi nomi di discariche inseriti sapendo che non erano inutilizzabili;
riprendono così i trasferimenti di rifiuti verso la Germania tramite ferrovia, con un costo nettamente inferiore rispetto a quanto il commissariato per l'emergenza spendeva per smaltirli in Campania;
inoltre vengono individuate ulteriori nuove aree da adibire a discarica, tra cui la discarica chiusa nel quartiere di Napoli Pianura, e successivamente una cava dismessa nel quartiere di Chiaiano, al confine con il comune di Marano di Napoli. Tale decisione provoca le violenta protesta della cittadinanza locale. Il mandato del commissario viene nel frattempo prorogato alla scadenza dal dimissionario Governo Prodi, e la situazione, ancora lontana dall'essere risolta, degenera con gravi ripercussioni sull'ordine pubblico;
appare, quindi, evidente la contraddittorietà degli interventi messi in atto dal Governo di centrosinistra, dalla presidenza della regione e dal sindaco della città di Napoli (entrambi di centrosinistra), in un panorama caratterizzato da una generale confusione e mancanza di progettualità di gestione;
il 21 maggio 2008 il nuovo Governo, presieduto da Silvio Berlusconi, tiene il suo primo Consiglio dei ministri proprio a Napoli, ed approva un decreto-legge (n. 90 del 23 maggio 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 123 del 14 luglio 2008) che introduce un nuovo modello per la gestione dell'emergenza campana. I commissari delegati e le relative strutture sono sostituiti da un apposito Sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. L'incarico, viene, quindi, attribuito al Capo del Dipartimento della protezione civile, Guido Bertolaso, con il compito di coordinare la gestione dei rifiuti nella regione Campania per tutta la durata del periodo emergenziale (fino al 31 dicembre 2009). Si prevede, altresì, il coinvolgimento delle forze di polizia e delle forze armate al fine di assicurare piena effettività agli interventi per fronteggiare l'emergenza. Per la durata dello stato emergenziale, la competenza sui procedimenti per reati in materia di gestione dei rifiuti e in materia ambientale, riguardanti l'intero territorio della Campania, è attribuita alla direzione distrettuale antimafia di Napoli. Sono inoltre attribuite alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo le controversie, anche di natura cautelare, relative a diritti costituzionalmente tutelati, comunque attinenti alla gestione dei rifiuti, anche se poste in essere dall'amministrazione pubblica o da soggetti ad essa equiparati;
il decreto-legge incide anche sulla normativa nazionale relativa ai termovalorizzatori, alle discariche e alla protezione civile, introducendo una serie di deroghe alle disposizioni in materia ambientale, igienico-sanitaria, prevenzione incendi, sicurezza sul lavoro, urbanistica, paesaggio e beni culturali, poi precisate con il decreto-legge n. 97 del 2008. Durante il procedimento di conversione del decreto-legge sono inserite disposizioni che attribuiscono alle province della regione Campania la titolarità degli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti. Viene infine prevista la messa in opera di quattro termovalorizzatori (Acerra, Salerno, Napoli e Santa Maria La Fossa);
successivamente, il decreto-legge n. 172 del 2008 introduce ulteriori misure per la soluzione dell'emergenza, mediante l'individuazione, tra l'altro, di forme di vigilanza nei confronti degli enti locali finalizzate a garantire l'osservanza della normativa ambientale. Durante l'iter parlamentare viene altresì introdotta l'educazione ambientale nei programmi scolastici della scuola dell'obbligo. Al fine di ottimizzare la gestione integrata dei rifiuti, viene avviato un progetto pilota per garantire la piena tracciabilità dei rifiuti;
