Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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INIZIO CONTENUTO

Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

29/03/2011

Montecitorio, Sala della Lupa - Inaugurazione della Mostra filatelica nell'ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia "Quel magnifico biennio"

Autorità, Signore e Signori!

La Camera dei deputati è lieta di ospitare la mostra filatelica 'Quel magnifico biennio', organizzata dalla Federazione per le Società Filateliche Italiane, presieduta da Piero Macrelli, al quale rivolgo il benvenuto. Un saluto al presidente del 'Gruppo parlamentari amici della Filatelia', che ha promosso l'iniziativa, on. Carlo Giovanardi, unitamente al Presidente di Poste Italiane, dott. Giovanni Ialongo, al Direttore di Poste Italiane filatelia, dott.ssa Marisa Giannini e al curatore scientifico della mostra, dott. Bruno Crevato Selvaggi.

Il mio personale ringraziamento ai prestatori collezionisti che hanno messo a disposizione i loro documenti contribuendo in tal modo all'allestimento di questa mostra.

L'iniziativa di oggi s'inserisce nell'ambito delle celebrazioni organizzate dalla Camera dei deputati per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia e segue la cerimonia solenne del 17 marzo scorso con il Parlamento riunito in seduta comune alla presenza del Capo della Stato e il concerto dell'Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma diretto dal Maestro Riccardo Muti del 21 marzo.

Già in passato la Camera dei deputati ha ospitato altre tre mostre filateliche, organizzate dalla Federazione e dal 'Gruppo dei parlamentari amici della Filatelia', che hanno avuto grande successo di pubblico, larga eco sulla stampa nazionale e internazionale.

L'edizione di quest'anno è a mio giudizio particolarmente ricca e interessante perché propone all'attenzione del pubblico il processo di unificazione italiana, il biennio dal 1859 al 1861- il periodo fondante dell'Unità- visto attraverso lettere, epistole, missive, francobolli, annulli.

Se le lettere raccontano gli affanni, le speranze, le delusioni, battaglie di chi combatteva per l'Unità o sui diversi fronti, gli annulli raccontano in maniera asettica ma esemplare importanti avvicendamenti politici.

Il servizio postale ha rappresentato, infatti, uno degli strumenti più organici all'esercizio del potere che ha usato il francobollo come il 'sigillo' della propria autorità statuale, amministrativa e burocratica. Del resto, è ben comprensibile quanto potesse essere utile per i governanti di allora la tempestività nella trasmissioni delle comunicazioni: ordini, rapporti diplomatici, spostamenti militari.

C'è anche un aspetto molto interessante da sottolineare e che si aggiunge alle tante intuizioni e creazioni del genio italico. L'Italia ha svolto un ruolo fondamentale nella creazione del servizio postale europeo. Dopo la grande macchina organizzativa dell'Impero Romano, bisognerà attendere il Rinascimento affinché il servizio postale venisse nuovamente razionalizzato. L'impresa fu realizzata grazie a una famiglia italiana che diede i natali non solo a Torquato Tasso, ma anche agli inventori del servizio postale centrale europeo, Francesco, Simone e Domenico Tasso.

A loro si deve la creazione di una delle prime imprese multinazionali europee postali che per secoli detenne monopolio del servizio tra l'impero tedesco e gli altri stati d'Europa. In virtù della staffetta tra cavalieri, la lettera non sostava mai, viaggiando 24 ore su 24.

Di loro si servirono non solo papi e regnanti, ma anche la borghesia mercantile che stava fiorendo nell'Europa rinascimentale. Nel Seicento e nel Settecento questo sistema fu usato molto dagli intellettuali europei creando quella rete che oggi è conosciuta come 'la Repubblica delle Lettere', che tanta parte ebbe nella creazione di una cultura comune europea, e che poi si è disseminata oltre i confini continentali.

Alla luce di questa grande tradizione, la filatelia italiana, soprattutto quella risorgimentale - una delle più prestigiose al mondo- sta assurgendo al rango di disciplina ausiliaria della storia perché intrinsecamente legata alle vicende storiche nazionali preunitarie. E quindi alla nostra identità.

Del resto, lo spirito della mostra è proprio quello di richiamare ai valori dell'identità nazionale, valori per i quali il servizio postale, che è un servizio di comunicazione non solo dei governi ma anche tra gli esseri umani, ha svolto un ruolo centrale.

Le lettere esposte nelle vetrine infatti sono l'autoritratto dell'italiano risorgimentale e la testimonianza più diretta della trasversalità sociale e culturale dei patrioti che scrivevano alle loro famiglie, chi utilizzando un italiano colto, chi un italiano semplice o stentato. Del resto, i patrioti appartenevano a tutte le classi sociali. Lo dimostra il quadro a olio di Girolamo Induno, insigne pittore risorgimentale, che vediamo qui esposto nel quale si raffigurano gli interni di una casa modesta di una famiglia patriota intenta a leggere una lettera del figlio al fronte.

Dal punto di vista filatelico la mostra presenta pezzi di grande interesse non solo specialistico, pezzi unici o inediti, che ne sono certo, susciteranno grande curiosità e stupore. Mi riferisco in particolare a due lettere datate lo stesso giorno, il 20 settembre 1870, una presenta il francobollo dello Stato Pontificio, e l'altra- sempre del 20 settembre 1870- il francobollo del Regno d'Italia.

Si tratta dunque di documenti di grande importanza ed è anche per questo motivo che vengono presentati e ospitati in un contesto di grande prestigio come la Sala della Lupa, luogo simbolico fortemente legato alla Storia d'Italia: qui i deputati antifascisti decisero l'Aventino e qui il 10 giugno del 1946 la Corte di Cassazione lesse i risultati del referendum istituzionale del 2 e 3 giugno con il quale gli italiani scelsero la Repubblica.

Momenti che hanno cambiato la Storia d'Italia.

Ed è compito delle Istituzione trasmettere alle nuove generazioni questo patrimonio di valori attraverso iniziative divulgative che promuovano la partecipazione dei cittadini. Grazie.