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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 31 di mercoledì 9 luglio 2008

Pag. V

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 15.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 1o luglio 2008.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

ROCCO BUTTIGLIONE (UdC). Illustra l'interrogazione Capitanio Santolini n. 3-00077, sulle misure per il contenimento delle spese sostenute dalle famiglie per l'acquisto dei testi scolastici.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Risponde all'interrogazione (vedi resoconto stenografico pag. 1) - Replica il deputato ROCCO BUTTIGLIONE (UdC), che si dichiara soddisfatto limitatamente alla previsione di tetti massimi di spesa per i libri scolastici.

VIVIANA BECCALOSSI (PdL). Illustra l'interrogazione Cicchitto n. 3-00078, sugli interventi per evitare il blocco delle esportazioni di Brunello di Montalcino negli Stati Uniti.

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Risponde all'interrogazione (vedi resoconto stenografico pag. 3) - Replica il deputato VIVIANA BECCALOSSI (PdL), che, nel ringraziare il Ministro, si dichiara soddisfatta della risposta.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD). Illustra la sua interrogazione n. 3-00079, sulle iniziative per coinvolgere i comuni dell'area milanese nella gestione delle attività relative alla realizzazione di Expo 2015.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Risponde all'interrogazione (vedi resoconto stenografico pag. 5) - Replica il deputato VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD), che, nel ringraziare il Ministro per la risposta, sollecita il Governo ad attuare con tempestività gli impegni assunti.

ARTURO IANNACCONE (Misto-MpA). Illustra la sua interrogazione n. 3-00080, sulle misure per il contenimento delle tariffe dell'energia elettrica e del gas.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Risponde all'interrogazione (vedi resoconto stenografico pag. 6) - Replica il deputato ARTURO IANNACCONE (Misto-MpA), che, nel dichiararsi soddisfatto della risposta, invita il Governo ad assumere provvedimenti volti a salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie.

GIOVANNI PALADINI (IdV). Illustra la sua interrogazione n. 3-00081, sulle misure per favorire l'acquisto della prima casa da parte dei giovani, anche attraverso interventi di edilizia popolare.

GIANFRANCO ROTONDI, Ministro per l'attuazione del programma. Risponde all'interrogazione (vedi resoconto stenografico pag. 8) - Replica il deputato GIOVANNI PALADINI (IdV), che invita il Governo ad una più approfondita riflessione in ordine all'oggetto dell'atto ispettivo.

ALESSANDRO MONTAGNOLI (LNP). Illustra l'interrogazione Cota n. 3-00082,Pag. VIsugli intendimenti del Ministro della giustizia in merito ad iniziative ispettive nei confronti del GIP di Verona e ad iniziative normative per garantire l'effettività delle misure cautelari.

ANGELINO ALFANO, Ministro della giustizia. Risponde all'interrogazione (vedi resoconto stenografico pag. 10) - Replica il deputato ALESSANDRO MONTAGNOLI (LNP), che, nel ribadire la necessità di garantire piena sicurezza ai cittadini, si dichiara soddisfatto della risposta.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16.

I deputati in missione sono cinquantotto.

Discussione del disegno di legge: Sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato (A.C. 1442).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al resoconto della seduta dell'8 luglio 2008.

PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le questioni pregiudiziali per motivi di costituzionalità Donadi n. 1 e Soro n. 2 che, non essendo state preannunziate in Conferenza dei presidenti di gruppo, saranno esaminate dopo lo svolgimento della discussione sulle linee generali, nella seduta di domani.

Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI (PD). Nel prendere atto della avvenuta presentazione di emendamenti del Governo al decreto-legge n. 112 del 2008 volti a trasfondervi parti del disegno di legge collegato, determinando in tal modo una sostanziale modifica della manovra economica originariamente presentata, invita il Presidente a valutare l'opportunità di differire il termine inizialmente fissato per l'esame in Commissione del medesimo provvedimento.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Parlando per un richiamo al Regolamento, nell'associarsi alle considerazioni svolte dal deputato Quartiani, invita la Presidenza a disporre la sconvocazione della seduta delle Commissioni riunite V e VI prevista in concomitanza con i lavori odierni dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Precisa che, per prassi, è consentita la riunione delle Commissioni contestualmente a sedute dell'Assemblea ove non siano previste votazioni.

