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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 444 di lunedì 7 marzo 2011

Pag. III

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 11,05.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 2 marzo 2011.

I deputati in missione sono quarantacinque.

Sull'ordine dei lavori.

EMANUELE FIANO (PD). A nome del suo gruppo, chiede che il Governo riferisca alla Camera in ordine al grado di penetrazione nell'economia italiana del Fondo sovrano libico, in vista dell'adozione di opportune misure di congelamento di beni e interessi coinvolti.

Discussione del testo unificato delle proposte di legge: Incentivi per favorire, nelle regioni dell'arco alpino, il reclutamento di militari volontari nei reparti delle truppe alpine (A.C. 607 ed abbinata-A).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

FRANCO GIDONI (LNP), Relatore. Illustra il contenuto del testo unificato in discussione, volto a favorire un più equilibrato reclutamento nel Corpo degli alpini, fortemente penalizzato dall'adozione del sistema basato sul volontariato. Nel ricordare altresì il meritevole operato del predetto Corpo in diversi teatri internazionali e nel contesto nazionale, sottolinea l'insufficiente afflusso di soggetti provenienti dalle regioni dell'arco alpino, rilevando l'importanza di salvaguardare il forte radicamento territoriale degli alpini tramite la previsione di un regime di incentivi all'arruolamento in favore dei giovani residenti nelle suddette regioni. Precisa, infine, che il testo unificato in esame è frutto di un proficuo lavoro di mediazione registratosi tra le forze politiche nel corso dell'iter in sede referente, auspicando che nel prosieguo del dibattito possano essere recepite le condizioni poste nel parere della V Commissione.

GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.

GREGORIO FONTANA (PdL). Nel richiamare l'iter del testo unificato in discussione, recante modifiche al codice dell'ordinamento militare recentemente varato dal Governo, osserva che il provvedimento persegue l'apprezzabile finalità di valorizzare il rapporto storico del Corpo nazionale degli alpini con il territorio attraverso la previsione di benefici fiscali e assistenziali che ne rafforzino la capacità di difesa dei confini nazionali e le funzioni di sicurezza e soccorso, nella consapevolezza dell'accresciuta interdipendenza esistente oggi tra tutela dell'unità della Nazione, crescita dell'identità e del prestigio internazionale dell'Italia e salvaguardia delle identità e delle tradizioni locali. Precisa, al riguardo, che il testo unificato, che il suo gruppo sosterrà nel prosieguo dell'iter parlamentare, si inquadra nel solco del mutato e accresciuto ruolo delle Forze armate e potrebbe costituire un'esperienza «pilota» per l'adozione di future iniziative legislative in materia di difesa.

Pag. IV

AUGUSTO DI STANISLAO (IdV). Nel condividere l'apprezzamento per il fondamentale ruolo svolto dal Corpo nazionale degli alpini, richiama i dati che confermano, nel sistema di reclutamento dell'Esercito, la prevalenza di volontari provenienti dal Meridione. Nel considerare peraltro del tutto irragionevole attribuire un'indennità soltanto agli alpini residenti in alcune aree geografiche del Paese, ritiene che le disposizioni recate dal testo unificato in discussione presentino profili di incostituzionalità, esprimendo altresì perplessità sulla reale copertura finanziaria degli interventi delineati, come confermato dal parere della V Commissione. Ricorda infine la portata normativa delle proposte emendative presentate dal suo gruppo, manifestando la diponibilità dello stesso a migliorare un testo che giudica inadeguato e pericoloso.

