XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 663 di martedì 10 luglio 2012

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 10,05.

EMILIA GRAZIA DE BIASI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 5 luglio 2012.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Antonione, Bindi, Bongiorno, Bratti, Brugger, Buonfiglio, Cirielli, Commercio, De Torre, Di Stanislao, Fallica, Fava, Iannaccone, Jannone, Lucà, Malgieri, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Misiti, Mura, Mussolini, Nucara, Pagano, Pecorella, Pisicchio, Polledri, Rugghia, Stucchi, Tenaglia, Togni, Valducci e Zampa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Su un lutto del deputato Giorgio Conte.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Giorgio Conte è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.
La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Leoluca Orlando.

PRESIDENTE. Comunico che in data 9 luglio 2012 è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera dell'onorevole Leoluca Orlando: «Onorevole Presidente, facendo seguito a quanto già preannunciato al presidente della Giunta delle elezioni in data 24 maggio 2012, comunico che in data odierna ho prestato, da sindaco di Palermo, giuramento in occasione della prima seduta del neoeletto consiglio comunale della mia città. Con la presente, pertanto, confermo e formalmente presento le mie dimissioni da parlamentare membro della Camera dei deputati, e invio a lei e, per suo tramite, ai colleghi tutti i migliori auguri di buon lavoro nell'interesse del Paese. Ritengo, infine, doveroso esprimere il più sincero apprezzamento per lo spirito di collaborazione istituzionale dei componenti della Commissione parlamentare d'inchiesta che ho avuto in questi anni l'onore di presiedere. Un cordiale saluto. Firmato: Leoluca Orlando».
Trattandosi di un caso di incompatibilità ai sensi della sentenza n. 277 del 2011 della Corte costituzionale, accertato dalla Giunta delle elezioni nella seduta del 13 giugno 2012, la Camera prende atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Leoluca Orlando dal mandato parlamentare.

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Proclamazione di un deputato subentrante.

PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto delle dimissioni del deputato Leoluca Orlando, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato nella seduta del 3 dicembre 2008, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, che il candidato che, nell'ordine progressivo della lista n. 12 - Di Pietro Italia dei Valori nella XV circoscrizione Lazio 1, segue immediatamente l'ultimo degli eletti, risulta essere Giuseppe Vatinno.
Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XV Circoscrizione Lazio 1, Giuseppe Vatinno.
Si intende che da oggi decorre il termine di 20 giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, approfitto di questa sua comunicazione (non ho nessuna intenzione di presentare alcun ricorso) soltanto per esprimere il ringraziamento del gruppo dell'Italia dei Valori all'onorevole Leoluca Orlando che, anche in questa occasione, ha dimostrato la sua esemplare correttezza, nonostante che, in questi giorni, fossero fioriti sui vari blog, siti internet e social network tutta una serie di insinuazioni, quasi che lo stesso fosse attaccato alla poltrona di parlamentare.
Persino un autorevole opinionista di un autorevolissimo giornale ne ha trattato in prima pagina mettendo in dubbio la correttezza dell'onorevole Leoluca Orlando, il quale ha sempre detto che si sarebbe dimesso nel momento stesso in cui avesse giurato di fronte al consiglio comunale della sua città, che si è insediato ieri e conseguentemente egli ha rassegnato le dimissioni dall'incarico di parlamentare. Gliene va dato atto: qualcuno dovrebbe chiedergli scusa, magari dall'interno stesso di quest'Aula e, in ogni caso, noi continueremo a ringraziarlo per il contributo che ha dato al Parlamento italiano, alle istituzioni istruzione europee e al contributo che darà al risanamento della stessa sua città.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, voglio anch'io ringraziare l'onorevole Orlando per il lavoro ed il contributo che ha dato al Parlamento italiano ed alla sua attività in questi anni e formulargli gli auguri per i migliori risultati nella nuova responsabilità che assume - ed ha assunto - essendo stato eletto sindaco di una importantissima città, capoluogo della Sicilia, Palermo.
Evidentemente, l'onorevole Orlando ha osservato la legge e le nuove norme, soprattutto le norme in materia di incompatibilità. Certo, l'onorevole Orlando lo ha fatto secondo ciò che gli ha dettato la coscienza personale, nei tempi che ha deciso personalmente e che sono anche nella prassi di questo Parlamento, una prassi che ovviamente, a mio modo di vedere, dovrà nel futuro tenere conto dell'urgenza dell'attuazione, anche in termini più stretti, della norma di legge e cioè fare in modo che ciascuno di noi, quando dovesse assumere un incarico incompatibile, sciolga il nodo dell'incompatibilità nei tempi rapidi che consentano all'opinione pubblica di apprezzare il rispetto delle istituzioni ed il rispetto della norma.

PRESIDENTE. Credo di interpretare il pensiero di tutta l'Assemblea nel rivolgere il saluto e gli auguri di buon lavoro all'onorevole Orlando nella carica di nuovo sindaco di Palermo, ma innanzitutto nel ringraziarlo per quanto ha fatto Pag. 3nella nostra Assemblea, testimoniando sempre il grande valore che le istituzioni ed il Parlamento hanno nel nostro Paese.

Sull'ordine dei lavori (ore 10,14).

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito della discussione del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 74, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, il 20 e il 29 maggio 2012 (A.C. 5263-A).
In proposito, avverto che la Commissione Bilancio, chiamata ad esprimere il parere su tale provvedimento, ha sospeso i propri lavori fino alle ore 10,10.
Chiedo all'onorevole Ventura, componente della Commissione Bilancio e presente qui in Aula, di quanto tempo abbia bisogno la Commissione stessa per esprimere il parere di sua competenza.

MICHELE VENTURA. Signor Presidente, la sospensione si è resa necessaria perché il Governo ha chiesto una pausa per valutare il parere che il relatore aveva presentato. Per cui, penso che la Commissione Bilancio possa concludere i propri lavori per le ore 10,45, inviando poi alla Commissione di merito le osservazioni. Nell'arco di mezz'ora dovremmo quindi concludere i lavori.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni ed osservazioni, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,45.

La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 11,25.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 74, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, il 20 e il 29 maggio 2012 (A.C. 5263-A) (ore 11,27).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 74, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, il 20 e il 29 maggio 2012.
Ricordo che nella seduta del 9 luglio 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunziato.
Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 3.500, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 5263-A).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, i seguenti emendamenti, già dichiarati inammissibili in sede referente: Negro 1.1, volto ad estendere le disposizioni del decreto-legge al territorio del comune di Verona, nonché l'analogo Negro 3.502, che estende al medesimo comune la disposizione di cui al comma 7 dell'articolo 3; Duilio 2.500, limitatamente alla parte consequenziale, analoga all'articolo aggiuntivo Duilio 19.01, dichiarato inammissibile in Commissione, che istituisce un contributo di solidarietà sui redditi delle persone fisiche.
La Presidenza non ritiene altresì ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma Pag. 41, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto non strettamente attinente alla materia del decreto-legge e non previamente presentato in Commissione, l'articolo aggiuntivo Ghiglia 8.0502, che dispone il rinvio delle elezioni amministrative del comune di Camposanto.
La Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere, che è distribuito in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 5263-A). In particolare, il parere della Commissione bilancio reca alcune condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il relatore, onorevole Tommaso Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI, Relatore. Signor Presidente, alla luce del parere reso dalla Commissione bilancio, che ha posto delle condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, e dell'emendamento 3.500, cui lei faceva riferimento, già presentato dalla Commissione, le chiedo il rinvio del provvedimento in Commissione fino alle ore 13 per dare modo alla Commissione di recepire le condizioni della Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Onorevole Tommaso Foti, mi raccomando che l'orario delle 13 sia effettivamente mantenuto, perché abbiamo visto che la Commissione bilancio poi si è presa più tempo del previsto.
Se non vi sono obiezioni, la proposta di rinvio del provvedimento in Commissione, al solo fine - chiedo conferma al relatore - di recepire il parere espresso dalla Commissione bilancio e di apportare al testo la modifica di cui all'emendamento 3.500 della Commissione, si intende pertanto accolta dall'Assemblea.
(Così rimane stabilito).

Resta inteso che, salvo diversa indicazione da parte dei gruppi, si intenderanno comunque ripresentati gli emendamenti già presentati in Assemblea prima del rinvio.

RAFFAELE VOLPI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, noi concordiamo e non abbiamo assolutamente nulla di ostativo al rinvio in Commissione del provvedimento. Ritengo, però, di evidenziare un aspetto che riguarda la sensibilità politica di quello che stiamo facendo. Lo abbiamo evidenziato ieri e lo abbiamo evidenziato questa mattina in Commissione: non siamo stati gli unici - devo dire - e ringrazio anche i colleghi, in particolare il relatore per la maggioranza in Commissione bilancio.
Vista la predisposizione di tutti ad arrivare a una soluzione di questo provvedimento, che riguarda situazioni drammatiche e difficili, riterremmo veramente uno schiaffo al Parlamento, nel suo messaggio esterno, qualora il Governo ponesse la questione di fiducia.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 13.

La seduta, sospesa alle 11,30, è ripresa alle 13,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Modifica nella composizione di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che il deputato Giuseppe Vatinno, proclamato in data odierna, ha dichiarato di aderire alla componente politica Alleanza per l'Italia, costituita all'interno del gruppo parlamentare Misto.

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Si riprende la discussione (ore 13,06).

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge A.C. 5263-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 74, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, il 20 e il 29 maggio 2012, nel nuovo testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea. (Per l'articolo unico del disegno di legge di conversione nel testo della Commissione come ulteriormente modificato e per le proposte emendative presentate riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione vedi l'allegato A - A.C. 5263-A/R).
Ha chiesto di intervenire il relatore, onorevole Tommaso Foti, che illustrerà le modifiche apportate dalla Commissione al testo del provvedimento.

TOMMASO FOTI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione ha accolto tutte le condizioni poste, ai sensi dell'articolo 81, comma 4, della Costituzione, da parte della Commissione bilancio e ha accolto anche le altre tre condizioni aggiuntive che la stessa Commissione bilancio - al di fuori, ovviamente, del richiamo al citato articolo 81, comma 4 - aveva presentato.
Debbo dire che alcune sono mere osservazioni ricognitive, nel senso che ci si preoccupa di specificare che la valenza di alcune situazioni è riferita al solo anno 2012, oppure si circoscrive la portata del decreto-legge in questione.
Mi pare che tra le modifiche importanti e di rilevanza sotto il profilo sia politico, sia contabile, vi sia la specifica di cui all'articolo 2, comma 5, lettera c), perché qui viene sostituita la copertura finanziaria dell'intero decreto-legge. Al riguardo, corre l'obbligo di osservare che con il decreto-legge di cosiddetto di spending review bis - chiamiamolo così - è stata del tutto modificata la copertura finanziaria del decreto-legge in esame. Essendo quello previsto dalla spending review bis un risparmio di spesa che allo stato è aleatorio, ma, soprattutto, essendo il decreto-legge ancora da convertire, la Commissione bilancio ha opportunamente fatto rilevare che si può prendere per buono l'ultimo decreto-legge che, per l'ennesima volta, modifica la copertura finanziaria di questo decreto-legge, ma, al tempo stesso, nel caso in cui non vi fosse il concorso di risorse pari a 1 miliardo di euro per il 2013 e 2014 sul capitolo della spending review bis, si debba fare riferimento comunque alla riduzione di spese di cui all'elenco della legge n. 225 del 1992.
Sotto questo profilo, la Commissione richiama il Governo sull'opportunità che, in occasione di decreti-legge successivi, non si continuino a modificare o integrare decreti-legge ancora in fase di conversione, perché il raccordo delle norme diventa abbastanza difficile.
Vorrei aggiungere che anche nel decreto cosiddetto sviluppo Italia all'articolo 10 viene introdotta una normativa specifica per quanto riguarda il capitolo terremoto che, anche sotto questo profilo, forse per un coordinamento delle norme, avrebbe potuto trovare una migliore collocazione, e forse anche più coordinamento, nel provvedimento in oggetto.
Segnalo come significativa la modifica all'articolo 3, comma 1, lettera b), che conferma il contenuto dell'emendamento, ma lo adegua alle previsioni civilistiche. In buona sostanza, però, l'idea, che era nata, di consentire un tipo particolare di vantaggio per determinate imprese rimane purché - torno a ripeterlo - nei limiti di cui al codice civile.
Per quanto riguarda un'ulteriore modifica significativa, debbo dire che vi è una specifica per quanto riguarda l'emendamento caldeggiato dal Governo e presentato dal relatore relativo alla possibile utilizzazione dei segretari comunali in occasione dell'istruzione di pratiche amministrative che interessano i comuni dell'area del terremoto.
Qui si prevede chiaramente che il finanziamento di queste spese sia a carico Pag. 6del bilancio del Ministero dell'interno, ma con la specifica che non vi sono ulteriori e maggiori oneri per la finanza pubblica.
Per quanto riguarda, invece, l'articolo 4-bis, comma 1, la lettera a) è stata sostituita, perché vi è una riduzione della previsione di spesa allora ipotizzata. Vi erano 20 milioni di euro per gli anni 2012 e 2013 a carico di fondi del Ministero per i beni e le attività culturali. Oggi la riformulazione, che recepisce l'osservazione della Commissione bilancio, ci porta a circoscrivere l'intervento a 5 milioni di euro per il 2012.
Anche la nuova formulazione che viene accolta rispetto all'articolo 7-bis, comma 1, è perfettamente coerente con le norme di legge vigenti, perché, in definitiva, specifica giustamente che, per il pagamento dei crediti vantati dalla pubblica amministrazione, i crediti devono essere certi, liquidi ed esigibili, e devono essere compresi nell'allegato al decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 1o giugno 2012. Ciò significa, alla fine, che devono essere crediti certificati, mentre la precedente formulazione lasciava adito a dubbi di sorta.
L'unica osservazione che facciamo, relativa ad una serie di soppressioni di articoli, riguarda invece l'articolo 8, comma 15-quinquies, dove la Commissione ha convenuto di accogliere l'osservazione fatta dalla Commissione bilancio ai sensi dell'articolo 81, quarto comma. Debbo, peraltro, rilevare che la motivazione, che è in premessa richiamata, è abbastanza debole, perché si dice che si deve procedere in questo modo solo perché manca la relazione tecnica del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, peraltro riferita ad un chiarimento riguardante l'articolo 16 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001. In realtà la norma è più vasta. Questo è uno degli aspetti affrontati dalla norma in questione.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Tommaso Foti.

