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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 59 di giovedì 2 ottobre 2008

Pag. V

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 8,35.

La Camera approva il processo verbale della seduta di ieri.

I deputati in missione sono settantaquattro.

Esposizione economico-finanziaria ed esposizione relativa al bilancio di previsione.

PRESIDENTE. Ricorda che l'odierna esposizione costituisce un adempimento preliminare all'esame parlamentare della manovra di bilancio, previsto dalla legislazione vigente.

GIULIO TREMONTI, Ministro dell'economia e delle finanze. Rende all'Assemblea l'esposizione economico-finanziaria e l'esposizione relativa al bilancio di previsione (vedi resoconto stenografico pag. 1).

PRESIDENTE. Ricorda che, per prassi costante ed ininterrotta, dopo l'intervento del Governo non si dà luogo a dibattito; tuttavia, anche in considerazione della parte conclusiva dell'intervento del Ministro Tremonti, darà la parola ad un rappresentante per ciascun gruppo che ne faccia richiesta.

PIER FERDINANDO CASINI (UdC). Dichiara che il suo gruppo rinunzia a svolgere il proprio intervento, posto che il Governo non ha inteso riferire alla Camera in merito alla grave crisi che attualmente turba i mercati finanziari internazionali. Ritiene che in tal modo si sia persa una importante occasione per un proficuo dibattito.

Esame della nota di aggiornamento al documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2009-2013 (Doc. LVII, n. 1-bis).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 30 settembre 2008.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione.

GABRIELE TOCCAFONDI (PdL), Relatore. Osserva preliminarmente che il DPEF e la relativa nota di aggiornamento evidenziano una situazione economico-finanziaria che non consente un'espansione dell'intervento pubblico, mentre si rivela sempre più urgente abbattere un deficit che ostacola la crescita, senza peraltro aumentare il livello della pressione fiscale ma operando risparmi di spesa. Ricordato quindi che il documento di programmazione economico-finanziaria e la nota di aggiornamento costituiscono elementi di una manovra finanziaria seria e rigorosa, varata nell'ambito dei vincoli europei e in una congiuntura internazionale sfavorevole, rileva che le stime di crescita sono state riviste al ribasso nella misura dello 0,4 per cento, senza peraltro incidere sull'indebitamento netto dell'anno in corso. Espressa infine l'esigenza di un compiuto risanamento dei conti pubblici, assicura che, ai primi segnali di crescita economica, il Governo procederà ad una redistribuzione di risorse a favore dellePag. VIfamiglie e dei lavoratori, maggiormente esposti agli effetti negativi della crisi finanziaria in atto.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Avverte che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

RENATO CAMBURSANO (IdV). Espressa preliminarmente - anche a nome del suo gruppo - forte riprovazione per il mancato svolgimento, da parte del Ministro dell'economia e delle finanze, della richiesta informativa sulla crisi dei mercati finanziari internazionali, ascrive alla responsabilità del Governo la carenza di un organico ed efficace complesso di interventi in grado di mitigare i prevedibili effetti della recessione mondiale sul ciclo economico interno, che rappresentano la principale fonte di preoccupazione per i cittadini italiani. Sottolinea in tal senso il mancato contrasto della speculazione sui prodotti petroliferi e le materie prime, la prevista diminuzione delle entrate fiscali, l'aumento della spesa pubblica, nonché la carenza di una programmazione di investimenti, soprattutto in termini di infrastrutture per il Paese, nonché l'assenza di misure per fronteggiare l'incremento del tasso di inflazione.
Esprime infine un giudizio fortemente critico sulla nota di aggiornamento al DPEF.

Decorrono da questo momento i termini regolamentari di preavviso per eventuali votazioni elettroniche.

GIAN LUCA GALLETTI (UdC). Nel manifestare stupore e preoccupazione per l'atteggiamento assunto dal Governo, il quale non ha ritenuto necessario avviare una compiuta discussione sulla grave situazione finanziaria internazionale in atto, evidenzia il sostanziale fallimento di una politica economica e di una finanza creativa che consideravano unicamente il mercato come garanzia di benessere e produttività, mentre, a suo avviso, dovrebbero essere invocati i concetti di solidarietà e di eticità. Nel paventare infine i rischi correlati alla diffusione incontrollata della paura e della comune sfiducia, invita il Governo a garantire un'informazione più trasparente e il rispetto delle regole, venendo così incontro alle esigenze dei risparmiatori italiani e, più in generale, di un Paese che non produce ricchezza ed è oppresso dalla pressione tributaria.

