Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

23/11/2011

Palazzo Marini, Sala delle Colonne - Convegno per la celebrazione dei 75 anni dell’ENPAIA

Autorità, Signore e Signori,

sono particolarmente lieto di portare il saluto della Camera dei deputati al convegno dell'ENPAIA, in occasione del 75° anniversario della sua fondazione.

La celebrazione della ricorrenza acquista un particolare significato nel Centocinquantenario dell'Unità d'Italia, perché realtà, esperienze ed enti come il vostro hanno contribuito a realizzare l'integrazione della società italiana e a costruire, quindi, un importante fattore di unità del Paese e lo hanno fatto potenziando, attraverso la via del sistema complementare, la capacità dell'Italia di offrire i migliori trattamenti pensionistici ai lavoratori.

La lunga storia dell'ENPAIA e la sua tradizionale attenzione alle esigenze dei lavoratori del settore agricolo costituiscono un prezioso esempio a cui guardare nella ricerca delle migliori soluzioni per costruire in Italia un generale sistema di previdenza complementare.

Un'esigenza, quest'ultima, che si presenta con particolare urgenza in questo momento di grave crisi economico-finanziaria che sta attraversando il Paese e che richiede, accanto al necessario risanamento dei conti pubblici, la realizzazione di riforme strutturali che consentano di aumentare la competitività del sistema Italia e di creare un impianto di tutele e di garanzie più giusto e maggiormente in sintonia con le dinamiche socio-economiche.

In questo contesto, la promozione della previdenza "di secondo pilastro" può essere uno dei fattori di modernizzazione del nostro Paese.

Mai come in questo momento, c'è necessità di un impegno corale da parte delle forze sociali e politiche per sanare quegli squilibri del sistema previdenziale che rischiano di compromettere in primo luogo il futuro delle nuove generazioni di lavoratori.

Occorre ristabilire quel patto generazionale che permetta di ritrovare la coesione sociale necessaria per costruire un avvenire di sviluppo e di prosperità che sia all'insegna della giustizia e dell'equità.

Stiamo vivendo un momento di difficoltà nell'economia globale, con specifiche e differenti ripercussioni sull'economia di ciascun paese; difficoltà che esigono soluzioni immediate per il presente, poiché stanno pregiudicando le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini, soprattutto dei più giovani, ipotecando in qualche modo il loro futuro.

Sul piano delle politiche del lavoro, la flessibilità non deve essere più sinonimo di precarietà, bensì una condizione che esalti la libertà e la professionalità del lavoratore, garantendogli adeguati livelli di reddito e idonee garanzie di carattere previdenziale.

Condizione essenziale per offrire opportunità di pieno inserimento lavorativo e sociale alle giovani generazioni, è, però, la capacità del sistema di creare nuova ricchezza e di realizzare un più efficiente e moderno mercato del lavoro.

Sul piano della politica economica generale, è necessario adottare misure che promuovano nuova occupazione, accompagnate da opportune iniziative che rendano più vantaggiosa per le imprese l'assunzione di lavoratori, anche con l'obiettivo di perseguire un sufficiente ricambio generazionale, mettendo a punto al contempo, strumenti che consentano di ridurre l'area della precarietà che oggi coinvolge molti operatori anche del settore agricolo, specie i giovani.
La creazione di stabili opportunità e la possibilità di accesso a un solido ed equo trattamento pensionistico costituiscono i temi centrali per il futuro dei nostri giovani e, quindi, per l'economia del Paese.

Per ciò che riguarda, in particolare, l'agricoltura, c'è da registrare che i dati rilevati dall'ISTAT, con una crescita nel 2010 del 3,3 per cento dell'occupazione nel comparto, pongono questo settore tra i più dinamici della nostra economia.

C'è da segnalare, al riguardo, anche la massima attenzione dedicata al settore in sede comunitaria, come dimostrano chiaramente gli esiti del G20 agricolo di Parigi del giugno scorso.

E' questo un punto molto rilevante, poiché la politica agricola nazionale non può prescindere da quella europea, e viceversa, se vogliamo garantire che a mercati sempre più aperti corrispondano, oltre che miglioramenti dell'efficienza del sistema agricolo, anche condizioni operative e di lavoro più profittevoli per lavoratori e imprese.

Desta preoccupazione l'attuale progetto di riforma della Politica Agricola Comune, poiché presenta punti critici per l'Italia. Il mio auspicio è che questo problema sia superato attraverso opportune iniziative in ambito europeo, capaci di tutelare gli interessi degli agricoltori e di evitare il ridursi delle risorse ad essi destinate.

In tale contesto, un'importante svolta riformatrice deve mettere a punto un "welfare sostenibile" che tenga conto delle attuali condizioni sociali del Paese e che rappresenti uno degli strumenti più importanti per superare l'attuale crisi. E' importante operare con decisione per potenziare la previdenza complementare attraverso adeguati interventi normativi, finalizzati anche ad incrementare il tasso di adesione dei lavoratori del comparto. In questo ambito, assume una particolare importanza promuovere una nuova cultura del welfare.

L'ENPAIA è stato antesignano di soluzioni e di modelli da tener presenti nella costruzione di un moderno sistema pensionistico.

Il più antico ente bilaterale gestito dai sindacati dei lavoratori e dalle organizzazioni imprenditoriali del mondo agricolo, è la dimostrazione di come la parola previdenza debba sempre fare rima con la parola lungimiranza.

Sono certo che dai lavori del vostro convegno scaturiranno significativi suggerimenti e suggestioni al dibattito in seno alle Istituzioni e alla politica sul cruciale tema della modernizzazione del sistema di tutela e di garanzia per i lavoratori. E di questo contributo, sinceramente vi ringrazio.