XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 4 luglio 2012

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 4 luglio 2012.

      Albonetti, Alessandri, Bindi, Bongiorno, Boniver, Brugger, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, De Girolamo, Della Vedova, Distaso, Donadi, Dozzo, Fava, Ferranti, Gregorio Fontana, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Granata, Guzzanti, Iannaccone, Jannone, Leo, Leone, Lombardo, Lupi, Mazzocchi, Mecacci, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mosca, Nucara, Leoluca Orlando, Pecorella, Picchi, Pisacane, Pisicchio, Rigoni, Stefani, Stucchi, Valducci.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

      Albonetti, Alessandri, Antonione, Bindi, Bongiorno, Boniver, Brugger, Buonfiglio, Caparini, Chiappori, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, De Girolamo, Della Vedova, Distaso, Donadi, Dozzo, Fava, Ferranti, Gregorio Fontana, Franceschini, Ghizzoni, Giancarlo Giorgetti, Granata, Guzzanti, Holzmann, Iannaccone, Jannone, Leo, Leone, Lombardo, Lupi, Lusetti, Mantini, Antonio Martino, Mazzocchi, Mecacci, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mosca, Nucara, Leoluca Orlando, Paniz, Pecorella, Picchi, Pisacane, Pisicchio, Rigoni, Paolo Russo, Stefani, Stucchi, Valducci, Zaccaria.

Annunzio di proposte di legge.

      In data 3 luglio 2012 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
          RAZZI ed altri: «Modifica all'articolo 40 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n.  445, concernente la validità dei certificati rilasciati dalle pubbliche amministrazioni» (5332);
          SERENI ed altri: «Istituzione del Fondo patrimoniale degli italiani e introduzione di un contributo obbligatorio per la riduzione del debito delle pubbliche amministrazioni con contestuale retrocessione ai cittadini del patrimonio disponibile dello Stato» (5333);
          BONGIORNO: «Disposizioni in materia di incandidabilità e di ineleggibilità alle cariche di deputato, di senatore e di membro del Parlamento europeo, alle cariche elettive e di governo delle regioni e degli enti locali, nonché limiti all'assunzione di incarichi di Governo» (5334);
          RIGONI: «Modifiche ai testi unici di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n.  361, e al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n.  533, in materia di sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica» (5335);
          CROLLA: «Istituzione del prestito d'onore per laureati» (5336);
          PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE MARAN ed altri: «Modifiche alla parte seconda della Costituzione per assicurare il pieno sviluppo della vita democratica e la governabilità del Paese» (5337);
          DI PIETRO: «Modifiche al codice civile in materia di eguaglianza nell'accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso» (5338).

      Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

      La proposta di legge SANTELLI ed altri: «Introduzione dell'articolo 16-ter del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.  917, in materia di detrazione fiscale per interventi di ristrutturazione di immobili di edilizia residenziale con sistemi antisismici» (5286) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Galati.

      La proposta di legge PAPA ed altri: «Modifiche agli articoli 275, 294, 303, 310 e 453 del codice di procedura penale, concernenti la riduzione dei casi e dei termini di durata della custodia cautelare, la composizione del collegio del tribunale del riesame nei giudizi di appello e le garanzie in favore delle persone sottoposte a custodia cautelare, nonché disposizioni per la loro separazione dai soggetti detenuti in carcere per l'esecuzione delle pene» (5295) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Catone, Sisto e Traversa.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

      A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
          I Commissione (Affari costituzionali):
      PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE URSO ed altri: «Attribuzione al Senato della Repubblica delle funzioni di Assemblea costituente per la revisione dell'ordinamento della Repubblica. Modifiche agli articoli 56, 57 e 58 della Costituzione, concernenti la riduzione del numero dei parlamentari e il diritto di elettorato attivo e passivo per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica» (5156) Parere delle Commissioni II, III, VIII, X e XIV;
      MISEROTTI e TOMMASO FOTI: «Norme in materia di videosorveglianza nelle strutture socio-assistenziali per anziani» (5245) Parere delle Commissioni II, V, VIII, XI, XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
          II Commissione (Giustizia):
      ANDREA ORLANDO ed altri: «Modifiche al codice penale, in materia di recidiva, e alle leggi 26 luglio 1975, n.  354, e 26 novembre 2010, n.  199, in materia di esecuzione delle pene» (4669) Parere delle Commissioni I e V;
      DI PIETRO e PALOMBA: «Istituzione della Procura nazionale della Repubblica per la sicurezza sul lavoro» (5205) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
      DI PIETRO e PALOMBA: «Modifica all'articolo 19 del decreto legislativo 5 aprile 2006, n.  160, in materia di prolungamento degli incarichi di taluni magistrati» (5206) Parere delle Commissioni I e V.
          VI Commissione (Finanze):
      MAZZUCA e MARINELLO: «Riduzione dell'imposta sul reddito dovuta dalle imprese aventi sede nei territori delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Man- tova, Reggio Emilia e Rovigo, colpiti dagli eventi sismici del 20 e del 29 maggio 2012» (5277) Parere delle Commissioni I, V, VIII, X, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
      SANTELLI ed altri: «Introduzione dell'articolo 16-ter del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.  917, in materia di detrazione fiscale per interventi di ristrutturazione di immobili di edilizia residenziale con sistemi antisismici» (5286) Parere delle Commissioni I, V e VIII.
          XI Commissione (Lavoro):
      PAOLO RUSSO ed altri: «Disposizioni per il riconoscimento del trattamento normativo ed economico previsto per i medici del Servizio sanitario nazionale convenzionati con le aziende sanitarie locali in favore dei medici fiscali dell'Istituto nazionale della previdenza sociale» (235) Parere delle Commissioni I, V e XII.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

      La Corte dei conti – sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato – con lettera in data 28 giugno 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n 20, la deliberazione n. 6 del 2012, emessa dalla sezione stessa nell'adunanza del 25 giugno 2012, e la relativa relazione concernente il Fondo per la tutela dell'ambiente e lo sviluppo del territorio.

      Questa documentazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dal viceministro dell'economia e delle finanze.

      Il viceministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 27 giugno 2012, ha trasmesso la relazione, aggiornata al mese di dicembre 2011, sul monitoraggio degli incassi e dei pagamenti del bilancio dello Stato e delle spese aventi impatto diretto sul conto delle pubbliche amministrazioni per l'anno 2011.

      Questa documentazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal ministro delle politiche agricole alimentari e forestali.

      Il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con lettera in data 2 luglio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 68, della legge 24 dicembre 2007, n.  244, e successive modificazioni, la relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, relativa all'anno 2011 (doc. CCVIII, n.  50).

      Questo documento è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali), alla V Commissione (Bilancio) e alla XIII Commissione (Agricoltura).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

      La Commissione europea, in data 3 luglio 2012, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la comunicazione congiunta della Commissione europea e della Alta rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio – Definire una politica dell'Unione europea per la regione artica: progressi compiuti dal 2008 e prossime tappe (JOIN(2012)19 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alla III Commissione (Affari esteri), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

      Il dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 3 luglio 2012, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n.  11, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
      Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
      Con la medesima comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
          Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro di risanamento e di risoluzione delle crisi degli enti creditizi e delle imprese di investimento e che modifica le direttive del Consiglio 77/91/CEE e 82/891/CE, le direttive 2001/24/CE, 2002/47/CE, 2004/25/CE, 2005/56/CE, 2007/36/CE e 2011/35/UE e il regolamento (UE) n.  1093/2010 (COM(2012)280 final), assegnata, in data 2 luglio 2012, in sede primaria alla VI Commissione (Finanze), nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà;
          Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n.  850/98 del Consiglio per la conservazione delle risorse della pesca attraverso misure tecniche per la protezione del novellarne e che abroga il regolamento (CE) n.  1288/2009 del Consiglio (COM(2012)298 final), assegnata, in data 25 giugno 2012, in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura).