FEDERICO PALOMBA (IdV). Nel ribadire le proprie perplessità in merito all'eccessiva ristrettezza dei tempi concessi alle Commissioni per svolgere l'esame in sede referente del disegno di legge n. 1442, già iscritto - con la formula «ove concluso dalle Commissioni» - all'ordine del giorno dell'Assemblea, chiede al Presidente di fornire chiarimenti sulla sua decisione inerente i termini previsti per l'esame del suddetto provvedimento presso le competenti Commissioni.

LUDOVICO VICO (PD). Rilevato che, a causa di un disguido tecnico, nella giornata di ieri non gli è stato possibile far pervenire agli uffici la sua dichiarazione di voto sulle mozioni in tema di etichettatura dei prodotti, chiede che la Presidenza autorizzi la pubblicazione del relativo testo in calce al resoconto della seduta odierna.

PRESIDENTE. Lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Quanto alla questione sollevata dal deputato Quartiani, premesso che alle Commissioni V e VI sono riservati venti giorni per l'esame in sede referente del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 112 del 2008 e che, a seguito della richiesta del gruppo del Partito Democratico, è stato differito l'inizio dell'esame in Assemblea e conseguentemente sono stati ampliatiPag. VIIi tempi per la presentazione di eventuali emendamenti, ricorda che in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, convocata per domani, sarà possibile valutare un'eventuale rimodulazione del calendario dei lavori. Assicura, altresì, che la Presidenza ha già fornito indicazioni alle Commissioni circa la necessità di uno scrupoloso esame degli emendamenti ai fini della declaratoria di ammissibilità. Precisa, infine, che, a norma del Regolamento, l'organizzazione dei dibattiti e la determinazione dei tempi entro i quali concludere l'esame dei provvedimenti in sede referente è rimessa all'autonomia delle Commissioni.

GIULIA BONGIORNO (PdL), Presidente della II Commissione. Nel ritenere infondate le osservazioni critiche svolte dal deputato Palomba, richiama la procedura adottata nel corso dell'iter in sede referente presso le Commissioni I e II del disegno di legge n. 1442, a seguito della decisione della Conferenza dei presidenti di gruppo di iscrivere detto provvedimento all'ordine del giorno della seduta odierna dell'Assemblea.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

GIUSEPPE CALDERISI (PdL), Relatore per la I Commissione. Illustra il contenuto del disegno di legge in discussione, volto a tutelare un valore di rilevanza costituzionale, quale è l'interesse a che l'esercizio delle più alte funzioni pubbliche possa svolgersi con la necessaria serenità, regolarità e continuità; evidenzia, quindi, che le disposizioni in esso contenute sono direttamente riconducibili ai principi affermati nella sentenza della Corte costituzionale n. 24 del 2004, che ha ritenuto ragionevole limitare il meccanismo di sospensione alle più alte cariche dello Stato che siano omogenee tra loro con riguardo sia alla fonte di investitura sia alla funzione esercitata. Osserva, infine, che il provvedimento in esame non mette assolutamente in discussione il principio della uguale soggezione di tutti alla legge penale.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Parlando per un richiamo al Regolamento, chiede alla Presidenza di chiarire che non compete al relatore determinare i limiti di tempo degli interventi.

PRESIDENTE. Ricorda di aver reiteratamente invitato il relatore per la I Commissione a concludere il suo intervento.

ENRICO COSTA (PdL). Relatore per la II Commissione. Illustra il contenuto del disegno di legge in discussione, sottolineandone specificamente le differenze con le prescrizioni previste dalla legge n. 140 del 2003, il cui articolo 1 era stato dichiarato costituzionalmente illegittimo dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 24 del 2004. Precisato anzitutto su quali processi penali il disegno di legge in discussione inciderà, ricorda come la fattispecie di sospensione ivi introdotta sia rinunciabile dall'imputato e richiama altresì il sancito principio di non reiterabilità, con possibilità che per il Presidente del Consiglio la sospensione operi anche in caso di nuovo incarico durante la stessa legislatura. Precisa altresì che la sospensione consente comunque al giudice di acquisire le prove non rinviabili, nonché alla parte civile di trasferire la propria azione in sede civile.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.

Sull'ordine dei lavori.

