XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Giovedì 28 giugno 2012

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 28 giugno 2012

      Albonetti, Alessandri, Barbi, Bergamini, Bindi, Bongiorno, Boniver, Brugger, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, Corsini, D'Alema, Dal Lago, De Girolamo, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Renato Farina, Fava, Franceschini, Frassinetti, Galli, Gianni, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Granata, Grimoldi, Guzzanti, Iannaccone, Jannone, La Malfa, Leo, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Malgieri, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mogherini Rebesani, Mosca, Mura, Mussolini, Nirenstein, Nucara, Leoluca Orlando, Pisacane, Pisicchio, Rigoni, Antonino Russo, Paolo Russo, Stefani, Stucchi, Valducci, Vitali, Volontè.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta)

      Albonetti, Alessandri, Barbi, Bergamini, Bindi, Boniver, Brugger, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, Corsini, D'Alema, Dal Lago, De Girolamo, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Renato Farina, Fava, Franceschini, Frassinetti, Galli, Gianni, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Granata, Grimoldi, Guzzanti, Iannaccone, Jannone, La Malfa, Leo, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Malgieri, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mogherini Rebesani, Mosca, Mura, Mussolini, Nirenstein, Nucara, Leoluca Orlando, Pisacane, Pisicchio, Rigoni, Antonino Russo, Paolo Russo, Stefani, Stucchi, Valducci, Vitali, Volontè.

Annunzio di proposte di legge.

      In data 27 giugno 2012 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
          REPETTI: «Modifiche agli articoli 8 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n.  23, e 13 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n.  201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n.  214, concernenti la disciplina dell'imposta municipale propria» (5317);
          MARIO PEPE (PD): «Disposizioni concernenti l'erogazione di prestiti d'onore e agevolazioni tributarie e contributive per l'avvio di attività economiche e la promozione dell'occupazione giovanile e femminile nelle aree svantaggiate» (5318);
          FIORONI: «Istituzione del Fondo per la non autosufficienza» (5319);
          PEDOTO: «Modifica all'articolo 24 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n.  368, concernente la disciplina dei corsi di formazione specifica in medicina generale e la remunerazione delle attività svolte dai partecipanti» (5320);
          MORONI: «Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n.  633, in materia di esenzione dall'imposta sul valore aggiunto per le cessioni gratuite di apparecchiature informatiche usate in favore delle istituzioni scolastiche» (5321).

      Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

      La proposta di legge GIRLANDA: «Modifica dell'articolo 91 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n.  361, in materia di rinunzia o cessione dell'indennità parlamentare» (5220) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Ceroni e Scandroglio.

      La proposta di legge costituzionale SCANDROGLIO ed altri: «Modifica all'articolo 67 della Costituzione, in materia di dichiarazione di appartenenza dei membri del Parlamento a un gruppo parlamentare» (5243) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Crosetto.

Trasmissione dal Senato.

      In data 28 giugno 2012 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge:
          S. 3305. – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 maggio 2012, n.  63, recante disposizioni urgenti in materia di riordino dei contributi alle imprese editrici, nonché di vendita della stampa quotidiana e periodica e di pubblicità istituzionale» (approvato dal Senato) (5322).

      Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di un progetto di legge a Commissione in sede referente.

      A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento il seguente progetto di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:
      I Commissione (Affari costituzionali):

          POLLASTRINI e MOSCA: «Norme in materia di parità e di non discriminazione tra i generi nell'ambito della pubblicità e dei mezzi di comunicazione» (4176)

      Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), IX, X, XII e XIV.

Trasmissione dal ministro della salute.

      Il ministro della salute, con lettera in data 15 giugno 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 68, della legge 24 dicembre 2007, n.  244, e successive modificazioni, la relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta dal Ministero della salute, relativa all'anno 2010 (doc. CCVIII, n.  46).

      Questo documento è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali), alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal ministro della giustizia.

      Il ministro della giustizia, con lettera in data 20 giugno 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 37, comma 16, del decreto-legge 6 luglio 2011, n.  98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n.  111, la prima relazione sullo stato delle spese di giustizia, concernente il secondo semestre 2011 e il primo semestre 2012 (doc. CCXLVII, n.  1).

      Questo documento è trasmesso alla II Commissione (Giustizia).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea .

      La Commissione europea, in data 27 giugno 2012, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'andamento delle spese del FEAGA – Sistema d'allarme N. 4-5/2012 (COM(2012)349 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

Il presidente della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, con lettera in data 13 giugno 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, lettera n), della legge 12 giugno 1990, n.  146, come sostituito dall'articolo 10 della legge 11 aprile 2000, n.  83, copia dei verbali delle sedute della Commissione relative ai mesi di marzo e aprile 2012.

      Questa documentazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dal consiglio regionale della Toscana.

      Il presidente del consiglio regionale della Toscana, con lettera in data 21 giugno 2012, ha trasmesso il testo di un voto, approvato dal consiglio regionale stesso nella seduta del 13 giugno 2012, che chiede l'introduzione nell'ordinamento del reato di omicidio stradale.

      Questa documentazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia) e alla IX Commissione (Trasporti).

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

      Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 28 giugno 2009, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 1, commi 3 e 5, e 29 della legge 7 luglio 2009, n.  88, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 4 aprile 2010, n.  58, di attuazione della direttiva 2007/23/CE relativa all'immissione sul mercato di articoli pirotecnici (490).

      Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla I Commissione (Affari costituzionali) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere il prescritto parere entro il 7 agosto 2012. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 18 luglio 2012.

      Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 28 giugno 2012, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 2 della legge 4 novembre 2010, n.  183, e 1, comma 2, della legge 24 febbraio 2012, n.  14, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante riorganizzazione dell'Associazione italiana della Croce rossa (491).

      Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla XII Commissione (Affari sociali). È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del regolamento, alla V Commissione (Bilancio).

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Problematiche riguardanti la gestione dell'ordine nazionale dei biologi – 2-01536