GIORGIO LA MALFA (Misto). Nel richiamare le vicende legate alla crisi finanziaria internazionale ed i diffusi timori circa le sue possibili ricadute sull'economia italiana, preannunzia il voto favorevole della sua componente politica sulla risoluzione di approvazione della nota di aggiornamento al DPEF. Invita inoltre il Governo a riferire alla Camera sulle misure che intende assumere - per sostenere, tra l'altro, la crescita del ciclo economico interno - a seguito della riunione degli Stati membri del G7 prevista nei prossimi giorni.

MASSIMO BITONCI (LNP). Ricordato che il documento di programmazione economico-finanziaria è stato approvato contestualmente al decreto-legge n. 112 del 2008 e che la manovra finanziaria si completerà con altri disegni di legge già all'esame delle Camere, evidenzia gli obiettivi principali di tale manovra, quali la riduzione del costo della macchina statale del 3 per cento sul totale della spesa pubblica, senza prevedere aumenti della tassazione o riduzioni dei servizi pubblici essenziali, l'efficientamento della pubblica amministrazione attraverso un piano di sviluppo industriale, la riduzione della burocrazia attraverso tagli a leggi considerate non essenziali, nonché l'avvio di un piano economico a favore delle imprese e di una riallocazione dei fondi per il Mezzogiorno. Nell'evidenziare come la nota di aggiornamento confermi una manovra rigorosa volta a offrire un quadro della finanza pubblica più vicino alla realtà, ribadisce la necessità di una razionalizzazione della spesa al fine di attuare quel decentramento ormai non più rinviabile.

Pag. VII

ANTONIO MISIANI (PD). Nel giudicare reticente l'esposizione economico-finanziaria svolta dal Ministro Tremonti, burocratica e soprattutto irrispettosa del Parlamento e delle preoccupazioni delle famiglie e dei risparmiatori italiani, osserva come il crudo realismo manifestato oggi dal Ministro dell'economia e delle finanze strida fortemente con l'eccessivo ottimismo inizialmente manifestato dal Governo ed in questi giorni ribadito dal Presidente del Consiglio. Evidenziate le limitatissime prospettive di crescita dell'economia italiana rispetto a quelle di altri Paesi, rileva il mancato intervento sulle carenze strutturali del sistema produttivo interno, confermando il giudizio critico sulla manovra economica varata dal Governo, che reputa depressiva, in quanto esclusivamente incentrata sull'obiettivo - pur condivisibile - del risanamento dei conti pubblici. Paventando il rischio di un ulteriore aumento dei tassi di disoccupazione e di inflazione, stigmatizza la mancata previsione - anche nella nota di aggiornamento al DPEF - di misure atte a rilanciare la crescita del ciclo economico, paragonabili a quelle adottate da numerosi Paesi europei, sollecitando infine una svolta nella politica economica del Governo idonea a di favorire la crescita della domanda interna attraverso - tra l'altro - la previsione di sgravi fiscali per le famiglie.

CHIARA MORONI (PdL). Evidenzia l'atteggiamento responsabile assunto dal Governo, il quale, a fronte della difficile congiuntura economica determinata dall'accentuarsi della crisi finanziaria internazionale, ha rivisto leggermente al ribasso la situazione di crescita indicata nel DPEF, pur confermando l'obiettivo del rapporto deficit/PIL indicato e del pareggio di bilancio entro il 2011 tramite il contenimento e la riqualificazione complessiva della spesa pubblica. Stigmatizzati quindi i pregiudiziali rilievi critici formulati da taluni esponenti dell'opposizione, senza peraltro avanzare alcuna proposta concreta finalizzata al risanamento e allo sviluppo, sottolinea la necessità di avviare profondi interventi strutturali di tipo riformistico, potenziando il ruolo della politica al fine di governare e rendere più proficue le logiche del mercato. Esprime infine un giudizio positivo sulla nota d'aggiornamento al DPEF e sulle iniziative intraprese dall'attuale Esecutivo in materia economico-finanziaria.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione.
Avverte che sono state presentate le risoluzioni Cicchitto n. 6-00007, Baretta n. 6-00008 e Galletti n. 6-00009.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Accetta la risoluzione Cicchitto n. 6-00007, precisando che la nota di aggiornamento in discussione mantiene gli stessi obiettivi di politica economica contenuti nel DPEF, volti in primo luogo a consentire una maggiore crescita del sistema Italia che, unitamente ad una progressiva riduzione della spesa pubblica, renderà possibile una successiva riduzione della pressione fiscale.

