XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedì 15 settembre 2011

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
il 20 ottobre 2010 la Camera dei deputati ha approvato all'unanimità quattro mozioni che impegnavano il governo, tra l'altro, a confermare la valenza strategica della realizzazione della nuova linea Torino-Lione (NLTL) come asse decisivo per i collegamenti europei, attraverso l'adozione di tutte le misure e gli atti necessari anche sulla base del lavoro condotto dall'Osservatorio; a garantire un adeguato piano finanziario con programmazione pluriennale che copra l'intero ammontare dell'opera; a confermare i fondi - circa 200 milioni di euro - previsti nel primo atto aggiuntivo all'Intesa Generale Quadro dell'11 aprile 2009, necessari a realizzare gli interventi prioritari di prima fase, e cioè, il trasferimento modale e il potenziamento e ammodernamento del trasporto locale, avviando al contempo iniziative per l'assegnazione di risorse immediate per incentivare il trasporto modale e combinato; ad assumere iniziative per garantire un primo stanziamento per la realizzazione delle opere previste dal piano strategico approvato dalla provincia di Torino e dalla regione Piemonte parallelamente all'avanzamento dell'opera;
nel mese di giugno 2011 nella località di Chiomonte, in Valle di Susa; sono iniziati i lavori per l'installazione del cantiere di realizzazione della galleria geognostica, destinata a diventare la «discenderia» della Torino-Lione sul versante italiano;
i lavori nel cantiere proseguono nel pieno rispetto del cronoprogramma, grazie al presidio delle forze dell'ordine che con efficacia e senso di responsabilità fino ad oggi hanno respinto gli attacchi condotti da frange minoritarie violente del movimento No Tav;
il 3 agosto 2011 il CIPE ha approvato il progetto preliminare della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, progetto che prevede il cosiddetto «fasaggio», ovvero la realizzazione per fasi dell'infrastruttura, con un rilevante risparmio sui costi. Si prevede, infatti, la realizzazione del tunnel di base, della stazione internazionale di Susa e l'interconnessione con la linea storica da Bussoleno ad Avigliana, rinviando in questo modo per alcuni anni i lavori di realizzazione del tunnel dell'Orsiera, nonché tutti gli interventi relativi al «nodo» di Torino (interconnesione con l'interporto di Orbassano, la gronda merci di Corso Marche, il sistema ferroviario metropolitano);
il 21 settembre 2011 è prevista la riunione del comitato intergovernativo tra Italia e Francia per la firma del nuovo accordo internazionale sulla ripartizione delle spese, con la riduzione della quota a carico dell'Italia dal 63 al 60 per cento con la ratifica di tale accordo tutte le condizioni richieste dalla Comunità europea saranno rispettate;
entro il 31 dicembre 2013 è prevista la conclusione dell'iter di approvazione del progetto definitivo, con un'ulteriore valutazione di impatto ambientale, così da consentire l'apertura del cantiere entro il mese di novembre del 2013,


impegna il Governo:


ad assumere iniziative volte a stanziare 100 milioni di euro per finanziare le opere e gli interventi previsti dal «Piano strategico per il territorio interessato dalla Direttrice Torino-Lione» definito dalla provincia di Torino, in particolare gli interventi relativi al «nodo» di Torino previsti dall'accordo Stato-regione del 28 giugno 2008 (cosiddetto «accordo di Pracatinat») e dall'atto aggiuntivo del 23 gennaio 2009.
(1-00711)
«Esposito, Fiano, Giorgio Merlo, Rossomando, Portas, Boccuzzi, Cilluffo, Fiorio, Lucà, Calgaro, Cambursano, Di Biagio, Porcino, Vernetti, Scanderebech».

Risoluzione in Commissione:

La III Commissione,
premesso che:
in vista della discussione presso l'Assemblea generale dell'ONU di una risoluzione per la dichiarazione unilaterale dello Stato palestinese, appare necessario riaffermare con forza l'impegno italiano, europeo ed internazionale per una risoluzione pacifica e negoziata del conflitto tra israeliani e palestinesi, fondata sul principio di due Stati per due popoli che convivano l'uno accanto all'altro in pace e sicurezza;
come evidenziato dal Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nel suo discorso del 19 maggio 2011 al dipartimento di Stato, una pace giusta e duratura è possibile solo attraverso un negoziato che implichi concessioni reciproche per cui: «Le azioni simboliche per isolare Israele alle Nazioni Unite il prossimo settembre non creeranno nessuno Stato indipendente»;
lo stesso principio è stato ribadito anche durante il G8 del 27 maggio 2011 ed è stato ripreso, durante una conferenza stampa del 15 giugno 2011 a Ramallah, anche dal presidente del Parlamento europeo, Jerzy Buzek, il quale ha dichiarato che il riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese sarebbe «pericoloso»;
l'unilateralismo metterebbe a repentaglio tutti gli sforzi internazionali per la pace affermati nelle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza 242, 338 e 1850, nella Road Map per la pace e in numerose prese di posizione del Quartetto; in ognuno di questi documenti si invoca infatti una soluzione negoziata e accettata da entrambe le parti, rifiutando la via dell'unilateralismo, in quanto, come evidenziato dal Quartetto nel febbraio 2011: «...azioni unilaterali da entrambe parti non possono pregiudicare il risultato dei negoziati e non saranno riconosciute dalla comunità internazionale»;
una dichiarazione unilaterale metterebbe in mora gli accordi già esistenti tra israeliani e palestinesi, tra cui gli Accordi di Oslo II in cui si afferma che: «Nessuna parte può prendere iniziative che cambino lo status della Cisgiordania e della Striscia di Gaza in attesa del risultato dei Negoziati Permanenti» (articolo 31);
l'Accordo ad interim israeliani e palestinesi, siglato da Israele e dall'OLP, è garantito dalle stesse Nazioni Unite, dall'Unione europea, dalla Federazione Russa, dagli Stati Uniti (ovvero il Quartetto), dall'Egitto e dalla Norvegia. Sarebbe quindi altamente inappropriato per tali garanti avallare una risoluzione delle Nazioni Unite che misconosca questo accordo, minando così le risoluzioni stesse del Consiglio di Sicurezza e le posizioni del Quartetto;
l'approvazione di una dichiarazione unilaterale di indipendenza dello Stato palestinese all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite legittimerebbe il ruolo di Hamas, oggi parte dell'esecutivo palestinese e tuttavia organizzazione terroristica fuorilegge nell'Unione europea, Stati Uniti e Canada. Tutto ciò mentre Hamas continua a opporsi ai principi base stabiliti dalla comunità internazionale: il riconoscimento del diritto di Israele a esistere, la rinuncia al terrorismo e il rispetto dei precedenti accordi internazionali;
una prematura dichiarazione unilaterale non solo minerebbe il processo di pace, ma costituirebbe un affronto permanente all'integrità delle Nazioni Unite, dei trattati esistenti e del diritto internazionale, in quanto l'unilateralismo viola la legalità internazionale e mette in discussione il principio delle trattative tra i popoli,


impegna il Governo:


a porre in essere ogni iniziativa diplomatica utile e necessaria per un immediato ritorno di Israeliani e Palestinesi al tavolo dei negoziati, basato sul principio del reciproco riconoscimento tra i popoli e sul rispetto degli accordi passati;

a contribuire a far sì che l'Unione europea tenga una posizione comune, proseguendo nell'opera di dissuasione e contrasto in ordine alla presentazione della dichiarazione di riconoscimento unilaterale dello Stato Palestinese nella prossima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
(7-00689) «Nirenstein».

TESTO AGGIORNATO AL 20 SETTEMBRE 2011

...

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta orale:

ENZO CARRA e MARCO CARRA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano «L'Avanti!», dopo la messa in liquidazione del 1994, venne acquistato nel 1996 dalla cooperativa giornalistica «International Press» di Valter Lavitola, ma solo nel 2003 ha ripreso le pubblicazioni sotto la direzione dello stesso Lavitola, tuttora direttore responsabile, come foglio «liberalsocialista» degli ex PSI di Forza Italia, per poi divenire «quotidiano socialista» nel 2006;
in quanto «Società cooperativa di lavoro a.r.l.» la «International Press» solo nel 2010 ha incassato contributi del dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, per un ammontare pari a euro 2.530.640,81, grazie ai quali la cooperativa è riuscita a chiudere il bilancio in attivo dopo anni di perdite;
in verità l'attività editoriale di Lavitola, sul quale pende una richiesta di arresto della procura di Napoli, e che al momento risulta latitante all'estero, è costata ai contribuenti italiani, dal 2004 al 2009, più di 15 milioni e 200 mila euro;
la procura di Napoli, avrebbe aperto una indagine sui fondi all'editoria che il quotidiano di Lavitola ha ricevuto in questi anni, la cui gestione dei fondi risulta, a detta di un ex socio di Lavitola, in un'intervista rilasciata al giornale «il Fatto Quotidiano», quantomeno opaca;
sembrerebbe infatti, secondo notizie di stampa che tali fondi sarebbero stati dirottati dall'imprenditore sulla sua azienda di pesca in Brasile, la «Empresa Pesqueira de Barra de São João», con sede a Rio de Janeiro, che si occupa del commercio all'ingrosso di prodotti della pesca congelati, surgelati, conservati e secchi. Se l'ipotesi fosse confermata, la procura di Napoli aprirà un fascicolo a parte per il reato di truffa ai danni dello Stato;
l'elargizione di contributi all'editoria, soprattutto ai giornali di partito, nell'attuale contesto, dominato da un clima ostile verso tutto ciò che ruota intorno alla politica, è già stata oggetto di forti critiche e di proposte di soppressione che le vicende e i guai giudiziari del direttore responsabile de «L'Avanti!» contribuiscono ad alimentare -:
se, in attesa degli esiti delle indagini condotte dalla procura di Napoli sui fatti succitati, non ritenga opportuno, tenuto conto altresì della situazione dei conti pubblici italiani, sospendere il finanziamento alla cooperativa «International Press» anche per evitare un ulteriore negativo effetto domino sull'immagine dei contributi all'editoria elargiti dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e se non ritenga opportuno, altresì trasmettere alle Camere una relazione su tale vicenda.
(3-01819)

RUGGHIA, VILLECCO CALIPARI, MARAN, MOGHERINI REBESANI, ROSATO, VANNUCCI, LAGANÀ FORTUGNO e DUILIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i rapporti con il Parlamento. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 228 del 29 dicembre 2010, convertito con modificazioni,

dalla legge 22 febbraio 2011, n. 9, «Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle forze armate e di polizia», in vigore dal 26 febbraio del 2011 ha introdotto con l'articolo 4, comma 32, la seguente norma:
«32. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in attuazione del memorandum di intesa di cooperazione tecnica nel settore della sicurezza tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Panama, stipulato il 30 giugno 2010, è autorizzato a cedere, a titolo gratuito, al Governo della Repubblica di Panama quattro unità navali "classe 200/s" in dotazione al Corpo delle capitanerie di porto.»;
con il successivo decreto-legge n. 107 del 2011 convertito con modificazioni dalla legge 2 agosto 2011, n. 130, si è dato seguito alla norma citata in precedenza con l'articolo 4, comma 31:
«31. Per il completamento delle attività di attuazione del memorandum di intesa di cooperazione tecnica nel settore della sicurezza tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Panama, stipulato il 30 giugno 2010, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è autorizzato a cedere, a titolo gratuito, al Governo della Repubblica di Panama, con contestuale cancellazione dai registri inventariali e dai ruoli speciali del naviglio militare dello Stato, le unità navali denominate CP902 "Diciotti" e CP903 "Dattilo" in dotazione al Corpo delle capitanerie di porto. Per la finalità di cui al presente comma, l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3-bis, comma 3, del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2009, n. 166, limitatamente alla parte destinata alle esigenze di cui al comma 2 del medesimo articolo 3-bis, è incrementata, per l'anno 2011, di euro 17.400,000, a copertura degli oneri derivanti dalla mancata retrocessione in permuta delle unità navali di cui al primo periodo alla società aggiudicataria della procedura concorsuale avviata con bando pubblicato nel Supplemento alla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea n. 97 del 20 maggio 2010»;
in esecuzione del combinato disposto delle norme sopracitate, è stata disposta la cessione di sei pattugliatori in forze alla guardia costiera italiana dal Governo italiano alla Repubblica di Panama;
secondo notizie pubblicate dalla stampa nazionale, l'operazione che si è conclusa con la cessione dei pattugliatori alla Repubblica di Panama non è stata condotta attraverso la rete diplomatica ma da soggetti senza nessun incarico istituzionale, a partire dal faccendiere Lavitola, sedicente amico personale del Presidente panamense;
lo stesso Lavitola, ha anche esercitato pressioni sul consigliere militare del Presidente del consiglio italiano cercando, secondo quanto riportato dalla stampa, di coinvolgerlo, senza successo, per favorire l'inserimento delle norme sopracitate nel decreto per il rifinanziamento delle missioni;
il Memorandum d'intesa di cooperazione tecnica nel settore della sicurezza impegna i due paesi a collaborare al fine di: «creare un sistema di sicurezza per il territorio panamense, per prevenire il contrabbando, le attività terroristiche, l'immigrazione illegale, e per fornire supporto a missioni di ricerca e salvataggio, emergenze marittime, protezione di infrastrutture nazionali di rilievo e sicurezza marittima ed aerea»;
al fine di realizzare questi obiettivi mette a disposizione le competenze tecniche del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia Costiera italiana limitatamente a:
a) formazione e addestramento del personale;
b) formazione continua;
c) assistenza tecnica;

d) organizzazione di seminari e conferenze su temi di interesse comune;
in nessuna parte del memorandum si parla della cessione di pattugliatori dal Governo italiano alla Repubblica di Panama ma a questo si è posto rimedio con una norma specifica che forzando gli stessi ambiti di cooperazione tra i due Paesi ha reso possibile un'operazione che, a giudizio degli interroganti, rivela profili d'interesse per la stessa Corte dei Conti per eventuali danni all'erario;
dure dichiarazioni sulla vicenda sono state rese pubbliche da autorevoli parlamentari che vi riconoscono lo stesso contesto che cercò di costringere alle dimissioni alte cariche istituzionali -:
se il Governo, considerando i tanti lati oscuri della vicenda, non senta il dovere di annullare l'intera operazione tenendo anche presente il cospicuo onere per lo Stato italiano, in un momento di forte difficoltà finanziaria;
se intenda comunque fornire elementi sull'intera vicenda, a partire dalle ragioni della cessione delle unità navali chiarendo come le stesse unità della Guardia costiera saranno sostituite, con quali costi, con quale tempistica e con quali fondi.
(3-01820)

Interrogazione a risposta in Commissione:

MANCUSO e NASTRI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la galleria Alfredo e Adele Giannoni di Novara ha riaperto i battenti il 16 marzo 2011, in occasione del 150esimo anniversario dell'unità d'Italia, dopo oltre vent'anni di chiusura;
la galleria Giannoni è una delle più pregevoli raccolte di opere artistiche del 1900;
presso la galleria è funzionante anche un servizio di bookshop;
il bookshop distribuisce materiale informativo sui servizi della galleria e mette in vendita libri e cataloghi relativi alle opere esposte;
in occasione della riapertura sono stati creati numerosi gadget (ombrelli, buste e quant'altro), a spese dello Stato, con il marchio della galleria e con il logo del 150esimo;
tali gadget dovrebbero essere venduti presso il bookshop della galleria;
a oggi nonostante numerose richieste da parte dei responsabili della galleria, non sono pervenute, da parte dell'unità tecnica di missione, liberatorie o indicazioni in merito alle condizioni di vendita di detti gadget;
la galleria si trova così nell'impossibilità di mettere in vendita detti gadget, non essendo a conoscenza del loro prezzo di costo, né della percentuale che l'unità tecnica di missione riterrebbe, eventualmente, congruo trattenere;
il materiale giace, quindi, nel magazzino della galleria -:
quali iniziative intenda adottare il Governo per mettere la galleria Giannoni nelle condizioni di vendere i gadget legati al 150esimo anniversario dell'unità d'Italia e mettere fine a questo spreco di denaro pubblico.
(5-05336)

Interrogazioni a risposta scritta:

