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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di giovedì 27 novembre 2008

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 27 novembre 2008.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Casini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Fitto, Frattini, Galati, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lupi, Lusetti, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Molgora, Palumbo, Pescante, Prestigiacomo, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vegas, Vitali, Vito.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Casini, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Fitto, Frattini, Galati, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lupi, Lusetti, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Molgora, Palumbo, Pescante, Prestigiacomo, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vegas, Vitali, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 26 novembre 2008 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
MESSINA: «Modifiche agli articoli 147, 148, 151 e 166 e abrogazione dell'articolo 150 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nonché modifiche all'articolo 23-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, in materia di gestione del servizio idrico integrato e dei consorzi di bonifica e irrigazione» (1951);
GUIDO DUSSIN ed altri: «Disposizioni concernenti la valutazione e la certificazione della qualità dell'edilizia residenziale» (1952);
IANNARILLI ed altri: «Disposizioni per l'adeguamento economico e normativo delle pensioni di guerra e dell'indennità di assistenza e di superinvalidità in favore dei grandi invalidi di guerra e per servizio e dei loro superstiti» (1953);
CASSINELLI ed altri: «Modifica all'articolo 12 del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, per l'esclusione dei dottori commercialisti e degli esperti contabili dagli obblighi in materia di prevenzione dell'utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio» (1954);
LUPI: «Disposizioni per la destinazione di una quota del 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche a finalità scelte dai contribuenti» (1955);
BRIGANDÌ ed altri: «Modifiche alla legge 13 aprile 1988, n. 117, in materia di responsabilità civile dei magistrati» (1956);
BRIGANDÌ ed altri: «Disciplina dell'uso di autovetture e di telefoni da parte delle amministrazioni dello Stato e di enti pubblici e privati sovvenzionati» (1957);
VELTRONI ed altri: «Diritto delle bambine e dei bambini all'educazione e all'istruzione dalla nascita fino a sei anni» (1958);
MUSSOLINI e BARANI: «Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, concernente il diritto del minore ad una famiglia» (1959);
CAPARINI ed altri: «Soppressione dei consorzi tra i comuni compresi nei bacini imbriferi montani» (1960).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a una proposta di legge.

La proposta di legge BERNARDINI ed altri: «Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, per favorire i rapporti tra detenute madri e figli minori e per l'istituzione di case-famiglia protette» (1814) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Bucchino, Burtone, Commercio, Esposito, Fogliardi, Garavini, Ginefra, Mussolini e Siragusa.

Ritiro di una proposta di legge.

Il deputato De Poli ha comunicato di ritirare la seguente proposta di legge:
DE POLI: «Modifiche alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio» (1945).

La proposta di legge sarà pertanto cancellata dall'ordine del giorno.

Trasmissione dal Senato.

In data 27 novembre 2008 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge:
S. 1175. - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 novembre 2008, n. 171, recante misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare» (approvato dal Senato) (1961).

Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
II Commissione (Giustizia):
TORRISI: «Istituzione del Garante nazionale per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e per il loro reinserimento sociale» (1755) Parere delle Commissioni I, III, IV, V, VII, XI, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
VIII Commissione (Ambiente):
GIOACCHINO ALFANO: «Modifica all'articolo 1 della legge 15 dicembre 2004, n. 308, concernente gli effetti della sanatoria per lavori eseguiti senza l'autorizzazione paesaggistica o in difformità da essa» (1327) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
MARCHI ed altri: «Disciplina dell'attività professionale di costruttore edile e delle attività professionali di completamento e finitura in edilizia» (1394) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, X, XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
XI Commissione (Lavoro):

PAGLIA: «Disposizioni per l'adeguamento economico e normativo delle pensioni di guerra e dell'indennità di assistenza e di superinvalidità in favore dei grandi invalidi di guerra e per servizio e dei loro superstiti» (1457) Parere delle Commissioni I, IV, V e XII.

Trasmissione dal ministro dell'interno.

Il ministro dell'interno, con lettera del 21 novembre 2008, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno LANZARINI ed altri n. 9/1145-A-R/22, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 24 giugno 2008, concernente la possibilità di scioglimento dei consigli comunali che non hanno raggiunto gli obiettivi della raccolta differenziata stabiliti nella legge n. 123 del 14 luglio 2008.

La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali), competente per materia.

Annunzio di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee.

Nelle Gazzette Ufficiali dell'Unione europea del 7 giugno 2008, C. 142, del 21 giugno 2008, C. 158, del 5 luglio 2008, C. 171, del 19 luglio 2008, C. 183, del 30 agosto 2008, C. 223, del 13 settembre 2008, C. 236, dell'8 novembre 2008, C. 285, e del 22 novembre 2008, C. 301, sono state pubblicate le seguenti sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee, relative a cause in cui la Repubblica italiana è parte o adottate a seguito di domanda di pronuncia pregiudiziale proposta da un'autorità giurisdizionale italiana, che sono inviate, ai sensi dell'articolo 127-bis del regolamento, alle sottoindicate Commissioni competenti per materia nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
2008/C 142/07 - Causa C-390/06: Sentenza della Corte (Grande sezione) 15 aprile 2008 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal tribunale ordinario di Roma) - Nuova Agricast Srl/Ministero delle Attività produttive (Aiuti di Stato - Regime di aiuti autorizzato per un periodo determinato - Notifica del regime di aiuti modificato per un nuovo periodo - Misure di transizione tra i due regimi succedutisi - Decisione della Commissione di non opporvisi - Elementi d'informazione di cui poteva disporre la Commissione - Validità della decisione della Commissione - Parità di trattamento - Motivazione) (doc. LXXXIX, n. 34) - alla V Commissione (Bilancio);
2008/C 142/11 - Cause riunite C-55/07 e C-56/07: Sentenza della Corte (Terza sezione) 24 aprile 2008 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Landesgericht Bozen - Italia) - Othmar Michaeler (cause riunite C-55/07 e C-56/07), Subito GmbH (cause riunite C-55/07 e C-56/07), Ruth Volgger (causa C-56/07) Arbeitsinspektorat der Autonomen Provinz Bozen (heute Amt für sozialen Arbeitsschutz), Autonome Provinz Bozen (Direttiva 97/81/CE - Parità di trattamento tra lavoratori a tempo parziale e lavoratori a tempo pieno - Discriminazione - Ostacolo amministrativo idoneo a limitare le possibilità di lavoro a tempo parziale) (doc. LXXXIX, n. 35) - alla XI Commissione (Lavoro);
2008/C 158/02 - Causa C-49/05 P: Sentenza della Corte (Quarta sezione) 8 maggio 2008 - Ferriere Nord SpA/Commissione delle Comunità europee, Repubblica italiana (Impugnazione - Aiuti di Stato - Procedimento formale d'indagine - Discipline comunitarie degli aiuti di Stato per la tutela dell'ambiente - Diritto degli interessati - Invito a presentare osservazioni - articolo 88, n. 2, CE - Regolamento (CE) n. 659/1999 - Legittimo affidamento - Certezza del diritto - Finalitàambientale dell'investimento) (doc. LXXXIX, n. 36) - alla VIII Commissione (Ambiente);
2008/C 158/09 - Cause riunite C-95/07 e C-96/07: Sentenza della Corte (Terza sezione) 8 maggio 2008 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Commissione tributaria provinciale) - Ecotrade spa/Agenzia entrate Ufficio Genova 3 (Sesta direttiva IVA - Inversione contabile - Diritto a detrazione - Termine di decadenza - Irregolarità contabile e di dichiarazione riguardante operazioni soggette al regime dell'inversione contabile) (doc. LXXXIX, n. 37) - alla VI Commissione (Finanze);
2008/C 171/04 - Cause riunite C-147/06 e C-148/06: Sentenza della Corte (Quarta sezione) 15 maggio 2008 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Consiglio di Stato) - SECAP SpA (C-147/06) comune di Torino, nei confronti di: Tecnoimprese Srl, Gambarana Impianti Snc, ICA Srl, Cosmat Srl, Consorzio Ravennate, ARCAS SpA, regione Piemonte, e Santorso Soc. coop. arl (C-148/06) comune di Torino, nei confronti di: Bresciani Bruno Srl, Azienda Agricola Tekno Green Srl, Borio Giacomo Srl, Costrade Srl (Appalti pubblici di lavori - Aggiudicazione degli appalti - Offerte anormalmente basse - Modalità di esclusione - Appalti di lavori che non raggiungono le soglie previste dalle direttive 93/37/CEE e 2004/18/CE - Obblighi dell'amministrazione aggiudicatrice derivanti da principi fondamentali del diritto comunitario) (doc. LXXXIX, n. 38) - alla VIII Commissione (Ambiente);
2008/C 171/13 - Causa C-503/06: Sentenza della Corte (Sesta sezione) 15 maggio 2008 - Commissione delle Comunità europee/Repubblica italiana (Inadempimento di uno Stato - Direttiva 79/409/CEE - Conservazione degli uccelli selvatici - Deroghe al regime di protezione degli uccelli selvatici - regione Liguria) (doc. LXXXIX, n. 39) - alla XIII Commissione (Agricoltura);
2008/C 171/14 - Causa C-162/07: Sentenza della Corte (Terza sezione) 22 maggio 2008 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Corte suprema di cassazione - Italia) - Ampliscientifica Srl, Amplifin SpA/Ministero dell'economia e delle finanze, Agenzia delle entrate (Sesta direttiva IVA - Soggetti passivi - articolo 4, n. 4, secondo comma - Società madri e società controllate - Attuazione, da parte dello Stato membro, del regime del soggetto passivo unico - Presupposti - Conseguenze) (doc. LXXXIX, n. 40) - alla VI Commissione (Finanze);
2008/C 171/17 - Causa C-276/07: Sentenza della Corte (Settima sezione) 15 maggio 2008 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Corte d'appello di Firenze) - Nancy Delay/Università degli studi di Firenze, Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), Repubblica italiana (Libera circolazione dei lavoratori - Discriminazione in base alla cittadinanza - Categoria dei «lettori di scambio» - Ex lettori di lingua straniera - Riconoscimento dei diritti acquisiti) (doc. LXXXIX, n. 41) - alla VII Commissione (Cultura);
2008/C 183/04 - Causa C-534/06: Sentenza della Corte (Ottava sezione) 5 giugno 2008 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Corte suprema di cassazione - Italia) - Industria Lavorazione Carni Ovine Srl/regione Lazio (Politica agricola comune - FEAOG - articolo 13 del regolamento (CEE) n. 866/90 - Esclusione degli investimenti relativi alla trasformazione di prodotti provenienti da paesi terzi - Principio di proporzionalità) (doc. LXXXIX, n. 42) - alla XIII Commissione (Agricoltura);
2008/C 223/03 - Causa C-371/05: Sentenza della Corte (Seconda sezione) 17 luglio 2008 - Commissione delle Comunità europee/Repubblica italiana (Inadempimento di uno Stato - Direttiva 92/50/CEE - articoli 11 e 15, n. 2 - Appalti pubblici di servizi - Aggiudicazione dei servizi informatici del comune di Mantova - Aggiudicazione diretta senza previa pubblicazione di un bando di gara) (doc. LXXXIX, n. 43) - alla VIII Commissione (Ambiente);
Causa C-132/06: Sentenza della Corte (Grande sezione) 17 luglio 2008 - Commissione delle Comunità europee/Repubblica italiana (Inadempimento di uno Stato - articolo 10 CE - Sesta direttiva IVA - Obblighi in regime interno - Controllo delle operazioni imponibili - Condono) (doc. LXXXIX, n. 44) - alla VI Commissione (Finanze);
Causa C-347/06: Sentenza della Corte (Seconda sezione) 17 luglio 2008 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal tribunale amministrativo regionale per la Lombardia) - ASM Brescia SpA/comune di Rodengo Saiano (articoli 43 CE, 49 CE e 86 CE - Concessione del servizio pubblico di distribuzione del gas - Direttiva 2003/55/CE - Cessazione anticipata al termine di un periodo di transizione - Principi della tutela del legittimo affidamento e della certezza del diritto) (doc. LXXXIX, n. 45) - alla X Commissione (Attività produttive);
Causa C-500/06: Sentenza della Corte (Seconda sezione) 17 luglio 2008 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Giudice di pace di Genova) - Corporación Dermoestética SA/To Me Group Advertising Media (articoli 3, n. 1, lettera g), CE, 4 CE, 10 CE, 43 CE, 49 CE, 81 CE, 86 CE e 98 CE - Normativa nazionale che vieta la pubblicità in materia di trattamenti medico-chirurgici di tipo estetico) (doc. LXXXIX, n. 46) - alla XII Commissione (Affari sociali);
Causa C-504/06: Sentenza della Corte (Prima sezione) 25 luglio 2008 - Commissione delle Comunità europee/Repubblica italiana (Inadempimento di uno Stato - direttiva 95/57/CEE - Prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili - articolo 3, n. 1 - Trasposizione non corretta) (doc. LXXXIX, n. 47) - alle Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali);
2008/C 285/14 - Causa C-265/07: Sentenza della Corte (Prima sezione) 11 settembre 2008 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal tribunale ordinario di Roma) - Caffaro Srl/Azienda Unità Sanitaria Locale RM/C (Transazioni commerciali - Direttiva 2000/35/CE - Lotta contro i ritardi di pagamento - Procedure di recupero di crediti non contestati) (doc. LXXXIX, n. 48) - alla II Commissione (Giustizia);
2008/C 285/16 - Causa C-447/07: Sentenza della Corte (Sesta sezione) 11 settembre 2008 - Commissione delle Comunità europee/Repubblica italiana (Inadempimento di uno Stato - Articolo 39 CE - Impieghi nella pubblica amministrazione - Capitani e ufficiali (comandanti in seconda) di navi - Attribuzione di poteri di imperio a bordo - Requisito della cittadinanza dello Stato membro di bandiera) (doc. LXXXIX, n. 49) - alla IX Commissione (Trasporti);
2008/C 301/08 - Causa C-157/06: Sentenza della Corte (Seconda sezione) 2 ottobre 2008 - Commissione delle Comunità europee/Repubblica italiana (Inadempimento di uno Stato - Appalti pubblici di forniture - Direttiva 93/36/CEE - Aggiudicazione di un appalto pubblico senza pubblicazione di un avviso preliminare - Elicotteri di tipologia leggera destinati alla Polizia e ai Vigili del fuoco) (doc. LXXXIX, n. 50) - alla VIII Commissione (Ambiente);
2008/C 301/08 - Causa C-368/07: Sentenza della Corte (Settima sezione) 25 settembre 2008 - Commissione delle Comunità europee/Repubblica italiana (Inadempimento di uno Stato - Direttiva 2000/59/CE - Impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico - Omessa elaborazione ed applicazione dei piani di raccolta e gestione dei rifiuti per tutti i porti) (doc. LXXXIX, n. 51) - alla VIII Commissione (Ambiente).

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

Il Ministero dell'interno, con lettere in data 24 novembre 2008, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decretolegislativo 18 agosto 2000, n. 267, dei decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Vallerotonda (Frosinone), Vietri sul Mare (Salerno) e Lovere (Bergamo).

Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Richiesta di un parere parlamentare su atti del Governo.

Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 25 novembre 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 40, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'anno 2008, relativo a contributi da erogare ad enti operanti nel settore della navigazione aerea (52).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla IX Commissione (Trasporti), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 17 dicembre 2008.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI FASSINO ED ALTRI N. 1-00065, CICCHITTO, CONTE, LO MONTE ED ALTRI N. 1-00066, EVANGELISTI ED ALTRI N. 1-00067 E VIETTI ED ALTRI N. 1-00068 SUL CONTRIBUTO DELLA PRESIDENZA ITALIANA ALLA DEFINIZIONE DELL'AGENDA DEL G8 DEL 2009

Mozioni

La Camera,
premesso che:
nel corso del 2009 si svolgerà il vertice annuale del G8, ospitato e presieduto dall'Italia, che avrà una responsabilità centrale nella fissazione dell'agenda e delle priorità del summit, concorrendo così in maniera significativa alla ricerca di soluzioni e approcci condivisi ai temi della governance mondiale e delle grandi questioni globali;
la necessità di costruire una governance efficace e democratica della globalizzazione, così come di offrire una risposta coordinata e complessiva alle grandi sfide transnazionali che sono di fronte a noi, era già emersa negli anni passati, in relazione a questioni diverse, dal governo dell'economia alla crisi ambientale, dal commercio internazionale ai temi dello sviluppo, della pace e della sicurezza;
oggi la grave crisi finanziaria che ha investito l'intero pianeta ha messo in evidenza la grave insufficienza dell'architettura istituzionale globale in un nuovo mondo multipolare ed interdipendente, rendendo improcrastinabile la riforma delle istituzioni, al fine di restituire loro efficacia, legittimazione e rappresentatività, garantendo il funzionamento di un multilateralismo aperto ma finalmente efficace;
in particolare, dovranno essere oggetto di riforme profonde le grandi organizzazioni internazionali che hanno competenze rilevanti nel governo delle grandi issue globali: dalle Nazioni Unite, con la riforma del Consiglio di sicurezza e il rilancio dell'Ecosoc, alla Banca mondiale, al Fondo monetario internazionale, all'Organizzazione mondiale del commercio, all'Organizzazione internazionale del lavoro o all'Organizzazione mondiale della sanità;
lo stesso formato del G8, quale forum informale di discussione e confronto tra le grandi economie del globo, deve fare i conti con l'affermarsi di nuovi attori regionali e mondiali, tra cui la Cina, l'India, il Brasile, il Messico, il Sudafrica o l'Egitto, il cui coinvolgimento a pieno titolo nella struttura del vertice appare ormai improrogabile, sia al fine di colmare un deficit di democrazia, sia per evitare un indebolimento dell'efficacia del dialogo e della cooperazione ricercata nello stesso G8;
anche l'ultima riunione dei Capi di Stato e di Governo del G20, che si è tenuta il 15 novembre 2008, è un'ulteriore riprova della necessità di coinvolgere pienamente un numero più grande di Paesi e organizzazioni regionali per affrontare in modo efficace le issue globali;
la diversa distribuzione del potere economico rende, quindi, necessario un riallineamento tra peso economico e pesopolitico dei vari attori sulla scena globale, tanto nei forum informali, come il G8, dove si promuove il confronto per la definizione di un'agenda condivisa, quanto nelle istituzioni multilaterali formali, in primo luogo le Nazioni Unite, legittimate ad adottare ed attuare le decisioni riguardanti l'intero pianeta;
in questo spirito, coerentemente con la politica nazionale di sostegno all'Organizzazione delle Nazioni Unite e al metodo multilaterale, la presidenza italiana del G8 può dare un importante contributo affinché dal vertice della Maddalena esca un sostegno deciso degli otto Paesi a una riforma democratica della governance mondiale, nel quadro delle Nazioni Unite, che hanno istituito alla fine del mese di ottobre 2008 una task force di alto livello, presieduta dal premio Nobel Joseph Stiglitz, allo scopo di esaminare le questioni relative all'allargamento e ridefinizione del mandato, dei compiti e delle attribuzioni delle istituzioni di Bretton Woods;
la nuova governance economica dovrà costruire nuove regole sulla regolazione, la trasparenza e la vigilanza dei flussi finanziari da parte di autorità internazionali e dovrà concorrere, altresì, a restituire nuova centralità all'economia reale in luogo di un'economia finanziaria a carattere prettamente speculativo;
sarà importante ridare slancio, attraverso il dialogo informale in seno al G8, ai negoziati del Doha round, in cui è indispensabile trovare un equilibrio virtuoso tra le esigenze di apertura dei mercati dei Paesi sviluppati per le merci provenienti dalle economie emergenti e dai Paesi in via di sviluppo e le richieste di maggiore trasparenza e garanzie sui nuovi mercati per beni e servizi più avanzati prodotti dai Paesi più sviluppati;
tra i temi da porre certamente in agenda, vi è l'insufficiente sviluppo economico, sociale e umano di tante aree del mondo e delle popolazioni che vi vivono: un tema che dovrà essere al centro del dibattito anche del prossimo G8, con l'impegno a perseguire con determinazione e maggiori sforzi la realizzazione degli obiettivi del millennio, gli otto traguardi essenziali in campo economico, educativo e sanitario per i Paesi più poveri che i 191 Stati membri dell'Organizzazione delle Nazioni Unite si sono impegnati a raggiungere per l'anno 2015;
la lotta alle diseguaglianze e un nuovo sviluppo economico e sociale dei Paesi del sud del mondo rappresentano, inoltre, una condizione sostanziale per contrastare la crescita del fondamentalismo religioso e politico e per combattere il terrorismo, che resta un problema drammaticamente aperto e che richiede, oltre ad una maggior cooperazione tra gli Stati sul piano investigativo e su quello dell'intelligence, anche una più ampia strategia politica capace di affrontare le grandi contraddizioni sociali ed economiche;
particolare rilievo in seno al vertice rivestirà, poi, il tema della lotta ai cambiamenti climatici, sia a seguito del presumibile diverso approccio della nuova amministrazione americana, sia in conseguenza dell'approssimarsi di importanti scadenze politiche internazionali, quali il vertice di Copenhagen e la scadenza del trattato di Kyoto, rispetto ai cui parametri e standard l'Italia vanta già un enorme ritardo, dovuto alla mancata adozione dei necessari provvedimenti per rispettare gli impegni assunti e rispetto ai quali si rischia di incorrere in pesanti sanzioni a livello internazionale;
altra questione strategica è certamente quella della lotta alla proliferazione nucleare, della sicurezza e del disarmo, anche in vista della conferenza di revisione del trattato di non proliferazione prevista per il 2010, che vede nel G8 un forum privilegiato per il raggiungimento di un alto grado di consenso, stante la presenza di ben quattro potenze nucleari;
su questo argomento alcuni autorevoli esponenti politici di differente estrazione hanno firmato il 24 luglio 2008 unappello pubblico bipartisan su Il Corriere della Sera, per la totale eliminazione delle armi nucleari;
collegata al tema della sicurezza è anche la questione dell'accesso all'acqua quale diritto umano fondamentale, da preservare ed assicurare, anche attraverso soluzioni di cooperazione innovativa tra Paesi e condivisione transnazionale delle risorse, al fine di prevenire conflitti nelle zone più difficili, quali il Medio Oriente o alcune regioni africane;
il tema dei flussi migratori assume oggi proporzioni enormi a causa delle condizioni di sottosviluppo di larghe aree del globo, nonché delle diffuse instabilità economiche, generando insicurezze e intollerabili violazioni dei diritti dell'uomo;
pertanto, sarebbe auspicabile promuovere una riflessione anche al seno al G8 circa il temi dei flussi migratori e una più efficace governance internazionali in materia, finalizzata all'adozione, nelle competenti sedi internazionali, di strumenti giuridici vincolanti e condivisi che assicurino una regolamentazione degli stessi e promuovano il rispetto dei diritti dell'uomo in particolare dei lavoratori migranti;

impegna il Governo:

nella definizione dell'agenda del prossimo G8 e nella conduzione della relativa presidenza, ad adottare ogni iniziativa utile a sostenere che il processo di riforma delle istituzioni di Bretton Woods avvenga nel quadro delle Nazioni Unite, assicurando l'ampliamento della rappresentatività di tali istituzioni e della loro democraticità, nonché l'adeguamento del loro mandato al rispetto dei principi della Carta Onu, sostenendo il lavoro svolto dalla speciale task force di recente istituita a questo scopo;
a garantire l'adeguato sostegno del G8 al raggiungimento degli obiettivi del millennio e degli impegni internazionali assunti dai vari Paesi membri, a partire dall'Italia, in tema di destinazione di una quota di prodotto interno lordo all'aiuto pubblico allo sviluppo e alla lotta contro le pandemie, attraverso un adeguato stanziamento delle risorse pubbliche necessarie al raggiungimento degli obiettivi individuati entro il 2015;
ad intraprendere un'azione coordinata in campo ambientale, che da un lato metta al più presto l'Italia nelle condizioni di colmare i ritardi accumulati negli anni rispetto alla piena attuazione dell'accordo di Kyoto, dall'altro in vista dlla Conferenza Onu di Copenhagen del 2009 faciliti il raggiungimento di un nuovo accordo globale che impegni anche le economie emergenti ad una significativa riduzione dei gas ad effetto serra e che, promuovendo la competitività internazionale del sistema produttivo europeo, consenta, altresì, di inaugurare un nuovo corso anche in tema di trasferimento tecnologico per l'efficienza energetica e lo sviluppo di fonti di energia pulita;
ad adoperarsi insieme ai partner del G8 per il rafforzamento del regime generale di non proliferazione delle armi di distruzione di massa anche in vista della Conferenza per la revisione del trattato di non proliferazione nucleare prevista per il 2010, con l'obiettivo di rilanciare la messa al bando di ogni tipo di esplosioni nucleari sperimentali, lo sblocco dei negoziati nella conferenza del disarmo di Ginevra e la creazione di ampie zone denuclearizzate nelle aree di crisi;
a far emergere, nell'agenda delle discussioni del G8 e negli impegni finali, l'attenzione al tema dell'accesso alle risorse idriche e della ricerca di forme condivise e transnazionali di gestione delle stesse, sul modello sperimentato in Europa con la creazione della Comunità europea del carbone e dell'acciaio, per il raggiungimento di una gestione comune e non conflittuale delle risorse idriche.
(1-00065) (Nuova formulazione) «Fassino, Soro, Sereni, Bressa, Maran, Villecco Calipari, Gozi, Merloni, Barbi, Colombo, Corsini, D'Alema, Fedi, Narducci,Arturo Mario Luigi Parisi, Pistelli, Porta, Rigoni, Tempestini, Vernetti».
(20 novembre 2008)

La Camera,
premesso che:
nel corso del 2009 si svolgerà il vertice annuale del G8, ospitato e presieduto dall'Italia, che avrà una responsabilità centrale nella fissazione dell'agenda e delle priorità del summit, concorrendo così in maniera significativa alla ricerca di soluzioni e approcci condivisi ai temi della governance mondiale e delle grandi questioni globali;
la necessità di costruire una governance efficace e democratica della globalizzazione, così come di offrire una risposta coordinata e complessiva alle grandi sfide transnazionali che sono di fronte a noi, era già emersa negli anni passati, in relazione a questioni diverse, dal governo dell'economia alla crisi ambientale, dal commercio internazionale ai temi dello sviluppo, della pace e della sicurezza;
oggi la grave crisi finanziaria che ha investito l'intero pianeta ha messo in evidenza la grave insufficienza dell'architettura istituzionale globale in un nuovo mondo multipolare ed interdipendente, rendendo improcrastinabile la riforma delle istituzioni, al fine di restituire loro efficacia, legittimazione e rappresentatività, garantendo il funzionamento di un multilateralismo aperto ma finalmente efficace;
in particolare, dovranno essere oggetto di riforme profonde le grandi organizzazioni internazionali che hanno competenze rilevanti nel governo delle grandi issue globali: dalle Nazioni Unite, con la riforma del Consiglio di sicurezza e il rilancio dell'Ecosoc, alla Banca mondiale, al Fondo monetario internazionale, all'Organizzazione mondiale del commercio, all'Organizzazione internazionale del lavoro o all'Organizzazione mondiale della sanità;
lo stesso formato del G8, quale forum informale di discussione e confronto tra le grandi economie del globo, deve fare i conti con l'affermarsi di nuovi attori regionali e mondiali, tra cui la Cina, l'India, il Brasile, il Messico, il Sudafrica o l'Egitto, il cui coinvolgimento a pieno titolo nella struttura del vertice appare ormai improrogabile, sia al fine di colmare un deficit di democrazia, sia per evitare un indebolimento dell'efficacia del dialogo e della cooperazione ricercata nello stesso G8;
anche l'ultima riunione dei Capi di Stato e di Governo del G20, che si è tenuta il 15 novembre 2008, è un'ulteriore riprova della necessità di coinvolgere pienamente un numero più grande di Paesi e organizzazioni regionali per affrontare in modo efficace le issue globali;
la diversa distribuzione del potere economico rende, quindi, necessario un riallineamento tra peso economico e peso politico dei vari attori sulla scena globale, tanto nei forum informali, come il G8, dove si promuove il confronto per la definizione di un'agenda condivisa, quanto nelle istituzioni multilaterali formali, in primo luogo le Nazioni Unite, legittimate ad adottare ed attuare le decisioni riguardanti l'intero pianeta;
in questo spirito, coerentemente con la politica nazionale di sostegno all'Organizzazione delle Nazioni Unite e al metodo multilaterale, la presidenza italiana del G8 può dare un importante contributo affinché dal vertice della Maddalena esca un sostegno deciso degli otto Paesi a una riforma democratica della governance mondiale, nel quadro delle Nazioni Unite, che hanno istituito alla fine del mese di ottobre 2008 una task force di alto livello, presieduta dal premio Nobel Joseph Stiglitz, allo scopo di esaminare le questioni relative all'allargamento e ridefinizione del mandato, dei compiti e delle attribuzioni delle istituzioni di Bretton Woods;
la nuova governance economica dovrà costruire nuove regole sulla regolazione,la trasparenza e la vigilanza dei flussi finanziari da parte di autorità internazionali e dovrà concorrere, altresì, a restituire nuova centralità all'economia reale in luogo di un'economia finanziaria a carattere prettamente speculativo;
sarà importante ridare slancio, attraverso il dialogo informale in seno al G8, ai negoziati del Doha round, in cui è indispensabile trovare un equilibrio virtuoso tra le esigenze di apertura dei mercati dei Paesi sviluppati per le merci provenienti dalle economie emergenti e dai Paesi in via di sviluppo e le richieste di maggiore trasparenza e garanzie sui nuovi mercati per beni e servizi più avanzati prodotti dai Paesi più sviluppati;
tra i temi da porre certamente in agenda, vi è l'insufficiente sviluppo economico, sociale e umano di tante aree del mondo e delle popolazioni che vi vivono: un tema che dovrà essere al centro del dibattito anche del prossimo G8, con l'impegno a perseguire con determinazione e maggiori sforzi la realizzazione degli obiettivi del millennio, gli otto traguardi essenziali in campo economico, educativo e sanitario per i Paesi più poveri che i 191 Stati membri dell'Organizzazione delle Nazioni Unite si sono impegnati a raggiungere per l'anno 2015;
la lotta alle diseguaglianze e un nuovo sviluppo economico e sociale dei Paesi del sud del mondo rappresentano, inoltre, una condizione sostanziale per contrastare la crescita del fondamentalismo religioso e politico e per combattere il terrorismo, che resta un problema drammaticamente aperto e che richiede, oltre ad una maggior cooperazione tra gli Stati sul piano investigativo e su quello dell'intelligence, anche una più ampia strategia politica capace di affrontare le grandi contraddizioni sociali ed economiche;
particolare rilievo in seno al vertice rivestirà, poi, il tema della lotta ai cambiamenti climatici, sia a seguito del presumibile diverso approccio della nuova amministrazione americana, sia in conseguenza dell'approssimarsi di importanti scadenze politiche internazionali, quali il vertice di Copenhagen e la scadenza del trattato di Kyoto, rispetto ai cui parametri e standard l'Italia vanta già un enorme ritardo, dovuto alla mancata adozione dei necessari provvedimenti per rispettare gli impegni assunti e rispetto ai quali si rischia di incorrere in pesanti sanzioni a livello internazionale;
altra questione strategica è certamente quella della lotta alla proliferazione nucleare, della sicurezza e del disarmo, anche in vista della conferenza di revisione del trattato di non proliferazione prevista per il 2010, che vede nel G8 un forum privilegiato per il raggiungimento di un alto grado di consenso, stante la presenza di ben quattro potenze nucleari;
su questo argomento alcuni autorevoli esponenti politici di differente estrazione hanno firmato il 24 luglio 2008 un appello pubblico bipartisan su Il Corriere della Sera, per la totale eliminazione delle armi nucleari;
collegata al tema della sicurezza è anche la questione dell'accesso all'acqua quale diritto umano fondamentale, da preservare ed assicurare, anche attraverso soluzioni di cooperazione innovativa tra Paesi e condivisione transnazionale delle risorse, al fine di prevenire conflitti nelle zone più difficili, quali il Medio Oriente o alcune regioni africane;
il tema dei flussi migratori assume oggi proporzioni enormi a causa delle condizioni di sottosviluppo di larghe aree del globo, nonché delle diffuse instabilità economiche, generando insicurezze e intollerabili violazioni dei diritti dell'uomo;
pertanto, sarebbe auspicabile promuovere una riflessione anche al seno al G8 circa il temi dei flussi migratori e una più efficace governance internazionali in materia, finalizzata all'adozione, nelle competenti sedi internazionali, di strumenti giuridici vincolanti e condivisi che assicurino una regolamentazione deglistessi e promuovano il rispetto dei diritti dell'uomo in particolare dei lavoratori migranti;

impegna il Governo:

nella definizione dell'agenda del prossimo G8 e nella conduzione della relativa presidenza, ad adottare ogni iniziativa utile a sostenere che il processo di riforma delle istituzioni di Bretton Woods avvenga nel quadro delle Nazioni Unite, assicurando l'ampliamento della rappresentatività di tali istituzioni e della loro democraticità, nonché l'adeguamento del loro mandato al rispetto dei principi della Carta Onu, sostenendo il lavoro svolto dalla speciale task force di recente istituita a questo scopo;
a garantire l'adeguato sostegno del G8 al raggiungimento degli obiettivi del millennio e degli impegni internazionali assunti dai vari Paesi membri, in tema di destinazione di una quota di prodotto interno lordo all'aiuto pubblico allo sviluppo e alla lotta contro le pandemie, attraverso un adeguato stanziamento delle risorse pubbliche necessarie al raggiungimento degli obiettivi individuati entro il 2015;
ad intraprendere un'azione coordinata in campo ambientale, per l'attuazione dell'accordo di Kyoto, che in vista della Conferenza Onu di Copenhagen del 2009 faciliti il raggiungimento di un nuovo accordo globale che impegni anche le economie emergenti ad una significativa riduzione dei gas ad effetto serra e che, promuovendo la competitività internazionale del sistema produttivo europeo, consenta, altresì, di inaugurare un nuovo corso anche in tema di trasferimento tecnologico per l'efficienza energetica e lo sviluppo di fonti di energia pulita;
ad adoperarsi insieme ai partner del G8 per il rafforzamento del regime generale di non proliferazione delle armi di distruzione di massa anche in vista della Conferenza per la revisione del trattato di non proliferazione nucleare prevista per il 2010, con l'obiettivo di rilanciare la messa al bando di ogni tipo di esplosioni nucleari sperimentali, lo sblocco dei negoziati nella conferenza del disarmo di Ginevra e la creazione di ampie zone denuclearizzate nelle aree di crisi;
a far emergere, nell'agenda delle discussioni del G8 e negli impegni finali, l'attenzione al tema dell'accesso alle risorse idriche e della ricerca di forme condivise e transnazionali di gestione delle stesse, sul modello sperimentato in Europa con la creazione della Comunità europea del carbone e dell'acciaio, per il raggiungimento di una gestione comune e non conflittuale delle risorse idriche.
(1-00065)(Ulteriore nuova formulazione) «Fassino, Soro, Sereni, Bressa, Maran, Villecco Calipari, Gozi, Merloni, Barbi, Colombo, Corsini, D'Alema, Fedi, Narducci, Arturo Mario Luigi Parisi, Pistelli, Porta, Rigoni, Tempestini, Vernetti».
(20 novembre 2008)

