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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 37 di giovedì 17 luglio 2008

Pag. III

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 10.

La Camera approva il processo verbale della seduta di ieri.

I deputati in missione sono cinquantotto.

Discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 112 del 2008: Sviluppo economico, semplificazione, competitività, stabilizzazione della finanza pubblica e perequazione tributaria (A.C. 1386-A).

PRESIDENTE. Avverte che il Governo ha presentato l'emendamento Dis. 1.1, interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, preannunciando l'intenzione di porre su di esso la questione di fiducia. L'emendamento è ora al vaglio di ammissibilità della Presidenza, al cui esito sarà trasmesso ai gruppi.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

MICHELE VENTURA (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, alla luce della presentazione dell'emendamento Dis. 1.1, sul quale il Governo ha preannunziato l'intendimento di porre la questione di fiducia, riterrebbe doverosa una sospensione dei lavori, al fine di consentire all'Assemblea di prendere conoscenza del nuovo testo predisposto dall'Esecutivo.

PRESIDENTE. Precisato che la Presidenza si è limitata a preannunziare l'intenzione del Governo di porre la questione di fiducia, fa presente che, come richiesto dai rappresentanti dell'opposizione in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, il Ministro Tremonti assicura oggi la sua presenza in aula al fine di fornire gli eventuali chiarimenti necessari.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Parlando sull'ordine dei lavori, giudica vergognoso l'atteggiamento del Governo che, attraverso il preannunziato ricorso alla posizione della questione di fiducia, espropria il Parlamento delle sue prerogative, anche alla luce della disponibilità dei gruppi di opposizione a presentare un ragionevole numero di proposte emendative.

PRESIDENTE. Ribadisce che la Presidenza ha doverosamente reso una comunicazione all'Assemblea.

BRUNO TABACCI (UdC). Parlando sull'ordine dei lavori, lamenta la sostanziale impossibilità di procedere alla discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 112 del 2008, attesa la significativa difformità dell'emendamento Dis. 1.1, sul quale il Governo ha preannunciato la posizione della questione di fiducia, rispetto al testo approvato dalle Commissioni.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Parlando per un richiamo al Regolamento, chiede di conoscere se vi siano precedenti di preannunzio della questione di fiducia prima dell'inizio della discussione sulle linee generali. Rileva infine la necessità per i deputati di conoscere il contenuto dell'emendamento presentato dal Governo.

Pag. IV

PRESIDENTE. Ribadisce che il Ministro Tremonti, come richiesto dai rappresentanti dei gruppi dell'opposizione, è presente in aula al fine di fornire chiarimenti sulla manovra finanziaria.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Nel sottolineare che l'Esecutivo ha operato in modo corretto, trasparente e rispettoso delle prerogative del Parlamento e dei gruppi dell'opposizione, evidenzia che il testo dell'emendamento Dis. 1.1 del Governo comprende le modifiche apportate dalle Commissioni al testo originario del decreto-legge e concerne esclusivamente materie già oggetto di esame in sede referente.

TERESIO DELFINO (UdC). Manifesta stupore per l'intervento del Ministro Vito, esprimendo un giudizio fortemente critico su una modifica di fatto delle procedure che presiedono allo svolgimento della sessione di bilancio, con ciò mortificando il ruolo del Parlamento. Chiede infine al Presidente della Camera di salvaguardare le prerogative parlamentari.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI (PD). Parlando per un richiamo al Regolamento, ritiene che, ove il Ministro dell'economia e delle finanze rendesse comunicazioni all'Assemblea, si dovrebbe conseguentemente aprire un dibattito sulle stesse per passare solo successivamente alla discussione sulle linee generali del provvedimento d'urgenza in esame.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Nel sottolineare la sistematica lesione delle prerogative del Parlamento ascrivibile all'adozione, da parte dell'Esecutivo, di un numero considerevole di decreti-legge, peraltro sprovvisti dei caratteri della straordinaria necessità ed urgenza, rileva l'inutilità della discussione, nonché il carattere demagogico del dibattito in atto.

ANTONIO DI PIETRO (IdV). Parlando sull'ordine dei lavori, chiede al Governo di chiarire immediatamente se intende porre effettivamente la questione di fiducia, affinché si possa procedere sollecitamente ad un confronto sul merito del provvedimento d'urgenza in discussione.

PRESIDENTE. Ritiene che, alla luce delle considerazioni svolte, i lavori potrebbero proseguire con gli interventi dei relatori e l'intervento del Ministro dell'economia e delle finanze, cui seguirà una sospensione dei lavori in attesa della conclusione del vaglio di ammissibilità del maxiemendamento Dis. 1.1 del Governo, nonché delle determinazioni della Conferenza dei presidenti di gruppo, che si riunirà al termine dell'intervento del Ministro.

MARINO ZORZATO (PdL), Relatore per la V Commissione. Nel rilevare preliminarmente che l'emendamento Dis. 1.1 del Governo comprende le modifiche apportate dalle Commissioni al testo originario del decreto-legge, nonché ulteriori, apprezzabili misure il cui esame non era stato possibile concludere in sede referente, illustra il contenuto del provvedimento d'urgenza, volto ad affrontare i nodi problematici della finanza pubblica con coraggio e in maniera articolata e innovativa, nonché ad evitare che il perseguimento di una severa politica di contenimento della spesa inneschi una fase recessiva nell'andamento dell'economia. Evidenziata, quindi, l'importanza delle misure finalizzate a sostenere la crescita e a consentire la correzione degli effetti sperequativi prodotti dalla sfavorevole congiuntura internazionale, auspica la sollecita approvazione del disegno di legge di conversione.