PRESIDENTE. Avverte che è stata chiesta la votazione nominale.

La Camera, con votazione nominale elettronica, approva la risoluzione Cicchitto n. 6-00007.

PRESIDENTE. Avverte che si intendono così precluse le restanti risoluzioni presentate.

Seguito della discussione del disegno di legge: Sviluppo economico, semplificazione, competitività, stabilizzazione della finanza pubblica e perequazione tributaria (A.C. 1441-bis-A).

Nella seduta del 1o ottobre 2008 si è concluso l'esame degli articoli.

Pag. VIII

(Trattazione degli ordini del giorno) .

Intervengono i deputati ELISABETTA ZAMPARUTTI (PD), MARIO PEPE (PdL), GIANCARLO LEHNER (PdL), MATTEO MECACCI (PD) e SETTIMO NIZZI (PdL).

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Accetta gli ordini del giorno Contento n. 8, Luciano Dussin n. 24, Guido Dussin n. 26, Bitonci n. 29 e Dal Lago n. 30, nonché l'ordine del giorno Montagnolo n. 27, purché riformulato; accoglie come raccomandazione, purché riformulati, gli ordini del giorno Mario Pepe (PD) n. 1, Fedi n. 3, Zamparutti n. 4, Mecacci n. 6 e Tassone n. 23; non accetta gli ordini del giorno Di Biagio n. 7, Palomba n. 11 e Bragantini n. 19 ed accoglie come raccomandazione i restanti documenti di indirizzo.

Intervengono i deputati MARIO PEPE (PD) e ELISABETTA ZAMPARUTTI (PD).

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'ordine del giorno Zamparutti n. 4.

Intervengono i deputati RITA BERNARDINI (PD), MATTEO MECACCI (PD), che accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 6, e ANTONIO BORGHESI (IdV).

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'ordine del giorno Palomba n. 11.

Interviene il deputato AURELIO SALVATORE MISITI (IdV).

La Camera, con votazione nominale elettronica, approva l'ordine del giorno Palagiano n. 13.

Intervengono il deputato MATTEO BRAGANTINI (LNP), il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, GIUSEPPE VEGAS, che accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bragantini n. 19, purché riformulato, e il deputato MARIO LOVELLI (PD).

Sull'ordine dei lavori.

PIER FERDINANDO CASINI (UdC). Nell'esprimere preoccupazione per le dichiarazioni del Presidente del Consiglio circa l'intenzione di un più frequente ricorso allo strumento della decretazione d'urgenza, chiede al Presidente della Camera di farsi garante della dignità del Parlamento, paventando il rischio di una grave lesione delle prerogative parlamentari nonché del rapporto istituzionale tra Camere e Governo.

ANTONELLO SORO (PD). Nel ritenere che il Ministro Tremonti abbia dimostrato disprezzo nei confronti del Parlamento, chiede alla Presidenza di sollecitare un intervento del Presidente del Consiglio dei ministri, segnatamente in sede di svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. Rileva, altresì, che l'eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza si traduce in un surrettizio trasferimento di poteri dal Parlamento al Governo, contraddicendo i principi basilari del nostro impianto costituzionale.

MASSIMO DONADI (IdV). Nell'associarsi alle considerazioni svolte dal deputato Soro, ritiene che il Ministro Tremonti abbia mostrato mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento; invita quindi il Presidente ad attivarsi per salvaguardare la dignità ed il ruolo della Camera. Lamenta infine l'eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza, che preclude di fatto la possibilità di esaminare i provvedimenti di iniziativa parlamentare, nonché il progressivo ridursi degli spazi di libertà e di democrazia nel Paese.

