Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

17/10/2011

Montecitorio, Sala della Lupa – Inaugurazione della mostra “Rappresentare l’Italia, 150 anni di storia della Camera dei Deputati” alla presenza del Capo dello Stato

Autorità, Colleghi, Signore, Signori!

Un cordiale benvenuto al Presidente della Repubblica che ci onora con la sua presenza.

Un saluto e un ringraziamento al Presidente della Fondazione della Camera Fausto Bertinotti, che ha organizzato questa bella e importante mostra sulla storia della Camera dei deputati nel quadro del Centocinquantesimo anniversario dello Stato nazionale italiano.

La rassegna che ci apprestiamo a inaugurare offre un autorevole contributo alla migliore comprensione dello spirito del Centocinquantenario perché evidenzia la centralità dell'Istituzione parlamentare nell'identità storica della Nazione .

Lo Stato unitario scaturito dal Risorgimento, concependo le Istituzioni rappresentative come fondamentale presidio dei diritti e delle libertà delle persone, affermò fin da subito la sua appartenenza alla cultura del liberalismo europeo.

Da allora prese avvio un grande processo di evoluzione civile, che nel tempo avrebbe portato, tra le sue storiche conquiste, all'estensione completa dei diritti democratici.

Fu un cammino lungo e complesso, che conobbe una fase di arresto durante la stagione del fascismo, e il cui approdo fu la pienezza dei princìpi democratici sancita dalla Costituzione repubblicana del 1948.

Da allora il Parlamento rappresenta la casa comune di tutti gli italiani e uno dei più alti fattori di identificazione dei cittadini con le Istituzioni.

Nella mostra sono rappresentati i momenti cruciali della vita della Camera nelle varie, decisive fasi che hanno scandito la storia nazionale; e sono certo che gli eventi, le idee e i personaggi proposti sapranno suscitare l'interesse e la curiosità dei visitatori, e soprattutto dei più giovani.

Tra i tanti temi su cui soffermarsi c'è sicuramente quello del processo di affermazione in Italia del suffragio universale.

Un momento di alto valore ideale e civile da ricordare con particolare intensità è sicuramente quello del 2 giugno del 1946, quando, in occasione del referendum istituzionale e della contemporanea elezione dei rappresentanti all'Assemblea Costitutente, ebbe luogo, per la prima volta nella storia d'Italia, la partecipazione delle donne al voto.

Nel principio del suffragio universale è affermato il legame stretto tra cittadinanza nazionale, cittadinanza politica e cittadinanza sociale, come profeticamente videro Mazzini e gli altri esponenti della componente democratica e repubblicana del movimento risorgimentale.

E' un principio che anche oggi va riaffermato con la identica forza del passato, rilanciando il valore della partecipazione politica, contrastando le pulsioni verso l'astensionismo, garantendo pienamente il diritto dei cittadini di scegliere coloro che li rappresenteranno in Parlamento.

Momenti da ripercorrere con altrettanta partecipazione sono quelli del confronto e del contrasto politico, talvolta anche molto aspro, nelle aule parlamentari; essi fanno parte della fisiologia della vita democratica, come attesta la storia italiana dagli albori dello Stato unitario ad oggi.

Una democrazia vitale può essere spesso anche una democrazia vivace. Ma per essere una democrazia solida deve potersi fondare su una sicura base di valori e ideali condivisi e di obiettivi nazionali comuni alle forze politiche.

La storia della Camera è comunque anche e soprattutto una storia di uomini e di donne che hanno testimoniato e affermato con la loro azione, il loro pensiero e con il loro esempio le idealità politiche e sociali da cui ha tratto costante alimento la democrazia italiana.

E' una storia di uomini che hanno onorato ai massimi livelli l'Istituzione rappresentativa, fornendo ciascuno il proprio significativo contributo all'affermazione dello Stato nazionale, alla modernizzazione della società, all'evoluzione della dialettica democratica.

Oggi, è di notevole significato politico e civile rivederne l'opera che è inscritta nel cammino della Nazione: da Cavour a Ricasoli, da Giolitti a Einaudi, a De Gasperi, a Moro, fino ai leader che hanno guidato i partiti italiani nei primi decenni repubblicani.

Erano uomini certo diversi - anche molto diversi - tra loro, per idealità, formazione e storia politica. Ma oggi, con la saggezza del tempo e l'insegnamento della storia, possiamo anche vederli in ciò che li ha in qualche modo accomunati. Si tratta della passione civile, del senso dell'etica pubblica, del sentimento del bene comune.

E si tratta anche della loro personale sobrietà e austerità, unita a uno stile comunicativo spesso appassionato e, a tratti, polemico o irridente, ma che mai perdeva di serietà e mai scadeva nella volgarità.

Queste qualità, questo stile continuano a essere quanto mai necessari alla vita politica dell'Italia di oggi, pur considerando i rilevanti cambiamenti avvenuti nella mentalità e nel costume della nostra società durante gli ultimi decenni.

E' così perché la democrazia non cessa di aver bisogno di esempi e di modelli, soprattutto in questa fase segnata dalla crisi economica e da crescenti difficoltà sociali, che possono alimentare la sfiducia dei cittadini nelle Istituzioni e nella politica tout court

In conclusione, l'ideale dell'Italia democratica è inseparabile dall'ideale dell'Italia civile. E la politica non può attendere compiutamente all'opera di governo della cosa pubblica senza incarnare con coerenza i valori che sono alla base del sistema democratico e costituzionale e che sono stati testimoniati dai protagonisti della storia repubblicana .

Per questo, sono certo che l'interessante mostra che oggi inauguriamo saprà offrire, ai tanti cittadini che la visiteranno, notevoli sollecitazioni a riscoprire il grande patrimonio morale, ideale e politico custodito e rappresentato dalla storia della Camera.