Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute >>

XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 399 di lunedì 22 novembre 2010

Pag. V

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 10,45.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 19 novembre 2010.

I deputati in missione sono quarantasei.

Discussione del disegno di legge S. 1905: Norme in materia di organizzazione delle università (approvato dal Senato) (A.C. 3687-A ed abbinate).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

PAOLA FRASSINETTI (PdL), Relatore per la maggioranza. Illustra il contenuto del disegno di legge in discussione, come modificato dal Senato, volto a riformare strutturalmente il sistema universitario affrontando i temi strategici del comparto, tra i quali il governo e la struttura degli atenei, la valorizzazione del merito di studenti e docenti, la valutazione e la responsabilizzazione degli atenei, i meccanismi di finanziamento del sistema universitario, lo stato giuridico di docenti e ricercatori, il reclutamento, i contratti di insegnamento e ricerca. Ribadito altresì come le linee guida ispiratrici della riforma siano principalmente il merito e la responsabilità, rileva che il finanziamento pubblico sarà erogato sulla base della qualità della didattica e della ricerca, valutata in modo oggettivo secondo criteri internazionali, osservando che per rendere concreta l'attuazione dei principi di autonomia e responsabilità, in particolare tramite l'istituzione dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), si è introdotto un meccanismo fondato sulla netta distinzione delle funzioni esercitate dal senato accademico e dal consiglio di amministrazione. Nel dare quindi conto delle principali modifiche apportate al testo originario nel corso del proficuo iter svolto in sede referente, finalizzato, tra l'altro, a recepire le condizioni poste nel parere della V Commissione, si riserva di recepire, nel prosieguo del dibattito, il contenuto del parere espresso dalla I Commissione, confermando, infine, la rilevanza strategica del provvedimento in discussione.

LUIGI NICOLAIS (PD), Relatore di minoranza. Premesso che la cosiddetta società della conoscenza, caratterizzata dalla ormai dimensione globale della competizione, richiede con urgenza un sistema universitario in grado sia di formare una nuova classe dirigente all'altezza delle nuove sfide sia di trasferire al territorio e all'impresa le acquisizioni scientifiche, ritiene che il disegno di legge in discussione non delinei un sistema di alta formazione responsabile e competente tale da soddisfare le predette esigenze. Osserva, in particolare, che il Governo ha puntato principalmente al risparmio sul versante della spesa pubblica stanziando appositi finanziamenti nel disegno di legge di stabilità che, seppur tesi a correggere la copertura iniziale del provvedimento, sono ancora del tutto insufficienti ad avviare una efficace riforma. Nello stigmatizzare, inoltre, la deprecabile campagna denigratoria Pag. VIposta in essere dai media e da settori della politica verso il sistema universitario, considerato fonte di sprechi e di rendite di posizione, lamenta l'impostazione centralistica e burocratica del disegno di legge in discussione, che limita i poteri degli organi interni degli atenei, nonché le stesse prerogative del competente Dicastero, di fatto posto sotto la tutela del Ministero dell'economia e delle finanze attraverso il disposto dell'articolo 25, come modificato nel corso dell'iter in Commissione.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in replica.

PIERFELICE ZAZZERA (IdV). Osserva che la maggioranza ha dato vita ad una vera e propria forzatura portando all'esame dell'Assemblea un provvedimento stravolto e fortemente ridimensionato nella sua portata a causa delle osservazioni della V Commissione e della complessiva mancanza di risorse, che denota una forte subalternità del Dicastero dell'istruzione, dell'università e della ricerca rispetto al Ministro Tremonti. Nel valutare, inoltre, negativamente il merito della riforma in esame, che a suo avviso smantella il sistema del sapere pubblico, compromettendo la libertà e il diritto allo studio e prefigurando l'ennesimo favore ai privati, evidenzia che una riforma dell'università degna di tale nome dovrebbe ispirarsi ad un principio meritocratico, garantendo nel contempo il carattere pubblico, ma non centralista, del sistema dell'istruzione universitaria, che va reso più moderno e competitivo e depurato dalle infiltrazioni del malaffare grazie ad una gestione più trasparente. Ricordato inoltre che il Governo ha disatteso la promessa di intervenire in favore dei numerosi ricercatori in difficoltà, per i quali si sarebbero potute reperire le necessarie risorse grazie ad una diversa tassazione delle rendite finanziarie, preannunzia che il suo gruppo non voterà il disegno di legge in discussione, auspicandone il ritiro.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI (UdC). Nel ritenere che il tormentato iter del disegno di legge in discussione, anche per la pregiudizievole posizione del Ministro competente, abbia impedito il raggiungimento di un risultato normativo soddisfacente e condiviso in relazione ad un tema prioritario e strategico per il rilancio della competitività del Paese nella cosiddetta società globale, sottolinea la stridente contraddizione tra i principi asseritamente posti a base della riforma e il cosiddetto contenuto dispositivo della stessa che, lungi dal tutelare l'autonomia e la responsabilità degli atenei, li sottopone ad un pervasivo controllo centrale e burocratico, finendo addirittura per ridimensionare di fatto le competenze del Dicastero dell'università, dell'istruzione e della ricerca, a vantaggio del Ministero dell'economia e delle finanze. Preannunzia pertanto il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento in esame.