A)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
          l'esito dell'ultima consultazione elettorale per il rinnovo del consiglio dell'ordine nazionale dei biologi è stato oggetto di cinque ricorsi promossi, ai sensi degli articoli 22 e seguenti della legge 24 maggio 1967, n.  369, ricorsi accolti dal consiglio nazionale dei biologi con altrettante pronunce;
          l'ordine nazionale dei biologi e alcuni dei consiglieri eletti hanno impugnato le predette pronunce dinanzi al tribunale amministrativo regionale del Lazio, sezione di Roma, che ha confermato l'annullamento delle elezioni con sentenze del 29 febbraio 2012;
          nelle more era stato nominato, con decreto del 3 novembre 2011, un commissario straordinario, nella persona del professor Lucio Botte;
          il professor Botte, il 27 aprile 2012, ha rassegnato le dimissioni dall'incarico, pubblicando una durissima lettera sul sito dell'ordine nazionale dei biologi, con la quale evidenziava di essere stato oggetto di quotidiane intimidazioni, giunte al punto da determinargli uno stato di stress psico-fisico incompatibile con la prosecuzione dell'incarico;
          il professor Botte, più in particolare, ha denunciato le continue diffide tese a impedirgli di concedere l'accesso agli allegati ai bilanci delle passate gestioni, presentate da alcuni biologi in ossequio a quanto stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato n.  6029 del 2011;
          la predetta sentenza ha accertato il diritto dei biologi iscritti all'ordine a ottenere la pubblicazione dei bilanci, fino a quel momento pervicacemente negata, nonché, all'esito dell'esame dei bilanci stessi, dei relativi allegati, previa presentazione di nuova e più dettagliata istanza di accesso agli atti;
          tali istanze sono state presentate in data 7 e 15 febbraio 2012; con esse si chiedevano alcuni allegati ai bilanci in ragione delle inspiegabili incongruenze emerse dalla lettura di questi ultimi;
          la signora Giuseppina Comandè, dipendente dell'ordine, è stata nominata responsabile del relativo procedimento, ma ha chiesto un parere legale al professor Giuseppe Barone circa l'accoglibilità delle istanze, malgrado evidentissime ragioni di opportunità sconsigliassero di rivolgersi al professor Barone, avendo egli, in passato, infruttuosamente difeso l'ordine proprio nel giudizio che ha condotto alla sentenza del Consiglio di Stato n.  6029 del 2011;
          il professor Barone ha reso parere negativo, nonostante l'evidente ricorrenza dei presupposti per concedere il richiesto accesso agli atti;
          anche alla luce delle controdeduzioni rese dall'interessato, il commissario straordinario ha stabilito di concedere il richiesto accesso agli atti;
          in attesa della consegna all'interessato, tali atti sono stati collocati nella cassaforte dell'ordine, la cui chiave era custodita dalla sola signora Giuseppina Comandè;
          la signora Comandè ha negato la consegna delle chiavi al commissario straordinario per circa venti giorni, rendendo inutili gli accessi effettuati per ben quattro volte dal delegato dell'interessato e dal suo avvocato, fino a quando il professor Botte non ha presentato denuncia alle competenti autorità;
          solo dopo la presentazione di tale denuncia la signora Comandè si è resa disponibile a consegnare le chiavi della cassaforte che veniva aperta alla presenza di un notaio in data 16 maggio 2012; in quella occasione è emersa la circostanza che le chiavi di riserva della cassaforte, che avrebbero dovuto essere all'interno della stessa, in realtà erano sparite, mentre erano presenti i suddetti documenti;
          delle relative operazioni è stato redatto apposito verbale;
          la mattina successiva, data in cui era stato fissato l'appuntamento per la consegna degli atti, il commissario straordinario ha constatato che i predetti documenti erano stati sottratti dalla cassaforte;
          il professor Botte, a questo punto, con un ordine di servizio, ha invitato il signor Angelo Abrugia a estrarre dal server i bilanci relativi agli anni 2004-2005;
          il signor Abrugia si è dapprima rifiutato di ottemperare all'ordine di servizio per poi rendersi disponibile a eseguirlo, ma durante l'utilizzo del software ha riferito che, per problemi tecnici, dal server non era possibile accedere all'archivio;
          interpellato dal commissario straordinario, l'informatico dell'ordine, signor Giuseppe Cuoco, ha riferito che lo stato off line del server era da attribuire, a dire dei responsabili della società proprietaria, ad una presunta intrusione nei loro sistemi;
          a tutt'oggi, dunque, non è stato possibile accedere agli allegati ai bilanci;
          l'ordine aveva conferito incarico a un legale di recuperare somme erogate senza alcuna giustificazione a vari soggetti, inclusi parenti di alcuni consiglieri dell'ordine e suoi dipendenti (fra i quali la signora Comandè), per un ammontare di circa due milioni di euro;
          dalla relazione inviata dal predetto legale al commissario straordinario è emerso che l'ordine nazionale dei biologi ha richiesto al predetto legale di soprassedere dal recuperare tali somme nei confronti di alcuni soltanto dei predetti soggetti, malgrado gli importi percepiti superassero gli ottocentomila euro in un caso e i trecentomila in un altro (tali ultime somme, peraltro, erano state erogate a favore dell'ex presidente del consiglio dell'ordine, dottor Ernesto Landi, e di sua figlia);
          la procura della Repubblica presso il tribunale di Roma ha avviato indagini a carico di alcuni ex consiglieri dell'ordine per la gestione delle casse sociali (pubblico ministero, dottoressa Golfieri), nonché per le modalità attraverso cui si sono tenute le scorse elezioni;
          prima di tali ultimi avvenimenti, il professor Botte era stato oggetto di un'aggressione da parte di ignoti non appena uscito dai locali dell'ordine, a seguito della quale ha perso conoscenza ed ha subito diverse escoriazioni –:
          se sia a conoscenza di tali fatti e se ritenga necessario intervenire, nell'esercizio del potere di vigilanza sull'ordine nazionale dei biologi, per fare chiarezza sull'accaduto e, soprattutto, per verificare i motivi per i quali vi è tanta insistenza nel negare l'accesso agli atti da cui emergono le modalità di gestione dell'ordine nazionale dei biologi degli ultimi anni.
(2-01536) «Moffa, D'Anna».
(7 giugno 2012)


Iniziative per garantire la continuità della produzione dello stabilimento Riello di Morbegno (Sondrio) – 2-01567; 2-01568