un ulteriore decreto-legge, n. 195 del 2009, istituisce una «unità operativa» e un'«unità stralcio», e introduce norme sugli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti, sul deposito e stoccaggio temporaneo dei rifiuti, nonché sul personale dei consorzi. Ai presidenti delle province vengono attribuite le funzioni ed i compiti di programmazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti da organizzarsi anche per ambiti territoriali nel contesto provinciale e per distinti segmenti delle fasi del ciclo di gestione dei rifiuti;
nel corso della fase di emergenza gestita dal Sottosegretario Bertolaso sono state 3.800.000 le tonnellate di rifiuti urbani smaltiti dall'inizio dell'attività della struttura sino al 31 dicembre 2009; 6.700 le tonnellate di rifiuti urbani smaltite in media ogni giorno;
in totale la somma degli stanziamenti che, per il periodo 2008-2011, sono stati destinati alla soluzione dell'emergenza rifiuti in Campania (ufficialmente terminata il 31 dicembre 2009) è complessivamente pari a 509,011 milioni di euro; inoltre la delibera Cipe n. 40 del 13 maggio 2010, nell'ambito dell'assegnazione di 400 milioni di euro prevista al punto 2 della delibera Cipe n. 4/2009 relativa al cosiddetto fondo strategico per il Paese, ha previsto a favore del Dipartimento della protezione civile un'assegnazione di 165 milioni di euro per l'emergenza rifiuti in Campania;
l'impegno del Governo è stato dunque concreto e costante e i risultati di tale azione si sono potuti toccare con mano: la città di Napoli era stata restituita alla sua dignità; le carenze gestionali ed organizzative da parte dell'amministrazione locale inadempiente per quelle che dovevano essere le sue competenze hanno però di fatto vanificato il lavoro fatto dal Governo, facendo in breve ripiombare la città in uno stato di degrado allarmante;
durante l'ultima campagna elettorale il neosindaco di Napoli ha più volte promesso che avrebbe risolto la questione dell'emergenza rifiuti: al momento, la sua prima ed unica iniziativa è stata quella di richiedere nuovamente l'intervento del Governo;
il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha incontrato il neo eletto sindaco, ribadendo la disponibilità del Governo a fare il possibile ed il necessario per superare la criticità nella quale la città di Napoli, per responsabilità dei suoi vecchi e nuovi amministratori, è nuovamente precipitata;
da ultimo, il Consiglio dei ministri del 1o luglio 2011, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha infatti approvato il decreto-legge n. 94 del 2011, che prevede misure urgenti per superare le attuali criticità connesse alla gestione e allo smaltimento di rifiuti urbani nella regione Campania. In particolare, il provvedimento dispone che i rifiuti derivati dalle attività di tritovagliatura possono essere smaltiti fuori dalla regione Campania, prioritariamente nelle regioni limitrofe in attuazione del principio comunitario della prossimità, e con il nulla osta della regione di destinazione,

impegna il Governo

a proseguire con determinazione nel fronteggiare la situazione critica dello smaltimento dei rifiuti in Campania attraverso l'adozione delle necessarie misure di propria competenza e attraverso l'individuazione di chiare responsabilità, e a collaborare affinché venga riattivato un ciclo corretto della gestione dei rifiuti, promuovendo in particolare azioni per aumentare significativamente la raccolta differenziata e per realizzare gli impianti idonei a superare le annose condizioni di inefficienza.
(1-00678)
«Ghiglia, Aracri, Bonciani, Cosenza, Di Cagno Abbrescia, Tommaso Foti, Germanà, Gibiino, Lisi, Pizzolante, Stradella, Tortoli, Vella, Vessa».

