Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

06/07/2011

Montecitorio, Sala della Regina - Presentazione della Relazione annuale dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas

Autorità, Signore e Signori!

Dopo Fukushima ogni previsione su scala mondiale relativa al quadro energetico complessivo - dalla determinazione dei futuri fabbisogni fino all'individuazione delle diverse fonti di approvvigionamento - non può più prescindere dalle conseguenze psicologiche e materiali, di breve e di lungo periodo, causate dal devastante terremoto e maremoto che ha colpito il Giappone, mettendo in pericolo alcuni importanti impianti nucleari per la produzioni di energia e imponendo, per ragioni di sicurezza, la chiusura di altri.

L'emergere di questi gravissimi rischi collegati alla produzione di energia nucleare e il permanere delle preoccupazioni causate l'anno scorso dalla immissione di petrolio nel Golfo del Messico sottolineano la delicatezza di una situazione complessiva, destinata a provocare rilevanti e durature ricadute per l'intero settore energetico e per quello della diversificazione delle fonti.

Ma proprio con riferimento allo scenario energetico dobbiamo registrare la comparsa di fattori e nuovi, destinati, da qui a breve, ad esercitare un benefico effetto sulle possibilità di diversificazione strategica e sui costi di approvvigionamento dei principali paesi produttori.

Mi riferisco, in particolare, alla crescita in efficienza e in economicità di un'importante sorgente non convenzionale quale il "gas di scisto" (shale gas), che nuove tecnologie permettono di estrarre dagli strati argillosi o dai giacimenti sotterranei di carbone.

Questa nuova risorsa, sebbene ottenuta con costi ecologici non trascurabili e, ad oggi, non bene quantificabili, promette, tuttavia, di porre su basi nuove l'intero mercato internazionale dell'energia, sia per la sostanziale autosufficienza nel gas gi' raggiunta dagli Stati Uniti, sia per le potenzialit' di estrazione non più concentrate nelle zone geografiche tradizionali di produzione di carburi, ma diffuse nel continente europeo, in Australia, in India ed in Brasile.

L'Italia, che si pone tra i maggiori importatori di gas ed in cui il gas metano contribuisce già' per il 60 per cento al consumo di energia elettrica, può trovare, grazie a questa insperata diversificazione di prospettiva delle fonti, sicuri vantaggi economici e strategici.

Assieme alle buone prospettive di produzione nazionale di petrolio, soprattutto in Basilicata, destinate -secondo alcune previsioni- a coprire nei prossimi anni circa il 10 per cento del nostro fabbisogno di greggio, questo gas offre al sistema italiano, già' fortemente orientato verso il metano, una possibile nuova opportunità' di sviluppo.

Ne è prova il fatto che si è riacceso il dibattito tra chi vede per il nostro Paese la necessità' e l'occasione di porsi al centro di un sistema internazionale di condotti e di metanodotti e chi, invece, sottolinea, - a mio sommesso parere giustamente - la maggiore versatilità' di un sistema integrato dalla presenza di grandi impianti di rigassificazione capaci di accogliere navi metaniere provenienti da produttori diversi, evitando i rischi politici e gli oneri economici collegati alle strutture fisse di approvvigionamento ed avviando una reale concorrenza di prezzi tra i paesi fornitori.

Purtroppo, come spesso accade in Italia, i conflitti e la frammentazione delle competenze, il cambiamento delle normative durante l'esecuzione delle opere, il sindacato del giudice amministrativo talvolta troppo "manicheo", i timori per le conseguenze ecologiche ed una diffusa psicologia contraria a nuove iniziative di qualsiasi tipo hanno per ora impedito, con la sola eccezione del rilevante impianto di gassificazione a largo di Rovigo, la realizzazione di altri impianti preposti o già' in via di costruzione.

è chiaro che le fonti alternative rinnovabili, nonostante l'eccezionale sviluppo che esse hanno registrato in questi ultimi anni, non possono da sole garantire quella sicurezza dell'approvvigionamento energetico e quella economicità che è necessaria al nostro sistema.

Lo sviluppo delle rinnovabili ed, in particolare, dell'eolico, del solare e dell'energia da biomasse, pone, infatti, diverse sfide sia in termini di sostenibilità economica e di capacità per i consumatori di farsi carico in bolletta dell'oneroso sistema degli incentivi, sia in termini di gestione del sistema elettrico attraverso un numero elevatissimo di apparati di produzione di energie rinnovabili dispersi sul territorio e per lo loro natura intermittenti.

Tuttavia, anche per la coraggiose iniziative del Presidente Obama, lo sviluppo di fonti alternative rinnovabili sembra oggi avere maggiori prospettive di successo ben più rilevanti che nel passato.

Ciò perché, negli ultimi anni, lo sfruttamento dell'energia eolica, solare o da biomasse si sta avvicinando a livelli di economicità e competitività dei combustibili di origine fossile, livelli fino a pochi anni fa assolutamente imprevisti.

Le rilevanti incentivazioni e agevolazioni che molti Paesi, come la Germania e la Spagna, hanno fino ad ora fornito allo sviluppo "dell'energia pulita" hanno aumentato la dimensione del settore, favorendo, da un lato, la sostanziale riduzione dei costi della tecnologia, grazie all'utilizzo di economie di scala, e, dall'altro, la diffusione di una molteplicità di operatori.