GIORGIO JANNONE (PdL), Relatore per la VI Commissione. Ricordato il costruttivo lavoro svolto dalle Commissioni riunite V e VI, rileva che la decisione di anticipare con il provvedimento d'urgenza in discussione parte della manovra finanziaria delineata nel DPEF risponda all'esigenza di riformare la struttura e la tempistica della sessione di bilancio. Osserva, quindi, che il Governo, con il decreto-legge in esame, ha inteso imprimere una fortePag. Vaccelerazione allo sviluppo economico del Paese, pur dovendo prevedere dolorosi ed impopolari tagli.
Nel richiamare, inoltre, gli aspetti maggiormente innovativi della manovra, come quelli relativi alla Robin tax o al Piano case, sul quale sono state recepite molte istanze avanzate dall'opposizione, auspica un'ampia collaborazione tra le forze politiche nell'approvazione di un testo che considera un importante punto di partenza per il futuro del Paese.

GIULIO TREMONTI, Ministro dell'economia e delle finanze. Nel rilevare preliminarmente che i principali aspetti innovativi riscontrabili nel provvedimento d'urgenza in discussione sono rappresentati dall'anticipo al periodo estivo di larga parte della manovra di bilancio e nella proiezione triennale delle misure previste, nonché nel superamento dell'anomalia insita nel valore meramente programmatico del bilancio pluriennale, assicura che il Governo intende rispettare gli impegni assunti dall'Italia in sede europea relativamente all'andamento dei conti pubblici. Rilevato, altresì, che non esiste alcun «tesoretto» ereditato dal precedente Esecutivo, manifesta la volontà del Governo di ridurre il deficit non aumentando le tasse, ma attraverso un'azione di perequazione tributaria fondata su un ampliamento della base imponibile per i soggetti operanti nei settori bancario, assicurativo e petrolifero. Ritiene, inoltre, prioritario procedere al rilancio del sistema industriale del Paese, anche con riferimento all'auspicabile ricorso all'energia nucleare, nonché all'attribuzione alla Cassa depositi e prestiti di un ruolo pregnante nell'attuazione delle politiche infrastrutturali. Sottolinea, infine, la valenza strategica di una sostanziale riforma costituzionale e del federalismo fiscale, sul quale si sta registrando un ampio consenso nel Paese, che potrebbe costituire un valido strumento per contrastare l'evasione fiscale. Evidenziata la complessiva solidità del sistema bancario e assicurativo italiano, rivendica al Governo il merito di aver posto il bilancio dello Stato al riparo da potenziali criticità sistemiche. Richiama, infine, il contenuto del maxiemendamento presentato dall'Esecutivo, che recepisce il testo predisposto dalle Commissioni, apportandovi alcune marginali modifiche.

PRESIDENTE. Ritiene di poter consentire, sulle dichiarazioni rese dal Ministro Tremonti, l'intervento di un deputato per ciascun gruppo.

MICHELE VENTURA (PD). Osservato preliminarmente il mutato atteggiamento del Ministro Tremonti rispetto al 2001, che si traduce oggi in una politica più misurata nei confronti delle stime di crescita del Paese, denuncia l'assenza di ogni riferimento ai risultati conseguiti dal precedente Esecutivo in termini di risanamento del deficit pubblico, come richiesto tra l'altro in sede comunitaria.
Nel ritenere inaccettabile lo stravolgimento delle regole delle procedure di bilancio, attuato attraverso l'adozione di un provvedimento d'urgenza, senza peraltro un'adeguata concertazione con le opposizioni, rileva che le affermazioni relative all'azione moralizzatrice della magistratura nel comparto sanità denotano una visione a corrente alternata dell'attività dei giudici; reputa altresì demagogica la cosiddetta Robin Hood tax in favore, tra gli altri, degli operai, senza un'adeguata riduzione della pressione fiscale.

BRUNO TABACCI (UdC). Nel giudicare anomala ed inaccettabile la modifica, mediante provvedimenti d'urgenza che espropriano il Parlamento delle sue prerogative, delle vigenti procedure di bilancio, manifesta forte preoccupazione, atteso che l'intervento del Ministro dell'economia e delle finanze, complessivamente caratterizzato da un'impostazione retorica e strumentale, denota la mancanza di un'idea precisa dell'Esecutivo circa le azioni da intraprendere per affrontare in maniera efficace la pesante crisi che affligge il Paese.

ANTONIO DI PIETRO (IdV). Nell'apprezzare preliminarmente la presenza in aula del Ministro Tremonti, osserva che la posizione della questione di fiducia - chePag. VIgiudica criticamente - su una tematica così rilevante come la manovra economica è diretta conseguenza dell'elevato numero di provvedimenti finalizzati a tutelare interessi personali del Presidente del Consiglio, che hanno intasato l'organizzazione dei lavori delle Camere.
Quanto al merito del provvedimento, sul quale denuncia l'impossibilità di un compiuto confronto, paventa il rischio che le conseguenze della cosiddetta Robin Hood tax si ripercuotano direttamente sui consumatori. Non condivide infine la riduzione delle risorse destinate alle Forze dell'ordine, nonché l'abolizione indiscriminata dell'ICI.

MAURIZIO LUPI (PdL). Nel ringraziare il Ministro dell'economia e delle finanze per l'intervento puntuale ed esaustivo, e i componenti le Commissioni V e VI per l'intenso e proficuo lavoro svolto, giudica infondate, nonché nocive per la credibilità delle istituzioni democratiche, le critiche rivolte al Governo e alla maggioranza dal deputato Di Pietro, che invita a fornire il proprio contributo, in maniera serena e non preconcetta, tanto alla discussione sul disegno di legge di conversione, quanto alla riflessione sul ruolo del Parlamento, asseritamente espropriato delle sue prerogative, le cui funzioni vanno adeguate ai cambiamenti in atto, al fine di perseguire meglio il bene comune e gli interessi generali.

MASSIMO POLLEDRI (LNP). Constatata preliminarmente la difficoltà nel tenere fede alle promesse elettorali a fronte di una grave congiuntura economica, giudica positivamente il provvedimento d'urgenza in discussione, in particolare in termini di risanamento economico, di crescita e di misure in favore delle famiglie.
Osservato inoltre che l'obiettivo primario della sua parte politica è l'introduzione in tempi certi del federalismo fiscale, sottolinea la necessità di restituire serenità alle Forze dell'ordine, di cui il Governo riconosce la centralità e l'importanza.

Sull'ordine dei lavori, per fatto personale e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo.