La Camera,
premesso che:
il 30 giugno 2011 il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge (n. 94 del 2011) che introduce disposizioni finalizzate alla risoluzione della nuova emergenza rifiuti in atto a Napoli e provincia;
si tratta dell'ennesimo intervento promosso negli ultimi anni per fronteggiare l'ormai intricata e ingovernabile gestione del ciclo della raccolta e smaltimento dei rifiuti nella città di Napoli, in particolare, e nella regione Campania, in generale;
allo stato attuale a Napoli e nella sua provincia sono presenti oltre 15 mila tonnellate di rifiuti e aumentano i roghi e le discariche abusive, lasciando le città campane interessate in un drammatico ed esasperante stato di emergenza che necessita di un intervento immediato;
sono più di 15 anni che il territorio campano, e Napoli in particolare, vive una sconcertante e insostenibile emergenza che non trova mai risoluzione definitiva e costituisce un pessimo esempio di cattiva amministrazione, oltre ad aver causato un gravissimo danno di immagine alla città di Napoli e all'Italia intera;
le gestioni commissariali che si sono succedute nel tempo (comprese le ultime varate dal Governo Berlusconi in carica, con l'affidamento dell'intera gestione della fase emergenziale, con poteri mai riscontrati nel passato all'ex Capo della Protezione civile Bertolaso, e il varo di un piano di costruzione di impiantistica con tecnologie moderne per sostenere il carico del ciclo dei rifiuti nell'intera regione), sebbene nell'immediatezza abbiano portato alcuni momentanei e provvisori risultati, nel complesso, invero, si sono rivelate totalmente fallimentari, portando oggi Napoli e la Campania ad una situazione socio-sanitaria allarmante;
con il decreto-legge n. 195 del 2009, il Governo Berlusconi fissava il termine della fase commissariale dell'emergenza al 31 dicembre 2009, riportando in seno alle amministrazioni locali e agli enti collegati preposti in materia la responsabilità della gestione dei rifiuti;
a distanza di quasi 2 anni oggi il problema non solo non ha trovato effetti risolutivi, ma si è, come dimostrano i fatti delle ultime settimane, ulteriormente aggravato;
il provvedimento emanato, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, tardivamente negli ultimi giorni (anche per le contraddizioni scoppiate in seno alla maggioranza che sostiene il Governo, in particolar per l'ostilità manifestata dalla Lega Nord ad un intervento sulla vicenda) rappresenta un nuovo tentativo non risolutivo della nuova fase emergenziale, al punto da essere criticato dallo stesso presidente della regione Campania e dalle amministrazioni locali interessate;
il grande piano di intervento promosso da Berlusconi, all'indomani della sua elezione nel 2008, propagandato come la soluzione di tutti i problemi legati alla questione dei rifiuti in Campania, prevedeva la costruzione di 5 impianti di termovalorizzazione, l'allargamento e l'individuazione di nuovi siti di conferimento e di trattamento dei rifiuti da utilizzare nella fase transitoria, l'incremento dei livelli di raccolta differenziata;
ad oggi a più di 3 anni dal lancio e a conferma del fallimento dell'iniziativa, il progetto ha visto soltanto la realizzazione di un impianto (quello di Acerra), peraltro funzionante in minima parte e per il quale il Governo aveva stanziato un finanziamento di più di 350 milioni di euro a favore dell'impresa affidataria, a valere sui fondi regionali per le aree sottoutilizzate, per accelerarne i tempi di completamento delle opere necessarie e consentirne la più celere possibile messa in funzione;
non sono sicuramente da meno le responsabilità in capo alle amministrazioni locali, di Napoli in particolare, che con la loro incapacità organizzativa e tecnico-amministrativa e talora anche come accertato con le connivenze con la criminalità organizzata fortemente interessata a lucrare e a inserirsi nel processo di gestione illecita dei rifiuti, hanno fortemente rallentato la risoluzione della problematica;
