Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

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Interventi e discorsi

Interventi e discorsi del Presidente della Camera

13/12/2012

Presentazione del libro “Minuzie personali, Nequizie universali”, di Mario Guidotti - Montecitorio, Sala della Regina

E' con vero piacere che la Camera dei deputati ospita la presentazione del libro di Mario Guidotti "Minuzie personali e nequizie universali", che raccoglie le annotazioni, i pensieri, gli aforismi dell'insigne giornalista e scrittore scomparso lo scorso anno e che sono stati redatti, dal 1990 al 2010, in presa diretta con i grandi cambiamenti avvenuti nella vita nazionale e in quella internazionale in quei cruciali venti anni.

La raccolta di pensieri di Guidotti è un condensato di saggezza, di cultura, di raffinata ironia che invita a guardare nelle pieghe della storia; ricordandoci l'ovvia, ma spesso dimenticata, verità che alla base dei grandi processi politici, sociali e culturali c'è sempre l'uomo, con le sue fragilità, con le sue paure, con le sue contraddizioni e, appunto, le sue nequizie; ma anche con i suoi slanci ideali, con i suoi sentimenti morali, con il suo forte, ancorché spesso frustrato, desiderio di giustizia.

Saluto e ringrazio gli illustri relatori: l'On. Walter Veltroni e i giornalisti Paolo Conti, Dina D'Isa, Barbara Palombelli.

Un saluto particolare alle figlie di Guidotti: Ilaria, Laurentina, Simonetta.

Prima di soffermarmi brevemente su alcuni dei numerosi spunti di riflessione offerti dal volume, desidero ricordare lo spessore umano, culturale e istituzionale di Guidotti, uomo che ha passato molti anni della sua vita professionale a dirigere l'ufficio stampa della Camera dei deputati, senza rinunciare, nello stesso tempo, a partecipare direttamente alla vita culturale italiana, con i suoi saggi, con le sue critiche teatrali e letterarie, con la sua promozione dell'arte, con la sua attività di organizzatore culturale. Basti pensare al Premio Chianciano o al Teatro Povero di Monticchiello, da lui fondati e diretti.

Una personalità poliedrica, straordinariamente vitale e straordinariamente ricca di interessi e di curiosità. Un intellettuale sensibile e generoso, volto costantemente a promuovere la crescita di nuovi talenti, soprattutto nel campo dell'arte. Al riguardo, così Guidotti dice di se stesso, non senza un filo di autoironia, in una delle annotazioni redatte nel 2002: "Voglio bene - scrive - agli artisti e alle loro espressioni e mi sento felice quando posso fare qualcosa per loro. Incapace di volontariato sociale, anche perché fisicamente stanco, realizzo quest'altro tipo di volontariato artistico".

Mario Guidotti ha rappresentato nella propria vita e nella propria attività il legame, che deve essere sempre stretto e solido, tra Istituzioni e cultura, tra politica e proficua circolazione delle idee. In tal senso, è necessario ricordare il suo prezioso lavoro di curatore della rassegna stampa culturale della Camera, impegno condotto con passione, dedizione e grande sensibilità fino al 2010. E condotto anche quando, con l'avanzare dell'età, le forze lo stavano progressivamente abbandonando.

Il libro che oggi presentiamo può essere considerato il diario di un'epoca o, per meglio dire, di più epoche racchiuse in vent'anni. Ed è superfluo spiegare il perché, vista la portata dei cambiamenti avvenuti nei due decenni a cavallo del Millennio.

Il diario di Guidotti comincia con la fine della Guerra Fredda registrando il senso dell'accelerazione storica che si impone, all'alba degli anni Novanta, come sentimento nuovo e, per molti, gravido di incertezze. "Il tempo del calendario storico - annota - è stato ridicolizzato. I nostri orologi non hanno retto. Ormai è impossibile tornare al krònos fisiologico e solare. La mutazione andrebbe misurata in anni luce".

Le ultime annotazioni storico-politiche sono invece dedicate alla crisi economica di questi anni, osservata, come era nel suo stile e nella sua vocazione, sotto il profilo umano, quello del mutamento dei sentimenti e degli interessi delle persone. "Il benessere - scrive - permane per pochi, la povertà per tanti, anzi troppi". Ma Guidotti coglie anche un lampo di speranza in una di quelle notizie che, pur importanti, difficilmente conquistano le prime pagine dei giornali. Dopo aver letto su un quotidiano francese che la cultura è diventata una sorta di "bene rifugio" morale, così commenta: si va di più a mostre, teatri, cinema, si visitano i musei perché "si cerca il prossimo, il contatto, la solidarietà" . Si cercano "parole che colpiscono l'anima".

Tra l'ottimismo e il senso di sorpresa dei primi Anni Novanta e le preoccupazioni dei primi Anni Dieci del 2000, Guidotti registra le tendenze, gli stati d'animo collettivi, i mutamenti di costume della società, con una particolare attenzione ai fenomeni che denotano un possibile affievolimento dei sentimenti morali.

Le sue note sono intrise di pacato realismo, a tratti amare o malinconiche, ma in nessun caso ciniche o angosciate. A Emil Cioran, cui più volte si richiama, assomiglia per il rigoroso disincanto, non certo per il senso di disperazione. Quello di Guidotti è il pessimismo dell'antiretorica. "Meglio le minuzie personali - scrive in una nota del 2002 - delle altezzose prediche universali".

Al pessimismo della ragione l'autore unisce l'anticonformismo dell'intelligenza, invitando a diffidare di quelli che definisce i "soloni".

Un forte senso morale ispira le sue note, un senso morale che si esprime in un binomio stretto con il senso estetico. Il Bello e il Bene, per Guidotti, vanno insieme. Di qui anche la sua forte critica alle cadute di stile che arrivano frequentemente dall'universo dei media. "La pubblicizzazione del privato - osserva - si diffonde sempre di più. Quasi tutto e tutti in mostra. E' in mostra anche il dolore. Troppi si confessano in pubblico. C'è un vero mercato dell'intimità".

E' impossibile riassumere in pochi minuti tutti i profondi spunti di riflessione che Guidotti offre nel suo libro.

Si può solo dire, in estrema sintesi, che è uno di quei volumi da tenere sempre sulla scrivania. Vi troveremo sempre un suggerimento imprevedibile e un punto di vista originale. Vi troveremo soprattutto l'intelligenza e la sensibilità di un uomo che ha servito le Istituzioni con la stessa, mirabile dedizione con cui ha diffuso e promosso cultura.