ALDO DI BIAGIO (FLI). Ricordato che l'iter del provvedimento di riforma del sistema universitario ha necessariamente subito le conseguenze della recente crisi economica, ne evidenzia lo spirito innovatore teso, grazie all'introduzione di un nuovo modello di governance, ad assicurare maggiore trasparenza ed efficienza degli atenei italiani. Nel preannunziare quindi che il suo gruppo intende onorare l'impegno di garantire l'approvazione del disegno di legge in discussione, ritiene tuttavia imprescindibile, affinché ciò si verifichi, constatare quali siano le reali intenzioni del Governo circa le due questioni ancora irrisolte relative alla trasformazione dei contratti dei ricercatori ed allo sblocco della progressione economica dei docenti universitari sulla base di criteri prettamente meritocratici.

PAOLA GOISIS (LNP). Premesso che una incauta e burocratica applicazione del principio di autonomia dell'università, non seguita da una corretta responsabilizzazione degli atenei, è stata fonte di abusi, spreco di risorse pubbliche, bassa produttività e scarsa trasparenza, esprime apprezzamento per l'introduzione di un sistema di reclutamento dei docenti universitari Pag. VIIbasato esclusivamente su valutazioni di idoneità effettuate attraverso procedure concorsuali di carattere nazionale. Richiamato, quindi, il contenuto della propria abbinata proposta di legge , ritiene che il disegno di legge in discussione penalizzi i professori associati, trasformandoli, attraverso la messa in esaurimento della categoria dei ricercatori, in fascia di primo livello e perciò di ingresso e reclutamento nei ruoli dell'università. Nell'auspicare, invece, un sistema universitario caratterizzato da una larga base di ricercatori e da un unico ristretto ruolo di professori universitari secondo un modello incentrato più sulla ricerca e meno sulla docenza diffusosi in altri Paesi europei, ritiene che il mancato adeguamento dello stato economico, non consono con l'elevatezza della funzioni svolte, dei docenti universitari dipenda comprensibilmente dalle difficili condizioni economiche generali del Paese. A nome del suo gruppo, infine, preannunzia la presentazione di specifici emendamenti, pur assicurando piena lealtà al Governo.

EUGENIO MAZZARELLA (PD). Nel giudicare confuso e disorganico il provvedimento in discussione, rileva come su molteplici criticità emerse nel corso dell'iter in Commissione si sia registrato un significativo consenso tra parti della maggioranza ed opposizioni, stigmatizzando altresì i pregiudizi ideologici cui reputa ispirato il complesso delle disposizioni recate dal disegno di legge in esame. Ritenute quindi non condivisibili, in particolare, le norme in materia di reclutamento e status del personale docente, lamenta il mancato stanziamento da parte dell'Esecutivo di congrue risorse finanziarie per garantire il funzionamento del sistema universitario, sottolineando altresì l'inopportunità di esaminare un provvedimento che non recepisce le istanze provenienti dal mondo accademico in una situazione di sostanziale crisi di Governo. Evidenziata la necessità di adottare misure forti e condivise per rilanciare la ricerca universitaria, preannunzia la presentazione di proposte emendative da parte del suo gruppo.

VALENTINA APREA (PdL). Sottolineata la necessità di introdurre nuove norme di carattere ordinamentale al fine di realizzare i principi di autonomia e responsabilità del sistema universitario, ritiene che tale istituzione debba essere posta in condizione di gestire adeguatamente l'imponente domanda di istruzione emergente nel Paese e, al contempo, di attrarre docenti e studenti internazionali, evitando così il rischio di una sostanziale marginalizzazione. Richiama, quindi, i punti più qualificanti del disegno di legge in discussione, soffermandosi, in particolare, sulle norme relative alla maggiore responsabilizzazione degli atenei e al nuovo sistema di reclutamento con tempi e risorse finanziarie certi, nonché sulle disposizioni volte ad introdurre un sistema fondato sulla netta distinzione delle funzioni esercitate dal senato accademico e dal consiglio di amministrazione. Nel sottolineare, infine, l'importanza di un emendamento a sua firma approvato nel corso dell'iter in sede referente, finalizzato all'istituzione del comitato nazionale dei garanti per la ricerca, esprime apprezzamento per il lavoro sin qui svolto dal ministro Gelmini ed auspica una celere approvazione del disegno di legge in esame.

PAOLA BINETTI (UdC). Nel sottolineare la necessità di una governance chiara e trasparente del sistema universitario nell'interesse degli stessi studenti, rileva l'opportunità di sollevare i ricercatori da pesanti problematiche burocratiche, riconducibili all'esigenza di reperire congrui finanziamenti. Rammentato altresì come altri Paesi europei non abbiano operato tagli alle risorse destinate alla ricerca, esprime un giudizio critico sulle disposizioni del provvedimento in discussione concernenti, in particolare, le funzioni e l'organizzazione interna degli organi universitari, ritenendo che le stesse non diano risposte univoche alle istanze Pag. VIIIdel mondo accademico e paventando il rischio di gravi contraddizioni applicative. Giudica altresì poco chiari i criteri delineati dal disegno di legge in discussione in base ai quali si prevede di aprire o chiudere determinati corsi di laurea.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET (PD). Nel ricordare le fasi salienti dell'iter di un disegno di legge che conferma l'indisponibilità del Governo a reintegrare i fondi tagliati nel settore universitario ad inizio legislatura, richiama gli aspetti di maggiore criticità presenti nella riforma in discussione, soffermandosi, in particolare, sulle misure che penalizzano i ricercatori senza introdurre un sistema correlato alla meritocrazia, sulle norme che potenziano il ruolo dei burocrati del Ministero competente e sulle disposizioni inerenti il nuovo sistema di reclutamento. Sottolineata, infine, la necessità di reperire adeguate risorse al fine di varare un piano di rientro per le università in crisi e di rilanciare quelle più competitive, preannunzia il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento in esame.