RENATO FARINA (PdL). Stigmatizza la decisione con la quale la magistratura milanese ha riconosciuto il diritto dei genitori di Eluana Englaro di procedere, nell'indifferenza del Parlamento, al distacco della figlia dalle apparecchiature che le consentono di sopravvivere, ricordando che si svolgerà a Milano, in piazza del Duomo, una manifestazione popolare a favore della vita.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

FABIO EVANGELISTI (IdV). Parlando per fatto personale, rivolte preliminarmente le proprie scuse al Presidente e all'Assemblea per la reazione avuta in precedenza ad interruzioni provenienti dai banchi della maggioranza, lamenta le reazioni scomposte che in genere fanno seguito agli interventi svolti dai deputati del suo gruppo, invitando la Presidenza ad assumere gli opportuni provvedimenti al riguardo.

PRESIDENTE. Precisa che in Assemblea sono sempre garantiti con equilibrio la libertà di parola e il rispetto reciproco fra le forze politiche.

ROBERTO GIACHETTI (PD). In risposta alle considerazioni svolte dal deputato Farina, ritiene che il Parlamento non sia la sede idonea per sollecitare la partecipazione alla manifestazione in favore di Eluana Englaro.

GIORGIO JANNONE (PdL). Ricorda la figura e il contributo originale fornito anche alla vita politica del Paese da Gianfranco Funari, recentemente scomparso.

PRESIDENTE. Si associa alle considerazioni del deputato Jannone, ricordando che il giornalista scomparso è già stato commemorato in aula.

Pag. VII

MASSIMO POLLEDRI (LNP). Rilevato che il dibattito in corso non deriva da un'impostazione ideologica, ritiene che il testamento biologico non costituisca la risposta adeguata in relazione alle tematiche evocate, mentre sarebbe necessario introdurre nell'ordinamento il reato di eutanasia.

GIANCARLO LEHNER (PdL). Sollecita la risposta ad un atto di sindacato ispettivo da lui presentato.

PRESIDENTE. Assicura che riferirà al Presidente della Camera perché interessi il Governo.

LUCIA CODURELLI (PD). Nel ritenere che debba essere rispettata la scelta compiuta dai familiari di Eluana Englaro, rileva che il Parlamento dovrebbe intervenire tempestivamente su una materia connotata da delicati risvolti etici.

GIANLUCA BUONANNO (LNP). Nell'esprimere apprezzamento per l'intervento svolto in aula dal Ministro Tremonti, nonché per la politica economica dallo stesso avviata, auspica che l'istituzione parlamentare svolga il proprio ruolo in maniera più credibile e rispettosa delle aspettative dei cittadini.

PRESIDENTE. Rileva che l'intervento del deputato Buonanno avrebbe dovuto essere più opportunamente svolto in sede di discussione sulle linee generali del disegno di legge di conversione n. 1386, iscritto all'ordine del giorno.

La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15,35.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono cinquantotto.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Avverte che, avendo richiesto alcuni elementi di informazione all'Esecutivo, la Presidenza non ha ancora esaurito il vaglio di ammissibilità dell'emendamento Dis. 1.1 del Governo. Come il Presidente ha preannunziato questa mattina, gli interventi nella discussione sulle linee generali avranno inizio nel momento in cui il maxiemendamento sarà licenziato e portato a conoscenza dei gruppi.
Occorre pertanto sospendere nuovamente la seduta fino alle 18.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, chiede di acquisire gli orientamenti della Presidenza in merito ai tempi di svolgimento della discussione sulle linee generali, alla luce dell'ulteriore ritardo derivante dall'esigenza di concludere il vaglio di ammissibilità del maxiemendamento del Governo.

FEDERICO PALOMBA (IdV). Parlando sull'ordine dei lavori, giudica inaccettabile il rinvio della discussione sulle linee generali del provvedimento d'urgenza in esame, ritenendo peraltro fortemente lesiva delle prerogative parlamentari l'ennesima compressione del previsto dibattito.

ALBERTO FLUVI (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, invita la Presidenza, una volta esaurito il vaglio di ammissibilità, a valutare l'opportunità che il testo del maxiemendamento presentato dal Governo sia esaminato dalle competenti Commissioni.

ROLANDO NANNICINI (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, ritiene che il maxiemendamento del Governo debba essere reso noto ai gruppi parlamentari.

BRUNO TABACCI (UdC). Parlando sull'ordine dei lavori, lamenta l'incerto e disordinato andamento della seduta.

PRESIDENTE. Ricordato che nella parte antimeridiana della seduta la Presidenza, su richiesta del deputato Quartiani, aveva disposto che gli interventi nellaPag. VIIIdiscussione sulle linee generali avessero inizio soltanto una volta portato a conoscenza dell'Assemblea il testo del maxiemendamento presentato dal Governo, precisa che l'ulteriore rinvio si è reso necessario a seguito del protrarsi del vaglio di ammissibilità.

MARINA SERENI (PD). Nel ritenere scandaloso il precedente relativo alla modifica delle procedure di bilancio, adombra il dubbio che l'emendamento Dis. 1.1 del Governo sia significativamente difforme rispetto al testo approvato dalle Commissioni. Invita quindi la Presidenza a chiarire l'andamento del dibattito alla ripresa dei lavori prevista per le 18.

ROLANDO NANNICINI (PD). Invita nuovamente la Presidenza ad esplicitare le linee guida secondo le quali dovrebbero svolgersi i lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Nel ribadire le determinazioni assunte a seguito della riunione odierna della Conferenza dei presidenti di gruppo, comunica che alla ripresa della seduta sono previsti gli interventi nella discussione sulle linee generali del provvedimento d'urgenza in esame.

La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 18.

PRESIDENTE. Avverte che la Presidenza ha verificato l'ammissibilità dell'emendamento Dis. 1.1 del Governo, che risulta corredato di relazione tecnica.
Segnala altresì che, proprio con riferimento ai rilievi contenuti nella suddetta relazione tecnica, il Governo, con lettera pervenuta alla Presidenza in data odierna, ha comunicato una modifica che deve intendersi apportata al testo dell'emendamento (vedi resoconto stenografico pag. 43).

