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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 32 di giovedì 10 luglio 2008

Pag. V

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 9,40.

La Camera approva il processo verbale della seduta dell'8 luglio 2008.

I deputati in missione sono cinquantanove.

Sull'ordine dei lavori.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Chiede che la Presidenza, a fronte dei numerosi emendamenti presentati dal Governo al decreto-legge n. 112 del 2008, valuti l'opportunità di anticipare la prevista riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, allo scopo di definire una procedura che consenta un adeguato esame del predetto provvedimento.

ROBERTO CASSINELLI (PdL). Lamenta l'irritualità del fatto che nel corso della discussione sulle linee generali svoltasi nella seduta di ieri alcuni deputati dell'opposizione hanno pronunciato interventi di contenuto sostanzialmente identico.

PRESIDENTE. Rileva che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, già anticipata alle 15, potranno essere valutate le tematiche evocate dal deputato Borghesi; precisa inoltre che presso le competenti Commissioni il vaglio di ammissibilità degli emendamenti viene effettuato con il massimo rigore.

Seguito della discussione del disegno di legge: Sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato (A.C. 1442).

Nella seduta del 9 luglio 2008 si è svolta la discussione sulle linee generali.

(Esame e votazione di questioni pregiudiziali)

PRESIDENTE. Ricorda che sono state presentate le questioni pregiudiziali per motivi di costituzionalità Donadi n. 1 e Soro n. 2.

FEDERICO PALOMBA (IdV). Illustra la questione pregiudiziale Donadi n. 1, rilevando che l'articolo unico del disegno di legge in esame si pone in stridente contrasto con la Costituzione, in quanto le sole leggi costituzionali appaiono abilitate ad introdurre eccezioni al principio dell'uguale soggezione alla legge di tutti i cittadini. Ritiene, quindi, che il ricorso alla legge ordinaria sia funzionale all'obiettivo di tutelare gli interessi personali del Presidente del Consiglio, sospendendo l'ordinario corso della giustizia con riferimento anche a reati comuni.

Decorrono da questo momento i termini regolamentari di preavviso per eventuali votazioni elettroniche.

GIANCLAUDIO BRESSA (PD). Illustra la questione pregiudiziale Soro n. 2, lamentando preliminarmente l'eccessiva ristrettezza dei tempi di esame del disegno di legge n. 1442, in spregio di disposizioni regolamentari e costituzionali. Rilevato altresì che si è creato un pericoloso precedente che svilisce il ruolo del Parlamento, ritiene che il Presidente della Camera non abbia garantito l'applicazione dell'articolo 72 della Costituzione relativamente alla correttezza del procedimento legislativo. Osserva inoltre che le disposizioni recate Pag. VIdal disegno di legge in esame reintroducono norme già dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 24 del 2004 e derogano sostanzialmente al disposto dell'articolo 3 della Carta fondamentale, al solo fine di tutelare la posizione personale del Presidente del Consiglio.

CAROLINA LUSSANA (LNP). Dichiara il voto contrario del suo gruppo sulle questioni pregiudiziali presentate, ritenendo che il disegno di legge in esame, che non prevede una forma di immunità, ma una mera sospensione dei processi, sia volto a tutelare, nel pieno rispetto del dettato costituzionale, l'interesse a che le più alte funzioni pubbliche siano esercitate con la dovuta serenità, regolarità e continuità.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI (UdC). Ricorda preliminarmente che le disposizioni in esame superano solo parzialmente le eccezioni sollevate dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 24 del 2004, che pure non ha rilevato la necessità di intervenire in materia con norme di rango costituzionale. Osserva quindi che permangono perplessità e riserve su alcuni aspetti del provvedimento, segnatamente sull'indeterminatezza della durata delle garanzie e sull'estensione della sospensione del processo penale anche al caso di reati comuni. Preannunzia, infine, l'astensione del suo gruppo.

GAETANO PECORELLA (PdL). Ribadisce che le disposizioni del disegno di legge in esame, che non prevedono una forma di immunità, ma esclusivamente una sospensione, sono direttamente riconducibili ai principi affermati nella sentenza della Corte costituzionale n. 24 del 2004, che ha riconosciuto come legittimo l'interesse ad un sereno esercizio delle funzioni proprie delle più alte cariche dello Stato.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, chiede il controllo delle tessere di votazione.

PRESIDENTE. Avverte che è stata chiesta la votazione nominale.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge le questioni pregiudiziali per motivi di costituzionalità Donadi n. 1 e Soro n. 2.