TOMMASO FOTI, Relatore. La proposta di cassare un intero articolo perché manca questa precisazione è abbastanza, per così dire, discrezionale. Comunque, anche in questo caso ci siamo adeguati a quanto richiesto dalla Commissione bilancio, così come è stata salutata favorevolmente la condizione posta dalla stessa Commissione bilancio, che risolve il problema relativo alla non richiesta di oneri, per quanto riguarda le spese di istruttoria, con l'eccezione degli oneri di natura tariffaria.
Altre significative modifiche non vi sono, quindi, penso di avere esaustivamente illustrato...

PRESIDENTE. Deve proprio concludere, onorevole Tommaso Foti.

TOMMASO FOTI, Relatore. Mi scusi, signor Presidente, ancora un secondo. Penso di avere esaustivamente illustrato gli emendamenti della Commissione bilancio. Viene accettato anche l'emendamento della Commissione e del relatore per quanto riguarda una specifica all'articolo 3, comma 6, che era già stato presentato all'inizio della seduta.

PRESIDENTE. Prendo atto delle modifiche introdotte dalla Commissione.
Risulta alla Presidenza che i gruppi abbiano rinunziato alla fissazione del termine per la presentazione di emendamenti al nuovo testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 5263-A/R)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il ministro per i rapporti con il Parlamento, professor Dino Piero Giarda. Ne ha facoltà.

DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, a nome del Governo, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 6 giugno Pag. 72012, n. 74, nel nuovo testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

PIERLUIGI CASTAGNETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI CASTAGNETTI. Signor Presidente, prendiamo atto della decisione del Governo. Ci rendiamo conto delle condizioni di difficoltà in cui si trova il Paese e della necessità di arrivare rapidamente alla conversione del decreto-legge. Peraltro, abbiamo il rammarico di non avere potuto sperare in ulteriori miglioramenti di un testo che tuttavia è stato già migliorato.
Auspichiamo che anche i gruppi dell'opposizione, pur rendendoci conto di qual è la dinamica normale tra maggioranza e opposizione, di fronte a questo provvedimento, per i contenuti del medesimo e per il clima con cui si è lavorato in Commissione, almeno nel merito possano approvarlo.
Voglio utilizzare questo brevissimo spazio per ricordare alcune poche cose al Governo. Ovviamente nel merito interverranno i colleghi del mio gruppo, che faranno le dichiarazioni di voto. Vorrei ricordare al Governo, in particolare, che questo provvedimento riguarda gli interventi urgenti per la calamità che si è verificata in questa area del Paese. In quel territorio si è già al lavoro. Solo per fare un esempio, sono già stati banditi appalti per 28 nuovi edifici scolastici, gli imprenditori stanno già rimettendosi in movimento, ma l'inverno è alle porte, almeno nella testa dei cittadini di quelle zone, e incombe nella testa di migliaia di attendati e incombe la paura per quello che potrà accadere anche nel prossimo autunno. È un territorio che è attraversato da diversi affluenti del Po. Ve n'è uno in particolare, il Secchia, che minaccia alcuni comuni e c'è una preoccupazione enorme.
Dunque, ci rendiamo conto che per il Governo è urgente concludere questo provvedimento, però è già il tempo per il Governo di approntare la seconda fase. Abbiamo ascoltato le parole rassicuranti che ieri sera il sottosegretario D'Andrea ci ha detto, però non vorrei che il Governo attendesse il maggio del 2013 per la fase successiva, perché occorre predisporre sin da adesso la fase ulteriore rispetto agli interventi di urgenza.
Occorre tenere presente sempre i problemi di questa zona, anche nei provvedimenti diversi da quelli specificamente destinati a questa zona. Faccio l'esempio della spending review: è vero quello che ci ha detto il sottosegretario D'Andrea, ossia che è previsto un miliardo per il 2013 e un miliardo per l'anno 2014, ma se pensiamo, ad esempio, ai provvedimenti restrittivi nei confronti del comparto della sanità, in questa zona ci sono tre ospedali che servono un bacino di 900 mila abitanti e che sono tutti chiusi! L'ordinanza di sospensione dell'attività dell'ospedale di Carpi ha validità di otto mesi. Se poi pensiamo che in questa zona c'è il distretto biomedicale, di fronte a questi provvedimenti della sanità, stanno già rimettendosi in piedi, stanno già cercando di recuperare la clientela, di non perderla, ma c'è bisogno anche che gli altri provvedimenti che il Governo ha all'esame tengano conto delle esigenze di questa zona.
Da ultimo, signor Presidente, mi rivolgo al Ministro: vorrei che traessimo tutti la lezione che ci viene da quanto è accaduto, da questa tragedia, per poter impostare in modo adeguato il lavoro futuro. Innanzitutto, sappiamo adesso con maggiore sicurezza che l'Italia è tutta esposta a rischi sismici. Siamo diventati tutti esperti del conflitto tra la placca africana e quella balcanica, che attraversa longitudinalmente la nostra penisola. C'è bisogno di allestire da subito, immediatamente, un sistema di protezione civile che recuperi le cose che sono state...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

PIERLUIGI CASTAGNETTI. ... smantellate, senza eccessi e senza abusi, ma ce n'è bisogno subito. Pag. 8
L'ultimissima cosa - mi consenta, signor Presidente - voglio dirla a proposito dei sindaci: chi visita quelle zone tutti i giorni si rende conto che siamo di fronte a delle testimonianze di vero e proprio eroismo civile. La rete dei comuni dei sindaci è quella che più di tutte mostra di reggere il peso della situazione. I sindaci, signor Ministro, sono il volto dello Stato per la totalità dei cittadini, di quello Stato che non li abbandona mai. Pensiamoci quando tagliamo freddamente le risorse agli enti locali, perché involontariamente tagliamo le radici dello Stato.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, dispiace, ma noi come Italia dei Valori non ci stiamo, questa volta: sappiamo che chiedere la fiducia non è bello, ma stavolta, anche se formalmente è il Governo a farlo, dobbiamo anche dirci che non è il Governo a chiederla. Colleghi, collega Castagnetti, sono i partiti di maggioranza che qui non hanno avuto il coraggio di andare avanti. Fra oggi e domani, infatti, ci sarebbe stato, comunque, tempo.
Come abbiamo fatto con il decreto-legge concernente la riorganizzazione della Protezione civile, avremmo fatto ancora un po' di aggiustamenti, avremmo inserito qualcosa in più. È chiaro che si tratta di un decreto-legge e, quindi, non si discute sull'emergenza. Avremmo potuto usare le ventiquattr'ore previste: è vero che la fiducia si voterà oggi, andando in deroga, e che domani ci sarà solo il voto finale, ma da qui a domani, avremmo fatto ancora qualcosa. Infatti, in Commissione, tutti hanno dimostrato - non solo i colleghi commissari della Commissione ambiente, ma anche quelli delle altre Commissioni - di portare questioni positive e costruttive.
Dispiace, quindi, prendere atto di questo, ma almeno quando si può evitare la fiducia, evitiamola, e non diamo, come in questo caso, ancora una volta, la colpa al Governo, sollecitandolo. Mi dispiace essere qui io a dover sostenere il Governo, ma, in questo caso, credo che dobbiamo anche evidenziarlo ed essere chiari tra di noi: il Governo, stavolta, è stato spinto a fare questa azione, e non è bello. Spero che non accada più un domani. Ognuno faccia la propria parte: il Governo è il Governo e il Parlamento è il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

RAFFAELE VOLPI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, ribadisco ciò che avevo già detto questa mattina: il fatto di chiedere la fiducia, evidentemente, trasferisce un provvedimento, che aveva un interesse generale per alcune situazioni drammatiche, ad una fase che è, diversamente, politica.
Il nostro gruppo ha dato tutta la disponibilità a realizzare questo provvedimento senza dover ricorrere alla fiducia, così come gli altri gruppi di opposizione. Se i problemi sono di maggioranza, non lo so, evito di fare speculazione politica, perché mi sembra che il tema non sia quello più adatto. È chiaro, signor Presidente, che noi abbiamo sorvolato anche su termini tecnici di questo provvedimento, perché non si potrebbe inserire deleghe nei decreti-legge e perché vi sono tante cose che non vanno.
È chiaro, però, che questa è veramente una fiducia inutile, perché trasferire sul piano politico una cosa che è sentita all'unanimità di esigenza per delle popolazioni che hanno grandi difficoltà, vuol dire mettere in scacco il Parlamento in un'occasione che poteva dimostrare l'interesse comune verso il Paese di tutti i parlamentari. Così non è. Ce ne dispiace. Le ripeto, signor Presidente, non voglio dire che sia colpa della maggioranza o colpa del Governo, comunque qualcuno la responsabilità ce l'ha (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Secondo quanto già unanimemente convenuto nella riunione Pag. 9della Conferenza dei presidenti di gruppo del 5 luglio, la votazione per appello nominale avrà luogo oggi, a partire dalle ore 18,30, in deroga al termine di cui all'articolo 116, comma 3, del Regolamento.
Le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto avranno pertanto inizio a partire dalle ore 17.
Sempre secondo quanto convenuto unanimemente dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, è prevista la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, che avranno luogo domani, mercoledì 11 luglio, alle ore 12. Seguirà la votazione finale.
Non essendovi richieste di intervento per l'illustrazione degli emendamenti, il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato alle ore 17.
Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato per le ore 18 di oggi, martedì 10 luglio.
Sospendo, quindi, la seduta.

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 17,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Paolo Russo è in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione del disegno di legge n. 5263-A/R.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel nuovo testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 5263-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo dunque alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melchiorre. Ne ha facoltà.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con questo voto sulla questione di fiducia siamo chiamati a dare il via libera agli interventi decisi dal Governo per la ricostruzione post terremoto in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. C'è da dire che grazie a questo provvedimento si pongono le basi per consentire alle popolazioni di fare ritorno alle proprie abitazioni e alle imprese di riattivare, sollecitamente, le proprie attività economiche. Noi Liberal Democratici, così com'è successo in occasione del terribile terremoto che ha colpito l'Abruzzo il 6 aprile del 2009, intendiamo fare la nostra parte, non solo votando ora queste misure, ma anche vigilando affinché esse trovino adeguata e pronta esecuzione, non solo durante tutto il periodo della cosiddetta emergenza, ma anche oltre. Le zone colpite dal sisma, infatti, sono caratterizzate da un tessuto agricolo, artigianale e industriale tale da rappresentare circa l'1 per cento del PIL nazionale e avranno, quindi, bisogno di essere accompagnate da ulteriori interventi che, partendo dal monitoraggio della ripresa del lavoro e dell'occupazione, sostengano passo dopo passo l'attività di ricostruzione.
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Proprio in occasione del terremoto de L'Aquila, ricordiamo che, qui, oltre ad aver presentato diverse interrogazioni, avevamo anche elaborato la proposta per l'istituzione di una Commissione di inchiesta sull'applicazione della normativa antisismica degli edifici pubblici di recente costruzione nella provincia de L'Aquila. Purtroppo, ci duole dirlo, questa Commissione non ha nemmeno iniziato il proprio iter; avrebbe senza dubbio, però, aiutato a comprendere, dalla valutazione degli sbagli commessi in passato, il valore di un concetto che, oggi, riteniamo essere sottinteso dal provvedimento su cui qui ci accingiamo a votare la questione di fiducia, ossia quello della prevenzione come punto fondamentale e nella sua accezione di rispetto delle regole non solo tecniche ma anche di buonsenso.
Tanto premesso, noi Liberal Democratici annunciamo il nostro voto favorevole alla questione di fiducia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ossorio. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE OSSORIO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, è comprensibile la richiesta di votazione sulla questione di fiducia sia nel merito, sia nelle modalità, e la componente dei Repubblicani Azionisti vota a favore, con convinzione. Esiste la necessità, in questi casi, di fare presto, di dare un segnale chiaro e serio e di mettere subito in campo gli interventi necessari perché la popolazione colpita possa sentire concretamente la vicinanza e l'intervento dello Stato. D'altra parte, la mole degli emendamenti prodotti in Commissione, se da un lato testimonia la volontà concreta di interventi specifici e mirati, dall'altro impone l'intervento urgente del Governo perché, in questi casi, l'ottimo è nemico del bene. Signor rappresentante del Governo, credo che valga la pena di riflettere se e come determinare una procedura standard con risorse accantonate perché alle emergenze si dia una risposta tempestiva al di là dell'iter parlamentare. L'Italia si presenta, purtroppo, con aree sismiche diffuse e le edificazioni non sono in sicurezza.
Allora, signor rappresentante del Governo, si rifletta su come predisporre questo piano. Alle popolazioni colpite dal terremoto va la solidarietà della componente politica dei Repubblicani Azionisti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, desidero rivolgere una breve espressione di apprezzamento per l'iniziativa del Governo, che ha trovato una sua esplicita conferma nel lavoro della Commissione competente, la quale ha svolto una ricognizione attenta e ha potuto certamente migliorare il testo del decreto-legge su molti punti, attraverso un'ottantina di proposte emendative. Questo è molto importante, perché come molti colleghi hanno rilevato in sede di discussione sulle linee generali, si tratta di un primo intervento, tutt'altro che conclusivo, però è un'occasione per cominciare ad impostare le politiche di ricostruzione. Per questo sarà poi necessario pensare ad un intervento organico e strutturale, che verta, in particolare, sulle iniziative di sostegno alle attività produttive industriali e artigianali, commerciali ed agricole. Sappiamo l'importanza strategica per l'economia italiana di queste aree, che incidono in maniera rilevante sulla formazione della ricchezza nazionale, e una grande attenzione dovrà essere dedicata alla fase del rilancio produttivo.
Sul piano istituzionale, l'uscita dall'emergenza e l'ingresso nella fase di ricostruzione deve far perno sulle tre regioni interessate - anche se hanno un diverso peso rispetto alla durezza degli avvenimenti -, che sono Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, e soprattutto sui comuni che sono interessati. Quello che va utilizzato è un po' il «modello Friuli», che ha dato, a suo tempo, un buon esito nei rapporti istituzionali, conferendo alla regione - in quel caso il Friuli - un compito di coordinamento, ma facendo affluire le Pag. 11risorse direttamente sui comuni interessati. Penso che questo sia un banco di prova importante, che però può determinare, per quelle aree, una condizione di grande riscatto e, guarda caso, potrebbe dar vita a qualcosa di più di una disgrazia: potrebbe diventare una grande opportunità, perché ogni euro «buttato» in quel territorio può avere una capacità di moltiplicarsi, non solo per la tradizionale laboriosità di quelle popolazioni, ma anche perché il metodo che la pubblica amministrazione introducesse in questo caso potrebbe trovare un coronamento molto positivo. Per tutte queste ragioni, la componente politica del gruppo Misto Alleanza per l'Italia esprimerà voto favorevole sulla fiducia al Governo, così come ha fatto in altre occasioni, ma in modo particolare anche per ragioni affettive, e lo dico con particolare passione in questo caso (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, abbiamo già espresso il nostro giudizio sul provvedimento e sulle modifiche che sono state effettuate in Commissione, ed è un giudizio estremamente positivo, soprattutto per il fatto che in Commissione si sono potute esaminare diverse centinaia di proposte emendative e, comunque, in un tempo molto breve la Commissione ha lavorato e siamo riusciti ad arrivare ad un testo definitivo. La V Commissione ha sollevato delle osservazioni, che sono state recepite stamattina dalla Commissione competente, e quindi il testo è ora completo, e confermiamo il nostro giudizio positivo. Abbiamo espresso un po' di rammarico, perché si poteva qui in Aula votare all'unanimità un testo per un evento così importante come un terremoto, e questo non sarà possibile, perché è stato posta la questione di fiducia. Tuttavia, nonostante questo rammarico la componente politica Grande Sud è favorevole alla fiducia al Governo, che, perlomeno con questo provvedimento, ha dimostrato tempestività.
Ha dimostrato anche di avere in mente una linea per cercare di andare avanti ed alleviare i sacrifici di quelle popolazioni, rispondendo all'appello degli enti locali e delle tre regioni.
Certo, io dico - in questi pochissimi minuti - che siamo favorevoli alla fiducia, però vorremmo che il consenso che il sottosegretario D'Andrea ha mostrato per la linea della prevenzione si trasformasse in un provvedimento del Governo che dica subito che da oggi in poi finanzieremo e metteremo da parte dei fondi - da questo anno, per ogni anno - nel capitolo di spesa che riguarda l'adeguamento sismico dei fabbricati strategici per poter avviare una politica di prevenzione. Altrimenti, non è altro che un'espressione di buona volontà, un fatto virtuale che non si traduce, purtroppo, da diversi anni in fatti concreti.
Spero che proprio questa occasione possa avviare una nuova fase che eviti di avere tanti morti e tante spese per le ricostruzioni che, evidentemente, non vengono mai conteggiati quando si tratta di trovare, invece, i fondi - che saranno molti di meno rispetto a quelli per il ripristino ed il recupero - che evidentemente si possono stanziare per la prevenzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mura. Ne ha facoltà.