FABIO EVANGELISTI (IdV). Parlando per un richiamo al Regolamento, ritiene che la Presidenza si stia assumendo una grave responsabilità nel dare corso ad una discussione che rischia di tradursi in una mera finzione, atteso che non è stato possibile avere una conoscenza approfondita del contenuto del maxiemendamento presentato dal Governo. Chiede, in particolare, che tale emendamento sia trasmesso alle competenti Commissioni e che sia fissato un termine per la presentazione di eventuali subemendamenti.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, ritiene che la presentazione di un maxiemendamento del Governo prima dell'inizio della discussione sulle linee generali rappresenti un pericoloso precedente, atteso che tale procedura sta precludendo la possibilità di svolgere un adeguato dibattito su un provvedimento di particolare rilevanza. Chiede, quindi, alla Presidenza di specificare i tempi che saranno riservati alla discussione sulle linee generali ed alla trattazione degli ordini del giorno. Chiede, altresì, che il testo del maxiemendamento sia sottoposto al Comitato dei diciotto.

PRESIDENTE. Nell'assicurare che riferirà al Presidente della Camera le richieste del deputato Quartiani, ricorda che la questione relativa ai tempi di esame del provvedimento d'urgenza è stata affrontata dalla Conferenza dei presidenti di gruppo e che il differimento della discussione sulle linee generali è stato disposto per corrispondere ad una richiesta dell'opposizione; rilevato inoltre che la presentazione di un maxiemendamento ed il contestuale preannunzio della posizione della questione di fiducia sono conformi al disposto regolamentare ed alla consolidata prassi parlamentare, precisa che il testo dell'emendamento Dis. 1.1 del Governo è stato trasmesso alle competenti Commissioni, le quali potranno decidere tempi e modalità di convocazione del Comitato dei diciotto.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Parlando per un richiamo al Regolamento, lamenta l'introduzione nel maxiemendamento del Governo di disposizioni che modificano sostanzialmente la disciplina regolamentare della sessione di bilancio, sulle quali dovrebbe conseguentemente intendersiPag. IXpreclusa la posizione della questione di fiducia, ai sensi dell'articolo 116, comma 4, del Regolamento.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Manifesta insoddisfazione per i chiarimenti forniti dalla Presidenza.

PRESIDENTE. Precisa che il vaglio di ammissibilità è stato effettuato tenendo conto di quanto previsto dall'articolo 116, comma 4, del Regolamento.
Ritiene altresì che si possa procedere ora con gli interventi nella discussione sulle linee generali.

MASSIMO BITONCI (LNP). Ricordato il complesso dei provvedimenti in cui si articola l'intera manovra di finanza pubblica, con particolare riferimento alle future riforme in senso federalista del sistema fiscale, richiama il contenuto del decreto-legge in discussione, soffermandosi sulle più restrittive disposizioni in materia di ricongiungimento familiare, sulle norme relative ai servizi pubblici locali - in ordine alle quali sottolinea il contributo fornito dal suo gruppo durante l'esame in Commissione - e sulle misure volte alla semplificazione normativa e burocratica, nonché ad una maggiore efficienza della pubblica amministrazione. Richiamate inoltre le ulteriori misure finalizzate al rilancio dell'imprenditoria, rileva altresì la portata dello stanziamento di fondi destinati alle forze dell'ordine. Espresso infine un giudizio positivo sul provvedimento d'urgenza in discussione, ringrazia i presidenti delle Commissioni V e VI per il proficuo lavoro svolto.

AURELIO SALVATORE MISITI (IdV). Nel lamentare la marginale conoscenza del testo del maxiemendamento presentato dall'Esecutivo, osserva che gli interventi delineati nella manovra economica risentono degli effetti positivi derivanti dalle leggi finanziarie varate dal precedente Governo; formula quindi rilievi critici in ordine al ricorso alla decretazione d'urgenza e alla questione di fiducia su una materia che avrebbe dovuto essere affrontata con un diverso strumento giuridico, al fine di migliorare il testo in esame tramite un proficuo e compiuto confronto tra le forze parlamentari. Quanto al merito del provvedimento, ritiene del tutto propagandistica la misura relativa alla previsione di una Banca del Sud e prospetta l'esigenza di ridurre un tasso di interesse bancario che giudica usuraio, esprimendo, in particolare, forti perplessità sul Piano casa e sugli interventi relativi alla questione energetica.

GIOVANNI SANGA (PD), ENRICO FARINONE (PD) e MARGHERITA ANGELA MASTROMAURO (PD). Chiedono che la Presidenza autorizzi la pubblicazione del testo dei rispettivi interventi in calce al resoconto della seduta odierna.

PRESIDENTE. Lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.

GIULIANO CAZZOLA (PdL). Sottolineato il carattere complesso ed incisivo della manovra di rilancio economico e di risanamento finanziario che si appresta ad essere approvata dal Parlamento in tempi assai solleciti, esprime un vivo apprezzamento per le dichiarazioni rese dal Ministro dell'economia e delle finanze, segnatamente in relazione al rispetto degli impegni assunti dal Paese in ambito comunitario. Richiama quindi il contenuto del decreto-legge in discussione con particolare riferimento al piano industriale della pubblica amministrazione ed alle misure volte a rendere più competitiva l'imprenditoria italiana, constatando con soddisfazione il differente approccio dell'attuale Governo alle tematiche dell'occupazione. In proposito ritiene necessario che le politiche del lavoro vengano sempre più integrate nell'analisi del sistema produttivo, secondo la dottrina già elaborata da Marco Biagi.