(Esame dell'articolo unico)

PRESIDENTE. Comunica che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, fermo restando l'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. Poiché il testo consta di un unico articolo, essendone stata avanzata richiesta, la Presidenza ha ritenuto - per il gruppo dell'Italia dei Valori e senza che ciò costituisca precedente - di ammettere alla discussione e al voto un numero maggiore di emendamenti, pari al doppio di quelli che sarebbero consentiti. Il gruppo del Partito Democratico è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Intervengono sul complesso degli emendamenti presentati i deputati MASSIMO D'ALEMA (PD), LANFRANCO TENAGLIA (PD), CARLO MONAI (IdV), JOLE SANTELLI (PdL), MATTEO BRIGANDÌ (LNP), LUIGI VITALI (PdL), SIEGFRIED BRUGGER (Misto-Min.ling.), DAVID FAVIA (IdV), SILVANA MURA (IdV), GIANCARLO LEHNER (PdL) e AMEDEO LABOCCETTA (PdL).

ENRICO COSTA (PdL), Relatore per la II Commissione. Esprime parere favorevole sull'emendamento Mantini 1.400 ed invita al ritiro delle restanti proposte emendative, esprimendo altrimenti parere contrario.

ANGELINO ALFANO, Ministro della giustizia. Concorda.

Pag. VII

MATTEO BRIGANDÌ (LNP). Parlando sull'ordine dei lavori, esprime perplessità circa l'ammissibilità degli emendamenti soppressivi dell'articolo unico del disegno di legge in esame, la cui eventuale approvazione determinerebbe la reiezione dell'intero provvedimento.

ANTONELLO SORO (PD). Richiama le ragioni che lo inducono a sostenere l'opportunità di sopprimere l'articolo unico del disegno di legge in esame, come previsto nell'emendamento Amici 1.2, rilevando che solo attraverso norme di rango costituzionale è possibile derogare al principio di uguale soggezione dei cittadini alla legge. Stigmatizza inoltre le finalità delle disposizioni in esame, volte unicamente a tutelare la posizione personale del Presidente del Consiglio.

GAETANO PECORELLA (PdL). Nel sottolineare la necessità di assicurare la stabilità politica del Paese, evidenzia il carattere funzionale del provvedimento in esame per garantire effettive condizioni di governabilità. Auspica, altresì, la realizzazione di un'organica riforma del sistema della giustizia che, assicurando piena indipendenza alla magistratura, riconosca compiutamente la sovranità del Parlamento.

FEDERICO PALOMBA (IdV). Richiama le ragioni che lo inducono a proporre, con il suo emendamento 1.1, la soppressione dell'articolo unico di un disegno di legge che giudica illegittimo e incostituzionale, ricordando l'importanza di rispettare la sovranità popolare e di evitare la reintroduzione di privilegi per talune cariche dello Stato.

BRUNO TABACCI (UdC). Ritiene che il disegno di legge in esame non sia idoneo a risolvere le problematiche di stabilità politica, come sostenuto dal deputato Pecorella, ma sia volto esclusivamente a tutelare interessi personali del Presidente del Consiglio.

Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato FURIO COLOMBO (PD).

GIACOMO STUCCHI (LNP). Parlando sull'ordine dei lavori, chiede che la Presidenza verifichi il corretto funzionamento del sistema elettronico di votazione.

CLAUDIO D'AMICO (LNP). Parlando sull'ordine dei lavori, lamenta il carattere strumentale e contraddittorio delle considerazioni svolte dal deputato Colombo.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge gli identici emendamenti Palomba 1.1 e Amici 1.2.

CARLO COSTANTINI (IdV). Richiama le finalità dell'emendamento Palomba 1.8.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Palomba 1.8.

ROBERTO ZACCARIA (PD). Giudica inadeguata dal punto di vista costituzionale la scelta di disciplinare la materia in esame con legge ordinaria, atteso che l'intervento normativo proposto non si traduce nella mera attuazione di principi costituzionali, ma introduce una nuova forma di immunità per le più alte cariche dello Stato.

MANLIO CONTENTO (PdL). Evidenziato il clima poco sereno che attualmente caratterizza i rapporti tra politica e magistratura, ritiene che il provvedimento in esame costituisca un importante punto di partenza per attenuare le conseguenze negative che tale clima inevitabilmente produce all'interno dell'ordinamento.

Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato CARLO MONAI (IdV).

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Ferranti 1.9.

PIERO FASSINO (PD). Ribadisce l'inidoneità del provvedimento in esame ad aprire un serio dibattito volto ad affrontare la materia dei rapporti tra la sfera Pag. VIIIpolitica e quella giurisdizionale, in un'ottica di tutela dell'autonomia e dell'indipendenza di entrambe, nonché a dare soluzione ai problemi della terzietà e della responsabilità dei magistrati, dell'obbligatorietà non formale dell'esercizio dell'azione penale e della custodia cautelare.