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONE DOZZO, DONADI ED ALTRI N.  1-01074, PRESENTATA A NORMA DELL'ARTICOLO 115, COMMA 3, DEL REGOLAMENTO, NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI, PROFESSORESSA ELSA FORNERO    

Mozione

      La Camera,
          premesso che:
              la gestione della problematica inerente i cosiddetti lavoratori «esodati» da parte del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con affermazioni sconcertanti, a parere dei firmatari del presente atto, merita disapprovazione e biasimo;
              in più occasioni il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, all'indomani del varo della manovra economica cosiddetta «Salva Italia», ha ribadito che nessuno dei lavoratori in mobilità alla data del 31 dicembre 2011 sarebbe rimasto senza copertura reddituale perché le risorse indicate erano sufficienti per garantire tutti i lavoratori che, a tale data, si fossero trovati in mobilità;
              al convegno de Il Sole 24 Ore del 19 marzo 2012, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, ha indirettamente accusato il Parlamento di avere ampliato la platea dei beneficiari, sostenendo che, pertanto, le risorse risultavano essere insufficienti;
              ad aprile 2012, all'indomani della manifestazione unitaria dei sindacati a Roma, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, parlando sempre della questione «esodati», ha affermato che «li creano le imprese che mandano fuori i dipendenti a carico della collettività», offendendo, di fatto, tutte quelle imprese costrette dalla crisi a ridurre il personale;
              tali esternazioni, peraltro, presuppongono un intento del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di non assumersi alcuna responsabilità per aver cambiato le regole «in corsa» e per voler limitare la salvaguardia dalle nuove regole pensionistiche solo ad alcuni soggetti;
              il continuo balletto di cifre, negli ultimi mesi, sul numero esatto dei lavoratori che avevano concordato un percorso verso la pensione sulla base di una normativa previgente e che, all'improvviso, si sono ritrovati senza più lavoro e senza possibilità di accedere alla pensione per via dell'allungamento dell'età pensionabile, ha creato una forte tensione sociale ed incrinato il rapporto di fiducia nei riguardi di chi decide della vita lavorativa e del futuro pensionistico degli italiani;
              ancor più deplorevole è la reazione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali dinanzi alla diffusione delle cifre (390.200) contenute nella relazione inviata dall'Inps al suo dicastero prima della firma del decreto, che fissa a 65 mila la quota dei «salvaguardati»;
              il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, ha, infatti, convocato immediatamente i vertici dell'Inps (presidente e direttore generale), per poi emettere un comunicato nel quale disapprova la diffusione del documento e «ribadisce la correttezza di quanto contenuto nel decreto, già firmato dai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dell'economia e delle finanze, che, sulla base delle risorse già stanziate, definisce il loro numero in 65 mila persone»;
              grave è il comportamento del Ministro del lavoro e delle politiche sociali per aver taciuto il contenuto di quel documento ed è errato – a parere dei sottoscrittori del presente atto – il percorso che ostinatamente ha inteso perseguire, ovvero quello di partire dalle risorse per definire i numeri, invece che stabilire prima il numero esatto dei lavoratori coinvolti e poi reperire le risorse necessarie;
              nel comunicato stampa congiunto dei Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e dell'economia e delle finanze del 1o giugno 2012, si dichiara inoltre che «il Governo è consapevole che il provvedimento non esaurisce la platea di persone interessate alla salvaguardia come, in particolare, i lavoratori per i quali sono stati conclusi accordi collettivi di uscita dal mondo del lavoro e che avrebbero avuto accesso al pensionamento in base ai previgenti requisiti, a seguito di periodi di fruizione di ammortizzatori sociali»;
              tenuto conto, altresì, che a parere dei firmatari del presente atto non meno ambigua è stata la condotta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, in merito al disegno di legge di riforma del mercato del lavoro;
              il 9 maggio 2012 il Ministro del lavoro e delle politiche sociali ha dichiarato che la riforma potrebbe incrementare il sommerso, ma è un rischio che bisogna correre,
          per tali motivi:
              visto l'articolo 94 della Costituzione;
              visto l'articolo 115 del regolamento della Camera dei deputati;
              esprime la propria sfiducia al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, e la impegna a rassegnare le proprie dimissioni.
(1-01074) «Dozzo, Donadi, Maroni, Dal Lago, Fedriga, Volpi, Rivolta, Polledri, Munerato, Follegot, Comaroli, Crosio, Forcolin, Desiderati, Torazzi, Isidori, Vanalli, Bragantini, Maggioni, Bonino, Nicola Molteni, Gidoni, Negro, Paolini, Giancarlo Giorgetti, Buonanno, Fugatti, Stucchi, Chiappori, Pastore, Togni, Martini, Reguzzoni, Simonetti, Lanzarin, Alessandri, Dussin, D'Amico, Goisis, Laura Molteni, Di Vizia, Fabi, Callegari, Bitonci, Allasia, Cavallotto, Caparini, Rondini, Fogliato, Rainieri, Consiglio, Grimoldi, Fava, Pini, Montagnoli, Molgora, Lussana, Meroni, Stefani, Di Pietro, Evangelisti, Di Giuseppe, Favia, Aniello Formisano, Palomba, Porcino, Monai, Messina, Rota, Cimadoro, Zazzera, Di Stanislao, Borghesi, Piffari, Paladini, Palagiano, Miserotti, Mussolini».


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative in materia di politiche giovanili alla luce delle conclusioni del rapporto dell'Assemblea plenaria del Consiglio d'Europa ed in vista dell'incontro di San Pietroburgo di settembre 2012 – 3-02363

      VOLONTÈ, GALLETTI, TASSONE, COMPAGNON, CICCANTI, NARO, RAO, DE POLI e LIBÈ, OCCHIUTO, BONCIANI, POLI e PEZZOTTA. — Al Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione. — Per sapere – premesso che:
          l'Assemblea plenaria del Consiglio d'Europa, riunita in questi giorni, ha approvato il rapporto dal titolo «La giovane generazione sacrificata: conseguenze sociali, economiche e politiche della crisi finanziaria»;
          il documento è segnale d'allarme e un forte invito che il Consiglio d'Europa rivolge ai suoi 47 Stati membri, affinché adottino misure adeguate per far fronte alla situazione preoccupante in cui versano i giovani in Europa;
          la persistente instabilità economica che sta investendo l'Europa espone i giovani a delle difficoltà senza precedenti; disoccupazione, sottoccupazione, disuguaglianze socio-economiche, povertà ed esclusione sociale colpiscono in maniera sproporzionata le giovani generazioni, la cui autonomia, dignità, benessere e accesso ai diritti sono soggetti ad una rapida erosione;
          in conseguenza di ciò, l'Europa rischia non solo di produrre una «generazione perduta» di giovani disillusi, ma anche di mettere in pericolo la sua stabilità politica e la coesione sociale, la giustizia e la pace, oltre che la sua competitività a lungo termine e le prospettive di sviluppo nel contesto mondiale;
          i giovani sono un fattore essenziale di un'Europa che tende ad invecchiare e attori cruciali per aiutare la società ad uscire dalla crisi e ciò implica un rafforzamento delle politiche giovanili e della partecipazione, la creazione di nuovi posti di lavoro, il miglioramento delle opportunità di formazione e la protezione sociale;
          nel meeting di San Pietroburgo di settembre 2012, i Ministri per le politiche giovanili dei 47 Paesi membri analizzeranno le conclusione del rapporto, alla cui elaborazione hanno partecipato le tantissime associazioni di giovani europei –:
          quali iniziative intenda adottare, d'intesa con gli altri Ministri competenti, alla luce delle conclusioni del rapporto ed in vista del meeting di San Pietroburgo di settembre 2012. (3-02363)