B)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
          la Riello s.p.a., con sede principale a Legnano (Verona), è divenuta nel corso degli anni leader europeo nel mercato dei bruciatori e nel 1992 ha aperto uno stabilimento a Morbegno, usufruendo degli incentivi della cosiddetta legge Valtellina (in particolare la Riello si è avvalsa della possibilità di coniugare i benefici della «legge Valtellina» con gli sgravi contributivi della mobilità; la crisi del 1992, infatti, aveva portato alla chiusura aziende storiche e molti lavoratori licenziati erano in mobilità, Riello ha così potuto assumerli coniugando il doppio beneficio). Nel 1992, al momento dell'insediamento a Morbegno, l'azienda aveva assunto rilevanti impegni di sviluppo nei confronti del territorio, il quale aveva consentito, attraverso le istituzioni locali, la messa a disposizione del miglior lotto dell'area a prezzo fortemente calmierato;
          nel 2000 erano impiegati nella sede di Morbegno 321 tra lavoratrici e lavoratori con contratto a tempo indeterminato e 115 a tempo determinato; nel corso degli anni successivi, a seguito dell'apertura di stabilimenti in Polonia e Iran, parte della produzione italiana è stata ridotta, con conseguenti drastici tagli di personale che hanno toccato vari siti produttivi del nostro Paese;
          attualmente il numero di lavoratori impiegati presso la Riello di Morbegno è di 242, di cui 57 donne, i quali, in accordo con le organizzazioni sindacali, hanno sempre risposto positivamente alle richieste di flessibilità riguardo alle metodologie e agli orari di lavoro, alle turnazioni, al lavoro stagionale; da parte sua, l'azienda aveva sempre mostrato pieno apprezzamento per la produttività dello stabilimento – che produce circa il 30 per cento del mercato italiano delle caldaiette murali della Riello e rappresenta la principale azienda metalmeccanica della Valtellina, zona con un tasso industriale tra i più bassi della Lombardia – e per il territorio che lo ospita;
          per l'agosto 2012 l'azienda ha previsto l'inizio della produzione di caldaie in Polonia e ha annunciato che l'Iran, uno dei maggiori Paesi clienti, comincerà a produrre direttamente gli scambiatori di calore, facendo così venire meno la residua mission della sede di Morbegno, già duramente segnata dalla mancanza di investimenti e supportata solo da interventi di basso profilo, che non ne hanno comunque intaccato la produttività (produttività più alta del gruppo, come si può evincere dagli indici del premio di risultato rispetto agli obbiettivi dell'azienda, dal confronto con gli altri siti e da dichiarazioni aziendali ai tavoli di trattativa);
          la Riello s.p.a. ha recentemente comunicato l'intenzione di tagliare l'intero reparto di produzione di caldaie, ponendo in esubero 178 dei 242 dipendenti dello stabilimento, e di lasciare operativo esclusivamente il settore di produzione di scambiatori, che impiega 64 persone;
          la decisione annunciata dall'azienda ha provocato l'immediato stato di agitazione dei dipendenti e le risentite e, a parere degli interroganti, giustificate proteste dei sindacati e delle istituzioni locali, confermate dal progetto presentato nella giornata del 20 giugno 2012 e definito insufficiente, non per nulla convincente dal punto di vista industriale, incomprensibile, visto il riconoscimento dell'ottimo lavoro svolto sin qui nella sede lombarda;