MAURIZIO LUPI (PdL). Ritiene che l'odierno dibattito costituisca un'occasione per avviare un confronto parlamentare scevro da pregiudizi su un tema di particolare rilievo, vale a dire il corretto rapporto tra politica e giustizia; rileva quindi che il provvedimento in esame è volto a garantire che l'esercizio delle più alte funzioni pubbliche possa svolgersi con la necessaria serenità.

MATTEO BRIGANDÌ (LNP). Ritiene che non si possano affrontare con la necessaria serietà i problemi della giustizia senza dare adeguata soluzione alla questione dell'indipendenza della magistratura.

ROCCO BUTTIGLIONE (UdC). Nel condividere sostanzialmente le argomentazioni svolte dal deputato Lupi sulla necessità di evitare la demonizzazione dell'avversario politico, ritiene che il provvedimento in esame, finalizzato a tutelare la posizione di un'unica persona, sia inidoneo a garantire la pur opportuna protezione delle più alte cariche dello Stato.

Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato EUGENIO MAZZARELLA (PD).

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Ferranti 1.10.

GUIDO MELIS (PD). Richiama le ragioni sottese alla proposta contenuta nell'emendamento Ferranti 1.11, di sopprimere il riferimento al Presidente del Consiglio nel comma 1 dell'articolo unico del provvedimento in esame.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

ALFONSO PAPA (PdL). Nell'evidenziare che le disposizioni contenute nel disegno di legge in esame sono direttamente riconducibili ai principi affermati nella sentenza della Corte costituzionale n. 24 del 2004, sottolinea la necessità di ristabilire un corretto rapporto di equilibrio tra i poteri dello Stato, anche all'interno della legittima autonomia della magistratura.

ANITA DI GIUSEPPE (IdV). Nel ribadire l'anomalia della previsione della sospensione dei processi penali nei confronti del Presidente del Consiglio, ritiene che i tanti cittadini convenuti martedì scorso a piazza Navona abbiano voluto manifestare la loro netta contrarietà a provvedimenti che, come quello in esame, sono lesivi, dei principi democratici.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Ferranti 1.11.

DORIS LO MORO (PD). Illustra le finalità del suo emendamento 1.12.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Lo Moro 1.12.

SESA AMICI (PD). Illustra le finalità del suo emendamento 1.15, ribadendo la contrarietà del suo gruppo ad un provvedimento inequivocabilmente volto a soddisfare un'esigenza personale del Presidente del Consiglio.

FEDERICO PALOMBA (IdV). Nel contestare il metodo, a suo avviso lesivo delle prerogative parlamentari, seguito per l'esame di un provvedimento che persegue l'obiettivo di tutelare unicamente il Presidente del Consiglio, adombra il dubbio che le forze politiche di maggioranza intendano espropriare la magistratura delle sue funzioni.

Pag. IX

FRANCESCO PAOLO SISTO (PdL). Ritiene inaccettabile, oltre che non conforme ai principi affermati dalla giurisprudenza costituzionale, la pretesa di alcune forze politiche di sovvertire il risultato elettorale attraverso la via giudiziaria.

Intervengono per dichiarazione di voto a titolo personale i deputati ANITA DI GIUSEPPE (IdV), DOMENICO SCILIPOTI (IdV), CARLO COSTANTINI (IdV) e GABRIELE CIMADORO (IdV).

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge gli identici emendamenti Costantini 1.14 e Amici 1.15.

ROBERTO RAO (UdC). Richiama le finalità sottese all'emendamento Vietti 1.401, con particolare riguardo alla necessità di tutelare le posizioni soggettive della parte civile costituita nel processo penale.

MARIO LANDOLFI (PdL). Nel prospettare l'esigenza di un'attenta riflessione sulle anomalie che caratterizzano la realtà italiana, giudica necessario riaffermare il primato della politica.

FRANCESCO BARBATO (IdV). Richiamate talune notizie di stampa da cui risulterebbe il coinvolgimento in indagini giudiziarie del deputato Landolfi, stigmatizza l'adozione di provvedimenti legislativi volti a tutelare esclusivamente gli interessi del Presidente del Consiglio.

MARIO LANDOLFI (PdL). Preannunzia l'intendimento di adire le vie legali per le gravi accuse che gli sono state rivolte dal deputato Barbato, ricordando di essersi sempre impegnato per contrastare tutte le forme di criminalità organizzata.

ITALO BOCCHINO (PdL). Parlando per un richiamo al Regolamento, ritiene che, a fronte delle gravi affermazioni rese dal deputato Barbato, il Presidente avrebbe dovuto richiamarlo, ai sensi dell'articolo 59 del Regolamento.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Parlando per un richiamo al Regolamento, giudica vergognosi taluni epiteti che sono stati rivolti al deputato Barbato.