GIUSEPPE CALDERISI (PdL). Ritiene che per evitare un eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza sia necessario individuare strumenti alternativi, anche attraverso modifiche dei Regolamenti parlamentari, che incidano sui problemi strutturali inerenti i rapporti tra Governo e Parlamento.

GIORGIO LA MALFA (Misto). Chiede che il Governo riferisca alla Camera sugliPag. IXesiti del prossimo vertice straordinario del G8, che si occuperà della crisi finanziaria internazionale.

GIUSEPPE ROMELE (PdL). Lamenta l'incoerenza delle critiche rivolte al Ministro Tremonti, anche in considerazione della scarsa partecipazione dei deputati dell'opposizione alla parte iniziale della seduta odierna.

PRESIDENTE. Ricordato che il rapporto tra Parlamento e Governo è chiaramente disciplinato dalla Costituzione, nell'ambito della quale la decretazione d'urgenza è una prerogativa dell'Esecutivo, ritiene che la Camera avrebbe comunque il diritto di far rilevare un eventuale abuso nel ricorso a tale strumento; si riserva altresì di assumere le opportune iniziative affinché siano apportate al Regolamento della Camera le modifiche necessarie per garantire maggiore efficienza e centralità dell'istituzione parlamentare.
Ricorda infine che il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha ribadito la disponibilità del Presidente del Consiglio dei ministri ad intervenire in una delle prossime sedute in cui si preveda lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto finale)

MICHELE GIUSEPPE VIETTI (UdC). Rilevato che il provvedimento in esame introduce una riforma solo parziale e affrettata della normativa in materia di processo civile, di cui la sua parte politica avverte comunque l'esigenza, non condivide il metodo seguito dall'Esecutivo, il quale ha inserito tali misure in un disegno di legge dal carattere eterogeneo, che ha di fatto impedito una compiuta analisi da parte della II Commissione, competente per materia, mortificando il ruolo del Parlamento. Evidenziata inoltre la mancanza di omogeneità nella logica che presiede alle disposizioni che novellano il codice di procedura civile, esprime preoccupazione circa la legittimità del filtro di ammissibilità del ricorso per Cassazione e manifesta soddisfazione per l'approvazione di alcune proposte emendative presentate dal suo gruppo.

ROBERTO SIMONETTI (LNP). Nel manifestare adesione al contenuto del disegno di legge in esame, richiama le misure più rilevanti da esso recate, come quelle relative allo sviluppo del territorio e allo snellimento della macchina burocratica della pubblica amministrazione. Espresso quindi particolare apprezzamento per le disposizioni volte alla semplificazione normativa e alla certezza dei tempi procedurali degli atti amministrativi, i quali rendono più efficace ed efficiente l'attività svolta dagli enti locali, sottolinea la rilevanza delle norme finalizzate alla riforma del codice di procedura civile. Nel ritenere infine che le misure recate dal provvedimento in esame favoriranno il rilancio del Paese, segnatamente delle aree del Nord, dichiara il voto favorevole del suo gruppo.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Nel dichiarare che il suo gruppo non esprimerà voto favorevole sul disegno di legge in esame, manifesta riprovazione per il metodo seguito nel corso dell'esame del provvedimento, segnatamente per la parte di esso relativa alla riforma del processo civile.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

ANTONIO BORGHESI (IdV). Denunziato il progressivo esautoramento delle prerogative del Parlamento - dovuto al troppo frequente ricorso alla decretazione d'urgenza ed al voto di fiducia, nonché all'atteggiamento eccessivamente remissivo dei deputati della maggioranza -, osserva che il disegno di legge in esame contiene misure che reputa inefficaci se non contraddittorie rispetto agli intendimenti originariamente enunciati dal Governo, segnatamentePag. Xin tema di servizi pubblici locali e razionalizzazione della pubblica amministrazione. Sottolinea tuttavia il contributo responsabilmente offerto dal suo gruppo all'approvazione di numerose disposizioni volte a riformare il rito del processo civile.

