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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di martedì 15 luglio 2008

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 15 luglio 2008.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Aprea, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cicu, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Fitto, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leone, Lo Monte, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Meloni, Menia, Miccichè, Molgora, Pescante, Prestigiacomo, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vegas, Villecco Calipari, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 14 luglio 2008 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei deputati:
REALACCI e CENNI: «Norme per la valorizzazione dei prodotti alimentari provenienti da filiera corta a chilometro zero e di qualità» (1481);
SPECIALE e MARIO PEPE (PdL): «Istituzione di una zona franca nel territorio del comune di Lampedusa e Linosa» (1482).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di un deputato ad una proposta di legge.

La proposta di legge REALACCI ed altri: «Misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti nonché dei comuni compresi nelle aree naturali protette» (54) è stata successivamente sottoscritta dal deputato De Camillis.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento,i seguenti progetti di legge sono assegnati,in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

II Commissione (Giustizia):
ANGELA NAPOLI: «Modifiche all'articolo 3 della legge 21 febbraio 2006, n. 102, in materia di cause per il risarcimento dei danni derivanti da incidenti stradali» (800) Parere delle Commissioni I, VI e IX;
ANGELA NAPOLI: «Istituzione del ruolo di complemento dei magistrati onorari» (822) Parere delle Commissioni I, V e XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale).

IV Commissione (Difesa):
ASCIERTO: «Disposizioni per l'ammissione dei soggetti fabici all'impiego nelle Forze armate» (141) Parere delle Commissioni I e XII;
MENIA: «Disposizione per la concessione all'Associazione "Libero Comune di Fiume in esilio" della medaglia d'oro al valor militare alla memoria dei suoi cittadini che in guerra e in pace hanno servito la Patria» (684) Parere delle Commissioni I e V.

VII Commissione (Cultura):
VOLONTÈ: «Princìpi fondamentali in materia di ricerca scientifica e tecnologica a sostegno dell'innovazione per i settori produttivi, disposizioni per il coordinamento, la programmazione e la valutazione della politica nazionale relativa alla ricerca scientifica e tecnologica, nonché delega al Governo per il riordino degli enti di ricerca» (360) Parere delle Commissioni I, V, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
RUGGHIA: «Disposizioni per la valorizzazione e il recupero dell'area territoriale "Castelli-Appia antica-Tuscolo" (644) Parere delle Commissioni I, V, VIII, IX, X, XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
ANGELA NAPOLI: «Istituzione del servizio ispettivo tecnico nazionale della scuola» (810) Parere delle Commissioni I, II, V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
CECCACCI RUBINO: «Nuova disciplina dello spettacolo dal vivo» (1156) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII, IX, X, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XII Commissione (Affari sociali):
D'ANTONA ed altri: «Disposizioni in favore dei centri anziani e delle associazioni di promozione sociale» (663) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, IX, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XIII Commissione (Agricoltura):
SERVODIO ed altri: «Disposizioni in favore degli agrumeti caratteristici delle fasce costiere di particolare pregio paesaggistico e a rischio di dissesto idrogeologico» (1140) Parere delle Commissioni I, V, VIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali):
VOLONTÈ: «Carta dei diritti del pensionato, dell'invalido e dell'anziano» (378) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, IX e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 14 luglio 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 27, comma 5, della legge 7 agosto 1990, n. 241, la relazione sulla trasparenza dell'attività della pubblica amministrazione relativa all'anno 2007, predisposta dalla Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi (doc. LXXVIII, n. 1).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali).

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazionidello Stato - con lettera in data 11 luglio 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 19 del 2008, emessa dalla sezione stessa nell'adunanza del 17 giugno 2008, e la relativa relazione concernente l'indagine sulla «Realizzazione di infrastrutture idriche nelle aree depresse».

Questa documentazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 14 luglio 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della SACE Spa - Servizi assicurativi del commercio estero, per l'esercizio 2006. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 25).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissioni dal ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.

Il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, con lettera in data 4 luglio 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 23, del decreto-legge 1° ottobre 1996, n. 510, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608, le relazioni sull'andamento dell'utilizzo dei lavoratori impegnati in lavori socialmente utili, riferite al primo semestre 2006 (doc. XIX, n. 1) e secondo semestre 2006 (doc. XIX, n. 2).

Questi documenti - che saranno stampati - sono trasmessi alla XI Commissione (Lavoro).

