Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe

INIZIO CONTENUTO

Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

29/05/2012

Montecitorio, Sala della Lupa - Presentazione del Rapporto annuale dell'INPS

Sono certo di interpretare il pensiero di tutti voi invitandovi a onorare la memoria dei lavoratori deceduti nel terremoto che ha colpito questa mattina l'Emilia Romagna e di indirizzare alle famiglie di questi sfortunati connazionali e di quelle già colpite dal sisma della settimana scorsa la nostra sincera solidarietà. Vi prego di alzarvi e di onorarli con un minuto di silenzio.

Autorità, Signore e Signori!

La crisi economica mondiale, con i suoi pesantissimi effetti negativi sulla crescita e sull'occupazione, ha riportato al centro dell'attenzione il tema della previdenza sociale e del lavoro.

La sostenibilità di lungo periodo del sistema pensionistico, in termini di incidenza della spesa previdenziale sul prodotto interno lordo, ha già determinato, anche nel nostro Paese, la revisione della disciplina di settore e l'innalzamento generalizzato dell'età pensionabile, in conformità a quanto previsto dalla maggior parte dei regimi previdenziali europei. Si è trattato di un intervento indispensabile che Governo e Parlamento devono comunque migliorare al più presto, come nel caso dei cosiddetti "esodati", per garantire il rispetto dei principi costituzionali in materia di uguaglianza del cittadino davanti alla legge.

Per tornare alla questione generale, è evidente come anche per il futuro la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale sarà strettamente connessa alle dinamiche della crescita economia.

Da questo punto di vista, l'impatto della recessione internazionale sull'economia italiana e, in particolare, sul mercato del lavoro, è tristemente dimostrato dalle gravi crisi aziendali e occupazionali e dal diffondersi di condizioni, spesso drammatiche, di disagio sociale.

Del resto, come ha recentemente evidenziato l'OCSE in uno studio realizzato per il G20 dei Ministri del lavoro, il nostro Paese, con il tasso record del 35,9% registrato a marzo, è al quarto posto, tra i 33 Paesi aderenti all'organizzazione, nella poco invidiabile classifica della disoccupazione giovanile ed in quella che riguarda i cosiddetti "neet" ("not in education, employment or training"), vale a dire i giovani totalmente inattivi che hanno lasciato gli studi e non hanno un lavoro e hanno perfino smesso di cercare un'occupazione.

E', in questo scenario, tutt'altro che rassicurante che si colloca la vitale questione della copertura previdenziale da assicurare alle future generazioni.

Ci troviamo, infatti, di fronte ad un grave fattore di potenziale divisione del Paese, che può provocare un ulteriore aggravamento della distanza tra le generazioni e causare un'inedita differenziazione sociale tra chi percepisce una prestazione previdenziale e tutti coloro che non hanno nemmeno l'aspettativa di poterla un giorno percepire.

Inoltre va considerato che già a fronte del profondo disagio sociale in cui versa il Paese, il trattamento pensionistico o assistenziale rappresenta spesso un mezzo di sostentamento irrinunciabile per interi nuclei familiari monoreddito, al cui interno è sempre più presente la componente dei giovani che non riescono ad entrare nel mercato del lavoro.

Le prestazioni previdenziali, dunque, proprio perché fungono anche da "ammortizzatori sociali" per i congiunti del diretto destinatario, sono ormai parte integrante di un sistema di sicurezza sociale che deve realmente passare dalla logica della "liberazione dal bisogno" ad una logica di "autosufficienza" che dovrebbe accompagnare il cittadino in tutta la sua esperienza di vita.

Ne consegue che è, quindi, opportuno preservare le specificità di tutte le forme di previdenza, soprattutto in questo momento in cui c'è la necessità di continuare a garantire l'efficienza dei sistemi di protezione sociale, per affermare un nuovo patto generazionale.

Queste sono alcune riflessioni di carattere generale che credo sia opportuno considerare nel momento in cui presentiamo il Rapporto annuale dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, che, com'è noto, a seguito dell'attribuzione delle funzioni riguardanti la previdenza dei dipendenti pubblici e dei lavoratori dello spettacolo, è l'ente gestore di tutto il sistema pensionistico pubblico, che rappresenta circa il 25% del prodotto interno lordo nazionale.

Le garanzie amministrative di trasparenza, correttezza, buon andamento ed economicità sono il presupposto necessario per rendere un servizio efficiente ai cittadini e l'Inps, da sempre, le onora nell'interesse della collettività.

Cedo ora la parola al Presidente dell'INPS per la tradizionale Relazione annuale.