Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

07/07/2011

Montecitorio, Sala della Lupa - Presentazione della Relazione annuale della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali

Autorità, Signore e Signori!

Alla fine degli anni '80, un autorevole studioso delle relazioni industriali, Aris Accornèro (che diventerà, poi, uno dei primi componenti della Commissione di garanzia), richiamava l'attenzione sull'esigenza di "civilizzare" le ragioni del conflitto nel settore dei servizi pubblici essenziali, laddove lo sciopero fosse destinato ad arrecare un grave pregiudizio ai diritti dell'utenza.

L'esigenza era indicativa della necessità, ormai imprescindibile, di garantire, nel diritto positivo ed in quello giurisprudenziale, l'equo contemperamento tra l'esercizio del diritto costituzionale di sciopero da parte dei "lavoratori" e l'esercizio dei diritti costituzionali da parte dei "cittadini" utenti.

Una società civile, infatti, si basa su un equilibrio di valori, di diritti e di doveri in grado di rendere chiari tanto i comportamenti di ciascuno, quanto le conseguenze che ne discendono sul piano sociale e giuridico.

Non si tratta, quindi, ovviamente, di "soffocare" il diritto di sciopero, ma di armonizzarlo con altri diritti riconosciuti dalla Costituzione, in una costante opera di bilanciamento di tutti gli interessi protetti, che tenga conto dell'evoluzione del nostro ordinamento democratico.

Al riguardo, credo che si possa affermare che le regole del sistema creato dalla legge 146 del 1990, sulla cui applicazione ha ben vigilato la Commissione di garanzia, hanno contribuito, senza dubbio, a raggiungere questo importante obiettivo.

Certo, può rimanere qualche piccola defaillance, soprattutto in settori cruciali come quello dei trasporti, spesso amplificata dall'impatto che lo sciopero suscita nei mezzi di comunicazione.

Sarebbe, tuttavia, ingeneroso giudicare l'intera esperienza della regolamentazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali da queste defaillance, ignorando, invece, la rete di accordi e di regole che, in tanti settori (la scuola, la sanità, l'igiene urbana, le telecomunicazioni, ecc.), disciplinano, in modo conforme alla volontà del legislatore, l'esercizio del diritto di sciopero.

Il merito della realizzazione di tali obiettivi va riconosciuto innanzitutto al senso di responsabilità delle parti sociali che, in modo lungimirante, hanno dato vita ad un sistema concordato di norme sulle prestazioni indispensabili da garantire.

Di questo voglio darne pubblicamente atto ai rappresentanti qui oggi presenti.

Ma il merito va, altresì, riconosciuto alla Commissione nel suo ruolo di garante dell'attuazione della legge, la cui attività ha prodotto un'ampia ed originale giurisprudenza in materia di conflitto nei servizi, colmando, spesso, qualche vuoto normativo o qualche inerzia a livello di determinazione volontaria dei servizi minimi.

Un'attività preziosa per lo svolgimento della quale è necessario che la Commissione sia messa in condizione di operare in termini di efficacia e di efficienza.

A questo proposito, sorprende constatare come, a distanza di molti anni dalla sua istituzione, la Commissione di garanzia sia ancora priva di un proprio ruolo del personale, con la conseguenza che il funzionamento della medesima è messo in discussione ogniqualvolta il personale in prestito venga richiamato dalle amministrazioni di provenienza.

L'auspicio, pertanto, è che, al pari di tutte le altre autorità amministrative indipendenti, anche la Commissione di garanzia possa dotarsi di una propria struttura di ruolo senza ulteriori costi per il bilancio dello Stato e ciò indipendentemente dall'esito di alcune ipotesi di riforma che investono la natura e le funzioni della stessa Commissione.

Natura e funzioni che devono rimanere, a mio avviso, quelle di un'autorità indipendente, non collegata al potere esecutivo o a qualche amministrazione di settore che può essere anche parte del conflitto.

Solo da tale posizione di indipendenza la Commissione può infatti fornire autorevoli contributi ed orientamenti su tematiche non direttamente affrontate dal legislatore, ma che sono fondamentalmente connesse alla materia dello sciopero nei servizi pubblici essenziali.

Mi riferisco, ad esempio, alla ben nota questione della verifica della rappresentatività sindacale in sede di valutazione degli accordi e di identificazione dei soggetti collettivi che proclamano lo sciopero.

Credo che, a questo proposito, sia ancora attuale l'interrogativo che posi nel 2009, in occasione della presentazione della Relazione della Commissione, vale a dire, se lo sciopero nei servizi essenziali debba necessariamente configurarsi come un diritto che qualunque soggetto collettivo, anche non adeguatamente rappresentativo, può esercitare allo stesso modo in cui lo esercitano le organizzazioni sindacali capaci di raccogliere il consenso stabile e strutturato della maggioranza dei lavoratori.

In tal senso, peraltro, ragionando in termini ancora più ampi, c'e' da chiedersi se non sia davvero arrivato il momento di pensare ad una prospettiva della regolazione del conflitto oltre i confini dell'ordinamento interno, soprattutto con riferimento ad alcuni servizi pubblici essenziali che si caratterizzano per la loro fruizione in un contesto sovranazionale e per la capacità che lo sciopero ha, in questi stessi settori, di vulnerare i diritti degli utenti, indipendentemente dal contesto geografico in cui si verifica l'astensione dal lavoro.

Gli effetti del conflitto sui servizi cosiddetti "essenziali" producono un impatto su diritti che possono essere considerati universali e, dunque, meritevoli di tutela a prescindere dalla nazionalità dei soggetti che ne sono titolari.

Queste sono questioni, a mio avviso, su cui le istituzioni competenti e la politica, in generale, dovranno riflettere attentamente in un'epoca di globalizzazione dei diritti dei "cittadini-utenti".

Ed e' con questo auspicio che cedo la parola al professor Giovanni Pitruzzella per la lettura della Relazione annuale della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.