LARATTA, VELO, OLIVERIO, MARCHI, BOCCUZZI, RUBINATO e CESARE MARINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
ha preso il via nei giorni scorsi «il procedimento finalizzato alla Dichiarazione di Pubblica Utilità del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina,

con la pubblicazione del progetto degli espropri e del relativo avviso per il pubblico»;
il sindaco di Villa San Giovanni, Rocco La Valle, ha trovato indelicato l'annuncio arrivato a mezzo stampa: «gravissimo deficit di delicatezza» e «intollerabile carenza di correttezza nei confronti delle comunità locali e dei loro organi rappresentativi». Il sindaco ancora afferma: «è avvilente dover constatare che l'iter per la realizzazione di un'opera così articolata ed impegnativa qual è il ponte sullo Stretto di Messina sia affrontato in modo così superficiale e sia caratterizzato da un così alto grado di insensibilità»;
le istituzioni e i cittadini vivono questo momento con un senso di smarrimento e profonda sfiducia. Anche per il continuo spreco di risorse finanziarie per avviare i lavori, e ora gli espropri, relativi ad un'opera che ancora oggi nessuno sa quanto verrà a costare e, cosa ben più grave e probabile, se davvero sarà mai realizzata. Superfluo qui ribadire che nessuno ha mai spiegato la reale utilità del Ponte per l'economia delle regioni di interessate, per il loro sviluppo, né tantomeno per gli automobilisti, i turisti, i semplici cittadini che non ne trarrebbero alcun beneficio, com'è stato più volte dimostrato. Anzi si è potuto dimostrare quanti danni subiranno i cittadini in nome del Ponte, danni relativi anche al taglio di servizi e all'aumento delle imposte -:
se sia a conoscenza dell'avvio del procedimento finalizzato alla dichiarazione di pubblica utilità del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina, con la pubblicazione del progetto degli espropri e del relativo avviso per il pubblico;
se risulti vero che non siano stati avvisati e coinvolti gli enti locali interessati né tantomeno avvisati i cittadini;
se abbia ancora un senso, in questo momento di gravissima crisi finanziaria nazionale ed internazionale, continuare a spendere ingenti risorse pubbliche preliminari alla realizzazione di un'opera, della quale al momento non sono certi né i costi, né la sua reale utilità, né la sicurezza e la fattibilità della stessa, né i finanziamenti necessari alla sua realizzazione nei tempi previsti per completare i lavori;
se non ritenga utile e urgente sospendere il procedimento degli espropri di recente avviato.
(4-13215)

TOCCAFONDI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la deliberazione della regione Toscana del 26 aprile 2011, n. 279, richiama il DGR 553/2001 recante «Accordo di programma tra Presidenza del Consiglio dei Ministri e Regione Toscana per attuazione e realizzazione di un progetto sperimentale di ambito regionale per individuare un modello di buone pratiche per l'integrazione degli stranieri extracomunitari»;
l'accordo di programma di cui alla DGR 553/2001 e la sua successiva estensione avvenuta con decreto dirigenziale 7573/2001 prevedono un impegno governativo complessivo pari a euro 3.441.285,99 e il Ministero negli anni 2002, 2003 e 2004 ha provveduto ad erogare un importo pari a euro 1.789.151,91;
a seguito di richiesta indirizzata all'allora Ministero della solidarietà sociale dopo la conclusione del programma di interventi e la trasmissione della relativa rendicontazione, è pervenuta la somma di euro 1.652.134,08 a saldo delle risorse ministeriali previste dal sopra citato accordo e successiva estensione;
con deliberazione della regione Toscana del 26 aprile 2011, n. 279, è stata ripartita la quota di euro 200.000,00, al comune di Firenze e per euro 200.000,00 alla società della Salute Fiorentina Nord Ovest, per gli interventi sviluppati o da sviluppare in favore di nuclei familiari che si trovano in condizioni di riferimento per quanto riguarda le risorse assegnate alla

società della Salute Fiorentina Nord Ovest al contesto dell'insediamento Rom, sito in località Quaracchi;
la regione Toscana ha promosso, con deliberazione della giunta regionale n. 279 del 26 aprile 2011, la realizzazione di uno specifico programma di interventi che interessa le amministrazioni comunali di Firenze e Sesto Fiorentino per l'area Rom di Quaracchi;
con provvedimento dirigenziale del comune di Firenze n. 2011/DD/05263 del 16 giugno 2011 avente ad oggetto «Convenzione tra Comune di Firenze, SDS Zona Fiorentina Nord-Ovest e Associazione di Solidarietà Caritas Onlus per interventi inerenti l'insediamento rom di San Piero a Quaracchi» si dà atto delle risorse assegnate al comune di Firenze per l'insediamento rom della zona di Quaracchi;
nel territorio del comune di Sesto Fiorentino ma adiacente a centri abitati ricadenti sul territorio comunale di Firenze, zona San Piero in Quaracchi, da alcuni anni si è registrata una consistente presenza di cittadini stranieri, in prevalenza rumeni, che vivono in condizioni di marginalità estrema all'interno di insediamenti abitativi precari;
nell'ambito di tali contesti si è evidenziata, per la sua criticità, la situazione venutasi a determinare all'interno dell'area sita in località San Piero in Quaracchi, ormai da mesi impropriamente occupato da un numero elevato di persone e tale situazione da diverso tempo sta determinando condizioni di tensione nel contesto sociale locale e di grave pregiudizio sia per i numerosi minori ivi presenti, sia per le loro famiglie costrette a vivere in ambienti sovraffollati e antigenici e in condizioni di forte separazione rispetto all'ordinario contesto di svolgimento della vita sociale;
la condizione è ulteriormente aggravata dalla situazione sanitaria presente presso la suddetta area, nella quale risultano considerevoli quantità di amianto che necessita di essere bonificato dalla proprietà;
in ragione della situazione di pregiudizio alla salute è stata adottata un'ordinanza del sindaco del comune di Sesto Fiorentino n. 310/2011 del 29 aprile 2011 la quale ordina «agli attuali occupanti abusivi dell'area immobiliare cosiddetta "ex Cir", l'abbandono dell'area entro le ore nove del giorno 30 maggio 2011»;
la regione Toscana ha approvato in particolare, con la deliberazione della giunta regionale n. 279 del 26 aprile 2011, l'assegnazione alla società della Salute Zona Fiorentina Nord-Ovest di euro 200.000,00 per lo sviluppo di interventi in favore dei nuclei familiari che si trovano in condizioni di gravissima marginalità e con particolare riferimento ai soggetti occupanti l'area sita in località San Piero in Quaracchi;
con la medesima deliberazione, la regione Toscana ha approvato, l'assegnazione al comune di Firenze di ulteriori euro 200.000,00 per analoghi interventi;
la società della Salute zona Fiorentina Nord-Ovest, con deliberazione della giunta esecutiva n. 29 del 31 maggio 2011, ha preso atto della deliberazione della giunta regionale sopra menzionata e della necessità di un intervento in favore di nuclei familiari presenti all'interno dell'area sita in località San Piero in Quaracchi, con contestuale approvazione anche di un apposito schema di convenzione tra la stessa Società della Salute, il comune di Firenze e l'associazione di volontariato Solidarietà Caritas Onlus;
il «progetto area S. Pietro a Quaracchi», predisposto dall'associazione di volontariato Solidarietà Caritas - Onlus di Firenze e approvato dalla Società della Salute Zona Fiorentina Nord-Ovest, ha assunto come parte integrante il provvedimento dirigenziale del comune di Firenze;
dalla convenzione allegata al provvedimento dirigenziale si prevede all'articolo 3

un percorso di rientro dei componenti familiari nel Paese di origine delle famiglie rom e per questo sono previsti «percorsi di rientro assistito», attraverso i quali i componenti dei nuclei familiari individuati verranno agevolati nel ritorno nel Paese di origine;
l'associazione sopracitata determina un contributo economico ritenuto congruo al raggiungimento dell'obiettivo ma che, di massima, non potrà essere superiore ad euro 1.500,00 (per ciascun componente familiare), e comunque così erogato:
a) al momento della partenza sarà erogato un contributo commisurato alla effettiva necessità del viaggio di rientro ed alla sussistenza in patria per il primo mese di permanenza;
b) la restante parte del contributo assegnato verrà erogato mensilmente, direttamente in patria, come forma di reinsediamento, per la durata massima di un anno;
come da preventivo allegato come parte integrante della bozza di convenzione emerge poi che venivano conteggiati i costi di accompagnamento nei Paesi di origine dei rom del campo abusivo di Quaracchi, come il noleggio di due pullman per 10.000 euro;
da notizie apprese dalla stampa, i componenti dopo alcune brevi mesi estivi passati nei Paesi di origine e, dopo aver ricevuto i soldi come promesso e sottoscritto, sono in parte già rientrati sul territorio nazionale ed in particolare alcuni hanno già rioccupato la stessa identica zona nei comuni di Sesto Fiorentino e Firenze -:
se i fondi del Governo nazionale previsti nell'accordo di programma tra Presidenza del Consiglio dei ministri e regione Toscana, per l'attuazione e realizzazione di un progetto sperimentale di ambito regionale per individuare un modello di buone pratiche per l'integrazione degli stranieri extracomunitari, siano stati spesi nel modo corretto dalla regione Toscana e dagli enti locali che, hanno predisposto i percorsi di rientro assistito di alcune famiglie rom concedendo contributi economici fino a 1500 euro per ciascun componente;
se, qualora sia appurato che alcuni componenti delle famiglie rom che hanno ricevuto il contributo pubblico per tornare nei Paesi di origine, siano dopo pochi mesi ancora sul territorio nazionale, si richiederà la restituzione delle somme già erogate agli enti pubblici;
se non sia opportuno stabilire che le risorse pubbliche nazionali non possano essere gestite dagli enti locali con atti privi di vincoli formali e sostanziali per quanto riguarda percorsi di rientro nei Paesi di origine per nuclei familiari rom.
(4-13216)

...

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:

MARINELLO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 10 dicembre 2009 veniva presentata dal sottoscritto l'interrogazione n. 4-05351 riguardante le condizioni della discarica di Sciacca (Agrigento), sita in contrada Salinella e gestita dalla società d'ambito SOGEIR;
in data 8 settembre 2010 veniva fornita dal Ministro competente esaustiva risposta;
alla data odierna le condizioni della discarica risultano precarie e ad oggi non risultano ancora risolti le problematicità dell'impianto rilevate dal Ministero interrogato;
tale situazione così come descritta, risulta anche dalla lettera della provincia regionale di Agrigento n. 26366 del 1o agosto 2011, indirizzata all'assessorato territorio e ambiente della Regione e protocollata dallo stesso in data 9 agosto 2011;

permangono quindi gravi condizioni che recano nocumento all'ambiente e conseguentemente alla salute pubblica -:
se non intenda accertare per il tramite del comando dei Carabinieri per la tutela dell'ambiente i fatti rappresentati in premessa al fine di assumere conseguenti decisioni.
(4-13207)

STRIZZOLO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
con il comma 1116 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, veniva deciso l'avvio della realizzazione di un sistema integrato per il controllo e la tracciabilità dei rifiuti, in funzione dell'obiettivo della sicurezza nazionale e della prevenzione e repressione dei gravi fenomeni di criminalità organizzata in ambito delle attività illecite di smaltimento dei rifiuti speciali, pericolosi e urbani;
con successivi provvedimenti normativi (decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, articolo 2, comma 24 e, in particolare, con la legge 3 agosto 2009, n. 102, articolo 14-bis) veniva affidato al Ministro interrogato il compito di dare effettiva realizzazione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti speciali e di quelli urbani limitatamente alla regione Campania, attraverso successivi decreti attuativi;
si è determinata, nel corso del 2010 e del 2011, un'attivazione del sistema con una serie di complessi adempimenti a carico delle imprese destinatarie dell'obbligo di iscrizione, con il riscontro di una serie di difficoltà operative che hanno comportato diversi rinvii nella effettiva entrata in funzione del sistema;
moltissime imprese - come viene richiamato in questi giorni anche da associazioni di artigiani e di industriali della provincia di Udine - nelle more dell'entrata in attività del SISTRI, avevano adempiuto agli obblighi di iscrizione e al pagamento delle relative quote, con un costo per il biennio 2010-2011 di 35,4 milioni di euro per acquisto di hardware, software, consulenze tecniche, addestramento di personale, di cui 3,7 milioni di euro solo per i contributi versati (dati riportati in data odierna dal quotidiano locale di Udine Messaggero Veneto, pagina 26, cronache e relativi alla sola realtà della provincia di Udine);
sempre stando a quanto riportato dal citato quotidiano, Confindustria Udine, per il tramite del proprio presidente, Adriano Luci il quale ha evidenziato la gravità e negatività del percorso del sistema, con reiterate «false partenze», rinvii, proroghe, abrogazioni e reintroduzioni parziali intervenute a ridosso dell'avvio del SISTRI, con una nuova fase che si apre, ancora una volta, in condizioni di transitorietà a seguito del ripristino del sistema intervenuto ora con una norma inserita nella manovra-bis approvata il 14 settembre 2011 in via definitiva dalla Camera dei deputati, ha annunciato l'avvio di una class action per sostenere le aziende associate nella richiesta di rimborso dei contributi versati nel biennio 2010-2011 per un servizio mai entrato effettivamente in attività -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei gravi disagi, dei costi e delle difficoltà incontrate dagli operatori onesti che nel corso di questi anni si sono impegnati a rispettare gli obblighi stabiliti per un sistema che ancora non è attivato ma che è già gravato pesantemente sulle aziende nel biennio 2010-2011;
se il Ministro intenda assumere delle iniziative - anche di carattere normativo - per rimborsare ai soggetti interessati le somme versate quale contributo per il periodo 2010-2011;
quali ulteriori iniziative intenda promuovere il Ministro per dare adeguate e chiare risposte alle moltissime richieste che singoli imprenditori e loro associazioni stanno rappresentando in questi giorni a fronte delle difficoltà che riscontrano in tema di SISTRI.
(4-13212)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

MANCUSO, TOMMASO FOTI, CICCIOLI, FRASSINETTI, RAMPELLI e MARSILIO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'ultima relazione sui siti archeologici presentata dalla Corte dei Conti al Ministero per i beni e le attività culturali denuncia lentezza burocratica e scarso coordinamento delle strutture centrali con quelle sul territorio, ritardo nell'erogazione di fondi, mancanza di presupposti e scarsi risultati per il commissariamento di alcuni siti archeologici come Pompei o la Domus Aurea a Roma;
il patrimonio artistico-archeologico italiano è una delle maggiori risorse del Paese e come tale va preservata e adeguatamente gestita;
in quarant'anni l'Italia è passata dal primo al quinto posto nella classifica delle mete turistiche globali;
cosa ancor più grave, il 55 per cento delle entrate economiche a disposizione del Ministero per i beni e le attività culturali, ovvero 542,2 milioni di euro, è rimasto inutilizzato;
in particolare, sono state le Soprintendenze a non utilizzare i soldi a propria disposizione;
la Soprintendenza romana non ha speso l'80 per cento dei denari a sua disposizione (76 milioni di euro inutilizzati), quella di Napoli e Pompei hanno lasciato in cassa il 57,5 per cento delle risorse (ovvero 29 milioni di euro), la Soprintendenza speciale per il polo fiorentino non ha speso il 65,9 per cento del totale (21,9 milioni di euro);
questi dati destano anche maggior stupore nel conoscere le necessità che avrebbero siti come quello pompeiano, solo a titolo di esempio, di urgenti interventi -:
se il Governo intenda indagare sulle motivazioni di questa immobilizzazioni e di risorse pubbliche e far sì che tali risorse non rimangano più inutilizzate, ma vengano sfruttate per la tutela del patrimonio artistico-archeologico italiano.
(5-05327)

...