PIER PAOLO BARETTA (PD). Nel lamentare preliminarmente l'eccessivo ricorso da parte dell'attuale Governo alla decretazione d'urgenza, critica il fatto che nel decreto-legge in discussione siano affrontatePag. Xmaterie cruciali per il Paese, quali, in particolare, la riforma dei servizi pubblici e del rapporto di lavoro, nonché la reintroduzione dell'energia nucleare. Paventa, inoltre, le deleterie conseguenze che potranno derivare per i consumatori dall'adozione della cosiddetta Robin Hood tax e dall'indebolimento della Autorità di garanzia, nonché dalla decisione di destinare ai soli soggetti aventi cittadinanza italiana le misure di sussidio sociale, a fronte dell'assoluta mancanza di una vera riduzione della pressione fiscale. Rilevati dunque i pesanti tagli apportati dal Governo alle risorse destinate in particolare al Mezzogiorno, agli enti locali, ai comparti sicurezza e sanità, lamenta l'assenza di una politica volta a combattere l'evasione fiscale. Giudica infine sbagliata una manovra economica destinata all'insuccesso, perché priva di prospettiva politica, che ignora l'emergenza sociale riguardante soprattutto i ceti medio-bassi.

AMEDEO CICCANTI (UdC). Nell'evidenziare la scarsa condivisione di cui il testo originario del provvedimento d'urgenza in discussione è stato oggetto all'interno della maggioranza, nonché in seno allo stesso Esecutivo, come comprovato dall'esorbitante numero di proposte emendative presentate da quest'ultimo e dai deputati del Popolo della Libertà, giudica la manovra a tal punto insufficiente, squilibrata e rattoppata da far ritenere probabile un ulteriore intervento correttivo autunnale. Manifestato, quindi, apprezzamento per il dichiarato intendimento di tenere fede agli impegni assunti dall'Italia in sede europea, esprime forte dissenso in relazione al metodo arrogante e irragionevole con il quale il Governo, nonostante l'ampia maggioranza che lo sostiene, tenta di alterare, mediante l'adozione di un decreto-legge che modifica le vigenti procedure di bilancio e la successiva presentazione di un maxiemendamento interamente sostitutivo dell'articolo unico, l'assetto costituzionale delle attribuzioni del Parlamento e dell'Esecutivo in materia di bilancio. Ritiene, infine, che le disposizioni recate dal decreto-legge, peraltro in nome di un decisionismo senza regole e senza consenso ed in carenza dei presupposti di straordinaria necessità ed urgenza, siano inidonee sia ad affrontare in maniera efficace i nodi problematici della finanza pubblica sia a risolvere i gravi problemi di crescita del Paese e a soddisfare i reali bisogni delle famiglie.

MARCO MARSILIO (PdL). Nell'esprimere apprezzamento per l'anticipo al periodo estivo di larga parte della manovra di bilancio, richiama le misure più rilevanti recate dal decreto-legge in discussione, quali quelle relative al Piano casa, che fornisce una risposta concreta alle giovani famiglie, agli interventi per Roma capitale, alla riforma dei servizi pubblici locali, nonché alla previsione di una Banca per il Sud. Nel ritenere, altresì, strumentale l'atteggiamento assunto dall'opposizione, nonché infondati i giudizi critici formulati sulle scelte coraggiose operate dall'Esecutivo, manifesta condivisione per le disposizioni riguardanti la cosiddetta Robin Hood tax, in relazione alla quale invita il Governo ad una costante vigilanza per scongiurare l'effetto di traslazione dei costi sui consumatori attraverso un innalzamento dei prezzi, con ciò giudicando particolarmente opportuni i tagli degli sprechi della pubblica amministrazione.

ANTONIO PALAGIANO (IdV). Nel lamentare l'impossibilità di un compiuto confronto su un provvedimento di particolare rilevanza, quale quello che anticipa larga parte della manovra di finanza pubblica, esprime forti perplessità, segnatamente con riferimento ai tagli previsti per il settore sanitario, che inevitabilmente si ripercuoteranno sui redditi delle famiglie. Evidenzia, altresì, come il decreto-legge in discussione stia di fatto determinando una situazione di conflitto tra Stato e regioni.

ALBERTO FLUVI (PD). Nel sottolineare l'anomalia che caratterizza una discussione sulle linee generali iniziata dopo che il Governo ha preannunziato la posizione della questione di fiducia, peraltro su un testo diverso da quello licenziato dallePag. XICommissioni, ricorda il costruttivo confronto auspicato dall'opposizione per migliorare il provvedimento d'urgenza, sul quale esprime un giudizio negativo. Sottolinea, quindi, il carattere depressivo della manovra, che rinuncia a sostenere la domanda interna ed effettua tagli sul fronte della spesa pubblica che non avranno effetti concreti, rilevando la necessità di una seria riflessione sul sistema di imposizione fiscale del Paese ed auspicando il carattere straordinario della cosiddetta Robin Hood tax.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

FEDERICO TESTA (PD). Nel ritenere che i prospettati interventi di liberalizzazione dei servizi pubblici locali non produrranno i previsti effetti di apertura del mercato e di aumento della concorrenza, con ricadute penalizzanti per i cittadini e per le imprese, lamenta il fatto che il ricorso da parte del Governo alla decretazione d'urgenza non permetterà alle forze politiche di approfondire in maniera adeguata gli interventi delineati. Richiamati quindi gli aspetti di maggiore criticità del decreto-legge in discussione, con particolare riferimento alle problematiche relative ai meccanismi di affidamento della distribuzione del gas, osserva che le misure da esso recate rappresentano un'occasione perduta per modernizzare il settore e l'intero Paese.

ANTONINO SALVATORE GERMANÀ (PdL). Sottolineato che il decreto-legge in esame dà tempestiva attuazione ad una significativa parte della complessiva manovra economica delineata dal DPEF recentemente varato dalle Camere, evidenzia la natura innovativa e riformatrice delle misure in esso introdotte, volte a rilanciare l'economia del Paese, sia pure in un delicato contesto internazionale. Richiama quindi il contenuto del provvedimento d'urgenza in discussione, segnatamente delle misure volte a risanare i conti pubblici, a promuovere la crescita infrastrutturale ed economica del Mezzogiorno, a rimuovere le rigidità del lavoro privato ed a rilanciare la produttività del pubblico impiego. Nel ribadire che il decreto-legge in discussione costituisce solo il primo tassello di una strategia di politica economica che si colloca in una prospettiva quinquennale, auspica l'approvazione del relativo disegno di legge di conversione.