Il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, con lettera in data 9 luglio 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8, comma 5, del decreto-legge 18 giugno 1986, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1986, n. 462, la relazione sull'attività di vigilanza e controllo degli alimenti e delle bevande in Italia, relativa all'anno 2007 (doc. LXXVI, n. 1).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla XII Commissione (Affari sociali).

Annunzio di progetti di atti comunitari e dell'Unione europea.

Il ministro per le politiche europee, con lettera in data 11 luglio 2008, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti comunitari e dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Nell'ambito dei predetti documenti, il Governo ha richiamato l'attenzione sul documento n. 11301/08 - Elenco degli organi preparatori del Consiglio, che è assegnato in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Comunicazione di nomine ministeriali.

La Corte di conti, con lettera in data 10 luglio 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione relativa al conferimento dei seguenti incarichi di funzione dirigenziale di livello generale:
al dottor Danilo Girotti, l'incarico di preposizione al servizio del bilancio della Corte dei conti;
al dottor Armando Belloni, l'incarico di componente del collegio di direzione del servizio di controllo strategico della Corte dei conti.
Tale comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali).

Richiesta di parere parlamentare su una proposta di nomina.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 14 luglio 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del professor Sergio Trevisanato a presidente dell'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL) (15).
Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla XI Commissione (Lavoro).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI VIETTI ED ALTRI N. 1-00011, LUSSANA ED ALTRI N. 1-00025, DONADI ED ALRI N. 1-00026, BINDI ED ALTRI N. 1-00027 E TAGLIALATELA ED ALTRI N. 1-00028 SULL'INTRODUZIONE NEL SISTEMA FISCALE DI MISURE A FAVORE DEI NUCLEI FAMILIARI, IN RELAZIONE ALLA PETIZIONE POPOLARE FIRMATA DA OLTRE UN MILIONE DI CITTADINI

Mozioni

La Camera,
premesso che:
secondo il rapporto annuale Istat 2007 il 50 per cento dei nuclei familiari vive con meno di 1.900 euro al mese, il 15 per cento delle famiglie non arriva alla quarta settimana, il 6,2 per cento ritiene di non potersi permettere un'alimentazione adeguata, il 10,4 per cento un sufficiente riscaldamento per l'abitazione;
fra i Paesi dell'Unione europea, mentre la Francia ha raggiunto l'obiettivo di due bambini ogni donna e altri Stati si avvicinano a questa percentuale, noi siamo fermi ancora ad un tasso di fertilità pari all'1,34 per cento;
in Europa, l'Italia è il fanalino di coda per quanto riguarda le cifre stanziate per il sostegno alle famiglie;
quindi, per realizzare una politica familiare di ampio respiro è necessario riqualificare la spesa sociale e fare delle scelte coraggiose, dando priorità ai bisogni della famiglia;
nella Costituzione esiste un «obbligo di solidarietà» che si esprime nella «progressività». In pratica, la quota di prelievo fiscale aumenta su quote di reddito successive, ma se tale meccanismo è, come dire, «neutrale» nel caso di soggetti senza carichi familiari, nel caso del contribuente che ha una famiglia a proprio carico ogni quota supplementare di reddito realizzata per soddisfare le esigenze e i bisogni familiari viene comunque tassata. Il tema dell'equità fiscale per la famiglia non è, quindi, sufficientemente percepito dal mondo politico, preoccupato piuttosto di effettuare una mera operazione redistributrice in favore dei redditi più bassi;
è necessario, pertanto, non confondere la lotta alla povertà con le politiche familiari: la povertà è tema gravissimo a cui tutti siamo sensibili e va affrontata con politiche specifiche;
in data 20 maggio 2008, il Presidente della Repubblica ha trasmesso alle Camere la petizione «Firma per un fisco a misura di famiglia», sottoscritta da più di un milione di cittadini;
nel testo della petizione si chiede di introdurre in Italia un sistema fiscale basato non solo sull'equità verticale, ma anche sull'equità orizzontale;
il reddito imponibile, secondo la petizione, deve dunque essere calcolato non solo in base al reddito percepito, ma anche in base al numero dei componenti della famiglia;
mantenere ed educare i propri figli è, per la famiglia, oltre che un obbligo morale e naturale, anche un diritto-doverecostituzionale. Le famiglie sono fortemente penalizzate, perché non si tiene veramente conto dei carichi familiari;
quale primo passo verso una vera equità fiscale si chiede un sistema di deduzioni dal reddito pari al reale costo di mantenimento di ogni soggetto carico, sulla base delle scale di equivalenza indipendenti;
si tratta di un sistema semplice, di immediata applicazione, che mantiene intatta la progressività del prelievo e può sostituire, migliorandolo, l'attuale complicato sistema di detrazioni;
nell'ambito di una futura, complessiva riforma del sistema fiscale, si prevede anche l'introduzione di strumenti, quale il quoziente familiare, che abbiano alla base, come soggetto imponibile, non più l'individuo, ma il nucleo familiare;
nella lettera di invito, il Presidente della Repubblica sottolineava la «necessità che il Parlamento affronti i temi delle politiche della famiglia, confidando che, in sede di programmazione dei lavori parlamentari, possa essere assicurato un esame tempestivo delle iniziative legislative che saranno presentate in materia»;
il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, nel «condividere pienamente» le considerazioni, ha ricordato di aver già comunicato al Capo dello Stato che «la petizione sarà assegnata alle commissioni competenti, non appena costituite, e che i temi in oggetto della stessa saranno posti all'attenzione della Conferenza dei presidenti di gruppo»,