GIUSEPPE SCALERA (PdL). Nel rilevare preliminarmente che il complesso e dinamico scenario globale richiede anzitutto uno strategico impegno per l'adeguamento del capitale umano alla cosiddetta economia della conoscenza, anche al fine di superare la difficile congiuntura economica, come richiesto da tutti gli attori sociali e particolarmente da larghi settori di Confindustria, ritiene che il disegno di legge in discussione rechi una robusta e convincente riforma strutturale del sistema universitario incentrata sul raggiungimento degli irrinunciabili obiettivi di una vera meritocrazia, di una sana competitività, di una efficace governance e responsabilità gestionale, finanziaria e scientifica degli atenei, nonché del ringiovanimento del corpo docente e di un sistema di valutazione periodico dei risultati conseguiti nell'attività di ricerca e didattica. Nel manifestare, quindi, apprezzamento al Ministro Gelmini per il percorso intrapreso, auspica la più ampia convergenza delle forze politiche sui contenuti strategici del provvedimento in esame.

RENZO LUSETTI (UdC). Nel lamentare come nel corso dell'iter in sede referente, per soddisfare i rilievi della V Commissione, si sia reso necessario stravolgere i contenuti del disegno di legge in discussione, limitandone drasticamente la portata, ritiene che sarebbe stato opportuno, alla luce delle limitate risorse destinate dal Governo alla riforma del sistema universitario, rinviare l'esame del provvedimento ad una fase successiva all'approvazione definitiva della legge di stabilità. Nel rilevare come sia comunque necessario intervenire nel comparto dell'università introducendo un modello di governance ispirato a criteri di efficienza e di autonomia gestionale, sottolinea l'importanza di prevedere meccanismi premiali del merito e di riconoscere il giusto ruolo ai ricercatori universitari. Preannunzia infine che il suo gruppo intende esprimere voto contrario sul disegno di legge in esame.

WALTER TOCCI (PD). Nel ritenere di stampo burocratico e centralista il disegno di legge in discussione, osserva che l'enfasi e l'elefantiasi normativa che lo caratterizzano, anziché rafforzare controlli e responsabilità degli atenei, indurranno a maggiori e più sofisticate elusioni delle disposizioni legislative e freneranno la competitività dell'università e l'iniziativa scientifica. Stigmatizza, quindi, l'allarmante sottoposizione degli istituti accademici al rigido controllo del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, a sua volta posto sotto la sostanziale vigilanza di stampo commissariale del Dicastero dell'economia e delle finanze. Manifesta, al riguardo, sconcerto e preoccupazione per l'approvazione, durante l'ultima seduta dell'iter in Commissione, di una serie di proposte di modifica che hanno sostanzialmente vanificato il precedente proficuo lavoro emendativo. Nel ritenere, infine, contrario al dettato della Costituzione il contenuto del provvedimento, preannunzia la presentazione da parte del suo gruppo di una apposita questione pregiudiziale.

Pag. IX

MANUELA DI CENTA. Sottolineato come il disegno di legge in discussione attribuisca grande rilevanza al criterio meritocratico in tutti i livelli della vita universitaria, dal reclutamento del personale all'attività di gestione e didattica degli insegnanti, esprime un sentito ringraziamento al Ministro Gelmini per l'importante riconoscimento, ai fini dei crediti formativi, del giusto valore dei risultati sportivi conseguiti dagli atleti, che ritiene abbia una forte valenza educativa.

La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 15,10.

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono quarantotto.

PASQUALE CIRIELLO (PD). Rileva che il disegno di legge in discussione costituisce l'ennesima occasione mancata per dar vita ad una riforma del sistema universitario realmente rispondente alle concrete esigenze del Paese, in relazione alle quali, tra l'altro, manca la preventiva predisposizione di un modello condiviso, che tenga conto anche dei risultati conseguiti dalla vigente disciplina. Nel manifestare, quindi, la totale e netta contrarietà del suo gruppo al provvedimento in esame, preannunzia la presentazione di emendamenti volti a correggere gli aspetti più discutibili.

MARIO PEPE (PdL). Esprime apprezzamento per il coraggio dimostrato dal Ministro Gelmini nel portare avanti la tanto auspicata riforma del sistema universitario, basato su un modello ormai da tempo in crisi anche a causa dell'elevata età media dei docenti; nel preannunziare, inoltre, la presentazione di proposte emendative, giudica positivamente la reintroduzione del concetto del merito nella valutazione degli studenti.