PROPOSTA EMENDATIVA RIFERITA ALLA MOZIONE FASSINO ED ALTRI N. 1-00065

Nella premessa, dopo il quinto capoverso, aggiungere i seguenti:
il G7, poi divenuto G8 negli anni '90, con l'inclusione della Russia, dopo la fine dell'Unione Sovietica, è nato come gruppo di Paesi più sviluppati economicamente che fossero governati da istituzioni democratiche;
la natura democratica dei Paesi partecipanti a questo forum e la questione del rispetto dei diritti umani hanno formato oggetto di discussione all'interno dei summit del G8, ad esempio nel summit di San Pietroburgo del 2006, il primo presieduto dalla Federazione russa;
la promozione della democrazia e la difesa dei diritti umani, in particolare ilMedio Oriente, è oggetto di un'iniziativa ufficiale del G8, denominata Forum del futuro, promossa anche dall'Italia, in cooperazione con attivisti e organizzazioni non governative sia dei Paesi membri del G8 che dei Paesi del Medio Oriente;

Conseguentemente, nel dispositivo, dopo il primo capoverso, aggiungere i seguenti:
a garantire che il tema della promozione dei diritti umani e della democrazia sia mantenuto nell'agenda del G8, anche in ipotesi di ampliamento della sua membership, con specifiche iniziative volte a garantire che lo sviluppo economico avvenga nel rispetto dei diritti umani e civili, a partire da quelli sindacali;
a rafforzare il sostegno, anche economico, all'iniziativa del Forum del futuro del G8, quale strumento per sostenere processi di riforma democratica in Medio Oriente, anche attraverso iniziative che coinvolgano sia i Governi e le istituzioni della regione, che i rappresentanti di gruppi non governativi e di attivisti impegnati a garantire il rispetto dei diritti umani riconosciuti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo anche in quella regione;
1-00065/1. Mecacci.

Nella premessa, dopo il quinto capoverso, aggiungere i seguenti:
il G7, poi divenuto G8 negli anni '90, con l'inclusione della Russia, dopo la fine dell'Unione Sovietica, è nato come gruppo di Paesi più sviluppati economicamente che fossero governati da istituzioni democratiche;
la natura democratica dei Paesi partecipanti a questo forum e la questione del rispetto dei diritti umani hanno formato oggetto di discussione all'interno dei summit del G8, ad esempio nel summit di San Pietroburgo del 2006, il primo presieduto dalla Federazione russa;
la promozione della democrazia e la difesa dei diritti umani, in particolare il Medio Oriente, è oggetto di un'iniziativa ufficiale del G8, denominata Forum del futuro, promossa anche dall'Italia, in cooperazione con attivisti e organizzazioni non governative sia dei Paesi membri del G8 che dei Paesi del Medio Oriente;

Conseguentemente, nel dispositivo, dopo il primo capoverso, aggiungere i seguenti:
a garantire che il tema della promozione dei diritti umani e della democrazia sia mantenuto nell'agenda del G8, anche in ipotesi di ampliamento della sua membership, con specifiche iniziative volte a garantire che lo sviluppo economico avvenga nel rispetto dei diritti umani e civili, a partire da quelli sindacali;
a rafforzare il sostegno, anche economico, all'iniziativa del Forum del futuro del G8, quale strumento per sostenere processi di riforma democratica in Medio Oriente.
1-00065/1.(Testo modificato nel corso della seduta)Mecacci.
(Approvato)

La Camera,
premesso che:
la crisi finanziaria ha ormai assunto una dimensione di particolare gravità e si sta ripercuotendo sull'economia reale e sulle condizioni di vita degli individui e delle famiglie;
l'economia globale presenta caratteri di forte interdipendenza e pertanto le conseguenze della crisi si trasmettono rapidamente da un Paese all'altro e richiedono politiche coerenti e concordate a livello mondiale;
nello scenario che si va delineando, spetterà soprattutto ai Paesi del G8 di esercitare un'azione di leadership. All'Italia, che si appresta ad assumere la presidenza del G8 per il 2009 e ospiterà il prossimo vertice dei Capi di Stato e di Governo, incombe una particolare responsabilità. Occorrerà dimostrare capacità diindicare soluzioni percorribili ed efficaci, che tengano conto della mutata realtà degli equilibri economici mondiali e, quindi, della necessità di coinvolgere più che in passato i nuovi protagonisti della globalizzazione e le grandi economie emergenti, quali Cina, India, Brasile, Messico, Sudafrica ed Egitto;
un approccio inclusivo, oltre a riflettere le mutate realtà economiche, avrà il vantaggio di ampliare le aree di convergenza e promuovere una più chiara assunzione di responsabilità non solo da parte dei Paesi industrializzati, ma anche di quelli emergenti;
gli sviluppi della crisi finanziaria hanno evidenziato la necessità di una profonda revisione della governance globale sulla base di regole che garantiscano trasparenza e responsabilità, collaborazione tra le autorità di regolazione dei mercati sul piano nazionale e regionale, integrità dei mercati finanziari, revisione del ruolo delle istituzioni finanziarie internazionali;
l'adozione di misure di sostegno all'economia reale diventa urgente per difendere l'occupazione e le imprese, che rischiano di non potere accedere al credito e di vedere quindi pregiudicate le loro prospettive di sviluppo e in alcuni casi minacciata la loro stessa sopravvivenza;
in una prospettiva di recessione delle economie avanzate e di sensibile riduzione dei tassi di crescita dell'economia mondiale, diventa particolarmente urgente portare a conclusione i negoziati del Doha round sul commercio internazionale promossi dall'Organizzazione mondiale del commercio;
le stesse dimensioni globali dell'economia rendono indispensabile l'adozione di principi di sostenibilità. Le risorse del pianeta sono limitate ed è necessario amministrarle in un'ottica che, senza pregiudicare le prospettive di sviluppo economico e di benessere delle popolazioni, tenga conto non solo degli interessi della generazione presente, ma anche di quelli delle generazioni future;
il problema del cambiamento climatico presenta carattere di urgenza. Il negoziato delle Nazioni Unite entra in una fase cruciale in preparazione della conferenza di Copenaghen del dicembre 2009, che dovrebbe segnare un momento fondamentale per l'adozione di misure universalmente condivise da applicare dopo la scadenza degli obblighi derivanti dal protocollo di Kyoto dopo il 2012;
sicurezza ed efficienza energetica sono elementi essenziali per uno sviluppo sostenibile, sia per le economie avanzate che per quelle emergenti e per quelle in via di sviluppo. Occorre promuovere innovazione, nuove tecnologie inclusa quella nucleare, energie rinnovabili ed un equilibrato mix di fonti energetiche;
il deterioramento della situazione economica mondiale rischia di colpire in misura più accentuata le economie dei Paesi in via di sviluppo e, in particolare, di quelli più vulnerabili alla contrazione del commercio internazionale e alla restrizione delle condizioni per l'accesso al credito sui mercati finanziari internazionali;
in queste condizioni diventa più pressante la necessità di adottare tutte le misure indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio concordati nell'ambito delle Nazioni Unite e che attengono a diritti fondamentali, quali la salute, l'istruzione, l'alimentazione;
l'instabilità dei prezzi agricoli mondiali negli ultimi mesi e l'aumento del numero delle persone malnutrite a livello mondiale mostrano la drammatica attualità della sfida della sicurezza alimentare. Il G8 ha già dedicato una particolare attenzione a questo tema e ha promosso un rafforzamento del polo romano agroalimentare delle Nazioni Unite. È ora necessario continuare l'azione di impulso di cui l'Italia si è fatta promotrice;
la comunità internazionale resta tuttora impegnata da grandi sfide globali relative alla sicurezza, alla lotta al terrorismoe al crimine organizzato. Sempre più evidente appare il legame tra il terrorismo e i grandi network della criminalità. È, quindi, necessario un approccio globale che guardi alla complessità di tale fenomeno e ne affronti alla radice le cause;
altra questione strategica è certamente quella della lotta alla proliferazione delle armi di distruzione di massa, della sicurezza e del disarmo, anche in vista della conferenza di riesame del trattato di non proliferazione nucleare prevista per il 2010. Su questo argomento alcuni autorevoli esponenti politici di differente estrazione hanno firmato il 24 luglio 2008 un appello pubblico bipartisan, per intraprendere un percorso che conduca all'eliminazione delle armi nucleari;
il G8, a partire dal vertice di Sea Island del 2004, ha dedicato un'attenzione particolare al mantenimento della pace nelle aree post-conflitto. Il problema è tuttora prioritario, in particolare per l'Africa,

impegna il Governo:

ad assicurare, a fronte delle ripercussioni della crisi finanziaria, un'efficace leadership del G8 nell'adozione di misure per sostenere l'economia reale, la produzione e l'occupazione;
a promuovere una riforma dell'architettura finanziaria internazionale che prevenga e contribuisca ad impedire il ripetersi di crisi analoghe a quella attuale, basata su regole trasparenti, obiettivi e strumenti adeguati ad un'economia globalizzata, efficaci meccanismi di sorveglianza e capacità di reazione rapida rispetto ad eventuali situazioni di emergenza;
a rilanciare i negoziati del Doha round in seno all'Organizzazione mondiale del commercio, per giungere ad un accordo ambizioso e equilibrato, e, in tale ambito, a porre maggiore attenzione alla tutela delle produzioni coperte da marchi di origine e al sostegno dei processi di produzione tradizionali a fronte di tentativi di imitazione e di falsificazione;
a proporre formule innovative di maggiore coinvolgimento e responsabilizzazione delle principali economie emergenti nella gestione della globalizzazione, le quali formule dovranno ispirarsi a criteri di inclusività, che, salvaguardando il ruolo centrale e propulsivo del G8, riconoscano l'opportunità di ampliare il quadro di condivisione nella definizione di strategie e di politiche economiche;
ad affrontare con misure concrete le grandi sfide globali e, in particolare, quelle attinenti al cambiamento climatico, alla lotta alla povertà, alla sicurezza alimentare, a un uso sostenibile delle risorse naturali;
a sostenere, in relazione al cambiamento climatico, il processo negoziale delle Nazioni Unite, anche in vista del post-Kyoto, per giungere ad un accordo che coinvolga, con responsabilità differenziate, tutti i Paesi e, in particolare, quelli le cui economie incidono maggiormente sulle emissioni di gas a effetto serra, utilizzando a tal fine tutti i formati negoziali suscettibili di concorrere ad una positiva conclusione, quali il Major Economies Meeting (MBM), che riunisce insieme ai G8 alcune delle principali economie emergenti;
a mantenere alto l'impegno del G8 sui temi dell'energia, sotto il profilo dell'accesso, della disponibilità e della sicurezza energetica;
a promuovere su scala globale una convergenza delle politiche (economiche, finanziarie, ambientali, energetiche, alimentari) su principi di sostenibilità e uso razionale e responsabile delle risorse;
ad incoraggiare una visione inclusiva della globalizzazione, mirata a combattere l'emarginazione e a favorire la creazione di condizioni idonee allo sviluppo anche nei Paesi più poveri, favorendo a tal fine un ampio ricorso ai molteplici attori e strumenti in grado di generare sviluppo,incentivando, quindi, in aggiunta all'aiuto pubblico, gli investimenti privati, le collaborazioni tra settore pubblico e settore privato, i meccanismi di finanziamento innovativo (come quelli attivati per la ricerca e la distribuzione di vaccini), le iniziative delle autonomie locali (regioni, province, comuni), l'impegno della società civile (organizzazioni non governative, fondazioni ed altri), in modo da convergere verso un rinnovato impegno globale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio;
a sollecitare un'accentuata attenzione del G8 su alcune criticità dello sviluppo, tra cui, innanzitutto, quella di una sufficiente disponibilità di acqua, in quanto la carenza di risorse idriche costituisce una fonte potenziale di conflitti e al tempo stesso un grave ostacolo allo sviluppo economico e sociale di molti Paesi, dando così attuazione alle decisioni del vertice di Toyako e rilanciando il piano di azione di Evian del G8;
a perseguire l'obiettivo della sicurezza alimentare su scala globale, sostenendo le iniziative promosse dal Segretario Generale delle Nazioni Unite (come la Task Force di alto livello), la Global Partnership per l'agricoltura e l'alimentazione, il rafforzamento e la migliore efficienza delle istituzioni delle Nazioni Unite preposte alla sicurezza alimentare;
a ribadire l'impegno del G8 nel campo della sanità, dove importanti risultati sono stati già raggiunti nella lotta alle malattie infettive e, in particolare all'aids, continuando a sostenere il rafforzamento dei sistemi sanitari e dei sistemi educativi nei Paesi in via di sviluppo, nel quadro delle grandi iniziative lanciate dalle Nazioni Unite e dallo stesso G8;
a riaffermare, sul fronte della lotta al terrorismo, un livello prioritario di attenzione, promuovendo un più forte coordinamento delle attività già poste in essere dal G8, da altri Paesi e da organizzazioni internazionali (innanzitutto le Nazioni Unite) impegnate su tale fronte;
a rafforzare la lotta al crimine organizzato, con un impegno particolare contro il crimine finanziario, il traffico di esseri umani e quello di stupefacenti, nel decennale dell'avvio dei negoziati della convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato (convenzione di Palermo);
ad adoperarsi, insieme ai partner del G8, per il rafforzamento del regime generale di non proliferazione delle armi di distruzione di massa, incentrato sui pertinenti trattati, primo fra questi il trattato di non proliferazione nucleare in vista della conferenza di riesame del 2010;
a promuovere il rapido avvio di un negoziato su un trattato sull'interruzione della produzione di materiale fissile a scopi esplosivi (FMCT), superando la fase di stallo alla conferenza del disarmo di Ginevra, a sostenere l'universalizzazione del protocollo aggiuntivo dell'Aiea e ad adoperarsi per favorire l'entrata in vigore del trattato che proibisce gli esperimenti nucleari (CTBT);
a mantenere elevata l'attenzione sulla stabilizzazione delle aree di crisi, in particolare per le situazioni post-conflitto, attraverso il sostegno alle organizzazioni internazionali (Nazioni Unite) e regionali (Unione Africana) e il rafforzamento delle capacità locali, per fare fronte alle situazioni di crisi, con particolare riferimento all'area che include Afghanistan e Pakistan, alla regione dell'Asia centrale e al Medio Oriente.
(1-00066)
«Cicchitto, Cota, Lo Monte, Pianetta, Dozzo, Iannaccone, Antonione, Zacchera, Baldelli, Picchi, Boniver, Di Biagio».
(24 novembre 2008)