impegna il Governo

ferme restando le competenze riservate al Parlamento, ad inserire tra gli obiettivi prioritari del Governo le proposte contenute nella citata petizione.
(1-00011)
(Nuova formulazione) «Vietti, Volontè, Capitanio Santolini, Buttiglione, Pezzotta».
(5 giugno 2008)

La Camera,
premesso che:
uno dei principi cardine che da sempre ispira la linea politica e programmatica della Lega Nord è la protezione, valorizzazione e sviluppo dei nuclei familiari, come istituzione base irrinunciabile per garantire la salvaguardia dei valori necessari per l'educazione dei figli;
l'articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, adottata in sede Onu il 10 dicembre 1948, definisce la famiglia nucleo fondamentale della società e dello Stato e come tale deve essere riconosciuta e protetta;
il combinato disposto degli articoli della Costituzione 29 («famiglia società naturale fondata sul matrimonio»), 30 («è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire e educare i figli anche se nati fuori del matrimonio (..) la legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale»), 31 («La Repubblica agevola con misure e altre provvidenze la formazione della famiglia (....) con particolare riguardo alle famiglie numerose») enuncia in modo inequivocabile il regime preferenziale che deve avere la famiglia, quale nucleo fondamentale della società;
la famiglia, nonostante in questi ultimi anni abbia subito gli attacchi di una politica tesa alla sua disgregazione, rappresenta sostanzialmente ancora il pilastro su cui si fondano le comunità locali, il sistema educativo, le strutture di produzione di reddito, il contenimento delle forme di disagio sociale;
siamo chiamati a prendere esempio dalle politiche messe in atto in questi anni in altri Paesi europei; tra tutti la Francia, che in pochi anni è riuscita ad invertire il trend demografico negativo, grazie ad interventi mirati a considerare la famiglia parte integrante dello Stato al centro di una politica di sicurezza sociale;
in data 20 maggio 2008, il Presidente della Repubblica ha trasmesso alle Camere la petizione «Firma per un fiscoa misura di famiglia», sottoscritta da più di un milione di cittadini; nel testo della petizione si chiede di introdurre in Italia un sistema fiscale basato non solo sull'equità verticale, ma anche sull'equità orizzontale; il reddito imponibile, secondo la petizione, deve, dunque, essere calcolato non solo in base al reddito percepito, ma anche in base al numero dei componenti della famiglia;
il Presidente della Repubblica ha sottolineato la necessità che il Parlamento affronti in tempi rapidi i temi delle politiche della famiglia, confidando che, in sede di programmazione dei lavori parlamentari, possa essere assicurato un esame tempestivo delle iniziative legislative che saranno presentate in materia. Lo stesso Presidente della Camera dei deputati ha ribadito ufficialmente di aver già comunicato che la petizione sarà assegnata alle commissioni competenti, non appena costituite, e che i temi in oggetto della stessa saranno posti all'attenzione della Conferenza dei presidenti di gruppo;
il gruppo parlamentare della Lega Nord ha presentato una proposta di legge in materia («Legge quadro sulla famiglia e per la tutela della vita nascente» - atto Camera n. 664), che intende affrontare in maniera sistematica la prima e più importante esigenza della famiglia: quella di esistere conferendo piena attuazione all'articolo 31 della Costituzione, il quale sancisce che «la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze economiche la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi». È triste ammetterlo, ma tale principio fondamentale sancito dalla Carta costituzionale non ha mai trovato un'appropriata attuazione;
