Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

30/03/2010

Montecitorio, Sala della Lupa - Incontro in onore di Pietro Ingrao in occasione del suo novantacinquesimo compleanno

Con questo incontro, la Camera dei deputati vuole oggi esprimere il suo augurio più fervido e sincero all'onorevole Pietro Ingrao per i suoi novantacinque anni.

Un sincero e cordiale benvenuto al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ci onora con la sua presenza.

Un saluto al Presidente emerito della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, al Vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, al Presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, agli ex Presidenti della Camera, Luciano Violante, Pier Ferdinando Casini, Fausto Bertinotti, unitamente a tutte le autorità presenti e a Mario Tronti, che tra breve svolgerà una lectio magistralis sul tema "Persona e politica".

Un saluto speciale al festeggiato, alla sorella Giulia, ai figli Bruna, Guido, Renata Celeste, Chiara -già nostra collega in Parlamento - . Un pensiero deferente alla memoria della moglie di Ingrao, signora Laura Lombardo Radice, che da qualche anno non è più tra noi.

Prima di dare la parola al professor Tronti, desidero soffermarmi brevemente sull'importante contributo fornito dal Presidente Ingrao all'affermazione della democrazia e al consolidamento dei valori costituzionali e repubblicani.

Un impegno che Ingrao ha svolto in diversi e importanti ambiti: come parlamentare, come uomo delle Istituzioni, come dirigente politico, come intellettuale impegnato nel dibattito delle idee e attento ai mutamenti della società.

Come parlamentare, ha onorato la nostra Istituzione rappresentativa attraverso ben dieci legislature, in anni decisivi per la storia politica italiana, dal 1948 al 1992, anno in cui decise di non ricandidarsi, senza però rinunciare a partecipare con la passione di sempre al dibattito politico.

Lo testimoniano i numerosi libri pubblicati in questi ultimi anni e i suoi tanti interventi politici, sempre ispirati a quella indipendenza di giudizio, a quell'onestà intellettuale, a quella critica costruttiva che tutti hanno sempre riconosciuto a Pietro Ingrao.

Della sua lunga esperienza di deputato, il momento culminante è certamente coinciso con gli anni, dal 1976 al 1979, in cui Ingrao ha ricoperto l'incarico di Presidente della Camera.

E' stata una stagione di grande significato per la vita istituzionale italiana e Ingrao vi ha trasfuso la sua idea vitale della democrazia, il suo senso dello Stato, la sua sincera e non rituale adesione ai valori costituzionali.

La sua azione si è svolta in primo luogo nel segno di una coerente e decisa rivendicazione della centralità del Parlamento, intesa come affermazione della sovranità popolare, nel rispetto dell'equilibrio costituzionale, e al tempo stesso come esaltazione del pluralismo delle idee e delle culture presenti nella società.

E' una concezione del Parlamento fondamentale per una buona qualità della nostra democrazia e che non perde di forza neppure nell'attuale stagione, così diversa da quella in cui Ingrao presiedeva la Camera.

Occorre essere consapevoli che il principio della centralità del Parlamento va oggi necessariamente coniugato e contemperato con le esigenze della governabilità, della incisività e della rapidità della decisione politica: tutte esigenze che hanno acquistato un rilievo sempre più marcato sull'onda delle grandi trasformazioni politiche, sociali ed economiche di questi ultimi decenni.

Ma, se è vero come è vero, che la democrazia parlamentare, oltre che governante deve essere parimenti rappresentativa, il richiamo alla centralità del Parlamento rimane, oggi come 35 anni fa, un principio necessario per mantenere forte il rapporto tra Istituzioni e società, per promuovere il valore della partecipazione politica, che è vitale in ogni democrazia, per garantire il controllo costituzionalmente necessario sull'azione politica e amministrativa dell'esecutivo, per assicurare costantemente una equilibrata e armonica vita istituzionale.

La visione democratica di Ingrao è espressa con grande forza e convinzione nei tanti interventi che hanno scandito la sua vita politica. Qui voglio ricordare solo il suo discorso d'insediamento come Presidente della Camera, quando, non certo a caso, rilevò che il Parlamento rappresenta la "sede più alta" per "l'unificazione reale del Paese".

E' un convincimento che discende dal suo convinto richiamo ai valori della Costituzione, ma che affonda le radici in una visione positiva della natura del popolo italiano.

Un popolo -quello italiano- che, per Ingrao, è "forte e maturo", sa affrontare le prove e i sacrifici necessari. A condizione però di essere sempre più chiamato a conoscere e a partecipare.

A queste, si potrebbero aggiungere oggi altre condizioni, che apparivano meno evidenti (o che si davano per scontate) trenta o quarant'anni fa; penso in primo luogo alla fiducia popolare nell'insieme della classe politica e alla identificazione tra l'interesse dei cittadini e l'azione delle Istituzioni.

Questa visione positiva del nostro popolo è ancora attuale, non cessa di essere valida, perché è la visione di una comunità dei cittadini che vuole partecipare alla vita pubblica con la matura consapevolezza dei problemi collettivi.

E' una prospettiva che le Istituzioni devono promuovere costantemente, oggi come tanti anni fa, perché la vitalità del sistema democratico continua e continuerà sempre a trarre primario alimento dalla qualità della proposta politica e dall'intensità della partecipazione popolare.

Oggi, si deve semmai rilevare che, a differenza di quanto accadeva negli scorsi decenni, la domanda di partecipazione che proviene dalla società tende oggi a indirizzarsi al di fuori delle tradizionali forme di aggregazione politica; la stessa diminuita affluenza elettorale per le regionali di ieri lo dimostra.

Finita l'epoca dei partiti ideologici, oggi viviamo una fase in cui le istanze partecipative tendono a indirizzarsi verso il volontariato, verso il terzo settore.

E' comunque certamente rilevante che, nella biografia politica di Ingrao, si trovi una costante attenzione ai mutamenti sociali e ai soggetti che ne sono di volta in volta protagonisti. Questa sua particolare sensibilità lo ha condotto nel tempo alla ricerca di sintesi ideali e culturali capaci di rappresentare le dinamiche dei grandi soggetti collettivi, in primis il mondo dei lavoratori e dei giovani. E credo che sia proprio questa capacità di leggere in profondità l'evoluzione sociale e di immaginare il futuro, anche alle soglie del secolo di vita, a fare di Ingrao una delle figure più prestigiose e autorevoli della sinistra italiana, cui peraltro anche gli avversari politici non fanno mancare stima e considerazione, specie per la sua autonomia di giudizio e la sua capacità di critica.

Nel rinnovare a Ingrao i più fervidi auguri di compleanno, a nome mio personale, dei colleghi deputati e di tutta l'Amministrazione, prego il professor Tronti di svolgere la sua lectio magistralis.