Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

15/10/2010

Montecitorio, Sala della Lupa – Cerimonia di apertura della seconda edizione della manifestazione Giornata del libro politico a Montecitorio

Autorità, signore e signori! E' con vero piacere che apro i lavori di questo convegno che inaugura la seconda edizione delle Giornate del Libro politico a Montecitorio. Il tema dell'incontro, dedicato alla democrazia nel mondo, è strettamente legato allo spirito della manifestazione, la quale punta a promuovere il valore della lettura e l'interesse dei cittadini per la cultura politica insieme con i grandi temi del nostro tempo. E non c'è dubbio che lo sforzo per affermare i valori democratici in tutte le aree del mondo rappresenti una delle principali questioni al centro del dibattito poltico-culturale contemporaneo.

Saluto e ringrazio Kanti Bajpai, Carlo Galli, Carlo Mongardini, Giorgio Rebuffa, Roger Scruton che si apprestano a fornire il loro autorevole contributo scientifico al convegno.

Lo scorso anno la manifestazione si svolse nell'arco di una sola giornata. Quest'anno le giornate sono diventate due, a riprova del successo ottenuto dall'iniziativa, che - lo ricordo- è stata promossa dalla Camera dei deputati d'intesa con l'Associazione Italiana Editori e con la collaborazione dell'Associazione Librai Italiani. Ringrazio e saluto il Presidente dell'AIE, Marco Polillo, il Presidente del Gruppo dei Piccoli Editori dell'AIE, Enrico Iacometti, il Presidente dell'ALI di Roma, Marcello Ciccaglioni.

Vorrei rivolgere inoltre il mio plauso agli editori che hanno aderito alla manifestazione e tutti gli studiosi che parteciperanno dibattiti. Sono certo che anche in questa seconda edizione - grazie al loro impegno e alla loro convinta adesione - si potranno vivere momenti di alta intensità culturale e civile.

Nell'ambito del programma di quest'anno è stata inserita anche la cerimonia di consegna del Premio Lucio Colletti, promosso dall'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati e dedicato alla saggistica politica.

Entrando nel tema dell'incontro, desidero innanzi tutto rilevare che nella società odierna nessuno può dirsi estraneo al processo di affermazione della democrazia nel mondo. Le tensioni e i conflitti che nascono dalla negazione dei diritti, dalle esclusioni, dalle discriminazioni, dai razzismi e dagli integralismi che ancora, purtroppo, si producono in molti Paesi finiscono prima o poi, direttamente o indirettamente, per ripercuotersi sulla nostra vita sociale, che è sempre più integrata con la globalità.

Volendo parafrasare una nota massima giuridica, potremmo anche dire che l'epoca della comunicazione planetaria non ammette ignoranza. Con ciò, non intendo sminuire il diritto dei cittadini ad essere prima di tutto attenti a quello che accade nel loro territorio, nella loro regione, nel loro Paese, un diritto che rappresenta le dimensioni pubbliche più prossime alla loro vita e ai loro interessi. Ma una cittadinanza pienamente matura e consapevole non può essere indifferente o assistere distrattamente ai drammi che si svolgono in tante aree della Terra in cui le popolazioni soffrono a causa di tirannie, discriminazioni ed ingiuste esclusioni.

Deve diffondersi sempre più la consapevolezza, ed in particolar modo per i giovani, che il rispetto delle libertà civili, la pari dignità delle persone, l'eguale libertà delle confessioni religiose, la piena libertà di espressione, sono valori universali che avvicinano i popoli, i governi e gli Stati della Terra.

La trasparenza dei processi globali richiede del resto l'affermazione di una nuova opinione pubblica capace di aprirsi agli orizzonti dell'interdipendenza sociale, economica, culturale e politica. "Una cittadinanza informata e impegnata - ha detto Joseph Siglitz - può capire come far funzionare la globalizzazione, o almeno come farla funzionare meglio, e pretendere che i leader politici agiscano di conseguenza".