SILVANA MURA. Signor Presidente, prima di qualsiasi altra considerazione, voglio innanzitutto rivolgere alle popolazioni dei terremotati dell'Emilia Romagna, delle province di Mantova e Rovigo, la più sentita solidarietà e vicinanza da parte del gruppo Italia dei Valori. Siamo chiamati a pronunciarci sul decreto-legge volto a finanziare la ricostruzione delle zone colpite dal sisma del 20 e del 29 maggio scorso. Si tratta di un tema che merita tutta la nostra attenzione e che personalmente mi sta molto a cuore, dal momento che svolgo da diversi anni la mia attività politica in Emilia Romagna e sono una deputata eletta in quella regione. Pag. 12
Prima di ogni altra considerazione, però, è necessario per me chiarire due cose. Italia dei Valori voterà convintamente a favore di questo decreto-legge. Abbiamo certamente delle riserve e delle critiche da formulare - che esprimeremo in seguito - ma, al tempo stesso, siamo consapevoli della necessità di approvare un provvedimento che consenta di avviare la ricostruzione.
La seconda considerazione riguarda, invece, il Governo e la questione di fiducia posta su questo decreto. Su questo aspetto siamo invece fortemente critici, perché con la fiducia il Governo sta strumentalizzano politicamente il terremoto e gli ingentissimi danni che lo stesso ha prodotto. Con altrettanta chiarezza dichiaro, quindi, che sulla questione di fiducia nei confronti del Governo Monti il voto dell'Italia dei Valori sarà, invece, contrario, come è sempre stato per i provvedimenti precedenti.
Signor Ministro, anzi, signor sottosegretario, vedo che - peraltro per un provvedimento così importante - oltre a lei non c'è nemmeno il Ministro dell'ambiente e anche questo è poco rispettoso per il decreto che stiamo votando. Signor sottosegretario, come dicevo, avere apposto la fiducia su questo decreto è davvero una grave scorrettezza, perché in questo caso è davvero ingiustificato e lo è ancora di più dal momento che questo esito era già stato deciso la settimana scorsa, così come era stato annunciato dalle agenzie di venerdì scorso.
Su questo decreto in Commissione ambiente si era registrata una larga condivisione da parte di tutti i gruppi parlamentari. È vero che in Aula erano stati presentati numerosi emendamenti, ma se si fosse perseguita seriamente la strada dell'intesa, così com'è avvenuto in Commissione, non ci sarebbe stata alcuna difficoltà a segnalare solo alcuni emendamenti rilevanti. È evidente che su un provvedimento che ha come obiettivo la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma, il consenso è ampio e a nessuno in quest'Aula sarebbe venuto in mente di dar vita a pratiche ostruzionistiche.
Per quanto riguarda i tempi poi, il problema proprio non si pone, come è stato dimostrato dal primo decreto sulla spending review che è stato votato proprio la settimana scorsa in un solo giorno. Il Governo ha invece voluto politicizzare un argomento che doveva assolutamente essere trasversale a tutte le forze politiche, come appunto il sostegno ai territori e alle tante persone colpite dal terremoto.
Invece di limitarsi a chiedere un voto sul provvedimento, il Governo ha deciso di obbligare i gruppi parlamentari a pronunciarsi sulla sua permanenza in vita. Poiché l'Italia dei Valori, da tempo e carte alla mano, dove le carte sono la controriforma del lavoro e tutti i provvedimenti che hanno messo in ginocchio gli italiani, sostiene che il Governo se ne deve andare a casa, anche in questa occasione non accettiamo ricatti e votiamo «no» (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Gli italiani, signor sottosegretario, non sono stupidi e non abboccano a questi tranelli, così come gli italiani sanno che l'Italia dei Valori ha davvero a cuore le sorti delle popolazioni colpite dal sisma. È per questo che ribadiamo il nostro impegno a destinare la rata dei rimborsi elettorali per le politiche del 2008 proprio alla ricostruzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Questa questione di fiducia, signor sottosegretario, è grave e dannosa per un altro aspetto importante, perché di colpo cancella tutti gli emendamenti presentati che avrebbero potuto migliorare il provvedimento in esame. L'Italia dei Valori, per esempio, aveva presentato un emendamento molto semplice, che destinava i 150 milioni di euro della legge cosiddetta Mancia alle zone terremotate (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). L'emendamento è stato automaticamente bocciato dalla questione di fiducia posta dal Governo, di ciò siete responsabili e questo grida vendetta.
Quei 150 milioni di euro, signor sottosegretario, sono soldi già messi a disposizione del bilancio, ma al tempo stesso non possono esser utilizzati perché si trovano in una sorta di limbo. Questo è davvero Pag. 13incredibile. La proposta che noi abbiamo tradotto in emendamento è la stessa di quella espressa da tre risoluzioni, presentate da tempo in Commissione bilancio, che non vengono messe ai voti.
Così, quegli stessi soldi che nel corso di questi anni sono stati utilizzati per finanziare la sagra della salsiccia e la scuola Bosina (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori), per decisione del Governo non possono essere destinati ad aiutare le tante persone che in questo momento sono costrette a vivere nelle tendopoli ad una temperatura che sfiora i 40 gradi.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 17,20)

SILVANA MURA. Signor sottosegretario, colleghi, chi come me è stato nelle zone terremotate sa quali distruzioni ha provocato questo sisma che è durato per settimane: un'infinità di case, imprese, chiese e monumenti storici ora sono solo rovine. L'Italia dei Valori aveva presentato anche un altro emendamento sulla base di un'altra risoluzione, presentata questa volta dall'assemblea legislativa dell'Emilia Romagna e votata all'unanimità, che concedeva degli sgravi fiscali sugli investimenti per la messa a norma antisismica degli edifici. Anche questo emendamento, complimenti, signor sottosegretario, è stato bocciato dalla questione di fiducia posta dal Governo.
Tutto questo è francamente incomprensibile dal momento che poi i soldi veri messi a disposizione da questo decreto-legge non sono poi così tanti. A fronte di danni per miliardi e miliardi di euro, per il 2012 il cash disponibile è scarso e consiste nei 500 milioni di euro ricavati dalla tassa sulla disgrazia, ovvero l'aumento dell'accisa sulla benzina e sul gasolio, e i 91 milioni di euro che vengono, per fortuna, dal taglio dei rimborsi ai partiti politici, somma che va divisa con il precedente terremoto dell'Abruzzo.
Scusate se lo ripeto, ma in questa situazione i 150 milioni di euro della legge cosiddetta Mancia servivano, e come se servivano. C'è un altro problema di non poco conto per il 2012 e per gli anni successivi. Il secondo decreto-legge sulla revisione della spesa pubblica prevede un taglio di oltre 7 miliardi a regioni ed enti locali, tra i quali sono compresi anche i comuni colpiti dal sisma del 20 e del 29 maggio. Il risultato è stato che il Governo con la mano destra dà alcune limitate risorse ai comuni terremotati e gliene leva il triplo con la mano sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Anche in questo caso l'Italia dei Valori aveva presentato un emendamento che diceva una cosa molto semplice. Diceva: caro Governo, vista la situazione fino al 2014 i comuni colpiti dal terremoto sono esentati dai tagli drastici che hai applicato. Anche questo emendamento è stato bruciato dalla questione di fiducia posta dal Governo. Così, invece, mentre il ministro Clini continuerà ad avere alle sue dirette dipendenze novanta persone, aumenterà la possibilità di assegnare le consulenze esterne, così come previsto da un «regolamentino» strano che sta girando in questi giorni nelle Commissioni, la spending review come uno sciacallo batte in testa persino ai comuni colpiti dal terremoto.
Purtroppo, anche in questa occasione, il Governo Monti ha dimostrato di che pasta è fatto, ed è per questo che, ancora una volta, noi lo bocciamo con il nostro voto (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mottola. Ne ha facoltà.

GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il decreto-legge che stiamo per approvare si riferisce al tragico evento, accaduto nella notte di domenica 20 maggio e nei giorni successivi, che ha sconvolto ampie zone dell'Emilia Romagna: un'interminabile serie di scosse sismiche che hanno provocato la morte di ventiquattro persone, tra cui molti operai che hanno perso la vita nei capannoni nei quali Pag. 14stavano lavorando. È di oggi la comunicazione della Protezione civile, che ci dà i dati sulle persone che ancora sono assistite grazie all'impegno del servizio nazionale della Protezione civile nei campi di accoglienza, nelle strutture al coperto (scuole, palestre e caserme) e negli alberghi che hanno offerto la loro disponibilità, attraverso la convenzione siglata con Federalberghi e Assohotel. In Emilia sono ancora 10.592 le persone assistite, di cui 7.814 nei campi tenda, 420 nelle strutture al coperto, 2.358 in strutture alberghiere. Molte meno (242) quelle in Lombardia e 17 quelle nel Veneto.
Va ricordato anche che si conclude oggi la campagna di raccolta dei fondi attivata il 29 maggio su richiesta del Dipartimento della Protezione civile che, ad horas, ha fornito più di 15 milioni di euro da dare alle popolazioni terremotate. Con il terremoto in Emilia Romagna abbiamo, infatti, ancora una volta, assistito alla generosissima azione, instancabile, di migliaia di volontari, che hanno fatto, stanno facendo e faranno il possibile per sostenere le popolazioni colpite da un così grave evento. È quindi il caso che il Parlamento ed il Governo siano all'altezza della generosità e della professionalità espressa dal volontariato. Dobbiamo intervenire con celerità e bene in un'area che produce circa l'1 per cento del PIL nazionale, dove oggi 25 mila lavoratori sono in attesa di sapere se e come continueranno a lavorare.
Il terremoto in Emilia ha causato danni per miliardi di euro ed è compito del Governo e del Parlamento non lasciare da sole né le regioni, né i sindaci delle zone colpite dal sisma e dallo sciame sismico che, purtroppo, continua a farsi sentire anche se con minore intensità.
Il testo del decreto-legge n. 74 del 2012, che stiamo per approvare, in ogni caso non può essere fine a se stesso e già il relatore, l'onorevole Tommaso Foti, in sede di discussione sulle linee generali ha sottolineato le problematiche relative alle coperture. Questo decreto non può rappresentare solo un primo provvedimento: ad esso ne devono seguire obbligatoriamente degli altri.
Il decreto-legge in questione, pur con tutte le problematiche evidenziate, contiene provvedimenti utili e interessanti che vanno sottolineati.
All'articolo 3 è stata ampliata la tipologia degli interventi e dei beneficiari dei contributi. Si sono aggiunti, come possibili soggetti di contributi, i soggetti del settore sociale, del sociosanitario, dei servizi sanitari, i consorzi di bonifica per le opere idrauliche e si è previsto il ristoro dei danni subìti dai prodotti in maturazione e stoccaggio a denominazione controllata o ad indicazione geografica.
In merito ai capannoni delle attività economiche si è dato un termine alle imprese per renderle adeguate al rischio sismico, facendo una distinzione tra quei capannoni che hanno bisogno di interventi indifferibili e quelli dove le opere sono necessarie.
Come non sottolineare la capacità avuta in sede di discussione in Commissione per poter sostenere il piano di recupero e adeguamento degli edifici scolastici, utilizzando forme di finanziamento certe e disponibili?
Con questo decreto-legge che - ripeto - è parziale, ma contiene norme che vanno approvate con urgenza, abbiamo affrontato la questione della prevenzione alle infiltrazioni possibili da parte della criminalità organizzata in relazione agli appalti che si dovranno sostenere. Anche in questa occasione si è espresso il principio che le aziende delle aree colpite dal terremoto, che hanno debiti con le amministrazioni pubbliche, possano essere liquidate in sessanta giorni. Questo per consentire alle imprese di potersi risollevare ed avere quella liquidità fondamentale per riprendere a produrre e per mantenere i livelli occupazionali almeno com'erano prima del terremoto. Insomma, una corsia preferenziale e concreta che, se applicata concretamente, rappresenta un sostegno vero alle popolazioni così duramente colpite.
Vi è poi l'istituzione del fondo rotativo di 25 milioni per le cosiddette grandi imprese, che rappresenta un altro tassello importante, e che è stato introdotto tenendo Pag. 15presente che una vasta area interessata dal terremoto vede la presenza di poli tecnologici, come quello riferito all'industria farmaceutica, che sono un'espressione fondamentale del made in Italy.
Appare evidente che senza un aiuto a sostegno delle imprese, da quelle piccole e medie alle grandi e a quelle agricole, non si invia un messaggio rassicurante sugli impegni nei confronti dei territori colpiti dal terremoto. Questo è lo scopo di questo decreto-legge e anche se finora in maniera forse insufficiente, va comunque raggiunto al più presto. Restano aperte infatti numerose questioni, fra cui quella di trovare risorse vere che possano sostenere un differimento delle scadenze tributarie a tutti i livelli, sia per i cittadini che per le imprese, ma, cosa ancora più importante, il Governo dovrà dare una risposta esaustiva e percorribile alla deroga al Patto di stabilità interno per fornire un contributo indispensabile agli enti locali. Di fronte ad eventi così tragici un irrigidimento sul Patto di stabilità interno significherebbe solo un atto contrario al buon senso e alla buona amministrazione.
Infine, ma cosa di non minore importanza, la necessità di sostenere il tessuto produttivo dell'Emilia Romagna con contributi tramite crediti di imposta sulle nuove assunzioni e detassazione dei redditi di impresa reinvestiti in questa area. Resta comunque quindi molto da fare, ma il nostro lavoro non è certo finito con questo decreto-legge, ma per i motivi che abbiamo esposto Popolo e Territorio voterà favorevolmente e con convincimento alla conversione in legge del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 74 (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Biagio. Ne ha facoltà.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento in esame è il frutto di un lavoro complesso che ha visto tutta la Commissione coinvolta con l'obiettivo di individuare e migliorare tutti gli strumenti di natura normativa e amministrativa finalizzati ad un intervento rapido e fattivo in una terra che è stata martoriata da un evento calamitoso che ha lasciato una grande ferita nel cuore del suo popolo.
Quanto si è verificato nei territori dell'Emilia Romagna, della Lombardia e del Veneto rappresenta un dramma per l'intero Paese, una ferita dell'Italia che lavora, dell'Italia che vuole rialzarsi, e la rapidità con cui abbiamo voluto strutturare questo provvedimento si colloca proprio nella direzione dell'enorme rispetto nei confronti di chi questo dramma lo sta vivendo da oltre un mese. Ed è per questo che prima di andare oltre intendo, a nome del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo, rivolgere un sincero pensiero di vicinanza alle famiglie delle vittime di questo terremoto e ai tanti italiani che in questo dramma hanno perso qualcosa ma che, nonostante tutto, si sono rimboccati le maniche e hanno voluto guardare avanti lasciandosi le macerie dietro le spalle.
La priorità di questo provvedimento resta quella di creare le basi per la ricostruzione di ciò che la natura ha distrutto e di creare le condizioni di una maggiore sicurezza per le strutture che attualmente sono operative come logica e indispensabile premessa per la ripresa sociale ed economica di quella terra. Non possiamo di certo dimenticare questo aspetto, ricostruire e rinnovare il tessuto produttivo di una delle aree più vivaci del Paese è un dovere che non possiamo e non vogliamo disattendere. Come è stato evidenziato l'intera area colpita produce oltre il 2 per cento del PIL nazionale, l'eccellenza la fa da padrona soprattutto nel settore agroalimentare, senza dimenticare il biomedicale e la meccanica.
Dunque oggi non ci siamo limitati semplicemente a discutere del futuro di una regione, discutiamo del futuro dell'Italia, di questo enorme potenziale che è rappresentato dalla capacità economica e produttiva di una terra meravigliosa. Siamo stati consapevoli di questo fin dalle prime battute e il lavoro meticoloso fatto nelle sedi competenti ha dimostrato la volontà Pag. 16unanime di dare delle risposte immediate e concrete ad una popolazione che invoca attenzione e aiuto. Ripristinare e adeguare condizioni di sicurezza e individuare le soluzioni più adeguate per affrontare la fase dell'emergenza e per predisporre la ricostruzione, questo è il primo passo del decreto-legge in esame. Certamente il provvedimento non si configura come la soluzione dell'emergenza, soprattutto si fa riferimento alle risorse messe a disposizione ma di certo è un primo e importante step. Sono stati messi a disposizione 2,5 miliardi di euro, i danni ammontano a cifre ben più alte se si considerano le strutture aziendali crollate e i danni ingenti alle macchine e agli impianti.
Questo punto merita di essere affrontato in tempi rapidi e in altri provvedimenti, ma permettetemi di rivolgere un sentito ringraziamento a tutti i membri della Commissione, che hanno saputo lavorare in una logica di rispettosa e pragmatica condivisione, che ha consentito di procedere con la sottoposizione di molteplici emendamenti firmati in maniera congiunta da tutti i rappresentanti dei gruppi. Ogni gruppo ha inteso apportare un suo sentito contributo con l'intenzione di apportare elementi positivi e costruttivi in un provvedimento quasi corale. Permettetemi di rivolgere un ulteriore ringraziamento al Governo, in particolar modo al sottosegretario D'Andrea. È con questo pensiero e con questa consapevolezza che abbiamo affrontato questo provvedimento, senza perderci in inutili smanie di protagonismo. Abbiamo messo al primo posto l'Italia e gli italiani. Lasciando in disparte le facili derive, abbiamo voluto mettere la tempestività e l'opportunità in prima linea, consapevoli che la celerità non sarebbe stata sinonimo di completezza, ma almeno ne sarebbe stata una buona premessa. Il risultato di oggi conferma questa nostra ambizione. Le istituzioni non si fermeranno a questo provvedimento, non lasceremo sole le popolazioni colpite. Con questa consapevolezza e questo spirito, vogliamo evidenziare il voto di fiducia di Futuro e Libertà sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lusetti. Ne ha facoltà.