SIMONE BALDELLI (PdL). Esprime solidarietà al Santo Padre, al Presidente della Repubblica ed al Presidente del Consiglio per i toni delle critiche loro rivolte nell'ambito della manifestazione svoltasi ieri in piazza Navona, a Roma.

Pag. VIII

Si riprende la discussione.

MATTEO BRIGANDÌ (LNP). Pur ritenendo prioritaria per il Paese la necessità di individuare soluzioni a problematiche più urgenti e rilevanti di quelle oggetto del provvedimento in discussione, ne sottolinea l'opportunità, a causa dell'uso distorto e politicizzato del potere giudiziario posto in essere da alcuni esponenti della magistratura. Auspica, inoltre, l'avvio di un percorso riformatore dell'intero sistema della giustizia che, nel doveroso rispetto della funzione giurisdizionale, garantisca il necessario equilibrio tra i poteri dello Stato.

ROBERTO ZACCARIA (PD). Nel sottolineare la forte compressione dei tempi di esame del provvedimento in discussione imposta dalla maggioranza, rileva come le disposizioni in esso contenute, sovrapponendosi a quelle recate dagli articoli 90 e 96 della Costituzione, creino un sistema del tutto disorganico a tutela delle immunità delle più alte cariche dello Stato.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

ROBERTO ZACCARIA (PD). Espresso, quindi, un giudizio fortemente negativo sul disegno di legge in discussione, ritiene che la materia avrebbe dovuto essere disciplinata in modo più organico e con norme di rango costituzionale.

FEDERICO PALOMBA (IdV). Esprime, a nome del suo gruppo, radicale dissenso, sia nel metodo che nel merito, sul disegno di legge in discussione, ispirato all'esigenza di sottrarre il Presidente del Consiglio a decisioni giudiziarie.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

FEDERICO PALOMBA (IdV). Nel lamentare quindi l'eccessiva ristrettezza dei tempi d'esame del provvedimento riservati alle Commissioni, a suo avviso fortemente lesiva delle prerogative parlamentari, giudica altresì estremamente grave la decisione assunta dal Presidente della Camera di modificare l'ordine dei lavori dell'Assemblea. Auspica, infine, che non si siano verificati scambi di natura politica riferibili al decreto-legge sulla sicurezza e al disegno di legge in esame, che sarebbero prontamente denunciati dal suo gruppo.

MARIO TASSONE (UdC). Nell'esprimere perplessità sulla costituzionalità del provvedimento in discussione, ritiene che il dibattito su quest'ultimo vada impostato tenendo conto della storia del Paese, segnatamente con riferimento all'alterazione dell'equilibrio tra i poteri avvenuta negli anni di «tangentopoli». Ritiene, quindi, che la materia oggetto del provvedimento avrebbe dovuto essere disciplinata con norme di rango costituzionale, preannunziando comunque che il suo gruppo non intende assumere una posizione preconcetta ed è orientato ad astenersi.

MANLIO CONTENTO (PdL). Richiamate alcune questioni fondamentali relative allo stato della giustizia, quali, ad esempio, la ragionevole durata dei processi e l'obbligatorietà dell'azione penale, sottolinea la necessità di ristabilire un corretto equilibrio tra i poteri dello Stato, auspicando in tal senso un sereno e costruttivo confronto tra le forze parlamentari. Manifestata quindi disponibilità ad un dibattito sulle questioni di merito finalizzato a migliorare il provvedimento in discussione, giudica opportuno varare adeguate riforme del sistema giudiziario, in sede penale e civile, anche per evitare eventuali infrazioni a livello comunitario. Auspica infine che sul disegno di legge in discussione si registri un'ampia convergenza parlamentare, invitando peraltro il gruppo del Partito Democratico a dissociarsi da taluni deprecabili comportamenti che non portano serenità alle istituzioni e al Paese.

DORIS LO MORO (PD). Nel richiamare le considerazioni critiche svolte dal deputatoPag. IXZaccaria, che giudica condivisibili ed esaustive, auspica che in Parlamento possa aprirsi quel confronto sereno - oggi messo in pericolo dalla scelta pregiudiziale e frettolosa con la quale il Governo e la maggioranza tentano di dare risposta ad un'esigenza soggettiva del Presidente del Consiglio - finalizzato ad addivenire, all'esito di un'interlocuzione sostanziale tra maggioranza ed opposizione, ad una disciplina, preferibilmente di rango costituzionale, diretta a tutelare l'interesse al sereno svolgimento delle funzioni delle più alte cariche dello Stato.