La Camera,
premesso che:
il prossimo vertice annuale del G8 si svolgerà, nel 2009, nel nostro Paese.L'Italia sarà quindi chiamata a presiederlo, assumendosi le responsabilità di contribuire in maniera determinante a fissarne l'agenda;
la prima riunione dei Grandi (la genesi del G8 nella sua attuale configurazione) si ebbe nel 1975, a Rambouilet, in Francia. Non è superfluo ricordare che anche quella riunione si svolse nel contesto di una crisi mondiale di enorme portata, quella petrolifera, e che i requisiti per la partecipazione al tavolo erano sia economici sia politici. Vi parteciparono, infatti, le principali potenze economiche, caratterizzate, però, da un sistema istituzionale liberal-democratico: Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Francia, Giappone e Italia. A queste si aggiunse l'anno successivo il Canada e solo nel 1994, dopo il crollo del muro di Berlino, la Russia;
il G8 si è caratterizzato come momento capace di adattarsi ed estendersi a seconda delle necessità;
nei Paesi del G8 vive all'incirca il 13 per cento della popolazione mondiale, ma vi ha origine quasi il 60 per cento del prodotto interno lordo planetario (World Development Report 2007 della Banca Mondiale); 7 degli 8 Paesi membri sono ai primi dieci posti per prodotto interno lordo nominale. Appaiono però evidenti alcuni aspetti sui quali è necessario soffermarsi. Non è presente nel G8 la Cina, la cui economia ha un peso specifico evidentemente superiore a quello di Canada, Italia, Francia e Regno Unito, e le sue potenzialità appaiono certamente non inferiori a quelle degli stessi Stati Uniti; sono poi assenti Paesi come la Spagna o il Brasile, che vantano forza economica maggiore della Russia;
è necessaria dunque una riforma dei criteri di ammissione al circolo dei Grandi: è una riflessione che inevitabilmente coincide con l'indicazione di quali saranno le linee di sviluppo che si vogliono dare alla nuova politica globale;
la necessità di indicare criteri di un governo mondiale più efficace ed adatto ai tempi non si può limitare ad appelli di principio generale. La democratizzazione dei processi decisionali su scala mondiale è un momento particolarmente delicato; l'allargamento dei soggetti coinvolti non può avvenire senza un'attenta riflessione sui criteri che lo possono determinare: lo stesso multilateralismo, spesso invocato, è una necessità reale che deve essere però, se veramente la si ha a cuore, concretamente ed attentamente costruita;
da un lato è possibile pensare di «democraticizzare» i processi decisionali mondiali, allargando il numero dei soggetti coinvolti, solo attraverso un processo graduale e l'affermazione di principi fondamentali condivisi. Il carattere democratico dei soggetti partecipanti deve essere una delle condizioni di base condivise. Dall'altro, si deve acquisire la consapevolezza che proprio la compartecipazione ai processi decisionali può essere una delle molle per la diffusione non solo del metodo, ma anche della cultura e dei valori democratici a Paesi attualmente estranei a tali valori;
in una fase tanto delicata, non può mancare la responsabile riflessione sui limiti stessi dell'espansione del metodo democratico, a particolari dimensioni geopolitiche. Realtà come quella cinese o indiana appaiono essere più simili alla dimensione di sub-continente che alla dimensione nazionale;
inevitabilmente, l'affermazione del metodo democratico appare, in casi come quello cinese, particolarmente complessa. La storia politica cinese ci ha consegnato uno Stato totalitario e oppressivo, con un apparato pubblico molto rigido e centralizzato, mentre quella economica - da circa quindici anni - presenta una crescita tanto massiccia, aperta alla tecnologia e veloce, quanto sregolata e costosa in termini sociali e ambientali. Al momento, gli sforzi di democratizzazione su impulso esterno sono ancora molto incerti e condizionati (gli effetti di apertura - piuttosto scarsi - delle ultime Olimpiadi ne sono la riprova);
il caso indiano è sì diverso, ma per certi aspetti analogo: l'esistenza di una democrazia parlamentare consolidata non è ancora garanzia del superamento di sacche d'integralismo e di scontro religioso, dell'affermazione di un principio di uguale opportunità per tutte le classi sociali (pur sussistendo una robusta classe media), di una lotta alla povertà e al lavoro minorile condotte con determinazione e di una sicura politica di tutela ambientale;
in definitiva, non si può evitare la domanda circa le difficoltà e le incertezze dell'estensione della partecipazione democratica ai processi decisionali globali a realtà geo-politiche in cui mancano alcuni requisiti di democrazia sociale, su cui invece si basa la coesione sociale in Occidente, specie in Europa;
i medesimi interrogativi devono essere affrontati con riguardo alla necessità oramai inevitabile di riformare i meccanismi di rappresentanza e funzionamento delle grandi organizzazioni internazionali, come in primo luogo le Nazioni Unite;
è fondamentale, nella nuova realtà che si va delineando, che l'Unione europea ponga con forza la propria nuova idea di Stato nazionale. L'idea basilare delle grandi personalità europee, da Robert Schumann ad Adenauer, da De Gasperi ad Altiero Spinelli, fino a Mitterrand, Kohl, Delors e Prodi, è stata quella della cessione di sovranità a un soggetto sovra-nazionale, che potesse affrontare i problemi che si pongono su base globale con la dovuta visione d'insieme. Il progressivo allargamento, la tendenziale affiliazione al primo pilastro di Maastricht delle materie incluse negli altri due (politica estera e di difesa comune e politiche di giustizia e affari interni), l'introduzione della moneta unica e dell'accentramento in sede comunitaria della politica monetaria sono tutti elementi di un faticoso processo di unità e di condivisione dei destini dei popoli che offrono un esempio valevole su scala globale, nella tensione a forgiare un concetto di «cittadinanza mondiale»;
d'altronde, proprio l'attualità economico-finanziaria di queste settimane conferma l'impellente necessità di affrontare su scala mondiale i dilemmi economici e sociali del mondo: anche i più euroscettici oggi riconoscono che, se non fosse stato per l'iniziativa concreta di Gordon Brown, Sarkozy e Merkel, forse i mercati europei starebbero certo peggio di come stanno attualmente;
tutto ciò, come è noto, non disconosce che vi sono degli ambiti in cui al contrario è più opportuno che il Governo sia il più possibile minuto e cucito indosso alle popolazioni locali, secondo la saggia massima del principio di sussidiarietà, per la quale il Governo è tanto più democratico quanto più è vicino ai cittadini, e quindi l'ente superiore non deve fare nulla che non possa - alle medesime condizioni di costo e di beneficio - fare quello inferiore. Si tratta del secolare tema del federalismo, con cui da 230 anni si confrontano anche gli Stati Uniti, con esiti sempre nuovi ma spesso controversi;
la nuova distribuzione del potere economico non determina da sola l'affermazione di un nuovo governo globale del mondo: una riforma democratica della governance necessita anche di criteri quali l'affermazione del carattere democratico di ogni singolo attore del nuovo multilateralismo o, comunque, la concreta e comprovata volontà di ottenerlo;
in questo quadro è necessario stabilire alcune priorità qualificanti;
tra queste, occorre anzitutto perseguire una politica coerente e comune per regolamentare e governare i flussi migratori. Tali flussi sono sostanzialmente inarrestabili, almeno fino a quando non si procederà ad una redistribuzione, non solo della ricchezza, quanto delle risorse e, soprattutto, delle capacità di gestirle, processo che si prospetta inevitabilmente lungo. Non si possono, quindi, continuare a considerare i fenomeni migratori come emergenze temporanee: sono, invece, destinati a caratterizzare la nuova realtà globale. Abbiamo la necessità di acquisirela matura consapevolezza che non si può procedere alla globalizzazione finanziaria ed economica senza accettare quella umana, politica e culturale;
in secondo luogo appare necessario ricalibrare e correggere la tensione identitaria nazionale. Le aspirazioni nazionalistiche, come la storia d'Europa insegna, possono provocare pretese strumentali che, a loro volta, in alcune aree possono diventare motivo di forte instabilità politica e generare conflitti dalla difficile e spesso drammatica risoluzione;
in terzo luogo, è necessario affermare una politica comune di salvaguardia dell'ambiente, che punti in primo luogo allo sviluppo del risparmio energetico ed all'utilizzo di energia alternativa meno inquinante. È fondamentale diffondere la consapevolezza che sul fronte ambientale si gioca la partita della sopravvivenza del pianeta e che tale partita coinvolge anche i comportamenti individuali di ogni singolo cittadino, arbitro davvero, in questo caso, del suo destino. Sul terreno ambientale del resto si è giocata una significativa parte della campagna presidenziale americana: Barack Obama ha vinto proprio, e anche, sulla piattaforma del going green, vale a dire di efficiente uso delle risorse energetiche, sulla creazione di posti di lavoro nei settori ad alta propensione eco-compatibile, sul riciclaggio dei materiali e sul contenimento delle emissioni-serra. Su questo terreno - è importante osservare - lo stesso McCain ha perso non perché fosse contrario a queste istanze, ma perché non ha spinto su di esse abbastanza. Lo stesso governatore della California, Schwarzenegger, propugna una linea molto avanzata in fatto di tutela dell'aria e delle risorse naturali;
in quarto luogo, è necessario delineare una serie di interventi comuni per combattere la povertà nel mondo, non più solo attraverso una serie ripetuta di interventi assistenzialistici ed aiuti umanitari, ma anche attraverso la diffusione delle conoscenze e delle capacità necessarie a gestire e sviluppare le risorse. Una campagna mondiale di emancipazione dell'individuo;
in quinto luogo, è doveroso individuare le risorse che si devono considerare nella gestione globale del pianeta patrimonio comune dell'umanità. Tra queste certamente deve esserci l'acqua, rispetto alla quale si deve procedere a definire metodi di gestione accurati condivisi e diffusi. L'obiettivo deve essere quello evitare sprechi inaccettabili, garantire sempre l'accesso e evitare qualsiasi concentrazione nella gestione della risorsa;
è poi evidente come si debba superare l'affermazione di un sistema basato sull'economia finanziaria, restituendo la giusta centralità all'economia reale. Soprattutto a vantaggio dei Paesi più poveri. In questo senso vanno costruite comunque nuove regole e nuovi controlli per garantire la trasparenza dei mercati finanziari ed evitare quelle distorsioni speculative che hanno scatenato la crisi attuale;
bisogna, infine, in vista della revisione del trattato di non proliferazione, rilanciare l'impegno al disarmo nucleare, facendo del mancato ricorso agli armamenti nucleari uno dei principi qualificanti fondamentali per la partecipazione ai processi decisionali collettivi,

impegna il Governo:

ad inserire all'attenzione del prossimo G8, programmato all'Isola della Maddalena in Sardegna nel luglio 2009, come punti fondamentali nell'agenda dei lavori:
a) l'adozione di una nuova Bretton Woods, cioè la riorganizzazione del sistema monetario e finanziario internazionale, ormai in crisi e a rischio di collasso;
b) l'assunzione di politiche comuni in tema di governo dei flussi migratori;
c) la definizione di criteri riconoscibili e condivisibili per la legittimazione, in sede internazionale, delle rivendicazioni nazionali;
d) l'adozione piena e incondizionata da parte del Governo nazionale italiano dell'Action Plan europeo sull'ambiente, come illustrato dal Commissario europeo all'ambiente, Stavros Dimas, per cui i Governi dell'Unione europea si concentreranno nel prossimo quinquennio su quattro priorità: cambiamento climatico; natura e biodiversità; ambiente e salute; risorse naturali e rifiuti;
e) il rilancio dei principi di Kyoto, con la sollecitazione degli Usa ad aderire al relativo trattato, e l'indicazione delle misure che si intendono adottare per superare l'attuale sistema economico-finanziario basato fondamentalmente sul petrolio;
f) l'individuazione degli interventi necessari per combattere nel breve e medio periodo la povertà nel mondo;
g) l'affermazione del principio della pubblicità dell'acqua come bene comune patrimonio dell'umanità;
h) l'individuazione di interventi concreti per delineare nuove regole e controlli per la gestione dei mercati finanziari;
i) l'impegno comune al disarmo nucleare, facendone uno dei principi selettivi per la partecipazione agli organismi collettivi;
l) la definizione di un processo comune e delle sue condizioni minime necessarie, che, anche attraverso la partecipazione ai momenti di decisione globale e agli organismi a questa deputati, sia in grado di promuovere la diffusione della cultura e del metodo democratico in ogni singolo attore partecipante al governo della nuova realtà mondiale e dunque il possibile superamento dello stesso G8, con il suo eventuale allargamento a nuovi attori e partecipanti.
(1-00067)
«Evangelisti, Donadi, Borghesi, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Di Giuseppe, Favia, Aniello Formisano, Giulietti, Messina, Misiti, Mura, Monai, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Pisicchio, Porcino, Porfidia, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera».
(24 novembre 2008)

La Camera,
premesso che:
il prossimo G8, che si terrà in Italia nel 2009, costituisce un'ulteriore utile occasione per definire un percorso e individuare criteri condivisi per la definizione di una nuova governance mondiale:
in tale circostanza, la prima per il nuovo Presidente degli Stati Uniti, potranno essere riaffrontate con maggior decisione le questioni rimaste sul tavolo della riunione del 2008: la lotta ai cambiamenti climatici, la crisi alimentare, la stabilità finanziaria, la lotta al terrorismo e alla proliferazione nucleare e gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo;
il vertice della Maddalena costituirà anche l'occasione per rafforzare l'impegno a raggiungere entro il 2015 gli obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite;
pur riconoscendo che i cambiamenti climatici sono una delle grandi sfide globali della nostra era, l'opposizione dei Paesi emergenti, guidati da Cina e India, alla proposta degli otto Paesi più industrializzati di ridurre del 50 per cento le emissioni nocive entro il 2050 per combattere l'effetto serra, ha prodotto un generico impegno, senza cifre e date precise come, invece, ci si attendeva;
nel corso del G8 del 2008 è stata espressa una «profonda preoccupazione» per il fatto che l'Iran continui a non adempiere ai suoi obblighi internazionali sul problema del nucleare;
nel 2007 la spesa per le importazioni alimentari nei Paesi in via di sviluppo è aumentata del 25 per cento, a fronte di un aumento dei prezzi alimentari senza precedenti. Negli ultimi due anni ilprezzo del mais è raddoppiato, mentre il frumento ha raggiunto il prezzo più alto degli ultimi 28 anni;
l'aumento dei prezzi alimentari è dovuto sia alla crescita della classe media in Cina e in India, che ha aumento la domanda di proteine animali e quindi la richiesta di grandi quantità di cereali, che al massiccio impiego di prodotti alimentari per la produzione di biocarburanti;
sempre nel 2007 gli aiuti esteri da parte dei Paesi ricchi hanno registrato una flessione dell'8,4 per cento rispetto al 2006. Per i prossimi tre anni le nazioni sviluppate dovrebbero aumentare del 35 per cento i loro budget per gli aiuti umanitari, solo per far fronte agli impegni presi nel 2005;
l'attuale architettura globale è risultata ininfluente ed inefficace ad affrontare la crisi internazionale dei mercati finanziari che stiamo vivendo;
il caos finanziario attuale rappresenta il naturale corollario di una sequenza di bancarotte e fallimenti che avrebbero dovuto mettere in guardia le autorità bancarie e finanziarie dei singoli Paesi sui rischi che si stavano correndo, in primis gli Stati Uniti (bolla di internet, che ha bruciato oltre 3 mila miliardi di dollari nel 2000; bolla dei subprime, con cartolarizzazioni dei mutui residenziali con prodotti derivati sempre più rischiosi e lontani dai mutui originari);
l'eccezionale gravità della crisi ha evidenziato la fragilità di un sistema che è ancora ancorato agli accordi di Bretton Woods del 1944 e che ha spinto alcuni autorevoli esponenti politici, quali il Presidente francese Sarkozy, il Primo ministro britannico Brown e il Presidente tedesco Horst Köhler, ex direttore del Fondo monetario internazionale, a invocare una conferenza per tracciare i contorni di un nuovo sistema finanziario globale;
la decisione della Federal Reserve di finanziare quattro Paesi emergenti (Messico, Brasile, Sud Corea e Singapore) con 30 miliardi di dollari ciascuno è un altro segno che la crisi è globale e che questi Paesi sono essenziali per l'equilibrio mondiale, per cui ogni tentativo di realizzare un nuovo ordine, una nuova governance mondiale non potrà avere buon fine senza la loro presenza, anche se questo potrebbe rendere più difficile il negoziato e più lunga la sua conclusione per le evidenti contrapposizioni di interessi;
come dichiarato da Strauss-Kahn, direttore del Fondo monetario internazionale, nel corso del Comitato dei ministri di alcune settimane fa, al Fondo spetta il ruolo di «trarre le necessarie lezioni di politica economica dalla crisi in corso ed indicare le raccomandazioni per ristabilire la fiducia e la stabilità»;
in tale ottica, il comitato interministeriale del Fondo monetario internazionale potrebbe costituire il luogo deputato in cui i Governi discutano dell'agenda finanziaria internazionale, concordino azioni collettive, verifichino l'andamento delle economie ed esercitino pressioni reciproche;
sin dal 1994, con il crollo del dollaro sullo yen, erano forti e presenti le preoccupazioni sulla stabilità e sul ruolo degli speculatori nei mercati valutari in mancanza di strumenti efficaci e controlli sulle loro operazioni finanziarie e sui comportamenti dei vari attori della vita economica (le agenzie di certificazioni di bilancio, di rating, di consulenza, di collocamento di azioni e obbligazioni ed altri), ma non si adottarono provvedimenti conseguenti;
la mancata chiusura degli accordi sugli scambi multilaterali del Doha round crea ulteriori preoccupazioni sul futuro dell'economia internazionale, in presenza della contemporaneità della crisi finanziaria;
sono sempre maggiori le critiche all'operato della Banca mondiale in tema di scarsa trasparenza, di insufficiente consultazione della società civile, di mancato rispetto delle norme socio-ambientali ed applicazione di un modello di sviluppo esclusivamente basato sul mercato,

impegna il Governo:

a promuovere l'allargamento del G8 ai Paesi emergenti, operando per ottenere il consenso anche dei membri dell'organizzazione meno inclini alla necessità di aperture multilaterali;
a prevedere, sollecitando anche i Paesi membri del G8 in tal senso, un maggior impegno finanziario per rafforzare la capacità del World Food Program di effettuare distribuzioni alimentari generali e altri interventi a fronte della crescente crisi alimentarle mondiale;
ad attuare ogni utile iniziativa volta a favorire la ripresa del tavolo del Doha round, aperto da sette anni, al fine di realizzare una compiuta apertura dei mercati e un libero sistema di accordi di scambio multilaterali, quale garanzia di pace e di tutela dei Paesi più deboli e quale volano per sostenere la domanda aggregata mondiale;
a rispettare gli obiettivi fissati dal Consiglio europeo nel marzo 2007, che prevedono, per il 2020, il risparmio nei consumi energetici del 20 per cento rispetto alle proiezioni tendenziali, il soddisfacimento del 20 per cento dei consumi energetici con fonti energetiche rinnovabili e la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 20 per cento rispetto al 1990;
in vista della prossima convenzione di Copenaghen del novembre 2009, che dovrà delineare il post-Kyoto, a farsi promotore di una forte azione diretta ad una più grande mobilitazione di risorse finanziarie sia nazionali che internazionali, per perseguire con determinatezza la lotta alla riduzione dei gas nocivi;
a perseverare nella ricerca di una «soluzione diplomatica» del problema dell'Iran, invitando Teheran ad agire «in modo responsabile e costruttivo»;
ad intraprendere ogni utile azione volta al perseguimento degli 8 obiettivi di sviluppo del millennio, in particolare per realizzare un sistema commerciale e finanziario che sia fondato su regole certe, prevedibili e non discriminatorie, tenendo conto dei bisogni dei Paesi meno sviluppati;
ad affrontare, con un approccio maggiormente incisivo, il problema del debito dei Paesi in via di sviluppo, al fine di renderlo sostenibile nel lungo termine, sollecitando l'eliminazione da parte dei Paesi più restii dei dazi e dei vincoli di quantità per le esportazioni, oltre alla cancellazione del debito bilaterale, e a prevedere una maggiore assistenza allo sviluppo per quei Paesi impegnati nella riduzione della povertà;
a sollecitare l'adozione di un nuovo sistema di regole per gli operatori dei mercati finanziari, così come ha ripetutamente suggerito il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, limitando la creatività nella finanza, imponendo regole più severe, più trasparenti e procedendo ad una ricognizione e ad un miglioramento degli strumenti di sorveglianza;
a recuperare e valorizzare il ruolo del Fondo monetario internazionale, quale soggetto attivo non di vigilanza (con i conseguenti poteri amministrativi) ma di sorveglianza multilaterale sulle posizioni di credito e debito dei Paesi aderenti, in particolare di quelli più deboli, segnalando tempestivamente gli eventuali rischi;
a promuovere, conseguentemente, anche una radicale riforma della Banca mondiale, allo scopo di metterla nelle condizioni di svolgere il ruolo di motore dello sviluppo dei Paesi più poveri;
a rafforzare l'azione diretta a restituire un sereno clima di fiducia nel mercato ai risparmiatori, affinché tornino ad investire nell'economia reale.
(1-00068)
«Vietti, Buttiglione, Pezzotta, Volontè, Galletti, Occhiuto, Rao, Ciccanti, Compagnon, Naro».
(24 novembre 2008)