MANUELA GHIZZONI (PD). Nel sottolineare la necessità di procedere ad una riforma organica del sistema universitario, manifesta il profondo disaccordo del suo gruppo sul disegno di legge in discussione, che giudica iniquo e di stampo centralista, nel quale, tra l'altro, manca una doverosa riflessione sull'offerta formativa e sulle politiche di reclutamento del personale, lamentando l'assenza di un costruttivo confronto in Commissione; preannunzia, pertanto, la presentazione di proposte emendative nel prosieguo dell'iter in Assemblea.

MARCO CALGARO (Misto-ApI). Nel constatare preliminarmente la carenza di investimenti destinati alla formazione universitaria nel nostro Paese, esprime un giudizio positivo sull'impostazione generale del disegno di legge in discussione, pur ritenendo nettamente insufficienti i relativi stanziamenti di risorse. Preannunzia, pertanto, la presentazione, da parte della sua componente politica, di proposte emendative, all'esito delle quali si riserva di esprimere una valutazione conclusiva sul provvedimento.

Interviene a titolo personale il deputato GIUSEPPE GIULIETTI (Misto).

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che i relatori rinunziano alla replica.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Sottolineato che il disegno di legge in discussione definisce per la prima volta un organico e coerente modello di funzionamento del sistema universitario, nell'ambito di una generale riforma dei meccanismi di governo e di gestione degli atenei, ricorda lo sforzo compiuto dal Governo nell'affrontare problematiche annose attinenti, in particolare, ai ricercatori, in relazione ai quali è stata individuata una soluzione innovativa e lungimirante basata sulla distinzione tra reclutamento e promozione. Nel ritenere inoltre ingiustificate le critiche concernenti un presunto eccesso di dirigismo del provvedimento in esame, che reca invece positive norme volte, tra l'altro, a snellire e semplificare le procedure, nonché a premiare il merito, rileva che il Governo, anziché prevedere un generico ed indifferenziato Pag. Xaumento delle spese destinate alle università, ha inteso promuovere una rigorosa riqualificazione e razionalizzazione dell'impiego delle risorse, il cui ammontare è stato peraltro significativamente incrementato dalla legge di stabilità per il 2011.
Nel ritenere quindi indispensabile una forte assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche, affinché si dia un contributo concreto al processo di risanamento già avviato da numerosi atenei, rivolge un ringraziamento alla VII Commissione per il proficuo lavoro svolto, che ha consentito di introdurre nel testo del provvedimento ulteriori rilevanti misure.

PRESIDENTE. Avverte che è stata presentata la questione pregiudiziale per motivi di costituzionalità Vassallo n. 1 che, non essendo stata preannunziata in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo sarà discussa e votata prima di passare all'esame degli articoli del disegno di legge.
Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione della proposta di legge: Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno al reddito (A. C. 2424-A ed abbinata).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

ANTONINO FOTI (PdL), Relatore. Illustra il contenuto della proposta di legge in discussione, volta a definire una serie di rilevanti interventi a favore dei lavoratori che, fruendo di trattamenti di sostegno al reddito in seguito alla perdita del posto di lavoro, abbiano intenzione di avviare attività d'impresa. Richiamato altresì il lungo ed impegnativo lavoro svolto nel corso dell'iter in sede referente, dà conto delle principali modifiche apportate al testo originario, finalizzate a recepire i rilievi contenuti nei pareri delle Commissioni competenti in sede consultiva. Nel sottolineare quindi la rilevanza e la delicatezza di un provvedimento che, tra l'altro, è volto ad evitare che i predetti lavoratori alimentino il lavoro sommerso, trasformando una spesa improduttiva per lo Stato in opportunità al fine di avviare nuove micro-imprese, rileva che le disposizioni in esame consentono di utilizzare parte delle risorse destinate agli ammortizzatori sociali ai fini dell'avvio di nuova imprenditorialità, prevedendo agevolazioni, incentivi e sgravi fiscali per limitati periodi. Nel ritenere, infine, tali disposizioni idonee a determinare un rilancio dell'occupazione e del Paese, auspica che nel prosieguo del dibattito si pervenga ad un'ampia convergenza parlamentare sulla proposta di legge in discussione.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in replica.

GIOVANNI PALADINI (IdV). Rammentate le problematiche emerse nel corso dell'iter in Commissione, segnatamente in relazione all'individuazione e quantificazione della copertura finanziaria, sottolinea che il provvedimento in discussione, di cui richiama i principali contenuti, reca misure meramente sperimentali ed in buona parte derogatorie, condizionate all'avvio di attività di impresa nel biennio 2010-2011. Espresse, quindi, forti perplessità in ordine alle disposizioni recate dall'articolo 7, che reputa debbano essere oggetto di approfondimento onde evitare il rischio di possibili abusi in sede applicativa, giudica la complessiva normativa recata dal provvedimento in discussione del tutto inefficace rispetto alle finalità che lo stesso si propone di perseguire.