Gestione delle donazioni effettuate via sms in favore dei territori dell'Emilia colpiti dagli eventi sismici del maggio 2012 – 3-02364

      EVANGELISTI, DONADI, BORGHESI, DI STANISLAO, PIFFARI e CIMADORO. — Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. — Per sapere – premesso che:
          come accade sempre in occasione di eventi tellurici o atmosferici avversi e devastanti, gli italiani, anche e soprattutto quelli che vivono difficoltà economiche quotidiane, si mostrano spesso generosi in quanto a solidarietà attraverso donazioni effettuate per la maggior parte con sms o telefonate a numeri speciali comunicati di volta in volta;
          come è drammaticamente noto, i terremoti del 20 e 29 maggio 2012 in Emilia hanno causato danni notevoli per affrontare i quali è stato anche attivato, appunto, un numero ad hoc, il 45500, che consente di donare 2 euro con un messaggino; si tratta di un flusso notevole di denaro sulla destinazione del quale gli stessi italiani che donano si interrogano, anche attraverso quel potente strumento informativo che è ormai internet; ed è proprio l'incessante domanda su che fine fanno questi preziosi sms che sta scuotendo, in particolar modo, il popolo dei blog, dei post e dei twitter;
          il vice capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha recentemente affermato che: «La cifra raccolta sarà interamente destinata alle popolazioni colpite e, come è già accaduto in passato, le cifre donate non saranno gravate da iva, né alcuna quota sarà trattenuta dai vari operatori di telefonia. Ma i soldi, questo è bene precisarlo, non arrivano immediatamente nella disponibilità della Protezione civile, né degli operatori telefonici. Quella che si fa con gli sms è, infatti, una sorta di promessa di donazione e fino a quando Tim, Vodafone, Wind ed altri non riscuotono le bollette, non possono entrare in possesso dei soldi e, quindi, non possono trasferirli alla Protezione civile sul conto che la stessa Protezione civile ha presso la tesoreria dello Stato alla Banca d'Italia»;
          è noto che i tempi tecnici di trasferimento dei fondi sono di circa 60 giorni, in pratica quando il donatore paga la bolletta, ma va detto, però, che normalmente le donazioni attraverso sms vengono effettuate con schede ricaricabili, quindi con denaro sottratto contestualmente e quindi immediatamente disponibile;
          a gran voce tutti coloro che seguono attentamente questo drammatico evento tellurico si chiedono dove vanno a finire i soldi che si donano attraverso gli sms inviati con i cellulari, se arrivino a destinazione, che fine fanno le centinaia di migliaia di euro che transitano verso i conti correnti creati proprio per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto e quali garanzie si hanno e come si può controllare che l'aiuto sia effettivamente «incanalato» nei giusti binari;
          è bene ricordare che, nel caso del terremoto che colpì L'Aquila nel 2009, vennero raccolti 5 milioni di euro, frutto delle donazioni arrivate tramite gli sms solidali, che furono, però, affidati dalla Protezione civile a Etimos, un consorzio finanziario internazionale che si occupa di microcredito in molte realtà in giro per il mondo, con una convenzione stipulata il 23 novembre 2009 e con l'assegnazione di tali fondi destinati ad attività di recupero del tessuto socio-economico nel post-terremoto; di quei 5 milioni di euro iniziali, 470.000 furono destinati per «oneri riferiti alla gestione operativa del progetto per tre anni, a far data da dicembre 2009»;
          con il senno di poi viene ancora da chiedersi se gli italiani avessero immaginato un siffatto utilizzo delle loro donazioni, con costi di gestione che sono apparsi eccessivi e fondi residui che sono andati ad alimentare un circuito di prestiti bancari, come si sarebbero comportati, visto che non è ancora dato di sapere quanti dei 5 milioni di euro donati dagli italiani siano arrivati effettivamente, senza costi aggiuntivi non necessari e a fondo perduto, agli aquilani –:
          se la stessa procedura di gestione delle donazioni per il sisma del 2009 sarà attuata anche per gli sms inviati al 45500 in questi giorni per gli aiuti ai terremotati dell'Emilia e se non si intendano adottare opportune iniziative al fine di informare i numerosi italiani su come verranno utilizzati i soldi da loro donati via sms. (3-02364)


Intendimenti del Governo in merito all'utilizzo dello strumento del project-financing per il completamento del sistema autostradale, al fine di colmare il divario infrastrutturale tra il Sud e il Centro-Nord dell'Italia – 3-02365

      MISITI, FALLICA, GRIMALDI, IAPICCA, MICCICHÈ, PITTELLI, PUGLIESE, SOGLIA, STAGNO D'ALCONTRES e TERRANOVA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
          il sistema autostradale italiano, costruito negli anni del boom economico, è stato realizzato con investimenti finanziati dall'Iri, che gli utenti, nei successivi cinquant'anni, hanno rimborsato sia in termini di capitale che di interessi, fornendo anche le risorse per la manutenzione e la gestione autostradale;
          le uniche eccezioni sono rappresentate da: Salerno-Reggio Calabria, Catania-Palermo, Palermo-Trapani-Castelvetrano; tali autostrade sono state realizzate con finanziamento a fondo perduto dello Stato, la cui gestione ha lasciato molto a desiderare in quanto a manutenzione e sicurezza dell'infrastruttura;
          si rende necessario completare il sistema autostradale meridionale attraverso il completamento o la realizzazione delle seguenti arterie viarie: A3, nuova 106 jonica e relative trasversali, tangenziale di Palermo, Palermo-Agrigento, Gela-Castelvetrano, Trapani-Marsala-Mazara del Vallo, ricorrendo al project-financing;
          nel Mezzogiorno, contrariamente a quanto avviene al Nord, un progetto autostradale o di altra opera pubblica viene considerato «bancabile» se lo Stato contribuisce al finanziamento per almeno il cinquanta per cento dell'investimento;
          in carenza di risorse finanziarie lo Stato renderebbe «bancabili» i progetti di nuove autostrade sopra menzionati attraverso la messa a disposizione delle infrastrutture già realizzate, trasformando così i finanziamenti a fondo perduto, prima concessi, in finanziamenti produttivi;
          la gestione delle strade e delle autostrade in cui è previsto il pedaggio, per esperienza cinquantennale, risulta la più conveniente per lo Stato e per i cittadini;
          la riforma in atto dell'Anas consente, se attuata secondo la lettera e lo spirito dell'articolo 36 del decreto-legge n.  98 del 2011, di ricercare il partner privato, composto da quaranta-cinquanta tra imprese e banche nazionali o internazionali, con bando internazionale pubblicato dalla costituenda agenzia, e di utilizzare l'Anas s.p.a. concessionaria nella gestione, insieme al partner privato, di tutto il sistema autostradale meridionale –:
          se sia nell'agenda del Governo l'obiettivo del completamento del sistema autostradale italiano con il project-financing, al fine di contribuire al superamento del gap infrastrutturale ed economico tra il Sud e il Centro-Nord del Paese. (3-02365)