ANGELO CERA (UdC). Parlando per un richiamo al Regolamento, stigmatizza i frequenti interventi del deputato Bocchino volti ad indicare alla Presidenza le scelte ed i comportamenti da porre in essere.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI (PD). Rilevato che ciascuno può esprimere liberamente le proprie opinioni in aula, considera opportuno porre fine al dibattito incidentale in corso e tornare all'esame del provvedimento all'ordine del giorno.

Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato ANTONIO BORGHESI (IdV).

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Vietti 1.401.

ROBERTO RAO (UdC). Richiama le finalità sottese all'emendamento Vietti 1.404.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Vietti 1.404.

MARINA SERENI (PD). Richiamate le finalità dell'emendamento Amici 1.27, che invita l'Assemblea ad approvare, sottolinea le incongruenze presenti all'interno del provvedimento in esame.

DOMENICO SCILIPOTI (IdV). Nel ricordare il contenuto di una proposta di legge presentata nel 1992 da deputati dell'attuale maggioranza, stigmatizza l'avallo dato oggi dai medesimi parlamentari ad un provvedimento volto a sottrarre il Presidente del Consiglio alla giustizia penale.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Amici 1.27.

Pag. X

PRESIDENTE. Richiamate le espressioni pronunziate dal deputato Barbato, precisa di aver rigorosamente applicato l'articolo 59 del Regolamento.
Rinvia quindi il seguito del dibattito al prosieguo della seduta.

Sull'ordine dei lavori.

MASSIMO POLLEDRI (LNP). Giudica particolarmente grave la sentenza emessa ieri dalla corte d'appello di Milano che ha di fatto autorizzato un atto di eutanasia. Invita, quindi, il Presidente della Repubblica ed il Ministro della giustizia ad assumere le opportune iniziative in merito.

LUCA VOLONTÈ (UdC). Nell'esprimere sconcerto e preoccupazione, in relazione al caso di Eluana Englaro, per la sentenza pronunciata dalla corte d'appello di Milano, che reputa assai grave in quanto volta di fatto ad autorizzare la messa in atto dell'eutanasia, invita il Ministro della giustizia ad assumere le iniziative di vigilanza e di controllo ritenute più idonee.

LUCIA CODURELLI (PD). Lamenta la decisione, peraltro non giustificata da ragioni di carattere economico, dell'azienda Riello di Lecco di cessare la propria attività, denunziando le gravi conseguenze che ne deriverebbero in particolare sul piano occupazionale.

ISABELLA BERTOLINI (PdL). Stigmatizza con forza la sentenza emessa dalla corte d'appello di Milano in merito alla vicenda di Eluana Englaro, che ritiene un precedente particolarmente pericoloso in quanto volto ad introdurre surrettiziamente l'autorizzazione alla messa in atto di pratiche volte all'eutanasia, preannunziando in materia la presentazione di una mozione.

FABIO GARAGNANI (PdL). Nell'associarsi alle considerazioni svolte dai deputati Polledri, Volontè e Bertolini, sottolinea la necessità di un'approfondita riflessione in sede parlamentare sul tema della intangibilità della vita, invitando il Governo alla definizione delle competenze della magistratura in tale ambito.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI (LNP). Nel dichiarare di non condividere del tutto gli interventi dei deputati che lo hanno preceduto in relazione alla vicenda Englaro, ritiene che in precedenza il Presidente sarebbe stato tenuto a richiamare nominalmente il deputato Barbato ed eventualmente a togliergli la parola.

PRESIDENTE. Precisa che nella circostanza richiamata dal deputato Reguzzoni non vi erano gli estremi per togliere la parola al deputato Barbato.

RITA BERNARDINI (PD). A nome dei deputati radicali eletti nel Partito Democratico, manifesta apprezzamento per la sentenza della corte d'appello di Milano che ha dato applicazione all'articolo 32 della Costituzione, secondo cui nessuno può essere sottoposto a trattamenti sanitari contrari alla propria volontà.

PAOLA BINETTI (PD). Nel ricordare il dibattito svoltosi al Senato nella scorsa legislatura intorno ai temi dell'eutanasia, del testamento biologico e dell'accanimento terapeutico, stigmatizza il contenuto della pronuncia emessa dalla corte d'appello di Milano sul caso Englaro, auspicando la sollecita ripresa di un fattivo confronto parlamentare sulla questione.

RENATO FARINA (PdL). Nel concordare sull'importanza della vicenda relativa ad Eluana Englaro, ritiene che le considerazioni rese dal deputato Bernardini siano testimonianza di una idea della vita sostanzialmente decadente. Ricordato altresì di aver personalmente modificato la propria concezione sul testamento biologico, manifesta netta contrarietà ad ogni forma di eutanasia.

