Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

02/03/2011

Montecitorio, Sala della Lupa - Inaugurazione della Mostra "Pagine di pietra. I dauni tra il VII e il VI secolo a.C."

Autorità, signore e signori!

La Camera dei deputati è lieta di ospitare "Pagine di pietra. I dauni tra VII e VI secolo a.C.", rara e preziosa collezione di stele provenienti dall'antica Daunia, pregevole testimonianza della cultura italica pre-romana.

Ringrazio il vicepresidente della Camera dei deputati, Antonio Leone, per aver fortemente voluto questa mostra; Angelo Bottini, già sovrintendente ai Beni Archeologici di Roma; il prof. Lorenzo Bracciesi, docente di Storia Greca presso l'Università di Padova; la curatrice della mostra, la prof.ssa Maria Tunzi Sisto, che ci accompagnerà durante la visita delle stele presso la Sala della Regina.

Questa iniziativa culturale contribuisce a far conoscere al grande pubblico reperti antichissimi fino a ora noti- al di fuori della Puglia- solo agli esperti e agli appassionati di archeologia.

Le immagini incise su queste pietre di grande valore storico e archeologico permettono di divulgare un capitolo importante della nostra storia antica e ci fanno conoscere il mondo delle genti daunie, mostrando aspetti della loro vita sociale e religiosa che, senza le stele, resterebbero sconosciuti.

Le testimonianze delle civiltà pre-romane presenti in Puglia rappresentano un tassello di notevole rilievo per comporre il grande mosaico etnico-culturale che costituisce il substrato più antico dell'identità italiana.

Un'identità eccezionalmente ricca. È noto che l'Italia possiede il 70 per cento del patrimonio artistico mondiale. Il nostro, non è soltanto un Paese di vestigia straordinariamente affascinanti, ma anche e soprattutto straordinariamente stratificate. Testimonianze protostoriche, ellenistiche, romane, medievali, rinascimentali e barocche in Italia si fondono con un paesaggio naturale unico e di eccezionale bellezza e varietà.

Per questo, l'Italia è un vero e proprio museo a cielo aperto che vanta il primato mondiale di siti tutelati dall'Unesco (ben 44, nei quali, sempre per restare in Puglia, i Trulli di Alberobello e Castel Del Monte).

Una varietà che, stratificata nei millenni, ha creato un raro esempio di spazio urbanizzato che è uno degli aspetti più qualificanti delle nostre città e dei nostri paesaggi. Condivido, pertanto, appieno quanto scritto dalla direttrice della direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, Isabella Lapi Ballerini, quando spiega, in una delle prefazioni al catalogo, che queste stele sono la «testimonianza di un'Italia culturalmente infinita, da sempre perno e crocevia di civiltà».

Sono affermazioni che meritano piena adesione perché offrono una lettura più ampia all'evento di oggi e che dobbiamo considerare con particolare attenzione in occasione del 150° anniversario dell'Unità nazionale.

Anche per questo una grande sfida dei nostri tempi è quella di rilanciare il turismo culturale e di fare in modo che la ricchezza archeologica, artistica e ambientale dell'Italia si trasformi in risorsa economica, rinverdendo la grande tradizione letteraria europea del XVIII e XIX secolo che considerava la Penisola come il passaggio cruciale del 'Gran Tour'.

Il turismo culturale con la scoperta di località meno note al grande pubblico può integrare, secondo un principio di complementarità, l'offerta turistica tradizionale. Un obiettivo che l'Italia può perseguire, per recuperare posizioni nella graduatoria del turismo internazionale, aumentando la pluralità delle offerte turistiche, migliorando la qualità dei servizi e potenziando la dotazione infrastrutturale.

In tal senso, va sottolineato che il patrimonio storico e archeologico della regione Puglia e dell'Italia meridionale, pur essendo ingente e importante, non è ancora sufficientemente conosciuto a livello nazionale e, ancor di più, a livello internazionale.

Si tratta di un ritardo che è possibile recuperare sia sul fronte della collaborazione interistituzionale, sia consentendo alle imprese culturali e turistiche di fare sistema sviluppando un progetto comune condivisibile da tutte le Regioni del Mezzogiorno d'Italia.

Inoltre, non bisogna dimenticare che la promozione del patrimonio artistico e ambientale dell'Italia è parte integrante della sua tutela, indicato all'articolo 9 della Costituzione tra i principi fondamentali della Repubblica. Per questo bisogna essere coscienti che aspetti strettamente conservativi si sommano con estrema difficoltà -ma con altrettanta urgenza- ad aspetti strettamente manageriali.

Per questo, ritengo sia necessario potenziare la capacità delle sovrintendenze di svolgere la loro missione di tutela del patrimonio archeologico e artistico.

La cultura è infatti un settore portante della nostra economia offre lavoro a centinaia di migliaia di lavoratori, professionisti, imprese.

Dal consolidamento della filiera cultura-turismo-sviluppo economico si può recuperare l'immagine dell'Italia come Paese attrattivo sui mercati internazionali e si può creare ricchezza nel Sud consentendo a tanti giovani, non solo laureati, di restare nella zona di origine e promuovere il benessere delle comunità locali.

Ed è con questa consapevolezza che la Camera dei deputati intende proseguire nella sua attività di promozione dell'inestimabile patrimonio storico, archeologico e artistico dell'Italia.

Un patrimonio che, proprio perché unico al mondo, va preservato e valorizzato come elemento primario della ricchezza nazionale.

Grazie.