La Camera,
premesso che:
il prossimo G8, che si terrà in Italia nel 2009, costituisce un'ulteriore utile occasione per definire un percorso e individuare criteri condivisi per la definizione di una nuova governance mondiale:
in tale circostanza, la prima per il nuovo Presidente degli Stati Uniti, potranno essere riaffrontate con maggior decisione le questioni rimaste sul tavolo della riunione del 2008: la lotta ai cambiamenti climatici, la crisi alimentare, la stabilità finanziaria, la lotta al terrorismo e alla proliferazione nucleare e gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo;
il vertice della Maddalena costituirà anche l'occasione per rafforzare l'impegno a raggiungere entro il 2015 gli obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite;
pur riconoscendo che i cambiamenti climatici sono una delle grandi sfide globali della nostra era, l'opposizione dei Paesi emergenti, guidati da Cina e India, alla proposta degli otto Paesi più industrializzati di ridurre del 50 per cento le emissioni nocive entro il 2050 per combattere l'effetto serra, ha prodotto un generico impegno, senza cifre e date precise come, invece, ci si attendeva;
nel corso del G8 del 2008 è stata espressa una «profonda preoccupazione» per il fatto che l'Iran continui a non adempiere ai suoi obblighi internazionali sul problema del nucleare;
nel 2007 la spesa per le importazioni alimentari nei Paesi in via di sviluppo è aumentata del 25 per cento, a fronte di un aumento dei prezzi alimentari senza precedenti. Negli ultimi due anni il prezzo del mais è raddoppiato, mentre il frumento ha raggiunto il prezzo più alto degli ultimi 28 anni;
l'aumento dei prezzi alimentari è dovuto sia alla crescita della classe media in Cina e in India, che ha aumento la domanda di proteine animali e quindi la richiesta di grandi quantità di cereali, che al massiccio impiego di prodotti alimentari per la produzione di biocarburanti;
sempre nel 2007 gli aiuti esteri da parte dei Paesi ricchi hanno registrato una flessione dell'8,4 per cento rispetto al 2006. Per i prossimi tre anni le nazioni sviluppate dovrebbero aumentare del 35 per cento i loro budget per gli aiuti umanitari, solo per far fronte agli impegni presi nel 2005;
l'attuale architettura globale è risultata ininfluente ed inefficace ad affrontare la crisi internazionale dei mercati finanziari che stiamo vivendo;
il caos finanziario attuale rappresenta il naturale corollario di una sequenza di bancarotte e fallimenti che avrebbero dovuto mettere in guardia la autorità bancarie e finanziarie dei singoli Paesi sui rischi che si stavano correndo, in primis gli Stati Uniti (bolla di internet, che ha bruciato oltre 3 mila miliardi di dollari nel 2000; bolla dei subprime, con cartolarizzazioni dei mutui residenziali con prodotti derivati sempre più rischiosi e lontani dai mutui originari);
l'eccezionale gravità della crisi ha evidenziato la fragilità di un sistema che è ancora ancorato agli accordi di Bretton Woods del 1944 e che ha spinto alcuni autorevoli esponenti politici, quali il Presidente francese Sarkozy, il Primo ministro britannico Brown e il Presidente tedesco Horst Köhler, ex direttore del Fondo monetario internazionale, a invocare una conferenza per tracciare i contorni di un nuovo sistema finanziario globale;
la decisione della Federal Reserve di finanziare quattro Paesi emergenti (Messico, Brasile, Sud Corea e Singapore) con 30 miliardi di dollari ciascuno è un altro segno che la crisi è globale e che questi Paesi sono essenziali per l'equilibrio mondiale, per cui ogni tentativo di realizzare un nuovo ordine, una nuova governance mondiale non potrà avere buon fine senza la loro presenza, anche se questo potrebberendere più difficile il negoziato e più lunga la sua conclusione per le evidenti contrapposizioni di interessi;
come dichiarato da Strauss-Kahn, direttore del Fondo monetario internazionale, nel corso del Comitato dei ministri di alcune settimane fa, al Fondo spetta il ruolo di «trarre le necessarie lezioni di politica economica dalla crisi in corso ed indicare le raccomandazioni per ristabilire la fiducia e la stabilità»;
in tale ottica, il comitato interministeriale del Fondo monetario internazionale potrebbe costituire il luogo deputato in cui i Governi discutano dell'agenda finanziaria internazionale, concordino azioni collettive, verifichino l'andamento delle economie ed esercitino pressioni reciproche;
sin dal 1994, con il crollo del dollaro sullo yen, erano forti e presenti le preoccupazioni sulla stabilità e sul ruolo degli speculatori nei mercati valutari in mancanza di strumenti efficaci e controlli sulle loro operazioni finanziarie e sui comportamenti dei vari attori della vita economica (le agenzie di certificazioni di bilancio, di rating, di consulenza, di collocamento di azioni e obbligazioni ed altri), ma non si adottarono provvedimenti conseguenti;
la mancata chiusura degli accordi sugli scambi multilaterali del Doha round crea ulteriori preoccupazioni sul futuro dell'economia internazionale, in presenza della contemporaneità della crisi finanziaria;
sono sempre maggiori le critiche all'operato della Banca mondiale in tema di scarsa trasparenza, di insufficiente consultazione della società civile, di mancato rispetto delle norme socio-ambientali ed applicazione di un modello di sviluppo esclusivamente basato sul mercato,

impegna il Governo:

a promuovere l'allargamento delle riunioni G8 secondo un'architettura a geometria variabile, con l'inclusione di Paesi ritenuti di volta in volta importanti nelle materie di dialogo;
a prevedere, sollecitando anche i Paesi membri del G8 in tal senso, un maggior impegno anche finanziario per rafforzare la capacità del World Food Program di effettuare distribuzioni alimentari generali e altri interventi a fronte della crescente crisi alimentare mondiale;
ad attuare ogni utile iniziativa volta a favorire la ripresa del tavolo del Doha round, aperto da sette anni, al fine di realizzare una compiuta apertura dei mercati e un libero sistema di accordi di scambio multilaterali, quale garanzia di pace e di tutela dei Paesi più deboli e quale volano per sostenere la domanda aggregata mondiale;
in vista della prossima convenzione di Copenaghen del novembre 2009, che dovrà delineare il post-Kyoto, a farsi promotore di una forte azione diretta ad una più grande mobilitazione di risorse finanziarie per perseguire con determinazione la lotta alla riduzione dei gas nocivi;
a perseverare nella ricerca di una «soluzione diplomatica» del problema dell'Iran, invitando Teheran ad agire «in modo responsabile e costruttivo»;
ad intraprendere ogni utile azione volta al perseguimento degli 8 obiettivi di sviluppo del millennio, in particolare per realizzare un sistema commerciale e finanziario che sia fondato su regole certe, prevedibili e non discriminatorie, tenendo conto dei bisogni dei Paesi meno sviluppati;
ad incoraggiare, coerentemente con le linee guida adottate in sede Ocse, l'adozione di un approccio maggiormente incisivo al problema del debito dei Paesi in via di sviluppo, al fine di renderlo sostenibile nel lungo termine, e in questo contesto promuovere una maggiore assistenza allo sviluppo per quei Paesi impegnati nella riduzione della povertà;
a sollecitare l'adozione di un nuovo sistema di regole per gli operatori dei mercati finanziari, così come ha ripetutamente suggerito il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, imponendo regole più severe, più trasparenti e procedendo ad una ricognizione e ad un miglioramento degli strumenti di sorveglianza;
a recuperare e valorizzare il ruolo del Fondo monetario internazionale, quale soggetto attivo nel contesto della sorveglianza multilaterale sulle posizioni di credito e debito dei Paesi aderenti, in particolare di quelli più deboli, segnalando tempestivamente gli eventuali rischi;
a promuovere, conseguentemente, anche una radicale riforma della Banca mondiale, allo scopo di metterla nelle condizioni di svolgere il ruolo di motore dello sviluppo dei Paesi più poveri;
a rafforzare l'azione diretta a restituire un sereno clima di fiducia nel mercato ai risparmiatori, affinché tornino ad investire nell'economia reale.
(1-00068) (Nuova formulazione) «Vietti, Buttiglione, Pezzotta, Volonté, Galletti, Occhiuto, Rao, Ciccanti, Compagnon, Naro».
(24 novembre 2008)

INTERPELLANZE URGENTI

A)

Iniziative per la modifica del decreto ministeriale del 23 aprile 2008 in materia di rideterminazione delle piante organiche degli uffici del giudice di pace - 2-00210

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
in data 23 aprile 2008 l'allora Ministro della giustizia uscente, con proprio decreto ministeriale, rideterminava le piante organiche degli oltre ottocento uffici del giudice di pace dislocati sul territorio nazionale, non attenendosi al parere del Consiglio superiore della magistratura espresso nella seduta plenaria del 21 dicembre 2006;
l'effetto del citato atto è che si passerà, sulla base dei dati statistici del ministero della giustizia relativi al 2007, da uffici del giudice di pace con carichi di lavoro di 8 procedimenti per giudice (S. Nicolò Gerei, in provincia di Cagliari) ad uffici con carichi di lavoro di 3.695 procedimenti per giudice (Laviano, in provincia di Salerno);
occorre precisare che l'emissione del decreto predetto teneva conto di premesse legislative e considerazioni in merito alla rilevazione dei procedimenti effettivamente esauriti dal personale giudicante in territorio nazionale, tanto che il Ministro individuava il numero di procedimenti mediamente definibili, complessivamente, per ogni settore, da ciascun giudice traendo le siffatte conclusioni di revisionare le piante organiche in conformità alle indagini e risultanze acquisite e di ridistribuire le risorse organiche di ciascuna sede giudiziaria «operando un riequilibrio tra gli uffici caratterizzati da carichi di lavoro esigui e gli uffici ove si registrano condizioni di disagio operativo»;
la determinazione degli organici del giudice di pace, attualmente prevista dalla legge istitutiva del 21 novembre 1991, n. 374, in 4.700 unità, è frutto di un disegno del legislatore che prevedeva l'istituzione di un giudice della terza età impegnato a tempo molto parziale, quando invece le unità dovrebbero essere fissate nelle attuali 3.500, perlomeno sino alla tanto attesa riforma dell'ordinamento della magistratura di pace che dia un assetto ponderato ed organico alla materia;
peraltro, la radicale trasformazione della figura del giudice di pace, con l'apertura ai giovani, l'aumento progressivo delle competenze e la naturale professionalizzazione della sua attività, hanno determinato la conformazione di una figura del giudice di pace assolutamente diversa da quella originariamente concepita, essendo esso attualmente impegnato a tempo pieno nell'esercizio della funzione giudiziaria;
gli attuali 3.000 giudici di pace, che sono penalizzati dalla cattiva distribuzione sul territorio nazionale, sono già oggi in grado di garantire il rapido ed efficiente smaltimento dei procedimenti iscritti (complessivamente circa due milioni l'anno) attraverso la definizione di processi civili con una media di 340 giorni, ovvero un terzo del tempo necessario per la definizione dei processi innanzi ai tribunali;inoltre la percentuale di impugnazione delle sentenze dei giudici di pace si attesta all'8 per cento a riprova della notevole qualità del lavoro da essi svolto;
il cosiddetto «decreto Scotti» vuole ridisegnare l'intera geografia degli uffici giudiziari del giudice di pace, a parere degli interpellanti, andando ad incidere in via diretta sull'esercizio della giurisdizione, nonché sull'organizzazione degli uffici: la sua attuazione determinerebbe un grave ed irreparabile pregiudizio al funzionamento dell'unico organo della giustizia che negli ultimi anni ha operato con celerità ed efficienza, rallentando i tempi di definizione delle pratiche e determinando, in alcune sedi maggiori, ove si registrano pesanti carenze nel personale amministrativo ed inidoneità delle strutture, addirittura la paralisi degli uffici;
già oggi a Roma, per fare un esempio significativo da dati acquisiti, lo scarso personale amministrativo in servizio non è in grado di prestare adeguata assistenza ai 130 giudici in servizio, come più volte evidenziato dalla stampa e dalle televisioni locali e nazionali, con ritardi da parte delle cancellerie nelle notifiche degli atti e nella pubblicazione delle sentenze di 6 mesi ed oltre; l'arrivo di 80 nuovi giudici, i quali, peraltro, dovrebbero operare in spazi ridottissimi e normativamente inadeguati (con il rischio della chiusura dell'ufficio per ragioni di sicurezza), non consentirebbe alle cancellerie neppure il compimento di atti elementari di organizzazione, quale la predisposizione dei ruoli d'udienza dei giudici o la registrazione al computer dell'esito delle cause trattate;
inoltre, in previsione di un ulteriore aumento delle competenze civili e penali e della razionalizzazione delle risorse umane mediante una ponderata rideterminazione delle piante organiche degli uffici, è ragionevole prevedere che un organico di 3.500 giudici di pace, impiegati a tempo pieno o prevalente, potrebbe garantire il funzionamento a pieno regime degli uffici, tenendo anche conto dell'aumento della competenza per valore che è prevista nella riforma del codice di procedura civile in discussione in Parlamento;
l'esigenza di una riforma complessiva dello status di tali magistrati è stata già individuata dal legislatore con legge 17 agosto 2005, n. 168, che all'articolo 9 comma 2 ha previsto la conferma per un terzo mandato quadriennale dei giudici di pace;
la riduzione di 1.200 unità garantirebbe, tenuto conto delle indennità fisse mensili ammontanti ad euro 258,33 per undici mesi (euro 258,33 x 1.200 x 11 = euro 3.409.956,00) e delle indennità di udienza euro 36,15 fino ad un massimo di 110 l'anno (euro 36,15 x 110 x 1.200 = euro 4.771.800,00) un risparmio per la finanza pubblica quantificabile in euro 8.181.756,00, come peraltro già conteggiato (su un numero di 4.000 giudici di pace) nella proposta di legge n. 2788 presentata nella XV legislatura dagli onorevoli Marinello, Alfano ed altri e ripresentata dall'onorevole Marinello ed altri con il n. 911 «Disposizioni in materia di durata dell'ufficio, trattamento previdenziale e ruolo organico dei giudici di pace»;
per quanto riguarda il merito del provvedimento contestato, esso pare basato su dati statistici vetusti, risalenti al 2003, come confermato da fonti ufficiali nel corso del convegno dell'Unione nazionale dei giudici di pace tenutosi a Chieti il 25 ottobre 2008, e non ha acquisito dati di ben 90 sedi, fra le quali Napoli e popolosi comuni della provincia (Ottaviano, Acerra, Casoria, Aversa, Sorrento), Benevento, Messina, Lecce, Firenze, Siracusa, Catanzaro, Genova, Pisa, Como, Reggio Calabria, Trieste, ragion per cui l'attuazione del decreto, come già accennato, darebbe luogo a disparità di carico di lavoro per i giudici assegnati alle varie sedi;
nel dettaglio, 75 sedi avrebbero un carico di lavoro per giudice da 300 a 3.695 procedimenti l'anno, 85 sedi un carico tra 201 e 300 procedimenti l'anno, 360 sedi un carico di lavoro da 100 a 200 procedimenti e 329 sedi avrebbero un carico di lavoro inferiore a 100 procedimenti l'anno. Lesedi con scarso carico di lavoro sono uffici medio grandi, dislocati presso capoluoghi di regione o di provincia: da Genova a Venezia, Ancona, Palermo, Firenze, Cagliari, Bolzano, Reggio Calabria, Catanzaro, Trieste, e molte altre sedi tra le quali tutti i capoluoghi di provincia siciliani, generando una sperequazione gestionale quantomeno impropria tra giudici che esercitano la medesima funzione giurisdizionale;
l'attuazione del suddetto decreto ministeriale, con una pianta organica completa e maldistribuita sul territorio nazionale, impedirebbe, di fatto, la riforma della magistratura di pace ed i notevoli risparmi di spesa che ne deriverebbero;
infatti, sotto l'aspetto della finanza pubblica, il decreto è altrettanto lesivo: eliminando il blocco dei concorsi disposto nel 2004, provocherebbe l'immediata nomina di 1.700 nuovi giudici di pace, presso sedi che non necessitano di altri giudici, e comporterebbe un aumento della spesa ipotizzabile in 12 milioni di euro l'anno (calcolato moltiplicando le indennità fisse mensili e per udienza previste dalla legge con il numero dei nuovi giudici nominati);
il decreto pregiudicherebbe definitivamente la possibilità di intervenire incisivamente sull'organizzazione degli uffici del giudice di pace, precludendo un riassetto necessario e non più prorogabile, vanificando, di fatto, la possibilità di razionalizzare le risorse umane e materiali disponibili;
ciò si potrebbe esplicitare riducendo gli organici dei giudici di pace previsti dalle legge (4.700), in esubero rispetto alle effettive esigenze con un risparmio di spesa, valutabile in 6/7 milioni di euro, che consentirebbe, più razionalmente l'utilizzo di danaro pubblico per l'assunzione di nuovo personale amministrativo; in secondo luogo operando una migliore distribuzione sul territorio dei giudici, tale da garantire un'equa e ponderata ripartizione dei carichi di lavoro (quantificabili in circa 200-400 procedimenti per giudice, salvaguardando, però tutti i presìdi giudiziari, tenendo conto dell'orografia del territorio, che hanno un carico di lavoro oltre i 100/150 procedimenti all'anno);
per tutto quanta sopra si ravviserebbe necessario bloccare il corso e le conseguenze di tale improvvido, secondo gli interpellanti, decreto ministeriale del 23 aprile 2008, adottato in limine in prossimità della fine della XV legislatura, che, di fatto, ha riaperto l'immissione dei giu-dici di pace negli uffici con pianta organica incompleta -:
quali provvedimenti intenda assumere il Governo per bloccare le conseguenze del decreto ministeriale del 23 aprile 2008, che influisce pesantemente sulla rideterminazione del ruolo organico della magistratura di pace con effetti pregiudizievoli sia di sperequazione gestionale tra giudici che esercitano la medesima funzione giurisdizionale, sia sulla finanza pubblica, secondo quanto esposto in premessa, nonché a tutela dei pubblici interessi in quanto eventuali risorse finanziarie aggiuntive potrebbero essere utilizzate per potenziare il personale giudiziario amministrativo, valutando la possibilità di razionalizzare le risorse umane e materiali disponibili per il miglior funzionamento della giustizia, in attesa della complessiva riforma dell'ordinamento della magistratura di pace, per cui andrebbe valutata la sospensione delle nuove immissioni in servizio dei giudici di pace.
(2-00210)
«Pelino, Mistrello Destro, Mottola, Giammanco, Abelli, Bocciardo, Saglia, De Camillis, Nola, Di Virgilio, Faenzi, Palumbo, De Corato, Nastri, Gottardo, Golfo, Dell'Elce, Fucci, Formichella, Milanato, Calabria, Antonino Foti, Di Biagio, Vincenzo Antonio Fontana, Berardi, Angeli, Cazzola, Frassinetti, Murgia, Barani, Catone, Raisi, Minasso, Sammarco, Carlucci, Scapagnini, Di Centa, Romele».