Iniziative in relazione all'emergenza sfratti – 3-02366

      CATONE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
          recentemente sono stati resi noti i dati relativi alle sentenze di sfratto da eseguire ed eseguite con l'ausilio della forza pubblica;
          i dati sconcertanti certificano il profondo disagio economico e abitativo di decine di migliaia di famiglie in Italia;
          nel corso del 2011 sono state emesse 63.846 sentenze di sfratto; di queste 55.843 sono motivate da morosità, 7.471 sono motivate da finita locazione e solo 832 si riferiscono a necessità del proprietario;
          il dato sulla morosità è in continua ascesa e ad oggi oltre l'85 per cento degli sfratti è relativo alla citata motivazione, ma in alcune zone d'Italia, ad esempio la Lombardia e il Veneto, si è giunti al 95 per cento;
          nel 2011 le richieste di esecuzione degli sfratti presentate dagli ufficiali giudiziari per poter usufruire della forza pubblica sono state 123.914, mentre gli sfratti eseguiti con l'ausilio delle forze dell'ordine sono stati 28.641;
          la situazione non può che diventare ancora più preoccupante tenendo conto del fatto che è stato completamente azzerato, dal 2012, il fondo contributi affitti previsto dall'articolo 11 della legge n.  431 del 1998, al quale avevano diritto sulla base di bandi comunali circa 300.000 famiglie: questo, di fatto, era l'unico ammortizzatore sociale esistente;
          a Firenze recentemente il comitato per l'ordine e la sicurezza ha deciso di sospendere l'esecuzione di tutti gli sfratti fino al 30 settembre 2012 e sindaci, come quello di Livorno, hanno chiesto al prefetto di sospendere gli sfratti fino al 31 dicembre 2012; analoghe richieste sono venute dai sindacati degli inquilini;
          si deve ricordare che sono oltre 650.000 le famiglie italiane collocate utilmente nelle graduatorie comunali per l'accesso a case di edilizia residenziale pubblica a canone sociale;
          allo stato non appaiono avviate dal Governo congrue ed efficaci iniziative che affrontino sia il problema del passaggio da casa a casa per sfrattati che la dotazione di un adeguato numero di case popolari che possano rispondere alle esigenze delle famiglie presenti nelle graduatorie comunali;
          tra le città più colpite dagli sfratti figurano Roma, Napoli, Torino, Milano e Bari, ma preoccupanti sono anche i dati relativi ai comuni piccoli e medi –:
          quali iniziative siano allo studio o siano state avviate, in che termini, con quale quantità di risorse, affinché si risponda con programmi efficaci alla questione sfratti, in particolare quelli per morosità incolpevole, che è ormai di carattere strutturale, al fine di garantire il passaggio da casa a casa per gli sfrattati e una dotazione adeguata di alloggi di edilizia residenziale pubblica capace di rispondere alle 650.000 richieste delle famiglie collocate nelle graduatorie comunali, evitando che la questione sfratti sia, da una parte, un onere che ricade solo su comuni e regioni e, dall'altra, che diventi solo una questione di ordine pubblico. (3-02366)


Iniziative di competenza, anche normative, in relazione alla vicenda di un contenzioso sviluppatosi tra Equitalia Pragma ed un'azienda abruzzese – 3-02367