Inoltre, la decisione politica di grandi Paesi, come la Germania, di dismettere il proprio parco di centrali nucleari o come quella della Cina, di destinare decine di miliardi di dollari allo sviluppo delle energie rinnovabili, al fine di contenere l'inquinamento e la produzione di anidride carbonica, potranno determinare un rilevante salto tecnologico per l'intero settore energetico in termini di produttività delle nuove fonti e della loro ulteriore competitività.

Venendo allo scenario italiano, vale certamente oggi quello che è stato detto tante volte in passato e cioè che è sempre più necessario diversificare le fonti energetiche, implementare le tecnologie, adeguare rapidamente il sistema infrastrutturale al servizio di queste prioritarie esigenze.

Questi sono problemi fondamentali cui è impellente fornire al più presto risposte adeguate.

In questa direzione vanno gli accordi internazionali che si stanno stringendo per la realizzazione di un sistema alternativo di gasdotti attraverso i Balcani ed il Mediterraneo e il positivo accordo, intervenuto lo scorso anno, con il Montenegro, per la realizzazione di una nuova rete di adduzione, in Italia, per l'energia elettrica che potr' essere prodotta in quel Paese nel quadro della valorizzazione del suo grande potenziale idroelettrico.

Un significativo ed importante impulso verso l'ottimizzazione del nostro sistema energetico, al fine del superamento di squilibri e diseconomie geografiche e settoriali, è dato anche dalla recentissima decisione della Società Terna di collegare, entro il 2013, con una nuova condotta elettrica sottomarina ad alta potenzialità, le coste calabresi alla Sicilia, mentre è stata da poche settimana inaugurata l'importante condotta che collega la Sardegna all'Italia continentale.

Rimane, comunque, ancora irrisolto il problema di garantire sul piano nazionale una reale concorrenza fra i fornitori di energia elettrica e di gas. E' questo un campo caratterizzato da distorsioni notevoli, anche se è doveroso prendere atto dell'esistenza di oggettive difficoltà, derivanti da consistenti motivazioni di ordine industriale, dalla necessità di elevati investimenti e anche dalla limitata disponibilità' sul mercato di professionalità specifiche.

In questo complesso scenario è chiamato dunque ad operare il Collegio dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas nel suo primo mandato allargato a cinque componenti: è un contesto, quello in cui dovrà muoversi il Garante, in tumultuosa evoluzione su scala planetaria, dove il binomio "clima-energia" è sempre più inscindibile e dove, soprattutto per il nostro Paese, pesa, da troppo tempo, l'assenza di un indirizzo politico strategico coerente, come dimostra il fatto che ancora oggi siamo costretti ad importare più dell'85 per cento del nostro fabbisogno.

Di fronte alla sempre più pressante esigenza di un generale riposizionamento del nostro sistema energico, di fronte ai forti vincoli di varia natura che ne condizionano le scelte e alla forza degli interessi in gioco, è essenziale che l'Autorità svolga il proprio ruolo con rinnovato vigore e autorevolezza, essendo chiamata, soprattutto in questa fase storica, a promuovere la concorrenza e a garantire adeguati standards di qualità' del servizio attraverso le sue funzioni di regolazione e di controllo.

Operando in un Paese come l'Italia, caratterizzato da una complessa conformazione geografica ed orografica e dalla difficoltà' del maggior costo nell'approvvigionamento delle sue zone interne e meno popolate, l'Autorità ha anche il compito di garantire la fruibilità e la diffusione dei servizi in modo uniforme sull'intero territorio nazionale, tutelando la trasparenza e l'omogeneità' tariffaria, nell'interesse esclusivo dei cittadini utenti.

Il mercato dell'energia, tuttavia, è, per sua natura, globale, ed ogni sistema nazionale tende ad interconnettersi e ad interfacciarsi con i sistemi dei Paesi confinanti e con i fornitori, più o meno lontani, che vendono ed acquistano energia.

Questi connotati di internazionalizzazione sono accentuati, all'interno dello spazio europeo, dal processo di integrazione comunitario e, in particolare, dalla necessità di realizzare un unico mercato energetico.

La realizzazione di questi obiettivi impone la rigorosa attuazione di politiche sovranazionali di regolamentazione dei mercati dell'elettricità' e del gas e, al tempo stesso, implica un efficace coordinamento degli organismi comunitari preposti alla loro regolazione.

Conseguentemente, gravano sull'Autorità gli ulteriori compiti collegati agli aspetti regolamentari relativi agli scambi transfrontalieri; compiti che possono essere proficuamente svolti nel contesto di una fattiva collaborazione tra i Regolatori dei vari Paesi, sia all'interno che all'esterno dell'Unione europea.

Per queste ragioni, ci attende, dunque, nei prossimi anni, una sfida ineludibile, che richiede l'armonizzazione dei sistemi e lo sviluppo dei mercati concorrenziali, e sarebbe autolesionistico un rallentamento del percorso di liberalizzazione o, peggio ancora, un ripiegamento su anacronistici e poco efficaci protezionismi nazionali.

Ed è con questo auspicio che cedo ora la parola al Presidente Bortoni per la lettura della Relazione annuale dell'Autorit' per l'energia elettrica ed il gas.