BRUNO TABACCI (UdC). Giudica non condivisibile il disegno di legge in discussione, che non costituisce una priorità per il Paese e non risolve il problema del rapporto tra politica e giustizia. Esprime, inoltre, apprezzamento per l'intenzione di non insistere sulla cosiddetta norma bloccaprocessi, che tuttavia avrebbe dovuto essere manifestata più esplicitamente dal Governo. Pur concordando, peraltro, sull'esigenza di affrontare i temi sottesi al disegno di legge in discussione, ritiene che la materia avrebbe dovuto essere disciplinata con norme di rango costituzionale, lamentando che il testo in esame appare finalizzato a tutelare sostanzialmente gli interessi personali del Presidente del Consiglio.

CARLO COSTANTINI (IdV). Ritiene che il disegno di legge in discussione integri una truffa del Presidente del Consiglio e della maggioranza a danno degli elettori che ne hanno sancito la vittoria nelle recenti consultazioni politiche, nonché dell'intera comunità nazionale. Stigmatizzati, quindi, la devastazione dei principi costituzionali, l'uso spregiudicato del potere e l'arroganza senza precedenti con la quale è stato compresso l'esame parlamentare del provvedimento, auspica un ravvedimento volto a consentire all'Esecutivo e al Parlamento di dare soluzione ai gravi problemi che affliggono l'economia italiana e i cittadini.

MICHELE BORDO (PD). Giudica non condivisibile, nel metodo e nel merito, il disegno di legge in discussione, lamentando tra l'altro l'eccessiva ed ingiustificata ristrettezza dei tempi riservati al suo iter parlamentare, che denota l'intendimento della maggioranza e del Governo di tutelare gli interessi personali del Presidente del Consiglio, anziché affrontare i reali problemi del Paese. Rilevato altresì che la materia avrebbe dovuto essere eventualmente disciplinata con norme di rango costituzionale, osserva che il provvedimento in esame si pone in contrasto, tra l'altro, con l'articolo 3 della Carta fondamentale e che le determinazioni assunte circa il suo iter rischiano di compromettere il dialogo parlamentare necessario per varare le riforme utili per il Paese.

CALOGERO MANNINO (UdC). Nel preannunziare l'astensione del suo gruppo sul provvedimento in discussione, sottolinea la necessità di ripristinare l'immunità parlamentare, che assolve alla fondamentale funzione di assicurare l'equilibrio tra i poteri dello Stato, istituto riformato inopportunamente nel pieno dell'inchiesta denominata «tangentopoli».

DAVID FAVIA (IdV). Preannunzia il voto contrario del suo gruppo sul disegno di legge in discussione, che giudica inaccettabile in quanto lesivo di fondamentali principi costituzionali che disciplinano i rapporti tra organi dello Stato. Denunzia, altresì, l'incostituzionalità delle norme in esame, che ritiene finalizzate unicamente a tutelare la posizione personale del Presidente del Consiglio. Lamenta infine l'eccessiva ristrettezza dei tempi riservati all'esame del provvedimento, in sostanziale contrasto con le disposizioni regolamentari che disciplinano l'iter dei progetti di legge.

SALVATORE VASSALLO (PD). Nel manifestare disagio per la vanificazione, ascrivibile alla volontà della maggioranza di sottrarre il Presidente del Consiglio al giudizio della magistratura, dell'intendimento del Partito Democratico di aprire una fase politica nuova, volta al definitivo superamento della logica della contrapposizionePag. Xpregiudiziale tra due schieramenti, ritiene che il provvedimento in discussione affronti, sia pure in maniera non condivisibile, un problema reale, che dovrebbe essere valutato con equilibrio, cautela e disponibilità al dialogo. Ribadisce, quindi, che il suo gruppo manterrà un atteggiamento improntato ai principi istituzionali di correttezza e lealtà.

IGNAZIO MESSINA (IdV). Giudicato anomalo il disegno di legge in discussione, anche rispetto al contesto internazionale, ritiene non condivisibile l'ipotesi che le più alte cariche dello Stato non siano processabili per reati commessi al di fuori dell'esercizio delle loro funzioni. Ritiene inoltre si debba rifiutare qualsiasi ipotesi di scambio tra l'approvazione del provvedimento in esame e l'accantonamento della cosiddetta norma bloccaprocessi.

