Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

21/01/2010

Montecitorio, Sala della Lupa - Commemorazione dell'On. Paola Manzini

Onorevoli Colleghi, Signore e Signori,

Come sempre accade di fronte alla conclusione precoce di un itinerario di vita come quello di Paola Manzini, il rischio che si corre nel manifestare quanto vivo ne rimanga in noi il ricordo, è quello di lasciarsi sopraffare dall'amarezza o, al contrario, di indulgere nell'enfasi commemorativa.
Nessuno di questi due atteggiamenti tuttavia ci consentirebbe di rendere merito alle molteplici dimensioni del suo impegno civile e politico e soprattutto nessuno dei due risulterebbe adeguato a restituire un'immagine veritiera della sua personalità, così poco incline tanto allo scoraggiamento quanto alla retorica.
Pertanto, la maniera più giusta e che credo le risulterebbe più gradita per ricordare il valore del suo contributo all'attività della Camera dei deputati, è quella di commisurare quanto più possibile l'espressione del nostro sentimento comune all'indole sobria, pragmatica ed autentica che Paola Manzini seppe esprimere nel suo impegno parlamentare.
L'incontro di oggi si deve focalizzare sul suo ruolo di donna delle Istituzioni, di donna deputato e di donna attivamente impegnata nella complessità del processo legislativo.
Tre profili diversi per ribadire, attraverso il suo esempio, il valore dell'impegno femminile nella partecipazione politica e nell'attività istituzionale.
Penso che il valore di questo impegno abbia avuto un significato determinante nella particolare fase della nostra storia recente, fra gli anni Ottanta e Novanta, che la generazione di Paola Manzini ha vissuto con piena maturità politica.
Quelli furono gli anni in cui tutti i partiti storici della democrazia italiana si trovarono ad affrontare una diffusa crisi di ruolo istituzionale, dovuta alle incrostazioni burocratiche, all'esigenza di ricambio generazionale ma anche - come ebbe a scrivere la stessa Manzini - "alle ideologie identitarie che spesso ergono ostacoli insormontabili, più apparenti che reali".
Tutti i partiti avevano bisogno in quella temperie di un nuovo slancio progettuale che consentisse di superare vecchi e nuovi conformismi e di aprire con pragmatismo non privo d'ideali una pagina nuova della nostra storia politica.
Di questo periodo di rinnovamento Paola Manzini è stata in Parlamento uno dei principali interpreti per la sua parte politica, orientando inizialmente il suo impegno verso molteplici ambiti di concreta iniziativa riformatrice nel settore delle attività produttive: dalle politiche infrastrutturali alla crescita dell'imprenditoria; dalla riforma del commercio ai progetti per la ricerca e l'innovazione.
Temi che si aggiungevano a quelli dell'impegno femminile nelle politiche sociali e in quelle della famiglia, della scuola e della sanità.
Già questa pluralità di prospettive costituisce a mio avviso un primo profilo di originalità del lavoro parlamentare di Paola Manzini che appartiene ad una generazione di donne il cui contributo di idee si estende anche ad ambiti ulteriori come la giustizia, l'industria, le politiche finanziarie e le relazioni internazionali.
E' interessante notare inoltre come, rispetto alla tradizionale attenzione della sua parte politica per i temi del lavoro in un'accezione più propriamente operaista o cooperativistica, l'iniziativa politica della Manzini si estendesse fino a comprendere anche la dimensione imprenditoriale e commerciale dell'attività produttiva, la realtà della piccola impresa e del lavoro autonomo, questioni affrontate sempre senza cedere a dogmi ideologici.
Ciò era forse espressione di un'aspirazione generazionale a rompere gli schemi per costruire un futuro più libero da condizionamenti e pregiudizi, che lasciasse spazio alla libera intraprendenza ed alla creatività femminile, capaci di mettere a frutto le opportunità di crescita individuale e collettiva offerte dai mutamenti sociali.
Un altro aspetto da evidenziare nell'esperienza parlamentare di Paola Manzini mi sembra consistere nella sua attenzione alla capacità decisionale del Parlamento anche su temi ad elevato contenuto tecnico.
In questo era mossa non tanto da un'astratta adesione al principio della centralità del Parlamento quanto piuttosto dalla convinzione pratica che il valore dell'Istituzione parlamentare nel sentimento collettivo si fonda sulla capacità di fornire risposte concrete ai problemi del Paese, facendo seguire alla necessaria fase del confronto fra le idee quella, parimenti imprescindibile, della decisione.
Lo stile rigoroso ed equilibrato con cui esercitò nella XIV legislatura le funzioni di Deputato Questore della Camera fu espressione tangibile della sua capacità di praticare questi valori e di assumere il punto di vista dell'Istituzione, facendosi carico della sua continuità e delle condizioni necessarie per garantirne il funzionamento.
Per tutti questi profili dobbiamo guardare oggi con rispetto all'impegno di questa collega parlamentare e di questa donna, forte e combattiva, poiché vi ritroviamo una professione chiara e convinta del ruolo centrale del Parlamento e dell'alto valore democratico e sociale del lavoro parlamentare, vissuto intensamente al servizio dell'Istituzione e del Paese in cui le diverse culture politiche si ritrovano, si confrontano e concorrono a determinare la politica nazionale e garantire l'interesse generale del nostro popolo.