Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe

INIZIO CONTENUTO

Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

30/06/2010

Montecitorio, Sala della Lupa - Presentazione della Relazione del Garante per la protezione dei dati personali sull'attività svolta nel 2009

Autorità, Signore e Signori!

Il tradizionale appuntamento con la Relazione annuale del "Garante per la protezione dei dati personali" cade, anche quest'anno, in un momento delicato per la vita istituzionale del nostro Paese.

L'esigenza di bilanciare il diritto alla privacy e il diritto alla sicurezza e alla legalita' è, infatti, sempre più avvertita non solo con riguardo ad alcuni provvedimenti legislativi all'esame del Parlamento, ma anche in relazione al crescente impiego di tecnologie avanzate che se, da un lato, si pongono come veri e propri "indicatori" di progresso, dall'altro, accrescono il pericolo di lesioni della sfera privata del cittadino.

A questo proposito, bisogna tener conto che la "relazione" fra gli innovatori delle tecnologie e l'intervento dei soggetti istituzionalmente "regolatori" (ai vari livelli, sia di diritto interno, che di diritto sovranazionale) richiede, in primo luogo, che le normative siano elaborate in tempi rapidi.

Del resto, come già osservava nel 1999 Vittorio Mathieu, «la tecnologia si va imponendo come forza 'ecumenica' del villaggio globale, capace di attraversare, senza essere fermata, tutte le frontiere politiche, etniche, ambientali del pianeta».

Inoltre la tecnologia si afferma sempre più come "forza autonoma", dotata di una sua intrinseca spinta propulsiva e di una marcata indipendenza dai sistemi politici ed economici.

In questo contesto acquista carattere di urgenza e di indifferibilità la tutela di diritti fondamentali quali la riservatezza, la libertà, la sicurezza delle "transazioni" commerciali nel momento in cui i dati sensibili vengono acquisiti, raccolti e diffusi mediante la circolazione anche on line.

Questi sono soltanto alcuni degli aspetti che mettono in evidenza come il concetto stesso di privacy presupponela necessità di assicurare ad ognuno di noi il controllo esclusivo delle informazioni che ci riguardano, al fine di poter compiere scelte libere da ogni condizionamento o pregiudizio sociale.

Oggi, peraltro, assume un indubbio rilievo anche il profilo della cosiddetta "sicurezza pubblica" soprattutto in considerazione del progressivo aumento, sia in termini di quantità che di efficacia, dei controlli volti a garantire l'incolumita' dei cittadini, in risposta all'incremento della criminalità organizzata e dei gravi episodi di terrorismo.

Da questo punto di vista, e' la stessa protezione dei dati ad offrire strumenti giuridici importanti per la difesa dei diritti, specie nel caso in cui l'introduzione di mezzi di indagine particolarmente invasivi per la natura dei reati perseguiti e per l'uso di nuove tecnologie non e' andata di pari passo con l'individuazione di idonee garanzie.

La ricerca di un equilibrio per coniugare le esigenze di protezione della collettività con quelle del rispetto della libertà e della identità del singolo cittadino rappresenta, tuttavia, un compito cui non possono sottrarsi le istituzioni democratiche nel gestire quotidianamente le eterogenee problematiche della sicurezza.

Sotto questo aspetto, gli eccessi che, ad esempio, causano la prevalenza del diritto all'informazione su quello alla privacy devono spingerci a trovare una soluzione diversa da quella di coloro che pensano che il contemperamento tra il diritto alla riservatezza e le esigenze della sicurezza, della legalita' e dell'informazione possa scaturire spontaneamente.

Una cosa e', infatti, sostenere che una legge puo' essere formulata diversamente e meglio, tutt'altra cosa e', invece, accettare che il costo morale e materiale della sicurezza possa essere pagato da quanti alla fine potrebbero essere riconosciuti come innocenti.

Se si considerano questi due fattori, diritto alla sicurezza e diritto alla privacy, come fattori antitetici ed in rigida contrapposizione fra loro, si rischia di dimenticare che la sicurezza non deve essere concepita come un bene assoluto, quanto piuttosto come uno strumento al servizio dei diritti e delle libertà, secondo un rapporto di funzionale complementarietà.

La dicotomia del rapporto tra privacy e sicurezza e' legata principalmente al fatto che le attività di polizia, di difesa e di giustizia necessitano, talvolta, di interventi volti a derogare la disciplina generale in materia di tutela dei dati personali.

Il potere di controllo dello Stato, infatti, può certamente variare di intensità a seconda della necessita' di salvaguardare il "bene comune", ma questo potere deve sempre essere esercitato nel rispetto di determinate condizioni per evitare che l'autorità annulli la libertà.

A questo riguardo, la rispondenza ai criteri di stretta necessita' e proporzionalità dei dati personali costituisce un parametro imprescindibile, utile ai fini dell'efficienza delle indagini, in quanto porta alla raccolta e alla conservazione dei soli dati pertinenti ed aggiornati, evitando enormi, quanto inutili, "database".

Solo così si può evitare il rischio che gli strumenti per la tutela della sicurezza nazionale possano, come ha affermato la Corte europea dei diritti dell'uomo in alcune importanti sentenze (Sent. Klass/Germania, 6 settembre 1978; Leander/Svezia, 26 marzo 1987), «minare o persino distruggere la democrazia, col pretesto di difenderla».

Anche dinanzi alla logica emergenziale, che puo' caratterizzare determinate fasi storiche, lo Stato di diritto non può mai legittimare vistose ed inammissibili violazioni dei principi fondamentali in nome della cosiddetta "ragione di Stato".

D'altronde, per non cedere al principio sbagliato secondo cui "il fine giustifica i mezzi", le societa' democratiche non devono rinnegare il proprio DNA che si fonda sul rigoroso rispetto delle regole e delle procedure a garanzia delle liberta' fondamentali.

L'impegno dell'Autorita', che oggi ci accingiamo ad ascoltare con molto interesse, e' proprio quello di garantirci nella nostra intima essenza di cittadini liberi, che operano con correttezza nella legalita', ma che pretendono giustamente di essere rispettati nei loro diritti, nella loro dignita' e nella loro riservatezza.

Grazie.