PRESIDENTE. Precisato ulteriormente il tenore delle dichiarazioni rese in precedenza dal deputato Barbato, conferma Pag. XIche in relazione al suo intervento non vi erano gli estremi per applicare l'articolo 59 del Regolamento.

La seduta, sospesa alle 14,40, è ripresa alle 15,45.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono cinquantotto.

Si riprende la discussione.

DONATELLA FERRANTI (PD). Rilevata la contraddittorietà delle posizioni della maggioranza in materia di riforma del sistema giudiziario, sottolinea come le disposizioni in esame, al pari di altre misure proposte dall'Esecutivo, siano finalizzate a tutelare la posizione personale del Presidente del Consiglio. Richiama, quindi, le finalità del suo emendamento 1.16 e ne auspica l'approvazione.

GIUSEPPE CONSOLO (PdL). Nel ritenere che con il provvedimento in esame si stia dando attuazione, seppure in via mediata, alla volontà degli elettori che hanno scelto le più alte cariche dello Stato, preannunzia che esprimerà voto favorevole su un disegno di legge che giudica equilibrato e necessario.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Ferranti 1.16.

MARIO CAVALLARO (PD). Richiama le finalità dell'emendamento Ferranti 1.26, volto ad escludere la sospensione dei processi per delitti puniti con l'ergastolo.
Ricordato altresì il quadro normativo vigente a livello internazionale, evidenzia la necessità che in ogni democrazia si evitino conflitti tra i poteri dello Stato.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Ferranti 1.26.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Precisate le motivazioni sottese all'emendamento Amici 1.24, esprime perplessità in ordine alla scelta di disciplinare la materia oggetto del provvedimento in esame, sul quale manifesta forte contrarietà, mediante una mera legge ordinaria. Giudica, inoltre, non condivisibile la decisione della Presidenza di non accedere alla richiesta di votazione a scrutinio segreto.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Amici 1.24.

ARTURO MARIO LUIGI PARISI (PD). Osserva preliminarmente che le disposizioni del disegno di legge in esame sono finalizzate unicamente a tutelare la posizione personale del Presidente del Consiglio, il quale risulterà invece indebolito a seguito della loro approvazione.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Ferranti 1.25.

GIUSEPPE FIORONI (PD). Rileva che il disegno di legge in esame non appare perseguire in alcun modo il bene comune, essendo volto unicamente a tutelare gli interessi personali del Presidente del Consiglio.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Amici 1.17.

ALESSANDRO MARAN (PD). Rilevata la necessità di una riforma del sistema giudiziario, che non viene affrontata seriamente dalla maggioranza di centrodestra, evidenzia il carattere personalistico del disegno di legge in esame, rilevando che la materia avrebbe dovuto essere disciplinata con una norma di rango costituzionale.

Pag. XII

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Ferranti 1.18.

LINDA LANZILLOTTA (PD). Lamenta la sussistenza di una contrarietà pregiudiziale da parte della maggioranza sulle proposte emendative presentate dall'opposizione, che avrebbero migliorato il provvedimento in esame, al quale si dichiara fortemente contraria.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Amici 1.19.

GIANNI FARINA (PD). Osservato preliminarmente come la politica debba legiferare nell'interesse della collettività nazionale, manifesta netta contrarietà, nel metodo e nel merito, al disegno di legge in esame, lamentando il fatto che non si affrontano i veri problemi del Paese. Illustra infine le finalità dell'emendamento Amici 1.20.

Intervengono per dichiarazione di voto a titolo personale i deputati MARIA COSCIA (PD), DANIELA SBROLLINI (PD) e CARLO EMANUELE TRAPPOLINO (PD).

PIERFELICE ZAZZERA (IdV). Manifesta netta contrarietà al disegno di legge in esame, che ritiene finalizzato a tutelare la posizione personale del Presidente del Consiglio, introducendo forme di discriminazione nei confronti degli altri cittadini italiani, con ciò violando l'articolo 3 della Costituzione.

Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato CARLO MONAI (IdV).

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Amici 1.20.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Richiama le finalità dell'emendamento Amici 1.22, ispirato alla logica della riduzione del danno derivante dall'approvazione del disegno di legge in esame. Ribadisce, inoltre, l'esigenza di recuperare il senso delle regole e l'autorevolezza della politica, a fronte di una sostanziale regressione democratica conseguente all'approvazione di leggi ad personam.