RENZO LUSETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima di entrare nel merito del provvedimento al nostro esame, vorrei esprimere a titolo personale, ma anche a nome del gruppo Unione di Centro, i sensi della più sincera vicinanza e solidarietà alle popolazioni delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, così tragicamente colpite dal sisma del 20 e del 29 maggio scorso. Il dramma vissuto da queste operose province è in primo luogo un dramma umano, che ha lasciato un pesante fardello di lutto, di dolore e di sgomento nelle famiglie che hanno perso i propri cari, i propri averi e la propria serenità, che tuttora vivono in uno stato di tensione e di ansia permanente a causa delle frequenti scosse sismiche che continuano a ripetersi nell'area. È un fardello che i novecentomila abitanti delle province di Rovigo e Mantova stanno sopportando con una dignità ed una compostezza che meritano tutta la nostra ammirazione e tutto il nostro concreto e fattivo sostegno. Accanto a questi ingentissimi costi umani, il terremoto ha prodotto effetti devastanti anche sul tessuto produttivo di questi territori, che da soli rappresentano il 2 per cento del prodotto interno lordo nazionale. È proprio di questi giorni la diffusione di un'analisi di Prometeia, che ha stimato nello 0,7 per cento del PIL l'impatto negativo causato dal sisma sull'economia italiana. Anche a causa del terremoto l'attuale fase di recessione purtroppo si protrarrà di un altro trimestre, almeno fino alla fine del 2012, con una ulteriore contrazione del PIL, che passerà da meno 1,5 per cento a meno 2,2 per cento. I bilanci ancora provvisori dei danni parlano di migliaia di imprese e di lavoratori coinvolti: settemila aziende solo nel settore agricolo, che ha subito danni per circa 700 Pag. 17milioni di euro, con le immaginabili pesanti ricadute negative sui comparti di assoluta eccellenza delle nostre produzioni di qualità dall'agroalimentare, al biomedicale, alla meccanica, per non parlare poi degli ormai noti danni irreparabili causati al nostro patrimonio culturale, che proprio nei territori colpiti dal sisma vanta alcune preziose testimonianze delle nostre radici e della nostra identità nazionale. Colleghi, signor sottosegretario, tutto ciò dimostra che il terremoto nelle province emiliane e in quelle di Mantova e Rovigo costituisce un'emergenza di dimensioni nazionali, di fronte alla quale tutte le forze politiche sono chiamate ad uno sforzo di unità e di responsabilità. Unità vuol dire - lo dico alla collega Mura, che è stata un po' polemica nell'intervento precedente - superamento delle divisioni politiche, delle convenienze di parte, della facile propaganda, così da restituire fiducia nelle istituzioni e nel futuro alle popolazioni colpite dal sisma.
Responsabilità, colleghi, significa concretezza e rapidità negli interventi, legalità e trasparenza nelle procedure, serietà nell'erogazione degli aiuti, che non devono essere distribuiti a pioggia o secondo logiche clientelari, ma devono giungere alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese che hanno subito danni effettivi.
Ora, colleghi, il provvedimento che stiamo discutendo oggi va nella giusta direzione per ora, perché vogliamo anche affrontare il dramma del terremoto nell'immediato, e lo facciamo con questo decreto-legge, con questo disegno di legge di conversione e con questa fiducia che il Governo ha posto.
L'ha posta perché immagino che si debba fare molto in fretta e rapidamente. Penso che il Governo Monti abbia scelto giustamente di intervenire con un decreto-legge, evitando così di ripetere gli errori compiuti dal Governo Berlusconi in occasione del terremoto a L'Aquila, quando si è preteso di rispondere all'emergenza con un'interminabile serie di ordinanze di urgenza, che hanno lasciato i problemi sostanzialmente irrisolti, aumentando solo il disorientamento dei cittadini e il caos amministrativo.
Detto questo, che siamo favorevoli alla fiducia e che è importante fare presto, diciamo anche alcune cose che ci interessano, che ci premono: facciamo nostre le richieste che arrivano da tutto il mondo produttivo, agricoltura, industria, commercio e artigianato, che chiedono materialmente, primo, una detrazione fiscale immediata del 50 per cento delle spese per la messa in sicurezza delle strutture aziendali, secondo, una sorta di ulteriore slittamento dei termini di pagamento dei tributi fino al giugno del 2013, Ragioneria dello Stato permettendo.
Infatti, ci rendiamo conto che esistono anche problemi ragionieristici, però è importante che noi rispondiamo a queste due osservazioni. Lo diciamo perché ieri il presidente Casini è stato nelle zone terremotate e, in qualche modo, si è fatto portavoce di alcune richieste che provengono dal mondo produttivo di quell'area. Penso che si debba anche essere realistici: qualcuno ha proposto la no tax area. Noi non siamo d'accordo, non perché non la condividiamo, ma sappiamo che non verrebbe mai concessa dall'Unione europea, così come ha fatto per quanto riguardava il sisma a L'Aquila qualche anno fa.
Non possiamo, in questo senso, penalizzare alcuni comuni che sono borderline rispetto alle aree del terremoto. Penso che il presidente Errani abbia fatto bene ad essere chiaro su questo punto, però è importante che noi puntiamo su questi due provvedimenti importanti e lo faremo.
La fiducia posta dal Governo non ci consente di inserire queste richieste in questo determinato provvedimento, perché noi votiamo la fiducia; tuttavia, ci impegniamo ad inserire nel decreto sullo sviluppo, che è già in discussione in questi giorni in Commissione e che poi arriverà in Aula, questi due provvedimenti sullo slittamento delle scadenze tributarie e sulla detraibilità di alcune spese, perché è importante che noi andiamo incontro alle Pag. 18esigenze che il mondo produttivo ci ha prospettato in queste ore direttamente dalle zone terremotate.
Per questo motivo, penso che le misure contenute in questo decreto-legge costituiscano una prima positiva risposta all'emergenza causata dal terremoto e anche alla necessità di promuovere la più sollecita ricostruzione. Sappiamo che non basta, sappiamo che bisogna fare altre cose, e le faremo nei provvedimenti che verranno, che sono tanti, però portiamo a casa questo provvedimento perché è importante procedere sollecitamente nel dare una risposta all'emergenza del terremoto.
Così vanno bene tutte le disposizioni sul fondo di garanzia, sul fondo per la ricostruzione, sul ridimensionamento degli obiettivi del Patto di stabilità interno per il 2012 nelle province interessate dal terremoto, sulla promozione di iniziative di informazione, anche all'estero, sulla fruibilità delle strutture ricettive, perché è importante, anche per valorizzare il patrimonio culturale delle zone colpite.
Così, ancora, penso agli altri sforzi concreti compiuti per la ripresa delle attività nel territorio regionale, con la concessione di contributi e di finanziamenti per la ricostruzione delle abitazioni private e di immobili ad uso anche non abitativo, la sospensione dell'IMU e degli oneri fiscali e contributivi, il conferimento di nuovi poteri ai presidenti delle regioni interessate, la semplificazione di alcune procedure e anche l'attivazione di specifici strumenti di tutela del reddito per determinate categorie di lavoratori.
Ora, tutte queste misure positive sono state introdotte anche in sede parlamentare. La Commissione si è riunita anche questa mattina e ha introdotto alcuni elementi positivi di miglioramento del decreto-legge in esame, appunto per consentire al Governo di porre la questione di fiducia sul miglior testo possibile. Questo ha fatto la Commissione nel suo lavoro e questo intende fare il Parlamento quando voterà la questione di fiducia più tardi. Colleghi, credo sia importantissimo procedere.
Per queste ragioni il nostro giudizio sul provvedimento in esame è complessivamente positivo e voteremo convintamente a favore della questione di fiducia posta dal Governo, consapevoli della necessità di giungere al più presto alla definitiva conversione in legge del decreto-legge in oggetto, sapendo che questo non basta e che è un punto di partenza per affrontare l'emergenza, ma che possiamo assicurare il necessario sostegno alle popolazioni per la ripresa produttiva delle imprese nell'area colpita dal sisma di maggio anche con i prossimi provvedimenti, anche a partire dagli ordini del giorno che esamineremo domani, perché questi a volte sono pacche sulle spalle verso il Governo, altre volte, invece, danno indicazioni serie per affrontare concretamente un problema.
Invitiamo, pertanto, il Governo a proseguire su questa strada e a tenere sempre conto delle esigenze che emergono dal Parlamento e anche dei miglioramenti che proponiamo in sede di esame degli ordini del giorno, anche con i prossimi provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rainieri. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante FABIO RAINIERI. Signor Presidente, innanzitutto, da emiliano, vorrei lamentarmi con lei per la mancanza del Governo durante la discussione del provvedimento in oggetto che non è un provvedimento come tutti gli altri, visto che, purtroppo, riguarda anche ventiquattro persone decedute per questo terremoto. Da questo si vede anche la poca sensibilità di questo Governo nei confronti di un territorio e di persone che hanno avuto un grave problema.
Qualora vi sia bisogno di ripeterlo, la Lega Nord, anche in questa occasione, voterà contro la questione di fiducia posta dal Governo sul provvedimento in oggetto.
Ci apprestiamo oggi ad approvare un decreto-legge con la posizione dell'ennesima fiducia. Il Governo Monti non ha brillato per i numerosi deficit oltre che Pag. 19politici, anche di natura tecnica e sociale; ciò a testimonianza che la compagine ministeriale che sta gestendo il nostro Paese non è assolutamente all'altezza della situazione e meno che mai adatta a portarci fuori dalla crisi e a ristabilire, nella nostra società, i costitutivi elementi di equità, coesione e fiducia che lo stesso Governo, in maniera dissimulata, ha tradito fin dal suo insediamento.
Veniamo ad alcuni punti che ci fanno ribadire il «no» alla questione di fiducia posta sul provvedimento in oggetto. Fino a ieri era evidente e non occultabile che l'Esecutivo diretto dal professor Monti fosse il malcelato sostenitore del sistema bancario delle più alte burocrazie parassitarie dell'Unione europea, oltre che di quelle nazionali. Con l'adozione del decreto-legge in esame, però, il Governo ha manifestato un ulteriore elemento negativo che oggi anche la stampa e l'opinione pubblica più attenta iniziano a constatare. Se, infatti, il Governo Monti si è insediato avendo acriticamente assunto come dote discriminante il complemento di «Esecutivo tecnico» oggi, finalmente, come da sempre denunciato dalla Lega Nord, il termine «tecnico» si va sempre più associando all'aggettivo qualificativo di «incompetente».
Il decreto-legge approvato dal Governo avrebbe dovuto fornire risposte immediate ed efficaci alle esigenze delle popolazioni e degli imprenditori colpiti dal sisma. Se non fosse stato per l'attento lavoro emendativo della Lega Nord e del Parlamento, questo decreto-legge sarebbe rimasto come uno dei più pesanti e odiosi ostacoli al superamento dell'emergenza sismica. Basta il più evidente dei casi a dimostrarlo, quello della ripresa delle imprese economiche i cui capannoni sono rimasti integri, ma non corredati dalla certificazione di agibilità, richiesta dalla Protezione civile prima e dallo stesso Governo poi. L'ordinanza del Capo dipartimento, la n. 2 del 2 giugno 2012 - relativa alle procedure di agibilità richieste dalla Protezione civile degli edifici ad uso produttivo in conseguenza degli eventi sismici verificatisi nelle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo nel maggio 2012 - e l'articolo 3, comma 7, del decreto-legge n. 74 del 2012 hanno, infatti, stabilito che, per accelerare i tempi di ripresa delle attività produttive nelle aree terremotate, i titolari degli impianti avrebbero dovuto esibire una certificazione asseverata da un tecnico qualificato che dichiarasse l'agibilità sismica dei relativi capannoni.
Ma cari professori del Governo Monti, ci sapreste dire voi tecnici quale professionista attesterebbe mai che sia rispettoso delle norme tecniche di costruzione antisismiche un immobile che, in ragione delle leggi vigenti nel momento in cui è stato realizzato, ossia prima del 2003, non era da assoggettare a quelle stesse norme antisismiche per il semplice fatto che, allora, l'ordinamento interno non contemplava la sismicità del territorio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)? La risposta è banale: nessun professionista si è sentito di certificare una tale evidente e plateale non verità.
Ecco che il Governo tecnico si è comportato nel peggiore dei modi, tradendo le aspettative del territorio imprenditoriale colpito dal sisma e creando legacci amministrativi assurdi e pilateschi, utili solo ad impedire la ripresa delle attività produttive delle aree terremotate.
Ma i casi di inadeguatezza espressi dal Governo nel testo del decreto-legge dallo stesso approvato sono ancora tanti. Si pensi al caso delle imprese agricole, i cui immobili sono crollati o ritenuti inagibili, seppure integri, o si pensi alle infrastrutture irrigue di bonifica, integralmente andate distrutte: nel decreto-legge mancano totalmente. E, per fortuna, sono stati introdotti dalla Commissione ambiente gli interventi idonei a permettere la prosecuzione degli andamenti agronomici di quelle aree terremotate.
Non vi era alcuna indicazione di come comportarsi per continuare l'attività zootecnica, quando i capi di bestiame erano nelle stalle dichiarate inagibili. Come non vi era alcun provvedimento strutturale ed economico per superare in via d'urgenza Pag. 20le interruzioni funzionali delle opere irrigue e di bonifica, danneggiate dal sisma.
Così come nessuna provvidenza era stata prevista per le imprese casearie, che in tali zone si sono viste danneggiare irreparabilmente oltre 600 mila forme di Parmigiano reggiano DOP e oltre 300 mila di Grana padano, per un valore delle perdite stimato attorno a 140 milioni di euro.
Sono talmente tecnici i suoi ministri che neppure sanno che a quelle forme danneggiate si sarebbero dovuti immediatamente riconoscere degli indennizzi, soprattutto perché assumono il valore di pegno e sono di fatto generatore di prestiti da parte del sistema creditizio.
Noi siamo rammaricati delle continue fiducie che il Governo chiede per l'approvazione dei propri provvedimenti. Lo riteniamo un bavaglio alla trasparenza ed alla corretta formazione del pensiero dei nostri cittadini. Infatti, con le continue fiducie non ci è permesso il dibattito nel merito dei provvedimenti e non si riescono a scoprire, in fase di dibattito e nel momento in cui effettivamente servono, le iniquità e le sperequazioni che quasi sempre si annidano tra le tante disposizioni che formano i testi dei decreti-legge.
Vorrei ricordare che il Governo aveva annunciato alla fine di gennaio che con il suo decreto-legge sulle liberalizzazioni avrebbe trasformato il nostro Paese in un gioiello di competitività e di efficienza. Dal 24 gennaio 2012 sono ormai trascorsi sei mesi e nulla delle strabilianti e numerose promesse fatte dal Governo è ancora visibile.
A noi della Lega Nord ciò non stupisce e non meraviglia. Infatti eravamo certi - e ancora lo siamo - che Monti e i suoi ministri a livello personale operano solo per il proprio prestigio nei consessi burocratici dell'Unione europea per dimostrare a tecnici come loro, certamente qualificabili non competenti in materia di servizio verso il popolo sovrano, che essi sono capaci di svolgere i compiti che i primi gli affidano. Dimenticano costoro che il popolo non è solo un peso ed un problema delle istituzione, ma il cuore e la ragione stessa per cui i governanti sono eletti per amministrarli. Ma tale presupposto questo Governo non lo potrà mai comprendere, perché esso non solo non è stato eletto, ma anche perché, come nel più classico delle oligarchie oppressive, esso considera i cittadini alla stregua di sudditi fastidiosi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Questa breve riflessione va fatta per denunciare ai cittadini che le scelte che questo Governo spesso compie sono tutte l'opposto dell'equità e della giustizia. In modo evidente sarebbe emerso, se avessimo avuto la possibilità di esaminare gli emendamenti, che parti della maggioranza che sostiene il Governo, a fronte dei provvedimenti proposti, invece di essere tacitate con le continue fiducie, avrebbero scoperto con sempre maggiore certezza la sua vera anima anti-sociale ed economica, piegata al potere delle banche e della finanza.
Un ultimo esempio potrà confermare quanto in oggetto. Per far fronte all'emergenza provocata dagli eventi sismici nel mese di maggio, il Governo ha imposto l'ennesimo aumento delle accise dei carburanti. Si dirà che in questi casi si tratta di una misura equa, dovuta e solidale. Ma sulla scelta adottata dal Governo avremmo comunque dei forti dubbi di equità.
Infatti, per ottenere le stesse entrate che il Governo richiede per far fronte ai danni provocati dal sisma si poteva anche chiedere una solidarietà ad altri soggetti «possibilitati», non ai soli vessati cittadini. Parliamo del sistema delle banche e delle assicurazioni, oltre che dei concessionari dei giochi pubblici. Possibile che neppure di fronte alle tragedie gli si possa chiedere un piccolissimo sacrificio? Cosa sarebbe costato introdurre, magari temporaneamente, una Robin tax a questi operatori? Banche, assicurazioni e concessionari di giochi pubblici generano volumi di affari che ogni anno accumulano oltre 50 miliardi di euro. Sarebbe bastato un timido incremento dell'IRES a loro carico per assicurare ai terremotati ed alle altre Pag. 21imprese danneggiate di poter contare su risorse confacenti che sarebbero state certamente ben ridistribuite.
Concludo, auspicando, come spesso in questi casi, che i danni che non ha fatto il terremoto non li faccia la ricostruzione, e mi riferisco non solo all'opportunità che il Governo possa ancora accogliere con successivi provvedimenti alcune delle nostre proposte, ma alla speranza che anche l'Unione europea faccia la sua parte, ci accordi la massima collaborazione in un momento di estrema difficoltà. Il settore agroalimentare delle aree colpite dal sisma è in ginocchio, e l'ultima cosa in cui vorremmo imbatterci è la burocrazia comunitaria. Non vorremmo che Bruxelles ci contestasse eventuali incompatibilità o illegittimi aiuti di Stato ed altri cavilli burocratici, con l'unica conseguenza di ritardare una ricostruzione che deve e dovrà essere rapidissima. Approfitto inoltre di questa sede per chiedere al Governo di impegnarsi affinché parte delle risorse attivabili dal Fondo di solidarietà dell'Unione europea per le calamità naturali possa essere utilizzato per il risarcimento del danno alle scorte dei prodotti alimentari oltre che per quelli infrastrutturali. Per questi motivi noi votiamo convintamente «no» al decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
FABIO RAINIERI. Signor Presidente, innanzitutto, da emiliano, vorrei lamentarmi con lei per la mancanza del Governo durante la discussione del provvedimento in oggetto che non è un provvedimento come tutti gli altri, visto che, purtroppo, riguarda anche ventiquattro persone decedute per questo terremoto. Da questo si vede anche la poca sensibilità di questo Governo nei confronti di un territorio e di persone che hanno avuto un grave problema.
Qualora vi sia bisogno di ripeterlo, la Lega Nord, anche in questa occasione, voterà contro la questione di fiducia posta dal Governo sul provvedimento in oggetto.
Ci apprestiamo oggi ad approvare un decreto-legge con la posizione dell'ennesima fiducia. Il Governo Monti non ha brillato per i numerosi deficit oltre che Pag. 19politici, anche di natura tecnica e sociale; ciò a testimonianza che la compagine ministeriale che sta gestendo il nostro Paese non è assolutamente all'altezza della situazione e meno che mai adatta a portarci fuori dalla crisi e a ristabilire, nella nostra società, i costitutivi elementi di equità, coesione e fiducia che lo stesso Governo, in maniera dissimulata, ha tradito fin dal suo insediamento.
Veniamo ad alcuni punti che ci fanno ribadire il «no» alla questione di fiducia posta sul provvedimento in oggetto. Fino a ieri era evidente e non occultabile che l'Esecutivo diretto dal professor Monti fosse il malcelato sostenitore del sistema bancario delle più alte burocrazie parassitarie dell'Unione europea, oltre che di quelle nazionali. Con l'adozione del decreto-legge in esame, però, il Governo ha manifestato un ulteriore elemento negativo che oggi anche la stampa e l'opinione pubblica più attenta iniziano a constatare. Se, infatti, il Governo Monti si è insediato avendo acriticamente assunto come dote discriminante il complemento di «Esecutivo tecnico» oggi, finalmente, come da sempre denunciato dalla Lega Nord, il termine «tecnico» si va sempre più associando all'aggettivo qualificativo di «incompetente».
Il decreto-legge approvato dal Governo avrebbe dovuto fornire risposte immediate ed efficaci alle esigenze delle popolazioni e degli imprenditori colpiti dal sisma. Se non fosse stato per l'attento lavoro emendativo della Lega Nord e del Parlamento, questo decreto-legge sarebbe rimasto come uno dei più pesanti e odiosi ostacoli al superamento dell'emergenza sismica. Basta il più evidente dei casi a dimostrarlo, quello della ripresa delle imprese economiche i cui capannoni sono rimasti integri, ma non corredati dalla certificazione di agibilità, richiesta dalla Protezione civile prima e dallo stesso Governo poi. L'ordinanza del Capo dipartimento, la n. 2 del 2 giugno 2012 - relativa alle procedure di agibilità richieste dalla Protezione civile degli edifici ad uso produttivo in conseguenza degli eventi sismici verificatisi nelle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo nel maggio 2012 - e l'articolo 3, comma 7, del decreto-legge n. 74 del 2012 hanno, infatti, stabilito che, per accelerare i tempi di ripresa delle attività produttive nelle aree terremotate, i titolari degli impianti avrebbero dovuto esibire una certificazione asseverata da un tecnico qualificato che dichiarasse l'agibilità sismica dei relativi capannoni.
Ma cari professori del Governo Monti, ci sapreste dire voi tecnici quale professionista attesterebbe mai che sia rispettoso delle norme tecniche di costruzione antisismiche un immobile che, in ragione delle leggi vigenti nel momento in cui è stato realizzato, ossia prima del 2003, non era da assoggettare a quelle stesse norme antisismiche per il semplice fatto che, allora, l'ordinamento interno non contemplava la sismicità del territorio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)? La risposta è banale: nessun professionista si è sentito di certificare una tale evidente e plateale non verità.
Ecco che il Governo tecnico si è comportato nel peggiore dei modi, tradendo le aspettative del territorio imprenditoriale colpito dal sisma e creando legacci amministrativi assurdi e pilateschi, utili solo ad impedire la ripresa delle attività produttive delle aree terremotate.
Ma i casi di inadeguatezza espressi dal Governo nel testo del decreto-legge dallo stesso approvato sono ancora tanti. Si pensi al caso delle imprese agricole, i cui immobili sono crollati o ritenuti inagibili, seppure integri, o si pensi alle infrastrutture irrigue di bonifica, integralmente andate distrutte: nel decreto-legge mancano totalmente. E, per fortuna, sono stati introdotti dalla Commissione ambiente gli interventi idonei a permettere la prosecuzione degli andamenti agronomici di quelle aree terremotate.
Non vi era alcuna indicazione di come comportarsi per continuare l'attività zootecnica, quando i capi di bestiame erano nelle stalle dichiarate inagibili. Come non vi era alcun provvedimento strutturale ed economico per superare in via d'urgenza Pag. 20le interruzioni funzionali delle opere irrigue e di bonifica, danneggiate dal sisma.
Così come nessuna provvidenza era stata prevista per le imprese casearie, che in tali zone si sono viste danneggiare irreparabilmente oltre 600 mila forme di Parmigiano reggiano DOP e oltre 300 mila di Grana padano, per un valore delle perdite stimato attorno a 140 milioni di euro.
Sono talmente tecnici i suoi ministri che neppure sanno che a quelle forme danneggiate si sarebbero dovuti immediatamente riconoscere degli indennizzi, soprattutto perché assumono il valore di pegno e sono di fatto generatore di prestiti da parte del sistema creditizio.
Noi siamo rammaricati delle continue fiducie che il Governo chiede per l'approvazione dei propri provvedimenti. Lo riteniamo un bavaglio alla trasparenza ed alla corretta formazione del pensiero dei nostri cittadini. Infatti, con le continue fiducie non ci è permesso il dibattito nel merito dei provvedimenti e non si riescono a scoprire, in fase di dibattito e nel momento in cui effettivamente servono, le iniquità e le sperequazioni che quasi sempre si annidano tra le tante disposizioni che formano i testi dei decreti-legge.
Vorrei ricordare che il Governo aveva annunciato alla fine di gennaio che con il suo decreto-legge sulle liberalizzazioni avrebbe trasformato il nostro Paese in un gioiello di competitività e di efficienza. Dal 24 gennaio 2012 sono ormai trascorsi sei mesi e nulla delle strabilianti e numerose promesse fatte dal Governo è ancora visibile.
A noi della Lega Nord ciò non stupisce e non meraviglia. Infatti eravamo certi - e ancora lo siamo - che Monti e i suoi ministri a livello personale operano solo per il proprio prestigio nei consessi burocratici dell'Unione europea per dimostrare a tecnici come loro, certamente qualificabili non competenti in materia di servizio verso il popolo sovrano, che essi sono capaci di svolgere i compiti che i primi gli affidano. Dimenticano costoro che il popolo non è solo un peso ed un problema delle istituzione, ma il cuore e la ragione stessa per cui i governanti sono eletti per amministrarli. Ma tale presupposto questo Governo non lo potrà mai comprendere, perché esso non solo non è stato eletto, ma anche perché, come nel più classico delle oligarchie oppressive, esso considera i cittadini alla stregua di sudditi fastidiosi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Questa breve riflessione va fatta per denunciare ai cittadini che le scelte che questo Governo spesso compie sono tutte l'opposto dell'equità e della giustizia. In modo evidente sarebbe emerso, se avessimo avuto la possibilità di esaminare gli emendamenti, che parti della maggioranza che sostiene il Governo, a fronte dei provvedimenti proposti, invece di essere tacitate con le continue fiducie, avrebbero scoperto con sempre maggiore certezza la sua vera anima anti-sociale ed economica, piegata al potere delle banche e della finanza.
Un ultimo esempio potrà confermare quanto in oggetto. Per far fronte all'emergenza provocata dagli eventi sismici nel mese di maggio, il Governo ha imposto l'ennesimo aumento delle accise dei carburanti. Si dirà che in questi casi si tratta di una misura equa, dovuta e solidale. Ma sulla scelta adottata dal Governo avremmo comunque dei forti dubbi di equità.
Infatti, per ottenere le stesse entrate che il Governo richiede per far fronte ai danni provocati dal sisma si poteva anche chiedere una solidarietà ad altri soggetti «possibilitati», non ai soli vessati cittadini. Parliamo del sistema delle banche e delle assicurazioni, oltre che dei concessionari dei giochi pubblici. Possibile che neppure di fronte alle tragedie gli si possa chiedere un piccolissimo sacrificio? Cosa sarebbe costato introdurre, magari temporaneamente, una Robin tax a questi operatori? Banche, assicurazioni e concessionari di giochi pubblici generano volumi di affari che ogni anno accumulano oltre 50 miliardi di euro. Sarebbe bastato un timido incremento dell'IRES a loro carico per assicurare ai terremotati ed alle altre Pag. 21imprese danneggiate di poter contare su risorse confacenti che sarebbero state certamente ben ridistribuite.
Concludo, auspicando, come spesso in questi casi, che i danni che non ha fatto il terremoto non li faccia la ricostruzione, e mi riferisco non solo all'opportunità che il Governo possa ancora accogliere con successivi provvedimenti alcune delle nostre proposte, ma alla speranza che anche l'Unione europea faccia la sua parte, ci accordi la massima collaborazione in un momento di estrema difficoltà. Il settore agroalimentare delle aree colpite dal sisma è in ginocchio, e l'ultima cosa in cui vorremmo imbatterci è la burocrazia comunitaria. Non vorremmo che Bruxelles ci contestasse eventuali incompatibilità o illegittimi aiuti di Stato ed altri cavilli burocratici, con l'unica conseguenza di ritardare una ricostruzione che deve e dovrà essere rapidissima. Approfitto inoltre di questa sede per chiedere al Governo di impegnarsi affinché parte delle risorse attivabili dal Fondo di solidarietà dell'Unione europea per le calamità naturali possa essere utilizzato per il risarcimento del danno alle scorte dei prodotti alimentari oltre che per quelli infrastrutturali. Per questi motivi noi votiamo convintamente «no» alla fiducia sul decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marco Carra. Ne ha facoltà.