          l'azienda – che nel corso degli anni ha beneficiato di consistenti misure agevolative e di un supporto pressoché totale da parte della società civile e delle istituzioni del territorio – sta approfittando della situazione di crisi del mercato per espandersi verso Paesi dove il costo del lavoro è più basso;
          in un contesto come quello lombardo, segnato dal susseguirsi continuo di crisi e chiusure aziendali e condizionato dalla grave congiuntura recessiva che ha colpito il nostro Paese, la decisione della Riello s.p.a. rappresenta un altro durissimo colpo all'economia del territorio valtellinese, dopo che la stessa nel 2008 ha chiuso il reparto produttivo di Lecco, con la perdita di lavoro di 144 lavoratori. Ancora oggi 42 lavoratori sono in attesa di ricollocazione e 35 lavoratori sono pendolari dal lecchese alla Valtellina e ora di nuovo in esubero;
          ci furono in quel contesto al Ministero dello sviluppo economico rassicurazioni per l'unità produttiva di Morbegno; ora, a fronte di una grave crisi che colpisce l'insieme delle strutture aziendali della valle, la situazione si presenta in tutta la sua gravità: sono oltre 500 i lavoratori a rischio, a fronte di 1500 posti di lavoro nell'area industriale citata;
          alto è l'utilizzo della cassa integrazione e le 178 persone in esubero (fra queste almeno 30 coppie), ora senza prospettiva, invocano, assieme alle proprie famiglie e alla comunità, un intervento che impedisca un drastico stravolgimento della loro vita professionale e personale –:
          quali iniziative intenda adottare per convocare con la massima urgenza un tavolo di confronto tra l'azienda Riello s.p.a., le organizzazioni sindacali e le istituzioni locali, al fine di trovare una soluzione che impedisca la perdita del posto lavoro delle 178 persone menzionate in premessa e per garantire la prosecuzione dell'attività della più importante realtà produttiva metalmeccanica della Valtellina;
          se non intenda adoperarsi per favorire un rilancio concreto dell'economia italiana attraverso un piano industriale per l'innovazione, anche mediante l'introduzione di tecnologie di valore aggiunto legate alla green economy, sfruttando le opportunità fornite a tal riguardo dal cosiddetto «decreto sviluppo»;
          se non intenda chiarire lo spirito del comunicato del Ministero dello sviluppo economico del 30 settembre 2011 che annuncia l'entrata di Ettore Riello nel gruppo di lavoro made in Italy promosso dal Ministero dello sviluppo economico, posto che le finalità di detto gruppo (ogni intervento possibile per definire la priorità del sistema Italia nella sfida globale; coordinamento per affrontare le sfide internazionali ed accrescere la competitività delle nostre imprese che tentano di raggiungere i mercati esteri; le opportunità e le speranze della ripresa economica risiedono nell'export) appaiono agli interpellanti in contraddizione con le intenzioni manifestate dall'azienda di delocalizzare la produzione.
(2-01567) «Codurelli, Gianni Farina, D'Alema, Letta, Quartiani, Del Tenno, Della Vedova, Cimadoro, Di Centa, Adinolfi, Bonavitacola, Burtone, Calvisi, Castagnetti, Colombo, Cuomo, D'Antoni, Di Biagio, Farinone, Giachetti, Ginoble, Gozi, La Forgia, Luongo, Cesare Marini, Marchignoli, Marrocu, Migliavacca, Miglioli, Narducci, Oliverio, Arturo Mario Luigi Parisi, Pistelli, Porta, Rosso, Rossomando, Antonino Russo, Samperi, Santagata, Sposetti, Taddei, Tempestini, Tenaglia, Vaccaro, Vannucci».
(26 giugno 2012)