ARMANDO DIONISI (UdC). Ricorda che il provvedimento in discussione si pone l'obiettivo, pienamente condiviso dal suo gruppo, stante l'attuale fase recessiva economica e finanziaria, di aiutare i lavoratori, in particolare dipendenti, i quali, Pag. XIusufruendo di trattamenti di sostegno al reddito, intendano intraprendere attività imprenditoriali autonome, dando in tal modo vita ad un ciclo virtuoso in grado di generare effetti positivi in termini di occupazione, emersione del lavoro nero e riduzione del ricorso alla cassa integrazione guadagni. Esprime quindi particolare apprezzamento per le misure recate dall'articolo 7, che consentono il superamento di talune disposizioni della vigente disciplina in materia di cooperative artigiane.

MASSIMILIANO FEDRIGA (LNP). Ricordato che nel corso dell'iter in sede referente, anche grazie al recepimento dei pareri espressi dalle competenti Commissioni in sede consultiva, sono state superate le iniziali perplessità manifestate dal suo gruppo in relazione a taluni aspetti della normativa contenuta nelle proposte di legge in discussione, esprime apprezzamento per le disposizioni volte a garantire fonti di reddito alternative ai lavoratori in cassa integrazione che intendano avviare attività imprenditoriali autonome. Auspica, infine, la sollecita approvazione del provvedimento in esame.

GIULIO SANTAGATA (PD). Nel ricordare che il suo gruppo non ha assunto un atteggiamento aprioristicamente contrario al provvedimento in discussione nella speranza che esso introducesse nuovi strumenti di incentivazione all'occupazione, evidenzia con rammarico come tali auspici siano andati delusi, considerata in particolare l'estrema esiguità delle risorse stanziate per gli incentivi alla creazione di attività imprenditoriali, facendo così emergere l'esigenza di prestare maggiore attenzione alla tutela dei posti di lavoro, segnatamente tra le fasce più deboli della popolazione. Nel paventare quindi il rischio che tali disposizioni si traducano in un controproducente strumento nelle mani dei datori di lavoro, i quali potrebbero incentivare l'abbandono del posto di lavoro, ritiene che si dovrebbe chiarire meglio la portata delle disposizioni recate dall'articolo 7, in materia di regime dei soci lavoratori delle cooperative artigiane.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.

ANTONINO FOTI (PdL), Relatore. Nel ringraziare i deputati intervenuti nella discussione, precisa che l'articolo 7 si limita a dettare disposizioni che esplicano i loro effetti unicamente a livello previdenziale e che avranno efficacia a partire dal 2012.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo rinunzia alla replica e rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione delle mozioni Bocchino n. 1-00436, Giulietti n. 1-00441 e Sardelli n. 1-00496: Iniziative per la tutela della qualità e del pluralismo dell'informazione nel servizio pubblico radiotelevisivo, con particolare riferimento al contratto di servizio.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (FLI). Illustra la mozione Bocchino n. 1-00436, rilevando preliminarmente la necessità che il sistema pubblico radiotelevisivo, il cui legame con la politica appare inscindibile, renda alla cittadinanza un servizio qualitativamente migliore dell'attuale, la cui pessima situazione imputa ad una gestione a tratti incomprensibile, che ha portato ad un pesante passivo nei conti dell'azienda RAI.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

BENEDETTO DELLA VEDOVA (FLI). Osservato, in particolare, che la scelta di Pag. XIIrinunciare al contratto con Sky per la trasmissione dei programmi RAI sulla piattaforma satellitare si sia trasformata in un paradossale vantaggio per la concorrenza, evidenzia come il suo gruppo reputi opportuno pensare alla privatizzazione del servizio pubblico radiotelevisivo italiano. Nel constatare quindi che non si registra alcun miglioramento in materia di pluralismo nell'informazione pubblica, sempre soggetta a forti condizionamenti politici, chiede che il Governo si attivi per modificare il contratto di servizio 2010-2012 con la RAI, in particolare in tema di qualità dell'informazione, che attualmente appare visibilmente di parte, nonché per verificare l'adempimento del predetto contratto nel periodo 2007-2009.

GIUSEPPE GIULIETTI (Misto). Illustra la sua mozione n. 1-00441 (Nuova formulazione), sottoscritta da rappresentanti di tutti i gruppi di opposizione, volta al rispetto delle convenzioni internazionali in materia di conflitto di interessi, di libertà dei mercati e di autonomia del servizio pubblico. Sottolinea, pertanto, la necessità di sottrarre le autorità indipendenti e il consiglio di amministrazione della RAI alle interferenze della politica, superando le anomalie che caratterizzano l'informazione offerta dal sistema radiotelevisivo pubblico italiano.

ENZO CARRA (UdC). Nel rilevare preliminarmente che il pluralismo dell'informazione è spesso invocato da tutte le forze politiche in maniera pretestuosa e strumentale, richiama alcuni episodi della recente storia costituzionale del Paese che hanno riguardato l'applicazione del predetto principio, soffermandosi, in particolare, sul messaggio del Presidente Ciampi del 2002, seguito a pochi mesi di distanza dal deplorevole provvedimento governativo che riguardò, tra l'altro, le trasmissioni dei giornalisti Biagi e Santoro. Rilevato, quindi, che è tuttora in attesa di rinnovo il contratto di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI, interessata ad ottenere dal Governo l'assicurazione di un piano antievasione, stigmatizza il grave dissesto economico-finanziario dell'azienda.