ETTORE ROSATO (PD). Precisato preliminarmente che il suo gruppo non ha una posizione pregiudizialmente contraria al testo unificato in discussione, ne evidenzia la sostanziale natura di «provvedimento spot» che delinea soluzioni inefficaci e propagandistiche alle difficoltà di reclutamento nel Corpo nazionale degli alpini. Osserva, al riguardo, che il testo presenta evidenti profili di incostituzionalità demandando agli enti locali, con oneri a valere sui rispettivi bilanci, interventi che sarebbero di competenza esclusiva dello Stato senza affrontare l'esigenza primaria di assicurare certezza di future assunzioni ai volontari in ferma prefissata e in rafferma. Nel paventare, quindi, il rischio che le previste misure di incentivazione introducano arbitrarie e non giustificabili discriminazioni economiche tra i corpi militari delle Forze armate, manifesta apprezzamento per il recepimento di una proposta emendativa presentata da deputati del suo gruppo volta a stanziare risorse destinate all'Associazione nazionale alpini, giudicando tuttavia non condivisibile la scelta di istituire una apposita riserva costituita su base volontaria della predetta associazione.

ALDO DI BIAGIO (FLI). Nel sottolineare preliminarmente che il provvedimento in discussione appare finalizzato a recepire esclusivamente istanze provenienti dalla Lega Nord, evidenzia il carattere altamente discriminatorio delle disposizioni da esso recate, che introducono agevolazioni di carattere economico, basate su un inaccettabile criterio di provenienza geografica degli arruolati nel Corpo nazionale degli alpini. Nell'evidenziare quindi come la previsione di titoli preferenziali per coloro che operano in particolari associazioni di volontariato presti pericolosamente il fianco a possibili strumentalizzazioni di carattere politico del predetto Corpo militare, manifesta la totale contrarietà del suo gruppo al testo in esame, preannunziando la presentazione di proposte di modifica tese a recuperare il principio meritocratico per il reclutamento nel Corpo degli alpini; riterrebbe infine preferibile il rinvio in Commissione del provvedimento.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.

FRANCO GIDONI (LNP), Relatore. Nel prendere atto dell'intendimento di taluni gruppi di presentare proposte emendative al testo unificato in discussione, rivolge un ringraziamento al rappresentante del gruppo di maggioranza relativa per il sostegno espresso al provvedimento, giudicando altresì del tutto infondate le preoccupazioni manifestate dall'opposizione.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo rinunzia alla replica e rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione della proposta di legge: Disposizioni per la promozione e la diffusione della cultura della difesa attraverso la pace e la solidarietà (A.C. 2596-A ed abbinata).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

Pag. V

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

FRANCESCO SAVERIO GAROFANI (PD), Relatore. Osserva che la proposta di legge in discussione è volta a riaffermare, in particolare tra i giovani, la condivisione di una cultura della difesa basata sul rispetto dei valori universali della pace, della solidarietà e della tutela dei diritti umani. Richiamato quindi il ruolo delle Forze armate, come definito dalla Carta costituzionale e come più recentemente evolutosi nel contesto geopolitico internazionale, anche alla luce del progressivo mutamento delle caratteristiche delle missioni internazionali di pace e delle politiche alle stesse sottese, illustra il contenuto del provvedimento in discussione, rammentandone peraltro l'articolato iter in Commissione, nell'auspicio che sul medesimo possa registrarsi il più ampio consenso delle forze politiche.

GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.

RICCARDO MAZZONI (PdL). Nel ricordare preliminarmente che la decisione del gruppo Popolo della Libertà di non assegnare ad un proprio componente l'incarico di relatore in Assemblea sulla proposta di legge in esame è dovuta all'inaccettabile posizione assunta dal gruppo Italia dei Valori in occasione della recente uccisione di un militare italiano in Afghanistan, manifesta una sostanziale condivisione delle finalità di carattere generale perseguite dal provvedimento in discussione, volto a promuovere la cultura della difesa attraverso la pace e la solidarietà, in particolare in una fase storica caratterizzata da crescenti tensioni internazionali. Nell'annettere quindi grande importanza al lavoro svolto dalle strutture della difesa nel mantenimento della pace, esprime una forte critica su talune posizioni pacifiste, spesso animate da aprioristiche finalità politiche antioccidentali. Manifesta infine perplessità circa l'effettiva necessità dell'intervento legislativo in discussione, rilevando come il testo in esame ricalchi sostanzialmente il contenuto della legge n. 162 del 2009.