      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
          la Riello s.p.a., con sede principale a Legnago (Verona), è divenuta nel corso degli anni leader europeo nel mercato dei bruciatori e nel 1992 ha aperto uno stabilimento a Morbegno, usufruendo degli incentivi della cosiddetta legge Valtellina (in particolare la Riello si è avvalsa della possibilità di coniugare i benefici della «legge Valtellina» con gli sgravi contributivi della mobilità; la crisi del 1992, infatti, aveva portato alla chiusura aziende storiche e molti lavoratori licenziati erano in mobilità, Riello ha così potuto assumerli coniugando il doppio beneficio). Nel 1992, al momento dell'insediamento a Morbegno, l'azienda aveva assunto rilevanti impegni di sviluppo nei confronti del territorio, il quale aveva consentito, attraverso le istituzioni locali, la messa a disposizione del miglior lotto dell'area a prezzo fortemente calmierato;
          nel 2000 erano impiegati nella sede di Morbegno 321 tra lavoratrici e lavoratori con contratto a tempo indeterminato e 115 a tempo determinato; nel corso degli anni successivi, a seguito dell'apertura di stabilimenti in Polonia e Iran, parte della produzione italiana è stata ridotta, con conseguenti drastici tagli di personale che hanno toccato vari siti produttivi del nostro Paese;
          attualmente il numero di lavoratori impiegati presso la Riello di Morbegno è di 242, di cui 57 donne, i quali, in accordo con le organizzazioni sindacali, hanno sempre risposto positivamente alle richieste di flessibilità riguardo alle metodologie e agli orari di lavoro, alle turnazioni, al lavoro stagionale; da parte sua, l'azienda aveva sempre mostrato pieno apprezzamento per la produttività dello stabilimento – che produce circa il 30 per cento del mercato italiano delle caldaiette murali della Riello e rappresenta la principale azienda metalmeccanica della Valtellina, zona con un tasso industriale tra i più bassi della Lombardia – e per il territorio che lo ospita;
          per l'agosto 2012 l'azienda ha previsto l'inizio della produzione di caldaie in Cina e ha annunciato che l'Iran, uno dei maggiori Paesi clienti, comincerà a produrre direttamente gli scambiatori di calore, facendo così venire meno la residua mission della sede di Morbegno, già duramente segnata dalla mancanza di investimenti e supportata solo da interventi di basso profilo, che non ne hanno comunque intaccato la produttività (produttività più alta del gruppo, come si può evincere dagli indici dei premi di risultato rispetto agli obbiettivi dell'azienda, dal confronto con gli altri siti e da dichiarazioni aziendali ai tavoli di trattativa);
          la Riello s.p.a. ha recentemente comunicato l'intenzione di tagliare l'intero reparto di produzione di caldaie, ponendo in esubero 178 dei 242 dipendenti dello stabilimento, e di lasciare operativo esclusivamente il settore di produzione di scambiatori, che impiega 64 persone;
          la decisione annunciata dall'azienda ha provocato l'immediato stato di agitazione dei dipendenti e le risentite e, a parere degli interroganti, giustificate proteste dei sindacati e delle istituzioni locali, confermate dal progetto presentato nella giornata del 20 giugno 2012 e definito insufficiente, non per nulla convincente dal punto di vista industriale, incomprensibile, visto il riconoscimento dell'ottimo lavoro svolto sin qui nella sede lombarda;
          l'azienda – che nel corso degli anni ha beneficiato di consistenti misure agevolative e di un supporto pressoché totale da parte della società civile e delle istituzioni del territorio – sta approfittando della situazione di crisi del mercato per espandersi verso Paesi dove il costo del lavoro è più basso;
          in un contesto come quello lombardo, segnato dal susseguirsi continuo di crisi e chiusure aziendali e condizionato dalla grave congiuntura recessiva che ha colpito il nostro Paese, la decisione della Riello s.p.a. rappresenta un altro durissimo colpo all'economia del territorio valtellinese, dopo che la stessa nel 2008 ha chiuso il reparto produttivo di Lecco, con la perdita di lavoro di 144 lavoratori. Ancora oggi 42 lavoratori sono in attesa di ricollocazione e 35 lavoratori sono pendolari dal lecchese alla Valtellina e ora di nuovo in esubero;
          ci furono in quel contesto al Ministero dello sviluppo economico rassicurazioni per l'unità produttiva di Morbegno; ora, a fronte di una grave crisi che colpisce l'insieme delle strutture aziendali della valle, la situazione si presenta in tutta la sua gravità: sono oltre 500 i lavoratori a rischio, a fronte di 1500 posti di lavoro nell'area industriale citata;
          alto è l'utilizzo della cassa integrazione e le 178 persone in esubero (fra queste almeno 30 coppie), ora senza prospettiva, invocano, assieme alle proprie famiglie e alla comunità, un intervento che impedisca un drastico stravolgimento della loro vita professionale e personale –:
          quali iniziative intendano adottare per convocare con la massima urgenza un tavolo di crisi nazionale presso il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, a cui partecipino i vertici dell'azienda Riello s.p.a., le organizzazioni sindacali e le istituzioni locali, al fine di trovare una soluzione che impedisca la perdita del posto di lavoro delle 178 persone menzionate in premessa e per garantire la prosecuzione dell'attività della più importante realtà produttiva metalmeccanica della Valtellina.
(2-01568) «Crosio, Dozzo, Fedriga, Volpi, Fava, Nicola Molteni, Rivolta».
(26 giugno 2012)