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:

VITALI, COSTA, SISTO, TORRISI, FUCCI, PANIZ, PIANETTA, CONTENTO, CALABRIA, CASSINELLI e SAVINO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
è stata notificata da parte della procura della Repubblica di Napoli una citazione a comparire in qualità di persona informata sui fatti al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nell'ambito del procedimento penale n. 31376/011;
il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Napoli, in un ordinanza di custodia cautelare emessa nell'ambito del medesimo procedimento penale qualifica espressamente come «fatti indubbiamente collegati» al procedimento napoletano, quelli riguardanti l'indagine sul medesimo presidente Berlusconi, pendente dinanzi alla procura di Milano (processo Ruby);
tale «collegamento» viene sostanzialmente riconosciuto dallo stesso giudice per le indagini preliminari dell'ordinanza anche con riferimento al procedimento penale dinnanzi all'autorità giudiziaria di Bari;
tale situazione di collegamento dei fatti, affermata dallo stesso giudice per le indagini preliminari della misura cautelare, rende automatico e doveroso che al presidente Berlusconi sia pienamente garantito il diritto di difesa, come previsto dagli articoli 363 e 210 del Codice di procedura penale;

tale diritto è stato negato dalla scelta della procura di Napoli di citare il presidente Berlusconi come semplice persona informata dei fatti;
in particolare, al predetto deve essere garantita la presenza del difensore con ogni conseguente facoltà;
tale violazione, tenuto conto di quanto già accaduto e della delicatezza della vicenda lancia una luce non rassicurante sul procedimento, con risvolti giudiziari ed effetti politici gravissimi -:
se non intenda adottare iniziative ispettive ai fini dell'eventuale esercizio dei poteri di competenza.
(3-01818)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'istituto penitenziario di Spinazzola con capienza massima di 68 posti, fu attivato il 1° dicembre 2004 per volontà del provveditore dottor Rosario Cardillo;
nel maggio 2005, con decreto del Ministro, il carcere assunse la denominazione di «Istituto penitenziario per adulti sezione staccata di Trani»;
per gli effetti del provvedimento di indulto nel 2006 l'istituto penitenziario fu svuotato e il personale distaccato fu fatto rientrare in Basilicata;
in seguito, il provveditore dell'amministrazione penitenziaria, dottor Angelo Zaccagnino, ridefinì l'istituto, dirottandovi tutti i detenuti sex offenders, ovvero persone macchiatesi di reati a sfondo sessuale;
in tal modo la struttura fu resa di nuovo operativa, ma all'aumento del numero dei detenuti, non corrispose l'integrazione del personale di polizia penitenziaria;
peraltro i detenuti sex offenders richiedono una particolare competenza da parte del personale penitenziario;
nel settembre 2008, con decreto ministeriale, il carcere perse i connotati di appendice di Trani, diventando istituto autonomo e con un proprio direttore, rimanendo tuttavia irrisolto il problema della carenza di personale, nonostante i solleciti della direzione e del provveditore regionale dottor Gaspare Sparacia;
per mesi il personale penitenziario dell'istituto ha auspicato, invano, la trasformazione della condizione lavorativa da temporanea ad effettiva, anche al fine di garantire piena operatività nella ricezione dei detenuti;
il Governo, anziché varare un decreto per garantire il potenziamento della struttura, ha disposto con decreto ministeriale del 15 giugno 2011, la soppressione dell'istituto di Spinazzola, sezione staccata degli istituti penali di Trani; decisione che è stata comunicata dal provveditore regionale, dottor Giuseppe Matone, in data 26 luglio 2011;
la chiusura del carcere di Spinazzola consentirebbe, a detta del Ministro della giustizia «una economicità di risorse complessive coerente con l'attuale contrazione delle complessive disponibilità finanziarie e di personale»;
a seguito del citato provvedimento ministeriale, il personale di polizia penitenziaria è stato trasferito ad altre sedi, rimanendo tuttora distaccati presso il carcere in questione solo cinque agenti e la direttrice, anch'essi in attesa del trasferimento;
a giudizio della prima firmataria del presente atto la chiusura dell'istituto di pena pugliese appare una scelta vieppiù paradossale visto e considerato: a) che il denaro pubblico speso per la sua costruzione ammonta a circa otto miliardi delle vecchie lire e che il flusso di soldi investiti per attrezzarlo e, soprattutto, per «formare» il personale di polizia penitenziaria assegnato nelle funzioni di custodia dei

cosiddetti sex offenders è stato sempre molto elevato; b) che nel richiamato istituto di pena le condizioni di vita della popolazione reclusa risultavano essere più che accettabili, ciò è dimostrato anche dal fatto che al suo interno non si erano mai registrati atti di autolesionismo o tentativi di suicido da parte dei detenuti; c) che in tutti questi anni, nonostante il ridotto numero degli agenti e del personale di assistenza, la struttura è sempre stata gestita ottimamente ed in piena efficienza; d) che alla chiusura del carcere conseguirà anche la soppressione di un percorso sperimentale contro la recidiva dei detenuti per reati legati alla sfera sessuale finanziato con oltre 100mila euro dal direttore sanitario della ASL/BT, dottor Francesco Polemio;
su La Gazzetta del Mezzogiorno, in data 27 e 28 luglio 2011, sono apparsi due articoli scritti da Cosimo Forina proprio in relazione alla soppressione dell'istituto di pena di Spinazzola; il primo intitolato: «Beffa a Spinazzola, chiude il carcere»; il secondo: «Detenuti contro la chiusura»;
la decisione del Ministro della giustizia ha indotto i detenuti del carcere di Spinazzola ad intraprendere uno sciopero della fame ad oltranza ed è stata fortemente osteggiata da tutte le sigle sindacali della Polizia penitenziaria (eccetto l'OSAPP). In particolare Giampiero Pantaleo, Luigi Pelle e Vincenzo La Monaca, rispettivamente vice segretario nazionale e segretari regionali dell'UGL Polizia Penitenziaria, hanno dichiarato quanto segue: «Una vicenda che ha il sapore della commedia dell'assurdo! Infatti con un provvedimento "balneare" il Ministero della giustizia ha disposto la chiusura della struttura, evitando di affrontare la questione della sua destinazione d'uso, che l'UGL Polizia Penitenziaria teme possa diventare l'ennesima cattedrale nel deserto, al pari di altre strutture aperte e poi chiuse, ovvero mai aperte. La tempistica del provvedimento appare strana, forse funzionale ad evitare che sulla "questione Spinazzola" potessero attivarsi i canali mediatici e politici per riflettere adeguatamente sull'opportunità della chiusura dell'Istituto, vera eccellenza trattamentale nel panorama non solo regionale, ma anche nazionale, determinata anche dalla proficuità di un'attività formativa specifica a vantaggio del personale sulla gestione dei sex offenders, costata non poco alle casse dello Stato e agli stessi che l'hanno affrontata, rimettendo in gioco la propria professionalità. Alla luce della sospetta antisindacalità dell'attività svolta dal Provveditorato, che ha fatto "piovere addosso" la chiusura del carcere ai colleghi senza socializzare preventivamente alcunché alle organizzazioni sindacali, che hanno appreso la notizia dai mezzi di informazione! Il Provveditorato Giuseppe Martano avrebbe dovuto convocare una conferenza di servizi, ai sensi della legge n. 241 del 1990, allargata a tutti gli enti del territorio coinvolti, avendo invece provveduto alla chiusura solo discutendo nel "chiuso delle proprie stanza": correttezza avrebbe voluto che su di una questione talmente importante fosse avviato un pubblico confronto con ASL, comune, provincia e regione, evitando di "bussare" alla loro porta solo per presentare problemi irrisolvibili. Ovviamente, tra le righe del provvedimento ministeriale e delle determinazioni regionali si coglie la volontà di risolvere un problema inesistente, quello di Spinazzola, nell'illusione di porre rimedio a quello atavico della gestione degli Istituti Penali di Trani»;
nelle prossime settimane l'amministrazione penitenziaria bandirà le prime gare per la costruzione di nuovi padiglioni, il che, a giudizio della prima firmataria del presente atto, rende oltremodo incomprensibile, tragicomica ed illogica la chiusura del carcere di Spinazzola, struttura che rispondeva a tutti i parametri imposti dall'Europa e che era in grado di ospitare in condizioni ottimali circa una ottantina di detenuti -:
per quale motivo prima di disporre la chiusura del carcere pugliese, non sia stata convocata una conferenza di servizi, ai sensi della legge n. 241 del 1990 allargata a tutti gli enti del territorio coinvolti;

a quanto ammontino i costi relativi alla costruzione e successiva «attivazione» del carcere di Spinazzola;
quanto sia costata alle casse dello Stato l'attività formativa specifica svolta a vantaggio del personale di polizia penitenziaria assegnato presso l'istituto di pena pugliese in merito alla gestione dei detenuti cosiddetti sex offenders;
quale sarà la prossima destinazione d'uso dell'immobile all'interno del quale era ubicato il carcere di Spinazzola;
se il Ministro attraverso un apposito decreto, intenda rivedere la decisione che ha portato alla soppressione dell'istituto di pena pugliese in modo da garantire il rilancio della struttura carceraria di Spinazzola integrando il personale di polizia penitenziaria in essa operante e dando così valore al denaro pubblico fino ad oggi investito.
(5-05330)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 30 agosto 2011 la prima firmataria del presente atto si è recata in visita ispettiva presso la casa circondariale di Ragusa, accompagnata da Gianmarco Ciccarelli (segretario dell'associazione Radicali Catania);
la delegazione è stata ricevuta e accompagnata dalla comandante di polizia penitenziaria, commissario Maria Teresa Lanaia, e dalla vicecomandante Chiara Morales; la visita ha avuto una durata di circa cinque ore; la situazione riscontrata è la seguente: il carcere è una struttura costruita nella prima metà del secolo scorso (anni '30); l'istituto è gravemente sovraffollato: i detenuti ristretti all'interno della casa circondariale sono 195, a fronte di una capienza regolamentare di 116 posti; tale capienza regolamentare, peraltro, secondo quanto riferito, include anche i posti di alcuni reparti che, al momento della visita, risultano essere chiusi (sezione femminile e sezione minorati fisici); analogamente a quanto verificato in relazione ad altri istituti di pena, il dato sulla capienza regolamentare contenuto in una recente statistica pubblicata sul sito internet del Ministero della giustizia («Detenuti presenti e capienza regolamentare degli istituti penitenziari - Situazione al 30 giugno 2011») è di gran lunga superiore rispetto al dato fornito e riscontrato in occasione della visita: la suddetta statistica, infatti, indica per la casa circondariale di Ragusa una capienza regolamentare di 173 posti alla data del 30 giugno 2011;
i detenuti in attesa di giudizio sono circa il 60 per cento; i detenuti tossicodipendenti sono circa il 35 per cento; gli stranieri rappresentano il 70 per cento della popolazione detenuta; la percentuale dei detenuti che lavorano è soltanto del 10 per cento;
la carenza di personale di Polizia penitenziaria è particolarmente marcata: la pianta organica prevede il 117 agenti, quelli effettivamente in servizio sono 67, a cui vanno aggiunte 11 unità del Nucleo traduzioni e piantonamenti che svolgono la loro attività nei due penitenziari della provincia di Ragusa (casa circondariale di Ragusa e casa circondariale di Modica) e, fra le altre cose, garantiscono la partecipazione dei detenuti alle udienze, non di rado in altre regioni d'Italia, a causa dei frequenti sfollamenti da penitenziari del centro e del nord della penisola; «la carenza di agenti c'è ed è grave», sottolinea la comandante, «i turni degli agenti sono di 8 ore anziché di 6 ore, e le ferie sono ridotte: per gli agenti lo stress è quotidiano»; e ancora: «domani riprendono le udienze per direttissima e occorrono agenti; le persone ristrette in attesa di udienza per direttissima non dovrebbero essere ospitate in ambiente carcerario, ma in apposite camere di sicurezza; qui prima eravamo attrezzati con due camere di sicurezza, ma ora con il sovraffollamento è saltato tutto»; un agente dice: «ci sono quasi 200 detenuti e noi stasera nel turno serale siamo solo in 7: se succede

qualcosa, come possiamo fronteggiare la situazione?»;
l'assistenza psicologica ex articolo 80 dell'Ordinamento penitenziario risulta essere del tutto inadeguata rispetto alle esigenze della popolazione detenuta: soltanto 7 ore al mese;
la sezione femminile è temporaneamente chiusa: 23 detenute, che erano ristrette in questo reparto, sono state trasferite in altri istituti di pena siciliani a causa della carenza di personale di polizia penitenziaria; questo reparto presenta condizioni strutturali fatiscenti; le porte di accesso alle celle, anziché avere le tradizionali sbarre e il blindo apribile, sono in legno e non hanno alcuna apertura, fatta eccezione per uno sportellino di 40 cm quadrati (20 cm x 20 cm) all'altezza della cintola, da cui spesso «le detenute escono la testa», secondo quanto riferito dagli agenti;
da pochi mesi è chiusa anche la sezione che accoglieva persone affette da patologie fisiche invalidanti: «questo reparto è stato chiuso per inidoneità strutturale», spiega la comandante; le camere detentive, secondo quanto riferito, «prendono luce dal corridoio»;
la casa circondariale di Ragusa è dotata di un'area verde per lo svolgimento, durante la buona stagione, dei colloqui dei detenuti con i familiari minorenni;
la cucina dei detenuti si presenta in buono stato, pulita, grande e ben attrezzata;
all'interno della struttura è presente un piccolo teatro dove ogni tanto si svolgono degli spettacoli: «per fortuna la comunità esterna è molto attiva», evidenzia la comandante;
la sezione «protetti - promiscua» (sex offender, ex collaboratori, ex appartenenti a forze dell'ordine) è allocata in un'ala del carcere che precedentemente, ospitava detenuti in regime di alta sicurezza; nel reparto, che si articola su 2 piani, sono ristrette 22 persone; il piano terra si compone di 5 celle: le celle n. 1, n. 2 e n. 3 ospitano ciascuna 2 detenuti; la cella n. 4 ospita 1 detenuto; il cosiddetto «cameroncino», ricavato in quella che una volta era la stanza per la socialità, ospita 3 detenuti; nel primo piano si trovano le celle n. 5, n. 6 e n. 7, ciascuna con 2 detenuti, e il «cameroncino» (anche in questo caso ricavato nella stanza della socialità) che ospita 6 detenuti in due letti a castello a tre piani; tutte le celle di questa sezione sono sprovviste di doccia; le docce comuni (2 piatti doccia al piano terra e 1 al primo piano) si presentano in buono stato e ai detenuti ne è consentito l'utilizzo 3 volte alla settimana; un detenuto lamenta la carenza di acqua nel periodo estivo; nelle finestre di tutte le celle sono applicate le cosiddette «bocche di lupo», particolari gelosie che riducono notevolmente la circolazione dell'aria e l'ingresso di luce naturale; i detenuti trascorrono in cella 20 ore al giorno, le ore d'aria sono 4; il passeggio della sezione protetti è delimitato da una rete di sicurezza metallica anche nella parte superiore; la postazione di vigilanza (la cosiddetta «garritta») che si affaccia sul passeggio è sguarnita per carenza di agenti;
la sezione detenuti «comuni» ospita 171 persone dislocate su 3 piani: 53 detenuti al piano terra, 68 detenuti al primo piano, 50 detenuti al secondo piano; ai ballatoi dei piani sono applicate reti di sicurezza orizzontali, secondo una obsoleta concezione di struttura carceraria; in questo reparto il dramma del sovraffollamento è particolarmente evidente: nella quasi totalità dei casi, ciascuna persona ristretta dispone di uno spazio vitale inferiore ai 3 metri quadrati prescritti dalla Corte europea dei diritti dell'uomo; la gran parte delle celle (i cosiddetti «cubicoli») sono ambienti piccolissimi di circa 8 metri quadrati (4 metri quadrati x 2 metri quadrati), senza doccia e con il wc a vista; le finestre, oltre alle sbarre, presentano reti metalliche a maglia stretta, un muretto che le copre per metà e le bocche di lupo applicate nella rimanente metà; in queste celle piccole e buie, che da un punto di vista regolamentare dovrebbero

ospitare un solo detenuto, sono generalmente ristretti 3 detenuti; oltre a questi «cubicoli» sono presenti diverse celle di circa 15 metri quadri («cameroncini» o «camerotti»), anch'esse sprovviste di doccia e con le finestre strutturate in maniera tale da ridurre notevolmente la circolazione dell'aria e l'ingresso di luce naturale; al piano terra i «cameroncini» sono due e ospitano, ciascuno, 6 detenuti; le ore trascorse all'interno della cella, a detta di alcuni detenuti, sono più di 20: «non arriviamo nemmeno a 4 ore d'aria al giorno»; la sezione si presenta in cattive condizioni di manutenzione, ad eccezione delle docce comuni che sono in condizioni discrete;
in tanti lamentano ritardi e inadeguatezze con riferimento all'assistenza sanitaria: «ho visto il cardiologo 3 giorni fa, dopo quasi 3 mesi dalla richiesta», racconta un detenuto;
altri sottolineano difficoltà e lunghi tempi di attesa per fare un colloquio con l'assistente sociale;
nella cella n. 16 (piano terra) sono reclusi tre detenuti campani, con condanna definitiva, trasferiti a Ragusa dal carcere Poggioreale di Napoli per «sfollamento»; «la lontananza dalla famiglia ci ha proprio stroncato», affermano; visitiamo l'interno della cella: lo spazio calpestabile è limitatissimo; un detenuto racconta la traduzione da Napoli a Ragusa con il furgone blindato della Polizia penitenziaria: «è stata dura, due giorni interminabili di viaggio con una notte d'appoggio al carcere Bicocca di Catania; non abbiamo mangiato nulla; siamo arrivati qui stremati...»;
un detenuto della cella n. 9, primo piano, dice di aver fatto domanda al momento del suo arrivo, «6 mesi fa», per un colloquio con l'assistente sociale: «ma ancora non l'ho visto...»;
molti detenuti lamentano l'assenza di attività: «stiamo tutto il giorno chiusi in cella, qui non c'è niente»; e ancora: «io vorrei lavorare, vorrei fare un corso, qualcosa!»; «fare galera così è doppia galera»; «qui non si fa niente, solo alcune ore all'aria e poi basta»; «vorremmo scuola, corsi (...)»;
il rapporto con il magistrato di sorveglianza è uno dei problemi sollevati con maggiore frequenza dai detenuti: «qui rigettano tutto»; «il magistrato di sorveglianza è rigidissimo, benefici non ne dà»; «il magistrato di sorveglianza non esiste proprio, spesso nemmeno ci risponde, e se risponde rigetta»; «sto qua da 4 anni: mai un permesso»;
nella cella n. 10, primo piano, sono presenti 2 detenuti: «siamo in 2 perché stamattina il nostro compagno di cella ha avuto un infarto; «io sono invalido, ero nel reparto minorati fisici, sono tossicodipendente e ho l'epatite C», afferma un detenuto; un altro detenuto racconta: «a me sono rimasti da scontare 11 mesi; sono preoccupato per mia figlia di 14 anni, ricoverata a Catania per una leucemia; la bambina non può più affrontare il viaggio in autobus per venirmi a trovare; ora è in ospedale con la madre»;
un detenuto della cella 11, primo piano, evidenzia: «questi muretti a metà finestra non potrebbero stare»;
nella cella 12, primo piano, sono recluse 6 persone; tra questi, F.D.C. detenuto tossicodipendente trasferito recentemente a Ragusa dal carcere di Bari, per «sfollamento»; racconta: «mi restano solo 2 mesi da scontare, a Bari andava meglio, ero in cura presso il Sert di Bari, qua invece niente»; e insiste: «a Bari stavo seguendo un programma per riabilitarmi, che senso ha avermi trasferito qua?»; un altro detenuto lamenta l'assenza di luce: «manca la luce naturale, e anche quella artificiale è insufficiente»; e ancora: «le bilancette sono rotte», indicando gli armadietti all'interno della cella;
un detenuto tunisino recluso nella cella n. 4, primo piano, dice non poter mangiare formaggio e latticini a causa di un'allergia, e denuncia ritardi e carenze nell'assistenza medica: «ho fatto richiesta

