Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

13/11/2009

Giornata parlamentare in occasione del Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare

Desidero innanzitutto salutare e ringraziare gli illustri relatori, le autorità presenti ed i colleghi parlamentari di ogni parte del mondo che hanno risposto all'invito del Parlamento italiano e dell'Unione interparlamentare e con la loro presenza contribuiscono a rafforzare la dimensione rappresentativa dell'imminente Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare.

Il Parlamento italiano ha inteso ancora una volta sottolineare il proprio particolare impegno sul tema, considerata anche la circostanza che la città di Roma, capitale d'Italia, ospita la sede della FAO, dell'IFAD, del PAM, del Bioversity International e del Global Crop Diversity.

E' la terza volta che Roma ospita un vertice mondiale sulla sicurezza alimentare, dopo le edizioni del 1996 e del 2002, ed è la terza volta che il Parlamento italiano ospita in concomitanza una Giornata parlamentare sullo stesso tema.

L'imminente Vertice FAO si apre in una fase difficile. La lotta contro la fame nel mondo, che ha conseguito negli ultimi anni alcuni limitati ma significativi successi, ha subìto una preoccupante inversione di tendenza: oggi più di un miliardo di persone soffrono la malnutrizione e si trovano nell'indigenza estrema .

Le previsioni per l'immediato futuro evidenziano il rischio di un ulteriore aggravamento della situazione.

Il fenomeno deriva da molte cause : dal persistente effetto negativo del recente incremento dei prezzi delle derrate alimentari ai cambiamenti climatici; dalle conseguenze indotte dalla crisi finanziaria globale - come la riduzione delle rimesse degli emigrati e il deprezzamento di alcune materie prime - ai conflitti regionali che coinvolgono ampie fasce di popolazione del pianeta.

E' compito dei Parlamenti di tutto il mondo definire politiche di sviluppo sostenibile e durevole, evitando di essere costretti ad arginare una situazione di giorno in giorno più pressante ed incontrollabile.

Oggi trentuno Paesi versano in condizioni di crisi alimentare tali da richiedere interventi di assistenza di carattere emergenziale. Altri settantaquattro Paesi sono comunque destinatari di aiuti da parte del Programma alimentare mondiale che aiuta circa cento milioni di persone. Ricordo il grande impegno profuso al riguardo da Josette Sheeran, Direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale.

Nel 1996 la comunità internazionale si è data l'obiettivo di diminuire la quota delle persone affamate e malnutrite a 420 milioni di persone. La grande distanza tra gli obiettivi programmati e i risultati conseguiti, nonostante una cospicua mobilitazione di energie e di risorse, deve indurci a riflettere sulla efficacia dei programmi internazionali in materia.

Occorre considerare quanto la sicurezza alimentare sia strategica nel conseguimento degli obiettivi di riduzione della povertà, di tutela della salute pubblica, di crescita economica sostenibile e, in ultima analisi, per la pace e la stabilità mondiale.

Lanciare politiche più incisive contro la fame costituisce una precondizione fondamentale per conseguire gli otto Obiettivi del Millennio, che andrebbero raggiunti entro il 2015, secondo quanto stabilito dalle Nazioni Unite nel 2000. Un eventuale e malaugurato insuccesso sul fronte della lotta alla malnutrizione comprometterebbe il conseguimento di tutti gli altri traguardi.

Di ciò è stato ben consapevole il vertice del G8 dell'Aquila con la Dichiarazione congiunta sulla sicurezza alimentare globale, che l'Italia considera uno dei risultati più significativi della sua Presidenza e che prevede un impegno finanziario pari a venti miliardi di dollari in tre anni.

Desidero inoltre esprimere il mio apprezzamento per l'appello che ha rivolto recentemente il Direttore generale della FAO, Jacques Diouf, perché la comunità internazionale affronti con decisione la crisi alimentare e ricordare al riguardo l'impegno specifico del nostro Paese di cui il Fondo italiano per la sicurezza alimentare presso la FAO costituisce da tempo una tangibile, diretta ed efficace testimonianza.

E' di tutta evidenza la diretta correlazione tra sicurezza alimentare, crescita economica, progresso sociale e stabilità politica. La comunità internazionale è chiamata ad un esame di coscienza che porti ad affrontare i fattori strutturali della crisi.

E' proprio dai Parlamenti che possono venire chiare indicazioni in tale direzione.