gli obiettivi principali che si intendono perseguire con l'approvazione della proposta di legge presentata dal gruppo parlamentare della Lega Nord sono, infatti, quelli di incentivare la natalità attraverso una serie di strumenti che intervengano nella fascia d'età più delicata del bambino (fino al compimento del terzo anno di età), di sostenere la famiglia quale nucleo fondamentale della società, di incentivare la natalità attraverso strumenti di sostegno economico, di affermare il principio di sussidiarietà orizzontale e verticale e il riconoscimento del ruolo di rappresentanza delle associazioni familiari, di riconoscere il concepito quale componente a tutti gli effetti della famiglia, di assicurare libertà di scelta alle famiglie nell'individuazione dei servizi per la prima infanzia e per tutti gli altri beni e servizi necessari alla cura e all'assistenza dei figli minori, di introdurre un sistema fiscale basato sul quoziente familiare, di riformare i consultori familiari, al fine di dimostrare nei fatti una particolare attenzione e sensibilità ai diritti dei minori e della famiglia, tutelando il valore sociale della genitorialità e del concepito;
i diritti individuali che derivano dall'istituzione matrimoniale non possono essere considerati diritti individuali assoluti, ma diritti individuali derivati e subordinati alla condizione di essere sposati;
in Italia il sistema fiscale si ostina ad operare come se la capacità contributiva delle famiglie non sia influenzata dalla presenza di figli e dall'eventuale scelta di uno dei due coniugi di dedicare parte del proprio tempo a curare, crescere ed educare i figli. Mentre di norma in tutti gli altri Paesi europei, a parità di reddito, la differenza tra chi ha e chi non ha figli a carico è consistente;
il sistema di tassazione deve essere riformulato sulla base del quoziente familiare; tale sistema permetterà, finalmente, di lasciare a disposizione del nucleo familiare una maggiore disponibilità di reddito, ponendo fine all'iniqua penalizzazione a cui è sottoposta dall'attuale sistema fiscale. Il sistema di calcolo basato sul quoziente non deve essere sostitutivo ma alternativo a quello attualmente in vigore: ogni contribuente potrà scegliere se calcolare le proprie imposte con il nuovo sistema oppure continuare ad essere tassato con il «vecchio» sistema;
è necessario, inoltre, introdurre nuove deduzioni dal reddito imponibile aifini irpef per favorire ulteriormente le famiglie numerose, che sostengono ingenti spese per il mantenimento dei figli e per il pagamento dei servizi pubblici;
è doveroso garantire il diritto d'ogni persona a formare una famiglia o ad essere inserita in una comunità familiare, sostenere il diritto delle famiglie al libero svolgimento delle loro funzioni sociali, riconoscere l'altissima rilevanza sociale e personale della maternità e della paternità, sostenere in modo più adeguato la corresponsabilità dei genitori negli impegni di cura e di educazione dei figli, promuovere e valorizzare la famiglia come struttura sociale primaria di fondamentale interesse pubblico, attuare le condizioni necessarie affinché nell'ambito della stessa famiglia possa realizzarsi la compresenza di più generazioni, favorendo la permanenza delle persone anziane nel nucleo familiare;
investire nelle politiche familiari significa, pertanto, investire sulla qualità della struttura sociale e, di conseguenza, sul futuro stesso della nostra società. Tali interventi richiederanno uno sforzo economico rilevante, ma dovuto poiché prioritario,

impegna il Governo

a far sì che siano adottate in tempi brevi misure dirette al sostegno della natalità e della famiglia, in particolar modo per i nuclei familiari con persone diversamente abili, al fine di invertire il trend demografico negativo che vede l'Italia tra i Paesi europei e mondiali con il più basso tasso di natalità, inserendo tra gli obiettivi prioritari del Governo i contenuti delle proposte di iniziativa popolare che intervengono in materia.
(1-00025)
«Lussana, Cota, Luciano Dussin, Dal Lago, Reguzzoni, Alessandri, Allasia, Bitonci, Bonino, Bragantini, Brigandì, Buonanno, Callegari, Caparini, Chiappori, Comaroli, Consiglio, Crosio, D'Amico, Dozzo, Guido Dussin, Fava, Fedriga, Fogliato, Follegot, Forcolin, Fugatti, Gibelli, Gidoni, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Lanzarin, Maccanti, Laura Molteni, Nicola Molteni, Montagnoli, Munerato, Negro, Paolini, Pastore, Pini, Pirovano, Polledri, Rainieri, Rivolta, Rondini, Salvini, Simonetti, Stefani, Stucchi, Togni, Torazzi, Vanalli, Volpi».
(14 luglio 2008)