GIANCARLO MAZZUCA (PdL). Sottolineato che la RAI deve rendere conto del suo operato non alla politica, ma ai cittadini che pagano il canone, evidenzia la necessità di fornire all'emittente pubblica tutti gli strumenti idonei a garantire il pluralismo culturale e informativo, anche nelle trasmissioni di intrattenimento, nonché una piena libertà di accesso al mezzo televisivo. Ricorda, altresì, che il suo gruppo ha presentato una specifica mozione in materia.

MICHELE POMPEO META (PD). Nel lamentare preliminarmente l'assenza del Ministro competente per materia, osserva che il dibattito sulle questioni del pluralismo e dell'obiettività dell'informazione radiotelevisiva è purtroppo «inquinato» dall'ingombrante pressione delle diverse fazioni politiche che in modo partigiano e strumentale impediscono il sereno sviluppo del servizio pubblico fornito dalla RAI. Nel rilevare, quindi, la drammatica situazione di indebitamento dell'emittente pubblica e le preoccupanti ricadute occupazionali sui dipendenti, esprime severe critiche sull'assenza di un piano industriale in grado di cogliere la preziosa opportunità offerta dal passaggio alla tecnologia digitale, auspicando la tempestiva adozione di una necessaria riforma della governance della RAI che restituisca all'azienda autonomia rispetto ai condizionamenti della politica.

GIOVANNI PALADINI (IdV). Paventato il rischio che il sistema della comunicazione radiotelevisiva possa essere assoggettato al potere politico, atteso che costituisce un rilevante strumento di acquisizione del consenso, evidenzia l'anomalia derivante dal conflitto di interessi che coinvolge il Presidente del Consiglio, che compromette il pluralismo, inteso come garanzia dell'imparzialità dell'informazione, che dovrebbe connotare l'attività dei mezzi di comunicazione, come affermato anche in una sentenza della Corte costituzionale.

Pag. XIII

MARCO BELTRANDI (PD). Richiama i punti salienti della mozione Giulietti n. 1-00441 (Nuova formulazione), sottoscritta anche da esponenti radicali del Partito Democratico, soffermandosi in particolare sugli autorevoli interventi, anche normativi, di istituzioni europee e internazionali in relazione all'anomalia e alla gravità della situazione italiana dell'informazione, sull'auspicabile inserimento nello schema di contratto di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI delle indicazioni contenute nel parere approvato all'unanimità della Commissione parlamentare di vigilanza, nonché sulla necessità di garantire maggiore efficacia e indipendenza agli interventi dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Nel formulare, quindi, severe critiche sul drammatico dissesto finanziario della RAI e sulla direzione della prima rete, con particolare riferimento agli editoriali del TG1, preannunzia la presentazione di alcuni emendamenti da parte dei deputati radicali, i quali esprimeranno voto favorevole sulla mozione Giulietti n. 1-00441 (Nuova formulazione), mentre si riservano un'ulteriore valutazione sulla mozione Bocchino n. 1-00436.

PAOLA BINETTI (UdC). Nel ritenere che il sistema radiotelevisivo, e segnatamente il relativo servizio pubblico, non garantisca di fatto la piena libertà di espressione per determinate categorie di cittadini rappresentativi di talune istanze, sottolinea che la par condicio non costituisce prerogativa esclusiva del mondo politico, ma appartiene anche ai modelli culturali e comportamentali proposti alla platea dei telespettatori. Ritiene pertanto necessario ristabilire nel servizio pubblico radiotelevisivo un effettivo pluralismo delle idee, dei valori e delle espressioni rappresentative della società civile.

GIORGIO MERLO (PD). Espresso apprezzamento per la presentazione di una mozione in materia di pluralismo dell'informazione nel servizio pubblico da parte del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia, che a suo avviso si è reso conto, peraltro tardivamente, che nel nostro Paese è a rischio il fondamentale diritto alla libertà di stampa, rileva come per restituire credibilità al servizio pubblico radiotelevisivo sia necessaria una riforma della governance dell'azienda RAI, i cui palinsesti dovrebbero prevedere un maggiore coinvolgimento dei telespettatori e contribuire alla diffusione di una cultura democratica. Evidenziata la difficoltà di affrontare ogni ipotesi di riforma del servizio pubblico radiotelevisivo in assenza di chiare regole in materia di conflitto di interessi, preannunzia l'orientamento favorevole del suo gruppo su tutti i documenti di indirizzo ispirati ai predetti obiettivi.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni e prende atto che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
Avverte che sono state presentate le ulteriori mozioni Lo Monte n. 1-00503 e Cicchitto n. 1-00504 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalle mozioni all'ordine del giorno, saranno discusse congiuntamente.
Rinvia quindi il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione delle mozioni Bersani n. 1-00471 e Borghesi n. 1-00497: Iniziative in materia di riforma del sistema fiscale.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le ulteriori mozioni Cicchitto n. 1-00499, Galletti n. 1-00500, Reguzzoni n. 1-00501 e Commercio n.1-00502 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalle mozioni all'ordine del giorno, saranno discusse congiuntamente.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

