Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

13/07/2010

Montecitorio, Sala della Lupa - Presentazione del Rapporto del Professor Mario Monti sul tema "Una nuova strategia per il mercato unico. Al servizio dell'economia e della società europea" - TESTO CONSEGNATO AGLI ATTI DEL CONVEGNO

TESTO DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA CONSEGNATO AGLI ATTI DEL CONVEGNO

Autorità, Signore,Signori!

La Camera dei deputati è lieta di ospitare la presentazione del Rapporto di Mario Monti sul rilancio del mercato unico.

Saluto l'autore unitamente al Ministro per le Politiche europee Andrea Ronchi, al Vicepresidente di Confindustria, Cristiana Coppola, al Presidente della Commissione Politiche dell'Unione Europea della Camera dei deputati, Mario Pescante, all'On. Sandro Gozi.

Il Rapporto elaborato dal professor Monti risulta quanto mai opportuno e puntuale in questa delicata fase della vita europea, che vede i governi impegnati a sostenere l'euro e a garantire la stabilità finanziaria degli Stati dell'UE.

Ciò che maggiormente preoccupa le Istituzioni europee, i mercati, il mondo economico e quello politico non è solo il deficit nel bilancio degli Stati, ma la competitività dell'economia europea.

Il risanamento dei conti risulterà sempre precario e insufficiente senza una ripresa sensibile della crescita e senza una ritrovata capacità dei Paesi dell'Unione di produrre ricchezza a ritmi compatibili con la forte accelerazione produttiva delle economie emergenti del mondo.

Come nella classica tela di Penelope, le inefficienze, le asimmetrie, i ritardi, le disfunzioni dell'economia continentale disfano nel tempo quello che i governi e i Parlamenti faticosamente costruiscono nell'opera di risanamento del bilancio e di riduzione della spesa pubblica.

Il binomio da riaffermare con forza è quindi quello del rigore unito alla crescita.

Il rilancio del mercato unico è parte integrante e decisiva dell'azione volta a restituire all'Europa la capacità di produrre ricchezza secondo quanto richiede il sistema globale.

Mario Monti individua in tal senso una serie di criticità nel processo di integrazione economica che sono emerse nel corso degli ultimi anni. In particolare, osserva il Presidente dell'Università Bocconi, sono emerse due tendenze regressive e preoccupanti: La prima consiste - come espressamente scrive Monti- in «una certa stanchezza da integrazione, che ha reso il mercato unico sempre meno appetibile», mentre la seconda, manifestatasi più di recente, è caratterizzata da «una stanchezza da mercato, che ha diffuso sfiducia» nella società, nella politica, tra gli stessi operatori economici.

Tra gli effetti più negativi della crisi economica c'è oggettivamente anche il riemergere di pulsioni protezionistiche. C'è il rischio che le presenti difficoltà vengano vissute dai cittadini come una sorta di tradimento, come il frantumarsi di quella promessa di prosperità, libertà e progresso che ha accompagnato il processo di allargamento dei mercati e il sorgere della moneta europea.

Monti individua anche un'attenzione altalenante del mondo politico per lo sviluppo di un mercato unico efficace e sostenibile, come se fosse una conquista già acquisita che necessiterebbe solo di una «manutenzione periodica», invece di richiedere -come richiede- una promozione costante e attiva.

Per questo è fondamentale una ripresa dell'iniziativa politica volta a rilanciare il mercato come obiettivo strategico della società europea. Un obiettivo da perseguire con la stessa determinazione impressa a suo tempo da Jacques Delors.

Per questo è da accogliere con interesse la decisione del Presidente Barroso di promuovere un'iniziativa della Commissione europea volta a coinvolgere il Parlamento di Strasburgo, il Consiglio e gli Stati membri nel rilancio del mercato unico.

Anche l'impegno dei Parlamenti nazionali è cruciale. Vorrei ricordare che proprio in questi giorni è in corso alla Camera la discussione sui documenti programmatici della Commissione e del Consiglio dell'Unione Europea, nell'ambito della quale sono approfonditi i temi contenuti nel Rapporto del professor Monti.

Più in generale, è necessario raccogliere l'invito a individuare tecniche nuove, agili ed efficienti e a rafforzare il processo di attuazione della normativa europea.

