Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

10/04/2012

Montecitorio, Sala della Lupa – Convegno “R-Innovare l’Italia. L’Agenda digitale per la coesione sociale e territoriale”

Autorità, Colleghi, signore, signori!

Una delle nuove frontiere del progresso sociale è rappresentata dalla diffusione dei servizi informatici presso i cittadini di qualsiasi età, condizione sociale, appartenenza territoriale. Il fenomeno è già talmente rilevante da far dire a molti che la qualità della democrazia del XXI secolo si misura anche dalla fruizione a livello popolare delle tecnologie digitali.

Ne consegue che uno Stato che voglia garantire nuove opportunità di crescita civile per tutti i cittadini, che voglia così impedire l'affermarsi di nuove forme di disuguaglianza, deve necessariamente perseguire l'obiettivo di allargare l'offerta telematica a vantaggio degli utenti dei pubblici servizi e, soprattutto, deve renderne possibile l'effettiva fruizione a fasce sempre più ampie di popolazione.

Del grande rilievo sociale dell'innovazione tecnologica ne parleremo con gli illustri oratori che saluto e ringrazio: il Presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua, l'Amninistratore delegato di Poste Italiane Massimo Sarmi, l'Amministratore delegato di Microsoft Italia Pietro Scott Jovane, il Presidente dell'Associazione "La Scossa" Francesco Delzìo, che modererà l'incontro.

Il tema rimanda in primo luogo a profili decisivi del processo di modernizzazione della Pubblica Amministrazione perché l'attuazione dell'Agenda digitale può costituire per l'Italia un rilevante fattore di coesione sociale e territoriale.

Normalmente, nel dibattito pubblico, gli investimenti nell'innovazione e nelle infrastrutture telematiche tendono ad essere considerati prevalentemente sotto il profilo dei rilevanti benefici economici che possono garantire al sistema-Paese.

E' superfluo sottolineare il rilievo strategico di questo profilo. E ciò in considerazione della cruciale importanza, specie per l'Italia, di riattivare il motore della crescita economica.

Ma altrettanto importante è considerare gli aspetti civili e sociali, in particolare quello dei positivi effetti sulla vita dei cittadini e sui bilanci familiari che possono derivare dall'erogazione in forma digitalizzata dei servizi della Pubblica Amministrazione, soprattutto nei fondamentali ambiti della cittadinanza, della salute, del lavoro, dell'istruzione, della sicurezza.

Nell'interessante Rapporto che oggi presentiamo - Rapporto realizzato dall'Istituto di ricerca I-Com per Microsoft Italia e per l'Associazione "La Scossa" - è esposta la stima dei vantaggi economici per i cittadini, in termini di risparmio di tempo e di costi di spostamento, offerti da servizi pubblici digitalizzati.

Nello stesso studio sono anche evidenziati i benefici connessi con l'introduzione di altre modalità telematiche come il Telelavoro e la Telemedicina.

E' opportuno, in linea generale, rilevare che lo snellimento burocratico garantito dall'attuazione dell'Agenda digitale, unito a una maggiore efficienza dei servizi, è in grado di fornire un non trascurabile contributo alla crescita complessiva del Paese: una società in cui aumenta l'erogazione in tempo reale dei pubblici servizi e in cui cresce, contemporaneamente, il volume delle relazioni e degli scambi di informazioni via Internet è infatti una società più evoluta, più moderna, più ricca di opportunità sociali.

Il processo di attuazione dell'Agenda digitale presenta però non lievi aspetti problematici, dovuti in primo luogo a quelle carenze strutturali e culturali che continuano purtroppo a limitare la fruizione sociale dei servizi pubblici digitalizzati e, più in generale, delle tecnologie informatiche in quanto tali.

E' il problema del divario digitale dell'Italia, un grave limite allo sviluppo del Paese che deve essere superato innanzi tutto con un'incisiva opera di ammodernamento e di potenziamento delle reti tecnologiche.