LANFRANCO TENAGLIA (PD). Espresso profondo malessere per il metodo seguito nell'iter del provvedimento in esame, ritiene che le misure in tema di giustizia avrebbero dovuto essere oggetto di apposito esame in sede referente da parte della II Commissione, il cui parere, tra l'altro, non è stato tenuto nella debita considerazione. Sottolineata quindi la necessità di avviare concreti interventi sulla ragionevole durata dei processi, osserva che, alla luce dell'intendimento del Governo di non recepire le istanze provenienti dall'opposizione, in particolare in materia di udienza di programma e di riduzione del periodo feriale, l'odierno dibattito rappresenta una sorta di occasione mancata per riformare in modo compiuto il settore della giustizia. Nel ritenere quindi che il vero scopo del Governo sia quello di ridimensionare il sistema dei controlli e delle garanzie, dichiara il voto contrario del suo gruppo.

MAURIZIO PANIZ (PdL). Nel sottolineare la rilevanza delle misure contenute nel disegno di legge in esame, che si inserisce nel più ampio contesto delle numerose emergenze affrontate e positivamente risolte dal Governo in appena quattro mesi di lavoro, evidenzia la centralità della riforma del processo civile nel progetto globalmente volto a rilanciare la competitività delle imprese italiane. Respinte altresì le critiche relative al metodo seguito nel corso dell'iter in sede referente del provvedimento in esame, invita l'opposizione a considerare con spirito oggettivo l'efficacia della prevista riforma del codice di procedura civile, nonché la tempestività della loro discussione ed approvazione. Dichiara infine il voto favorevole del suo gruppo.

DONATO BRUNO (PdL), Presidente della I Commissione. Propone talune correzioni di forma al testo del provvedimento (vedi resoconto stenografico pag. 41).
(Così rimane stabilito).

La Presidenza è autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

La Camera, con votazione finale elettronica, approva il disegno di legge n. 1441-bis-A.

Sull'ordine dei lavori.

MAURIZIO TURCO (PD). Stigmatizza la reiterata impossibilità di procedere all'elezione di un giudice della Corte costituzionale, e del presidente della Commissione parlamentare di indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Invita quindi la Presidenza della Camera ad attivarsi affinché si adempia ad un vero e proprio obbligo costituzionale, anche alla luce delle esortazioni formulate in tal senso dal Presidente della Repubblica.

CARMEN MOTTA (PD). Richiamato un grave episodio recentemente verificatosi a Parma, ove un giovane di origine ghanese sarebbe stato malmenato da agenti della polizia municipale e successivamente apostrofato con espressioni di stampo razzista, rileva la necessità di accertare con esattezza la dinamica dei fatti e di individuare eventuali responsabilità anche penali. Preannunzia, al riguardo, la presentazione di un atto di sindacato ispettivo, esprimendo altresì preoccupazione per l'inquietante clima di intolleranza e di xenofobia che si sta alimentando nel Paese, anche a seguito delle misure varate dal Governo in materia di sicurezza.

MARIO PEPE (PdL). Nell'associarsi alle considerazioni svolte dal deputato Maurizio Turco, chiede che la Presidenza della Camera si attivi affinché sia risolta la questione della mancata elezione di un giudice della Corte costituzionale, anchePag. XIprevedendo più convocazioni del Parlamento in seduta comune nella stessa settimana.

MAURO LIBÈ (UdC). Nel ritenere doveroso che il Parlamento si occupi delle tematiche evocate nell'intervento del deputato Motta, giudica opportuna una verifica dell'efficacia della normativa in materia di sicurezza.

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo.

IVANO STRIZZOLO (PD). Sollecita la risposta ad un atto di sindacato ispettivo da lui presentato.

PRESIDENTE. Assicura che riferirà al Presidente della Camera perché interessi il Governo.

La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 15,15.

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono settantasette.

