Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

10/02/2010

Montecitorio, Sala della Lupa - Inaugurazione dell'esposizione "Gli italiani dell'esodo - testimonianze di immagini e oggetti"

Vorrei innanzi tutto rivolgere il mio saluto più caloroso ai rappresentanti delle associazioni di esuli istriani, fiumani, giuliani e dalmati che hanno voluto essere presenti a questo evento.

Sono lieto di inaugurare con loro e con Roberto Menia, Sottosegretario di Stato all'Ambiente, questa importante esposizione che racconta, con il linguaggio diretto delle immagini e degli oggetti, il dramma dell'esodo sofferto dagli italiani delle terre adriatiche nel 1947 e negli anni successivi.

E' in questo modo, semplice e intenso, che la Camera dei deputati onora quest'anno il Giorno del Ricordo, a sei anni della legge che ha istituito questa ricorrenza "al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe ". Desidero al riguardo sottolineare che quel voto parlamentare, preso a larghissima maggioranza e in nome dei valori condivisi dell'umanità e dell'italianità, ha inteso favorire la promozione di iniziative , da parte di istituzioni ed enti, per conservare la memoria di quei tragici eventi approfondendone il significato all'interno dell'identità nazionale.

Il mio auspicio è che si diffonda ulteriormente la coscienza di questa giornata presso i cittadini, insieme con l'impegno a promuoverla nel maggior numero di sedi, affinché vengano pienamente valorizzati i princìpi che la ispirano, che sono princìpi di identità, unità e riconciliazione, in una matura e civile comprensione della storia nazionale.

Oggi sono presenti tra noi gli studenti romani dell'istituto professionale di Stato "Virginia Woolf", del Liceo Scientifico Isacco Newton e una delegazione del Liceo italiano di Fiume. Anche a loro desidero rivolgere un caloroso saluto. Ritengo fondamentale promuovere presso i giovani la più ampia e approfondita conoscenza possibile di tutte le pagine del nostro passato, anche e soprattutto di quelle più dolorose, come l'esodo degli italiani e la tragedia delle foibe, affinché la loro formazione di cittadini avvenga nella consapevolezza della memoria storica e della necessità di difendere sempre i diritti dell'uomo, contro ogni violazione dettata dal razzismo, dal totalitarismo.

Le immagini e gli oggetti esposti in questa rassegna non hanno bisogno di particolari spiegazioni. E ringrazio Piero Del Bello, direttore dell'Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata di Trieste per averla allestita con tanta efficacia e sensibilità.

Sono immagini e oggetti che parlano direttamente al cuore, producendo un sentimento immediato di dolore, di vicinanza e di empatia. Sono testimonianze che coinvolgono e commuovono. Nei volti di questi italiani dell'esodo leggiamo il dolore dell'addio, gli orrori e le angosce del loro passato recente, l'incertezza, ed in alcuni casi la paura, dell'avvenire. Scorgiamo anche il filo di una speranza di vita nuova intrecciato all'immensa tristezza dell'esilio e al rimpianto indelebile per la terra e la casa che sono stati costretti ad abbandonare.

Purtroppo, come è ampiamente noto, attorno a questi esuli non si strinse, o non si strinse a sufficienza, l'abbraccio solidale dell'Italia. Il Paese fu, in molti casi, indifferente, talvolta anche ostile. Tanti esuli dovettero vivere a lungo nei campi profughi, in condizioni precarie e difficili.

La loro sofferenza fu oscurata e resa invisibile. E non c'è dubbio che tutto ciò rappresentò un dramma ulteriore.

La storia dell'esodo e delle vittime delle foibe è anche questa, è la storia di un ingiusto tentativo di rimozione che non ha tenuto conto delle tante tribolazioni e dei tanti dolori patiti dai trecentomila italiani che furono obbligati all'esilio .

In questa storia c'è però comunque la grande tempra di quelle poppolazioni, la loro capacità di ricostruzione di vita, la loro determinazione a testimoniare sempre il loro dramma, la loro tristezza, il loro sentimento di italianità.

Il Giorno del Ricordo tende anche a rendere omaggio a questa forza morale e a questo coraggio umano e civile.

La rassegna ci racconta questi drammi nella loro quotidianità e concreta umanità. I volti di quegli uomini, di quelle donne, di quei bambini, insieme con la testimonianza calda e, nello stesso tempo, austera proveniente dalle loro masserizie, contengono un grande insegnamento morale e ideale.

Ci ricordano che sono sempre gli umili, i più deboli e gli indifesi a patire per primi la follia dell'uomo.

E' quanto ci arriva dall'esperienza tragica del Novecento. Ma è anche, purtroppo, quanto vediamo ancora svolgersi in tante aree del mondo devastate dall'odio etnico e politico.
Ricordiamo, in questo giorno di rievocazione e raccoglimento per le sofferenze di tanti italiani innocenti, la necessità di sostenere sempre i valori dell'uomo e della dignità della persona, che sono parte integrante dell'Italia civile che abbiamo costruito nei decenni passati e che sono il pilastro di questa Europa che ci apprestiamo a costruire negli anni a venire grazie all'autentica solidarietà tra tutti coloro che sono figli del vecchio continente.