Iniziative in relazione alla situazione dei dipendenti civili italiani impiegati nella base militare statunitense di Camp Darby (Pisa) – 2-01560

C)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:
          il 15 febbraio 2012 gli interpellanti hanno presentato un atto di sindacato ispettivo, l'interrogazione a risposta in commissione n.  5-06165, con il quale richiamavano l'attenzione del Ministro interpellato sulla difficile situazione dei 67 dipendenti civili italiani impiegati nella base militare statunitense di Camp Darby (Pisa);
          a inizio 2012, infatti, a seguito della ridefinizione dell'organico delle installazioni militari statunitensi dislocate in Italia, è stato deciso il «declassamento» della struttura pisana, da comando autonomo a guarnigione «satellite», con conseguente taglio del personale; i rappresentanti militari statunitensi della base di Camp Darby avevano affermato che il personale civile italiano sarebbe stato dichiarato in esubero, ma avrebbe potuto essere ricollocato nella nuova base di Dal Molin, a Vicenza;
          tale scelta era stata contestata dai lavoratori, dalle rappresentanze sindacali e dalle istituzioni locali che, al fine di evitare lo sconvolgimento della vita professionale e familiare dei 67 lavoratori italiani, hanno immediatamente sollecitato: adeguati incentivi all'esodo sull'esempio di procedure già utilizzate negli anni precedenti nelle basi militari di Sigonella; il reimpiego delle posizioni in esubero per attività logistico/manutentive date in appalto esterno; la possibilità di rendere volontario e favorito da incentivi il ricollocamento presso la base militare di Dal Molin;
          attualmente, la situazione è ancora più grave di quella descritta alcuni mesi fa, poiché i contatti con i rappresentanti civili e militari statunitensi non hanno, purtroppo, dato alcun frutto e, a quanto risulta agli interpellanti, la procedura di riduzione del personale si sta compiendo mediante l'inoltro, per alcuni, delle comunicazioni di trasferimento e, per altri, delle lettere di licenziamento (la cessazione del rapporto è previsto per il 30 settembre 2012);
          la procedura è considerata scorretta dalle organizzazioni sindacali, in quanto ha scavalcato l'obbligo di un loro coinvolgimento, come previsto dalla legge n.  223 del 1991, ignorando, quindi, la normativa italiana, che, tra l'altro, anche l'ambasciatore Usa Thorne aveva dichiarato di voler considerare in una sua lettera alle istituzioni pisane;
          il futuro dei 67 lavoratori (ora 55 dopo la ricollocazione di 12 unità) e delle rispettive famiglie sembra, dunque, più fosco che mai, dato che l'alternativa cui sono sottoposti è tra il licenziamento – tra l'altro, a causa della particolare natura del rapporto di lavoro, non supportato dalle classiche forme di ammortizzatori sociali spettanti ai dipendenti, ma dall'indennità di mobilità in deroga – e un trasferimento che per molti di essi rappresenta un'ipotesi quasi impossibile da realizzarsi a causa delle situazioni familiari, che vedono, in molti casi, figli che frequentano le scuole del territorio pisano e coniugi con impieghi stabili nella medesima area;
          gli interpellanti si chiedono se sia stato fatto tutto il possibile per tentare di attenuare la portata delle conseguenze dovute alla ristrutturazione delle basi militari statunitensi in Italia, che comporterà dannose ripercussioni su un territorio, come quello pisano, segnato da una serie di crisi aziendali di rilevante portata e condizionato da un contesto nazionale caratterizzato da una congiuntura economica fortemente recessiva –:
          se non intenda adoperarsi con la massima sollecitudine, vista la delicatezza della vicenda sommariamente descritta in premessa e le drammatiche conseguenze che essa può generare, al fine di porre in essere tutte le iniziative necessarie ad avviare un reale e corretto confronto, con i sindacati e le istituzioni locali, che permetta di valutare soluzioni alternative a quelle sin qui prospettate, evitando ai lavoratori coinvolti di subire la perdita del posto del lavoro o un oneroso trasferimento, non sopportabile in termini umani e professionali, anche assumendo iniziative normative per estendere le disposizioni di cui alla legge n.  98 del 1971.
(2-01560) «Gatti, Fontanelli, Mogherini Rebesani, Villecco Calipari, Adinolfi, Argentin, Barbi, Bonavitacola, Bordo, Bressa, Capano, Colombo, Cuperlo, Damiano, De Torre, Ferranti, Ferrari, Giovanelli, Iannuzzi, Levi, Lo Moro, Lovelli, Merloni, Minniti, Miotto, Pollastrini, Recchia, Sarubbi, Sbrollini, Siragusa, Federico Testa, Tocci, Livia Turco, Vassallo, Zampa».
(21 giugno 2012)