ALBERTO FLUVI (PD). Nell'illustrare la mozione Bersani n. 1-00471, ribadito il giudizio Pag. XIVnegativo del suo gruppo sulle politiche economiche poste in essere dal Governo per la gestione della grave crisi finanziaria in atto, sottolinea il ruolo strategico di una organica riforma del sistema fiscale nell'ambito di una strategia volta a contemperare il rigore nella messa in sicurezza dei conti pubblici e l'adozione di misure di sostegno della domanda interna. Stigmatizzati gli indugi della maggioranza e del Governo nel porre mano ad una credibile riforma fiscale, rileva come l'applicazione del sistema vigente di fatto metta in discussione i principi di equità e di progressività dell'imposta. Richiama quindi le linee guida della riforma fiscale delineata nella mozione Bersani n. 1-00471, segnatamente lo spostamento del carico fiscale dal lavoro alla rendita ed il contrasto all'evasione fiscale, perseguiti anche attraverso la riduzione delle aliquote, l'unificazione di detrazioni e deduzioni nel cosiddetto «bonus figli», le agevolazioni fiscali per il lavoro femminile e l'investimento in tecnologie sostenibili, nonché la razionalizzazione della tassazione delle attività d'impresa.

AUGUSTO DI STANISLAO (IdV). Nell'illustrare la mozione Borghesi n. 1-00497, rileva preliminarmente come negli ultimi anni la pressione fiscale sia progressivamente aumentata, in particolare nel settore del lavoro dipendente, con pesanti ripercussioni, attesa l'attuale fase di crisi economica, sulla competitività del sistema produttivo e sul potere d'acquisto dei lavoratori, rendendo ancor più intollerabile per le casse dello Stato l'elevata evasione fiscale presente nel nostro Paese, a suo avviso non debitamente contrastata o addirittura agevolata dall'attuale Governo. Chiede quindi che l'Esecutivo, nell'ottica di una progressiva riduzione della pressione fiscale, adotti opportune iniziative fiscali in favore delle famiglie e a sostegno delle piccole e medie imprese, prestando particolare attenzione ai comportamenti virtuosi nel campo del risparmio energetico. Ritiene infine che, per reperire le risorse necessarie al conseguimento dei predetti obiettivi, il Governo dovrebbe porre in essere un'adeguata politica di contrasto all'evasione fiscale e di recupero delle somme dovute all'erario, nonché una rimodulazione della tassazione delle rendite finanziarie.

COSIMO VENTUCCI (PdL). Nell'illustrare la mozione Cicchitto n. 1-00499, esprime apprezzamento per la politica tributaria posta in essere dal Governo nella contingenza della crisi finanziaria, anche alla luce delle indicazioni provenienti dall'Unione europea , sottolineando altresì gli esiti positivi dell'azione di contrasto all'evasione fiscale e contributiva. Evidenziata peraltro la necessità di contemperare politiche di rigore nei conti pubblici e provvedimenti di sostegno della domanda interna, ricorda le innovazioni in corso di introduzione nel sistema tributario locale all'esito dell'attuazione del federalismo fiscale. Nel ritenere quindi necessario addivenire ad una riforma organica e condivisa del fisco statale, ricorda le iniziative adottate dal Governo in tal senso, tra cui la consultazione delle parti sociali e la creazione di una commissione di esperti.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI (UdC). Illustra la mozione Galletti n. 1-00500, evidenziando che le necessarie misure per il risanamento dei conti pubblici vanno accompagnate con una riforma del sistema fiscale e con politiche in grado di garantire la ripresa economica e lo sviluppo. Richiamato quindi l'alto tasso di disoccupazione, in particolare giovanile, e l'esiguità delle risorse destinate al sostegno delle famiglie, che andrebbero peraltro attribuite tenendo conto dei carichi, sottolinea che il sistema fiscale italiano risulta particolarmente penalizzante per i nuclei familiari monoreddito e per quelli con figli a carico, rendendo di fatto improrogabile l'introduzione di meccanismi di tassazione più equi. Nel reputare che le risorse a tal fine necessarie potrebbero essere reperite attraverso un allineamento agli standard europei sia dei livelli di tassazione delle rendite finanziarie sia delle imposte indirette come l'IVA, consentendo inoltre un Pag. XValleggerimento dei carichi fiscali sul lavoro, auspica che il Governo rivolga la giusta attenzione alle esigenze delle famiglie.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LNP). Nell'illustrare la mozione Reguzzoni n. 1-00501, di cui auspica l'approvazione, giudica demagogiche le critiche rivolte dalle opposizioni alla politica economica del Governo, esprimendo apprezzamento, tra l'altro, per il mancato aumento della pressione fiscale, per la messa in ordine dei conti pubblici e per la tutela della credibilità della finanza statale. Auspica quindi che l'Esecutivo porti a compimento la revisione in senso federalista del fisco, al fine di coniugare adeguatamente tassazione e rappresentanza e di garantire una gestione più efficace e responsabile delle risorse finanziarie. Reputando altresì necessario proseguire nella lotta all'evasione fiscale e contributiva, giudica opportuno riformare la giustizia tributaria e semplificare il sistema impositivo, nell'ottica di un alleggerimento della pressione fiscale sulle famiglie e sulle piccole e medie imprese, nonché dell'incentivazione dell'imprenditoria giovanile ed ecosostenibile.