MARCO CARRA. Signor Presidente, sono grato al mio gruppo per avermi offerto l'opportunità di intervenire in dichiarazione di voto sulla fiducia. Ovviamente non lo dico per me, ma perché interpreto questo gesto come l'ulteriore dimostrazione della grande attenzione che il Partito Democratico ha rivolto a tutte le zone colpite dai terremoti del 20 e 29 maggio scorsi. Quell'attenzione che, da mantovano, non ho riscontrato purtroppo nel sistema dell'informazione nazionale. È un gesto, quello del mio gruppo, tanto più rilevante se si considera il nostro tangibile impegno, l'impegno del gruppo appunto, e penso in particolare ai deputati lombardi che, unito a quello degli altri gruppi, ha consentito al Parlamento di rimediare alle singolari disattenzioni del Governo, il quale in alcune parti del decreto ha completamente dimenticato la Lombardia (e quindi Mantova) ed il Veneto (e quindi Rovigo). Oggi queste lacune sono state colmate. Ma sono anche altri ovviamente i cambiamenti introdotti nella discussione parlamentare e in Commissione ambiente, cambiamenti nei confronti di un decreto che, se ha risposto all'esigenza immediata di offrire strumenti per affrontare l'emergenza, presentava appunto numerose falle.
Ecco perché per noi questo non può che essere il primo (e sottolineo il primo) di una serie di passi e di provvedimenti che dovranno essere assunti per un'area, per una terra che non chiede assistenza ma che è consapevole che da sola non riuscirà a risollevarsi compiutamente nonostante la straordinaria reazione che da subito si è registrata. Dicevo dei miglioramenti introdotti in Commissione ambiente, la quale dal mio punto di vista ha svolto un lavoro fecondo, lavoro che sminuisce il valore politico della fiducia posta dal Governo. In sostanza, si tratta semplicemente di velocizzare i tempi, e questo lavoro io credo ha rappresentato una valorizzazione del contributo offerto da tutti i gruppi parlamentari. In questo quadro, intendo sottolineare il ruolo competente, propositivo e determinato del Partito Democratico. Per quanto riguarda i miglioramenti - ne cito alcuni rapidamente -, sono stati eliminati quei vincoli per le agibilità sismiche per quelle imprese non danneggiate; è stata allargata la platea dei soggetti beneficiari dei contributi. Penso ai consorzi di bonifica, ai servizi sociali e socio-sanitari. Penso ai prodotti DOP ed IGP, e qui entriamo nell'ambito dell'agroalimentare (in particolare il Parmigiano reggiano e il Grana padano).
Penso al fatto che è stata recuperata una disponibilità importante, 120 milioni di euro, per la sicurezza delle scuole, e di 5 milioni di euro per iniziare il recupero del nostro ingente patrimonio storico, artistico, culturale e religioso. È stata, inoltre, Pag. 22inserita un'importante norma che salva i bilanci delle imprese casearie che hanno vissuto il cosiddetto atterraggio di migliaia e migliaia di forme di parmigiano e di grana padano. Restano tuttavia numerosi i nervi scoperti. Il differimento del pagamento di imposte e contributi, che stiamo portando al 30 novembre 2012, deve essere ulteriormente esteso ed il loro recupero deve essere sostanzialmente rateizzato, come avvenuto per altre tragedie simili. Va modificato il Patto di stabilità per gli enti locali e occorre consentire ai comuni di recuperare le mancate entrate derivate dalle sospensione dei pagamenti delle imposte e dei tributi. Da questo punto di vista ci sono, su queste due questioni, due impegni precisi del Governo che noi ci auguriamo si vorranno in qualche modo onorare.
C'è tuttavia la necessità di incrementare le risorse messe a disposizione (2 miliardi e mezzo di euro), considerato che i danni sono abbondantemente superiori a questa cifra. E credo sia importante in questo contesto evidenziare che il dimezzamento dei rimborsi ai partiti è andato a buon fine, smentendo polemiche pretestuose delle settimane scorse. Consentitemi, infine, di dire che si dovrà prestare grande attenzione a quelle città d'arte - penso a Ferrara e Mantova - danneggiate pesantemente nel loro patrimonio artistico e culturale.
Un capitolo particolare lo voglio dedicare alle regioni, al fatto che nel decreto-legge si individuano i presidenti di regione quali commissari per la ricostruzione. Una scelta condivisibile. I presidenti di regione sono e dovrebbero essere vicini al territorio. I colleghi emiliani del mio gruppo hanno giustamente elogiato il lavoro svolto dal commissario, presidente della regione Emilia-Romagna, Errani. Condivido il giudizio, lo condivido con qualche invidia e vivendo al confine con l'Emilia sono in grado di confermarlo. Noi lombardi non possiamo dire altrettanto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Su una tragedia simile non mi interessa far polemica e ho peraltro grande rispetto per altri livelli istituzionali che, tuttavia, hanno grandi responsabilità in tema di ricostruzione. Avremmo voluto che il nostro commissario si fosse attivato più tempestivamente e avesse agito di più e meglio nei confronti di un territorio, il mantovano e, nello specifico, il basso mantovano, verso il quale non ha mai avuto una particolare attenzione. Ebbene, in quel contesto territoriale ci sono numerose comunità, tra le quali la mia, ferite e colpite nella loro identità, nei loro simboli, nella loro economia. Avremmo voluto che avesse interpretato in modo più elastico le norme in materia di agibilità sismica per le imprese non danneggiate, come ha fatto il commissario dell'Emilia. Avremmo voluto che avesse consegnato un po' più rapidamente l'elenco delle scuole inagibili o danneggiate. Questa cosa è avvenuta solo qualche giorno fa a fronte, viceversa, dell'intervento dell'Emilia in termini assolutamente più tempestivi. Vorremmo che uniformasse la disciplina per la sicurezza delle scuole a quella dell'Emilia. Soprattutto vorremmo che non polemizzasse per la ripartizione dei fondi, visto che all'articolo 2, comma 2, si sostiene che, su proposta dei presidenti delle regioni, è stabilita la ripartizione del fondo. Quindi, chiediamo al nostro commissario di cosa sta parlando. Noi vorremmo, da parte del nostro commissario, un atteggiamento differente, vorremmo che ci fosse un cambiamento di passo, vorremmo collaborare. Da questo punto di vista siamo disponibili anche ad abbandonare ovviamente bandiere e casacche.
Dal canto nostro, proseguiremo questo cammino, che vedrà il Partito Democratico fortemente impegnato nei territori e in Parlamento. Lo dobbiamo ad una terra che ha dato molto all'Italia in termini di ricchezza materiale prodotta e in termini di ricchezza culturale, civile e sociale. Lo dobbiamo alla memoria delle oltre venti vittime, ai loro familiari, ai tanti feriti, agli sfollati, agli imprenditori e ai lavoratori che hanno consentito la nascita e la crescita di distretti fondamentali per l'economia del Paese.
Lo dobbiamo ai volontari e alle loro associazioni, agli amministratori locali, ai Pag. 23sindaci, agli amministratori provinciali, che con pochi mezzi e pochi strumenti sono in prima linea nel tentativo di dare risposte ai loro cittadini.
In conclusione, pur nella consapevolezza, ribadisco, che questo per noi è il primo passo e che molto resta da fare per superare questa autentica emergenza nazionale, e pur nella consapevolezza che al nostro Paese serve una legge specifica sulle catastrofi, voteremo la fiducia, riconfermando la nostra lealtà nei confronti del Governo ed il nostro costante impegno per la ricostruzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bertolini. Ne ha facoltà.