La Camera,
premesso che:
il Governatore della Banca d'Italia Draghi nel suo intervento, il 9 luglio 2008, all'assemblea annuale dell'Associazione bancaria italiana ha avuto modo di affermare che «nel nostro Paese l'accelerazione dei prezzi osservata dall'estate del 2007 (ha) portato fino a oggi a una minore crescita del reddito disponibile di oltre 1 punto percentuale, che sale a 3 se si tiene anche conto delle perdite di valore reale della ricchezza finanziaria; potrà ridurre i consumi di circa 2 punti entro il prossimo anno. Le retribuzioni unitarie medie dei lavoratori dipendenti, al netto di imposte e contributi e in termini reali, non sono oggi molto al di sopra del livello di quindici anni fa. Nel frattempo il costo del lavoro per unità di prodotto nell'economia è aumentato di oltre il 30 per cento, contro il 20 per cento circa in Francia, pressoché nulla in Germania. Questo divario fra la capacità di spesa dei lavoratori e la capacità competitiva delle imprese riflette la stentata crescita della produttività, la mancata discesa dell'elevata imposizione fiscale, l'effetto dell'inflazione; è alla base della stagnazione della nostra economia.»;
secondo il rapporto annuale Istat 2007, il 50 per cento dei nuclei familiari vive con meno di 1.900 euro al mese, il 15 per cento delle famiglie non arriva allaquarta settimana, il 6,2 per cento ritiene di non potersi permettere un'alimentazione adeguata;
le famiglie conoscono queste difficoltà per una molteplicità di fattori, alcuni dei quali, come l'inflazione crescente, già richiamati dalle parole del Governatore della Banca d'Italia, altri dovuti alla crescente precarizzazione dei rapporti di lavoro, alla carenza di servizi essenziali, quali gli asili nido o i servizi per i non autosufficienti, al meccanismo del fiscal drag, alla significativa riduzione della quota di reddito nazionale che va al lavoro, che si è ridotta negli ultimi 20 anni dal 50 al 40 per cento, mentre quella della rendita è aumentata dal 20 al 30 per cento, con i profitti intorno al 30 per cento;
la ricchezza è assai più concentrata del reddito: secondo la Banca d'Italia, l'indice di disuguaglianza della ricchezza è pari a 0,619 (per il reddito 0,327), il che significa che il 10 per cento più ricco possiede il 45,1 per cento della ricchezza totale, contro una percentuale del 26,5 di reddito, percentuali tra le più elevate in Europa;
questa situazione non incide solo in termini di equità sociale, ma mina anche l'efficienza del nostro sistema-Paese. Non solo per l'aspetto concorrenziale, ma anche perché la riduzione della quota di reddito a disposizione del lavoro dipendente comprime i consumi;
diventa, dunque, urgente, come richiamato più volte autorevolmente dal Presidente della Repubblica e dal Governatore della Banca d'Italia, operare per una più equilibrata distribuzione del reddito e della ricchezza nel nostro Paese, agendo, tra l'altro, sulla leva fiscale, anche al fine di un sostegno al ciclo economico;
l'articolo 1, comma 4, della legge n. 244 del 2007 prevedeva, sulla base del cosiddetto «extragettito», la riduzione della pressione fiscale nei confronti dei lavoratori dipendenti, da realizzare mediante l'incremento della misura della detrazione per i redditi di lavoro dipendente, di cui all'articolo 13 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni;
nel documento di programmazione economico-finanziaria 2009-2013 si prevede, invece, un aumento programmatico della pressione fiscale, che non diminuirà fino all'anno 2013;
il sistema del «quoziente familiare» presenta molteplici controindicazioni di carattere pratico:
a) in un sistema progressivo come il nostro esso genera problemi di equità verticale, perché agevola fiscalmente le famiglie a più alto reddito ed addirittura il vantaggio fiscale cresce al crescere del reddito;
b) disincentiva l'offerta di lavoro del coniuge con il reddito più basso (i dati mostrano che è effettivamente ciò che si è verificato nei Paesi che hanno adottato questo sistema). Il disincentivo al lavoro femminile è tanto più grave in un Paese come l'Italia, in cui il tasso di occupazione femminile è molto basso ed il cui incremento dovrebbe viceversa essere un obiettivo da perseguire;
c) una famiglia monoreddito e una bireddito, che hanno lo stesso reddito, non sostengono gli stessi costi: il lavoro di entrambi i coniugi comporta spese per la cura dei figli, degli anziani e della casa che la famiglia monoreddito non sostiene. Questa controindicazione è particolarmente significativa per un Paese come l'Italia, in cui l'offerta di servizi pubblici per l'infanzia e la non autosufficienza è particolarmente scarsa;
d) una significativa motivazione per non adottare il sistema del «quoziente familiare» è quella legata ai costi: si determinerebbe una perdita di gettito di 13,5 miliardi di euro annui,