      TOTO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
          il concessionario della riscossione Equitalia spa è da tempo, anche per effetto della crisi in atto nel Paese, al centro di polemiche e di tensioni, alcune delle quali sono pure sfociate in inaccettabili e deprecabili atti di violenza;
          i parlamentari della Repubblica hanno prestato, in più occasioni, attenzione alle ragioni del disagio crescente che la situazione economico-finanziaria di contesto genera, incrementando le difficoltà di tanti soggetti, cittadini e imprenditori ad adempiere ai propri doveri fiscali, corrispondendo all'erario quanto dovuto a vario titolo;
          com’è noto a gran parte degli italiani, ad un livello di per sé elevato di pressione fiscale si accompagna, purtroppo, una gestione amministrativa del rapporto tra l'erario, in tutte le sue articolazioni, e i contribuenti connotato, troppo spesso, da tratti di «schizofrenia operativa» che appaiono insopprimibili, probabilmente in ragione delle interferenze che, direttamente, col ruolo esercitato dagli uffici legislativi, in particolare, e dalle direzioni generali dei dicasteri la burocrazia proietta sul corpus legislativo condendo, quando i provvedimenti siano di competenza ministeriale o di iniziativa governativa, com’è nel caso dei disegni di legge, oppure, indirettamente, se si tratti di proposte di legge o di emendamenti di iniziativa parlamentare, sulla scorta dei monitoraggi operati dagli stessi uffici legislativi e dalle direzioni generali ministeriali, sempre tradotti in proposte di pareri a supporto dei rappresentanti del Governo intenti a seguire, in Parlamento, l’iter di esame e votazione dei progetti di legge. Innumerevoli sono gli esempi esposti nella letteratura come cifra di una dissolutezza nella gestione della cosa pubblica, a causa della quale si giunge persino a precludere a un ente, per intervenuta prescrizione, comunicata dalla compagnia assicuratrice coinvolta, l'incasso del risarcimento di un sinistro conseguente all'incendio di un immobile, perché, nelle more di una gara tra vari uffici del comune di Napoli, a cui è da ascrivere questo assurdo e inquietante primato di pubblica inefficienza, a scaricarsi addosso, l'un l'altro, il barile dell'attribuzione della competenza alla firma di quietanza, intervenne, nel frattempo, trascorsi i due anni di legge, la prescrizione del diritto al risarcimento, che l'agenzia assicurativa competente si rassegnò essa stessa, incredula, a rilevare, per chiudere definitivamente la pratica, essendo infruttuoso qualsivoglia tentativo di «svegliare» dal sonno burocratico la «parte» assicurata;
          nella contezza e consapevolezza di siffatta mentalità, il Parlamento ha anche provveduto a introdurre, palliativamente, taluni adeguamenti normativi e procedurali, nell'ottica del riequilibrio del rapporto tra amministrazione finanziaria e contribuenti e, perciò stesso, di rendere meno vessatoria non solo e non tanto l'entità dell'imposizione sul contribuente ma il «calvario» burocratico a cui in più ambiti, quelli dei controlli, della giustizia tributaria, persino delle procedure di autotutela, sono sottoposti, di norma, soggetti privati e imprenditoriali;
          ciononostante, qualunque azione volta a imprimere caratteri di normalità al rapporto del contribuente con il fisco, a qualunque livello, da quello comunale a quello statale, fatalmente, in un numero spropositato di volte, è frustrata da un'azione contraria e diseguale, nel senso di iniquamente ed eccezionalmente sperequata, che, se non la rende vana, in ogni caso non previene e non reprime nessuna delle «scorrerie» burocratiche, impunite e pregiudizievoli per l'intero Paese. E ciò sovviene, immutabile, quantunque sia calcolato in miliardi di euro il danno di cui la burocrazia è responsabile e che zavorra i processi produttivi e la competitività dell'Italia. In proposito, turba oltremodo la stima di 61 miliardi di euro del costo della burocrazia, per le sole imprese, indicata dall'allora presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, dottor Antonio Catricalà, il 12 maggio 2008, nel corso della sua partecipazione ad un programma televisivo;
          l'inopinata criticità di rapporti spesso vissuta dai contribuenti è ulteriormente confermata dalla vicenda che ha avuto ed ha per protagonista un'azienda abruzzese, localizzata in provincia di Pescara, la quale, con inizio dall'anno 2009, si è vista iscrivere ipoteche sul compendio immobiliare di sua proprietà dal concessionario Equitalia Pragma spa, al fine di cautelare il recupero di crediti asseritamente vantati nei confronti delle società;
          le dette iscrizioni ipotecarie, rispettivamente, la n.  3050 registro particolare, iscritta in data 16 luglio 2009, la n.  2412 registro particolare, iscritta il 10 giugno 2010, e la n.  3435 registro particolare, iscritta il 12 agosto 2010, apparivano viziate da plurimi profili di illegittimità, sul presupposto dei quali la società incardinava appositi giudizi di opposizione presso la competente commissione tributaria provinciale di Pescara, che accoglieva le ragioni della ricorrente nei primi due sopra indicati procedimenti instaurati, essendo in attesa di deposito della sentenza relativo al terzo procedimento, compensando, tuttavia, integralmente le spese di giudizio;
          successivamente, la competente commissione tributaria regionale confermava l'annullamento della prima iscrizione ipotecaria, contrassegnata col n.  3050 registro particolare in data 16 luglio 2009, in rigetto dell'appello, proposto da Equitalia Pragma spa, avverso la relativa sentenza, n.  1160/01/10. I giudici, nuovamente, compensavano le spese di giudizio;
          la società depositava, altresì, ricorsi in opposizione a due cartelle di pagamento, per un importo complessivo di circa euro duecentocinquantamila, i quali, sulla scorta dei rilievi eccepiti dalla ricorrente, venivano accolti dalla competente commissione tributaria provinciale di Pescara, ancorché, more solito, pronunciandosi per la compensazione integrale delle spese di giudizio;
          nel tentativo di pervenire ad una definizione delle pendenze risultanti presso Equitalia Pragma spa, la società di cui si tratta, nella primavera del 2011, rappresentava al concessionario la necessità di riscuotere una somma ammontante, all'epoca, a circa euro 470.000,00, della quale la società stessa era creditrice nei confronti di un'altra azienda, in forza del regolare adempimento delle obbligazioni nascenti da un contratto di subappalto. L'azienda debitrice, dal canto proprio, nel mettere a disposizione di Equitalia Pragma quelle somme, reiterava, inutilmente, comunicazioni al concessionario per ottenere indicazioni specifiche in relazione a modalità e importo da versare. La corrispondenza sia della società in vertenza con Equitalia Pragma che della sua debitrice restava, inopinatamente, negletta;
          alla gravità della pratica di non fornire risposte, inaccettabile sotto ogni punto di vista, e di non rispettare i basilari principi relazionali come quelli, ad avviso dell'interrogante, ampiamente misconosciuti nella pubblica amministrazione, dello stile e dei più elementari e beneducati canoni comportamentali, per non evocare l'altro ancora della consapevolezza del ruolo di servizio pubblico, da rendere, cioè, al cittadino che lo finanzia attraverso la fiscalità generale, Equitalia Pragma aggiungeva, ad abundantiam, quella che all'interrogante appare una sconcertante inerzia appercettiva rispetta a somme già nella sua giuridica disponibilità e intorno alle quali, pressantemente, l'azienda debitrice della società invano aveva richiesto istruzioni;
          in contraddizione patente con tale condotta, Equitalia Pragma, peraltro, in data 23 novembre 2011, procedeva all'iscrizione di vincolo pignoratizio su un bene strumentale indispensabile all'esercizio dell'attività lavorativa della società. In ogni caso, la società era nuovamente costretta ad agire per la tutela dei propri diritti, promuovendo un giudizio di opposizione all'esecuzione, attualmente pendente innanzi al tribunale di Pescara, in funzione del quale ha eccepito la sopravvenienza di fatti successivi alla formazione del titolo esecutivo, idonei ad annullarne l'efficacia esecutiva;
          in tale ultimo predetto atto, è stata evidenziata, tra le altre, la violazione dell'articolo 53 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n.  602, recante «Disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito». Infatti, non avendo completato le formalità necessarie alla vendita nei 120 giorni successivi al pignoramento, Equitalia Pragma, entro il termine di ulteriori e consecutivi dieci giorni, avrebbe dovuto cancellare, ex lege, l'atto di gravame. Così non è ancora stato. Il gravame, pertanto, permane ancora iscritto con le intuitive e prevaricatorie conseguenze in danno della società di cui si tratta. Confermando un comportamento inaccettabile, Equitalia Pragma è rimasta sorda anche alla richiesta, formulata dal legale della società, di cancellazione dell'atto di gravame in via di autotutela;
          a giudizio dell'interrogante, è incontrovertibile, alla luce degli esaustivi elementi riferiti, l'attitudine della condotta di Equitalia Pragma a ignorare la certezza e le statuizioni del diritto, com’è pure evidente che tale condotta è passibile di azione giudiziale, intanto in sede civile, per la richiesta di ristoro dei danni patiti e patiendi dalla società, con potenziale ed eventualmente conseguente depauperamento delle pubbliche risorse –:
          se, con riferimento alle vicende che nel rapporto con Equitalia Pragma srl hanno coinvolto la società di cui al caso di specie, il Ministro interrogato non intenda promuovere un'attività ispettiva presso gli uffici della sede di Pescara del concessionario per accertare la correttezza, la legittimità, la trasparenza, l'economicità e l'imparzialità delle procedure e delle decisioni che il medesimo adotta e, nel caso di esiti positivi dell'ispezione, se non intenda adottare, con ogni urgenza e senza indugio alcuno, tutte le misure, anche cautelari, per inibire al personale eventualmente in difetto almeno ogni ulteriore attività decisionale, potenzialmente dannosa per i contribuenti e per l'apparato dello Stato, e se, per evitare che in futuro si ripetano casi di discrezionalità giurisdizionale nelle decisioni intorno alle spese di giudizio, il Ministro interrogato non intenda farsi promotore di un'opportuna iniziativa normativa volta a tutelare integralmente le ragioni eventualmente riconosciute in capo al contribuente. (3-02367)


Chiarimenti in merito agli orientamenti manifestati dal Governo in relazione alla proposta di introdurre un tetto di 6.000 euro netti al mese per le pensioni erogate in base al sistema retributivo – 3-02368

      DOZZO, BOSSI, LUSSANA, FOGLIATO, MONTAGNOLI, FEDRIGA, FUGATTI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DAL LAGO, DESIDERATI, DI VIZIA, DUSSIN, FABI, FAVA, FOLLEGOT, FORCOLIN, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, ISIDORI, LANZARIN, MAGGIONI, MARONI, MARTINI, MERONI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, POLLEDRI, RAINIERI, REGUZZONI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
          è notizia di questi giorni, riportata da vari articoli di stampa e quotidiani on line, quella riguardante la pressione esercitata dall'attuale Esecutivo su un emendamento cosiddetto taglia pensioni d'oro, presentato al disegno di legge cosiddetto spending review;
          trattasi di un emendamento finalizzato a porre il tetto di 6.000 euro netti al mese sulle pensioni erogate in base al sistema retributivo, con esclusione delle pensioni corrisposte esclusivamente in base al sistema contributivo;
          in particolare, da varie fonti di stampa risulta che se l'emendamento fosse passato alcuni membri dell'attuale compagine governativa si sarebbero trovati decurtata la propria pensione di migliaia di euro netti al mese;
          il tetto alle cosiddette pensioni d'oro avrebbe consentito un notevole risparmio di euro l'anno solo sulle pensioni pubbliche, cui si aggiungerebbe un ulteriore introito se fosse applicato anche a quelle del settore privato;
          di contro, sempre da fonti di stampa risulta che il Governo preferisca tagliare sui buoni pasto per 450 mila dipendenti pubblici, per un risparmio di «soli» 10 milioni di euro –:
          se sia stato quantificato il risparmio derivante dall'applicazione di una simile misura di contenimento della spesa pubblica ed a quanto ammonti e se il parere contrario del Governo all'emendamento medesimo non derivi da un evidente conflitto di interessi per alcuni componenti dell'Esecutivo titolari di trattamenti pensionistici di importo superiore ai 6.000 euro netti mensili. (3-02368)