di poter parlare con un dottore circa un mese fa, ma ancora non l'ho visto, ho parlato solo con un infermiere, intanto la mia allergia peggiora e sto male»;
un detenuto del primo piano lamenta l'assenza di spazio: «ma avete visto dove siamo chiusi? così c'è da impazzire; il recinto del mio cane è più grande!»;
nella cella n. 1, primo piano, è ristretto F. M. che ha un residuo pena di 1 anno; da 5 mesi si trova a Ragusa dopo aver già scontato 3 mesi nel carcere di Reggio Calabria, da cui è stato trasferito per sfollamento; «vorrei tornare a Reggio Calabria, almeno per potere fare i colloqui con la famiglia», dice Merlingeri; e prosegue: «io sto male, ho ansia, problemi di stomaco, colite; mia moglie ha problemi di tiroide; abbiamo 6 figli di età compresa fra 3 anni e 22 anni, due di loro sono sordomuti»;
la cella n. 18, primo piano, ospita 6 detenuti rumeni; B. C. dice di essere stato trasferito dal carcere romano di Regina Coeli per sfollamento: «non ho mai preso nemmeno un rapporto, mi hanno portato qua perché Regina Coeli è sovraffollato; ma anche qui è sovraffollato!»;
molti detenuti, in particolare gli stranieri, sono completamente indigenti e non hanno i soldi per provvedere ad esigenze primarie; un detenuto tunisino ristretto nella cella n. 17, primo piano, afferma: «sto aspettando i 5 euro di sussidio mensili, mi hanno detto che la domanda è stata accettata ma ancora non ho avuto questi soldi; a me servono per comprare le lamette e poter fare la barba»; un altro dice: «qui non abbiamo il fornelletto, non abbiamo niente, nemmeno i soldi per comprare lo shampoo»;
nella cella n. 4, secondo piano, sono ospitati 6 detenuti: «siamo ammassati», lamentano; C. G. deve scontare una condanna definitiva con fine pena nel 2019: non dovrebbe essere ristretto in una casa circondariale; C. G. ha fatto richiesta di trasferimento in altri istituti (Volterra, Voghera, Mamone) dove le opportunità di lavoro sono maggiori: «ho una moglie e due bimbi. L'unica cosa che chiedo è di poter lavorare»;
all'interno della cella n. 4, secondo piano, è ristretto anche V.F.; questo detenuto ha solo 18 anni e si trova a Ragusa dal 18 luglio 2011 dopo aver scontato 6 mesi e mezzo nell'istituto per minori di Catania Bicocca;
S. M. ristretto nella cella n. 3, secondo piano, lamenta la rigidità del magistrato di sorveglianza: «mi restano da scontare 7 mesi, sto qua da 2 anni e mezzo, mia moglie sta male e mia figlia di 10 anni la vedo soltanto una volta ogni 6 mesi, ho chiesto una misura alternativa ma il magistrato di sorveglianza nemmeno mi risponde»;
nella cella n. 2, secondo piano, sono ristretti 6 detenuti; un detenuto mostra i polsi gonfi a causa di un incidente durante una partitella a pallone, e dice: «ho i polsi slogati, stanotte non ho dormito per il dolore, e non mi danno nemmeno una pomata»; in molti lamentano carenze nell'assistenza sanitaria: «per una visita specialistica dobbiamo aspettare 6 mesi»; un detenuto lamenta l'impossibilità di fare la doccia ogni giorno: «siamo costretti a lavarci con le bottiglie»; un altro detenuto lamenta carenze nella fornitura di carta igienica («soltanto 2 rotoli a testa al mese») e di detersivi: «ci danno soltanto questa bottiglia da 1 litro al mese, per tutti e 6 i detenuti»; il detersivo viene fornito in una bottiglia di plastica senza alcuna etichetta e, a detta dei detenuti, è di scarsa qualità: «non fa neanche schiuma»;
con riguardo al sopravitto, molti detenuti lamentano che i prezzi dei prodotti sono superiori rispetto al prezzo di mercato e inoltre sottolineano che non c'è varietà di articoli, per cui non è possibile scegliere fra prodotti dello stesso tipo o genere perché vi è un solo prodotto, spesso di marca e costoso;
un detenuto lamenta: «abbiamo la palestra ma non ci possiamo andare perché gli agenti sono pochi»;

il rapporto fra i detenuti e gli agenti di polizia penitenziaria nel carcere di Ragusa è molto buono; la comandante e la vicecomandante mostrano professionalità e conoscenza diretta della situazione e dei casi singoli; gli agenti di polizia penitenziaria lavorano con grande senso di responsabilità in condizioni difficili e stressanti, con organici gravemente insufficienti; e anche molti detenuti sottolineano questo aspetto: «con gli agenti il rapporto è buono»; «qui gli agenti pur essendo pochi sono una cosa magnifica», «in questo posto l'unica cosa buona sono le guardie»;
D. L. detenuto rumeno ormai prossimo alla liberazione, aveva chiesto al magistrato di sorveglianza di poter lavorare all'esterno, ma la sua richiesta non è stata accolta: «mi restano da scontare soltanto 2 mesi, avevo chiesto l'affidamento al lavoro perché avevo due offerte di lavoro, una come bracciante agricolo e l'altra come agente di pulizia presso una ditta di trasporti; ma tre giorni fa mi è arrivato il rigetto»;
nella cella n. 1, secondo piano, G. M. detenuto in forza di una condanna definitiva, racconta di stare male e di aver fatto numerose domande di trasferimento: «ho seri problemi di salute, sono psicologicamente distrutto, da 2 anni soffro di insonnia, dormo solo 3 ore a notte; qui non ci possiamo muovere, siamo in cattività; a me danno il Rivotril e il Tavor, ma io sono contrario a questi farmaci, vorrei stare in una casa penale o in un centro clinico»; e prosegue: «con questo muretto a metà finestra ho perso la vista, sono entrato bene qua e ora sono distrutto, non dormo nemmeno col Tavor, ho fatto 53 istanze di trasferimento per un carcere penale dove posso lavorare ...»;
nella cella n. 9, secondo piano, sono ristretti 6 detenuti stranieri (tre tunisini, due marocchini e un egiziano); alcuni di loro lamentano le condizioni di degrado della cella: «c'è poca luce e le pareti sono piene di muffa»; H. M'H.nato a Kouribga (Marocco), è stato sfollato da istituti del nord Italia e da circa un anno non vede la famiglia residente a Imola (Bologna): «sono a Ragusa da un anno e qui la mia famiglia non è mai venuta, ho 3 figli di 12, 7 e 3 anni, ho fatto domanda per trasferimento in un carcere vicino alla famiglia; mi restano da scontare 7 mesi e ho fatto tramite il mio avvocato la richiesta per la "legge svuotacarceri", ho un domicilio, la richiesta l'ho fatta a maggio, l'ho sollecitata a luglio, ma ancora non ho avuto risposta; il magistrato di sorveglianza mi ha dato appuntamento il 16 novembre»; C. A. nato a Beni Mallal (Marocco), è stato trasferito per sfollamento dal carcere San Vittore di Milano: «sono qui da più di un anno, la famiglia sta a Milano, ho una condanna definitiva, a San Vittore ho lavorato, vorrei essere trasferito in un carcere dove c'è lavoro»; anche A. F., nato a Gafsa (Tunisia), vorrebbe lavorare: «ho fatto almeno 10 richieste per andare in un carcere dove si lavora, ho una condanna definitiva, mi restano da scontare 2 anni e 4 mesi, non ho mai avuto un rapporto»;
nella cella n. 8, secondo piano, un detenuto ci mostra i segni dei tagli che si è procurato su entrambe le braccia e sull'addome: «sono tossicodipendente, qua sono dimenticato»; un altro detenuto dice: «sono in carcere da aprile, non so nemmeno quando sarà il processo»; un detenuto del Senegal di nome I. D. racconta di essere in carcere per «clandestinità» e di essere stato trasferito dal carcere San Vittore di Milano a Ragusa nonostante mancassero soltanto 2 mesi alla fine della detenzione: «gli ultimi 2 mesi me li hanno fatti scontare qua; a Milano c'ho un cugino; domani esco»;
nella cella n. 7, secondo piano, sono ospitati 3 detenuti: 2 tunisini con condanna definitiva trasferiti dal carcere di Reggio Emilia per sfollamento, e un senegalese in attesa di giudizio, sfollato dal carcere di Milano;
nella cella n. 5, secondo piano, sono ristretti 6 detenuti stranieri (tre tunisini, due marocchini, un algerino); uno di loro

è stato trasferito a Ragusa dal carcere romano di Regina Coeli, per sfollamento; altri lamentano i costi del sopravitto: «una confezione di caffè da 250 grammi costa 3,80 euro; qui non c'è lavoro, noi non abbiamo neanche un centesimo»;
molti detenuti sono a conoscenza della lotta nonviolenta per l'amnistia promossa da Marco Pannella, alcuni affermano di aver aderito praticando lo sciopero della fame: «seguiamo le vostre battaglie»; «saluti a Pannella»; «forza Radicali, forza Marco» -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione descritta in premessa;
se non ritenga opportuno intervenire in modo deciso e tempestivo per fronteggiare il drammatico sovraffollamento della casa circondariale di Ragusa e, a tal fine, quali urgenti iniziative intenda assumere per far rientrare l'istituto nella dimensione regolamentare dei posti previsti;
se i dati relativi alla capienza regolamentare degli istituti di pena contenuti nelle statistiche pubblicate sul sito internet del Ministero della giustizia siano corretti e, in caso negativo, come intenda urgentemente operare per assicurare che i dati ufficiali diffusi dal Ministero della giustizia presentino caratteri di precisione e attendibilità;
quali atti intenda assumere affinché sia garantito il rispetto del terzo comma dell'articolo 27 della Costituzione;
quali urgenti provvedimenti intenda adottare per colmare il deficit di organico di polizia penitenziaria, posto che la gravissima carenza di agenti determina seri rischi in termini di sicurezza e notevoli disfunzioni per la vita dei reclusi e per le condizioni di lavoro e di vita degli agenti stessi;
quali atti intenda assumere affinché sia pienamente garantito il diritto alla salute delle persone ristrette;
se ed in che modo si intendano potenziare le attività trattamentali, in particolare quelle lavorative, scolastiche e di formazione;
se intenda adoperarsi per quanto di competenza al fine di potenziare l'assistenza psicologica ex articolo 80 ordinamento penitenziario;
se, e in che modo, intenda intervenire per far sì che le finestre delle celle siano conformi a quanto stabilito dall'articolo 6, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000;
se, e in che modo intenda intervenire per assicurare che in tempi rapidi le celle siano dotate di servizi igienici in conformità alle prescrizioni dell'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000;
se, e in che modo, intenda intervenire rispetto ai casi segnalati e alle specifiche criticità evidenziate in premessa;
se intenda verificare il rispetto e l'applicazione della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea che ha dichiarato in contrasto con il diritto europeo (direttiva «rimpatri») la legge italiana in materia di immigrazione, nella parte in cui prevede la possibilità di punire con la pena della reclusione in carcere la condizione di clandestinità dello straniero;
quali iniziative di propria competenza intenda assumere in relazione alle criticità rappresentate in premessa con riferimento al ruolo della magistratura di sorveglianza;
quanti e di che tipo siano i benefici e le misure alternative alla detenzione adottate dalla magistratura di sorveglianza di Siracusa (competente per Siracusa, Ragusa e Modica) anno per anno, negli ultimi 5 anni; quanti e di che tipo siano i rigetti operati dalla magistratura di sorveglianza di Siracusa, anno per anno, negli ultimi 5 anni;
in che modo intenda operare per ripristinare il principio della territorializzazione dell'esecuzione della pena, evitando

i costosissimi sfollamenti dalle carceri di altre regioni, prevalentemente del centro e del nord, atteso che anche la casa circondariale di Ragusa è gravemente sovraffollata e che la lontananza dal domicilio spesso è motivo di sofferenza per le persone ristrette e per i loro familiari, anche minorenni;
quali iniziative urgenti intenda adottare, in definitiva, al fine di ricondurre le condizioni di detenzione vigenti all'interno dell'istituto penitenziario di Ragusa alla piena conformità al dettato costituzionale e normativo.
(5-05331)

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
tutta la fascia meridionale della Sicilia da sempre è stata caratterizzata da deficit idrico sia in termini potabili che irrigui. Lo stesso territorio, oltre alla marginalità geografica rispetto al resto del Paese, è gravato da condizioni di degrado economico-sociale anche per la carenza idrica direttamente connessa alla scarsa piovosità in tale aree;
le esigue risorse idriche di falda disponibili risultano in atto sovrasfruttate, tanto che nelle aree comprese tra la provincia di Trapani e quella di Agrigento si registra un notevole abbassamento del livello della falda freatica sin sotto il livello medio marino per cui si registra l'intrusione di acqua salmastra nella falda in prossimità delle coste;
tale fenomeno finirà col mettere in crisi, oltre il sistema potabile, anche quello agricolo a causa della impossibilità di attingere risorse dal sottosuolo per via della elevata salinità delle acque di falda che danneggia colture e territorio;
nel recente passato non sono state rare le occasioni di contrapposizione tra operatori del settore agricolo ed enti o istituzioni preposte alla gestione del servizio idrico potabile per la ripartizione delle esigue risorse disponibili;
la situazione prima descritta assume connotazioni più acute nel territorio della provincia di Agrigento dove il bilancio tra le risorse idriche disponibili ed il fabbisogno, purtroppo, si presenta decisamente negativo;
le infrastrutture idrauliche realizzate in favore delle popolazioni agrigentine sono il frutto di attività di programmazioni e realizzazioni che oggi potrebbero segnare il loro riscatto dalla sete e dalle «guerre di poveri», mentre non sembrano andare nella medesima direzione invece le recenti notizie apprese dalla stampa dalle quali si evince che sono in corso di svolgimento procedure avviate dal dipartimento regionale per i rifiuti e le acque per lo smontaggio di un modulo dell'impianto di dissalazione da 25 l/s, recentemente ristrutturato e convertito secondo il principio di funzionamento ad osmosi inversa, che consente di produrre acqua dissalata a basso costo, né sembrano concretizzarsi le procedure di riscatto del nuovo impianto di dissalazione ad OI realizzato con project financing che consentirebbe la produzione di circa 100 l/s di acqua potabile a costi inferiori ad 1 euro al metro cubo;
il nuovo modulo di proprietà della regione, appena ristrutturato, in grado di produrre circa 25 l/s a bassi costi, sia destinato a soddisfare il fabbisogno idrico dell'isola di Pantelleria e mentre oggi si sta assistendo allo smontaggio del modulo da 25 l/s da installare a Pantelleria, domani si potrebbe verificare che venga smontato l'impianto da 100 l/s per l'isola di Lampedusa;
il commissario per l'emergenza idrica in Sicilia prima e la cessata ARRA dopo avevano avviato e concluso procedura di project financing per dotare le isole di Pantelleria, Lampedusa, Linosa e Salina di

propri impianti di produzione di acqua potabile in grado di soddisfare la domanda idropotabile di quelle significative realtà territoriali;
non ultimo resta il problema dei tanti lavoratori che, dopo essere privati degli impianti in grado di produrre acqua potabile per le proprie famiglie, ora rischiano di perdere il proprio posto di lavoro a causa di una visione localistica del sistema di approvvigionamento idrico;
gli spostamenti di impianti di dissalazione si devono svolgere sulla scorta di studi, riscontri e verifiche e devono comprendere uno scenario in scala regionale che escluda l'insorgenza di situazioni emergenziali nel territorio della provincia di Agrigento o nella fascia centro-meridionale della Sicilia;
si sarebbero dovute effettuare analisi dei costi necessari agli spostamenti degli impianti prima descritti e della economicità dei trasferimenti e vanno adottate tutte le possibili misure atte a garantire la continuità lavorativa dei dipendenti degli impianti di dissalazione -:
quale sia lo stato di attuazione dei project financing nelle isole di Pantelleria, Lampedusa, Linosa e Salina, il cui completamento potrebbe segnare la fine del rifornimento idrico con navi cisterna con oneri di diverse decine di milioni di euro a totale carico dello Stato, nonché il riscatto e l'acquisizione del nuovo impianto di dissalazione di Porto Empedocle.
(2-01199)
«Vincenzo Antonio Fontana, Marinello, Germanà, Pagano, Garofalo, Minardo, Torrisi, Cazzola, Barani, De Luca, Ciccioli, Mancuso, Toccafondi, Mannucci, Murgia, Iannarilli, Vella, Pili, Scalera, Vignali, Ceccacci Rubino, Migliori, Minasso, Girlanda, Abelli, Garagnani, De Nichilo Rizzoli, Versace, Nizzi, Biancofiore, Cristaldi, Lisi, Scelli, Ghiglia, Stradella, Luciano Rossi, Castellani».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MARIO PEPE (PD). - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il progetto di adeguamento e di riqualificazione dell'ex strada statale 372 detta «Telesina» prevede l'allargamento della piattaforma stradale attraverso la realizzazione della doppia corsia per ogni senso di marcia, creando in tal modo un'infrastruttura strategica per la rete viaria della Campania;
la nuova superstrada consentirà un rapido collegamento tra il Molise, la Campania e la Puglia con Roma, rappresentando peraltro una valida alternativa all'autostrada A16 per i collegamenti tra la Puglia e l'autostrada A1 -:
quali iniziative siano in cantiere da parte del Ministro per mandare ad esecuzione l'appalto di completamento della superstrada e quali tempi e risorse occorrano per il finanziamento completo dell'opera.
(5-05326)