impegna il Governo:

ferme restando le competenze riservate al Parlamento, a prendere le necessarieiniziative a tutela delle famiglie, in particolare al fine di:
a) incrementare in maniera significativa le detrazioni (che, rispetto alle deduzioni fiscali, favoriscono i redditi più bassi) per i carichi familiari e, in particolare, per i figli minori;
b) restituire il drenaggio fiscale, in particolare ai contribuenti con più basso reddito;
c) sostenere, anche con agevolazioni fiscali, l'assunzione delle lavoratrici;
d) avviare un piano pluriennale per l'apertura di migliaia di asili nido;
e) incrementare le risorse a disposizione del fondo per le non autosufficienze, di cui all'articolo 1, comma 1264, della legge n. 296 del 2006.
(1-00026) «Donadi, Borghesi, Evangelisti».
(15 luglio 2008)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
l'attuale situazione economica, strettamente legata ad un quadro internazionale assai complesso e difficile, pone in condizione di sofferenza le famiglie del nostro Paese, come testimoniano, purtroppo, una molteplicità di indicatori, tra i quali quello dei consumi, che ha fatto registrare un segno negativo di oltre un punto percentuale rispetto al 2007;
ad essere in difficoltà, come evidenzia anche l'ultimo rapporto Istat, sono soprattutto le famiglie monoreddito e con figli, che vivono nelle aree metropolitane e nel Mezzogiorno e che fanno fatica ad affrontare persino le spese delle bollette e finanche una visita medica imprevista;
si sta assistendo negli ultimi mesi ad un'ulteriore progressiva erosione del potere d'acquisto dei redditi, con un'inflazione giunta oramai quasi al 4 per cento, e il Governo in carica nel documento di programmazione economico-finanziaria ha previsto un'inflazione programmata all'1,7 per cento, con una grave penalizzazione per i lavoratori e le famiglie italiane;
tale quadro generale è nel nostro Paese aggravato dall'andamento demografico, che pone l'Italia agli ultimi posti nel mondo, con un tasso di fertilità pari a 1,34 per cento bambini per donna e con una popolazione che mantiene un saldo positivo, sfiorando i 60 milioni di abitanti, grazie, quasi esclusivamente, all'incremento delle nascite in famiglie extracomunitarie;
se non si inverte questa tendenza, nel 2050 per ciascun bambino con meno di 5 anni di età ci saranno 20 ultrassessantacinquenni;
per troppo tempo, nonostante una diffusa retorica, si sono sottovalutati questi problemi, facendo accumulare al nostro Paese un ritardo consistente nei confronti degli altri Stati europei;
in Italia, solo il 3,8 per cento della spesa sociale è destinato alla famiglia, contro una media europea dell'8,2. Una percentuale ancor più modesta se paragonata alle quote, pari al 10 per cento, dei Paesi del Nord Europa;
la spesa media dell'Unione europea a sostegno delle politiche per la famiglia è pari al 2 per cento del prodotto interno lordo, mentre l'Italia solo nell'ultimo biennio è stata in grado di superare la soglia dell'1 per cento;
nei Paesi in cui si è investito in politiche a sostegno dei nuclei familiari i risultati positivi sono evidenti, con tassi di natalità più alti, una maggiore occupazione femminile e un più efficace contrasto della povertà e delle disuguaglianze generazionali;
con la manovra finanziaria varata dal Governo Prodi per il 2007 - incremento degli assegni per il nucleo familiare,sostituzione delle deduzioni con le detrazioni decrescenti all'aumentare del reddito - si è inteso avviare una concreta politica di sostegno ai nuclei familiari. Tale manovra, che ha visto un investimento di quasi 6 miliardi di euro, era tesa ad attuare una politica redistributiva finalizzata al sostegno delle famiglie, con particolare attenzione a quelle numerose e con redditi medio-bassi;
l'esperienza di questi anni dimostra l'urgenza di coordinare, nel quadro di riforma del federalismo fiscale, il sistema di tassazione con quello delle autonomie locali e delle regioni;
è da considerarsi del tutto evidente l'obiettivo improcrastinabile, pur con la gradualità dettata dalla disponibilità delle risorse, di riformare, in maniera strutturale, il nostro sistema fiscale, prendendo in considerazione la famiglia in base ai suoi componenti;
sono in campo diverse proposte che vanno analizzate con la dovuta attenzione;
tornare, come viene ipotizzato da parte del Governo, ad un sistema di deduzioni sarebbe un grave passo indietro rispetto a una corretta equità, sia verticale che orizzontale. La deduzione implica, infatti, che il risparmio d'imposta sia tanto più elevato quanto maggiore è il reddito del contribuente, cosicché, in sintesi, per un contribuente ricco avere un figlio dà benefici di riduzione dell'imposta più elevato che per un contribuente di reddito medio e di reddito basso;