le dichiarazioni pronunciate in merito alla risoluzione dell'emergenza dal neo eletto sindaco della città di Napoli, De Magistris, destano perplessità, in quanto si ritiene che affidare la drammatica gestione del ciclo dei rifiuti della città esclusivamente ad un elevato regime di raccolta differenziata, escludendo totalmente il completamento della fase realizzativa degli impianti di termovalorizzazione, costituisca una miope e semplicistica visione della problematica;
la drammaticità dell'emergenza impone una presa di responsabilità netta e l'adozione di un piano comune nell'interesse della Campania, in un quadro in cui strumenti, mezzi, risorse, procedure, responsabilità, sanzioni e tempi siano chiari, condivisi e finalizzati principalmente al completamento dell'impiantistica, all'introduzione di un concreto e virtuoso sistema di raccolta differenziata e alla ricerca di nuovi siti di conferimento dei rifiuti e della messa in atto delle relative bonifiche nelle aree interessate, al fine di alleggerire i siti già esistenti e di sopportare il carico prodotto, evitando la frequente giacenza sulle strade di migliaia di tonnellate di cumuli di rifiuti, di evitare l'imbarazzante e ripetuta richiesta di «solidarietà» alle altre regioni (già, tra l'altro, per la maggior parte gravate da problemi di gestione interna) e di raggiungere in tempi più stretti possibili la fase dell'ordinarietà,

impegna il Governo:

a mettere in atto ulteriori misure straordinarie, anche di carattere finanziario, che si aggiungano a quelle recentemente disposte, finalizzate a rafforzare il sistema normativo in funzione del più celere e tempestivo superamento della fase emergenziale in atto a Napoli e in provincia;
a dare piena attuazione al piano di realizzazione degli impianti di termovalorizzazione in cantiere e al resto dell'impiantistica necessaria a consentire un corretto funzionamento del sistema di gestione dei rifiuti prodotti e dello smaltimento delle ecoballe in attesa di essere eliminate;
ad assumere iniziative normative che permettano di conferire pieni poteri e responsabilità ai sindaci e alle amministrazioni locali nella scelta dell'allargamento o dell'individuazione di nuovi siti da adibire a discarica presso i quali conferire la grande mole di rifiuti prodotti giornalmente in Campania ed evitare così il frequente collasso del sistema;
a sviluppare insieme alle amministrazioni locali campagne e programmi di informazione sulla corretta e virtuosa gestione dei rifiuti e mettere in atto conseguentemente un reale e capillare sistema di raccolta differenziata, prevedendo anche lo strumento della raccolta «porta a porta»;
a valutare l'opportunità di prevedere un organo terzo di controllo, senza oneri aggiuntivi per lo Stato, che vigili sulla trasparenza, la legittimità e l'efficacia delle azioni intraprese nell'ambito della gestione del ciclo dei rifiuti della regione Campania.
(1-00679)
«Libè, Della Vedova, Lo Monte, Galletti, Nunzio Francesco Testa, Muro, Zinzi, Mondello, Dionisi, Ciccanti, Compagnon, Naro, Volontè, Commercio».

La Camera,
premesso che:
è sotto gli occhi di tutti la gravissima situazione che si è determinata nella regione Campania in questi giorni, anche sotto il profilo igienico-sanitario, a causa dell'accumulo di ingenti quantitativi di rifiuti in siti di stoccaggio, impianti di trattamento e luoghi pubblici;
la grave crisi ambientale in atto, che minaccia seriamente la salute dei cittadini e perpetua condizioni favorevoli ad infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione delle attività di trasporto e smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, è diretta conseguenza della grave incapacità del governo regionale e delle province governate dal centrodestra, nonché dell'evidente inefficacia ed inadeguatezza delle norme contenute nel decreto-legge n. 196 del 2010;