AMEDEO CICCANTI (UdC). Nel sottolineare che il disegno di legge in discussione persegue unicamente l'obiettivo di sottrarre il Presidente del Consiglio a decisioni giudiziarie, preannunzia l'astensione del suo gruppo, manifestando peraltro l'intendimento di proporre un referendum popolare per abrogare una norma che giudica infamante, dal punto di vista morale e giuridico. Auspica, quindi, che le forze parlamentari tornino ad occuparsi dei problemi reali del Paese, attraverso un dialogo costruttivo, ribadendo la netta contrarietà alla cosiddetta norma bloccaprocessi.

ELISABETTA ZAMPARUTTI (PD). Ricordate le iniziative non violente poste in essere da Marco Pannella e da esponenti del Partito radicale in difesa dei diritti umani, esprime forte rammarico per l'assoluta mancanza di rispetto delle regole e di senso delle istituzioni, nonché per la dilagante cultura dell'illegalità, che caratterizzano l'attuale fase politica e che traspaiono anche dai provvedimenti attualmente all'esame del Parlamento.

ROBERTO RAO (UdC). Sottolineata l'opportunità di fornire risposte non conflittuali alla perdurante crisi tra magistratura e politica, stigmatizza il tentativo della maggioranza di approvare la cosiddetta norma bloccaprocessi, contenuta nel decreto-legge sulla sicurezza. Ritiene, peraltro, che la materia in discussione avrebbe dovuto essere disciplinata con norme di rango costituzionale e tramite un più approfondito dibattito parlamentare. Nel sottolineare quindi il carattere non prioritario del provvedimento in discussione, preannunzia comunque che il suo gruppo non intende assumere una posizione preconcetta e non esprimerà su di esso voto favorevole.

Sul ferimento di due militari italiani in Afghanistan.

PRESIDENTE. Informa l'Assemblea del ferimento di due militari italiani in Afghanistan, esprimendo solidarietà e affetto a loro e alle loro famiglie e formulando l'auspicio di una pronta guarigione.

Si riprende la discussione.

PASQUALE CIRIELLO (PD). Nell'osservare preliminarmente che il provvedimento in discussione rischia di minare la credibilità della politica, lamenta il metodo seguito nell'iter del provvedimento, che giudica lesivo delle prerogative dell'opposizione. Ricordato inoltre che lo strumento preferibile per intervenire nella materia in oggetto è la legge costituzionale, giudica la scelta di una legge ordinaria finalizzata esclusivamente alla tutela di interessi personali. Evidenzia altresì che le norme in discussione, oltre a non essere previste negli ordinamenti di altri Paesi, si pongono in contrasto con fondamentali principi sanciti dalla Costituzione, segnatamente quello di uguaglianza.

JOLE SANTELLI (PdL). Nel rilevare che la discussione sui rapporti tra magistratura e politica si svolge in alcuni casi con toni inidonei ad un sereno dibattito parlamentare, invita il gruppo del Partito Democratico a chiarire in modo definitivoPag. XIcome intenda affrontare e risolvere le problematiche inerenti il sistema giudiziario. Nel ritenere quindi che la sentenza n. 24 del 2004 della Corte costituzionale abbia legittimato l'utilizzo dello strumento della legge ordinaria per disciplinare la materia in esame, auspica che sulla stessa si registri un costruttivo confronto parlamentare e che possa essere comunemente riconosciuto il problema istituzionale che investe il rapporto tra i vari poteri dello Stato.

PIETRO TIDEI (PD). Lamentato che il Governo, anziché affrontare i reali problemi del Paese, ha adottato una serie di provvedimenti finalizzati a tutelare gli interessi personali del Presidente del Consiglio, rileva che il disegno di legge in discussione scardina l'equilibrio tra i poteri dello Stato delineato nel vigente ordinamento giuridico, ponendosi peraltro in contrasto con l'articolo 3 della Costituzione. Invita quindi il Presidente della Camera ad attivarsi per scongiurare che si ponga in essere una vera e propria umiliazione per il Parlamento e per il Paese.