definire, inoltre, l'ammontare delle deduzioni in base a scale di equivalenza peggiorerebbe il trattamento delle famiglie numerose rispetto alla situazione attuale: oggi le detrazioni sono di ammontare crescente all'aumentare del numero dei figli (in quanto si estendono a redditi via via più alti con l'aumentare del numero dei figli; inoltre, l'ammontare base delle detrazioni è maggiore dal quarto figlio in su); l'applicazione di una scala di equivalenza, riducendo il peso del figlio aggiuntivo all'aumentare della numerosità del nucleo in base alle economie di scala familiari, implicherebbe una riduzione della deduzione per ogni figlio aggiuntivo;
l'introduzione nel nostro sistema fiscale del «quoziente familiare» finirebbe per ridurre la progressività dell'imposta a vantaggio delle famiglie con redditi medio-alti e altissimi, a discapito delle famiglie con redditi medi e bassi;
il «quoziente familiare» consiste nel sommare i redditi dei coniugi e dividere il risultato per un numero rappresentativo dei membri del nucleo familiare pesati in modo diverso (per esempio, nel sistema francese i pesi sono: 1 per il marito, 1 per la moglie, 0,5 per ogni figlio o altro familiare a carico, 0,5 ulteriore per ogni figlio dopo il secondo e 0,5 ulteriore per ogni membro portatore di handicap); al reddito pro capite, così ottenuto, si applica l'imposta e, per ottenere l'importo complessivo, si rimoltiplica per il denominatore del quoziente;
sulla base di questo sistema, però, i contribuenti più ricchi andrebbero a beneficiare del passaggio a scaglioni di reddito inferiori, dovuto alla divisione del reddito per i membri del nucleo familiare, con un consistente sconto di aliquota, mentre i contribuenti che già oggi si collocano nei primi scaglioni non usufruirebbero affatto di sconti di aliquota significativi, anzi subirebbero un aggravio di imposta;
si tratta di una questione non solo di equità verticale, ma anche e soprattutto di equità orizzontale: se la ragione dell'intervento è il sostegno delle famiglie nel fronteggiare il costo dei figli, in modo da garantire una maggiore eguaglianza delle opportunità a tutti i minori, il risparmio d'imposta, e ancor meglio il sostegno di reddito, deve essere uguale per tutti i figli e non crescente all'aumentare del reddito, ossia un sostegno paradossalmente maggiore per le famiglie più ricche e minore per quelle più povere;
la Conferenza nazionale della famiglia, che si è svolta a Firenze nel maggio2007 e che ha affrontato nel suo complesso, con tutti i soggetti sociali ed istituzionali del Paese, le problematiche che riguardano le politiche a sostegno della famiglia, tra le sue conclusioni ha individuato la necessità di una riforma del sistema fiscale in grado di dimostrarsi realmente «amico» della famiglia, attribuendole centralità ed evitando disparità e sperequazioni;
sarebbe, quindi, utile riprendere quel percorso, introducendo, da subito, nel nostro sistema la cosiddetta «dote fiscale» per i figli;
detta misura è in grado di assicurare un sostegno universalistico alle famiglie con figli, da 0 a 18 anni, del tutto indipendente dalla condizione lavorativa dei genitori, tanto più consistente quanto più numerosa è la famiglia, risolvendo alla fonte il problema dell'incapienza, in quanto erogata come assegno;
la dote è finalizzata ad unificare gli attuali assegni per il nucleo familiare e le detrazioni irpef per figli a carico, dotando ogni figlio, in quanto tale, e quindi indipendentemente dallo status lavorativo dei genitori, di un ammontare di reddito annuo che fornisca un significativo sostegno alla famiglia per le spese di mantenimento ed educazione in un'ottica di eguaglianza delle opportunità;
questa misura è in grado di rispondere alle attese dell'associazionismo familiare, di quei cittadini che hanno sottoscritto la petizione indirizzata al Parlamento «per un fisco a misura di famiglia»;
l'introduzione della «dote fiscale» per i figli sarebbe anche una prima risposta alla lettera con cui il Capo dello Stato ha trasmesso la citata petizione, nella quale sottolineava «la necessità che il Parlamento affronti i temi delle politiche della famiglia, confidando che, in sede di programmazione dei lavori parlamentari, possa essere assicurato un esame tempestivo delle iniziative legislative che saranno presentate in materia»,

