Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

16/02/2012

Montecitorio, Sala della Lupa – Presentazione del libro “A un giovane italiano” di Carlo Azeglio Ciampi

Autorità, Onorevoli Colleghi, Signore, Signori!

Il dialogo tra le generazioni si fonda innanzi tutto sull'esempio morale e sulla trasmissione dei valori. Il Presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ce ne offre una splendida e illuminata testimonianza nel bellissimo libro che ha dedicato ai giovani.

Al Presidente Ciampi, cui non è purtroppo possibile essere presente tra noi, invio i miei saluti più cordiali e il mio più vivo ringraziamento per questa sua importante opera editoriale che la Camera dei deputati ha questa sera l'onore di presentare.

Saluto e ringrazio gli illustri relatori: l'On. Walter Veltroni, il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, il Direttore di Rcs Libri, Paolo Mieli, e il giovane Alessandro Acciavatti.

L' autore indica, come ideale destinatario del suo racconto, un "giovane italiano" che vive le speranze, le inquietudini e le difficoltà del presente.

Il primo pregio del libro è nel coraggio civile che infondono le sue pagine e nell'interesse dei temi che il lettore vi trova efficacemente esposti.

Il Presidente Ciampi indica ai giovani una "stella fissa" da seguire nel cammino per la costruzione del loro domani, invitandoli a "guardare l'orizzonte oltre la siepe" e a "non avere paura di osare". Non a caso, il volume si conclude con una delle frasi più intense di Seneca, tratta dalle "Lettere a Lucilio": "Continua nei tuoi progressi e capirai che sono meno da temere proprio quelle cose che fanno più paura".

L'incisività di questa esortazione viene, oltre che dal prestigio dell'autore, anche dall'efficace cifra espressiva del libro. Viene dalla bella e significativa scelta del Presidente Ciampi di parlare ai giovani di oggi partendo dai suoi vent'anni; rievocando i momenti drammatici vissuti nella temperie bellica e l'impegnativa sfida per la libertà sostenuta all'indomani dell'8 settembre 1943.

Così ricorda l'autore: "Una leva di giovani, la mia, segnata da esperienze così tragiche da incidere nella profondità dell'animo, scrivendovi a mo' di imperativo assoluto il rifiuto della guerra e di ogni forma di totalitarismo".

"A quella generazione -si rammenta sempre nel libro- non fu risparmiata nemmeno la tragedia di una lotta fratricida".

E' noto che il giovane sottotenente Carlo Azeglio Ciampi fu tra coloro che decisero di reagire con coraggio e amore per la libertà e per la Patria alla confusione e al tragico disarmo morale immediatamente seguiti all'armistizio. E lo fece scegliendo di raggiungere le forze di liberazione insediate tra gli Abruzzi e le Marche.

L'autore ricorda l'incontro, avvenuto a Scanno, con uno dei grandi maestri di libertà del '900, il filosofo Guido Calogero. Dai colloqui con l'insigne pensatore ne scaturì una grande occasione di formazione ideale e civile.

Fu la riconquista -scrive il Presidente Ciampi - dei valori alla base della vita collettiva. In primo luogo la libertà, interpretata e applicata -cito testualmente - nel "quadro del vivere comune, il rispetto cioè della libertà e dei diritti degli altri come condizione per rivendicare la libertà e i diritti propri".

La validità di questi princìpi è stata testimoniata nella concretezza dell'esperienza vissuta, perché la generazione di Ciampi ha mobilitato tutte le sue energie di idealità, intelligenza, e capacità di lavoro per ricostruire l'Italia nel segno della democrazia, dello sviluppo economico e del progresso civile.

Questa esemplare esperienza collettiva è diventata col tempo un prezioso patrimonio ideale per le successive generazioni di italiani. E soprattutto i giovani di oggi possono attingervi grandi energie morali per preparare il loro futuro e proseguire - come nelle parole dell'autore - l' "ininterrotto racconto della vita di questo nostro amato Paese".

La riaffermazione della perenne validità dei valori costituzionali posti alla base della convivenza civile si unisce, nel libro, alla lucida diagnosi dei problemi del presente.

L'autore sottolinea che ai giovani di oggi sono precluse tante opportunità di vita, di lavoro e di formazione professionale cui hanno diritto. E, dopo averli invitati a separare il "grano dal loglio" e a operare scelte sempre all'insegna della maturità civile e democratica, non esita a riconoscere le ragioni dell'indignazione come necessaria e salutare reazione alla crescente incertezza e al diffuso malessere.

Richiamandosi a Stéphane Hessel, autore del recente pamphlet "Indignez-vous!" , afferma di condividerne, al di là dei toni e dei temi trattati, il bisogno di "scuotere le coscienze di fronte all'indifferenza e alla rassegnazione, di fronte a situazioni inaccettabili agli occhi di chi, con al forza degli ideali giovanili e lo slancio generoso di quell'età, credette possibile edificare un società più giusta, più armonica e più civile".

Tra le situazioni inaccettabili che rischiano di compromettere il futuro dei giovani e di intaccare le condizioni di vita di tante famiglie, il Presidente Ciampi denuncia nitidamente e fermamente la deriva speculativa che ha interessato negli ultimi anni l'attività finanziaria internazionale.