B)

Orientamenti del Governo in relazione alle opere infrastrutturali necessarie per lo sviluppo del Paese e ad iniziative normative in materia - 2-00220

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina è un'aspirazione storica da oltre duemila anni;
il secondo Governo Berlusconi nel 2005 ha svolto la gara per il contraente generale vinta da una cordata internazionale con capofila Impregilo s.p.a.;
l'attuale Governo, pur annunciando ripetutamente di voler realizzare il ponte ha utilizzato invece i fondi pubblici ex Fintecna, in precedenza destinati dal Governo Prodi-Di Pietro ad opere indispensabili e propedeutiche nelle due regioni, per finanziare l'abrogazione dell'Ici;
è convinzione diffusa che la crisi finanziaria ed economica mondiale si può superare orientando grandi investimenti verso piani impegnativi di opere pubbliche in tutti i Paesi sviluppati;
l'Italia, con la sua arretratezza infrastrutturale, paradossalmente è un Paese in cui le opere pubbliche locali, regionali e nazionali saranno essenziali per lo sviluppo;
la quantificazione delle risorse necessarie per le opere previste nel documento di programmazione economico-finanziaria 2009-2013 è di 46 miliardi di euro, nel bilancio dello Stato ne risultano disponibili soltanto 15;
negli anni in cui è stata operativa nel nostro Paese la cosiddetta «legge obiettivo» sono state messe in cantiere opere per 20 miliardi di euro: numeri che ci relegano molto indietro rispetto a diversi altri Paesi europei;
sarebbero già pronte a quanto si apprende, da fonti di stampa, delibere Cipe, per specifiche opere infrastrutturali;
il ricorso ai fondi Cipe non rappresenta una novità e non è certamente la chiave di volta per risolvere un ritardo infrastrutturale che nel nostro Paese ha radici molto più profonde, non solo di natura economica;
gli ostacoli burocratici restano un problema da risolvere, visto che la stessa legge obiettivo si è rivelata spesso di difficile attuazione e che, come voci autorevoli affermano, il sistema di governance in Italia sconsiglia gli investimenti privati in opere pubbliche;
il progetto dell'alta velocità ferroviaria è stato avviato nel 1994 ma non è ancora terminato mentre i suoi costi sono aumentati raggiungendo, secondo dati della Corte dei Conti, i 73 milioni di euro al chilometro;
siamo di fronte ad un sistema nel suo complesso farraginoso che meriterebbe regole più chiare e più precise e controlli adeguati;
per definire una gara servono mediamente, secondo i dati dell'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici, servizi e forniture, da 600 a 1.500 giorni;
interventi fondamentali, come la metropolitana di Roma, non hanno più confini temporali e per la loro spesa effettiva non pare possibile azzardare previsioni, a Torino, secondo sempre quanto riportato dalla stampa a 20 mesi dalla fine delle olimpiadi erano state completate 55 delle 105 opere messe in cantiere;
siamo di fronte a sprechi, ritardi ed omissioni che non possiamo più permetterci;
davanti a tutto questo il Governo continua nella politica degli annunci di sole grandi opere, mentre definanzia gli investimenti per le strade provinciali, e faricorso ai fondi del Cipe per mancanza di reali alternative economiche -:
quali siano i progetti concreti, le opere infrastrutturali che il Governo considera realisticamente necessarie per lo sviluppo del Paese e quali siano le risorse pubbliche impegnabili e se non ritenga necessario intervenire per regolare in maniera più snella ed organica un settore che ha bisogno di regole certe e controlli costanti per il loro rispetto come sola condizione per attirare risorse provenienti dal risparmio privato.
(2-00220)
(Nuova formulazione) «Donadi, Evangelisti, Borghesi, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Costantini, Di Giuseppe, Di Pietro, Favia, Aniello Formisano, Giulietti, Messina, Misiti, Monai, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palomba, Palagiano, Piffari, Pisicchio, Porcino, Porfidia, Razzi, Scilipoti, Rota, Zazzera».

C)

Vicenda della concessione demaniale rilasciata dall'Autorità portuale di Bari alla società Bari Porto Mediterraneo - 2-00233

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
la vicenda della concessione demaniale n. 3/04 rilasciata dall'Autorità portuale di Bari alla società Bari porto mediterraneo s.r.l. suscita negli interpellanti notevoli perplessità;
con riferimento a tale vicenda è intervenuto il Governo con la risposta all'interrogazione n. 4-00325 presentata al Senato della Repubblica dal senatore Nicola Latorre e pubblicata il 15 luglio 2008, risposta che risulta essere fondata esclusivamente sugli elementi forniti dall'«organo di vertice» dello stesso ente portuale, apparendo pertanto agli interpellanti priva di un effettivo riscontro sulla obiettiva realtà dei fatti;
successivamente, sono stati formalmente forniti al ministero delle infrastrutture e dei trasporti da parte della suddetta società, dettagliati dati documentali dai quali si evince la palese erroneità delle informazioni fornite dall'Autorità portuale su aspetti essenziali della vicenda, quale ad esempio l'entità del canone demaniale totale, indicato dall'Autorità portuale nella somma di 250.000 euro, laddove questa cifra costituisce soltanto una minima parte del canone complessivamente pagato dalla società concessionaria e pari ad euro 2.078.406 per il 2005, euro 2.294.892 per il 2006 ed euro 2.760.850 per il 2007;
appare necessario sottolineare la gravità di queste ambigue informazioni fornite dall'Autorità portuale, tali da fuorviare le valutazioni del medesimo ministero delle infrastrutture e dei trasporti in merito a questa incresciosa vicenda che, paradossalmente, ha visto l'Autorità portuale attaccare, con un pesante ed infondato contenzioso, una società (Bari Porto Mediterraneo) di cui detiene il 30 per cento delle azioni e che ha finora gestito con grande efficienza i servizi ai passeggeri nel porto di Bari, (come riconosciuto dallo stesso ente portuale) e che tra l'altro all'epoca era guidata proprio dall'attuale Presidente dell'Autorità portuale, Francesco Palmiro Mariani;
infatti proprio nel Piano operativo triennale 2007-2009, tuttora vigente, approvato dal Comitato portuale nel marzo 2007, è riportato: «La Bari Porto Mediterraneo: Una proposta per la crescita. La Bari Porto Mediterraneo ha svolto un ruolo di grande rilievo per la crescita del Porto di Bari attraverso l'efficiente e proficua gestione del terminal crociere e del terminal traghetti»;
quanto predetto evidenzia palesemente le contraddizioni con cui lo stesso Presidente dell'Autorità portuale ha condotto operativamente l'attività gestionale all'interno dell'area portuale;
inoltre va aggiunto che nello stesso Piano operativo triennale 2007-2009 l'Autorità portuale di Bari ha legittimato le procedure di legge adottate per la costituzione della Bari Porto Mediterraneo, proponendo un nuovo progetto sulla evoluzione della Bari Porto Mediterraneo e utilizzando le stesse procedure di legge adottate per la sua costituzione;
infatti tale progetto all'interno del piano operativo triennale riportava: «Ricondurre la Bari Porto Mediterraneo alla sua natura di società, costituita nei fatti ai sensi del comma 5, dell'articolo 23 della legge 84/94, fatto quest'ultimo, che ha consentito di collocare, presso la Bari Porto Mediterraneo, il personale in esubero dell'Autorità portuale, come da accordo sindacale del 5 dicembre 2004 e di non procedere all'affidamento dei servizi secondo le modalità di cui al comma 5, dell'articolo 6 della citata legge 84/94 (...). Pertanto, al fine di cogliere tutte le potenzialità derivanti dalla costituzione della Bari Porto Mediterraneo, si ritiene che si debbano proporre ai soci della Bari Porto Mediterraneo le seguenti iniziative, tenuto presente il contesto del Porto di Bari: trasformazione della Bari Porto Mediterraneo in una s.p.a. "holding operativa", con partecipazione minoritaria dell' Autorità portuale, ai sensi del comma 5, dell'articolo 23 della legge 84/94. La Bari Porto Mediterraneo "holding operativa" dovrebbe gestire la stazione marittima car-ferries in quanto servizio di interesse generale ai sensi del decreto ministeriale 14 novembre 1994. La Bari Porto Mediterraneo "holding" dovrebbe costituire una seconda società per la gestione del terminal crociere aperta alla partecipazione maggioritaria degli operatori crocieristici già presenti in porto, sempre ai sensi del comma 5, dell'articolo 23 della legge 84/94»;
inoltre è importante evidenziare come l'attuale Presidente dell'Autorità portuale sia in carica (compreso l'iniziale periodo commissariale) dal dicembre 2005 e che, inoltre, ha preteso e rivestito contemporaneamente dal giugno del 2006 al giugno del 2007, il ruolo di Presidente della Bari Porto Mediterraneo, come precedentemente riportato, e che durante tale periodo, ha approvato il suesposto progetto sulla evoluzione della Bari Porto Mediterraneo (nel comitato portuale del marzo 2007) e ufficialmente presentato ai soci della stessa Bari Porto Mediterraneo (nel corso dell'assemblea dei soci del 10 maggio 2007);
successivamente, sebbene lo stesso Presidente dell'Autorità portuale nel dicembre 2007, con riferimento al predetto progetto sull'evoluzione della Bari Porto Mediterraneo, abbia chiesto ed ottenuto la convocazione dell'assemblea dei soci della società per discutere il seguente ordine del giorno: «Proposta relativa alla trasformazione della Bari Porto Mediterraneo da s.r.l. in s.p.a. ed alle conseguenti modifiche statutarie», il rappresentante dell'ente portuale, inspiegabilmente abbandonava l'assemblea prima di discutere su tale punto all'ordine del giorno;
conseguentemente nell'ambito della medesima assemblea si deliberava di rinviare la decisione definitiva a seguito dell'elaborazione di un opportuno studio di fattibilità tecnico, economico-finanziario e legale;
nel gennaio 2008, inoltre, il gruppo consiliare dell'Italia dei Valori del comune di Bari, attraverso una interrogazione al Sindaco di Bari e pubblicata dal quotidiano locale Bari sera denunciava che: «L'Autorità portuale di Bari sta mettendo in atto un'azione di boicottaggio nei confronti della società Bari Porto Mediterraneo creando disagi operativi alla società, in quanto gli altri soci della medesima Bari Porto Mediterraneo non avevano complessivamente condiviso il progetto sulla evoluzione della società voluto dal Presidente dell'Autorità portuale, e chiedeva l'intervento del Sindaco di Bari sullo stesso Presidente Mariani, in quanto nominato su sua designazione, al fine di indurlo al dialogo per evitare prevedibili riflessi negativi sullo scalo barese»;
successivamente, in maniera improvvisa e tuttora inspiegabile, l'Autorità portuale cambiava parere sulla Bari Porto Mediterraneo considerandola non più unasocietà da far crescere, ma ponendo addirittura in discussione la costituzione della stessa società, nonché l'affidamento della concessione demaniale, entrambi avvenuti nel 2004 ad opera del precedente Presidente dell'Autorità portuale, chiedendone un parere all'Avvocatura distrettuale dello Stato di Bari;
nell'ottobre 2008 la stessa Avvocatura dello Stato trasmettendo all'Autorità portuale il parere richiesto, ha (così come anche su altri aspetti rappresentati in modo secondo gli interpellanti non obiettivo dalla stessa Autorità portuale e recepiti nella risposta alla suesposta interrogazione n. 4-00325) sostanzialmente smentito alcune formulazioni dello stesso ente;
inoltre la diffusione oltre ogni misura agli organi di stampa, da parte dell'Autorità portuale, di questi dati parziali e faziosamente distorti, in quanto non rispondenti alla realtà, ha alimentato un battage «mediatico» tale da indurre addirittura all'apertura di un'indagine giudiziaria;
va aggiunto tra l'altro, che recentemente il Presidente dell'Autorità portuale, nonostante le cautele prospettate al riguardo dall'Avvocatura dello Stato, ha con vera e propria ostinazione indotto il comitato portuale ad aprire un procedimento in autotutela per l'annullamento d'ufficio delle delibere istitutive della Bari Porto Mediterraneo, con il rischio di sconvolgere l'attuale assetto organizzativo dei servizi passeggeri nello scalo barese, e per di più esporre l'Autorità portuale, e conseguentemente l'erario, alle inevitabili richieste risarcitorie da parte dei soci della Bari Porto Mediterraneo gravemente danneggiati da questo irragionevole conflitto generato dallo stesso Presidente;
le conseguenze prevedibili e penalizzanti di quanto predetto rischiano di generare una gravissima crisi economica ed occupazionale, in quanto se dovesse deliberarsi l'autotutela, i principali operatori del porto di Bari resterebbero esclusi dalla gestione dei servizi pubblici in questione nel porto di Bari e verrebbero surrogati da nuovi soggetti probabilmente del tutto estranei e lontani dalla vita dello scalo e dallo stesso territorio barese;
a tale proposito è importante evidenziare un intervento volto a mediare l'intera vicenda anche da parte del Partito Democratico cittadino di Bari, che ha chiesto al Sindaco di promuovere un «tavolo di mediazione e di confronto nell'interesse della città e dei lavoratori dell'area portuale», paventando il rischio che in caso di avvio del procedimento di autotutela da parte dell'Autorità portuale di Bari, la gestione delle attività del servizio portuale subiscano evidenti e negative ripercussioni sul piano occupazionale con un impatto devastante per l'intera economia cittadina -:
se non ritenga urgente ed opportuno accertare in primo luogo la realtà dei fatti esposti in premessa, attraverso un'accurata e meticolosa verifica, al fine di confrontare le discutibili e contorte informazioni rese dall'Autorità portuale rispettivamente con i dati, documentalmente provati e forniti dalla società Bari Porto Mediterraneo;
se non ritenga altresì urgente ed opportuno rappresentare all'Autorità portuale di Bari, sottoposta per legge alla vigilanza del ministero delle infrastrutture e dei trasporti, l'estrema gravità della via intrapresa contro la società Bari Porto Mediterraneo, ovvero del procedimento di autotutela riportato in premessa, la cui applicazione comporterebbe rilevanti oneri per lo stesso ente portuale;
come valuti il comportamento del Presidente dell'Autorità portuale di Bari, in considerazione anche dell'irragionevole ritardo con cui è intervenuto sull'intera vicenda, stabilito che egli è in carica dal dicembre 2005 e che, inoltre, ha personalmente presieduto la Bari Porto Mediterraneo dal giugno del 2006 al giugno del 2007 senza adottare, nella sua duplice veste di Presidente dell'Autorità portuale e di Presidente della società medesima, alcuna iniziativa contro provvedimenti cheora invece (ad oltre 4 anni dalla loro emanazione) si pretenderebbe di annullare;
quali valutazioni intenda altresì esprimere posto che l'avvio del procedimento di autotutela è, a parere degli interpellanti, privo di sostanziale fondamento giuridico, essendo ancorato ad interpretazione del tutto opinabile della normativa, che mai potrebbe giustificare un atto così radicale come l'annullamento d'ufficio, senza corrispondere a nessun effettivo interesse pubblico, ma anzi incidendo negativamente sull'operatività del porto ed esponendo inoltre un ente pubblico ad inevitabili e consistenti azioni risarcitorie;
quali iniziative urgenti intenda infine intraprendere, nell'ambito delle sue competenze, affinché la situazione di evidente conflitto tra l'Autorità portuale e la Bari Porto Mediterraneo possa trovare adeguate soluzioni, al fine di rilanciare l'attività e lo sviluppo dell'intera area del porto marittimo del capoluogo pugliese, considerato che quanto esposto in premessa evidenzia il rischio di gravissimi danni economici ed occupazionali per l'intera area portuale e la stessa città di Bari.
(2-00233)
«Di Cagno Abbrescia, Bocchino».