Interventi a favore dei minori stranieri non accompagnati e chiarimenti in ordine al mancato rifinanziamento del relativo programma nazionale di protezione – 3-02369

      LIVIA TURCO, BOSSA, BUCCHINO, MIOTTO, PEDOTO, SARUBBI, SBROLLINI, ZAMPA, MARAN, AMICI, LENZI, QUARTIANI e GIACHETTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
          la presenza dei minori stranieri non accompagnati in Italia si manifesta in forma crescente da ormai più di dieci anni. In particolare, nel 2011 la loro presenza ha raggiunto un picco quantitativo considerevole, superiore ai 7.400 minori (dati del Comitato minori stranieri), anche a seguito degli oltre 4.500 arrivi in Italia dal 1o gennaio 2011 conseguenti alla cosiddetta emergenza Nord Africa;
          le dimensioni del fenomeno e la conseguente pressione sul sistema dell'accoglienza hanno posto in maniera stringente la questione della loro protezione, che ha coinvolto, soprattutto, i comuni, i quali, oltre ad essere gli spazi fisici e istituzionali dell'accoglienza, sono i responsabili della tutela dei minori stranieri non accompagnati;
          in questo contesto, nel 2008 ha preso il via il programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati, promosso e finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e realizzato dall'Anci, che ha coinvolto una rete di 32 comuni, includendo anche grandi città metropolitane dove la presenza dei minori stranieri non accompagnati è particolarmente rilevante, per sostenerne le attività di pronta accoglienza realizzate nei confronti dei minori stranieri non accompagnati;
          il programma nasce con l'intento di sostenere concretamente i comuni, sperimentando un sistema nazionale di protezione e integrazione, con particolare riguardo alla pronta accoglienza dei minori stranieri non accompagnati;
          nell'ambito del programma sono stati accolti più di 2.750 minori di 44 diverse nazionalità per un totale di oltre 160.000 giornate di accoglienza e oltre 140 minori sono stati inseriti in famiglie italiane e straniere, grazie alla promozione dell'affido familiare come strumento qualificante dei percorsi di accoglienza ed integrazione sociale dei minori stranieri non accompagnati da parte dei comuni del programma;
          il programma, scaduto il 31 dicembre 2011, non è stato rifinanziato e preme sottolineare che il documento approvato dalla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, a conclusione dell'indagine conoscitiva sui minori stranieri non accompagnati, lo cita come un'ottima esperienza e ne chiede il rifinanziamento;
          sin dall'inizio dell'emergenza i comuni italiani hanno confermato il forte impegno solidale, mobilitandosi per assicurare la migliore assistenza possibile agli immigrati in arrivo e, in particolare, ai minori non accompagnati, collaborando con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali per approntare un modello organizzativo volto a dare attuazione all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 13 aprile 2011, n. 3933;
          la presenza del programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati ha contribuito a rafforzare la rete di accoglienza attraverso il coordinamento e l'affiancamento ai comuni coinvolti, che hanno particolarmente apprezzato la possibilità di partecipare fin dal primo momento all'assetto organizzativo relativo alla distribuzione sull'intero territorio nazionale dei minori stranieri non accompagnati, salvaguardando modalità di accoglienza sostenibili e di massima tutela per tali soggetti vulnerabili;
          l'enorme afflusso di minori stranieri non accompagnati provenienti dal Nord Africa e la necessità di assicurare loro un'accoglienza immediata hanno condizionato la possibilità di potenziare questo processo virtuoso, determinando la concentrazione, prevista come temporanea, di un gran numero di minori sul territorio di pochi comuni disponibili, molti dei quali di piccole dimensioni;
          si teme che tale situazione possa aggravarsi a causa della mancata emanazione delle ordinanze che regolino la gestione dell'emergenza nel 2012 e di quelle che permettano la chiusura delle attività relative al 2011  –:
          alla luce di quanto sopra esposto, quale sia il motivo del mancato rifinanziamento del programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati, la cui validità è stata anche sancita nel documento approvato dalla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, a conclusione dell'indagine conoscitiva sui minori stranieri non accompagnati, e la cui articolazione permetterebbe di affrontare nuove emergenze in grado di assicurare la disponibilità di una rete di comuni con servizi di accoglienza qualificati, che potrebbero rappresentare un volano di qualità anche per tutto il territorio regionale, e se il Governo, vista la continua emergenza in atto, non ritenga opportuno ampliare la rete di accoglienza del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (sprar) anche relativamente ai posti destinati ai minori stranieri non accompagnati che richiedono asilo, poiché sono sempre di più quei minori che non trovano un posto in questi progetti a loro specificatamente destinati nei quali godrebbero di servizi specifici a tutela della loro condizione doppiamente vulnerabile. (3-02369)


Problematiche riguardanti il corso concorso per dirigente scolastico indetto con determinazione del direttore generale del 22 novembre 2004 – 3-02370

      PELINO e BALDELLI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
          in molte regioni d'Italia si protraggono ricorsi pendenti dal 2006, da parte di circa un centinaio di soggetti, per le gravi censure documentate nello svolgimento del corso concorso per dirigente scolastico indetto con determinazione del direttore generale del 22 novembre 2004 del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
          i candidati di undici regioni, in particolare, sono stati oggetto di una grave discriminazione, poiché i tribunali amministrativi regionali non hanno deciso i ricorsi presentati da quanti hanno ritenuto ingiustificata la propria esclusione dal corso di formazione e dalla successiva immissione in graduatoria;
          per tale motivo essi sono stati penalizzati rispetto a candidati di altre regioni per effetto di quanto disposto dal comma 619 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2008, che ha consentito l'inserimento in graduatoria soltanto ai candidati che avevano ottenuto in loro favore un provvedimento cautelare, per cui i ricorrenti di molte regioni sono rimasti esclusi, non essendo stati decisi i ricorsi presentati;
          il Parlamento ha approvato la proposta di legge atto Camera n.  3286, divenuta poi legge n.  202 del 2010, che ha previsto l'annullamento delle prove del corso concorso in Sicilia;
          il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con il precedente Governo, aveva già definito tutte le questioni legate a tale vicenda e verificatesi nel resto del territorio nazionale, con una norma equanime che teneva conto dei ricorsi ad oggi pendenti, prima della conclusione del nuovo concorso, norma che era stata già inviata alla Presidenza del Consiglio dei ministri e che non è, però, giunta a conclusione a causa delle dimissioni del Governo;
          anche la prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo ha presentato una proposta emendativa al decreto-legge 9 febbraio 2012, n.  5 («decreto-legge semplificazioni»), che ha ricevuto l'approvazione unanime delle commissioni referenti, ma che è stata espunta a seguito del parere contrario della Commissione bilancio, tesoro e programmazione –:
          se il Ministro interrogato non ritenga urgente adottare al più presto le opportune iniziative di propria competenza al fine di definire l'annosa questione relativa al corso concorso di cui in premessa. (3-02370)


DISEGNO DI LEGGE: S. 3304 – CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 15 MAGGIO 2012, N.  58, RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI PER LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA MISSIONE DI OSSERVATORI MILITARI DELLE NAZIONI UNITE, DENOMINATA UNITED NATIONS SUPERVISION MISSION IN SYRIA (UNSMIS), DI CUI ALLA RISOLUZIONE 2043 (2012), ADOTTATA DAL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELLE NAZIONI UNITE (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 5287)

A.C. 5287 – Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sugli emendamenti contenuti nel fascicolo n.  1.