BRUNO CESARIO (PD). Manifestata profonda delusione per la manovra economica delineata dal Governo e per l'atteggiamento di chiusura assunto dalla maggioranza, sottolinea il contributo fornito dal suo gruppo alla risoluzione di alcune specifiche problematiche emerse nel corso dell'iter nelle Commissioni, come, ad esempio, la questione relativa al Fondo aree sottosviluppate. Stigmatizzata altresì la volontà del Governo di sottrarre le risorse destinate alla rete infrastrutturale del Mezzogiorno per finanziare l'abolizione dell'ICI sulla prima casa, sulla quale hanno espresso perplessità anche taluni esponenti della maggioranza, ritiene che il provvedimento d'urgenza in discussione intervenga unicamente con tagli indiscriminati alla spesa pubblica, in particolare nei settori della scuola, della sicurezza e della sanità, disattendendo peraltro la promessa di una riduzione della pressione fiscale e di un'attuazione concreta del federalismo fiscale.

TERESIO DELFINO (UdC). Riconosciuta l'assoluta necessità per il Paese di una significativa azione di risanamento finanziario e di rilancio economico, esprime riprovazione per il metodo adottato nella fattispecie dal Governo che, sottoponendo alle Camere in tempi estremamente limitati un complesso pletorico di misure eterogenee, ha di fatto precluso la possibilità di un fattivo confronto parlamentare sulle medesime. Richiamato altresì il contenuto del decreto-legge in discussione, segnatamente delle misure in tema di pubblico impiego, esprime perplessità sul complesso della manovra, che giudica condivisibile in varie parti ma nel complesso poco incisiva e non in grado diPag. XIItutelare le famiglie ed i percettori di redditi da lavoro dipendente. Evidenziata quindi l'assenza di una coerente strategia economica di lungo respiro, lamenta il mancato dialogo del Governo con le parti sociali, ribadendo l'impegno della sua parte politica per la individuazione di un più virtuoso percorso di rilancio economico del Paese.

IGNAZIO MESSINA (IdV). Nello stigmatizzare il ricorso da parte del Governo allo strumento del decreto-legge per disciplinare materie eterogenee, peraltro in assenza di una effettiva urgenza, sottolinea il carattere disarticolato della manovra economica prospettata dall'Esecutivo. Paventate quindi le deleterie conseguenze che potranno derivare dai tagli inopinatamente ed indiscriminatamente operati in settori delicati, evidenzia il carattere contraddittorio delle disposizioni recate dal decreto-legge in discussione concernenti la gestione delle risorse destinate alle forze dell'ordine per la tutela della sicurezza dei cittadini. Rileva, altresì, che il Mezzogiorno appare fortemente penalizzato dalla disciplina in esame, che giudica inidonea a sostenere lo sviluppo.

MASSIMO VANNUCCI (PD). Nel preannunziare che il suo gruppo negherà la fiducia al Governo sul provvedimento d'urgenza in discussione, stigmatizza il metodo adottato dall'Esecutivo, che ha di fatto impedito lo svolgimento di un confronto parlamentare serio ed approfondito su una manovra finanziaria disposta con decreto-legge, in violazione delle procedure prescritte. Nel ritenere che, a fronte della delicata situazione economica del Paese, sarebbe stato necessario aumentare il potere di acquisto di salari e pensioni incrementando i consumi, esprime contrarietà alle scelte operate dal Governo, che giudica inefficienti ed errate, segnatamente in tema di risanamento dei conti pubblici. Nel paventare, in particolare, che misure come la cosiddetta Robin Hood tax - a suo giudizio di stampo meramente demagogico - di fatto si ripercuoteranno negativamente sulle famiglie, reputa il provvedimento d'urgenza in discussione una occasione persa che non fornirà ai cittadini le risposte promesse loro nel corso della campagna elettorale.

AMERICO PORFIDIA (IdV). Sottolineata l'inidoneità della politica economica dell'Esecutivo a rilanciare lo sviluppo ed a migliorare la grave situazione in cui versano numerose famiglie, rileva il notevole scarto tra le promesse elettorali e le misure concretamente proposte. Nel richiamare quindi le principali ragioni di contrarietà ad un provvedimento d'urgenza che opera tagli indiscriminati, in particolare, ai settori della scuola e della sanità, stigmatizza la scelta del nucleare quale soluzione alla questione energetica, nonché l'intendimento di fissare l'inflazione programmatica all'1,7 per cento, fortemente penalizzante per il potere d'acquisto dei salari.

SANDRO GOZI (PD). Esprime un giudizio negativo sul provvedimento d'urgenza in discussione, che appare assolutamente inidoneo a perseguire gli obiettivi delineati nella cosiddetta Agenda di Lisbona, segnatamente sul piano della ricerca, della competitività e delle pari opportunità; nel ritenere inoltre ingiustificate le critiche rivolte dal Governo alla Banca centrale europea, sottolinea la necessità di avviare un processo di riforma che consenta di rafforzare le istituzioni comunitarie. Rilevato inoltre che alcune disposizioni del decreto-legge determineranno l'avvio, in sede europea, di procedure di infrazione nei confronti dell'Italia, osserva che il Governo ha compiuto scelte emblematiche nell'intendimento di cercare capri espiatori per nascondere la propria incapacità di affrontare i reali problemi del Paese.

FRANCO NARDUCCI (PD). Nel richiamare i dati che confermano la crisi profonda e strutturale in cui versa il Paese, che, a suo avviso, richiederebbe un ampio confronto tra le forze parlamentari, stigmatizza le dichiarazioni rese dal Ministro Tremonti sulla validità della politica economicaPag. XIIIdel Governo. Esprime quindi un giudizio fortemente critico sul provvedimento d'urgenza in discussione, che prevede un aumento della pressione fiscale e tagli indiscriminati alla spesa pubblica al fine di raggiungere il pur condivisibile obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2011, adombrando il dubbio che l'attuazione del federalismo fiscale possa incidere negativamente sui livelli di solidarietà tramite una riduzione degli interventi perequativi a favore delle aree più svantaggiate del Paese.

