Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

09/03/2012

Montecitorio, Sala della Lupa - Presentazione del Rapporto 2011/2012 dell'Associazione "Italiadecide" dal titolo "Il governo dell'energia per lo sviluppo del paese", alla presenza del Capo dello Stato

Signor Presidente della Repubblica, Signor Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e dei Trasporti, Autorità, Signore e Signori!

La Camera dei deputati è particolarmente lieta di ospitare la presentazione del Rapporto "Il governo dell'energia per lo sviluppo del Paese", realizzato dall'Associazione "Italiadecide".

Ringrazio il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per la presenza che testimonia l'importanza dell'iniziativa.

Com'è noto, "Italiadecide", sotto la presidenza dell'on. Luciano Violante, riunisce personalità di diverso orientamento politico-culturale per elaborare, attraverso ricerche sulle politiche pubbliche e sull'articolato sistema decisionale italiano, una base condivisa di conoscenza sulle questioni strategiche per il futuro del Paese.

Al riguardo, con riferimento all'oggetto del Rapporto di quest'anno, va detto subito che la grave crisi economica e finanziaria che attanaglia le principali economie dell'Occidente, sta avendo, come effetto collaterale, anche quello di distrarre l'attenzione da due emergenze, in prospettiva forse anche più gravi: la crisi alimentare, connessa all'inadeguatezza delle produzioni agricole, e quella energetica collegata ai temi della sicurezza, dei costi e della continuità degli approvvigionamenti di energia.

Non a caso ai problemi posti dalla drammatica difficoltà per il pianeta di rispondere alla sempre più elevata domanda di prodotti alimentari è stata dedicata dalla FAO, nell'ottobre scorso, la Giornata del Cibo.

Quanto alle prospettive dell'approvvigionamento energetico, esse, soprattutto in termini di future disponibilità, preoccupano, nell'immediato, i Paesi più poveri e quelli che, come l'Italia, sono, nello stesso tempo, grandi consumatori ed importatori di energia.

Del resto, la dipendenza dei Paesi europei dalle forniture di idrocarburi provenienti dall'Africa Settentrionale, dal Medio-Oriente e dai Paesi dell'ex Unione Sovietica non può essere realisticamente attenuata, almeno in tempi brevi, dallo sviluppo di energie alternative e dal ricorso alla fonte nucleare, le cui potenzialità sono state vulnerate dalle conseguenze, materiali e psicologiche, dello tsunami in Giappone e dall'esponenziale crescita dei costi connessi alla realizzazione di nuove centrali.

Con maggiore ottimismo possiamo, invece, guardare all'accresciuta disponibilità, su scala mondiale, di riserve di gas naturale ed alla loro diversificazione geografica.

Negli ultimi anni, infatti, la massiccia immissione sul mercato del gas di scisto ("shale gas") ha portato, negli Stati Uniti, non solo ad una ristrutturazione dei prezzi, ma ha sostanzialmente eliminato l'importazione di gas dall'estero, liberando grandi quantità di questa risorsa per il mercato internazionale.

Tuttavia, per cogliere le favorevoli prospettive che, nei prossimi anni, potranno assumere concretezza, ma, nel contempo, per dare maggiore sicurezza ed economicità - nell'immediato - al nostro approvvigionamento energetico, l'Italia ha bisogno di una politica energetica globale, di un vero e proprio "Governo dell'Energia".

A fronte di questo problema veramente vitale per il futuro del nostro Paese, l'Associazione "Italiadecide" presenta oggi le proposte per una nuova strategia nazionale per l'energia, cioè un programma organico di riforme strutturali, che dovrà essere raccordato con le regole e le iniziative che saranno assunte in questo campo dall'Unione Europea.

Desidero particolarmente ringraziare il Presidente on. Violante e gli autorevoli studiosi che hanno elaborato questo documento, perché in esso tracciano una vera e propria "Road Map" in grado di orientare i soggetti istituzionali nel perseguimento di poche, grandi priorità, indispensabili alla configurazione di un nuovo mix energetico, tanto più necessario dopo il venir meno della prospettiva nucleare.

Il panorama del sistema energetico italiano non è, del resto, confortante.

Reso, infatti, impercorribile dal voto referendario un programma nucleare per integrare in modo significativo il mix delle nostre fonti di energia, rivelatasi, inoltre, costosissima - e, a volte, contraddittoria - la politica di incentivazione del pur dinamico comparto delle fonti rinnovabili, le migliori prospettive sembrano essere oggi affidate alle possibili evoluzioni del settore del gas.

Ma anche in questo campo si registrano serie problematiche.

Della prevista rete di gassificatori di cui tanto si è parlato, è in funzione solo l'impianto al largo del Polesine, oltre al piccolo impianto pioniere di Panigaglia.

Il grande impianto di Brindisi risulta, infatti, bloccato per un incredibile conflitto di competenze e di contrastanti decisioni giudiziarie, col risultato che la British Gas ha annunciato di non essere più interessata al progetto, pur avendovi già investito oltre 100 milioni di euro!

Fermi sono anche i lavori per il rigassificatore galleggiante di fronte a Livorno.

Allo stato attuale, inoltre, appaiono solo progetti i grandi "rigassificatori" di Gioia Tauro e di Porto Empedocle, che, insieme a Brindisi, sarebbero in grado, per le loro dimensioni e la loro posizione geografica, di garantire l'indispensabile flessibilità al nostro approvvigionamento.

Dovunque, si riscontra un groviglio inestricabile di norme, di interessi, di contraddittorie scelte prese nelle più diverse sedi politico-decisionali, di resistenze derivanti da una esasperata sensibilità ecologica, che non hanno permesso di ottenere un risultato positivo.

In questo modo, l'idea apprezzabile della penisola italiana, come possibile ed ottimale "hub" per l'approvvigionamento energetico d'Europa, appare irrealistica se non priva di concretezza.

Il problema, che coinvolge a cascata tutte le attività industriali a valle della raffinazione, è, quindi, di estrema gravità e richiede immediati interventi, di varia natura, per essere fronteggiato e risolto.

Con l'auspicio che dal qualificato incontro di oggi possano emergere concretamente per la classe dirigente italiana nuovi indirizzi per una migliore definizione della strategia energetica nazionale, cedo ora la parola al Presidente Violante.