MARIO PEPE (PD). - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il progetto di ammodernamento e di adeguamento della strada statale 212 detta «Fortorina» si inserisce nel contesto della rete stradale della regione Campania, collegando le zone interne del Fortore con il capoluogo di provincia Benevento e, tramite questo, con i capoluoghi delle province campane;
la realizzazione della strada a scorrimento veloce, che si sviluppa su un territorio articolato e complesso nella sua morfologia, oltre che migliorare la rete viaria, riducendo i tempi di percorrenza e migliorando la sicurezza per gli utenti, consentirà di uscire dall'isolamento geografico -:
quali iniziative il Ministro intenda assumere per consentire il completamento del II lotto della strada statale 212, tra il

bivio di Pietrelcina (Benevento) e lo svincolo per S. Marco dei Cavoti (Benevento) e per verificare la progettazione del III lotto, da S. Marco dei Cavoti (Benevento) a S. Bartolomeo in Galdo (Benevento), onde procedere all'eventuale appalto e consegnare alla comunità tutta una nuova ed importante arteria che costituirà non solo il collegamento con le aree interne, ma anche il volano per lo sviluppo industriale delle aree del Fortore e del Beneventano.
(5-05328)

CAPODICASA, BERRETTA, BURTONE, CARDINALE, ANTONINO RUSSO, SAMPERI e SIRAGUSA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si apprende che sono in fase di rifinanziamento i progetti europei della rete TEN-T (Trans European Network) che individua gli assi fondamentali (corridoi) di trasporto della rete europea, che costituiscono le direttrici fondamentali per la circolazione delle merci e delle persone e quindi dello sviluppo economico e sociale;
tra i Corridoi europei della rete TEN-T fa parte il «corridoio uno» Berlino-Palermo, individuato circa dieci anni fa dalla Commissione europea nell'ambito di un piano europeo volto a collegare ed interconnettere i territori europei al fine di promuovere la coesione economica e sociale di cui le infrastrutture ne costituiscono una componente ed una premessa;
in questa ottica il «corridoio uno» Berlino-Palermo collega lungo la direttrice Nord-Sud, il Mezzogiorno del Paese e la Sicilia con il centro Europa, intersecando alcuni dei più importanti corridoi di trasporto e di mobilità;
il documento preparatorio elaborato dalla Commissione europea per gli anni 2014-2020 prevede in fase di finanziamento la cancellazione del «corridoio uno»;
Per riconnetterlo al «corridoio 5» Helsinki-La Valletta, modificando il tracciato a Napoli e deviando verso Bari per poi collegarsi con Malta attraverso un servizio di traghettamento;
tale scelta finirebbe per escludere dalla Rete TEN-T importanti regioni e la Sicilia, accentuandone la marginalità e condannandole all'isolamento ed al sottosviluppo;
in ogni caso, verrebbero contraddetti alla radice indirizzi ed aspettative che nonostante contraddizioni e ritardi fanno parte di un patrimonio di elaborazione e scelte che attraversano la Storia del Paese e che sono contemplate in importanti documenti di programmazione dello Stato Italiano -:
se quanto sopra risponda a verità;
se, ove confermate queste notizie, il Governo italiano intenda far valere in tutte le sedi un punto di vista contrario;
quali ulteriori iniziative intenda promuovere per scongiurare l'affermarsi in sede europea, di un indirizzo contrario agli interessi del Paese e penalizzante per una parte fondamentale del territorio italiano.
(5-05335)

PILI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la Commissione trasporti della Camera dei Deputati in data 21 aprile 2010 ha approvato all'unanimità la risoluzione conclusiva relativa alla modifica della continuità territoriale aerea da e per la Sardegna;
nel dispositivo della richiamata risoluzione si impegna il Governo:
ad avviare un immediato confronto per ridefinire, nell'ambito della conferenza di servizi che il Presidente della Regione Sardegna è stato delegato ad istituire e presiedere dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, la disciplina della continuità territoriale, superando quella vigente,

che risulta inadeguata sia sotto il profilo concettuale che sotto quello dei servizi e dei costi, per pervenire a un modello di continuità territoriale intesa come un fattore di riequilibrio di condizioni permanenti di svantaggio derivanti dall'insularità e di garanzia del diritto alla mobilità per i territori svantaggiati, tenendo conto anche di quanto previsto dalla legge 5 maggio 2009, n. 42, in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione;
in particolare, ad assumere le appropriate iniziative per definire e attuare una continuità territoriale che, tenga conto, oltre che degli effetti del processo di liberalizzazione del mercato del trasporto aereo, anche dei seguenti obiettivi:
a) favorire l'individuazione di un maggior numero di voli e di rotte aeree da e per la Sardegna che consenta, nel contesto dello sviluppo potenziale della domanda, di avere più operatori sulla stessa rotta;
b) favorire la possibilità di determinare, sulla base del principio di riequilibrio legato alle condizioni insulari della Sardegna, di una tariffa massima a cui si applichi il regime degli oneri di servizio pubblico, applicando, come parametro, le condizioni più favorevoli del costo ferroviario;
c) favorire la possibilità, per tutte le compagnie aeree di poter viaggiare sulle rotte di collegamento con gli aeroporti della Sardegna, proponendo, nell'ambito di una situazione di concorrenza, ribassi rispetto alla tariffa massima prestabilita in relazione agli oneri di servizio pubblico;
ad assumere le appropriate iniziative volte a verificare, con i competenti organismi comunitari e nel rispetto della normativa dell'Unione europea e degli indirizzi stabiliti dalla Commissione europea, la possibilità di estendere il regime di continuità territoriale a tutti i cittadini, in ottemperanza al principio di non discriminazione riaffermato dalla decisione della Commissione n. 2007/332/CE, del 23 aprile 2007, e, nell'ambito delle competenze attribuite ai singoli soggetti istituzionali dalla normativa vigente, a prevedere che a tutti i cittadini residenti nel territorio nazionale ed europeo che intendano effettuare voli da e per la Sardegna sia applicata la tariffa sottoposta ad onere di servizio pubblico, in modo da garantire il rispetto del principio di riequilibrio territoriale in relazione all'insularità della regione;
le disposizioni comunitarie in materia disciplinano in modo esaustivo e puntuale il significato di continuità territoriale esplicitando che l'obiettivo è quello di collegare in modo efficace e permanente territori altrimenti non collegati;
il regolamento comunitario 1008/2008 in particolare dispone: «previa consultazione con gli altri Stati membri interessati e dopo aver informato la Commissione, gli aeroporti interessati e i vettori aerei operanti sulla rotta, uno Stato membro può imporre oneri di servizio pubblico riguardo ai servizi aerei di linea effettuati tra un aeroporto comunitario e un aeroporto che serve una regione periferica o in via di sviluppo all'interno del suo territorio o una rotta a bassa densità di traffico verso un qualsiasi aeroporto nel suo territorio, qualora tale rotta sia considerata essenziale per lo sviluppo economico e sociale dello regione servita dall'aeroporto stesso. Tale onere è imposto esclusivamente nella misura necessaria a garantire che su tale rotta siano prestati servizi aerei di linea minimi rispondenti a determinati criteri di continuità, regolarità, tariffazione o capacità minima, cui i vettori aerei non si atterrebbero se tenessero conto unicamente del loro interesse commerciale»;
il regolamento comunitario prevede inoltre: «criteri specifici imposti sulla rotta oggetto dell'onere di servizio pubblico sono stabiliti in modo trasparente e non discriminatorio»;
il richiamo al modo non discriminatorio esplicita la volontà del legislatore europeo di affermare il concetto di collegamento

tra territori escludendo qualsiasi tipo di discriminazione tra cittadini europei;
nella fattispecie della continuità territoriale da e per la Sardegna il regolamento comunitario prevede che lo Stato prescriva, nell'ambito degli oneri del servizio pubblico, che i vettori aerei accettino le condizioni dell'onere del servizio pubblico;
il regolamento a proposito dell'imposizione dell'onere del servizio pubblico dispone: «Qualora altre modalità di trasporto non possano garantire servizi ininterrotti con almeno due frequenze giornaliere, gli Stati membri interessati hanno la facoltà di prescrivere, nell'ambito degli oneri di servizio pubblico, che i vettori aerei comunitari che intendono operare sulla rotta garantiscano tale prestazione per un periodo da precisare, conformemente alle altre condizioni degli oneri di servizio pubblico»;
lo Stato nel valutare la necessità e l'adeguatezza di un onere di servizio pubblico tiene conto:
a) dell'equilibrio tra l'onere previsto e le esigenze in materia di sviluppo economico della regione interessata;
b) della possibilità di ricorrere ad altre modalità di trasporto e dell'idoneità di queste ultime a soddisfare il concreto fabbisogno di trasporto, in particolare nel caso in cui i servizi ferroviari esistenti servano la rotta prevista con un tempo di percorrenza inferiore a tre ore e con frequenze sufficienti, coincidenze e orari adeguati;
c) delle tariffe aeree e delle condizioni proposte agli utenti;
d) dell'effetto combinato di tutti i vettori aerei che operano o intendono operare sulla rotta di cui trattasi;
le disposizioni comunitarie rendono ancora più vincolante l'applicazione dell'onere del servizio pubblico quando disciplinano l'esclusività dell'utilizzo del servizio aereo per l'effettuazione dei collegamenti sottoposti all'onere del servizio pubblico: «Qualora sia stato imposto un onere di servizio pubblico conformemente ai paragrafi 1 e 2, il vettore aereo comunitario può mettere in vendita il solo posto a condizione che il servizio aereo in questione soddisfi tutti i requisiti dell'onere di servizio pubblico. Di conseguenza, siffatto servizio aereo è considerato un servizio aereo di linea»;
il regolamento comunitario nella definizione dell'imposizione del onere del servizio pubblico non prevede compensazioni in quanto lo stesso onere viene calcolato valutando i costi effettivi di produzione del servizio e un «margine di profitto ragionevole», indicato tra il 5/10 per cento;
l'accesso ai servizi aerei di linea su una rotta sulla quale nessun vettore aereo comunitario abbia istituito o possa dimostrare di apprestarsi a istituire servizi aerei di linea sostenibili conformemente all'onere di servizio pubblico imposto su tale rotta, può essere limitato dallo Stato membro interessato ad un unico vettore aereo comunitario per un periodo non superiore a quattro anni, al termine del quale si procederà ad un riesame della situazione;
il regolamento comunitario prevede che il diritto di effettuare i servizi limitati ad un solo soggetto è concesso tramite gara pubblica, per rotte singole o, nei casi in cui ciò sia giustificato per motivi di efficienza operativa, per serie di rotte a qualsiasi vettore aereo comunitario abilitato a effettuare tali servizi;
la gara d'appalto prevista per la seconda fase dell'imposizione dell'onere del servizio pubblico, qualora nessun vettore abbia accettato l'imposizione dell'onere, avviene secondo le modalità indicate all'articolo 17 del medesimo regolamento comunitario 1008/2008;

il bando di gara ed il successivo contratto devono contemplare tra l'altro i punti seguenti:
a) le norme prescritte dall'onere di servizio pubblico;
b) le norme relative alla modifica e alla scadenza del contratto, in particolare per tener conto di cambiamenti imprevedibili;
c) il periodo di validità del contratto;
d) le sanzioni in caso di inadempimento del contratto;
e) i parametri obiettivi e trasparenti sulla base dei quali è calcolata la compensazione, ove prevista, per la prestazione dell'onere di servizio pubblico;
il regolamento comunitario disciplina, infine, la possibile compensazione, ribadendo in più parti del documento, l'obbligatorietà di un procedimento trasparente nella definizione dell'eventuale compenso;
il comma 8 dell'articolo 17 del regolamento 1008/2008 disciplina in modo puntuale l'eventuale compenso;
lo Stato membro interessato può compensare un vettore aereo che soddisfi i requisiti di onere di servizio pubblico prescritti a norma dell'articolo 16; tale compensazione non può superare l'importo necessario per coprire i costi netti sostenuti per la prestazione dell'onere di servizio pubblico, tenendo conto dei conseguenti ricavi ottenuti dal vettore aereo e di un margine di profitto ragionevole;
il regolamento individua, dunque, due capisaldi per la definizione dell'onere del servizio pubblico:
a) i costi netti sostenuti per la prestazione dell'onere di un servizio pubblico;
b) un margine di profitto ragionevole;
occorre, dunque, individuare gli elementi del costo netto e definire un margine di profitto ragionevole;
la definizione del costo netto appare elemento fondamentale per soddisfare il requisito di trasparenza posto come elemento chiave dal regolamento europeo e della stessa Autorità garante per la concorrenza che nel 2006 aveva così definito le compensazioni utilizzate nella continuità territoriale della Sardegna: «tale sistema di sussidi è caratterizzato da particolare opacità e non consente di individuare correttamente i confini degli oneri di servizio pubblico imposti, impedendo al contempo una minimizzazione dei costi per la collettività»;
occorre scongiurare in tutti i modi possibili infrazioni comunitarie e censure di varia natura definendo nel modo più analitico e puntuale il costo netto richiamato dalla normativa comunitaria per la prestazione dell'onere del servizio pubblico;
il principale elemento di valutazione del costo netto, internazionalmente riconosciuto nell'ambito aeronautico, è quello del Costo Ora/Volo;
il costo ora/volo è definito da organismi terzi che hanno utilizzato metodi analitici per tutte le voci di costo necessarie per definire con precisione il dato;
in particolar modo uno dei primari operatori mondiali nel settore aeronautico ha individuato tutti i fattori di costo necessari per determinare il costo ora/volo sommando le seguenti voci:
operazioni di volo: costo equipaggi, costo carburante, spese aeroportuali e assistenza al volo, assicurazioni sull'aereo, spese di leasing e affitti;
manutenzione diretta: riguardano i costi sostenuti per la manutenzione di aerei, quali costo del lavoro, dei materiali e servizi acquistati da terzi, costi delle riparazioni o di revisione di tutti i sistemi e delle attrezzature necessarie;

manutenzione indiretta: riguardano i costi fissi e le spese generali sostenute per riparazioni e revisioni secondo gli standard delle autorità internazionali preposte al controllo. Comprendono le spese di gestione delle scorte, dei magazzini e rilevazioni contabili;
servizi ai passeggeri: sono costi di assistenza ai passeggeri in volo (comfort, sicurezza), stipendi del personale di cabina (e non quello degli equipaggi), costi di ristorazione e costo di assicurazione dei passeggeri;
servizi ai velivoli: costi di rifornimento, di controlli, protezione e programmazione dei voli;
servizi di traffico: riguardano i costi delle operazioni al terminal (trasferimento bagagli e altri servizi), stipendi per il personale che fornisce servizi a terra, costi delle attrezzature e il loro leasing, gli affitti (no le tasse aeroportuali).
servizi amministrativi;
servizio prenotazione e vendite: comprende le remunerazioni per il personale delle biglietterie e le spese dei sistemi di prenotazione;
comunicazione e pubblicità: riguarda i costi sostenuti per convincere i potenziali clienti a preferire una data compagnia;
spese generali e amministrative: riguardano il complesso delle attività della compagnia aerea e spese di contabilità, acquisti, assistenza legale e altre attività di amministrazione;
ammortamento: riguarda l'ammortamento dei costi dei velivoli, dei motori, delle attrezzature di volo, dei costi e attrezzature e immobili a terra (hangar, aeroporti), e dei costi sostenuti per acquisire attività intangibili (marchi, avviamento e progettazioni);
per le voci di costo richiamate vengono esplicitate alcune variabili contenute nell'analisi che risulta utile riportare al fine di comprendere il dettaglio di, analisi posto alla base della definizione del costo ora/volo:
Costo Carburante - costo al litro di carburante. Si basa su un sondaggio Conklin & de Decker di un certo numero di operatori di base fissa (FBO) presso i principali aeroporti aviazione generale negli Stati Uniti. Il prezzo include tutte le tasse e le imposte;
Consumo di Carburante - Il consumo di carburante medio è rappresentato in galloni all'ora per la marca/modello di velivolo. Tutti i dati sono generalmente derivati da manuali di volo ed è calcolato a velocità di crociera tipica e comprende carburante a terra. L'altitudine di crociera per velivoli assunta in assenza di pressione, è di 8.000 piedi;
Al dato del consumo oggettivo di carburante tecnicamente individuato è sommato un 15 per cento per tenere conto di condizioni operative non ideali. Un 15 per cento legato ai seguenti possibili accadimenti:
a) tecniche di pilotaggio - utilizzo di diverse impostazioni di potenza rispetto a quella consigliate;
b) restrizioni di controllo del traffico aereo che impongono all'aereo volare ad un'altitudine minore di quelle ottimali. Quote più basse di solito aumentano il consumo di carburante;
c) ritardi terra;
d) carburante tankering - utilizzo di più carburante del necessario per un unico volo;
Fuel Additivi - Il costo di additivi per carburanti utilizzati per l'anti-formazione di ghiaccio o come fungicida;
Lubrificanti (Aircraft Pistone Only) - Costo di tutti i lubrificanti come olio motore e olio trasmissione;
Manutenzione - Lavoro. Inclusa routine in programma (tutti i giorni e ispezioni minori), non in programma e in condizioni di lavoro di manutenzione.