impegna il Governo

a prevedere, già dal disegno di legge finanziaria per l'anno 2009, la «dote fiscale» per i figli quale proposta a sostegno delle famiglie.
(1-00027)
«Bindi, Soro, Sereni, Bressa, Fluvi, Livia Turco, Baretta».
(15 luglio 2008)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
in un contesto di inflazione importata, chi soffre particolarmente del generale movimento a rialzo dei prezzi di beni fondamentali sono le famiglie e, in particolare, quelle a reddito fisso, che rischiano di vedere compresso il proprio potere d'acquisto e, quindi, il proprio tenore di vita, con effetti negativi anche sul ciclo economico per l'indebolimento della domanda interna;
il Governo Berlusconi si è già attivato per fronteggiare questi problemi attraverso il varo tempestivo di provvedimenti incisivi, quali: l'abolizione dell'ici sulla prima casa, la detassazione degli straordinari e dei premi di produzione, l'accordo con il sistema bancario per il congelamento al livello del 2006 delle rate dei mutui indicizzati, con pagamento dei maggiori costi con rate successive a quelle di scadenza dei mutui, di importo non superiore a quelle del 2006;
nella risoluzione di maggioranza che ha approvato il documento di programmazione economico-finanziaria per il 2009-2013 è previsto un impegno specifico finalizzato a destinare, in attesa della riforma del regime fiscale della famiglia, il maggior gettito fiscale registratosi in corso di esercizio rispetto alle previsioni di bilancio, per la parte non assorbita da eventuali maggiori spese, alla riduzione del carico fiscale sulle famiglie, nonché unimpegno a proseguire l'azione della perequazione tributaria, eliminando i regimi fiscali di favore e contrastando con determinazione l'elusione e l'evasione fiscale e destinando parte delle risorse così ottenute alla riduzione delle imposte sui cittadini a più basso reddito, con particolare riferimento ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati, questo sia per difendere questi cittadini dagli effetti dell'inflazione importata, sia per sostenere la domanda interna;
con il varo del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante «Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria», il Governo ha provveduto ad anticipare una serie di misure necessarie per correggere, da subito in positivo, il ciclo economico e per incidere in modo strutturale sulla finanza pubblica, senza attendere il varo e l'approvazione della legge finanziaria per il 2009,

impegna il Governo

a confermare quanto previsto nella risoluzione Cicchitto, Cota e Lo Monte, con cui è stato approvato il documento di programmazione economico-finanziaria 2009-2013, con particolare riferimento alla famiglia, alla perequazione tributaria, al sostegno della natalità, ed a far sì che l'azione complessiva di politica economica e finanziaria del Governo sia diretta a difendere il potere d'acquisto e, quindi, il tenore di vita di cittadini e famiglie.
(1-00028)
«Taglialatela, Baldelli, Di Virgilio, Osvaldo Napoli, Barani, Antonino Foti, Cazzola».
(15 luglio 2008)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).