IVANO STRIZZOLO (PD). Sottolinea la necessità di procedere ad una riforma strutturale del sistema fiscale e tributario, al fine di garantire l'effettiva attuazione dei principi sanciti nell'articolo 53 della Costituzione e, dunque, un più alto livello di giustizia sociale che favorisca altresì lo sviluppo e la competitività del Paese. Nel ritenere, inoltre, che l'autonomia impositiva degli enti territoriali possa essere definita soltanto all'interno di chiare linee guida per la riforma del sistema fiscale generale, invita, tra l'altro, il Governo ad elaborare un piano credibile di lotta all'evasione e all'elusione fiscale.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.
Avverte altresì che è stata presentata l'ulteriore mozione Sardelli n. 1-00505 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalle mozioni all'ordine del giorno, sarà discussa congiuntamente.
Prende quindi atto che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito, che rinvia ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Esprime solidarietà al Vicepresidente Bindi per le minacce di cui è stata oggetto unitamente ad altri esponenti del Partito Democratico.

SIMONE BALDELLI (PdL). Si associa, a nome del suo gruppo, alle espressioni di solidarietà a tutti gli esponenti politici che negli ultimi tempi sono stati vittime di minacce o di aggressioni, auspicando una riflessione sull'esigenza di far prevalere in tutte le sedi i valori propri della democrazia.

CAROLINA LUSSANA (LNP). Si associa alle considerazioni svolte dai deputati intervenuti, esprimendo, a nome del suo gruppo, solidarietà al Vicepresidente Bindi.

PRESIDENTE. Ringrazia tutti coloro che le hanno espresso solidarietà.

Discussione della mozione Di Pietro n. 1-00475: Revoca di deleghe al Ministro per la semplificazione normativa, senatore Calderoli.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali della mozione.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Espressa preliminarmente solidarietà, a nome del suo gruppo, al Vicepresidente Bindi, illustra la mozione Di Pietro n. 1-00475, che impegna il Governo a revocare le deleghe Pag. XVIconferite al Ministro Calderoli, il quale, con un decreto legislativo da ritenersi eccedente l'ambito della delega al Governo, ha disposto l'abrogazione della norma in base alla quale alcuni esponenti leghisti erano sottoposti a giudizio con l'accusa di aver organizzato un'associazione di carattere militare con scopi politici. Giudica particolarmente grave che il Ministro Calderoli abbia reso affermazioni non veritiere rispondendo ad un atto di sindacato ispettivo presentato in materia e abbia abusato delle proprie funzioni rifiutandosi di apportare una rettifica al predetto decreto legislativo.

ANDREA ORSINI (PdL). Nell'associarsi alle espressioni di solidarietà rivolte al Vicepresidente Bindi, stigmatizza l'assoluta infondatezza sul piano del merito della mozione in discussione che, tra l'altro, appare meramente strumentale, atteso che la norma ivi richiamata è stata correttamente abrogata, nell'ambito della revisione del codice dell'ordinamento militare, in quanto storicamente superata. Nel ritenere, altresì, che la prospettata rettifica del decreto legislativo n. 66 del 2010 non abbia alcun fondamento giuridico, osserva che il documento di indirizzo in esame non inciderà in alcun modo sulla coesione della maggioranza.

CAROLINA LUSSANA (LNP). Esprime indignazione, a nome del suo gruppo, per la presentazione di una mozione volta unicamente ad alimentare lo scontro politico, sottolineando l'assoluta infondatezza delle accuse mosse al Ministro Calderoli, il quale ha portato avanti una rilevantissima attività di semplificazione normativa. Evidenzia, inoltre, la piena correttezza della procedura seguita per l'abrogazione del decreto legislativo n. 43 del 1948 la quale, peraltro, ha avuto luogo per iniziativa del Ministero della difesa. Precisato, inoltre, che la propria parte politica ha sempre fatto ricorso unicamente agli strumenti propri della democrazia, rinnova la piena fiducia al Ministro Calderoli, che invita a proseguire nella sua azione nell'interesse del Paese.

SESA AMICI (PD). Nell'associarsi preliminarmente alle espressioni di solidarietà al Vicepresidente Bindi, manifesta dubbi e riserve sull'avvenuta abrogazione del decreto legislativo n. 43 del 1948, ritenendo comunque sussistente al riguardo la responsabilità politica del Ministro Calderoli.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali della mozione.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Espressa solidarietà al Vicepresidente Bindi per le minacce che le sono state rivolte, richiama l'iter dello schema di riordino del codice dell'ordinamento militare, predisposto da un comitato tecnico istituito presso il Ministero della difesa, che ha inserito nel testo anche l'abrogazione del decreto legislativo n. 43 del 1948, su cui, peraltro, non era stata sollevata alcuna obiezione da parte dei competenti organi parlamentari. Sottolinea, inoltre, la piena correttezza del proprio operato e l'assoluta infondatezza delle accuse che gli sono state rivolte, atteso che la predetta abrogazione non è in alcun modo riconducibile a propri atti e che non sarebbe stata giuridicamente praticabile la rettifica prospettata nella mozione in esame.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Martedì 23 novembre 2010, alle 10.

(Vedi resoconto stenografico pag. 135).

La seduta termina alle 22,10.