Completo piano di manutenzione garantita. Comprende anche tutti i lavori necessari per la sostituzione della linea di pezzi, la rimozione/sostituzione incidente, il lavoro di revisione di componenti e manodopera connesse alla realizzazione di direttive di navigabilità e bollettini di servizio obbligatorio. Nuovi costi di manutenzione degli aeromobili al fine di dimostrare il beneficio di copertura della garanzia. Un fattore di invecchiamento è applicato in base all'età degli aeromobili;
Manutenzione - Parti. Comprende anche parti associate con le direttive di aeronavigabilità e i bollettini di servizio obbligatorio. Un parametro di invecchiamento è applicato in base all'età degli aeromobili;
Sbarco e Tariffe Parcheggio. Rappresenta costi associati di atterraggio e parcheggio dell'aereo fuori dalla casa base. Viene utilizzata una formula in base al peso lordo massimo del velivolo;
Equipaggio Spese. Le spese sostenute dal personale per alloggi, trasporti e pasti sostenute dall'equipaggio quando si è lontani da casa base. I costi sono tipici di una grande area metropolitana.
Forniture piccole e Ristorazione. Le spese sostenute per forniture o per la cabina e la cabina di pilotaggio (batterie torcia, tovaglioli, carta igienica) e tutti gli in-flight catering per l'equipaggio e i passeggeri. Viene utilizzata una formula basata sul numero di passeggeri più equipaggio e, le dimensioni del velivolo;
Di seguito si riportano i costi ora/volo relativi alla categoria dei principali aeromobili tra i quali sono compresi tra gli altri alcuni utilizzati nelle rotte tra la Sardegna e i principali aeroporti italiani secondo quanto indicato dalla società Conklin & de Decker:
Tipo Aeromobile Airbus ACJ318, Categoria Jets, Costo ora/volo $5,981;
Tipo Aeromobile Airbus ACJ319, Categoria Jets, Costo ora/volo $6,330;
Tipo Aeromobile Airbus ACJ320, Categoria Jets, Costo ora/volo $6,916;
Tipo Aeromobile Boeing B737-200, Categoria Jets, Costo ora/volo $8,742;
Tipo Aeromobile Boeing B737-300, Categoria Jets, Costo ora/volo $7,787;
Tipo Aeromobile Boeing B737-400, Categoria Jets, Costo ora/volo $8,038;
Tipo Aeromobile Boeing B737-500, Categoria Jets, Costo ora/volo $7,574;
Tipo Aeromobile Boeing B737-600, Categoria Jets, Costo ora/volo $6,171;
Tipo Aeromobile Boeing B737-700, Categoria Jets, Costo ora/volo $6,387;
l'analisi sopra riportata costituisce la base e il metodo di partenza dal quale determinare gli oneri di servizio pubblico in modo trasparente e rispettoso di quel parametro europeo del «ragionevole margine di profitto» oltre il quale è vietato andare senza incorrere in un palese aiuto di stato;
su tali costi effettivi e misurabili va, infatti, sommato un 8 per cento di utile di impresa ritenuto sin dalla prima analisi di applicazione dell'onere del servizio pubblico nel 1999 una base ragionevole di guadagno sull'onere del servizio pubblico;
al fine di individuare il costo finale del biglietto a passeggero si rende necessario calcolare un load factor non sul pregresso che, considerati i costi dei biglietti soprattutto per i non residenti, sarebbe assolutamente fuorviante e non veritiero, ma su un margine di incremento, legato all'applicazione della tariffa unica anche per i non residenti, tale da superare la soglia minima del 70 per cento di capacità di riempimento -:
se non ritenga di dover predisporre con proprio atto un puntuale ed esaustivo metodo di calcolo dell'onere del servizio pubblico ove non incorrere in violazioni sia comunitarie che statali considerato che i decreti saranno emanati dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;

se non ritenga di dover intervenire sull'Enac al fine di disporre l'applicazione del medesimo metodo di calcolo nell'imposizione dell'onere del servizio pubblico relativamente ai bandi e contratti futuri;
se non ritenga, anche alla luce della necessitata revoca lo scorso febbraio dei decreti sulla continuità territoriale della Sardegna, di intervenire preventivamente nell'ambito della conferenza dei servizi convocata dalla regione Sardegna su delega del Ministro affinché siano evitati ulteriori e dannosi ritardi conseguenti ad un'attuazione della continuità territoriale non rispettosa dell'indicazione data dalla Camera dei deputati con la risoluzione richiamata in premessa;
se non ritenga di dover incaricare apposito soggetto esterno garante per la definizione dei costi effettivi dell'imposizione dell'onere del servizio pubblico al fine di evitare richiami da parte della stessa autorità garante per la concorrenza relativamente alla richiamata «particolare opacità dei sussidi erogati per la continuità territoriale da e per la Sardegna» segnalata dall'autorità garante per la concorrenza;
se non ritenga opportuno proporre e condividere il documento stesso sul metodo di calcolo dell'onere del servizio pubblico all'attenzione delle competenti commissioni parlamentari.
(5-05337)

Interrogazione a risposta scritta:

REALACCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
i tagli previsti dall'ultima manovra per la «stabilizzazione finanziaria» varata dal Governo e approvata a settembre 2011 colpiranno pesantemente le risorse destinate al trasporto pregiudicandone pressoché la sopravvivenza;
i tagli nei trasferimenti alle regioni e agli enti locali, che nel 2012 saranno pari a 4,2 miliardi di euro e saranno previsti anche nel 2013, influiranno decisamente su alcuni settori chiave, tra cui: trasporti, difesa del suolo ed edilizia, politiche di sviluppo in energia, formazione sommandosi anche ai tagli già decisi lo scorso anno;
nel complesso, con le manovre degli ultimi due anni, al servizio ferroviario regionale è stato tagliato il 75 per cento delle risorse. Con la finanziaria dello scorso anno, per effetto della legge n. 122 del 2010, gli stanziamenti erano già stati diminuiti per gli anni 2011 e 2012 fino ad ottenere un finanziamento di soli 977 milioni di euro, di cui 425 milioni ottenuti solo dopo le proteste delle regioni ed in realtà mai trasferiti agli enti locali;
con le risorse ad oggi previste, ovvero pari a solo il 25 per cento di quelle disponibili nel 2010, è infatti impossibile garantire i servizi ferroviari pendolari adeguati. Tutti i contratti di servizio firmati nelle regioni con Trenitalia e gli altri concessionari dovranno essere rivisti e occorrerà prevedere un drastico taglio dei collegamenti ferroviari, cancellando larga parte dei collegamenti ferroviari urbani e regionali. Una prospettiva drammatica per gli oltre 2,7 milioni di italiani che ogni mattina usano il treno per spostarsi per motivi di lavoro e di studio;
già negli scorsi mesi, inoltre, in molte regioni sono stati effettuati tagli nei collegamenti ed è stato aumentato il costo di biglietti ed abbonamenti, proprio per far fronte alla riduzione delle risorse per il trasporto pubblico locale già avvenuta con la manovra del 2010, con ulteriore sacrificio da parte dei cittadini pendolari;
un trasporto pubblico efficiente è peraltro un modo concreto e immediato per migliorare la qualità della vita dei cittadini, per ridurre il traffico privato e l'inquinamento delle città. Un suo depotenziamento colpisce particolarmente le fasce meno abbienti della popolazione e i

pendolari che saranno costretti a subire tutte le inefficienze di un servizio pubblico inefficiente -:
quali urgenti iniziative di competenza il Governo intenda mettere in campo per scongiurare la prevista e drastica riduzione del servizio ferroviario locale e se non ritenga utile promuovere misure urgenti, quali, ad esempio, un'accisa ad hoc sui carburanti, come richiesto da tempo dalla Conferenza delle regioni, che garantirebbe la certezza di risorse finanziarie adeguate per un trasporto efficiente e rispettoso dell'ambiente, quale è il trasporto locale su ferro.
(4-13210)

...

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

MECACCI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da alcuni anni è situata nel porto di Crotone una nave abbandonata e in condizioni fatiscenti e pericolanti;
in questa nave, denominata «Gengiskhan», vivono per periodi più o meno lunghi, alcune decine di migranti e rifugiati che si trovano a Crotone e che, a seconda dei casi, o non vengono accolti nel CARA di Crotone al loro arrivo, oppure si trovano in quella città perché in attesa del rinnovo del loro permesso di soggiorno;
i migranti, che vivono nella barca in condizioni igieniche terribili, ricevono l'assistenza della Caritas che distribuisce loro pranzi giornalieri;
tale realtà è stata denunciata con forza dal Docu-Film «Io Sono - Storie di schiavitù» di Barbara Cupisti presentato nella giornata del 10 settembre 2011 alla 68a Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Controcampo Italiano;
tale realtà è nota alle autorità cittadine, inclusa la questura di Crotone, ma difficoltà burocratiche hanno fin'ora impedito di affrontare e risolvere la situazione, da un lato smantellando e distruggendo la nave, e al tempo stesso prevedendo che in città venga istituito centro diurno, assente al momento nella città di Crotone, per far fronte alle esigenze di persone indigenti che si trovano a soggiornare a Crotone senza alcun luogo dove poter riposare e curare la propria igiene personale in condizioni accettabili;
il 1o di agosto, il CARA di Crotone è stato il luogo di una manifestazione di protesta dei migranti in particolare sulla statale ionica, manifestazione che ha provocato anche scontri con le forze di polizia e feriti; associazioni locali come l'Arci di Crotone hanno sottolineato come le ragioni della protesta risiedano in alcuni gravi disservizi all'interno del centro che è stato sottoposto negli ultimi mesi a un grave sovraffollamento a una riduzione delle forze di sicurezza, oltre che ad essere in alcune zone in condizioni igieniche e sanitarie precarie, come ho avuto modo di constatare durante una visita ispettiva nei mesi scorsi;
nella serata del 1o agosto 2011 furono arrestati circa diciassette cittadini nigeriani, con l'accusa di devastazione e sciacallaggio, per questi reati la legge prevede una pena dagli 8 ai 15 anni di reclusione. Il 9 agosto il CARA di Crotone, è stato visitato dal Sottosegretario Sonia Viale a testimoniare della preoccupazione forte del Ministero degli interni per la situazione nel Centro di Sant'Anna di Isola di Capo Rizzuto -:
cosa intenda fare affinché l'emergenza e i rischi derivanti dalla presenza della nave «Gengiskhan» situata all'interno del porto di Crotone siano superati, non semplicemente chiudendola all'accesso dei migranti, ma distruggendola secondo le procedure previste in tali casi, ed approntando al tempo stesso un centro diurno di accoglienza in collaborazione con le autorità cittadine e con le associazioni locali;

quale sia la situazione all'interno del centro CARA di Crotone in termini di sovraffollamento e di quali interventi intenda assumere per garantire che le domande di richiesta asilo siano evase in tempi ragionevoli e che le condizioni igieniche e dei servizi alle persone lì residenti divengano accettabili;
quale sia lo stato dei procedimenti a carico dei cittadini nigeriani arrestati e quali provvedimenti siano stati presi per garantire l'esercizio del diritto di difesa a persone che si trovavano ospitati in un centro di prima accoglienza e quindi presumibilmente in attesa di risposta alle loro domande di protezione internazionale.
(5-05332)

Interrogazioni a risposta scritta:

CONTENTO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la stazione dell'Arma dei carabinieri di Maniago (Pordenone) rappresenta una delle sedi di pubblica sicurezza di maggiore rilevanza nel territorio provinciale;
lo stesso presidio di pubblica sicurezza, pur dovendo pattugliare anche aree impervie e disagiate, compresi greti di torrenti e siti montani, non disporrebbe neppure di un mezzo fuoristrada;
la situazione è nota da tempo, tanto che risulta all'interrogante che, in caso di operazioni urgenti, sia necessario attendere l'invio di un mezzo adeguato alle esigenze da parte della limitrofe stazioni della Benemerita -:
se corrisponda al vero che la caserma dei carabinieri di Maniago (Pordenone) sia sprovvista di un qualsiasi veicolo fuoristrada e, in caso di risposta affermativa, se non intenda attivarsi per colmare al più presto questa lacuna logistica.
(4-13208)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
più che mai negli ultimi mesi la polizia di Stato è stata chiamata a fronteggiare l'emergenza umanitaria conseguente all'emergenza clandestina;
va dato atto che le donne e gli uomini della polizia di Stato, come quelli delle altre forze dell'ordine e dell'Esercito, hanno svolto il delicato compito con coraggio, abnegazione e tenacia, pur con le note difficoltà;
presso il centro di accoglienza «S. Anna» di Crotone gli uomini della polizia di Stato sono stati costretti, durante il periodo estivo, a dirimere diversi tafferugli verificatisi tra gli immigrati, subendo anche ferimenti nel corso degli scontri;
anche in queste occasioni sono risultati inadeguati gli organici delle forze dell'ordine incaricate della sicurezza del centro; basti pensare che il personale della questura di Crotone è rimasto identico al 1995, anno istitutivo della provincia;
il centro di Sant'Anna ospita quotidianamente una media di 1.400 migranti e la sicurezza all'interno è garantita da un esiguo servizio interforze; occorrerebbe, quindi, almeno un distaccamento del reparto mobile, con adeguato numero di uomini;
occorre, comunque, tenere in considerazione che l'intero territorio della provincia di Crotone è carico di presenza della criminalità organizzata e di numerosi immigrati, per cui appare inconcepibile la permanenza di un inadeguato organico della polizia di Stato -:
quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di adeguare l'organico della polizia di Stato, immutato dal 1995 e di supportare con opportuno intervento la sicurezza presso il centro Sant'Anna di Crotone.
(4-13213)

NOLA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
gli incidenti della scorsa settimana in Val di Susa hanno ancora una volta dimostrato

che le forze dell'ordine si trovano spesso a dover contrastare, senza idonei mezzi tecnici, attacchi di particolare violenza e pericolosità;
lo stesso Ministro dell'interno ha stigmatizzato la virulenza di questi attacchi, compiuti da gruppi di estremisti che si dotano di strumenti che, seppure di fattura artigianale, possono mettere in pericolo di vita gli operatori di polizia -:
per quali motivi le nostre forze dell'ordine non sono dotate di munizionamento cosiddetto «non letale» (pallottole di gomma) che permette di neutralizzare selettivamente soggetti ostili e pericolosi sulle brevi distanze e che, rispetto all'uso delle granate lacrimogene, minimizza il rischio di colpire persone non direttamente coinvolte negli atti ostili o violenti verso le forze dell'ordine;
se vi siano motivazioni tecniche che ostino ad autorizzare le nostre forze dell'ordine all'utilizzo di tali strumentazioni, oggi in dotazione alle forze di polizia di tutti i Paesi occidentali ed utilizzabili con armamento di facile ed economica reperibilità.
(4-13214)

SBROLLINI e ROSATO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 10 settembre 2011 due persone rimaste ignote hanno gettato del letame sulla strada provinciale Maranese nei pressi di Malo (Vicenza), lungo il tracciato vicentino del cosiddetto «Giro di Padania», per poi allontanarsi indisturbati con un furgone (utilizzato per il trasporto del letame);
questo episodio è l'ennesimo che accade per causa della discussa gara ciclistica della inesistente Padania, tra i cui organizzatori si annovera anche il Sottosegretario all'interno, onorevole Michelino Davico;
a seguito del fatto descritto sopra, al fine di uno sgombero immediato del tracciato interessato dalla manifestazione, sono stati fatti intervenire i vigili del fuoco;
spesso il Corpo dei vigili del fuoco in passato ha svolto compiti non propriamente rientranti nelle sue funzioni istituzionali (emergenza immigrati, emergenza rimozione macerie terremoto de L'Aquila), ma mai si è sostituito agli organizzatori di manifestazioni sportive;
l'intervento chiesto ai vigili del fuoco, decisamente non di soccorso, appare un utilizzo improprio della professionalità con cui ogni giorno gli stessi affrontano i diversi tipi d'intervento (oltre il caso di incendi vengono utilizzati in caso di soccorso nei terremoti, in caso di fuga radioattiva, di incidente aereo, di esplosioni o di alluvioni) -:
se il Ministro fosse a conoscenza dell'intervento che è stato richiesto ai vigili del fuoco il 10 settembre 2011 nei pressi di Malo (Vicenza);
chi e per quali ragioni abbia dato l'incarico ai vigili del fuoco di spalare il percorso del cosiddetto «Giro di Padania» dal letame, nonostante ci siano, per casi del genere, ditte specializzate e di servizi di pulizia ambientale che dovrebbero essere chiamati dagli organizzatori.
(4-13218)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta orale:

BINETTI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la selezione degli studenti in alcuni corsi di laurea richiede strumenti adeguati che garantiscano l'ammissione agli studenti più motivati e a coloro che posseggono i requisiti più adatti per affrontare quel determinato corso di laurea;
si tratta di un fatto di giustizia nei confronti degli studenti ma anche di un

investimento concreto nei confronti della società volto a privilegiare gli studenti migliori;
la salute non solo è un bene essenziale, ma un vero e proprio diritto, come prevede l'articolo 32 della nostra Costituzione, e come tale va affidato a persone di grande cultura scientifica e di sicura competenza professionale oltre che di adeguata capacità di relazione;
tra gli 80 quiz proposti ai candidati che hanno tentato l'ingresso l'8 settembre 2011 alla Sapienza (la prova è predisposta da ciascuna università) ce n'era uno che chiedeva quali fossero i gusti tipici della grattachecca offerta dal bar nei pressi del liceo Tacito di Roma;
il fatto che la grattachecca sia diventata materia di test di ammissione universitaria appare del tutto surreale e in realtà fa pensare al senso di una totale arbitrarietà, unita ad una fatuità nei criteri di selezione per l'accesso all'università, che umilia gli studenti e delude le loro aspettative;
inserire un quesito sui gusti della grattachecca nei test di ammissione per le professioni sanitarie infatti sa di beffa, l'ennesima, nei confronti degli studenti, che faticano a credere che si possa essere selezionati per diventare buoni professionisti in un ambito così delicato come quello della sanità sulla base dei gusti della grattachecca;
il quesito inoltre appariva fortemente discriminante nei confronti di studenti di altre città che non avrebbero certo saputo rispondere, creando quindi come unica distinzione possibile quella tra gli studenti romani e gli altri e forse anche tra gli stessi studenti romani del Tacito e gli altri, come se si fosse voluto concedere un vantaggio specifico agli studenti di quel liceo;
tale episodio rivela, inoltre, una sostanziale incompetenza nella preparazione dei quiz da parte dei cosiddetti esperti, dal momento che non si tratta né di domande di logica che potrebbero mettere in evidenza la capacità di ragionamento dei ragazzi, anche in mancanza di conoscenze specifiche sul tema, né di domande di cultura scientifica o umanistica, adeguate a rendere conto dei livelli di conoscenza e di competenza dei futuri studenti universitari;
esso denuncia una nozione piuttosto «bizzarra» della cosiddetta «cultura generale» su cui dovrebbero cimentarsi gli studenti impegnati nei quiz, immaginando che posseggano un profilo intellettuale francamente modesto per quanto attiene ad interessi, motivazioni, conoscenze e competenze;
tutto ciò dimostra, ancora una volta, che la selezione con domande a scelta multipla (DSM) sostanzialmente difficile se si vuole che abbia un carattere selettivo oggettivo, è stata ormai totalmente svalutata dalla banalizzazione che in questo caso ha raggiunto il ridicolo, mentre altre volte è stata svalutata dalla imprecisione o addirittura dagli errori che indicavano come esatte risposte che tali non erano;
è necessario che tutti i test a scelta multipla somministrati agli studenti, in tutte le facoltà, siano sottoposti - al termine delle rispettive sessione d'esame - ad un controllo di qualità affidato a persone di comprovata esperienza, che verifichino l'idoneità degli strumenti utilizzati sulla base del rigore scientifico, della reale accessibilità per gli studenti e del loro effettivo potenziale selettivo; forse in tal modo potrebbe aumentare la competenza degli attuali esperti che in questi ultimi anni sembra essersi alquanto ridotta, almeno a vantaggio degli studenti dell'anno successivo -:
quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per rivedere e riformare la disciplina che riguarda gli esami di selezione nell'accesso all'università, posto che i test a scelta multipla sono solo uno dei mezzi possibili per selezionare gli studenti e non solo è necessario garantirne la qualità, ma è anche arrivato il momento di prevedere altre metodologie di selezione basate su di un giusto mix di

interessi e motivazioni, capacità e competenze degli studenti.
(3-01816)

Interrogazione a risposta in Commissione:

BOSSA, MURER, ARGENTIN, MIOTTO, D'INCECCO, GHIZZONI e SCHIRRU. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la Corte Costituzionale, con sentenza n. 80 del 22 febbraio 2010, ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 2 della parte in cui: a) fissa un limite massimo al numero dei posti degli insegnanti di sostegno (comma 413); b) esclude - in presenza di studenti con disabilità grave - la possibilità di assumere insegnanti di sostegno in deroga (comma 414);
tale sentenza sancisce la necessità di assegnazione delle ore di sostegno a scuola per i ragazzi con disabilità sulla base delle «effettive esigenze dell'alunno»;
in essa si è affermato che il diritto fondamentale all'istruzione dei disabili è oggetto di rigorosa tutela da parte sia dell'ordinamento internazionale che di quello interno (articolo 38, terzo comma, della Costituzione, legge 5 febbraio 1992, n. 104), e la fruizione di tale diritto è assicurata, in particolare, attraverso misure di integrazione e sostegno idonee a garantire ai portatori di handicap - in specie a quelli in condizioni di particolare gravità, sulla base del rilievo che non tutte le disabilità sono di uguale afflizione - la proficua frequenza degli istituti d'istruzione, misure tra cui viene in rilievo quella del personale docente specializzato;
i tribunali amministrativi regionali, in risposta a centinaia di ricorsi presentati dai genitori di alunni disabili in varie parti d'Italia, stanno attestando l'obbligo per i dirigenti scolastici regionali di provvedere a ripristinare le ore di sostegno adeguate laddove essere siano state ridotte o cancellate o siano comunque non sufficienti;
dopo la sentenza della Corte costituzionale sopra citata, in appena 7 mesi, sono state 4 mila le sentenze di condanna emesse dai Tar di tutta Italia a favore degli alunni disabili;
lo scorso 21 aprile, il Tar del Lazio, sezione di Latina, ad esempio, ha accolto il ricorso di 37 famiglie che hanno chiesto il ripristino delle ore di sostegno ai propri figli disabili, portando così a più di cento le famiglie della provincia di Latina cui il Tar ha dato ragione dall'inizio dell'anno;
analoghe sentenze sono state prodotte dal Tar della Sicilia, sezione di Palermo, con 70 sentenze a favore di altrettante richieste di genitori; dal Tar della Campania, sezione di Napoli, che ha accolto 88 richieste; dal Tar dell'Abruzzo, sezione di Teramo e dal Tar della Puglia, sezione di Bari che hanno accolto i ricorsi di centinaia di famiglie di alunni disabili e che hanno imposto ai dirigenti regionali l'adeguamento degli organici di sostegno per garantire agli alunni disabili un servizio adeguato alle necessità;
risulta che in diverse occasioni gli uffici scolastici regionali siano inadempienti rispetto alle sentenze dei tribunali amministrativi regionali; continuano, infatti, a mancare gli insegnanti di sostegno, si mantiene un rapporto tra alunni disabili e insegnanti di sostegno alto e sicuramente insufficiente a garantire un'assistenza adeguata;
secondo le rilevazioni del centro studi dell'associazione Tutti a scuola, considerati gli alunni disabili con diagnosi di gravità iscritti nel corso del corrente anno scolastico, mancherebbero all'appello oltre 65.000 insegnanti di sostegno, dei quali 6.800 in Campania; in Campania ci sono circa 21 mila alunni disabili, più della metà nella sola Napoli. I quattromila docenti annuali costituiscono il 40 per cento circa del fabbisogno sul sostegno;
la normativa prevede, tra l'altro, che in presenza di disabili, specialmente gravi, la classe non può superare il numero di venti alunni. Va da sé che in una classe

non bisognerebbe inserirne più di uno. La realtà è un'altra. Quest'anno, le classi con oltre due alunni disabili, da tre in su, sono migliaia. E in alcuni casi si arriva anche a quattro;
con la recente manovra finanziaria il Governo ha ipotizzato la possibilità di derogare ai limiti imposti per legge al numero di disabili per classe proprio per tagliare sui costi, a scapito del diritto dell'alunno disabile all'istruzione;
a fronte della presenza di oltre 200.000 alunni con diverse abilità, dei quali il 90 per cento con deficit intellettivo e/o sensoriale, la politica di questo Governo si caratterizza, quindi, nella scelta a giudizio degli interroganti assurda di riempire le classi a dismisura, inserendo nelle stesse più di due alunni disabili e riducendo il numero di insegnanti specializzati, che risulta ampiamente al di sotto delle «effettive esigenze del bambino con diverse abilità» contraddicendo di fatto la sentenza n. 80 della Corte costituzionale del febbraio 2010 -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per fare fronte alla grave situazione sopra descritta, al fine di garantire agli alunni disabili il diritto ad un percorso educativo adeguato secondo quanto sancito dalla Costituzione e dalle leggi e ribadito dalla sentenza della Corte costituzionale n. 80 del 2010 e dalle migliaia di sentenze che i tribunali amministrativi regionali stanno emettendo, e a cui le direzioni degli uffici scolastici regionali non stanno ottemperando.
(5-05334)

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA e STEFANI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
ci sarebbe una certa preoccupazione un po' in tutta Italia per il dilagare di richieste d'assegni sociali da parte di immigrati che, a quanto sembra, stanno mettendo in seria difficoltà l'Inps;
il fenomeno è legato a quegli immigrati che hanno compiuto i 65 anni e non hanno redditi oppure sono sotto la soglia dei 5000 euro annui, ed avrebbero quindi diritto a quella che una volta si chiamava «pensione sociale»;
quando gli extracomunitari regolari residenti in città o in provincia con tanto di carta di soggiorno in regola e residenza, si sono accorti delle normativa di legge - tutto deriva dalla legge 388 del 2000 (inserita nella finanziaria 2001 dell'allora Governo Amato) che ha riconosciuto l'assegno sociale anche ai cittadini stranieri - non hanno fatto altro che presentare domanda di ricongiungimento familiare e far arrivare in Italia genitori o parenti anziani;
l'extracomunitario regolare, dopo aver fatto venire in Italia congiunti, manda i familiari o il familiare ultrasessantacinquenne all'Inps. Qui l'interessato autocertifica l'assenza di reddito oppure dichiara la pensione minima nello Stato di provenienza - che deve essere certificata;
l'Inps a questo punto erogherebbe 355 euro al mese di assegno sociale, più 154,9 euro di importo aggiuntivo. In totale oltre 550 euro per 13 mensilità quindi 7.156 euro l'anno, esentasse;
in sostanza genitori, nonni e parenti tutti over 65 di lavoratori extracomunitari, percepiscono i 7.156 euro all'anno, senza aver mai versato alcun contributo all'Inps;
se poi il genitore, il nonno, il parente straniero decide di rientrare in patria continua a ricevere l'accredito dell'assegno al suo nuovo domicilio;
le domande degli stranieri per l'assegno sociale sarebbero in costante aumento e vengono quasi sempre accolte

dall'Inps, visto che la legge non prevede né un minimo di versamenti e nemmeno un certo tempo di residenza -:
se quanto sopra esposto corrisponda a verità, quale importanza numerica abbia il fenomeno segnalato, quali conseguenze economiche e quali iniziative si vogliano intraprendere per arginare questo fenomeno.
(4-13205)

ZACCHERA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'azienda ACNA di Cengio (Savona) ha costituito per moltissimi anni un rilevante problema di carattere ambientale per l'inquinamento del fiume Bormida ma anche per la salute dei lavoratori operanti all'interno del gruppo chimico;
la legge n. 350 del 2003 al comma 133 dell'articolo 3 prevede che «I benefici previdenziali di cui all'articolo 13 comma 8 della legge 27 marzo 1992 n. 257 e successive modificazioni sono estese anche ai lavoratori esposti al rischio chimico di cloro, nitro e ammine indipendentemente dagli anni di esposizione a decorrere dal 2004»;
la circolare 78/2004 dell'INPS chiarisce e conferma la portata dei benefici ma successivamente la stessa INPS ha ricorso per via giudiziaria per il predetto riconoscimento a quei lavoratori che hanno lavorato a Cengio ma non erano dipendenti dell'ACNA bensì operanti con ditte esterne;
essendosi avviata una controversia tra INPS e lavoratori, nei suoi primi gradi di giudizio la magistratura ha già dato ragione ad alcuni dipendenti di aziende esterne operanti a Cengio ma l'INPS si sarebbe ora rivolta alla Cassazione dilatando ulteriormente i tempi del riconoscimento del dovuto -:
quale sia in merito la posizione del Ministero e se non si ritenga opportuno sollecitare l'INPS a confermare quanto dovuto e liquidare le somme prescritte agli aventi diritto.
(4-13206)

SCHIRRU, MARROCU, PES, FADDA, CALVISI e DAMIANO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la Keller Elettromeccanica spa è il più importante complesso elettromeccanico della Sardegna, sorto nel 1985 a seguito del tracollo industriale del polo tessile e chimico di Villacidro e, precedentemente, di quello minerario di Montevecchio, nel Medio Campidano;
fin da subito lo stabilimento, che produce carrozze ferroviarie, è stato dotato di impianti modernissimi, andando presto ad imporsi sul mercato nazionale ed internazionale fra le realtà metalmeccaniche del settore più affidabili, sebbene la vita dello stabilimento non sia mai stata lineare, ancorata da sempre alle commesse dell'Ente di Stato;
da anni si susseguono interpellanze, interrogazioni ed ordini del giorno sulla sua situazione e ultimamente sono state presentate dal Gruppo PD nuove mozioni in consiglio regionale, da che i lavoratori si trovano in occupazione permanente dall'ultima assemblea del consiglio provinciale del Medio Campidano;
tutte le azioni intraprese, istituzionali e non, sembrano arenarsi senza trovare una risposta e soluzione, tanto che oggi la Keller si trova sull'orlo di una crisi di non ritorno;
recentemente la Keller ha tenuto una serie di incontri con Trenitalia allo scopo di trovare una composizione bonaria della vicenda, per definire la riprogrammazione delle commesse in portafoglio dell'azienda (pronta ad attivare il proprio piano di rilancio, avendo ricevuto anche il formale via libera da Bruxelles in data 26 agosto 2011) e per valutare le possibili soluzioni al contenzioso originato da una serie di recentissime risoluzioni contrattuali, notificate dalla stessa committente alla società e ad altre società del settore con cui la

Keller è in raggruppamento temporaneo di impresa per l'esecuzione di alcuni appalti;
l'azienda avrebbe già dovuto attuare il piano industriale, presentato ed approvato, avente alla base il noto intervento finanziario del Ministero dello sviluppo economico unitamente ad altri interventi finanziari di diversa natura, ricevendo la liquidità necessaria per:
a) riprendere le lavorazioni che oggi sono quasi totalmente sospese (e, quindi, consentire il rientro progressivo dei lavoratori in azienda interrompendo l'erogazione della cassa integrazione guadagni);
b) sviluppare il consistente portafoglio ordini già acquisito al quale si aggiungeranno le commesse di prossima e certa acquisizione facendo in modo che i piani previsti di crescita anche occupazionale possano attivarsi;
purtroppo, i tavoli di discussione con Trenitalia, nonostante la nutrita e autorevole presenza istituzionale, non hanno avuto ancora esito positivo, avendo, almeno per ora, i massimi vertici della stessa dichiarato l'impossibilità di far rientrare gli effetti scaturiti dalle risoluzioni contrattuali;
sulla stampa fonti Confindustria Anie/Assifer evidenziano come il mercato ferroviario italiano sia in frenata e la scarsa visibilità della pianificazione della domanda sia causata a sua volta dalla mancanza di risorse pubbliche;
la Sardegna rappresenta la «maglia nera» di questo mercato, in termini di servizi forniti agli utenti, con una rete ferroviaria e un parco macchine disastroso, e in termini di occupazione;
nel settore nel 2010 la cassa integrazione guadagni è aumentata del 2048 per cento rispetto al 2006 interessando, sempre nel 2010, il 36 per cento dei dipendenti e le previsioni sono per un aumento fino al 60 per cento dei lavoratori in cassa integrazione guadagni entro il 2013. Una congiuntura che rischia di implementare l'alto numero dei cassa integrati e disoccupati che fanno del nostro territorio un «importante bacino» socio-assistenziale;
il tracollo della Keller suggellerebbe il definitivo fallimento di quella visione positiva dell'ultimo baluardo industriale del Medio Campidano, con il quale il Governo nazionale intendeva invertire una china economico sociale ineluttabile, cancellando un'esperienza industriale difficile da recuperare, per cultura, tradizione, infrastrutture e maestranze, con gravissimo danno anche per l'economia futura dell'isola;
in ultimo, si determinerebbe il licenziamento dei 312 dipendenti e la mancanza di lavoro per altri 100 addetti sull'indotto, nonostante la Commissione europea abbia formalizzato il nulla osta definitivo all'intervento di Stato a supporto del piano di ristrutturazione di Keller -:
se non si ritenga indispensabile ed immediato spostare la trattativa da Trenitalia al cospetto del Governo nazionale, attraverso un tavolo di concertazione che miri ad una azione coordinata sui trasporti e sul salvataggio di questa vitale esperienza industriale;
quali iniziative urgenti intendano adottare congiuntamente, per scongiurare il licenziamento degli oltre 400 lavoratori, ed evitare una crisi tanto drammaticamente irreversibile.
(4-13209)