AUGUSTO DI STANISLAO (IdV). Nel richiamare le finalità sottese alla proposta di legge in discussione, sottolinea come la promozione di una cultura della difesa attraverso la pace e la solidarietà e la doffusione della stessa quale valore condiviso ed unificante per le giovani e le future generazioni costituisca un attendibile indice della cifra morale del Paese ed un tratto distintivo dell'identità nazionale. Ribadita quindi l'opportunità di rafforzare il legame tra i cittadini, e segnatamente i giovani, e i valori rappresentati dalle Forze armate nell'ambito della promozione della pace e della solidarietà, anche alla luce del mutato contesto geopolitico europeo e mondiale, esprime apprezzamento per il proficuo contributo reso dal deputato Cicu durante l'iter in Commissione. Auspica quindi che il provvedimento in esame registri un ampio consenso parlamentare, attraverso il superamento di talune contrarietà che tuttavia non dovrebbero mettere in discussione la condivisione di principi fondamentali.

FEDERICA MOGHERINI REBESANI (PD). Nel richiamare l'evoluzione del diritto e delle relazioni internazionali in uno scenario globale attraversato da minacce asimmetriche, particolarismi etnico-religiosi e spinte secessionistiche, osserva che la stretta interdipendenza determinatasi, tra cultura della difesa e cultura della pace e della solidarietà richiede una fattiva e sinergica collaborazione tra Forze armate e mondo della cooperazione e dell'associazionismo, anche religioso, a fini umanitari in vista dell'efficace attuazione delle politiche per la sicurezza e la difesa. Manifesta, quindi, apprezzamento per le finalità perseguite dal provvedimento in discussione, con particolare riferimento alla promozione di accordi internazionali sul disarmo e sulla non proliferazione nucleare, ricordando, al riguardo, le ampie convergenze raggiunte in Parlamento in occasione Pag. VIdell'approvazione di specifici atti di indirizzo volti ad orientare in tal senso l'azione del Governo nelle sedi internazionali competenti. Esprime altresì apprezzamento per l'istituzione di un premio nazionale annuale da assegnare a persone nonché a enti o altri soggetti culturali che si siano distinti nella promozione della cultura della difesa attraverso la pace e la solidarietà.

FRANCO GIDONI (LNP). Nel giudicare condivisibile la finalità della proposta di legge in discussione, volta ad introdurre nell'ordinamento giuridico il principio della promozione e della diffusione della cultura della difesa attraverso la pace e la solidarietà, invita le forze politiche a non creare inutili antagonismi fra le funzioni svolte in ambito civile e militare, reputando peraltro inopportuno sollevare sterili polemiche sul meritevole operato delle Forze armate nei vari contesti internazionali. Nell'auspicare, infine, che le missioni di pace all'estero in cui sono coinvolti militari italiani vengano valutate con maggiore obiettività, manifesta l'orientamento favorevole del suo gruppo al provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore e il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

Interviene sull'ordine dei lavori il deputato ERMETE REALACCI (PD).

La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresa alle 14,35.

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono quarantasei.

Discussione della proposta di legge S. 10-51-136-281-285-483-800-972-994-1095-1188-1323-1363-1368: Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento (approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 2350-A ed abbinate).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione sulle linee generali è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 2 marzo 2011.

PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le questioni pregiudiziali per motivi di costituzionalità Palagiano n. 1 e Farina Coscioni n. 2 che, non essendo state preannunciate nella Conferenza dei presidenti di gruppo, saranno discusse e votate prima di passare all'esame degli articoli della proposta di legge.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