Discussione delle mozioni Livia Turco n. 1-00041, Barani n. 1-00043, Pezzotta n. 1-00044 e Palagiano n. 1-00045: Iniziative per il contrasto della povertà e della diseguaglianza sociale.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

VITTORIA D'INCECCO (PD). Illustra la mozione Livia Turco n. 1-00041, osservando che il nostro Paese è caratterizzato da un livello di disuguaglianza sociale e da una diffusione della povertà che rendono particolarmente critica, segnatamente nel Mezzogiorno, la situazione delle famiglie e dei minori, nonché delle madri e donne anziane sole, e che si ripercuotono su aspetti fondamentali del vivere civile, quali le condizioni di salute, l'assistenza alle persone più svantaggiate o non autosufficienti, l'alfabetizzazione e l'accesso alle nuove tecnologie da parte dei più giovani.
Invita, quindi, l'Esecutivo ad elaborare, al fine di prevenire e combattere tutte le forme di povertà e di emarginazione, una strategia integrata atta a garantire un'efficace interazione delle politiche economiche, sociali e dell'occupazione ed imperniata, tra l'altro, su adeguati servizi di protezione sociale, sul sostegno all'impegno degli enti locali e del volontariato, nonché su misure fiscali e monetarie a favore dei figli.

LUCIO BARANI (PdL). Illustra la sua mozione n. 1-00043, rilevando, preliminarmente, che l'Italia è gravata da un debito pubblico assai rilevante, le cui cause derivano anche dalle scelte sbagliate di politica economica e sociale compiute nei decenni scorsi, il quale rende di difficile attuazione le politiche pubbliche volte ad incrementare il sostegno sociale diretto. Richiama, quindi, le iniziative prontamente assunte dall'Esecutivo per contenere il carico fiscale delle famiglie, quali la rinegoziazione dei mutui, il cosiddetto piano casa, la soppressione dell'ICI sull'abitazione principale, nonché la detassazione degli straordinari, ricordando che la manovra finanziaria per il 2009 ha previsto importanti misure di redistribuzione del reddito, come la cosiddetta social card. Auspica, altresì, che il Governo prosegua con coerenza nelle politiche intraprese per contrastare la povertà, destinando adeguate risorse al sostegno di anziani, portatori di handicap, famiglie numerose e giovani, con particolare riferimento all'inserimento di questi ultimi nel mondo lavorativo.

SAVINO PEZZOTTA (UdC). Illustra la sua mozione n. 1-00044, rilevando come la povertà stia ormai divenendo un problemaPag. XIIstrutturale del nostro Paese, segnatamente nel Mezzogiorno. Ritiene, inoltre, che le misure fin qui adottate dal Governo non siano assolutamente idonee a risolvere tale grave problema, essendo a suo avviso necessario predisporre uno specifico ed efficace piano di contrasto della povertà, tra le cui cause ricorda l'allargamento familiare, la diffusione del precariato e il fenomeno dell'immigrazione. Chiede, quindi, che l'Esecutivo intervenga, tra l'altro, mediante una nuova riqualificazione della spesa sociale, la riforma degli ammortizzatori sociali e lo snellimento burocratico dell'Isee, considerando dunque la lotta alla povertà come un obiettivo ordinario della politica del Paese e tenendo conto della multidimensionalità del fenomeno.

ANTONIO PALAGIANO (IdV). Illustra la sua mozione n. 1-00045, rilevando come i più recenti rapporti Istat e Eurispes testimonino la crescente situazione di disagio sociale ed economico di numerosi nuclei familiari, soprattutto nel Meridione, che vede coinvolte in misura sempre maggiore anche le cosiddette classi intermedie. Sottolineata quindi la sostanziale inefficacia delle politiche fin qui adottate per contrastare e ridurre progressivamente il suddetto fenomeno, individua nelle misure a difesa del potere d'acquisto l'obiettivo principale che dovrebbe ispirare l'azione dell'attuale Governo.
Individuate inoltre come cause concomitanti delle difficoltà di larga parte della popolazione il fattore casa, la contrazione del welfare, la crescente precarizzazione del lavoro, nonché il rilevante incremento del tasso d'inflazione, auspica che il Governo rafforzi la politica di contrasto del disagio sociale, attraverso lo stanziamento di risorse, in particolare in favore delle famiglie numerose, nonché per la restituzione del cosiddetto fiscal drag alle categorie più deboli, per la riduzione delle disparità territoriali e per la realizzazione di politiche attive di contrasto alla crescita del costo della vita.

PAOLA BINETTI (PD). Sottolineata la situazione di gravità e crescente instabilità che caratterizza la società italiana, ritiene che l'affermazione di nuove forme di povertà richieda l'adozione di politiche di contrasto diverse da quelle attuate finora, che si concretizzino in interventi strutturali mirati ed efficaci, volti in primo luogo alla riduzione del carico fiscale.