COSIMO VENTUCCI (PdL). Rilevato che il recupero del potere d'acquisto di salari e pensioni costituisce l'obiettivo prioritario dell'azione di Governo, giudica strumentali ed immotivate le critiche rivolte da esponenti dell'opposizione al Ministro dell'economia e delle finanze. Richiama quindi i condivisibili obiettivi perseguiti dal provvedimento d'urgenza in discussione, tra cui il pareggio di bilancio nel 2011, la riduzione dell'indebitamento netto, il contenimento e la riqualificazione della spesa pubblica e la crescita dell'economia nazionale. Esprime infine apprezzamento per il proficuo lavoro svolto dalle Commissioni riunite V e VI.

IVANO STRIZZOLO (PD). Nel ricordare il proficuo lavoro svolto dai gruppi di opposizione nel corso dell'esame presso le Commissioni in sede referente del provvedimento d'urgenza in discussione, stigmatizza la gravità delle forzature e dello strappo alle regole consumati nei confronti del Parlamento ad opera del Governo, attesa anche la rilevanza della materia. Nel riconoscere l'emergenzialità della situazione economico-finanziaria del Paese, avrebbe ritenuto necessario avviare in materia una ampia ed approfondita concertazione con tutte le forze politiche e le parti sociali. Anche alla luce di talune notizie diffuse dagli organi di stampa, lamenta i tagli indiscriminati disposti dal Governo, che giudica incapace di selezionare le priorità cui convogliare risorse e progettualità. Ritenute infine la cosiddetta Robin Hood tax ed il federalismo fiscale misure demagogiche foriere di effetti controproducenti, paventa il rischio di illegittimità costituzionale cui si espongono talune prescrizioni relative alle Regioni a statuto speciale.

FRANCESCO BOCCIA (PD). Rilevato che l'efficace lotta all'evasione fiscale condotta dal precedente Governo ha consentito di pervenire ad un miglioramento strutturale del gettito tributario, come confermato anche dai dati forniti da autorevoli organismi interni ed internazionali, lamenta che la manovra economica emanata dall'Esecutivo non prevede alcuna riduzione della spesa corrente; ricorda inoltre che solo grazie al determinante contributo dell'opposizione è stato possibile confermare la destinazione al Mezzogiorno di una cospicua quota delle risorse comunitarie.

DOMENICO SCILIPOTI (IdV). Nel lamentare il comportamento di sostanziale chiusura della maggioranza ed il ricorso alla questione di fiducia, fortemente lesiva delle prerogative parlamentari, esprime un giudizio critico su un provvedimento d'urgenza che opera tagli indiscriminati e irragionevoli alla spesa pubblica, in particolare nel settore della sanità. Stigmatizzati quindi i lauti compensi percepiti dai manager pubblici, a fronte degli stipendi medi riservati alle famiglie, manifesta la disponibilità del suo gruppo ad un confronto costruttivo nelle aule parlamentari nell'interesse dell'intera collettività.

SUSANNA CENNI (PD). Nel condividere i timori relativi ad un aggravamento della già difficile situazione economica del Paese, esprime perplessità in relazione alle dichiarazioni rese in Aula dal Ministro dell'economia e delle finanze, non condividendo l'impianto del provvedimento d'urgenza in discussione e le scelte del Governo ad esso sottese, segnatamente in tema di politiche agricole.

ELISABETTA RAMPI (PD). Stigmatizzato il tentativo del Governo di espropriare le prerogative del Parlamento tramitePag. XIVil ricorso alla decretazione d'urgenza e alla questione di fiducia in una materia di fondamentale importanza, manifesta profonda preoccupazione per degli interventi che non rispondono alle legittime aspettative dei cittadini, i quali richiedono un recupero del potere d'acquisto dei loro salari. Esprime quindi un giudizio fortemente critico su una manovra rinunciataria e pessimistica, che non protegge gli stipendi dal fenomeno inflattivo, fissando il livello di inflazione programmata all'1,7 per cento, ed opera tagli indiscriminati nel settore pubblico con pesanti ricadute anche per la sicurezza sul lavoro.

ROLANDO NANNICINI (PD). Nell'esprimere apprezzamento per la disponibilità dimostrata dai deputati presenti in Aula a tarda ora al fine di consentire lo svolgimento di un dibattito di per sé già compresso nei tempi, rileva preliminarmente come l'attuale Governo non abbia inteso dare continuità al lavoro e ai risultati positivi conseguiti dal precedente Esecutivo, ritenendo piuttosto preferibile raggiungere l'obiettivo della riduzione di due punti percentuali della spesa primaria - giudicato condivisibile - attraverso tagli lineari che il Paese non è in grado di sopportare. Formula quindi rilievi critici in merito alle altre scelte compiute dal Governo, che non rispondono alle aspettative dei cittadini, segnatamente sul fronte della spesa in conto capitale, della pressione fiscale, che resterà invariata, e dell'attuazione del federalismo fiscale, che non deve tradursi in un intervento punitivo ma in una redistribuzione delle risorse.

EMANUELE FIANO (PD). Nel richiamare i dati che confermano le difficoltà in cui versa l'economia italiana, che si manifesta in un limitato potere d'acquisto delle famiglie, in un calo della produttività delle imprese e in un aumento dell'inflazione, stigmatizza il metodo seguito dal Governo per l'esame di un provvedimento, peraltro sprovvisto del carattere della straordinaria necessità ed urgenza, su cui l'Esecutivo si appresta a porre la questione di fiducia, eludendo così il democratico confronto parlamentare. Sottolineata quindi la sostanziale inutilità dell'odierno dibattito, attesa la significativa difformità del maxiemendamento rispetto al testo licenziato dalle Commissioni, esprime un giudizio fortemente critico sugli interventi delineati, che operano tagli incisivi per il settore pubblico e che non prevedono una diminuzione della pressione fiscale.