Ciascun popolo e ciascuna nazione, in ogni area del mondo, ha naturalmente il diritto di declinare il valore universale della democrazia secondo la propria cultura e le proprie tradizioni. Ma, alla base, deve esserci sempre la salvaguardia della dignità della persona, che rappresenta il patrimonio comune dei Paesi civili e che rimanda ai princìpi sanciti dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo promossa dall'Onu nel lontano 1948. Questa condivisione di valori ha anche l'effetto importante di favorire lo scambio e il reciproco arricchimento tra popoli lontani geograficamente e culturalmente assai diversi tra loro.

E in tal senso posso dire quanto siano importanti e proficue le esperienze di dialogo e incontro che si svolgono in modo sempre più stretto tra i rappresentanti dei Parlamenti di ogni parte del mondo sia sul piano bilaterale sia nell'ambito delle conferenze internazioni.

Questa comune aspirazione all'affermazione mondiale dei valori della democrazia e dei diritti della persona impegna anche gli Stati a garantire le condizioni essenziali della civiltà dell'uomo e l'esercizio effettivo delle libertà civili nei Paesi in cui tali diritti sono minacciati dalle forze del terrorismo, della violenza, dall'integralismo e del razzismo.

E qui vorrei rivolgere un deferente e commosso pensiero ai quattro alpini caduti nei giorni scorsi in Afghanistan in adempimento del loro dovere, per l'affermazione dei valori universali di pace, libertà e democrazia.

L'impegno per la crescita della democrazia deve essere assiduo anche nei Paesi europei, dove la democrazia stessa è una realtà radicata e consolidata. La sfida per l'estensione della partecipazione politica e per la garanzia dei diritti non deve infatti conoscere cadute di tensione. E' una scommessa permanente che trova sempre nuove condizioni storiche e sociali per affermarsi.

La democrazia non va vissuta in modo formale o distaccato, come un bene acquisito che non può essere messo in discussione. Oltre che forma di governo, essa è un ordinamento civile, un ideale comune della società, un sistema di regole morali e sociali. E' anche e soprattutto un programma, un progetto in divenire, che accompagna l'evoluzione sociale e interviene per allargare gli spazi di libertà dei cittadini combattendo contemporaneamente l'emarginazione e l'esclusione.

Se guardiamo alla storia europea della seconda metà del secolo scorso - e furono gli anni della ricostruzione postbellica e del consolidamento democratico - non possiamo fare a meno di notare gli enormi traguardi raggiunti in campo civile. Tali conquiste si resero possibili proprio perché la democrazia non era concepita dalle classi dirigenti politiche in modo statico, ma in modo dinamico e aperto, vale a dire come spinta costante per l'allargamento dei diritti e per il consolidamento della coesione sociale.

E' un insegnamento che rimane quanto mai valido e attuale. Oggi le nuove sfide consistono nel garantire opportunità di crescita professionale e civile ai settori meno garantititi della società, in modo particolare i giovani.

Le nuove sfide consistono nel combattere le vecchie e nuove forme di esclusione sociale e nel favorire l'integrazione dei cittadini stranieri che aspirano a inserirsi nel tessuto civile dei Paesi europei.

Consistono anche nell'impedire che il sentimento democratico dei cittadini si affievolisca nel disincanto, nell'indifferenza, nella lontananza dalle Istituzioni. Alcuni nuovi ostacoli all'affermazione della democrazia possono venire oggi dall'affievolimento del legame sociale, dall'individualismo esasperato, dalla sfiducia verso gli obiettivi comuni, dalla parcellizzazione della società.

La considerazione delle sfide e delle criticità non deve comunque portarci a dimenticare che il mondo odierno offre opportunità di crescita alle persone e alla loro azione associata assai superiori a quelle di cui potevano disporre le generazioni precedenti. La vita democratica può svolgersi con modalità più ampie e articolate rispetto al passato.

E' compito delle Istituzioni permettere ai cittadini di cogliere tali opportunità favorendo il pluralismo civile e incoraggiando lo sviluppo delle reti di collaborazione tra cittadini nel quadro di una società libera e aperta .

La democrazia è una grande sfida collettiva, che si rinnova ad ogni epoca storica. E richiede sempre, come condizione per realizzarsi, la partecipazione attiva e l'adesione convinta dei cittadini.