A.C. 5287 – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO E SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

      Sul testo del provvedimento:

PARERE FAVOREVOLE

      Sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

PARERE CONTRARIO

sugli emendamenti 1.10 e 2.10 in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura.

A.C. 5287 – Articolo unico

ARTICOLO UNICO DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

      1. È convertito in legge il decreto-legge 15 maggio 2012, n.  58, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alla missione di osservatori militari delle Nazioni Unite, denominata United Nations Supervision Mission in Syria (UNSMIS), di cui alla Risoluzione 2043 (2012), adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
      2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO DEL GOVERNO

Art. 1.
(Partecipazione italiana alla missione UNSMIS).

      1. È autorizzata, a decorrere dal 14 maggio 2012 e fino al 31 dicembre 2012, la spesa di euro 826.686 per la partecipazione di personale militare alla missione di osservatori militari delle Nazioni Unite, denominata United Nations Supervision Mission in Syria (UNSMIS), di cui alla risoluzione 2043 (2012), adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 21 aprile 2012.
      2. Al personale che partecipa alla missione di cui al comma 1 si applicano:
          a) l'articolo 3, commi 1, 2, 4, 5, 6 e 9, della legge 3 agosto 2009, n.  108; l'indennità di missione è corrisposta nella misura intera incrementata del trenta per cento, se non usufruisce, a qualsiasi titolo, di vitto e alloggio gratuiti, calcolata sulla diaria prevista con riferimento ad Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Oman;
          b) l'articolo 5, commi 1, 2 e 3, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n.  209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n.  12, e l'articolo 4, commi 1-sexies e 1-septies, del decreto-legge 4 novembre 2009, n.  152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n.  197.

Art. 2.
(Copertura finanziaria).

      1. Agli oneri derivanti dall'attuazione delle disposizioni del presente decreto, pari a euro 826.686 per l'anno 2012, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 29 dicembre 2011, n.  215, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n.  13, riferita, quanto a euro 475.983, alla spesa media annuale corrispondente alla riduzione di personale e, quanto a euro 350.703, alla riduzione in pari misura delle spese di funzionamento relative al supporto logistico.
      2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare con propri decreti le occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 3.
(Entrata in vigore).

      1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

A.C. 5287 – Proposte emendative

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE AGLI ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE

ART. 1.
(Partecipazione italiana alla missione UNSMIS).

      Al comma 2, lettera a), sostituire le parole: se non usufruisce con le seguenti: anche se usufruisce.
1. 10. Scilipoti.

ART. 2.
(Copertura finanziaria).

      Al comma 1, sostituire le parole: euro 475.983 con le seguenti: euro 350.703.

      Conseguentemente, al medesimo comma, sostituire le parole: euro 350.703 con le seguenti: euro 475.983.
2. 10. Scilipoti.

A.C. 5287 – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

      La Camera,
          premesso che:
              il decreto-legge in esame dispone la partecipazione italiana alla missione UNSMIS in Siria, disposta dalla risoluzione 2043 del consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite;
              la missione UNSMIS nasce allo scopo di garantire, attraverso la presenza di Osservatori internazionali disarmati, il cessate il fuoco negoziato già a metà aprile scorso dall'inviato speciale dell'ONU e della Lega Araba per la Siria Kofi Annan;
              il piano disposto da Annan prevedeva una serie di passi successivi al cessate il fuoco quali il ritiro delle truppe siriane e delle armi pesanti dai centri abitati e una tregua di due ore al giorno in tutti i luoghi dove sono in corso combattimenti per permettere l'arrivo di aiuti umanitari. Il piano non menzionava comunque in nessun modo le dimissioni del presidente Bashar Al-Assad;
              a distanza di quasi ire mesi è evidente che il piano Annan è fallito, ed anzi il teatro siriano ha continuato a deteriorarsi sfociando in una guerra civile, peraltro fomentata ed acuita da operazioni e supporti di stati confinanti dell'area;
              il permanere di militari del nostro Paese, disarmati, a monitorare un «cessate il fuoco» che non esiste appare oggi privo di senso, ed anzi pericoloso nel caso l'escalation di violenza sfociasse in un intervento armato nel Paese,

impegna il Governo

a monitorare gli effetti applicativi del provvedimento in esame, al fine di valutare l'opportunità di un rientro anticipato dei nostri 10 militari della missione UNSMIS in Siria.
9/5287/1. Gidoni.


      La Camera,
          premesso che:
              il decreto-legge in esame dispone la partecipazione italiana alla missione UNSMIS in Siria, disposta dalla risoluzione 2043 del consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite;
              la missione UNSMIS nasce allo scopo di garantire, attraverso la presenza di Osservatori internazionali disarmati, il cessate il fuoco negoziato già a metà aprile scorso dall'inviato speciale dell'ONU e della Lega Araba per la Siria Kofi Annan;
              il piano disposto da Annan prevedeva una serie di passi successivi al cessate il fuoco quali il ritiro delle truppe siriane e delle armi pesanti dai centri abitati e una tregua di due ore al giorno in tutti i luoghi dove sono in corso combattimenti per permettere l'arrivo di aiuti umanitari. Il piano non menzionava comunque in nessun modo le dimissioni del presidente Bashar Al-Assad;
              a distanza di quasi ire mesi è evidente che il piano Annan è fallito, ed anzi il teatro siriano ha continuato a deteriorarsi sfociando in una guerra civile, peraltro fomentata ed acuita da operazioni e supporti di stati confinanti dell'area;
              il permanere di militari del nostro Paese, disarmati, a monitorare un «cessate il fuoco» che non esiste appare oggi privo di senso, ed anzi pericoloso nel caso l'escalation di violenza sfociasse in un intervento armato nel Paese,

impegna il Governo

a monitorare gli effetti applicativi del provvedimento in esame, al fine di valutare l'opportunità di assumere le più appropriate determinazioni circa l'impiego del nostro contingente di osservatori in linea con le decisioni dell'ONU.
9/5287/1.  (Testo modificato nel corso della seduta) Gidoni.