con riferimento alla situazione emergenziale della Campania la Corte di giustizia dell'Unione europea ha già adottato una sentenza che accerta l'inadempimento da parte dello Stato italiano rispetto al recepimento della direttiva 2006/12/CE in materia di smaltimento dei rifiuti. Laddove lo Stato italiano non dovesse in tempi rapidi adottare i provvedimenti necessari all'esecuzione di tale sentenza, la Commissione europea avvierà la procedura di cui all'articolo 260 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, al fine di ottenere la condanna al pagamento di un'ammenda che può raggiungere l'importo di 680 mila euro per ogni giorno di inadempimento;
secondo quanto riferiscono gli organi di informazione, il Commissario europeo all'ambiente Janez Potocnik, in merito all'attuale situazione dei rifiuti in Campania, ha affermato che «le autorità italiane non hanno ancora fatto quanto necessario per trovare una soluzione adeguata e definitiva al problema». Secondo il Commissario europeo, «i miglioramenti reali si devono ancora vedere e vanno confermati da parte dei cittadini»; «l'assenza di questi miglioramenti lascia alla Commissione poca scelta, se non quella di proseguire attivamente con la procedura d'infrazione». Potocnik ha, inoltre, aggiunto che «a meno che la situazione non cambi per tempo, questo potrebbe portare a sanzioni pecuniarie all'Italia da parte della Corte europea di giustizia». Il Commissario ha concluso lanciando di nuovo un appello alle autorità italiane «a tutti i livelli» perché prendano in mano la questione, in «modo che il denaro dei contribuenti serva a migliorare la situazione sul terreno piuttosto che a pagare le multe»;
l'adozione delle misure strutturali necessarie a risolvere in via definitiva il problema non può prescindere dalla soluzione dell'attuale stato di emergenza, in presenza del quale non è possibile avviare alcun programma di medio-lungo periodo. È, quindi, del tutto prioritario rispetto ad ogni altra iniziativa, adottare i provvedimenti utili a rimuovere i rifiuti dalle strade di Napoli e della regione Campania, collocandoli nei siti disponibili, anche fuori dalla regione;
il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (cosiddetto tua - testo unico ambientale) - parte quarta - titolo I - detta norme in materia di gestione dei rifiuti, prevedendo, tra l'altro, il divieto di smaltimento dei rifiuti urbani in regioni diverse da quelle dove gli stessi sono prodotti, fatti salvi eventuali accordi regionali o internazionali qualora gli aspetti territoriali e l'opportunità tecnico-economica di raggiungere livelli ottimali di utenza servita lo richiedano (articolo 182, comma 3);
allo smaltimento dei rifiuti speciali, invece, si applica il principio generale della libera circolazione sul territorio nazionale, insuscettibile di limitazione da parte delle regioni (con particolare riferimento all'articolo 182 del decreto legislativo n. 152 del 2006, all'articolo 4-octies del decreto-legge n. 97 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 129 del 2008, all'articolo 8 del decreto legislativo n. 205 del 2010, alla direttiva 2008/98/CE). Tali tipologie di rifiuti possono, infatti, essere smaltiti in regime di libero mercato, attraverso accordi volontari tra operatori economici degli impianti di smaltimento delle diverse regioni;
l'impianto di incenerimento rifiuti di Brescia è gestito dalla società A2A, la quale è a capo di un gruppo di imprese che controlla interamente la società Partenope ambiente, alla quale è stata affidata la gestione dell'inceneritore di Acerra (Napoli);