Oltre che come ritardo infrastrutturale, il divario digitale va anche considerato nell'aspetto, non meno grave, del divario sociale, cioè della scarsa propensione di una parte della popolazione all'utilizzo dei nuovi strumenti informatici e dei nuovi servizi. E' il problema - ben evidenziato da un'indagine conoscitiva della Commissione Trasporti della Camera - del basso indice di alfabetizzazione digitale nel nostro Paese, problema che riguarda in modo particolare i meno giovani e le fasce di popolazione che, per motivi culturali o per condizioni sociali sfavorevoli, rimangono estranee al mondo delle comunicazioni elettroniche.

Ci troviamo di fronte a un serio fattore di divisione all'interno del Paese, che può provocare l'ulteriore aggravamento delle distanze culturali tra le generazioni e generare un inedito tipo di esclusione sociale: l'esclusione dalle opportunità del progresso tecnologico.

Ne consegue che è necessario accompagnare gli interventi di adeguamento della rete tecnologica con efficaci iniziative volte a promuovere la conoscenza e l'impiego degli strumenti informatici per quella fascia di popolazione che non ha saputo o potuto usufruire dell'evoluzione delle tecnologie della comunicazione.

L'avvio di un'opera di educazione digitale può essere in tal senso inserita tra i nuovi obiettivi che le Istituzioni devono oggi perseguire per la promozione del principio dell'eguaglianza sostanziale dei cittadini sancito nel 2° comma dell'articolo 3 della Costituzione.

E' un'azione che deve nascere dall'impulso dello Stato e che deve vedere protagoniste le Istituzioni più prossime alla vita quotidiana delle persone, a partire dagli Enti locali e dalle Regioni.

Non a caso, verso tale direzione spingono anche le Istituzioni europee. Tra gli obiettivi fissati dall'Agenda Digitale dell'UE c'è infatti quello dell'ampia diffusione presso i cittadini del Continente di una cultura dell'innovazione tecnologica e del progresso informatico.

In Italia, un'altra e non meno grave forma di ritardo è rappresentata dal divario regionale. Come si legge nella ricerca, esiste una sensibile difformità nell'accesso a Internet tra il Centronord e il Sud del nostro Paese. Nel Meridione, la percentuale delle abitazioni connesse alla Rete è infatti più bassa rispetto alla media nazionale.

Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un serio motivo di divisione all'interno della comunità nazionale, che deve essere affrontato con politiche incisive e lungimiranti, nel quadro della necessaria opera di superamento delle sperequazioni sociali e territoriali che attraversano il Paese e ne minano la coesione e la solidità.

In conclusione, la rimozione delle criticità oggi presenti nella fruizione sociale delle tecnologie informatiche deve rappresentare un nuovo e potente fattore di unità culturale e civile dell'Italia.

Gli strumenti offerti dal progresso telematico avvicinano tra loro gli uomini di ogni area della Terra, facendo uscire dall'isolamento singole persone e intere comunità locali. A maggior ragione ciò deve valere all'interno della nostra comunità nazionale.

Le infrastrutture della comunicazione, sia quella materiale e viaria sia quella immateriale e culturale, hanno sempre costituito, nel corso della nostra storia, un grande fattore di unificazione nazionale.

Così fu 150 anni fa, agli esordi dello Stato unitario, quando la classe dirigente nazionale realizzò, nel volgere di pochi decenni, una estesa rete ferroviaria che accorciò sensibilmente le distanze tra gli italiani.

Così fu anche negli Anni '60 del secolo scorso, quando la televisione contribuì in modo decisivo all'affermazione della moderna fisionomia culturale di tutti gli italiani.

Così deve essere anche in questi primi decenni del XXI secolo con la diffusione degli strumenti e della cultura legati al progresso informatico, che dovranno permettere ad ogni area del Paese il raggiungimento di più elevati standard di progresso economico, sociale e civile.

E' questa una delle nuove, grandi sfide che l'Italia ha l'obbligo di vincere per costruire un futuro di coesione, progresso e giustizia.

E le Istituzioni politiche hanno il dovere di esserne consapevoli e di operare di conseguenza.

Ci sono mille modi per onorare il ruolo delle Istituzioni e uno di questi è l'essere consapevoli delle sfide dei tempi che viviamo e saperle affrontarle per tempo, con lungimiranza e strategia.