GIUSEPPINA SERVODIO (PD). Stigmatizzato il mancato rispetto da parte del Governo delle regole che presiedono ad un serio e corretto confronto parlamentare, esprime riprovazione per la scarsa attenzione riservata dall'Esecutivo al comparto agricolo, che assume una rilevanza strategica per la crescita dell'economia nazionale, manifestando con ciò preoccupazione in merito al rischio di aumento dei prezzi dei generi alimentari. Ricordate le iniziative promosse a tutela del settore agricolo dal precedente Esecutivo, evidenzia, tra l'altro, i rischi di precarizzazione dei rapporti di lavoro, anche in relazione alle disposizioni previste in tema di internazionalizzazione.

LUDOVICO VICO (PD). Osservato che il Governo mostra di non voler affrontare i problemi connessi al calo di produttività del sistema economico ed alla perdita di potere d'acquisto di salari e pensioni, sottolinea la necessità di procedere alla restituzione del fiscal drag. Giudica inoltre essenziale un impegno straordinario per affrontare la situazione di grave difficoltà che caratterizza il Mezzogiorno attraverso una politica industriale che consenta di orientare verso il Meridione adeguati flussi di investimenti; ritiene tuttavia che le misure proposte dal Governo siano inidonee a perseguire tale obiettivo.

RICARDO FRANCO LEVI (PD). Evidenziata la necessità di garantire il sostegno dello Stato all'editoria, esprime forte riprovazione per le misure restrittive disposte in materia dal decreto-legge in discussione, reputandole in grado di determinare la chiusura di numerose testate giornalistiche,Pag. XVsoprattutto di più limitata diffusione. Nel ritenere che in tal modo il Governo, senza il controllo del Parlamento, si riservi di decidere della sorte di ampia parte della stampa quotidiana e periodica, auspica che il provvedimento d'urgenza in discussione non sia convertito in legge.

ANNA MARGHERITA MIOTTO (PD). Sottolineata l'importanza dell'odierno dibattito, stigmatizza il notevole scarto tra le promesse di carattere propagandistico e i concreti tagli previsti dall'Esecutivo, a dispetto dell'attività meritoria svolta dal Governo Prodi in campo economico e sociale. Manifesta quindi profonda preoccupazione per le modalità che hanno connotato l'iter del provvedimento d'urgenza, le quali comprimono il dibattito parlamentare ed alterano i rapporti istituzionali con gli enti locali, e per il contenuto delle misure da esso recate, in considerazione dei tagli incisivi dei finanziamenti destinati alle famiglie, alla solidarietà sociale ed alla sanità. Paventa, infine, il rischio di un reale cambiamento dei profili inerenti il sistema sanitario nazionale tramite la riduzione dei posti letto e del personale e la contestuale introduzione dei ticket per alcune categorie finora esentate.

ETTORE ROSATO (PD). Rilevato che il provvedimento d'urgenza in discussione reca disposizioni penalizzanti per il settore dell'istruzione, oltre che per le regioni e gli enti locali, lamenta la consistente riduzione delle risorse destinate ai Ministeri dell'interno e della giustizia, che contraddice il proclamato intendimento di garantire la sicurezza dei cittadini; osserva inoltre che l'articolo 71 del decreto-legge, sulle assenze per malattia, introduce gravi sperequazioni a danno delle Forze armate e di polizia, che peraltro vedranno gravemente compromessa la propria funzionalità e non potranno procedere ad ulteriori reclutamenti.

FABIO PORTA (PD). Nel rilevare come il decreto-legge in discussione riveli le autentiche linee guida della politica economica del Governo, esprime rammarico per i tagli indiscriminatamente disposti nel provvedimento d'urgenza, ritenendoli in grado di minare la futura crescita del Paese oltre che di pregiudicare la qualità e la quantità dei servizi offerti ai cittadini. Nel reputare preferibile adottare piuttosto misure volte a ridurre la pressione fiscale e a sostenere i consumi delle famiglie, manifesta altresì viva preoccupazione per le drastiche riduzioni previste per la rete consolare e di assistenza ai cittadini italiani residenti all'estero ed alla cooperazione allo sviluppo, paventando il rischio di compromettere in tal modo potenziali linee di sviluppo del Paese nel contesto internazionale.

CARLO MONAI (IdV). Rileva che il ricorso alla decretazione d'urgenza e alla questione di fiducia rende di fatto vano l'odierno dibattito e denota le difficoltà della maggioranza nel rapportarsi in modo efficace con l'istituzione parlamentare. Sottolineato, quindi, il carattere eterogeneo delle disposizioni recate dal provvedimento d'urgenza, peraltro privo dei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza, evidenzia la sostanziale discrasia tra le promesse elettorali e le concrete misure proposte dal Governo, che opera tagli indiscriminati nei settori chiave della scuola e della sicurezza, differisce l'introduzione dello strumento della class action e prevede, nel contempo, un osservatorio prezzi su cui esprime forti perplessità.

MARCO PUGLIESE (PdL). Rivolto un sentito ringraziamento al rappresentante del Governo, anche per l'assiduo e proficuo lavoro svolto durante l'iter in sede referente, sottolinea la portata innovativa del decreto-legge in discussione a fronte della politica economico-finanziaria del precedente Esecutivo, che giudica deficitaria e dannosa. Nell'evidenziare i benefici effetti - in termini di risanamento finanziario - attesi dal provvedimento d'urgenza in esame, richiama il contenuto dello stesso, con specifico riferimento alle misure volte al taglio della spesa pubblica improduttiva, allo sviluppo delle infrastrutturePag. XVIed al rilancio dell'imprenditoria nel Mezzogiorno, reputando altresì determinanti per la crescita del Paese le future riforme della giustizia e del sistema fiscale in senso federalista.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. Comunica che il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il disegno di legge n. 1496, di conversione del decreto-legge n. 97 del 2008, recante disposizioni urgenti in materia di monitoraggio e trasparenza dei meccanismi di allocazione della spesa pubblica, nonché in materia fiscale e di proroga termini.
Il disegno di legge è assegnato alle Commissioni riunite I e V in sede referente ed al Comitato per la legislazione, per il parere di cui all'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Venerdì 18 luglio 2008, alle 9,30.

(Vedi resoconto stenografico pag. 144).

La seduta termina alle 2,35 del 18 luglio 2008.