Penso, ad esempio, alla possibilità di destinare maggiori investimenti all'agricoltura, per allargare la base della produzione, per potenziare la produttività, attraverso la ricerca scientifica, requisito essenziale per assicurare a tutti adeguate risorse alimentari.

Una seconda questione riguarda il comune impegno volto a favorire la positiva conclusione del negoziato di Doha nell'ambito dell'Organizzazione Mondiale per il Commercio, in modo da facilitare, attraverso la promozione di sistemi di scambio più solidali, il percorso che i Paesi in via di sviluppo stanno compiendo per superare lo stadio dell'economia agricola di sussistenza.

Occorre inoltre promuovere efficaci politiche di contrasto ai cambiamenti climatici che possono provocare gravi effetti, riflettendosi negativamente sull'agricoltura e la pesca, soprattutto nelle regioni tropicali, ove si concentrano la maggior parte dei paesi in via di sviluppo.

Tali questioni sono all'attenzione del Parlamento italiano. In particolare si sta esaminando un provvedimento legislativo di rilancio del settore agricolo. Le regole del commercio internazionale sono oggetto di un'indagine conoscitiva presso la Commissione Affari esteri della Camera dei deputati, che sarà conclusa dall'intervento del Direttore generale dell'OMC. Inoltre la preparazione del prossimo vertice di Copenhagen sui cambiamenti climatici è seguita costantemente dalle competenti commissioni parlamentari.

Desidero anche evidenziare che le Commissioni Affari esteri ed Agricoltura della Camera e del Senato hanno approfondito in una serie di audizioni gli esiti della Conferenza sulla sicurezza alimentare mondiale, a seguito del consistente aumento dei prezzi delle derrate alimentari sui mercati internazionali.

Va ricordato, inoltre, l'istituzione, sempre presso la Commissione Affari esteri della Camera, del Comitato permanente sugli Obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite. Tale organismo, che il 2 luglio scorso ha tenuto un seminario interparlamentare, ha il compito di seguire, per tutta la legislatura, i risultati via via conseguiti sulla via indicata dall'ONU.

Un'ulteriore riflessione attiene alla valutazione dell'efficienza dell'attuale configurazione degli organismi internazionali impegnati sul fronte della sicurezza alimentare, riguardo ai quali è stata spesso segnalata l'elevata incidenza dei costi amministrativi.

La FAO ha da tempo avviato un processo di riforma interna, che si riallaccia al più ampio impegno delle Nazioni Unite, meritoriamente rilanciato dall'attuale Segretario Generale Ban Ki Moon, di coordinare la propria articolazione interna in un sistema coerente ed efficace, evitando sprechi e duplicazioni.

Auspico che la riunione dei Capi di Stato e di Governo, che si terrà nei prossimi giorni a Roma, possa offrire indicazioni utili al riguardo, con una sempre maggiore attenzione ai concreti risultati da raggiungere.

Allo stesso modo, occorre maggiore riflessione ed impegno per promuovere in loco la capacità di gestione efficace degli aiuti e di incentivazione della produzione.

A questo riguardo appare importante rafforzare in tutti i Paesi una sempre maggiore trasparenza nelle procedure, affiancata da un più efficace controllo da parte delle Istituzioni parlamentari.

La sicurezza alimentare è per eccellenza il banco di prova su cui il sistema multilaterale può dimostrare la sua efficacia, perché vi sono in gioco le prospettive di vita e le speranze di dignità dei popoli della terra.

Dal Continente africano sono venuti incoraggianti segnali a tale proposito, dalla Dichiarazione di Maputo dell'Unione Africana - che ha indicato l'obiettivo del dieci per cento del bilancio pubblico per il settore agricolo - alla Dichiarazione ONU di Accra.

Il diritto all'alimentazione è un diritto fondamentale dell'uomo in quanto individuo ed in quanto membro di una famiglia, di una comunità, di un popolo, un diritto irrinunciabile dell'umanità.

Parlamenti, governi, organismi internazionali, organizzazioni non governative e tutto l'ampio fronte della società civile mondiale devono moltiplicare i loro sforzi per permettere a un numero crescente di persone di riscattarsi dall'oppressione della fame e della povertà. Non potremo mai dire di essere incamminati sulla via del progresso finché una fascia così paurosamente vasta della popolazione mondiale continuerà a essere costretta a condurre una quotidiana lotta per la sopravvivenza.