DOMENICO DI VIRGILIO (PdL). Relatore per la maggioranza. Esprime preliminarmente soddisfazione per il dibattito ampio e approfondito svoltosi durante l'iter in Commissione, che ha consentito di apportare modifiche migliorative al testo della proposta di legge in discussione, che reputa un apprezzabile contemperamento tra diritto all'autodeterminazione della persona, diritti dell'individuo e ruolo del medico. Nel ritenere quindi che il diritto alla vita costituisca un principio laico comunemente accettato, sottolinea la necessità di assicurare il rispetto dei diritti della persona, tale intendendosi anche il paziente in stato vegetativo, giudicando in tal senso atti dovuti ed indisponibili l'idratazione e la nutrizione artificiali. Ribadita quindi la contrarietà dell'eutanasia nonché del rifiuto e dell'accanimento terapeutici ai principi sanciti dalla stessa Corte costituzionale, sottolinea come, da un lato, il paziente non possa vantare un diritto alla morte e, dall'altro, il medico abbia il dovere di prendersi cura del malato rispettando la fine naturale dell'esistenza umana. Richiamata altresì la necessità di sostenere le famiglie dei pazienti in stato vegetativo, ai quali peraltro dovrebbe essere garantito l'accesso alle cure palliative Pag. VIIed alla terapia del dolore, ritiene che il diritto alla salute risulti prevalente sulla facoltà di rifiutare le cure mediche, richiamando altresì il diritto del paziente ad esercitare un consenso informato alle cure stesse. Rammentate inoltre le problematiche connesse alla dichiarazione anticipata di trattamento, segnatamente in ordine ai limiti di durata e alla loro modificabilità, invita tutti i deputati a compiere una riflessione che si ponga al di sopra degli orientamenti ideologici sui temi oggetto del provvedimento in discussione, che reputa esclusivamente finalizzato al perseguimento del bene del paziente.

ANTONIO PALAGIANO (IdV), Relatore di minoranza. Pur sottolineando la necessità di disciplinare la materia relativa al testamento biologico per superare l'attuale situazione di discrezionalità, ritiene che la proposta di legge in discussione si ponga in contrasto con gli articoli 3 e 32 della Costituzione e non introduca alcun vincolo al rispetto della volontà dei pazienti. Rilevato, inoltre, come l'iter del provvedimento sia stato caratterizzato da uno scontro ideologico, nell'ambito del quale si tende a negare all'individuo la libertà di decisione circa la fase finale della propria esistenza, preannunzia la presentazione da parte del suo gruppo di proposte emendative volte a rendere più snella la portata normativa di una proposta di legge che dovrebbe perseguire quale obiettivo prioritario la tutela della libertà e della dignità dei pazienti.

EUGENIA ROCCELLA, Sottosegretario di Stato per la salute. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.

PAOLA BINETTI (UdC). Richiamato l'ampio dibattito sviluppatosi nel Paese sulle tematiche oggetto della proposta di legge in discussione, reputa infondati i giudizi negativi espressi sulla stessa anche da autorevoli esponenti della comunità scientifica. Sottolinea quindi che nel testo del provvedimento si afferma il fondamentale diritto alla tutela della persona umana, rifiutando qualsiasi forma di eutanasia, nonché il valore dell'alleanza terapeutica tra medico e paziente, precisando che l'autodeterminazione di quest'ultimo deve coniugarsi con il principio di responsabilità. Nel rilevare quindi l'impostazione laica, sia pure con la presenza di elementi di ispirazione cristiana, del provvedimento in esame, esprime l'orientamento sostanzialmente favorevole del suo gruppo sullo stesso, auspicando che si pervenga alla formulazione di un testo in cui, nel rispetto dell'articolo 32 della Costituzione, si preveda una corretta integrazione tra il diritto alla vita e la volontà dei pazienti e dei medici.

LIVIA TURCO (PD). Nel manifestare amarezza e profonda preoccupazione per l'attuale formulazione della proposta di legge in discussione, che palesa la lacerazione esistente tra il Parlamento e il Paese e lo scontro in atto tra le forze politiche, sottolinea la necessità di dar vita ad un intervento legislativo che rispetti effettivamente la libertà e la dignità del paziente all'interno dell'ineludibile rapporto di fiducia che deve sussistere tra quest'ultimo ed il medico. Evidenziato, altresì, come il provvedimento in esame, sul quale manifesta un orientamento contrario, presenti profili di illegittimità costituzionale, configurando una palese violazione dell'articolo 32, ritiene che lo stesso sia difficilmente attuabile. Auspica, infine, l'adozione di un nuovo testo più incisivo e condiviso.