NICCO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la società Xerox spa, operante nel settore del document management, in particolare nella vendita ed assistenza di apparecchiature per ufficio e nella gestione di servizi stampa per clienti sia pubblici che privati, denuncia una seria crisi del settore di riferimento con calo dei consumi, riduzione delle commesse e conseguenti ricadute negative sulla redditività e sui risultati economici della società;
in tale contesto, la società Xerox, in data 27 giugno 2011, ha comunicato al

Ministero del lavoro e delle politiche sociali la decisione di procedere, «con carattere di urgenza», ad una riduzione delle maestranze delle sedi di Milano, Roma, Pont-Saint-Martin (Aosta), Firenze, Bologna, Genova e Parma, per le quali è stata richiesta la cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale, ai sensi della legge n. 223 del 1991, articolo 1, comma 5;
la riduzione delle maestranze è stata richiesta per 112 unità, per 12 mesi, a zero ore, a decorrere dal 1° agosto 2011;
in particolare, per quanto riguarda la sede di Pont-Saint-Martin tutto il personale è stato collocato in cassa integrazione straordinaria a zero ore e senza possibilità di rotazione, coinvolgendo anche gli otto lavoratori di una cooperativa che svolgono attività complementari per la Xerox;
il 20 luglio presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali si è svolto un incontro tra la Xerox e le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali per un esame congiunto della situazione, ai sensi dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica n. 218 del 2000, che si è concluso con un mancato accordo tra le parti -:
quali iniziative intenda assumere per contribuire ad individuare soluzioni alla situazione di crisi aziendale che sappiano coniugare positivamente il piano di risanamento prospettato dall'azienda con la salvaguardia dei siti produttivi e della relativa occupazione, tenendo in debito conto che per il sito di Pont-Saint-Martin è possibile la chiusura definitiva, con quanto di negativo ne consegue sia per il tessuto industriale della Valle d'Aosta, già fortemente provato dalla crisi, sia per gli stessi lavoratori la cui eventuale ricollocazione lavorativa nel gruppo Xerox potrebbe essere a Milano, come sede più prossima.
(4-13211)

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RAPPORTI CON LE REGIONI E PER LA COESIONE TERRITORIALE

Interrogazione a risposta scritta:

GIRLANDA. - Al Ministro per i rapporti con le regioni e coesione territoriale. - Per sapere - premesso che:
le regioni hanno la facoltà di stanziare ed erogare fondi agli enti locali, ed in particolar modo ai comuni, in relazione ad attività che interessano diversi ambiti, in modo particolare i servizi al cittadino, i trasporti e le infrastrutture, l'edilizia e gli eventi culturali;
la gestione di questi fondi è essenziale per i comuni, che spesso dipendono da queste risorse per avviare progetti ed iniziative a vantaggio della popolazione residente e del territorio;
in tutta Italia, soprattutto nell'attuale momento di crisi economica, si moltiplicano le rimostranze da parte degli amministratori locali nei confronti delle amministrazioni regionali, verso le quali si lamenta una disparità di orientamento nell'assegnazione dei fondi e nella compilazione delle relative graduatorie a vantaggio dei comuni amministrati da giunte dello stesso colore politico rispetto alla maggioranza regionale;
tale pratica, qualora confermata, costituisce un atteggiamento volto a favorire politicamente determinate realtà territoriali a scapito di altre, recando danno alla popolazione residente nei rispettivi territori;
questa prassi è tanto più presente e lamentata in quelle regioni governate da decenni da amministrazioni dello stesso colore politico;
per accertare l'eventuale esistenza e consistenza di tale fenomeno è necessario analizzare, anche su base campionaria, i flussi dei finanziamenti determinati dalle regioni in riferimento a particolari settori, quali quelli richiamati in premessa, per evidenziare eventuali disparità da parte

delle amministrazioni regionali all'interno del proprio territorio di competenza -:
se il Ministro ritenga opportuno l'avvio di un'indagine volta ad appurare l'esistenza e la consistenza di eventuali ostacoli di natura pregiudiziale in riferimento allo stanziamento ed alla ripartizione dei fondi da parte delle regioni nei confronti dei comuni amministrati da giunte di orientamento politico diverso rispetto a quello regionale, al fine di individuare i possibili correttivi, anche sul piano normativo.
(4-13217)

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SALUTE

Interrogazione a risposta orale:

PATARINO e DI BIAGIO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
un gravissimo caso di malasanità si è verificato nella giornata di ieri 13 settembre 2011 presso l'ospedale policlinico Gemelli di Roma;
presso il reparto di ostetricia e ginecologia della suindicata struttura è stata ricoverata d'urgenza una giovane donna, C. C., di anni 29, incinta di una bimba e ormai ben oltre il termine per il parto naturale - previsto in prima istanza per il 29 agosto - alla quale, dopo l'effettuazione dei controlli, è stato reso noto il decesso della bambina;
la donna era stata inizialmente seguita presso uno studio ginecologico privato e, nell'approssimarsi della data prevista per il parto, era stata indirizzata al centro per la Sorveglianza Gestazionale (SorGe) del Policlinico Gemelli, dove aveva effettuato tutti i necessari controlli previsti per la fine del periodo di gestazione;
la scadenza del termine delle 40 settimane gestazionali, in un primo tempo prevista per il 29 agosto, era stata ultimamente aggiornata al 3 settembre. Superato tale termine e trascorsa un'ulteriore settimana, la donna era stata invitata a seguire controlli più frequenti, fissati dalla struttura con cadenza ogni due giorni;
è opportuno ricordare che le ultime settimane di gestazione e, soprattutto quelle oltre termine, richiedono controlli assidui e accurati al fine di accertare che il ritardo non comporti danni per la salute della gestante e del bambino;
dopo aver effettuato gli ultimi controlli in data venerdì 9 settembre e domenica 11 settembre, la donna era stata informata che la bambina stava bene, ma per l'assenza di dilatazione e di contrazioni il parto non sembrava imminente ed era stata rinviata a casa;
nella giornata di lunedì 12 settembre i sanitari che l'avevano in cura avevano ventilato l'ipotesi di un ricovero, essendo ormai passati ben 14 giorni dal termine previsto per il parto. Tuttavia dall'ospedale avevano rimandato il ricovero, per mancanza di posti, al giorno successivo: martedì 13 settembre 2011, 15 giorni dopo il primo termine previsto per il parto, 10 giorni dopo il secondo;
nella notte tra il lunedì e il martedì, la donna si era recata spontaneamente in ospedale per il sopraggiungere spontaneo delle contrazioni. Ricoverata d'urgenza presso la struttura, ha dovuto apprendere la tragica notizia che la bambina, ancora in pancia, era deceduta -:
se non ritenga opportuno avviare immediatamente un'indagine, attraverso gli organi preposti, al fine di verificare se i sanitari dell'ospedale policlinico Gemelli di Roma nel caso esposto in premessa abbiano seguito i protocolli previsti e per accertare le cause e le eventuali responsabilità di quanto accaduto.
(3-01817)

Interrogazione a risposta in Commissione:

MARIO PEPE (PD). - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la sanità in Campania vive un momento assai critico per il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati dal piano sanitario di rientro che ha smantellato

la rete dell'emergenza, creando disservizi e disagi diffusi, senza assicurare nemmeno i livelli minimi di assistenza, con grave danno soprattutto per i cittadini più deboli che versano in condizioni di precarietà e di disagio socio-economico;
per uscire da una situazione ormai disastrosa ed insostenibile per tutti i cittadini campani occorre aprire un tavolo di confronto politico-istituzionale sulle condizioni reali della sanità in Campania da cui partire per un impegno forte, responsabile e costruttivo -:
quali iniziative di competenza il Ministro intenda assumere, nell'ottica di una razionalizzazione della spesa sanitaria, per mantenere inalterati gli standard qualitativi delle strutture ospedaliere e per assicurare in tutta la regione Campania un'uguale assistenza sanitaria attraverso una rete di emergenza con personale e strutture adeguate, nella tutela e nel rispetto del diritto, costituzionalmente garantito, alla salute e quali siano ad oggi i risultati del piano di rientro in relazione al deficit consolidato.
(5-05329)

Interrogazione a risposta scritta:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il Ministro dello sviluppo economico, giusta la proposta formulata dall'Isvap, con decreto del 18 gennaio 2011, ha disposto lo scioglimento degli organi con funzioni amministrative e di controllo di Faro - compagnia di assicurazioni e riassicurazioni Spa, con sede in Roma, viale Parioli 1/3;
con provvedimento n. 2871 del 24 gennaio 2011 l'Isvap ha disposto la nomina del commissario straordinario, nonché dei componenti del comitato di sorveglianza, per l'amministrazione della detta Faro;
in ragione di quanto evidenziato dal Commissario straordinario in ordine alla situazione delle gravi perdite patrimoniali maturate dalla Faro, con nota dell'Isvap ha proposto al Ministero dello sviluppo economico l'adozione del provvedimento di revoca dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività assicurativa in tutti i rami e di liquidazione coatta amministrativa di Faro - compagnia di assicurazioni e riassicurazioni Spa;
il Ministro dello sviluppo economico, con decreto del 28 luglio 2011, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 245 del codice delle assicurazioni private, ha disposto la revoca dell'autorizzazione all'esercizio delle attività in tutti i rami e la liquidazione coatta amministrativa della più volte citata Faro - compagnia delle assicurazioni e delle riassicurazioni Spa;
così come anche affermato dal direttore generale di Faro (Giornale dell'assicurazione del 2 luglio 2009), detta assicurazione risulta tra i leader di mercato nella responsabilità civile per la sanità, che copre la cosiddetta malasanità, con una clientela abbastanza concentrata (circa 40 tra Asl ed ospedali, soprattutto nelle regioni meridionali);
la Faro risulta, tra le altre strutture, compagnia assicuratrice dell'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia e di tutti gli ospedali della provincia reggiana. Magati di Scandiano, Franchini di Montecchio Emilia, S. Anna di Castelnovo né Monti, ospedale di Guastalla e San Sebastiano di Correggio;
vi sono, proprio con riferimento alla responsabilità civile per la sanità, numerosi sinistri denunciati e coperti dalle polizze di Faro compagnia di assicurazioni e riassicurazione Spa in fase di controversia stragiudiziale e giudiziale;
in ragione dell'avvenuta liquidazione coatta amministrativa della compagnia è fortemente a rischio la copertura assicurativa dei sinistri stessi -:
se e quali iniziative di competenza intenda assumere in tutte le sedi opportune, ivi compresa quella della Conferenza Stato-Regioni, affinché tutti gli operatori del Servizio sanitario nazionale possano fruire di idonea copertura assicurativa.
(4-13219)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

VICO, LULLI, CALVISI, MURER, MARTELLA, BARETTA, MELIS, FADDA e SCHIRRU. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la società Vinyls Italia, in amministrazione straordinaria, il 27 aprile 2010 ha avviato con un gara internazionale la vendita per l'acquisizione del ciclo PVC, polimero del cloruro di vinile, il più importante della serie ottenuta da monomeri vinilici ed una delle materie plastiche di maggior consumo al mondo, che rappresenta il cuore della chimica italiana, il segmento più pregiato del comparto;
dopo varie controverse e contraddittorie vicissitudini oggetto, tra l'altro, di numerose interrogazioni fin dal 17 maggio 2010;
nel corso di un incontro svoltosi presso il Ministero dello sviluppo economico, l'8 settembre 2011 i commissari straordinari di Vinyls Italia hanno presentato alle segreterie nazionali dei sindacati dei lavoratori, le manifestazioni di interesse pervenute per gli stabilimenti di Porto Marghera e Porto Torres in risposta al bando pubblicato il 1o agosto 2011;
delle quattro offerte ricevute, due riguardano lo smontaggio e l'asportazione degli impianti di CVM e di PVC presenti in entrambi i siti;
delle rimanenti due offerte, una prevede la produzione di oli vegetali, l'altra di energia da fonti rinnovabili; attualmente le valutazioni si concentrano su queste ultime due ipotesi;
l'offerta presentata per Marghera è quella ritenuta meritevole di maggiore attenzione in quanto proviene dall'oleificio Medio Piave S.p.A. di Treviso, interessato a produrre oli vegetali da semi oleosi, garantendo l'assorbimento di tutti i dipendenti dello stabilimento Vinyls di Porto Marghera;
l'offerta presentata per Porto Torres, che proviene da SGI PV1, società costituita ad hoc e controllata al 100 per cento dalla Sardinia Green Island, riguarda la produzione di energie rinnovabili a Porto Torres;
il Ministero dello sviluppo economico ha annunciato nuovi incontri nei prossimi giorni con istituzioni locali, sindacati e imprese per analizzare in dettaglio tali offerte, appare tuttavia evidente che nessuna offerta riguarda la filiera del PVC;
tutti i Paesi industrializzati ospitano impianti di produzione di PVC, in Italia si contano circa 1.200 imprese trasformatrici che occupano oltre 24.000 addetti;
l'impiego del PVC nella produzione industriale può considerarsi pervasivo, moltissimi sono infatti i comparti che lo utilizzano: l'edilizia per produrre telai di porte e finestre, persiane avvolgibili, sedili per stadi; il settore degli imballaggi per tappi, contenitori per prodotti non alimentari come cosmetici e detersivi; il settore medicale per le sacche di plasma, blister per farmaci, e altro; il settore dell'auto per tappetini, intelaiature dei finestrini, e altro; e inoltre i settori dell'informatica, della telefonia, dell'abbigliamento, degli elettrodomestici, dei trasporti; con il PVC si producono anche le carte di credito;
se il PVC dovesse essere interamente importato, le imprese italiane subirebbero un aggravio dei costi di produzione e si assisterebbe a un ulteriore aumento del deficit della bilancia commerciale del nostro Paese;
inoltre, la distanza tra produttori e utilizzatori creerebbe maggiori difficoltà per l'introduzione di innovazioni di prodotto da parte delle imprese trasformatrici;
il consumo annuo di PVC in Italia è di circa 1 milione di tonnellate e, se venissero realizzati gli investimenti previsti negli accordi di programma di Porto Marghera e della Sardegna, la produzione italiana coprirebbe il 40 per cento circa del fabbisogno nazionale;

la dismissione del ciclo del cloro determina inoltre una minore integrazione nel sito e quindi un indebolimento dell'impianto di cracking di Marghera;
poiché il ciclo del cloro assorbe significative quantità di etilene, in mancanza di tali produzioni, l'equilibrio del cracking è destinato a peggiorare, pregiudicandone la sopravvivenza nel medio periodo, con gravi ripercussioni anche sui poli chimici di Ferrara, Mantova e Ravenna approvvigionati via pipe-line da Marghera;
inoltre, il venir meno nel «condominio industriale» di importanti operatori comporta una riduzione della domanda dei servizi comuni e un conseguente incremento dei prezzi relativi, che significa, in sostanza, una perdita di competitività per l'intera area industriale;
la possibilità che vengano realizzati i progetti per la produzione di oli vegetali a Marghera e energia da fonti rinnovabili a Porto Torres è auspicabile a patto che non si pregiudichi in ciascun sito la possibilità di riavviare le produzioni di CVM e di PVC;
il PVC assume un'importanza strategica per la competitività dell'intero sistema industriale, in particolare nell'attuale momento di estrema difficoltà che il Paese sta attraversando e per il fatto che Eni è proprietaria della parte a monte dell'intera filiera (produzioni di cloro e di dicloroetano) -:
quali impegni intenda assumere il Ministro, per facilitare la ricerca di un nuovo acquirente interessato a consolidare l'intera filiera di produzione del PVC sia a Marghera che in Sardegna;
quali iniziative di competenza intenda assumere in alternativa, ed in particolare se ritenga necessario impegnare l'Eni a riavviare gli impianti di proprietà di Vinyls per cederli successivamente a un gruppo industriale interessato a tale investimento.
(5-05333)

...

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

L'interrogazione a risposta in Commissione Contento e Calearo Ciman n. 5-05285, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 7 settembre 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Di Virgilio.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:
interrogazione a risposta in Commissione Nicco n. 5-05230 del 2 agosto 2011 in interrogazione a risposta scritta n. 4-13211;
interrogazione a risposta scritta Bernardini e altri n. 4-12988 del 3 agosto 2011 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-05330;
interrogazione a risposta scritta Bernardini e altri n. 4-13104 del 6 settembre 2011 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-05331.

...

ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta in Commissione Pes n. 5-05274 pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 513 del 6 settembre 2011. Alla pagina 24033, prima colonna, dalla riga undicesima alla riga dodicesima, deve leggersi: «comparto agro-pastorale nei comuni circumlacuali dell'alto oristanese -:» e non «comparto agro-pastorale nei comuni circumlacquali dell'alto oristanese -:», come stampato.