Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

30/11/2012

Montecitorio, Sala del Mappamondo – Giornata mondiale per la lotta all’AIDS, con la partecipazione del Premio Nobel per la Medicina, Luc Montagnier

Autorità, Onorevoli Colleghe e Colleghi, Signore , Signori!

La Camera dei deputati è particolarmente lieta di dare il benvenuto al prof. Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina 2008 per le sue decisive ricerche che hanno permesso di isolare virus dell'HIV.

La sua presenza riveste un particolare e importante significato in questo convegno che si svolge nella prospettiva della Giornata Mondiale della lotta all'Aids.

Un saluto e un ringraziamento al prof. Enrico Garaci, Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità e illustre componente della comunità scientifica italiana e internazionale.

Importanti progressi sono stati conseguiti in questi anni nella lotta all'AIDS, ma l'obiettivo di debellare questa terribile malattia richiede ancora il sempre più ampio e deciso sostegno da parte degli Stati alla fondamentale attività dei ricercatori e alle meritorie iniziative internazionali volte a combattere il contagio e a rendere accessibili ai Paesi più poveri la più ampia utilizzazione dei mezzi di terapia. Alleati preziosi della ricerca sono certamente le organizzazioni non governative, le associazioni, i media, l'opinione pubblica.

Com'è stato opportunamente affermato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel corso della Conferenza Internazionale che si è svolta nel luglio scorso a Washington "uniti si può cambiare la rotta" e si può vincere la battaglia contro l'epidemia più devastante del nostro tempo.

Sulla base delle ultime scoperte scientifiche nel trattamento dell'HIV, si può infatti dare nuovo impulso alla prevenzione e alla cura, ampliando gli interventi.

Esistono oggi, a differenza di 30 anni fa, le potenzialità per vincere l'AIDS.

Si tratta di un impegno morale che abbiamo nei confronti dei malati e di un dovere nei confronti di tutta l'umanità.

In questa fondamentale battaglia non mancano purtroppo le criticità, a partire dal calo di interesse e di attenzione presso l'opinione pubblica. Oggi, del virus HIV e dell'AIDS, se ne parla poco. Superati gli Anni '80 e '90, periodo durante il quale la comunità scientifica poteva avvalersi dell'attenzione dei media e di un'opinione pubblica fortemente sensibilizzata al problema della propagazione del virus, oggi la malattia e la sua diffusione epidemica appaiano quasi derubricati dall'agenda mediatica.

E vale la pena ricordare che l'indifferenza o la scarsa informazione su problemi così gravi, oltre che sintomo di abbassamento della sensibilità sociale, costituiscono fattori che indeboliscono le difese morali e psicologiche della società contro la diffusione della malattia.

L'attenzione collettiva è infatti una delle condizioni necessarie per l'opera di prevenzione che, non solo le Istituzioni, ma anche le famiglie, le strutture sanitarie ed educative devono svolgere per alzare sempre la soglia di protezione sociale dal contagio.

In questo contesto particolare attenzione va dedicata a ogni iniziativa volta a impedire la diffusione del virus tra le giovani e le giovanissime generazioni.

E' opportuno ribadire che è assolutamente indispensabile promuovere con sempre maggiore convinzione l'educazione sessuale nelle scuole, sia come fattore di prevenzione delle malattie, sia come mezzo per arrivare a una sessualità responsabile.

Per combattere adeguatamente la diffusione del virus è indispensabile che i nostri figli abbiano consapevolezza che le informazioni acquisite da internet, se indubbiamente accrescono il livello di conoscenza degli utenti del web, possono però risultare, laddove non siano adeguatamente approfondite, insufficienti e persino dannose, soprattutto in settori tanto delicati e tanto importanti come la prevenzione dell'Hiv.

E' opportuna una campagna volta a promuovere la frequenza degli esami del sangue per consentire un tempestivo intervento diagnostico. Quando infatti la malattia è alla sua insorgenza iniziale si può ancora intervenire per evitare esiti drammatici. Oggi abbiamo strumenti scientifici che hanno trasformato l'Aids da malattia degenerativa e mortale in malattia cronica con la quale si può convivere.

Su un piano più generale, mi auguro che sia sempre più forte, nelle Istituzioni, nella politica e nell'opinione pubblica, la consapevolezza del valore irrinunciabile della ricerca. Purtroppo, spiace constatare, l'Italia è il Paese che investe meno risorse rispetto ai partners europei nei settori strategici della conoscenza e dell'innovazione scientifica.

E' un ritardo che deve essere al più presto colmato con politiche lungimiranti e con interventi incisivi. Politiche e interventi volti a restituire al nostro Paese il ruolo che gli spetta nel novero delle più avanzate democrazie.

Non mancano certo all'Italia i talenti, le capacità, i centri di eccellenza per arricchire con nuove scoperte e con nuove realizzazioni la cultura scientifica mondiale.

Sono risorse di intelligenza, di esperienza e di conoscenza che devono essere pienamente valorizzate per permettere all'Italia di fornire il suo rilevante contributo -ed è in particolare il caso della ricerca in campo biomedico- alla battaglia per sconfiggere l'AIDS e altre malattie infettive e per elevare gli standard di vita della società.

Ed è con questo spirito che ci apprestiamo ad ascoltare la testimonianza di un uomo, come Luc Montagnier, il quale, per i suoi alti meriti scientifici e per la sua elevata vocazione alla ricerca, è da annoverare tra le personalità mondiali che in questi anni hanno contribuito (e continuano a contribuire) al progresso dell'umanità, restituendo la speranza a tanti malati e rinnovando la fiducia collettiva nelle possibilità della scienza di raggiungere sempre nuovi traguardi nella battaglia per la salute.