Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

23/10/2009

Palazzo Montecitorio, Sala della Lupa - Inaugurazione Giornata del Libro politico sul tema "Le nuove culture politiche per il XXI secolo"

Autorità, signore e signori! E' con vero piacere che apro i lavori di questo convegno dedicato alle culture politiche per il XXI secolo. Ritengo che sia un argomento di notevole interesse per tutti, in particolare per coloro che hanno a cuore la dimensione storica dell'agire politico. Notevole interesse e grande attualità: sempre più forte è la domanda dei cittadini sull'avvenire della nostra società e sempre più avvertita è l'esigenza di modelli culturali capaci a interpretare le gigantesche trasformazioni sociali a cui stiamo assistendo in questi anni.

Saluto e ringrazio Sergio Belardinelli, Marc Lazar , Piero Ostellino, Salvatore Veca, che sia apprestano fornire il loro autorevole contributo scientifico e culturale al convegno.

Questo incontro inaugura la Giornata del Libro Politico che la Camera dei deputati ha promosso d'intesa con l'Associazione Italiana Editori e con la collaborazione dell'Associazione Librai Italiani. Si tratta di un importante momento di collaborazione tra le Istituzioni e il mondo dell'editoria teso ad una più efficace promozione del valore della lettura presso i cittadini. Ringrazio il Presidente dell'AIE, Marco Polillo, il Presidente del Gruppo dei Piccoli Editori dell'AIE, Enrico Iacometti, il Presidente dell'ALI di Roma, Marcello Ciccaglioni. E ringrazio Aldo Di Lello senza la cui intuizione ed intelligenza questo convegno non si sarebbe svolto.

Far crescere, anche quantitativamente, il pubblico dei lettori deve essere per la politica un obiettivo di grande portata civile, soprattutto in Italia, dove purtroppo -come risulta dall'ultimo rapporto dell'AIE - il 56 per cento della popolazione non apre neanche un libro nell'arco di un anno. E' un paradosso rattristante, considerato che il nostro Paese vanta una tradizione culturale ricchissima.

La consapevolezza di tale difficoltà deve impegnare tutti a moltiplicare gli sforzi affinché i lettori di libri diventino la maggioranza dei cittadini. E ciò innanzi tutto nella considerazione che la promozione della cultura rappresenta uno dei princìpi fondamentali sanciti dalla Costituzione. La consuetudine con la lettura rappresenta un prezioso alimento per la condivisione dei valori civili e favorisce l'affermazione di una cittadinanza matura e consapevole.

Questa azione di promozione civile deve rivolgersi in particolare ai giovani. Accrescere nei ragazzi la passione per il libro equivale ad incrementare le risorse sociali, culturali ed economiche del nostro Paese. Vuol dire favorirne la competitività in un mondo che tenderà sempre più a valorizzare le risorse immateriali della conoscenza e del sapere.

Questa manifestazione è dedicata alla saggista politica intesa nel senso più ampio, non solo come politologia ma anche come riflessione storica, sociale, economica e geopolitica.

Il programma è ampio e prevede sia una esposizione delle novità editoriali sia una serie di tavole rotonde che si snoderà nella giornata.

Vorrei rivolgere il mio plauso agli editori che hanno aderito alla manifestazione e a tutti gli studiosi che animeranno i dibattiti. Grazie alla loro convinta partecipazione potremo scrivere oggi una bella pagina di cultura civile e politica, e contribuire alla crescita della partecipazione democratica nel nostro Paese.

Il tema del convegno è strettamente legato alla manifestazione. S'avverte infatti il bisogno di nuove culture, di nuovi linguaggi, di nuove sintesi di fronte ai giganteschi processi sociali che hanno cambiato la vita di tutti nel breve volgere di due decenni. C'è necessità di capire meglio la società che sta nascendo in questi primi anni del 2000, anni liberi dalla pesante eredità delle ideologie che hanno sconvolto il cosiddetto "secolo breve". C'è soprattutto la necessità di affrontare i nuovi problemi sociali nella loro realtà effettiva e senza pregiudizi, senza miti fuorvianti e senza più la pretesa di trasformare l'idea politica, nelle sue varie ispirazioni, in una sorta di religione laica totalizzante.

Dobbiamo evitare la riaffermazione degli "ismi" , che sono da sempre fattori di divisione all'interno della società e che possono spesso condurre alla rappresentazione dell'avversario politico come nemico.

E' del resto opinione comune e diffusa che molti dei problemi odierni richiedano soluzioni pragmatiche e concrete, in aderenza con una società assai mobile, veloce e libera come quella del XXI secolo.

E' bene però precisare che solido spirito pragmatico non vuol dire pragmatismo assoluto. Anche il pragmatismo può diventare un dogma. E ciò non sarebbe fattore di reale progresso sociale.
In questi ultimi decenni s'è affermata nella società quella che potremmo definire una "cultura del congedo" dalle ideologie e dalle mitologie politiche. E' stato un processo intenso, sofferto e ispirato da nobili motivi.

Ma dalla "cultura del congedo" non si può e non si deve passare al "congedo dalla cultura".

Le imponenti trasformazioni sociali di questi anni richiedono un sforzo sempre più intenso di comprensione e di analisi. Pensiamo soltanto ai cambiamenti indotti dalle grandi migrazioni, dall'apertura delle frontiere, dai veloci movimenti di capitali, dall'affermazione di nuove potenze economiche. Milioni di uomini sono usciti dalla povertà, ma tanti altri milioni continuano a vivere nell'indigenza estrema, nell'esclusione e nella privazione dei diritti più elementari.

L'elencazione dei processi che hanno cambiato in poco tempo il volto della società contemporanea sarebbe lungo. Possiamo comunque dire che il XXI secolo è all'insegna di molte luci e di altrettante ombre.

Occorre illuminare questi fenomeni storici nelle loro dinamiche profonde. Occorre illuminarli facendo di tutto per illuminarli anziché subirli. La società di domani possiamo costruirla già da oggi. Questa è la vera grande sfida che è in capo alla politica.

Per costruire una società nuova occorre innanzi tutto un'idea nuova della società.
Occorrono nuove culture politiche fondate sull'esperienza e sui valori, che sono da considerarsi tali in quanto universali.

Vorrei precisare che, quando parlo di nuove culture e di nuove sintesi, non intendo dire che c'è da reinventare la politica. Ciò non sarebbe né auspicabile né possibile. C'è invece da consolidare e affermare quel nucleo di valori intangibili che l'esperienza politica del XX secolo ha consegnato ancora vitali al XXI.

Questi valori, interpretati dalle grandi idee e dai grandi filoni ideali che hanno contrastato e poi sconfitto i totalitarismi del secolo scorso, ruotano attorno al valore centrale della dignità e della libertà della persona.

La necessaria riaffermazione di tali princìpi si deve oggi tradurre in nuove opportunità di vita e in nuove possibilità di crescita sociale per tanti uomini e tante donne. Su questi temi ruota da anni la riflessione politologia, economica, storica e sociologica. E ve ne sarà ampio riscontro nella giornata odierna.

Vorrei concludere osservando che mai come oggi c'è la necessità di rinsaldare il legame tra la politica e la cultura. La costruzione di un mondo più giusto e più libero è un obiettivo condiviso dalle grandi forze della nostra società.