LAURA MOLTENI (LNP). Nel rilevare preliminarmente il difficile contesto economico internazionale ed i rischi che da questo potrebbero conseguire per il nostro Paese, ricorda l'alta percentuale di famiglie italiane che vivono in condizioni di disagio a causa del carovita, che gli scarsi risultati conseguiti dal Governo Prodi non sono riusciti ad attenuare, costringendo l'attuale Esecutivo ad adottare misure straordinarie, come l'abolizione dell'ICI sulla prima casa e la detassazione degli straordinari, alla luce delle quali la mozione Livia Turco n. 1-00041 appare del tutto decontestualizzata.
Sottolinea quindi la necessità di tenere conto delle varie realtà territoriali, reputando sottostimata la situazione di difficoltà delle famiglie residenti nel Settentrione d'Italia a causa del più alto costo della vita presente in tale area. Individua quindi nella difesa della famiglia l'obiettivo principale dell'azione del Governo in carica, soprattutto tramite interventi volti a ridurre il carico fiscale, e ricorda l'approvazione della mozione presentata dal suo gruppo, finalizzata all'introduzione del cosiddetto quoziente familiare.
Giudicando altresì errate le politiche attuate dal centrosinistra per agevolare l'ingresso nel nostro Paese di un alto numero di migranti senza concrete garanzie di un posto di lavoro, sottolinea la rilevanza del principio di sussidiarietà, verticale ed orizzontale, sostenendo le piccole e medie imprese e investendo nelle politiche familiari, nonché la necessità di operare un'opportuna distinzione fra le diverse forme di povertà.

ILEANA ARGENTIN (PD). Stigmatizzata preliminarmente l'assenza dei colleghi in occasione di un dibattito di tale rilevanza, manifesta apprezzamento per laPag. XIIImozione Livia Turco n. 1-00041 che, a differenza degli altri atti di indirizzo in discussione, riconosce tra le situazioni più esposte alla povertà quelle riguardanti disabili, tossicodipendenti ed extracomunitari. Nel ritenere, quindi, necessario tutelare le fasce più deboli della popolazione attraverso i concreti strumenti proposti nella suddetta mozione, quali la continuità assistenziale alle persone non autosufficienti e in situazione di disabilità ed il finanziamento di un fondo per il nomenclatore delle protesi e degli ausili, auspica che venga preso in considerazione un nuovo concetto di povertà, più elastico ed omnicomprensivo.

MARCO RONDINI (LNP). Manifesta un orientamento nettamente contrario alle mozioni Livia Turco n. 1-00041 e Pezzotta n. 1-00044, nelle quali riemerge, a suo avviso, quella politica delle «porte spalancate» all'immigrazione che è stata condannata dal voto popolare e che rappresenta soltanto un pericoloso segnale per quanti intendono continuare a lucrare sul traffico di esseri umani. Nel rimproverare, quindi, al centrosinistra ed ai Governi da esso espressi di avere, dapprima, strumentalmente creato la povertà e, in seguito, perseguito politiche scellerate che hanno penalizzato le famiglie e i soggetti più svantaggiati, sottolinea la necessità di considerare l'immigrazione un fenomeno non da subire ma da regolamentare in maniera efficace e stringente. Rivendica, infine, all'Esecutivo in carica il merito di avere assunto concrete iniziative idonee ad affrontare i problemi economici e sociali ereditati dal Governo Prodi.

LUCIANA PEDOTO (PD). Rilevato che la crisi economica ha aggravato la già critica situazione italiana relativamente a povertà e disuguaglianza, atteso che la società globalizzata è più attenta ai mercati che ai diritti sociali, considera necessario prestare attenzione ad alcuni segmenti particolarmente esposti al rischio di povertà, quali i minori. Stigmatizzati, quindi, i tagli indiscriminati operati dall'Esecutivo al settore dell'istruzione ed agli enti locali, giudica indispensabile abbattere la dispersione e l'elusione scolastica, ampliando l'offerta formativa, segnatamente per i bambini stranieri, atteso che l'alfabetizzazione è il prerequisito dell'integrazione.