ISABELLA BERTOLINI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il terremoto del 20 e 29 maggio scorsi, o meglio l'interminabile sciame sismico - anche questa notte ci sono state due scosse, con epicentro nella provincia di Modena - che ha colpito l'Emilia-Romagna e marginalmente la Lombardia ed il Veneto ha provocato, oltre a gravissime sofferenze alla popolazione, danni ingenti quantificati da una fonte attendibile, qual è il presidente dell'ANIA, in circa 5 miliardi di euro e che riguardano essenzialmente il settore produttivo.
Vorrei sottolineare ancora una volta le sofferenze delle migliaia di persone che hanno visto distrutte o danneggiate le proprie case e che sono ancora alloggiate in tende o roulotte e che soffrono in questo momento anche il disagio del caldo opprimente, che rappresenta un pericolo grave per la salute, soprattutto degli anziani. A tutti va la solidarietà e la vicinanza del mio gruppo. Devo dire grazie ancora alla Protezione civile, alle istituzioni ed ai tanti volontari, la cui azione è stata pronta ed efficiente nella fase dell'emergenza, ma adesso è necessario passare alla fase di ricostruzione e di ripristino delle infrastrutture pubbliche e private danneggiate dal sisma.
Il disegno di legge al nostro esame, che reca la conversione del decreto-legge n. 74 del 2012, è un provvedimento articolato, sostanzialmente molto equilibrato, ma che appare però sufficiente solo per fronteggiare le prime necessità. Il grande punto interrogativo infatti è quello della congruità delle risorse che sono mobilitate, di soli 2 miliardi 500 milioni di euro complessivi per gli anni 2012, 2013 e 2014. Infatti non è ancora disponibile una quantificazione esaustiva dei danni riportati dalle abitazioni civili, dalle infrastrutture pubbliche e dagli insediamenti produttivi. Tuttavia, come accennato, si valutano danni almeno per un'entità doppia rispetto a quanto stanziato. Forse è troppo presto per avere una visione di insieme delle risorse finanziarie che saranno effettivamente negli anni necessarie per ripristinare gli edifici pubblici e privati distrutti o danneggiati, ma sopratutto per riavviare le attività produttive colpite. Pertanto, 2 miliardi e mezzo di euro in un triennio possono essere considerati solo come una prima anticipazione di quanto sarà necessario per mettere in sesto le aree colpite dal sisma. Mi rendo conto che la quantificazione definitiva di queste risorse che dovranno essere destinate a questo obiettivo dovrà tener conto della difficile situazione della finanza pubblica e del fatto che non sono ipotizzabili ulteriori inasprimenti fiscali oltre quello già varato su benzina e gasolio limitatamente al corrente anno, ma devo sottolineare che si tratta di un evento eccezionale e davvero molto grave.
Una prima considerazione positiva riguarda la proroga dello stato di emergenza al 31 maggio 2013, quindi ben oltre il termine ordinario di durata delle emergenze introdotto dal recente decreto-legge votato sulla riforma della Protezione civile, che lo avrebbe limitato di regola a 120 giorni, e questo in considerazione della particolare gravità di questo sisma e dei danni subìti dalla popolazione e dalle attività produttive industriali, artigianali, agricole e del settore terziario.
Va rilevato, per quanto riguarda le risorse che saranno disponibili, che all'ammontare Pag. 24predetto si aggiungono quelle che provengono dal fondo di solidarietà dell'Unione europea e le somme derivanti dalla riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti politici, il che appare particolarmente opportuno e significativo. È poi positivo che i 2 miliardi di finanziamenti siano tratti dal taglio della spesa pubblica, mentre i 500 milioni relativi al 2012 si ricavano dall'aumento del prezzo della benzina. Quest'ultima misura non ci piace, perché è bene ricordare che il livello della pressione fiscale è arrivato ad una soglia insostenibile.
Abbiamo già, più volte, avuto modo di sottolineare, in quest'Aula, che la necessaria azione di risanamento della finanza pubblica portata avanti dal Governo Monti si è basata fino ad oggi troppo sull'inasprimento fiscale, mentre è stata, nella prima fase, troppo timida sul taglio della spesa pubblica a livello centrale, regionale e locale. E gli effetti di questa impostazione rischiano di farsi sentire pesantemente sulle attività produttive del Paese. Finalmente, con il varo della politica di spending review, il Governo ha imboccato - ci auguriamo - la strada che appare la più appropriata per ridurre il deficit pubblico.
Tornando al provvedimento da votare, c'è da osservare che gli interventi sono articolati in contributi per la ricostruzione o riparazione degli immobili di edilizia privata e di uso produttivo distrutti o danneggiati dal sisma. Le modalità con cui sono articolati, la concessione dei contributi e i relativi controlli appaiono sufficientemente adeguati e tali da conciliare l'esigenza di evitare abusi con una sufficiente agilità operativa. È prevista la ricostruzione degli edifici pubblici, interventi sul patrimonio artistico e culturale, che ha subito danni ingentissimi, nonché interventi specifici per la ripresa dell'attività scolastica, che sono urgenti, e per la rapida messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici.
Com'è noto, sono stati sospesi i processi civili, penali e amministrativi, e i termini amministrativi relativi ai contributi previdenziali ed assistenziali. La parte più interessante del provvedimento è certamente quella che riguarda gli interventi per la ripresa economica, articolati nell'attivazione del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, per un importo massimo garantito, per ogni singola impresa, di 2 milioni 500 mila euro, nonché la previsione di contributi in conto interesse per le imprese danneggiate dal sisma, con un'autorizzazione di spesa di 100 milioni di euro.
Vi sono, poi, interventi specifici a favore di imprese agricole danneggiate, per il rilancio del settore agroindustriale e per il sostegno del reddito dei lavoratori impiegati nelle imprese distrutte o danneggiate. Reputo significativa anche la possibilità, accettata dal Governo, di applicare nei territori delle province terremotate la disciplina prevista per le zone a «burocrazia zero», di cui alla legge n. 122 del 2010, che consentirà un ulteriore passo verso le semplificazioni amministrative e burocratiche per le aziende che vogliono ripartire o, addirittura, per quelle che vorranno venire ad insediarsi in quell'area.
Siamo di fronte ad un provvedimento articolato, che è stato migliorato dai molti emendamenti votati in Commissione ambiente e, devo dire, dall'impegno del relatore, che ringrazio per il lavoro svolto, e tale da consentire interventi significativi a sostegno delle popolazioni colpite per il rilancio delle attività economiche, in una regione caratterizzata da grandissima vivacità produttiva e, quindi, di notevolissima importanza per l'intera economia del Paese. Ci sono, però, alcune criticità che noi non possiamo sottacere e che il Governo dovrà, comunque, affrontare in seconda lettura di questo decreto-legge con appositi provvedimenti, visto che non ci è stato dato spazio per farlo nel provvedimento di cui oggi votiamo la fiducia.
Innanzitutto, la deroga al Patto di stabilità interno per i comuni colpiti dal sisma, che è, in linea di principio, condivisibile, ma di importo troppo limitato: è rimasta, cioè, di 40 milioni di euro per l'Emilia Romagna e di soli 5 milioni di euro per i comuni danneggiati di Veneto e Pag. 25Lombardia. Questa deroga dovrebbe essere, quantomeno, di importo doppio per avere un reale impatto sull'operatività dei comuni danneggiati.
Importante è anche il differimento dei termini tributari che, però, dovrebbe essere ulteriormente spostato almeno al 30 giugno 2013. C'erano molti emendamenti in tal senso che non sono stati accolti, ma su questo il Governo deve aprire una riflessione, perché ciò è richiesto non solo dai cittadini, ma da tutte le associazioni di categoria. Questo termine dovrebbe, naturalmente, essere coordinato con tutti gli adempimenti introdotti in materia amministrativa, previdenziale e assistenziale.
Come ho già sottolineato, il vero punto interrogativo di questo decreto-legge è quello dell'entità delle risorse complessive che saranno necessarie per sanare le ferite che il sisma ha prodotto in vaste zone della Pianura padana. A tale proposito, voglio ricordare che eventuali risorse aggiuntive dovranno essere ricavate non con inasprimenti fiscali, ma solo con ulteriori tagli alla spesa pubblica.
È, poi, necessario, con grande urgenza, procedere ad un aggiornamento delle mappe sismiche, in modo da disporre un adeguamento delle prescrizioni antisismiche sia per le nuove costruzioni sia per gli edifici esistenti, che dovranno essere messi in sicurezza in un arco di tempo ragionevole, da limitare in futuro, per quanto possibile, dolorose perdite di vite umane e gravi danni materiali.
Concludo, signor Presidente, dicendo una cosa. Ritengo, infine, anche se so di essere in contrasto con il commissario Errani e - ne prendo atto oggi - anche con i colleghi dell'Unione di Centro, che sarebbe necessario un approfondimento, perché, come richiesto dalle associazioni di categoria e anche da molti rappresentanti politici ed istituzionali del territorio, sarebbe utile adottare un provvedimento forte, volto ad istituire, nei comuni delle province colpite dal terremoto, una vera e propria no tax area, anche attraverso un serrato confronto con le istituzioni europee.
Abbiamo visto che spesso sappiamo battere i pugni sul tavolo in sede europea e non dobbiamo dimenticare che la ripartenza economica di questa area del territorio è una risorsa per l'intero Paese, visti i quasi due punti di PIL che vengono, ogni anno, prodotti in quei comuni. Su questo mi riservo di presentare un ordine del giorno che spero il Governo vorrà valutare.
Alla luce di queste considerazioni, il gruppo Popolo della Libertà voterà a favore della questione di fiducia per la conversione di questo decreto-legge, ben consapevole che il provvedimento rappresenta solo un primo passo. Noi saremo qui a ricordare all'Esecutivo, soprattutto negli anni a venire, quelle che sono le necessità della gente colpita e ferita da questa tragedia che, con grande coraggio e molta dignità, si è già rialzata, e proprio per questo merita la nostra ammirazione ma soprattutto il nostro concreto aiuto (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 5263-A/R)

PRESIDENTE. Secondo gli accordi intervenuti in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo dovremmo sospendere la seduta, perché la votazione sulla questione di fiducia è prevista con inizio alle ore 18,30. Tuttavia, se non vi sono obiezioni, intendo iniziare la votazione immediatamente, in modo da accelerare i lavori dell'Assemblea (Applausi). Mi sembra di capire che questa decisione non viene avversata dall'Assemblea.
A questo punto, passiamo alla votazione.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge n. 5263-A/R, di conversione del decreto-legge in esame, nel nuovo testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio Pag. 26deliberato dall'Assemblea, sulla cui approvazione senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto.
Avverto che la Presidenza ha accolto alcune richieste di anticipazione del turno di voto di deputati appartenenti ai vari gruppi, che ne hanno fatto motivata richiesta per gravi ragioni personali o per impegni legati alla loro carica.
Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.

(Segue il sorteggio).

La chiama avrà inizio dall'onorevole Mereu.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge n. 5263-A/R, di conversione del decreto-legge in esame, nel nuovo testo approvato dalla Commissione, a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti 538
Votanti 532
Astenuti 6
Maggioranza 267
Hanno risposto 466
Hanno risposto no 66.

(La Camera approva).

