Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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INIZIO CONTENUTO

Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

26/11/2010

Montecitorio, Sala della Regina - Indirizzo di saluto all'11° Foro di dialogo Italia Spagna

Signore e Signori, gentili ospiti, Autorità,

Rivolgo un caloroso benvenuto agli illustri ospiti di queste due giornate di lavoro del Foro di dialogo italo-spagnolo.

Saluto in particolare il Presidente del "Centro di studi e documentazione internazionale di Barcellona" (CIDOB), Narcìs Serra, e il Segretario Generale dell' "Agenzia di Ricerca e Legislazione", Onorevole Enrico Letta, cui si deve l'iniziativa odierna che la Camera dei deputati è lieta di ospitare.

Il Foro di dialogo italo-spagnolo, giunto alla sua undicesima edizione, entra nel secondo decennio di attività e si consolida come spazio di confronto e riflessione permanente sui temi di comune interesse per l'Italia e la Spagna.

Questa sede di cooperazione bilaterale, che presenta caratteri innovativi e complementari al dialogo intergovernativo e alla diplomazia parlamentare, rappresenta oggi un solido punto di riferimento per i rapporti italo-spagnoli. Lo ha confermato la partecipazione dei Capi di Stato dei due Paesi, Re Juan Carlos e il Presidente Napolitano, ai lavori della decima edizione svoltasi lo scorso anno a Madrid.

L'Italia e la Spagna sono Paesi uniti da profondi vincoli storici, linguistici e geografici, ma oggi più che mai ancheda solidi rapporti economici, culturali ed umani tali da rendere i due popoli trai più vicini e solidali nel contesto europeo.

Dopo dieci anni di intenso impegno a favore dell'integrazione economica dei nostri due Paesi, il Foro di dialogo, promuovendo sinergie a livelli di eccellenza, è in grado di assicurare un contributo sostanzialeal potenziamento del ruolo della Spagna e dell'Italia nel quadro dell'Unione europea.

Non vi è dubbio che i temi dell'economia sono di assolutapriorità nell'agenda di tutti i Paesi europei. Preoccupa infatti l'aggravarsi della crisi economica nel nostro Continente e si rafforza la consapevolezza che si tratta della crisi di un complessivo modello economico che necessita di riforme.

Italia e Spagna presentano analogie su questo terreno: stanno affrontando la fase congiunturale con misure drastiche, assunte dai rispettivi Governi con coraggioe con e senso di responsabilità, per il contenimento della spesa pubblica.

I due Paesi condividono, inoltre, un elevato grado di internazionalizzazione del sistema economico ma entrambi subiscono la concorrenza dei paesi emergenti, il calo della competitività e la variabilità dei prezzi energetici. Si tenga presente che il gigante "Cindia", dominante nel quadrante africano, è già presente in modo massiccio anchenell'area di cultura ispanica per eccellenzache fa capo al Continente centro-sudamericano, dove il tasso medio di crescitaeconomica si è attestato al 6 per cento ed appare destinato a mantenere simili livelli anche nei prossimi anni.

Alla luce di ciò, il Foro di dialogo italo-spagnolo si rivela un catalizzatore importante anche per stimolare le joint ventures necessarie peraffrontare con successoil mercato delle grandi commesse internazionali, nei cui confronti i nostri due rispettivi modelli, fondati sulla piccola media e impresa, non sono semprein grado di fornireda soli risposte adeguate.

Forse mai come in questa fase della storia è necessario rinsaldare e valorizzare al massimo il vincolo di solidarietà europea, l'unico capace di assistere validamente tutti i Paesi membri nel superamento di questa difficile congiuntura. E con questo vengo al secondo argomento che verràaffrontato dai gruppi di lavoro.

Non si riflette a sufficienza sulla specificità straordinaria- consentitemi l'espressione - dello strumento "Unione Europea" nella dinamica internazionale competitiva. Non si tiene nel giusto conto la condizione di maggiore isolamentoe insicurezza in cui sono costretti a muoversi altri protagonisti dell'agone internazionale, seppur in crescita, in quanto sprovvisti di una rete di protezione sofisticata come è quelladell'Unione Europea.

Voglio a questo proposito richiamare l'esortazione del Presidente Napolitano che nel 2009 indicò l'esigenzadi compiere un salto di qualità sul piano della volontà politica per dare sostanza e vitalità alle innovazioni introdotte con il Trattato di Lisbona. Italia e Spagna possono in tal senso svolgere congiuntamente un ruolo efficace in quanto Paesi portatori di una visione nobile circa il proprio rapporto di collaborazione privilegiata, inteso non in senso esclusivo o sostitutivo ma al contrario di rafforzamento delle istituzioni europee.

Il contributo spagnolo in tale direzione è peraltro stato confermato dal successo del semestre di presidenza spagnola dell'Unione europea, contraddistinto da iniziative importanti come il piano di salvataggio della Grecia, l'adozione della strategia per la crescita e l'occupazione "UE 2020", l'avvio delle attività delle nuove figure istituzionali europee nate con il Trattato di Lisbona o la costituzione del Servizio Europeo per l'Azione Esterna. Tutte questioni su cui l'Italia ha assicurato il proprio sostegno alla Presidenza spagnola.

Sul terreno delle questioni sociali e della condizione dei cittadini, che rappresenta il tema del terzo gruppo di lavoro, in questi anni la Spagna ha proposto iniziativeimportanti alla riflessione su temi cruciali di natura etica e civile. Le due anime del Continente, quella religiosa e quella laica, da sempre trovano in terra spagnola espressione vivace e pregnante. Lo testimoniano le grandi cattedrali gotiche che il genio creativo di Gaudì ha restituito alla contemporaneità o i cammini di San Giacomo che sono "elementi della formazione dell'unità spirituale del Continente", per usare le parole del Papa Benedetto XVI pronunciate in occasione del suo recente viaggio in Spagna.

Non vi è dubbio che, sul terreno sociale, uno dei maggiori versanti di impegno comune deve essere la gestione dei grandi flussi migratori e il contrasto all'immigrazione clandestina. Talvolta l'Unione Europea non si fa adeguatamente carico di questo problema lasciandone l'onere in buona parte sulle spalle dei Paesi rivieraschi, come l'Italia e la Spagna.

Limito il mio intervento a queste brevi considerazioni introduttive, nella certezza che il Foro di dialogo italo-spagnolo, grazie al contributo delle personalità prestigiose e autorevoli che vi partecipano, saprà offrire spunti di riflessione rilevanti e, in alcuni casi, soluzioni innovative alle numerose questioni che verranno dibattute a Montecitorio in questi due giorni di lavori, nel segno di un ulteriore sviluppo proficuo delle relazioni tra i nostri due Paesi.