ANDREA SARUBBI (PD). Nel rilevare il sostanziale disinteresse dei media per i livelli di disuguaglianza sociale e per la diffusa povertà che caratterizzano il nostro Paese, evidenzia, in particolare, la situazione di grave disagio in cui versa una sempre più consistente fascia della popolazione della Campania, regione che figura tra quelle più arretrate dell'Europa dei quindici. Nel chiedere, quindi, all'Esecutivo di riferire al Parlamento in merito allo stato di elaborazione del Rapporto annuale sulla strategia nazionale per la protezione sociale e l'inclusione sociale, sottolinea la necessità di una mobilitazione generale, che superi le divisioni politiche, al fine di individuare misure atte a prevenire e combattere le situazioni di povertà e a permettere ai più deboli di integrarsi maggiormente nel tessuto sociale.

GIULIANO CAZZOLA (PdL). Nel ringraziare preliminarmente i presentatori degli atti di indirizzo in discussione per aver portato all'attenzione dell'Assemblea un tema di tale rilevanza, ricorda il documento programmatico presentato dal Ministro Sacconi in cui si prospetta una riflessione sulle ragioni che hanno accentuato il fenomeno della povertà assoluta. Lamenta, quindi, i limiti del tradizionale sistema di Welfare basato su assegno sociale, invalidità civile ed indennità di accompagnamento, che non costituiscono efficaci strumenti di lotta alla povertà di stampo inclusivo, evidenziando, inoltre, le discriminazioni sul piano sociale di cui sono vittime le lavoratrici madri.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni e prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito, che rinvia ad altra seduta.

Pag. XIV

Svolgimento di interpellanze urgenti.

PRESIDENTE. Constatata l'assenza del rappresentante del Governo che avrebbe dovuto rispondere all'interpellanza Boccia n. 2-00132, avverte che lo svolgimento di tale atto di sindacato ispettivo è conseguentemente rinviato ad altra seduta.
Rilevato altresì che la Presidenza non può che censurare l'atteggiamento del Governo, il quale avrebbe dovuto adempiere al proprio dovere costituzionale di essere presente in Aula, assicura che riferirà l'accaduto al Presidente della Camera, affinché possa stigmatizzare il comportamento dell'Esecutivo.

FRANCESCO BOCCIA (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, manifesta incredulità, preoccupazione ed imbarazzo per il fatto che il Governo, senza peraltro fornire alcuna motivazione, non ha inteso intervenire nella seduta odierna per rispondere ad un'interpellanza vertente su una materia particolarmente rilevante e delicata; si riserva quindi di assumere ulteriori iniziative per stigmatizzare l'atteggiamento dell'Esecutivo.

PIERFELICE ZAZZERA (IdV). Parlando sull'ordine dei lavori, giudica particolarmente grave l'assenza del Governo, il quale, attraverso una vera e propria fuga dalle proprie responsabilità, sta violando le regole basilari della democrazia.

PRESIDENTE. Precisato che l'interpellanza Boccia n. 2-00132 sarà iscritta all'ordine del giorno di una seduta della prossima settimana, ribadisce che riferirà l'accaduto al Presidente della Camera.
Avverte altresì che l'interpellanza Carlucci n. 2-00097 è stata ritirata dai presentatori.

Comunicazioni del Presidente sul contenuto del disegno di legge finanziaria, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento.

PRESIDENTE. Comunica le decisioni assunte ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, in merito al contenuto del disegno di legge finanziaria, sulla base del parere espresso dalla V Commissione, del quale dà lettura (vedi resoconto stenografico pag. 70).

Assegnazione alla V Commissione in sede referente del disegno di legge finanziaria e del disegno di legge di bilancio.

PRESIDENTE. Comunica che, a norma del comma 1 degli articoli 72 e 120 del Regolamento, i seguenti disegni di legge sono assegnati alla V Commissione in sede referente, con il parere di tutte le altre Commissioni permanenti e della Commissione parlamentare per le questioni regionali:

«Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009)» (1713).

«Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011» (1714).

I termini per l'esame in sede consultiva e per l'esame in sede referente sono fissati, rispettivamente, al 16 ottobre e al 31 ottobre 2008.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Venerdì 3 ottobre 2008, alle 10.

(Vedi resoconto stenografico pag. 71).

La seduta termina alle 17,25.