Si intendono respinte tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:
Abelli Gian Carlo
Abrignani Ignazio
Adinolfi Mario
Adornato Ferdinando
Agostini Luciano
Albini Tea
Albonetti Gabriele
Alfano Gioacchino
Amici Sesa
Angeli Giuseppe
Aracu Sabatino
Argentin Ileana
Armosino Maria Teresa
Ascierto Filippo
Baccini Mario
Bachelet Giovanni Battista
Baldelli Simone
Barani Lucio
Barba Vincenzo
Barbaro Claudio
Barbi Mario
Barbieri Emerenzio
Baretta Pier Paolo
Bellanova Teresa
Bellotti Luca
Beltrandi Marco
Benamati Gianluca
Berardi Amato
Bernardini Rita
Bernardo Maurizio
Bernini Anna Maria
Berretta Giuseppe
Bersani Pier Luigi
Bertolini Isabella
Biancofiore Michaela
Biasotti Sandro
Biava Francesco
Binetti Paola
Bobba Luigi
Bocchino Italo
Bocci Gianpiero
Boccia Francesco
Boccuzzi Antonio
Boffa Costantino
Bonaiuti Paolo
Bonavitacola Fulvio
Bonciani Alessio
Bongiorno Giulia
Boniver Margherita
Bordo Michele
Bosi Francesco Pag. 27
Bossa Luisa
Braga Chiara
Brancher Aldo
Brandolini Sandro
Bratti Alessandro
Bressa Gianclaudio
Briguglio Carmelo
Brunetta Renato
Bruno Donato
Bucchino Gino
Burtone Giovanni Mario Salvino
Calabria Annagrazia
Calderisi Giuseppe
Calearo Ciman Massimo
Calgaro Marco
Calvisi Giulio
Cambursano Renato
Cannella Pietro
Capano Cinzia
Capitanio Santolini Luisa
Capodicasa Angelo
Cardinale Daniela
Carella Renzo
Carfagna Maria Rosaria
Carlucci Gabriella
Carra Enzo
Carra Marco
Casero Luigi
Casini Pier Ferdinando
Cassinelli Roberto
Castagnetti Pierluigi
Castellani Carla
Catanoso Basilio
Catone Giampiero
Causi Marco
Cavallaro Mario
Cazzola Giuliano
Ceccacci Rubino Fiorella
Cenni Susanna
Centemero Elena
Cera Angelo
Ceroni Remigio
Cesa Lorenzo
Cesario Bruno
Cesaro Luigi
Ciccanti Amedeo
Cicchitto Fabrizio
Ciccioli Carlo
Cicu Salvatore
Ciriello Pasquale
Codurelli Lucia
Colaninno Matteo
Colombo Furio
Colucci Francesco
Commercio Roberto Mario Sergio
Compagnon Angelo
Concia Anna Paola
Consolo Giuseppe
Conte Gianfranco
Conte Giorgio
Contento Manlio
Corsini Paolo
Coscia Maria
Cosentino Nicola
Cosenza Giulia
Costa Enrico
Craxi Stefania Gabriella Anastasia
Crimi Rocco
Crolla Simone Andrea
Crosetto Guido
Cuomo Antonio
Cuperlo Giovanni
D'Alema Massimo
D'Alessandro Luca
Dal Moro Gian Pietro
Damiano Cesare
D'Antona Olga
D'Antoni Sergio Antonio
De Biasi Emilia Grazia
De Camillis Sabrina
De Corato Riccardo
Delfino Teresio
Dell'Elce Giovanni
De Luca Francesco
De Micheli Paola
De Nichilo Rizzoli Melania
De Pasquale Rosa
De Poli Antonio
Di Biagio Aldo
Di Cagno Abbrescia Simeone
Di Caterina Marcello
Di Centa Manuela
D'Incecco Vittoria
Dionisi Armando
D'Ippolito Vitale Ida
Distaso Antonio
Di Virgilio Domenico
Duilio Lino
Esposito Stefano
Fabbri Luigi
Fadda Paolo
Faenzi Monica
Fallica Giuseppe
Farina Renato Pag. 28
Farina Coscioni Maria Antonietta
Farinone Enrico
Fedi Marco
Ferranti Donatella
Ferrari Pierangelo
Fiano Emanuele
Fiorio Massimo
Fioroni Giuseppe
Fitto Raffaele
Fluvi Alberto
Fogliardi Giampaolo
Fontana Gregorio
Fontana Vincenzo Antonio
Fontanelli Paolo
Formichella Nicola
Formisano Anna Teresa
Foti Antonino
Foti Tommaso
Franceschini Dario
Frassinetti Paola
Froner Laura
Fucci Benedetto Francesco
Galati Giuseppe
Galli Daniele
Garagnani Fabio
Gasbarra Enrico
Gatti Maria Grazia
Gava Fabio
Genovese Francantonio
Gentiloni Silveri Paolo
Germanà Antonino Salvatore
Ghiglia Agostino
Ghizzoni Manuela
Giachetti Roberto
Giacomelli Antonello
Giacomoni Sestino
Giammanco Gabriella
Gianni Giuseppe
Gibiino Vincenzo
Ginefra Dario
Ginoble Tommaso
Giorgetti Alberto
Giovanelli Oriano
Giro Francesco Maria
Giulietti Giuseppe
Gnecchi Marialuisa
Golfo Lella
Gottardo Isidoro
Gozi Sandro
Granata Benedetto Fabio
Grassano Maurizio
Grassi Gero
Graziano Stefano
Iannarilli Antonello
Iannuzzi Tino
Iapicca Maurizio
Jannone Giorgio
Laboccetta Amedeo
Laffranco Pietro
La Forgia Antonio
Laganà Fortugno Maria Grazia
Lainati Giorgio
La Loggia Enrico
La Malfa Giorgio
Lamorte Donato
Lanzillotta Linda
Laratta Francesco
La Russa Ignazio
Lazzari Luigi
Lehner Giancarlo
Lenzi Donata
Leo Maurizio
Leone Antonio
Letta Enrico
Levi Ricardo Franco
Libè Mauro
Lisi Ugo
Lolli Giovanni
Lo Monte Carmelo
Lo Presti Antonino
Lorenzin Beatrice
Losacco Alberto
Lovelli Mario
Lucà Mimmo
Lulli Andrea
Luongo Antonio
Lupi Maurizio
Lusetti Renzo
Madia Maria Anna
Mancuso Gianni
Mannino Calogero
Mannucci Barbara
Mantini Pierluigi
Mantovano Alfredo
Maran Alessandro
Marantelli Daniele
Marcazzan Pietro
Marchi Maino
Marchignoli Massimo
Marchioni Elisa
Margiotta Salvatore
Mariani Raffaella
Marinello Giuseppe Francesco Maria
Marini Cesare Pag. 29
Marmo Roberto
Marrocu Siro
Marsilio Marco
Martella Andrea
Martinelli Marco
Martino Pierdomenico
Mastromauro Margherita Angela
Mattesini Donella
Mazzarella Eugenio
Mazzocchi Antonio
Mazzoni Riccardo
Mazzuca Giancarlo
Mecacci Matteo
Melandri Giovanna
Melchiorre Daniela
Melis Guido
Meloni Giorgia
Menia Roberto
Mereu Antonio
Merlo Giorgio
Merlo Ricardo Antonio
Merloni Maria Paola
Meta Michele Pompeo
Migliavacca Maurizio
Miglioli Ivano
Milanato Lorena
Milanese Marco Mario
Milo Antonio
Minardo Antonino
Minasso Eugenio
Minniti Marco
Miotto Anna Margherita
Miserotti Lino
Misiani Antonio
Misiti Aurelio Salvatore
Mistrello Destro Giustina
Misuraca Dore
Moffa Silvano
Mogherini Rebesani Federica
Mondello Gabriella
Morassut Roberto
Mosella Donato Renato
Motta Carmen
Mottola Giovanni Carlo Francesco
Murer Delia
Murgia Bruno
Muro Luigi
Naccarato Alessandro
Nannicini Rolando
Napoli Angela
Napoli Osvaldo
Narducci Franco
Naro Giuseppe
Nastri Gaetano
Nicco Roberto Rolando
Nirenstein Fiamma
Nizzi Settimo
Nola Carlo
Nucara Francesco
Occhiuto Roberto
Oliveri Sandro
Oliverio Nicodemo Nazzareno
Orlando Andrea
Orsini Andrea
Ossorio Giuseppe
Paglia Gianfranco
Palmieri Antonio
Palumbo Giuseppe
Paniz Maurizio
Papa Alfonso
Parisi Arturo Mario Luigi
Patarino Carmine Santo
Pecorella Gaetano
Pedoto Luciana
Pelino Paola
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
Pepe Antonio
Pepe Mario (Misto-R-A)
Pepe Mario (PD)
Perina Flavia
Pes Caterina
Pescante Mario
Petrenga Giovanna
Pezzotta Savino
Pianetta Enrico
Piccolo Salvatore
Picierno Pina
Pili Mauro
Pionati Francesco
Pisicchio Pino
Piso Vincenzo
Pistelli Lapo
Pizzetti Luciano
Pizzolante Sergio
Poli Nedo Lorenzo
Pollastrini Barbara
Pompili Massimo
Porcu Carmelo
Porta Fabio
Portas Giacomo Antonio
Prestigiacomo Stefania
Proietti Cosimi Francesco
Pugliese Marco
Quartiani Erminio Angelo Pag. 30
Raisi Enzo
Rampelli Fabio
Rampi Elisabetta
Rao Roberto
Ravetto Laura
Razzi Antonio
Realacci Ermete
Recchia Pier Fausto
Repetti Manuela
Ria Lorenzo
Rigoni Andrea
Roccella Eugenia
Romani Paolo
Romele Giuseppe
Ronchi Andrea
Rossa Sabina
Rossi Luciano
Rosso Roberto
Rossomando Anna
Rotondi Gianfranco
Ruben Alessandro
Rubinato Simonetta
Ruggeri Salvatore
Russo Antonino
Russo Paolo
Ruvolo Giuseppe
Saglia Stefano
Saltamartini Barbara
Sammarco Gianfranco
Sanga Giovanni
Sani Luca
Santagata Giulio
Santelli Jole
Sardelli Luciano Mario
Sarubbi Andrea
Savino Elvira
Sbai Souad
Sbrollini Daniela
Scalera Giuseppe
Scalia Giuseppe
Scanderebech Deodato
Scandroglio Michele
Scapagnini Umberto
Scarpetti Lido
Scelli Maurizio
Schirru Amalia
Sereni Marina
Servodio Giuseppina
Simeoni Giorgio
Siragusa Alessandra
Sisto Francesco Paolo
Speciale Roberto
Sposetti Ugo
Stagno d'Alcontres Francesco
Stanca Lucio
Stasi Maria Elena
Stracquadanio Giorgio Clelio
Stradella Franco
Strizzolo Ivano
Tabacci Bruno
Taddei Vincenzo
Tanoni Italo
Tassone Mario
Tempestini Francesco
Terranova Giacomo
Testa Federico
Testa Nunzio Francesco
Testoni Piero
Toccafondi Gabriele
Tocci Walter
Torrisi Salvatore
Tortoli Roberto
Toto Daniele
Touadi Jean Leonard
Trappolino Carlo Emanuele
Traversa Michele
Tullo Mario
Turco Livia
Turco Maurizio
Urso Adolfo
Vaccaro Guglielmo
Valducci Mario
Vassallo Salvatore
Vatinno Giuseppe
Vella Paolo
Velo Silvia
Veltroni Walter
Ventucci Cosimo
Ventura Michele
Verini Walter
Versace Santo Domenico
Vico Ludovico
Vignali Raffaello
Villecco Calipari Rosa Maria
Viola Rodolfo Giuliano
Vitali Luigi
Vito Elio
Volontè Luca
Zaccaria Roberto
Zamparutti Elisabetta
Zinzi Domenico
Zucchi Angelo
Zunino Massimo

Pag. 31

Hanno risposto no:

Alessandri Angelo
Allasia Stefano
Bitonci Massimo
Bonino Guido
Bragantini Matteo
Buonanno Gianluca
Callegari Corrado
Caparini Davide
Cavallotto Davide
Chiappori Giacomo
Cimadoro Gabriele
Comaroli Silvana Andreina
Consiglio Nunziante
Crosio Jonny
Dal Lago Manuela
Desiderati Marco
Di Giuseppe Anita
Di Pietro Antonio
Di Vizia Gian Carlo
Donadi Massimo
Dozzo Gianpaolo
Dussin Guido
Evangelisti Fabio
Fabi Sabina
Fava Giovanni
Favia David
Fedriga Massimiliano
Fogliato Sebastiano
Follegot Fulvio
Forcolin Gianluca
Fugatti Maurizio
Gidoni Franco
Giorgetti Giancarlo
Goisis Paola
Iannaccone Arturo
Isidori Eraldo
Lanzarin Manuela
Lussana Carolina
Maggioni Marco
Martini Francesca
Meroni Fabio
Messina Ignazio
Molteni Laura
Molteni Nicola
Monai Carlo
Montagnoli Alessandro
Munerato Emanuela
Mura Silvana
Negro Giovanna
Paladini Giovanni
Palagiano Antonio
Palomba Federico
Paolini Luca Rodolfo
Pastore Maria Piera
Piffari Sergio Michele
Pini Gianluca
Porcino Gaetano
Porfidia Americo
Rainieri Fabio
Rivolta Erica
Rondini Marco
Rota Ivan
Simonetti Roberto
Vanalli Pierguido
Volpi Raffaele
Zazzera Pierfelice

Si sono astenuti:

Bergamini Deborah
Brugger Siegfried
Castiello Giuseppina
Martino Antonio
Moles Giuseppe
Zeller Karl

Sono in missione:

Antonione Roberto
Bindi Rosy
Buonfiglio Antonio
Buttiglione Rocco
Cirielli Edmondo
D'Amico Claudio
De Girolamo Nunzia
Della Vedova Benedetto
De Torre Maria Letizia
Di Stanislao Augusto
Garofani Francesco Saverio
Guzzanti Paolo
Holzmann Giorgio
Lombardo Angelo Salvatore
Malgieri Gennaro
Migliori Riccardo
Mosca Alessia Maria
Mussolini Alessandra
Pagano Alessandro
Picchi Guglielmo
Pisacane Michele
Polledri Massimo Pag. 32
Rosato Ettore
Rugghia Antonio
Stefani Stefano
Stucchi Giacomo
Tenaglia Lanfranco
Togni Renato Walter
Zampa Sandra

PRESIDENTE. Il seguito dell'esame del provvedimento avrà luogo nella seduta di domani, mercoledì 11 luglio 2012, a partire dalle ore 9,30, con l'esame degli ordini del giorno.
Successivamente, a partire dalle ore 12, avrà luogo lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta. Seguirà la votazione finale.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 11 luglio 2012, alle 9,30:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 74, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, il 20 e il 29 maggio 2012 (C. 5263-A/R).
- Relatore: Tommaso Foti.

(ore 15)

2. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

(ore 16)

3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 3305 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 maggio 2012, n. 63, recante disposizioni urgenti in materia di riordino dei contributi alle imprese editrici, nonché di vendita della stampa quotidiana e periodica e di pubblicità istituzionale (Approvato dal Senato) (C. 5322).
- Relatore: Mazzuca.

(al termine delle votazioni).

4. - Discussione del disegno di legge (per la discussione sulle linee generali):
S. 3331 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 maggio 2012, n. 67, recante disposizioni urgenti per il rinnovo dei Comitati e del Consiglio generale degli italiani all'estero (Approvato dal Senato) (C. 5342).

La seduta termina alle 19,25.