D)

Iniziative in relazione agli effetti del piano di rilancio di Alitalia presentato da Cai con riguardo allo scalo aeroportuale di Palermo - 2-00219

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
il piano di rilancio di Alitalia presentato da Cai declassa, di fatto, lo scalo aeroportuale di Palermo;
il piano di rilancio della compagnia di bandiera non cita nemmeno l'aeroporto Falcone e Borsellino;
l'Alitalia non investirà su Palermo e prevede, invece, un drastico taglio dei voli operati che si ridurrebbero a 21, con il conseguente esubero di personale e l'ipotizzato trasferimento di dipendenti a Catania;
è previsto, inoltre, un taglio di 160 posti di lavoro, che andrebbe ad incidere su un organico di 174 dipendenti a tempo indeterminato, più 46 lavoratori precari. Rimarrebbero, pertanto, solo 60 lavoratori, oltre ad alcuni addetti al commerciale e ai lavoratori addetti alla manutenzione, con un'incidenza sull'indotto stimabile al doppio del numero dei tagli sul personale diretto;
è del tutto incerto il destino del call center Alicos, partecipato da Alitalia, anche se con quota di minoranza, e quindi quello del personale;
il piano di Cai, quindi, penalizza enormemente la città di Palermo e la Sicilia occidentale, con importanti ricadute in termini economici e di sviluppo -:
se non intenda intervenire affinché Cai riveda immediatamente il suo piano di rilancio della compagnia che attua un ridimensionamento immotivato dello scalo palermitano e lascia nell'incertezza i lavoratori del call center Alicos, con ricadute negative sul piano dell'efficienza dei servizi, nonché in termini occupazionali.
(2-00219)
«Siragusa, Antonino Russo, Cardinale, Bachelet, Scarpetti, Sbrollini, Leoluca Orlando, Genovese, Ginefra, Sani, Vico, Damiano, Coscia, Rosato, Bossa, Lenzi, Tempestini, Vaccaro, Mastromauro, Messina, Razzi, Barbato, Porfidia, Gianni Farina, Mattesini, Mazzarella, Servodio, Madia, Picierno, Mosella, Motta, De Pasquale, Fioroni, Nicolais, Verini, Piccolo, Fadda, Pizzetti, Fluvi, Pedoto, De Biasi, Pes, D'Antoni, Berretta, Binetti, Samperi, Villecco Calipari, Zampa, Realacci».

E)

Misure a favore dei lavoratori delle saline di Margherita di Savoia - 2-00224

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dello sviluppo economico e del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
per porre ordine nella gestione delle saline di Margherita di Savoia, il tribunale di Trani, con decreto del 14 ottobre 2008, ha disposto la revoca degli amministratori e sindaci della Salapia sale spa e ha nominato un amministratore giudiziario, con il compito di revocare gli amministratori e i sindaci dell'Atisale spa (società controllata dalla Salapia sale spa), di intervenire nell'assemblea dell'Atisale spa perché deliberi l'azione di responsabilità in danno di amministratori e sindaci, di proporre analoga azione nei confronti di amministratori e sindaci della Salapia sale spa e, all'esito, di convocare anche l'assemblea di quest'ultima per il rinnovo degli organi amministrativi e sindacali;
il provvedimento del tribunale è stato emanato in seguito alla constatazione delle irregolarità amministrative e gestionali commesse dal consiglio di amministrazione e dai sindaci delle due società, a seguito di ricorso proposto da alcuni soci;
il tribunale aveva, infatti, verificato che la gestione della società non era trasparente perché venivano applicate, dagli amministratori soci di maggioranza in danno degli altri soci, delle tariffe più alte per la raccolta e il trasporto del sale rispetto a quelle applicate dalle altre saline, come quelle di Sant'Antioco, pur appartenendo alla stessa società;
lo stato di fatto prodottosi e accertato dal tribunale di Trani inciderà principalmente sulle famiglie dei lavoratori della salina, alcuni dei quali sono a rischio di licenziamento;
le saline di Margherita di Savoia, che risalgono all'epoca dei Romani, sono le più grandi d'Europa e si trovano in una «zona umida» di ricchissimo valore ambientale, dotata anche di fonti termali, le quali, grazie al clima favorevole, potrebbero essere aperte per tutto l'anno, talché vi sarebbero valori storici, paesaggistici, ambientali tali da poter fare del luogo, se ben gestito, un vero polo di attrazione turistica: una loro corretta gestione, attenta a tali elementi, avrebbe potuto, ma ancora potrebbe, essere volano di sviluppo per l'intera area circostante, la quale, invece, è già gravata da una seria crisi occupazionale e imprenditoriale -:
come il Governo valuti la situazione che si è venuta a creare nella zona di Margherita di Savoia a causa della crisi della salina più grande d'Europa e quali misure di propria competenza intenda adottare per garantire l'occupazione e il reddito dei lavoratori delle saline, evitando pesanti ricadute sociali in una zona con alto tasso di disoccupazione.
(2-00224)
«Carlucci, Aracri, Cicu, Iannarilli, Centemero, Aprea, Tommaso Foti, Pianetta, Fallica, Ghiglia, Vella, Palmieri, Pili, Mussolini, Marinello, Migliori, De Angelis, Giulio Marini, Di Cagno Abbrescia, Minardo, Speciale, Mazzoni, Moles, Lainati, Barba, Ascierto, Bertolini, Nirenstein, Lunardi, Angeli, Iapicca, Guzzanti, Gioacchino Alfano, Traversa, Biancofiore, Di Centa, Vessa, Soglia, Di Caterina, Landolfi, Mondello, Mannucci, Cosenza, Jannone, Marsilio, Osvaldo Napoli, Paroli, Perina, Pizzolante, Rampelli, Repetti, Santelli, Vitali, Tortoli, D'Ippolito Vitale, Divella».

F)

Misure a tutela dei diritti dei lavoratori esposti all'amianto che hanno prestato la propria opera negli stabilimenti Eternit - 2-00222

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali, degli affari esteri e della giustizia, per sapere - premesso che:
soprattutto tra l'inizio degli anni '50 e la fine degli anni '70, l'industria e l'artigianato, in particolare l'edilizia, hanno utilizzato intensamente materiali contenenti amianto; si possono citare, a titolo di esempio, l'uso di tali materiali isolanti per tubi e caldaie, coibentanti per soffitti e pareti, oppure per la copertura di edifici abitativi e industriali, che contenevano amianto;
l'amianto rappresenta da tempo un'emergenza sanitaria ed ambientale destinata a protrarsi nel tempo, sia sotto il profilo sanitario e della prevenzione, sia sotto il profilo ambientale, in particolare relativamente allo smaltimento delle milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto sparsi in tutta l'Europa. L'Italia, in particolare con la conferenza nazionale sull'amianto organizzata a Monfalcone nel mese di novembre 2004, ha riconosciuto i pericoli per la salute dei cittadini e per l'ambiente, impegnandosi ad eliminare l'amianto in modo pieno e definitivo in un arco di tempo di 10 anni;
poche settimane fa, il pubblico ministero Raffaele Guariniello ha chiuso la megainchiesta sulla Eternit - la multinazionale svizzera dell'amianto operante negli stabilimenti di Casal Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli - chiedendo il rinvio a giudizio per disastro doloso e omissione volontaria di misure antinfortunistiche dei vertici dell'azienda, lo svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Jean Louis Marie Ghislain;
gli stabilimenti di Casale Monferrato e di Cavagnolo sono tristemente noti in tutto il mondo in considerazione del lunghissimo periodo di attività della Eternit, che per ottanta anni vi ha prodotto manufatti in cemento-amianto. Un opuscolo informativo edito dall'Istituto superiore della sanità stima che a Casale Monferrato e zona limitrofa, in un decennio, gli «osservati» sono stati 24 volte in più degli «attesi». Inoltre, in questa località i morti per malattie provocate dall'amianto si contano più numerosi tra i cittadini che mai hanno avuto a che fare con lo stabilimento Eternit (compresi i familiari degli ex dipendenti) che tra i lavoratori in esso occupati;
il titolare della Eternit, Stephan Schmidheiny, dopo la sopra citata richiesta di rinvio a giudizio, ha «lanciato», attraverso i propri legali, un'offerta di indennizzo individuale alle parti civili, vale a dire ai familiari delle vittime, consistente in alcune decine di milioni da dividere tra coloro che avevano lavorato all'Eternit dal 1973 al 1986. L'offerta appare ingannevole, oltre che irrisoria, se si considera che la sola bonifica delle aree interessate di Casale è costata finora allo Stato italiano oltre 50 milioni di euro;
l'inchiesta giudiziaria sulla Eternit di Casale Monferrato ha richiamato all'attualità l'analoga inchiesta promossa contro i fratelli Schmidheiny dai parenti dei lavoratori morti per essere stati esposti all'amianto nella fabbrica Eternit di Niederurnen, nel Cantone Glarus. Al riguardo si deve considerare che il pubblico ministero Guariniello aveva aperto un'inchiesta anche contro la Eternit in Svizzera per tutelare i diritti dei cittadini italiani ex emigrati e loro parenti, che per vari anni hanno lavorato alle dipendenze dello stabilimento glaronese di Niederurnen. Il procedimento penale in Svizzera contro la Eternit spa di Niederurnen/GL è stato sospeso, avendo il tribunale federale elvetico, l'11 agosto 2009, dichiarate prescritte le eventuali responsabilità dell'azienda (la produzione era cessata nel 1994);
il dibattito sulle malattie professionali causate dai materiali contenentiamianto prodotti nello stabilimento Eternit di Niederurnen/GL hanno indotto la Suva (l'Istituto nazionale svizzero assicurazione infortuni, paragonabile all'Inail italiano) ad agire anche verso i lavoratori italiani ex emigrati in Svizzera colpiti da esposizione all'amianto. In particolare la Suva, a partire da un convegno organizzato in Svizzera nel mese di maggio 2006, si è adoperata affinché anche i lavoratori italiani rimpatriati ricevessero le pertinenti informazioni sulle prestazioni assicurative loro spettanti per le malattie professionali contratte a causa dell'esposizione all'amianto durante il periodo lavorativo in Svizzera. Occorre ricordare che, già 6 mesi dopo la comparsa del mesotelioma, la Suva versa, a titolo di anticipo, la metà dell'indennità e dopo altri 12 mesi gli interessati hanno diritto all'intera indennità;
a oltre due anni dal già citato convegno tenuto a Lugano, il numero di richieste pervenuto alla Suva da parte di lavoratori italiani ex emigrati è piuttosto esiguo: ciò potrebbe essere messo in rapporto con l'assenza di una campagna d'informazione condotta in Italia. Giova sottolineare, al riguardo, che soltanto nello stabilimento Eternit di Niederurnen/GL hanno lavorato moltissimi cittadini italiani. I vertici aziendali della Eternit hanno sempre impedito, invocando le norme della legge sulla privacy, di acquisire i nominativi e la provenienza dei lavoratori italiani occupati negli anni nel proprio stabilimento -:
come intendano tutelare i diritti dei lavoratori italiani, nonché dei parenti dei lavoratori deceduti, che negli anni sono stati esposti all'amianto negli stabilimenti Eternit di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli, posto che l'offerta di accordo extragiudiziale lanciata dai vertici della Eternit potrebbe indurre alcune parti lese ad accettare la proposta e uscire dal processo intentato dall'Associazione dei familiari delle vittime di Casale Monferrato, anche tenendo conto che sul piano processuale difficilmente i colpevoli di un reato protrattosi per decenni saranno processati in fretta, occorrendo molto tempo per notificare a ognuna delle parti lese, malati di mesotelioma e familiari delle vittime, gli atti previsti dalla legge;
in relazione agli stabilimenti Eternit in Italia, in particolare di Casal Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli, quanti esposti-denunce siano stati archiviati, quanti siano ancora pendenti, quanti conclusi con passaggio del fascicolo al giudice per il giudizio e quanti si siano conclusi con sentenze di primo o secondo grado ovvero divenute definitive;
se considerino necessario facilitare l'accesso alle prestazioni dovute da assicurazioni sociali ed enti previdenziali di Paesi stranieri - in particolare della Suva svizzera - ai cittadini italiani che hanno svolto mansioni lavorative in fabbriche e strutture di detti Paesi, organizzando a tal fine una reale campagna d'informazione con il coinvolgimento dei comuni, da attuarsi attraverso il raccordo con gli enti previdenziali dei Paesi predetti, l'assistenza dei patronati e l'accesso ad uno sportello centrale dell'Inail all'uopo predisposto.
(2-00222)
«Narducci, Bobba, Fedi, Strizzolo, Bossa, Scarpetti, Sbrollini, Federico Testa, Calearo Ciman, Sposetti, Servodio, Cesare Marini, Zunino, Fadda, Sani, Damiano, Letta, Grassi, Calgaro, De Biasi, Bucchino, Bratti, La Malfa, Cuperlo, D'Incecco, De Micheli, Ricardo Antonio Merlo, Brugger, Nicco, D'antoni, Giorgio Merlo, Arturo Mario Luigi Parisi, Braga, D'Antona, Morassut, Margiotta, Marchioni, Marchignoli, Marantelli, Garavini, Di Biagio, De Torre, Zucchi, Zeller, Boffa, Dal Moro, Farinone, Fassino, Franceschini, Gatti, Gnecchi, Lo Moro, Maran, Mariani, Miotto, Pollastrini, Pompili, Rossomando, Sarubbi, Livia Turco».