MASSIMO DONADI (IdV). Manifesta netta contrarietà al provvedimento in esame - a suo giudizio viziato da incostituzionalità - che prevede una forma di immunità a favore del Presidente del Consiglio che non ha eguali in nessun altro Paese democratico.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI (UdC). Osserva preliminarmente che il suo gruppo considera le disposizioni in esame comunque preferibili rispetto alla cosiddetta norma blocca processi, pur ritenendo che il disegno di legge n. 1442 non risolva il problema dei rapporti tra politica e giustizia. Precisa quindi che lo strumento più idoneo per intervenire in materia di sospensione del processo penale è la norma di rango costituzionale, sulla quale andrebbe raggiunto il più ampio consenso possibile.

Interviene per dichiarazioni di voto a titolo personale il deputato CARLO COSTANTINI (IdV).

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Amici 1.22.

PASQUALE CIRIELLO (PD). Richiama le finalità dell'emendamento Ferranti 1.23, mirante a salvaguardare il livello minimo di decenza della disciplina recata dal comma 1 dell'articolo unico in esame, nonché ad evitare che l'immagine del Paese nel contesto internazionale subisca ulteriori incrinature.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Ferranti 1.23.

RITA BERNARDINI (PD). Giudica del tutto provocatoria la disciplina recata dal Pag. XIIIprovvedimento in esame, che esclude dall'immunità la fattispecie della corruzione giudiziaria.

Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato ILEANA ARGENTIN (PD).

CARLO COSTANTINI (IdV). Ritiene che i cittadini italiani abbiano il diritto di sapere se il Presidente del Consiglio intenda avvalersi, nel processo che lo vede imputato a Milano, della disciplina recata dal provvedimento in esame.

Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato CARLO MONAI (IdV).

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Amici 1.92.

ANDREA ORLANDO (PD). Espressa l'esigenza di ricercare un nuovo equilibrio fra i vari poteri dello Stato, sottolinea la necessità di disciplinare tale delicata materia con norme di rango costituzionale. Auspica, quindi, l'approvazione dell'emendamento Amici 1.94.

IVAN ROTA (IdV). Espressa contrarietà alle disposizioni recate dall'articolo unico del provvedimento in esame, rileva che i tanti cittadini convenuti martedì scorso a piazza Navona hanno voluto manifestare la preoccupazione comune per una democrazia a rischio padronale.

Intervengono per dichiarazione di voto a titolo personale i deputati DOMENICO SCILIPOTI (IdV) e AMERICO PORFIDIA (IdV).

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Amici 1.94.

FERDINANDO ADORNATO (UdC). Nel ritenere ancora irrisolte le questioni relative all'assetto istituzionale e al rapporto tra politica e giustizia, invita le forze parlamentari ad un confronto costruttivo al fine di avviare le opportune riforme. Auspica quindi l'approvazione dell'emendamento Vietti 1.402.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Vietti 1.402.

ROBERTO RAO (UdC). Richiama le finalità dell'emendamento Vietti 1.403, di cui sottolinea il carattere di proposta attinente al merito della disciplina in esame.

Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato SAVINO PEZZOTTA (UdC).

IVAN ROTA (IdV). Giudica vergognose le disposizioni recate dal disegno di legge in esame.

Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato DOMENICO SCILIPOTI (IdV).

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Vietti 1.403.

ROSY BINDI (PD). Nel ritenere che l'adozione del provvedimento in esame sia finalizzata a risolvere i problemi giudiziari del Presidente del Consiglio, rileva che le misure in esso contenute sviliscono la Costituzione e mortificano il Parlamento, prefigurando un sistema di impunità penale per le più alte cariche dello Stato. Osserva quindi che con gli interventi delineati la politica, anziché riformare il sistema, piega il principio di legalità agli interessi personali del Capo dell'Esecutivo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

ANTONIO PALAGIANO (IdV). Nel respingere gli addebiti reiteratamente rivolti, in questi giorni, ai parlamentari di Italia dei Valori, accusati di essere inclini al giustizialismo, ribadisce il fermo intendimento Pag. XIVdella sua parte politica di difendere i principi basilari del sistema democratico.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

SAVINO PEZZOTTA (UdC). Nel ritenere necessario affrontare il tema relativo al rapporto fra giustizia e politica, giudica il provvedimento in esame inidoneo a raggiungere tale obiettivo, poiché finalizzato unicamente a risolvere i problemi giudiziari del Presidente del Consiglio.

Intervengono per dichiarazione di voto a titolo personale i deputati CARLO MONAI (IdV), IVAN ROTA (IdV) e ANTONIO BORGHESI (IdV).

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Amici 1.291.