sulla base della normativa vigente e viste le capacità di trattamento dell'impianto, l'inceneritore di Brescia sarebbe perfettamente in grado di smaltire una parte dei rifiuti urbani campani opportunamente trattati, oltre che quelli speciali già presenti in Campania; i primi nell'ambito dell'accordo Stato-regioni per fronteggiare l'emergenza. Tale situazione è, seppur in maniera diversa, estendibile ad altri impianti di incenerimento nell'Italia del Centro-Nord;
poiché i due impianti di Brescia e Acerra sono gestiti da imprese appartenenti al medesimo gruppo societario, non si comprende l'indisponibilità ad accogliere i rifiuti provenienti dalla Campania. Con la conseguenza che tali rifiuti continuano ad intasare l'inceneritore di Acerra (che soffre guasti e interruzioni con cadenza ormai periodica), nonostante questo sia gestito dalla stessa società A2A, per il tramite della sua controllata Partenope ambiente;
la risposta del Governo, attraverso il recente decreto-legge n. 94 del 2011 risulta tardiva e sbagliata, palesemente condizionata dalle resistenze della Lega Nord e costituisce addirittura un passo indietro rispetto al decreto-legge n. 196 del 2010, che pure aveva previsto «un accordo interregionale volto allo smaltimento dei rifiuti campani anche in altre regioni»;
in tal modo risultano, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, tradite le attese dei cittadini campani e delle istituzioni locali, che hanno riposto in un risolutivo intervento del Governo le loro attese per l'avvio di una fuoriuscita dalla grave emergenza in atto;
il citato provvedimento, infatti, ha reso ancor più difficile e incerto il contributo delle altre regioni, non ha dato alcuna garanzia sull'immediata disponibilità delle indispensabili risorse precedentemente stanziate con il decreto legge n. 196 del 2010 e non ha dato alcuna risposta alle richieste dei comuni della Campania di vedersi definitivamente attribuite le competenze primarie nella gestione del ciclo e connessa tariffa nei rispettivi territori, analogamente a quanto avviene in ambito nazionale;
l'infiltrazione malavitosa continua ad essere presente in maniera significativa sia nel trasporto dei rifiuti e del percolato prodotto dalle discariche e dagli impianti stir (stabilimenti di tritovagliatura ed imballaggio rifiuti) che all'interno di organismi di gestione,

impegna il Governo:

al fine di consentire lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ad attivare un percorso certo e immediato attraverso un accordo, in sede di conferenza Stato-regioni, che coinvolga tutte le regioni italiane a partire da quelle regioni che hanno un sistema impiantistico idoneo alla gestione del ciclo integrato dei rifiuti e utilizzando preferibilmente impianti a gestione pubblica o a maggioranza pubblica;
a rendersi parte attiva affinché la regione Campania, in collaborazione con le province, individui, anche attraverso le numerose cave esistenti, alcune discariche per far fronte alla situazione emergenziale e definisca un immediato piano che consenta di riportare la regione nella gestione ordinaria, così come previsto dalla direttiva 2008/98/CE;
a comunicare al Parlamento, anche presso le Commissioni competenti:
a) i costi dell'emergenza rifiuti dal 2008 ad oggi;
b) l'attività delle società provinciali pubbliche costituite in base alla legislazione vigente;
c) le procedure, le forme contrattuali, i costi di smaltimento dei rifiuti oggetto del rapporto tra gli attuali gestori e le società private destinatarie del trattamento e dello smaltimento finale dei rifiuti dall'emanazione del decreto-legge n. 196 del 2010 ad oggi;
a ripristinare al più presto le competenze degli enti locali riguardo alla gestione integrata dei rifiuti, come previsto dal testo unico ambientale in tutto il resto del Paese.
(1-00680)
«Bratti, Mariani, Bonavitacola, Realacci, Graziano, Iannuzzi, Cuomo, Cenni, Benamati, Bocci, Braga, Esposito, Ginoble, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Viola, Marco Carra».