      La Camera,
          premesso che:
              l'assunzione di responsabilità per le gravi violazioni e monitoraggio dei diritti umani devono essere al centro di ogni piano di transizione in Siria;
              le priorità devono includere la fine immediata di gravi violazioni dei diritti umani, la liberazione dei prigionieri politici, l'accesso libero per gli osservatori dei diritti dell'uomo alle strutture di detenzione, senza ostacoli di assistenza umanitaria, e una mappa stradale in cemento per tenere a freno i servizi di sicurezza della Siria, sono le indicazioni che Human Rights Watch ha dato nei giorni scorsi durante una riunione internazionale a Ginevra;
              il gruppo di azione lavorerà per assicurare che la missione delle Nazioni Unite in Siria sia in grado di controllare adeguatamente i processi di abusi e di soprusi durante e dopo la transizione;
              è emersa la necessità di assumere impegni di responsabilità per gli abusi commessi durante il conflitto, ma ci deve essere anche una «continuità delle istituzioni governative e personale qualificato, compresi le forze militari e dei servizi di sicurezza», notando che essi devono «svolgere le loro attività secondo standard professionali e secondo i princìpi di tutela dei diritti umani;
              Human Rights Watch ha anche invitato il Consiglio di Sicurezza ad imporre un embargo sulle armi al governo siriano e sanzioni mirate sulle persone credibilmente implicate in gravi violazioni dei diritti umani;
              più di 16,500 persone sono morte nelle violenze in Siria dall'inizio della rivolta contro il regime di Bashar al Assad nel marzo 2011, secondo l'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo, con base in Gran Bretagna. Almeno 11.486 civili, 4.151 governativi e 870 disertori sono stati uccisi secondo la ONG, che conta su una vasta rete di informatori nel paese. Il bilancio delle ultime settimane è fra i più pesanti degli ultimi 15 mesi, superando regolarmente le cento vittime al giorno;
              l'UNICEF lancia un appello urgente per 14,4 milioni di dollari necessari per far fronte alle necessità di un numero crescente di bambini e adolescenti profughi dalla Siria;
              finora sono 86.000 i siriani registrati come rifugiati in quattro Stati: metà di essi sono bambini e adolescenti sotto i 18 anni;
              il piano di risposta regionale alla crisi siriana, coordinato dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR) prevede che il totale dei rifugiati salirà a ben 185.000 entro dicembre 2012;
              circa 90.000 di questi rifugiati, il triplo rispetto alle previsioni di alcuni mesi fa, saranno bambini con specifici bisogni, che l'UNICEF deve raggiungere entro dicembre con vaccini, istruzione, protezione, acqua potabile e servizi igienici;
              si stima che nei quattro Stati citati siano stati raggiunti finora con aiuti di prima necessità circa 30.000 bambini siriani rifugiati;
              l'UNICEF ha risposto alle necessità urgenti di protezione per le donne e i minori, promuovendo diversi «Spazi a misura di bambino» luoghi in cui si garantiscono sicurezza, protezione, possibilità di recuperare gli studi e svolgere attività formative;
              vengono messi in campo anche counselling e sostegno psicologico e sociale. In Libano e in Giordania, i giovanissimi rifugiati beneficiano anche delle cure offerte da un'ampia rete di servizi sociali che si occupano di prevenire abusi e promuovere l'autodifesa delle donne;
              i fondi richiesti dall'UNICEF nel quadro del nuovo piano di risposta per l'emergenza in Siria ammontano a poco oltre 20 milioni di dollari, dei quali fino ad oggi sono stati donati soltanto il 28 per cento (5,5 milioni di dollari);
              anche l'UNICEF Italia si sta mobilitando a favore dei piccoli rifugiati siriani;
              il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alla missione di osservatori militari delle Nazioni Unite, denominata United Nations Supervision Mission in Syria (UNSMIS), di cui alla Risoluzione 2043 (2012), adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,

impegna il Governo

          a mettere in primo piano l'avvio di interventi sul campo per porre fine alla violenza armata, proteggere i gruppi vulnerabili, rispondendo alle esigenze umanitarie, e rilasciando i detenuti e affinché vi sia accesso in tutte le aree colpite dai combattimenti per i fornitori di assistenza umanitaria;
          a mettere in campo iniziative e aiuti concreti per la tutela dei diritti umani, con particolare riferimento a donne e bambini, a sostegno dell'Unicef e di tutte le ONG che operano in Siria affinché non diventi uno scenario esclusivamente militare che nulla ha a che fare con il sostegno e la cooperazione allo sviluppo per i quali siamo coinvolti.
9/5287/2. Di Stanislao, Paladini.


      La Camera,
          premesso che:
              l'assunzione di responsabilità per le gravi violazioni e monitoraggio dei diritti umani devono essere al centro di ogni piano di transizione in Siria;
              le priorità devono includere la fine immediata di gravi violazioni dei diritti umani, la liberazione dei prigionieri politici, l'accesso libero per gli osservatori dei diritti dell'uomo alle strutture di detenzione, senza ostacoli di assistenza umanitaria, e una mappa stradale in cemento per tenere a freno i servizi di sicurezza della Siria, sono le indicazioni che Human Rights Watch ha dato nei giorni scorsi durante una riunione internazionale a Ginevra;
              il gruppo di azione lavorerà per assicurare che la missione delle Nazioni Unite in Siria sia in grado di controllare adeguatamente i processi di abusi e di soprusi durante e dopo la transizione;
              è emersa la necessità di assumere impegni di responsabilità per gli abusi commessi durante il conflitto, ma ci deve essere anche una «continuità delle istituzioni governative e personale qualificato, compresi le forze militari e dei servizi di sicurezza», notando che essi devono «svolgere le loro attività secondo standard professionali e secondo i princìpi di tutela dei diritti umani;
              Human Rights Watch ha anche invitato il Consiglio di Sicurezza ad imporre un embargo sulle armi al governo siriano e sanzioni mirate sulle persone credibilmente implicate in gravi violazioni dei diritti umani;
              più di 16,500 persone sono morte nelle violenze in Siria dall'inizio della rivolta contro il regime di Bashar al Assad nel marzo 2011, secondo l'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo, con base in Gran Bretagna. Almeno 11.486 civili, 4.151 governativi e 870 disertori sono stati uccisi secondo la ONG, che conta su una vasta rete di informatori nel paese. Il bilancio delle ultime settimane è fra i più pesanti degli ultimi 15 mesi, superando regolarmente le cento vittime al giorno;
              l'UNICEF lancia un appello urgente per 14,4 milioni di dollari necessari per far fronte alle necessità di un numero crescente di bambini e adolescenti profughi dalla Siria;
              finora sono 86.000 i siriani registrati come rifugiati in quattro Stati: metà di essi sono bambini e adolescenti sotto i 18 anni;
              il piano di risposta regionale alla crisi siriana, coordinato dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR) prevede che il totale dei rifugiati salirà a ben 185.000 entro dicembre 2012;
              circa 90.000 di questi rifugiati, il triplo rispetto alle previsioni di alcuni mesi fa, saranno bambini con specifici bisogni, che l'UNICEF deve raggiungere entro dicembre con vaccini, istruzione, protezione, acqua potabile e servizi igienici;
              si stima che nei quattro Stati citati siano stati raggiunti finora con aiuti di prima necessità circa 30.000 bambini siriani rifugiati;
              l'UNICEF ha risposto alle necessità urgenti di protezione per le donne e i minori, promuovendo diversi «Spazi a misura di bambino» luoghi in cui si garantiscono sicurezza, protezione, possibilità di recuperare gli studi e svolgere attività formative;
              vengono messi in campo anche counselling e sostegno psicologico e sociale. In Libano e in Giordania, i giovanissimi rifugiati beneficiano anche delle cure offerte da un'ampia rete di servizi sociali che si occupano di prevenire abusi e promuovere l'autodifesa delle donne;
              i fondi richiesti dall'UNICEF nel quadro del nuovo piano di risposta per l'emergenza in Siria ammontano a poco oltre 20 milioni di dollari, dei quali fino ad oggi sono stati donati soltanto il 28 per cento (5,5 milioni di dollari);
              anche l'UNICEF Italia si sta mobilitando a favore dei piccoli rifugiati siriani;
              il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alla missione di osservatori militari delle Nazioni Unite, denominata United Nations Supervision Mission in Syria (UNSMIS), di cui alla Risoluzione 2043 (2012), adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,

impegna il Governo

          compatibilmente con la situazione della sicurezza nel quadro del coordinamento assicurato dall'ONU, a mettere in campo iniziative e aiuti concreti per la tutela dei diritti umani, con particolare riferimento a donne e bambini, a sostegno dell'Unicef e di tutte le ONG che operano in Siria affinché non diventi uno scenario esclusivamente militare che nulla ha a che fare con il sostegno e la cooperazione allo sviluppo per i quali siamo coinvolti.
9/5287/2.    (Testo modificato nel corso della seduta) Di Stanislao, Paladini.