MARILENA SAMPERI (PD). Illustra le finalità del suo emendamento 1.292, che ritira.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

PIERLUIGI MANTINI (PD). Illustra le finalità del suo emendamento 1.400, esprimendo apprezzamento per il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

ROCCO BUTTIGLIONE (UdC). Nell'esprimere la propria condivisione circa il contenuto dell'emendamento Mantini 1.400, sottolinea l'assoluta necessità per il Paese di un pacificato e costruttivo rapporto tra il mondo politico ed il potere giudiziario.

MASSIMO DONADI (IdV). Dichiara il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento in esame, reputando inutile qualunque tentativo di migliorare un provvedimento inaccettabile.

La Camera, con votazione nominale elettronica, approva l'emendamento Mantini 1.400.

GIOVANNI CUPERLO (PD). Richiama le ragioni per le quali reputa opportuno sopprimere il comma 7 dell'articolo 1 del disegno di legge in esame, in base al quale possono essere sospesi i processi penali in corso alla data di entrata in vigore del provvedimento.

CARLO COSTANTINI (IdV). Illustra le finalità del suo emendamento 1.297, ritenendo che dal testo del provvedimento in esame si evinca il pervicace tentativo di difendere la posizione personale del Presidente del Consiglio, in spregio di fondamentali principi sanciti dalla Costituzione.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge gli identici emendamenti Ferranti 1.296 e Costantini 1.297.

PIERLUIGI CASTAGNETTI (PD). Richiama le motivazioni sottese all'emendamento Amici 1.300, volto a differire alla prossima legislatura l'entrata in vigore del provvedimento in esame, ricordando, tra l'altro, come il deputato Fassino abbia dimostrato la propria estraneità ai fatti nel procedimento penale in relazione al quale, nella scorsa legislatura, la Camera ha autorizzato l'utilizzo delle intercettazioni telefoniche.

JOLE SANTELLI (PdL). Rivendica la coerenza sul piano dei principi che ispira la sua parte politica.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Amici 1.300.

FEDERICO PALOMBA (IdV). Illustrate le finalità del suo emendamento 1.302, rileva che l'inopinata accelerazione dei tempi di esame del provvedimento imposta dalla maggioranza rappresenta un grave vulnus alle prerogative del Parlamento.

ALESSANDRA MUSSOLINI (PdL). Invita i deputati della maggioranza a comportamenti più coerenti in relazione a pregresse vicende.

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FABIO EVANGELISTI (IdV). Parlando sull'ordine dei lavori, stigmatizza gli interventi di taluni deputati della maggioranza che alludono a vicende definite ormai da tempo con sentenze passate in giudicato.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Palomba 1.302.

PRESIDENTE. Avverte che, constando il disegno di legge di un articolo unico, si procederà direttamente alla votazione finale.

(Dichiarazioni di voto finale)

ELIO VITTORIO BELCASTRO (Misto-MpA). Rileva che il provvedimento in esame non è volto alla tutela di posizioni personali, bensì alle garanzia dell'interesse generale del Paese, assicurando che l'esercizio delle più alte funzioni pubbliche possa svolgersi con la necessaria serenità, secondo i principi affermati nella sentenza della Corte costituzionale n. 24 del 2004. Dichiara, quindi, il voto favorevole della sua componente politica, auspicando che il Parlamento abbandoni le sterili polemiche per occuparsi dei prioritari problemi del Paese.

ANTONIO DI PIETRO (IdV). Constatata l'assenza in Aula del Presidente del Consiglio, lamenta la lesione delle prerogative parlamentari insita nell'approvazione di un provvedimento che reputa privo del carattere di urgenza e del requisito dell'astrattezza, in quanto volto unicamente a sottrarre il Capo dell'Esecutivo ad un processo penale attraverso l'individuazione di una sorta di giurisdizione domestica. Nel ritenere inoltre servile l'atteggiamento dei deputati della maggioranza, sottolinea che il disegno di legge in esame presenta - a suo giudizio - profili di incostituzionalità. Nel dichiarare, quindi, il voto contrario del suo gruppo, ritiene immorale prevedere una forma di immunità penale nei confronti dei titolari delle più alte cariche dello Stato, in spregio del principio di uguaglianza.

PIER FERDINANDO CASINI (UdC). Rilevato che il disegno di legge in esame non costituisce una priorità per il Paese, non affrontando i reali problemi delle famiglie italiane, come quelli relativi alla sicurezza o al potere d'acquisto di salari e pensioni, dichiara l'astensione del suo gruppo, precisando che tale posizione è finalizzata, in una logica di riduzione del danno, alla soppressione della cosiddetta norma bloccaprocessi inserita nel decreto-legge in materia di sicurezza. Auspica, quindi, che si instauri un rapporto di collaborazione tra maggioranza ed opposizione che consenta di affrontare le vere esigenze dei cittadini come quelle legate alla celerità dei processi e alla certezza della pena.