MAURIZIO BIANCONI (PdL). Ritiene che il reale e pesante problema di fondo, al quale il Parlamento è chiamato a dare immediata soluzione mediante il provvedimento in discussione, attenga all'assetto del sistema democratico, al quale attentano le applicazioni pratiche - ad opera di una parte della magistratura, che si sente evidentemente più sovrana del popolo - della cultura secondo la quale la funzione giurisdizionale può arrogarsi il compito di correggere i risultati elettorali.

CINZIA CAPANO (PD). Nel ritenere che la sentenza n. 24 del 2004 della Corte Costituzionale sia stata travisata, reputa che la materia in esame avrebbe dovuto essere disciplinata con norme di rango costituzionale. Osservato quindi che l'istituto dell'immunità è volto a tutelare il principio dell'autonomia nell'esercizio delle proprie funzioni, rileva che il provvedimento in discussione contraddice tale principio generale muovendo dal terreno delle prerogative a quello dei privilegi.

GIOVANNI CUPERLO (PD). Stigmatizza il comportamento del Governo e della maggioranza, i quali, anziché risolvere i mali antichi e profondi del sistema della giustizia, non esitano a manometterne ulteriormente la struttura, all'esclusivo fine di porre termine, a qualunque costo, all'emergenza giudiziaria personale del Presidente del Consiglio. Nel paventare, quindi, il rischio di un ulteriore peggioramento del sentimento di sfiducia dei cittadini nei confronti della classe politica, invita la maggioranza a ravvedersi, ribadendo che il suo gruppo, per senso di responsabilità verso il Paese, eserciterà un'opposizione ferma, coerente e pacata.

ALFONSO PAPA (PdL). Nell'evidenziare che le disposizioni contenute nel disegno di legge in discussione sono direttamente riconducibili ai principi affermati nella sentenza della Corte Costituzionale n. 24 del 2004, ne sottolinea l'efficacia manifestando apprezzamento per alcune scelte operate dal legislatore, quali la sospensione limitata della durata del mandato e la mancata cancellazione dei processi esistenti. Nel ritenere quindi del tutto legittimo l'utilizzo dello strumento della legge ordinaria e privi di fondamento i rilievi critici formulati dall'opposizione, sottolinea il carattere di necessità sotteso all'adozione del provvedimento in esame.

ANNA ROSSOMANDO (PD). Ribadisce la netta contrarietà del suo gruppo al disegno di legge in discussione, volto ad introdurre nell'ordinamento una disciplina irragionevole ed incongrua, ispirata alla tutela di un interesse soggettivo e non del bene comune, in violazione del principio costituzionale di uguaglianza, nonché delle prerogative del Parlamento, al quale è stato impedito di procedere ad un adeguato dibattito.

FRANCESCO PAOLO SISTO (PdL). Lamenta l'eccessiva personalizzazione del dibattitoPag. XIIsul provvedimento in esame, che è coerente con i principi cardine dell'ordinamento giuridico e si adegua alla sentenza n. 24 del 2004 della Corte Costituzionale in merito alla tutela del sereno svolgimento delle funzioni delle più alte cariche dello Stato, anche mediante la sospensione dei processi penali a loro carico. Giudica quindi strumentali le critiche relative ai presunti profili di incostituzionalità del disegno di legge in discussione.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Rileva che il disegno di legge in discussione, che non ha eguali in altre democrazie parlamentari, crea di fatto una situazione di impunità per le più alte cariche dello Stato, intaccando il fondamentale principio dell'uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge. Osservato altresì che la materia avrebbe dovuto essere eventualmente disciplinata con norme di rango costituzionale, ritiene che la maggioranza abbia commesso un grave errore anteponendo il perseguimento di interessi personali alla ricerca di un costruttivo confronto sulle riforme che sarebbero necessarie per il Paese.

MARCO BELTRANDI (PD). Manifestata la netta contrarietà dei deputati radicali eletti nelle liste del Partito Democratico al disegno di legge in discussione che, oltre a non affrontare le reali emergenze del Paese, non risolve il problema relativo allo squilibrio esistente tra i poteri dello Stato. Auspica, inoltre, la riforma dell'ordinamento giudiziario, lamentando come l'attuale Esecutivo non proponga un complesso di riforme strutturali, quanto piuttosto misure volte esclusivamente a tutelare le più alte cariche dello Stato, al fine di salvaguardare gli interessi personali del Presidente del Consiglio.