L'Italia ha problemi noti su questo terreno, ma sta migliorando, soprattutto sul fronte del mercato interno. La Camera ha piena consapevolezza della esigenza di migliorare strumenti e procedure, ed ha quindi avviato la discussione di organiche proposte di riforma della legge sulla partecipazione all'Unione Europea.

Le proposte operative di Monti comprendono numerosi aspetti dell'attività economica, dello scambio delle merci, della produzione dei servizi. Si va dalle misure volte a favorire la mobilità geografica dei lavoratori alla creazione di un mercato unico digitale, dalla proposta di creazione di nuove infrastrutture al sostegno, di grande valore strategico, alla crescita della green economy e alla promozione di una vita produttiva caratterizzata da basse emissioni di carbonio e da un uso efficiente delle risorse. Il Rapporto sottolinea che già oggi l'economia verde produce un fatturato di 300 miliardi di euro e assicura tre milioni e mezzo di posti di lavoro.

L'arco delle proposte comprende anche ambiti della vita quotidiana degli europei. Per gli automobilisti è ad esempio proposta l'abolizione della doppia tassa di immatricolazione in Paesi diversi. Per i cittadini in genere, è inoltre prevista una carta di libera circolazione europea che racchiuda in un unico documento tutte le informazioni di cui un cittadino europeo può aver bisogno in un altro Stato, a proposito di lavoro, diritti e status sociale.

Molte sono le proposte del documento che meriterebbero di essere citate e approfondite. Desidero in generale rilevare che la sfida per rendere più forte ed esteso il mercato unico europeo non è solo una sfida strettamente economica, diretta ad aumentare l'efficienza nel campo della produzione di beni e servizi e ad accrescere il volume degli scambi commerciali.

Il mercato unico è anche una sfida morale e culturale. L'obiettivo deve essere quello di aumentare la libertà dei cittadini e di fornire a tutti più ampie opportunità di crescita umana, professionale e civile.

Il presupposto etico è che una società più libera, più aperta e più mobile è anche una società più ricca e più prospera, una società maggiormente in grado di produrre progresso economico e tecnologico.

Chi nutre nostalgie protezioniste e vede il libero mercato come una fonte di ansia e di ingiustizia, ha in definitiva paura, più che del mercato, dello stesso valore della libertà e può alimentare correnti demagogiche ed euroscettiche.

Cultura del mercato unico europeo vuol dire anche rispetto rigoroso delle regole stabilite in sede comunitaria. Non c'è libertà senza legalità. La vicenda delle quote latte, di cui si parla in questi giorni, è l'esempio di un malcostume e di una cattiva politica che contrasta con i valori civili dell'Italia europea. Un politica animata da senso di responsabilità non deve né tollerare né assecondare trasgressioni alle norme comunitarie. In caso contrario, si intaccherebbe il prestigio delle Istituzioni e si comprometterebbe l'immagine del nostro Paese in Europa.

Naturalmente, lo sviluppo della libertà va adeguatamente sostenuto dal necessario consenso politico e sociale. E' importante in tale senso l'opera che può venire da una efficace educazione ai princìpi della libertà e da una adeguata promozione della capacità di iniziativa dei singoli, ma è altrettanto importante garantire anche la coesione sociale e la tutela dei diritti delle persone, delle famiglie e dei lavoratori.

In tal senso il rilancio del mercato unico deve potersi armonizzare con la pluralità delle culture sociali ed economiche dei vari Paesi europei.

Tale aspetto è ben sviluppato nel Rapporto, laddove si parla della necessità di far convergere i Paesi che si ispirano ai princìpi dell'economia sociale di mercato, i Paesi che puntano maggiormente sulla tutela dei consumatori, i nuovi Stati membri e i Paesi nordici attorno all'obiettivo comune della crescita del mercato unico.

Se gli uni dovrebbero estendere il mercato unico a settori finora esclusi e dovrebbero accogliere integralmente la concorrenza, gli altri «dovrebbero invece dimostrare di essere disposti a risolvere alcuni problemi sociali con misure mirate, comprendenti anche forme limitate di coordinamento e cooperazione fiscale».

In conclusione: l'obiettivo del mercato unico è un grande obiettivo di progresso civile, a cui devono tendere le energie migliori della società europea. Il futuro del nostro Paese, come di tutti i Paesi dell'UE, dipende dalla nostra capacità di abbandonare vecchi abiti mentali e di superare anacronistiche barriere e paralizzanti protezionismi, per affrontare con fiducia la grande sfida della libertà che è propria dell'epoca in cui viviamo.