Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

26/10/2010

Montecitorio, Sala della Lupa - Presentazione del volume “Giuseppe Garibaldi: due secoli di interpretazioni” a cura di Lauro Rossi

La storia del processo di unificazione italiana è anche la storia della leggenda di Garibaldi. Il mito dell'Eroe dei Due Mondi assume da sempre, nella riflessione storica, una importanza non minore rispetto alle imprese effettivamente compiute dal grande Nizzardo e al decisivo contributo politico-militare che egli fornì al processo di unificazione nazionale.

Garibaldi è il grande eroe popolare del Risorgimento. E', per così dire, l' "icona" più intensa che ha veicolato quella grande stagione della nostra storia nell'immaginario degli italiani e che ha attirato consensi e simpatie anche nell'opinione pubblica di altri Paesi europei, in particolare la Francia e la Gran Bretagna.

E' con vero piacere che partecipo alla presentazione dell'importante volume sulle interpretazioni della figura di Garibaldi che è stato curato da Lauro Rossi su iniziativa del Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario della nascita dell'Eroe dei Due Mondi.

Saluto il curatore unitamente al Presidente della Commissione cultura della Camera, On. Valentina Aprea, al Presidente del Comitato, Sen. Andrea Marcucci, allo storico dell'Università La Sapienza di Roma, Giuseppe Monsagrati.

Questo convegno si svolge il 26 ottobre nel giorno in cui ricorre il 150° anniversario dell'incontro di Teano tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II.

La celebrazione di tale ricorrenza ha già conosciuto in questa giornata un primo importante momento presso l'aula della Commissione Finanze della Camera, dove è stato appena presentato il restauro del dipinto del pittore fiorentino Carlo Ademollo dedicato appunto a quello storico evento. Il quadro è una delle opere più celebri della stagione risorgimentale e una delle immagini maggiormente rappresentative della grande epopea italiana di 150 anni fa.

Ora, con questa presentazione , l'omaggio a quella pagina di storia italiana conoscerà un altro significativo momento.

E' superfluo soffermarsi sul significato dell'evento di Teano, essendo da sempre ricordato come uno dei momenti simbolicamente più forti del processo di unificazione nazionale.

Desidero solo sottolineare che l'incontro tra l'Eroe dei Due Mondi e il Re sabaudo sanzionò solennemente la coesistenza tra l'anima popolare e rivoluzionaria del Risorgimento e la componente monarchica e moderata in nome dell'ideale, ormai prossimo al compimento, dell'unità nazionale.

L'evento di Teano simboleggia altresì il momento dell'unificazione politica tra l'Italia meridionale, appena liberata da Garibaldi, e l'Italia centrosettentrionale, che nell'anno precedente, attraverso i plebisciti e a seguito del vittorioso esito della seconda guerra d'indipendenza, s'era riunita nel Regno di Sardegna.

Con l'odierna ricorrenza ci avviciniamo in modo significativo al grande appuntamento del 2011, centocinquantesimo anniversario dell'unità della Patria. Questa giornata deve costituire un ulteriore richiamo alla necessità di difendere e rilanciare il valore dell'unità nazionale, è essenziale farlo nel momento in cui la coesione tra italiani di ogni ceto, di ogni appartenenza geografica, di ogni ispirazione politico-culturale si rivela decisiva per vincere le grandi sfide che riguardano il futuro del nostro Paese.

E' dovere delle Istituzioni impegnarsi per rafforzare nel nostro popolo il senso di appartenenza ad una "comunità di destino", sentirsi nazione nel senso di Joseph Ernest Renan, in un plebiscito che si rinnova ogni giorno. E' un obiettivo può e deve essere raggiunto, non solo attraverso la memoria comune, ma anche e soprattutto attraverso la vicinanza effettiva alla vita concreta degli italiani, alle loro ansie, ai loro timori.

L'immagine del tricolore, bruciato nei giorni scorsi durante gli scontri a Terzigno, non può che costituire motivo di dolore e di preoccupazione. Occorre un impegno corale e convinto affinché nessuna comunità locale, o ceto, o categoria possano sentirsi abbandonati, anche quando non lo sono, dalle Istituzioni e dalla comunità nazionale.

Tornando all'opera che ci apprestiamo a presentare, desidero esprimere il mio plauso al curatore per la capacità con la quale ha saputo riunire tanti valenti studiosi nell'elaborazione di ben 150 scritti dedicati ad altrettanti protagonisti della storia e della cultura europei, che si dedicarono in vario modo e a vario titolo alla figura Garibaldi: o perché ebbero modo di conoscere direttamente l'Eroe o perché ne studiarono l'opera nel secolo successivo, rendendone eterno il mito oppure traendo insegnamenti storico-politici dalle sue imprese e dal suo carisma.

Un artista che ripropose con grande efficacia il mito garibaldino nel '900 fu ad esempio il grande regista Alessandro Blasetti. Uno dei suoi film più famosi è infatti dedicato alla spedizione dei Mille. Con Blasetti, l'immaginario legato alla figura di Garibaldi trova per la prima volta una compiuta espressione nel linguaggio cinematografico. Giudico di grande interesse quanto in proposito scrive Clemente Volpini, in uno dei numerosi scritti presenti nel volume, laddove osserva che il regista propone il Risorgimento come epopea di popolo.

Di notevole interesse sono anche i saggi dedicati alla figura di Garibaldi nella visione di grandi intellettuali nel Novecento come Piero Calamandrei, Giovanni Gentile e Antonio Gramsci, a riprova del ruolo di primo piano ricoperto dall'Eroe nella memoria e nella cultura italiana del secolo scorso.

Di tante altre figure presentate nel volume ci sarebbe da parlare, ma non intendo togliere spazio agli illustri oratori che si apprestano a intervenire.

Desidero solo rilevare in conclusione che l'idea di presentare la figura di Garibaldi attraverso il racconto, la testimonianza e l'analisi dei suoi numerosi interpreti è non solo un'idea di grande originalità. E' anche l'ulteriore dimostrazione della centralità della figura dell'Eroe nella tradizione, nell'iconografia e nell'immaginario dell'Italia unita.

Il mito di Garibaldi coincide per molti aspetti con il mito stesso del Risorgimento, quel mito che siamo oggi chiamati, nell'imminenza del Centocinquantenario, a rinnovare.

A rinnovarlo certo nel ricordo. Ma a rinnovarlo anche e soprattutto nella coesione nazionale, che rappresenta uno dei beni più preziosi e intangibili dell'Italia di oggi.