MARCO CALGARO (Misto-ApI). Nel condividere i principi ispiratori della proposta di legge in discussione, sottolinea la necessità di favorire la concreta applicabilità degli interventi ivi delineati, ritenendo peraltro indispensabile che si instauri un processo empatico e di piena fiducia nel rapporto tra il medico e il paziente. Nel richiamare quindi il contenuto del provvedimento in esame, precisa alcuni aspetti di maggiore criticità presenti nel testo, segnatamente il consenso informato nel trattamento di soggetti minori e le norme recate dal comma 5 dell'articolo 3, auspicando che nel prosieguo del dibattito Pag. VIIIpossa avviarsi un sereno e costruttivo confronto di merito in grado di migliorare il testo in discussione.

ANTONIO MAZZOCCHI (PdL). Precisato preliminarmente che la proposta di legge in discussione risponde all'indifferibile esigenza di colmare un grave vuoto legislativo con riferimento al delicato ambito del trattamento del cosiddetto fine vita, evitando l'assunzione di indebite funzioni sostitutive da parte di una giurisprudenza creativa, manifesta apprezzamento per il contenuto normativo del provvedimento, che affronta l'enigmatico tema del confine tra vita e morte, approntando una disciplina che risulta essere una felice sintesi tra il diritto indisponibile alla vita e quello all'autodeterminazione, tenendo conto del ruolo fondamentale del medico nella valutazione delle prospettive presenti e future di cura. Sottolinea, infine, il carattere liberale della proposta di legge, imperniata sul fondamentale principio di alleanza terapeutica tra medico e paziente.

SILVANA MURA (IdV). Nel ritenere la proposta di legge in discussione un'occasione mancata al fine di dotare l'ordinamento giuridico di norme di particolare importanza per i cittadini, esprime un giudizio fortemente negativo su un testo assolutamente inaccettabile, che, tra l'altro, viola in modo palese gli articoli 3, 13 e 32 della Carta costituzionale. Richiamati quindi gli aspetti di maggiore criticità del provvedimento in esame, segnatamente le disposizioni contenute negli articoli 3, comma 5, e 7, manifesta la disponibilità del suo gruppo ad un confronto di merito volto a migliorare il testo originario, preannunziando altresì l'intendimento della sua parte politica di opporsi con forza ed in modo non strumentale a quelle misure che incideranno negativamente sul principio di libertà e di autodeterminazione dell'individuo. Nell'invitare, infine, le forze politiche a valutare con serenità le proposte emendative presentate dal suo gruppo, sottolinea l'opportunità di varare una soft law e di stabilire unicamente alcuni principi generali in una materia di estrema delicatezza e complessità.

MASSIMO POLLEDRI (LNP). Richiamate le vicende giudiziarie che hanno riguardato il problematico caso Englaro, ritiene debbano prevalere, nel trattamento del cosiddetto fine vita, le ragioni di indisponibilità della vita stessa, a suo avviso riconducibili a principi di dignità e di solidarietà umane, nonché a interessi sociali della collettività, riferibili già ad una ricostruzione sistematica della normativa vigente, che non prevede la libertà assoluta dell'individuo in ordine alla propria salute. Manifesta, quindi, apprezzamento per la previsione contenuta nel testo circa il consenso informato quale presupposto di ogni trattamento sanitario, valutabile dal medico curante nell'ambito dell'alleanza terapeutica con il paziente secondo fondamentali principi di deontologia professionale.