L'autore ricorda quanto siano tremendamente complessi i meccanismi connessi alla dimensione globale dei mercati. Ma indica chiaramente la responsabilità di quella parte di operatori finanziari che hanno spregiudicatamente sfidato le leggi della morale prima ancora delle leggi dell'economia."Hanno fatto della finanza - denuncia - la foresta dove appagare appetiti ferini".

Dal libro emerge chiaramente che non è tanto, o non è soltanto, un problema di etica individuale o di gruppo (da risolvere magari con la teoria falsamente rassicurante delle "mele marce"), ma è un problema di etica e di regole di sistema. Etica e regole che sono progressivamente saltate parallelamente alla diffusione di quella "irragionevole euforia" dei mercati finanziari denunciata a suo tempo dall'ex governatore della Federal Reserve, Alan Greenspan.

Accanto al problema delle regole saltate c'è quello dell'abnorme sproporzione tra la ricchezza accumulata attraverso l'attività finanziaria e quella creata attraverso la produzione, il commercio e il consumo. Si tratta -come è a tutti noto- di uno squilibrio che si ripercuote sempre più pesantemente (e negativamente) sui livelli occupazionali e sui redditi dei lavoratori e delle famiglie in tutto il mondo occidentale, dove si sono acuite, nell'ultimo decennio, le disuguaglianze sociali e dove la nozione di ricchezza tende a identificarsi sempre più con la rendita finanziaria e sempre meno con il profitto d'impresa e con il benessere sociale.

Il Presidente Ciampi ci ricorda al riguardo che non stiamo vivendo una crisi economica qualsiasi, seppur grave, ma un vero e proprio passaggio d'epoca. "Le foto -scrive- degli impiegati della Lehman Brothers che in un pomeriggio del settembre 2008 varcano per l'ultima volta la soglia di quello che fino a poche ore prima era il loro luogo di lavoro rappresentano immagini-simbolo".

Oggi tutti concordiamo sul fatto che creare le condizioni per una nuova fase di crescita e di prosperità sociale deve essere la preoccupazione primaria dei Governi, dei Parlamenti e delle Istituzioni internazionali.

A tale riguardo, l'autore rileva che la mancata realizzazione, nei dieci anni trascorsi dall'introduzione dell'euro - tutti sanno che il Presidente Ciampi è stato uno dei più convinti sostenitori della necessità per l'Italia di entrare nell'area della moneta unica- di un "centro di governo" nell'Eurozona ha portato a un'"asimmetria istituzionale" consistente nella "separatezza tra politica monetaria e politica fiscale" .

"La Banca centrale europea - ricorda Ciampi - non svolge un ruolo di prestatore di ultima istanza perché non ha dietro di sé uno Stato, ma diciassette Stati con altrettanti debiti pubblici".

Oggi, la linea seguita dai Governi dell'UE è quella di fissare come obiettivi primari, nelle politiche economiche nazionali, la riduzione del debito pubblico e la crescita di produttività dei singoli Paesi.

E si tratta di un impegno che vede oggi l'Italia in prima linea, anche grazie all'incisiva azione del nuovo governo, nel tentativo di costruzione di una governance europea sempre più integrata e solidale.

Ma il problema di quell'asimmetria istituzionale di cui parla Ciampirimane un problema ineludibile che deve trovare al più presto soluzione al fine di permettere ai Paesi del Continente europeo di costruire un futuro di progresso economico e civile per tutti i cittadini dell'Unione.

Va inoltre rilevato che il problema delle governance dei processi globali è una questione che non riguarda solo l'Europa ma tutte le democrazie occidentali.

Ha scritto recentemente Charles Kupchan: "Anche se l'Occidente riuscirà a ripristinare la sua solvibilità economica e politica, gli americani e gli europei devono comunque delineare una strategia complessiva per gestire la transizione in arrivo nella politica globale".

In altre parole, occorre rispondere alla crescente domanda di buon governo delle società occidentali risolvendo nel contempo le "tensioni strutturali tra democrazia, capitalismo e globalizzazione".

Nell'orizzonte più vasto della politica c'è dunque, accanto alla sfida economica, una più profonda sfida culturale, una sfida volta alla ricostruzione del tessuto morale e civile della democrazia.

E' mio augurio che la politica italiana possa e debba fare la sua parte, non solo interagendo efficacemente con le Istituzioni europee e globali (come sta già avvenendo), ma anche riformando se stessa; riavvicinandosi ai cittadini attraverso una nuova legge elettorale e nuove regole istituzionali che, oltre a restituire efficienza al sistema, permettano quella maturazione effettiva delle culture politiche in gran parte mancata nel corso dell'ultimo decennio.

In conclusione: uno dei grandi messaggi contenuti nel libro del Presidente Ciampi è la riaffermata validità di tre cruciali binomi: quello tra sviluppo civile e sviluppo economico, quello tra etica e politica, quello tra libertà e uguaglianza.

Sono le stelle polari da seguire nella costruzione del futuro dell'Italia e dei suoi giovani.

Ricordando gli anni difficili, ma febbrili, del dopoguerra, il Presidente Ciampi scrive che "l'impegno di tutti consentì, nel volgere di pochi anni, di vincere la sfida". "L'Italia -ricorda sempre l'autore- fu ricostruita; gli italiani, giorno dopo giorno, vedevano prendere forma un futuro che sembrava essere scomparso dal loro orizzonte".

E quello di consegnare un futuro ai giovani deve essere obiettivo primario di tutta la collettività.