ANTONINO LO PRESTI (PdL). Nel giudicare strumentali le critiche rivolte dall'opposizione al provvedimento in discussione, che appresta un rimedio ottimo, sia pure non definitivo, al vuoto determinatosi a seguito della riforma dell'articolo 68 della Costituzione, sottolinea la necessità di riaffermare il valore non negoziabile della stabilità politica, contro le incursioni di una parte minoritaria della magistratura che si propone di mettere in discussione la stessa rappresentanza politica. Invita, quindi, l'opposizione ad affrancarsi dall'idea di ottenere nuovamente il potere per via giudiziaria e a riannodare il filo di un confronto sereno, finalizzato a dare al Paese le riforme di cui necessita.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET (PD). Esprime profonda gratitudine e stima al Presidente della Repubblica e ferma condanna per le offese rivolte al Santo Padre e ad esponenti del Governo durante la manifestazione di ieri contro i provvedimenti dell'Esecutivo, pur rivendicando il diritto a manifestare la propria contrarietà al disegno di legge in discussione.

ANNA PAOLA CONCIA (PD). Lamenta che il Governo e la maggioranza, con una decisione illiberale e senza precedenti, hanno espropriato il Parlamento delle sue prerogative per garantire la sospensione dei processi a carico del Presidente del Consiglio, violando, tra l'altro, il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione.

I deputati CHIARA BRAGA (PD), ALBERTO LOSACCO (PD), ANNA MARGHERITA MIOTTO (PD), ANDREA SARUBBI (PD), SANDRA ZAMPA (PD) e ANTONIO LA FORGIA (PD) pronunziano interventi di contenuto analogo a quello svolto dal deputato Concia.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.

ENRICO COSTA (PdL), Relatore per la II Commissione. Con particolare riferimento alle considerazioni svolte dal deputato Zaccaria, fa presente che non è ravvisabile alcuna sovrapposizione tra gli articoli 90 e 96 della Costituzione e l'articolo unico del provvedimento in discussione, che non introduce un'ipotesi di immunità, ma si limita a prevedere la sospensione deiPag. XIIIprocessi penali nei confronti delle alte cariche dello Stato. Chiarisce, altresì, anche a nome del relatore per la I Commissione, che le disposizioni recate dal predetto articolo devono intendersi riferite ad ogni fase, stato o grado dei processi.

PRESIDENTE. Prende atto che il relatore per la I Commissione rinunzia alla replica.

ANGELINO ALFANO, Ministro della giustizia. Preannunziato l'intendimento di intervenire sul merito del provvedimento in discussione nel prosieguo del dibattito, rivolge un particolare ringraziamento ai relatori per il lavoro svolto su una norma utile all'intero del Paese e non ad una singola persona. Assicura quindi che il Governo è fortemente impegnato a risolvere i problemi prioritari che interessano i cittadini, come l'innalzamento dei livelli degli stipendi e delle pensioni, l'abolizione dell'ICI, il superamento dell'emergenza dei rifiuti in Campania ed il contrasto all'immigrazione clandestina, rilevando peraltro che tali problematiche non sono state adeguatamente affrontate dal precedente Esecutivo.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Comunicazioni del Presidente ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, e assegnazione di un disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica.

PRESIDENTE. Comunica, ai sensi del comma 1 dell'articolo 123-bis del Regolamento, la decisione in merito al seguente disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica: «Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria» (1441).
Alla luce del parere espresso in data odierna dalla V Commissione ed esaminato il predetto disegno di legge, la Presidenza comunica che lo stesso non reca disposizioni estranee al suo oggetto, come definito dall'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento.
Il disegno di legge è assegnato, in sede referente, alle Commissioni riunite I e V.

Sull'ordine dei lavori.

GIAMPAOLO FOGLIARDI (PD). Espresso profondo cordoglio ai familiari della giovane Federica Squarise, barbaramente uccisa in Spagna, chiede che il Governo riferisca alla Camera sull'accaduto.

PRESIDENTE. Assicura che riferirà al Presidente della Camera perché interessi il Governo.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Giovedì 10 luglio 2008, alle 9,30.

(Vedi resoconto stenografico pag. 80).

La seduta termina alle 21,25.