G)

Iniziative relative al fenomeno della frequente scomparsa dalle case-famiglia di minori extracomunitari non accompagnati - 2-00227

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali e dell'interno, per sapere - premesso che:
ogni anno centinaia di minori non accompagnati spariscono dalle case-famiglia che li ospitano: il fenomeno ha raggiunto dati preoccupanti, tanto che nella sola questura di Agrigento è stato rilevato che oltre il 35 per cento dei minori arrivati a Lampedusa ha fatto perdere ogni traccia;
non si tratta di improvvise e misteriose sparizioni: piuttosto, una buona parte di minori si allontana prima dei 18 anni per evitare il rischio di espulsione, mentre altri lo fanno perché hanno già dei riferimenti sul territorio italiano;
in Italia, ad occuparsi dei minori non accompagnati è il giudice tutelare che li affida ad una delle tante case-famiglia disseminate sul territorio: nella maggior parte dei casi piccole strutture in grado di ospitare non più di 10 ragazzi, che negli ultimi anni sono arrivate ad ospitarne anche 30;
fino a qualche mese fa per ogni ragazzo le case-famiglia ricevevano 68 euro al giorno: ora sono stati ridotti a 35 euro;
nel caso specifico, dall'arrivo a Lampedusa sino alla nomina di un tutore (che dovrebbe avvenire entro 30 giorni) il mantenimento dei minori è a carico della prefettura; successivamente l'onere grava sui comuni in cui ha sede la casa-famiglia;
negli ultimi anni, per far fronte al numero crescente di minori non accompagnati che arrivano in Italia, il numero delle case-famiglia è cresciuto in maniera esponenziale, ma non tutte sono attrezzate in maniera adeguata e spesso mancano di mediatori culturali ed assistenti;
spesso i comuni che dovrebbero provvedere ai minori non hanno mezzi a sufficienza o non sanno neppure che è a loro carico l'onere di assistenza ai minori non accompagnati -:
se non ritengano di adottare misure tempestive per impedire le frequenti scomparse dei minori che arrivano nel nostro Paese;
quali iniziative intendano adottare per dare un maggior sostegno ai comuni, che spesso non hanno fondi a sufficienza per adempiere ai compiti previsti dalla legge e che non sempre si trovano nelle condizioni tali da poter contare su strutture adeguate;
se non intendano adottare provvedimenti al fine di fornire le sopraddette strutture di mediatori culturali ed assistenti in grado di far fronte alle esigenze dei minori non accompagnati, che spesso scappano per paura e ignoranza di quelle che sono le opportunità di restare legalmente nel nostro Paese.
(2-00227)
«Capitanio Santolini, Ruvolo, Pezzotta, Nunzio Francesco Testa, De Poli, Oppi, Adornato, Bosi, Buttiglione, Casini, Cera, Cesa, Ciccanti, Ciocchetti, Compagnon, Delfino, Dionisi, Drago, Anna Teresa Formisano, Galletti, Libè, Mannino, Naro, Pisacane, Poli, Rao, Romano, Ruggeri, Tabacci, Tassone, Vietti, Volontè, Zinzi, Pagano, Rubinato, Froner, Livia Turco, Ceccacci Rubino, Aprea, Bocciardo, Paglia, Renato Farina, Palomba».

H)

Iniziative per la tutela dei diritti dei lavoratori e dei livelli occupazionali presso la testata giornalistica Tg La7 - 2-00232

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali e dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
il 26 settembre 2008 la società Telecom Italia Media spa, quotata in Borsa e controllata da Telecom Italia, nelle persone dell'amministratore delegato e del direttore della testata giornalistica Tg La7, ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per 25 giornalisti dello stesso Tg La7, facendo riferimento alla legge n. 223 del 1991;
la procedura è tesa a colpire esclusivamente 25 dei circa 90 giornalisti del telegiornale, che rappresentano solo il 10 per cento dei dipendenti del gruppo Telecom Italia Media spa;
la presunta necessità di licenziare 25 giornalisti è argomentata dai sopracitati dirigenti esclusivamente con le perdite di bilancio patite negli ultimi anni dal gruppo Telecom Italia Media spa nel suo complesso;
nel documento con cui è stata aperta la procedura si sostiene altresì:
a) che i conti della rete televisiva La7 sono in peggioramento nel corso del 2008 esclusivamente a causa della contrazione del mercato pubblicitario e della decisione dell'azienda di investire maggiormente in programmi di intrattenimento e sport per aumentare l'audience;
b) che i programmi realizzati dalle testate giornalistiche di La7 hanno conseguito nel corso del 2007 un risultato negativo pari a circa 20 milioni di euro;
nel corso del confronto sindacale previsto dalla stessa legge n. 223 del 1991 i rappresentanti del gruppo Telecom Italia Media spa si sono espressamente rifiutati di fornire ai rappresentanti dei lavoratori informazioni essenziali per capire il significato dei licenziamenti e in particolare: quali sono i programmi giornalistici considerati nel conteggio che porta a dichiarare la perdita di 20 milioni e quali sono in dettaglio i costi e i ricavi attribuiti alla testata per arrivare al saldo finale di 20 milioni di euro;
la rete televisiva La7 (che secondo gli stessi vertici aziendali, come riportato nelle stesse relazioni di bilancio, si qualifica per la quantità e la qualità dei programmi di informazione), manda regolarmente in onda programmi giornalistici realizzati con ampio ricorso a lavoro giornalistico definito «abusivo» dai vertici della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), ovvero realizzati da decine di figure professionali inquadrate con contratti atipici (collaborazioni a progetto, interinali, a partita iva ed altri), sia direttamente da Telecom Italia Media spa (per i programmi Omnibus, Omnibus week end, Otto e mezzo, L'Infedele) sia indirettamente, attraverso società di produzione esterne, a titolo esemplificativo la società Magnolia per il programma Exit, la società H24 per il programma Istantanea, la società Endemol (appartenente al gruppo Mediaset) per il programma Le invasioni barbariche, la società Wilder per il programma Tetris, il gruppo Class per il programma Linea mercati;
sempre a titolo esemplificativo, i rappresentanti sindacali dei giornalisti hanno rilevato, non smentiti, come il programma Exit costi a La7 circa 200 mila euro a puntata, quanto la Rai spende per Annozero di Michele Santoro; e come il programma Lineamercati, due appuntamenti giornalieri da circa un minuto e mezzo ciascuno (il primo all'apertura dei mercati al mattino, il secondo dopo l'una di notte) in cui un addetto della televisione concorrente Cfn-Cnbc, in collegamento audio-video, riferisce dell'andamento dei mercati borsistici, costi circa mille euro al minuto, per un montante annuale equivalente al costo di almeno sei giornalisti;
sono rimaste senza alcun riscontro le richieste di informazioni e chiarimenti da parte dei rappresentanti sindacali dei giornalisti (rivolte sia al tavolo di confronto sindacale per la procedura di licenziamento collettivo, sia al Presidente di Telecom Italia Media spa, sia all'azionista di controllo, nella persona dell'amministratore delegato di Telecom Italia Franco Bernabè) sulla logica industriale di appaltare a società esterne, a costi molto alti e spesso ingiustificati, programmi di informazione tranquillamente realizzabili dai giornalisti dipendenti;
peraltro gli stessi dirigenti di Telecom Italia Media spa e La7-TgLa7 argomentano nel documento di apertura della procedura di licenziamento collettivo, a sostegno della volontà di ridurre l'organico redazionale, che la redazione del Tg5 avrebbe una produttività superiore del 30 per cento rispetto a quella della redazione del Tg La7;
occorre far luce sui contorni preoccupanti della vicenda e fermare il grave attacco ai diritti dei lavoratori portato avanti dal gruppo Telecom Italia Media spa;
ad avviso degli interpellanti in questa vicenda si ravvisano:
a) la volontà del gruppo Telecom Italia Media spa di stravolgere, attraverso la politica dei fatti compiuti, le basi stesse del diritto del lavoro, puntando a un utilizzo della legge n. 223 del 1991 per licenziare dei dipendenti senza dichiarare in quale strategia di rilancio aziendale sia inquadrata l'operazione, senza collegare i licenziamenti ad alcuna riduzione della produzione, ma anzi affiancandoli a ripetute dichiarazioni ufficiali secondo le quali i programmi d'informazione restano essenziali per La7 e sono destinati a ulteriore sviluppo;
b) la volontà del gruppo Telecom Italia Media spa di utilizzare la legge n. 223 del 1991 per aprire la strada a modificazioni sostanziali del mercato del lavoro giornalistico, allargando l'area del lavoro precario e sottopagato, quando non del tutto irregolare, e restringendo l'area del regolare lavoro dipendente normato dalla legge istitutiva dell'ordine dei giornalisti e dal contratto collettivo nazionale del lavoro giornalistico -:
quali iniziative il Governo intenda assumere per tutelare i diritti dei lavoratori e i livelli occupazionali.
(2-00232)
«Farinone, Giorgio Merlo, Sereni, Bressa, Bersani, Damiano».

I)

Intendimenti del Governo in merito al piano di riqualificazione ospedaliero della regione Campania, con particolare riferimento al sistema sanitario sannita, nell'ambito dell'accordo in materia di contenimento della spesa sanitaria - 2-00221

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali e dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
la regione Campania, in data 1o ottobre 2008, ha adottato, con delibera di giunta, il piano di riqualificazione ospedaliera a seguito dell'accordo intercorso con il ministero della salute in materia di rientro e di contenimento della spesa sanitaria;
tale piano risulta fortemente penalizzante per la provincia di Benevento per la riduzione generalizzata dei posti letto, che si realizza sull'intero sistema territoriale, compresa l'azienda ospedaliera di alta specialità «G. Rummo» e, in particolare, con la soppressione del presidio ospedaliero di Cerreto Sannita, che svolge funzioni importanti nella rete territoriale delle emergenze servendo un territorio vasto, con una popolazione di circa 60.000 abitanti, attraversato da un'importante strada di raccordo tra Puglia, Campania e Lazio ad alta incidentalità;
è forte e diffusa la contestazione delle realtà locali, in particolare dell'area del cerretese, organizzate in comitati civici che hanno prodotto numerose manifestazioni di protesta e indotto i rappresentanti delle istituzioni del territorio (in particolare tutti i sindaci del comprensorio) ad assumere posizioni estreme fino alla remissione dei rispettivi mandati elettivi se il piano dovesse essere approvato, senza più prevedere attivo il presidio di Cerreto Sannita;
è, quindi, necessario per il corretto ed efficace funzionamento del sistema ospedaliero del Sannio:
1) mantenere attivo il presidio ospedaliero di Cerreto, perché svolge funzioni di tutela sanitaria molto importanti, la cui soppressione arrecherebbe certo nocumento alle popolazioni locali;
2) rafforzare l'azienda ad alta specialità «G. Rummo»;
3) affidare al presidio ospedaliero di Sant'Agata dei Goti precise funzioni di ospedale del II livello della rete delle emergenze;
4) rafforzare l'ospedale territoriale di San Bartolomeo in Galdo -:
quale sia l'intendimento del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali ai fini dell'accordo che dovrà essere formalizzato sul predetto piano di riqualificazione ospedaliero della regione Campania, con particolare riferimento al sistema sanitario sannita e alla sua rete ospedaliera.
(2-00221)
«De Girolamo, Mario Pepe (PD), Formichella, Mazzarella, Giorgio Merlo, Gianni Farina, Barbato, Ascierto, Cirielli, Servodio, Mussolini, Distaso, La Loggia, Petrenga, Lo Presti, Bernini Bovicelli, Bruno, Polidori, Bianconi, Laffranco, Calderisi, Gioacchino Alfano, Vessa, Soglia, Antonio Pepe, Iapicca, Cuomo, Milanese, Stasi, Zacchera, Oliverio, Graziano, Cambursano, Pugliese, Pecorella, Ginoble, Vanalli, Mazzuca, Speciale, Mazzoni, Aracu, Laboccetta, Ventucci, Sbai, Scelli, Mario Pepe (PdL), Tassone, Nunzio Francesco Testa, Zinzi, Malgieri».

L)

Misure fiscali a favore delle famiglie numerose - 2-00206

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
il rapporto 2008 sulla povertà e l'esclusione sociale in Italia, presentato il 15 ottobre 2008 a Roma da Caritas italiana e Fondazione Zancan di Padova, riscontra che il 13 per cento della popolazione italiana è costretto a sopravvivere con meno di metà del reddito medio italiano, ossia con meno di 500-600 euro al mese, rappresentando una delle più alte percentuali di popolazione a rischio povertà nell'Europa dei 15;
in detto rapporto si evince che risulta povero il 30,2 per cento delle famiglie con tre o più figli, e il 48,9 per cento di queste famiglie vive nel Mezzogiorno (al 2006, ultimi dati disponibili), per cui avere più figli in Italia comporta un maggiore rischio di povertà, con una penalizzazione non solo per i genitori che si assumono questa responsabilità, ma soprattutto per i figli, costretti a una crescita con meno opportunità;
nell'Europa dei 15, l'Italia, dopo la Grecia, è il Paese in cui i trasferimenti sociali hanno il minor impatto nel ridurre la povertà, pari a 4 punti percentuali, al contrario di Paesi come Svezia, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Germania e Irlanda dove si riesce a ridurre del 50 per cento il rischio di povertà;
nel 2007, secondo il ministero dell'economia e delle finanze, le istituzioni pubbliche hanno erogato prestazioni a fini sociali pari a 366.878,2 milioni di euro, di cui il 66,3 per cento, pari a 243.139 milioni di euro, per pensioni (+5,2 per cento rispetto all'anno precedente). Lo squilibrio funzionale è evidente se si considera l'incidenza percentuale sul prodotto interno lordo, infatti la spesa per la previdenza incide per il 15,8 per cento (15,6 per cento nel 2006), quella per la sanità per il 6,2 per cento (6,4 per cento nel 2006), e quella per l'assistenza sociale per l'1,9 per cento (lo stesso valore del 2006);
nel sito del partito Il Popolo della libertà nelle priorità del programma elettorale del partito si legge, nella sezione dedicata alla famiglia: «vogliamo riprendere e rilanciare le iniziative fiscali, di sostegno di promozione delle famiglie perché siamo convinti che più forte è la famiglia, più forte è l'Italia» (fonte: http://prioritaprogramma.votaberlusconi.it/famiglia/);
la finanziaria per il 2009 prevede un taglio del 32 per cento al fondo per le famiglie, come confermato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla famiglia, onorevole Carlo Giovanardi, che è intervenuto alla Commissione affari sociali della Camera dei deputati;
lo stesso sottosegretario ha spiegato che saranno danneggiati in particolare i consultori familiari, che non avranno finanziamenti, le tariffe sociali delle bollette per servizi delle famiglie numerose e la riqualificazione degli assistenti familiari, mentre sarà salvaguardato il solo piano asili nido. I tagli sono frutto della crisi economica, ma anche della decisione del Governo di generalizzare l'abolizione dell'Ici a tutti i possessori della prima casa e del varo del piano-casa;
anche la social card, finanziata per l'anno 2008 e 2009, sarà probabilmente vittima dei tagli, a causa dell'impossibilità di reperire risorse per riproporla negli anni successivi;
il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, in audizione al Senato della Repubblica, ha precisato che «calano i consumi delle famiglie sotto il peso dell'erosione del reddito disponibile, a causa dell'inflazione e dell'aumento del servizio al debito» e ritiene urgente «nel breve termine, ripristinare il clima di fiducia di cittadini e mercati» -:
se non si ritenga opportuno intervenire con urgenti iniziative normative, al fine di salvaguardare non solo banche e imprese, ma anche il tessuto sociale primario costituito dalle famiglie;
se non si intenda investire, nel breve periodo, nella famiglia attraverso strumenti di reale politica familiare, quale una più equa parametrazione degli indicatori Isee, in modo che tengano effettivamente conto della numerosità del nucleo familiare, un'ulteriore detrazione fiscale di 100 euro per ogni figlio a carico limitatamente alle famiglie con almeno tre figli e la detrazione fiscale delle spese sostenute dalle famiglie per l'assistenza ai bambini e agli anziani, ricorrendo, se necessario, alla confisca dei montepremi non riscossi del superenalotto e degli altri giochi di Stato.
(2-00206)
«Bobba, Soro, Calgaro, Mosella».

M)

Orientamenti del Governo in merito all'adesione della Turchia all'Unione europea - 2-00214

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
il 5 novembre 2008 il Ministro interpellato ha rilasciato pubbliche dichiarazioni secondo le quali il Governo del nostro Paese sosterrebbe «con convinzione e unità» l'adesione della Turchia all'Unione europea, aggiungendo inoltre, senza alcun condizionale, che «quando servirà, anche il Parlamento dirà una parola chiara in proposito»;
da sempre esponenti parlamentari e parte del mondo politico sottolineano i dubbi ed i rischi connessi ad un ulteriore allargamento, tenuto conto di numerosi fattori legati sia agli esiti dei recenti allargamenti, per molti versi frettolosi e non adeguatamente ponderati, sia alla particolarità della candidatura turca;
la Lega Nord in particolare ha ripetutamente stimolato il dibattito sull'inopportunità dell'adesione della Turchia, asiatica nella sua geografia, musulmana nella stragrande maggioranza della sua popolazione, inadeguata a parere degli interpellanti, nelle garanzie costituzionali;
più volte è stato chiesto, attraverso mozioni ed atti di indirizzo, che il Governo raccogliesse un preciso mandato parlamentare prima di assumere in sede comunitaria decisioni vincolanti riguardo all'ingresso di Ankara nell'Unione europea, passando anche attraverso un referendum popolare, ma tali richieste non hanno avuto seguito -:
se ed in quale sede sia stata definita dal Governo la posizione espressa dal Ministro interpellato e se tale posizione sia effettivamente quella del Governo nel suo complesso.
(2-00214)
«Fava, Stucchi, Fedriga, Torazzi, Lanzarin, Brigandì, Allasia, Chiappori, Guido Dussin, Crosio, Grimoldi, Negro, Reguzzoni, Comaroli, Vanalli, Montagnoli, Laura Molteni, Pini, Maccanti, Bonino, Buonanno, Salvini, Forcolin, Rivolta, Nicola Molteni, Bragantini, Callegari, Rainieri, Munerato, Paolini, Rondini, Fugatti, Consiglio, Gidoni, Pastore, Follegot, Goisis, Dal Lago, Alessandri, D'Amico».