La Camera,
premesso che:
il drammatico esito della questione rifiuti campani, e napoletani in particolare, era stato previsto già 17 anni fa dal professore Aldo Loris Rossi, ordinario di progettazione architettonica ed ambientale all'università Federico II di Napoli, quando evidenziava come, il ricorso al commissario di Governo, avrebbe trasformato la situazione campana in un «affare di Stato» senza affrontare le questioni nodali, dell'avvio della raccolta differenziata nel napoletano e nel casertano, e del perdurare degli interessi corporativi;
quale fosse la situazione esistente allora in Campania è descritta nel libro del 1994 intitolato «Progetto per Napoli metropoli europea» del professore Aldo Loris Rossi: la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi nella provincia di Napoli anche nella prima metà degli anni novanta rappresentava una piaga irrisolta con l'amministrazione regionale che non aveva elaborato un piano regolatore dei rifiuti solidi che avrebbe dovuto regolamentare: la definizione delle caratteristiche qualitative e quantitative dei rifiuti; la valutazione della loro pericolosità e quindi la scelta dei più idonei sistemi di trattamento; la delimitazione dei bacini di raccolta e di conferimento; l'individuazione dei siti dove realizzare gli impianti; la raccolta ed il trattamento differenziato dei vari tipi di residui; l'incentivazione alla riutilizzazione dei materiali recuperabili e lo sviluppo di un apposito mercato delle «materie prime seconde» per diminuire i quantitativi da smaltire e sviluppare nuove e idonee tecnologie;
i Radicali nel 1994 denunciavano che la regione Campania non aveva fatto niente di quanto sopra delineato e che si era continuata ad attuare, come soluzione transitoria, solo l'utilizzo delle discariche esistenti, non sempre sufficientemente adeguate alle norme di sicurezza necessarie per prevenire danni ambientali quali l'infiltrazione di percolato nelle sottostanti falde idriche;
con il ricorso alla figura del commissario di Governo, a partire dal 1994, il problema non è stato risolto nell'arco di 15 anni, con il perdurare del monopolio della malavita interessata ad appalti sia delle discariche che degli inceneritori;
le soluzioni finora proposte dall'attuale Governo si sono dimostrate assolutamente fallimentari come dimostra l'attuale situazione di emergenza rifiuti a Napoli rispetto alla quale anche il recente decreto-legge n. 94 del 1o luglio 2011 risulta inadeguato ad aiutare quei territori ad avviare un ciclo virtuoso dei rifiuti come pure avviene in altre provincie della regione Campania, quali Salerno, Benevento ed Avellino;
la prima direttiva europea sulla differenziata risale al 1975 e permane la più recente procedura di infrazione aperta dall'Unione europea per la mancata adozione di un piano regionale dei rifiuti, con il paradosso che i quantitativi di rifiuti e i costi per la loro gestione ineguagliabili nell'intero pianeta;
si persevera, infatti, nella commissione in due «errori capitali»: non attivare il compostaggio dell'organico putrescente (30 per cento dei rifiuti) e mischiarlo con imballaggi inerti (50 per cento del totale) inquinando anche questi per mandare più rifiuti in discariche e inceneritori;
poiché gli imballaggi costituiscono il 40 per cento in peso e il 65 per cento in volume dei rifiuti, questi ultimi, se separati a monte, dimezzerebbero, riducendo drasticamente i costi e i tempi di trasferimento nelle discariche;
nella sola provincia di Napoli, esistono aree per i piani di insediamento produttivo (pip) che costituiscono ben 329 ettari di spazio disponibile per la raccolta differenziata, il compostaggio e lo stoccaggio dei rifiuti; tali aree (oltre 120 diffuse in Campania) sono già attrezzate e immediatamente disponibili per realizzare impianti di compostaggio, di selezione differenziata e stoccaggio di rifiuti inertizzati; ciò ridurrebbe al 20-25 per cento i rifiuti da smaltire in piccole discariche autogestite dai comuni;
le proposte della delegazione radicale, in tal senso avanzate nel corso di questa legislatura ogni qualvolta si è affrontata l'emergenza rifiuti e accolte nella forma di raccomandazioni ed ordini del giorno dal Governo, non hanno ancora trovato attuazione,

impegna il Governo:

ad adottare iniziative di competenza ad hoc per:
a) ridurre gli imballaggi a monte consentendo così la riduzione della massa rifiuti più o meno del 50 per cento in peso e volume, attivando strumenti per il recupero diretto presso i negozianti dei materiali riciclabili, attraverso procedure legislative dedicate;
b) stoccare gli imballaggi nelle 120 aree di insediamento produttivo della Campania dove realizzare impianti di compostaggio, di selezione differenziata e stoccaggio di rifiuti inertizzati;
c) assicurare massima trasparenza nella gestione di ogni risorsa e finanziamento destinato alla gestione dei rifiuti in Campania e sull'intero territorio nazionale.
(1-00681)
«Zamparutti, Beltrandi, Benamati, Bernardini, Bratti, Farina Coscioni, Mariani, Mecacci, Motta, Maurizio Turco».