CAROLINA LUSSANA (LNP). Nel sottolineare la necessità di un intervento legislativo volto a tutelare le scelte elettorali dei cittadini dalle iniziative deleterie e strumentali di una parte della magistratura, ricorda come il Presidente del Consiglio sia da molti anni oggetto di una singolare attenzione da parte degli organi giudiziari. Sottolineato l'atteggiamento trasparente ma disincantato della propria parte politica sul provvedimento in discussione, invita l'opposizione a liberarsi da atteggiamenti pregiudiziali e giustizialisti, rivendicando il diritto del Presidente del Consiglio a governare e ad essere giudicato dagli elettori per il suo operato.
Nel dichiarare il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge in esame, invita maggioranza ed opposizione ad affrontare con urgenza le prioritarie emergenze avvertite dal Paese, a cominciare dal problema della sicurezza.

WALTER VELTRONI (PD). Lamentata prioritariamente la forte compressione dei tempi di esame del disegno di legge, che appare finalizzato a tutelare sostanzialmente gli interessi personali del Presidente del Consiglio, rileva che esso non costituisce una priorità per il Paese, atteso che Pag. XVInon risolve i reali problemi dei cittadini. Manifesta, quindi, delusione per la mancata realizzazione, nonostante la disponibilità in tal senso del Partito Democratico, di una fase politica nuova volta al definitivo superamento della logica della contrapposizione pregiudiziale tra due schieramenti.
Nel dichiarare, infine, il voto contrario del suo gruppo, auspica che con altrettanta celerità il Parlamento possa approvare provvedimenti volti a garantire la crescita del Paese in condizioni di maggiore equità e giustizia sociale.

FABRIZIO CICCHITTO (PdL). Espressa anzitutto solidarietà al Presidente della Repubblica ed al Santo Padre per gli ingiuriosi attacchi di cui sono stati fatti segno nel corso della manifestazione recentemente tenutasi a Roma, stigmatizza la mancata presa di distanza di una parte dell'opposizione, respingendo altresì le critiche rivolte alla maggioranza ed al Governo in relazione al disegno di legge in discussione. Nel sottolineare la necessità per il Paese di sciogliere definitivamente il nodo del rapporto tra politica e magistratura, ricorda le vicende che hanno portato allo scontro fra le stesse e ad un reiterato e strumentale attacco giudiziario nei confronti dell'attuale Presidente del Consiglio.
Nel rammentare, infine, come la sua parte politica non abbia in passato assunto atteggiamenti giustizialisti in occasione di vicende giudiziarie concernenti deputati dell'opposizione, esprime vivo apprezzamento per l'operato del Ministro della giustizia e manifesta l'orientamento favorevole del suo gruppo sul disegno di legge in esame.

Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato MARIO BACCINI (Misto).

ENRICO COSTA (PdL), Relatore per la II Commissione. Rivolge un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito all'iter del disegno di legge.

Interviene, quindi, per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato FURIO COLOMBO (PD).

La Presidenza è autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

La Camera, con votazione finale elettronica, approva il disegno di legge n. 1442.

Modifica del calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunica la modifica del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea predisposta a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo (vedi resoconto stenografico pag. 118).

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI (PD). Richiamata la sentenza della Corte d'appello di Milano sul caso di Eluana Englaro, ritiene necessario che il Parlamento approvi una legge in materia di testamento biologico e, più in generale, affronti in modo approfondito la delicata tematica connessa alla libertà di porre fine alla sofferenza di chi non ha più speranza di guarigione.

MAURIZIO TURCO (PD). Reitera la richiesta che il Parlamento in seduta comune sia sollecitamente convocato per procedere all'elezione di un giudice della Corte costituzionale.

GIACOMO STUCCHI (LNP). Sollecita la risposta ad un atto di sindacato ispettivo da lui presentato.

PRESIDENTE. Assicura che interesserà il Governo.

ANDREA SARUBBI (PD). In riferimento a talune osservazioni svolte da deputati radicali eletti nelle liste del Partito Democratico, chiede rispetto per le differenti posizioni espresse da alcuni rappresentanti del medesimo gruppo in merito al tema del testamento biologico e dell'eutanasia, sottolineando l'assenza Pag. XVIIdelle paventate ingerenze da parte di ambienti ecclesiastici ed auspicando un approfondito confronto parlamentare sulla materia.

RAFFAELLO VIGNALI (PdL). Giudicata grave la sentenza della Corte d'appello di Milano, con la quale la magistratura si è posta al di sopra della legge, auspica una più approfondita riflessione su tale delicata materia.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Venerdì 11 luglio 2008, alle 9.

(Vedi resoconto stenografico pag. 122).

La seduta termina alle 19,50.