ILEANA ARGENTIN (PD). Nel precisare che il principio della dignità umana viene garantito nel momento in cui viene riconosciuta a ciascuna persona la diversità del proprio vivere, ritiene che il testamento biologico debba essere considerato come una libera e legittima scelta del paziente con riferimento alle terapie mediche cui sottoporsi sulla base del fondamentale principio di alleanza terapeutica tra medico e paziente. Lamenta quindi i tagli apportati alle politiche di sostegno ai disabili, per i quali invoca il diritto alle pari opportunità, anche nell'assistenza sanitaria.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI (UdC). Sottolineata la delicatezza delle tematiche sottese al provvedimento in discussione, reputa necessario un intervento legislativo in materia alla luce della disciplina nel frattempo introdotta in altri Paesi e soprattutto a seguito della forzatura della normativa vigente realizzata in occasione del caso Englaro. Nel ribadire quindi la centralità del diritto indisponibile alla vita e del rispetto della persona umana, che reputa prevalere sul diritto all'autodeterminazione, rileva come dai princìpi costituzionali non possa configurarsi un diritto all'eutanasia. Nell'evidenziare altresì le Pag. IXdifferenze esistenti tra il testamento biologico e la dichiarazione anticipata di trattamento, sottolinea come quest'ultima non sia vincolante e presupponga l'indisponibilità del bene vita, reputando non assimilabili ad un trattamento terapeutico l'idratazione e l'alimentazione artificiali. Giudicato infine senz'altro migliorabile il testo in discussione, auspica che il dibattito prosegua senza pregiudizi ideologici e ricercando solo il bene comune.

ANTONIO BUONFIGLIO (FLI). Nel ritenere che le delicate tematiche oggetto della proposta di legge in esame, sulla quale manifesta un orientamento contrario, non debbano essere affrontate sull'onda dell'emozione suscitata da drammatici casi come quello di Eluana Englaro, rileva l'esistenza di numerosi profili di criticità nel provvedimento in discussione, che ritiene derivino da una impropria impostazione di carattere religioso, a suo avviso non corretta in un moderno Stato laico. Nel sottolineare l'esigenza di affermare la netta contrarietà sia all'eutanasia sia all'accanimento terapeutico, esprime forti perplessità sulla dichiarazione anticipata di trattamento, stante l'incerta qualificazione giuridica di tale strumento, che potrebbe dar luogo a numerosi contenziosi, e l'inadeguatezza dello stesso a fugare i dubbi sulla reale volontà del malato. Ritiene infine opportuna una sospensione dell'iter della proposta di legge per consentire un ulteriore approfondimento della materia in esame.

ROBERTO ROLANDO NICCO (Misto-Min.ling.). Sottolineate la complessità e la delicatezza delle problematiche relative al fine vita, esprime sdegno e riprovazione per l'inaccettabile strumentalizzazione cui si è assistito con riferimento al caso Englaro. Nel ritenere fondamentale tutelare la libertà di scelta dell'individuo in tale materia, rileva che lo Stato deve limitarsi a garantire il diritto dei cittadini di disporre del proprio corpo senza operare indebite ingerenze, che a suo avviso possono tradursi nell'inaccettabile imposizione di principi etici non universalmente condivisi. Reputa inoltre opportuno che anche l'alimentazione e l'idratazione artificiali possano essere oggetto della dichiarazione anticipata di trattamento, preannunziando la presentazione da parte della propria componente politica di proposte emendative volte a migliorare il testo in discussione.

MELANIA DE NICHILO RIZZOLI (PdL). Ricordato il complesso iter del provvedimento in discussione, nel corso del quale il testo è stato ampiamente modificato, rileva come esso sia volto a colmare un vuoto legislativo e ad evitare improprie forzature della normativa vigente da parte di organi giudiziari, come verificatosi in occasione del caso di Eluana Englaro. Nell'auspicare che analoghe vicende non si ripetano, sottolinea la grande responsabilità che il Parlamento è chiamato ad assumersi in difesa della vita e del diritto alla stessa dei malati che versano in condizioni estreme. Nel rilevare quindi che ogni essere umano che versa in stato vegetativo si ritiene clinicamente vivo e debba necessariamente essere distinto da un malato in fase terminale, richiama il codice deontologico, che impone ai medici di assicurare il sostegno vitale finché questo risulti utile, auspicando un'ampia condivisione del provvedimento in discussione, che si pone l'obiettivo di tutelare il diritto alla vita costituzionalmente garantito evitando tuttavia l'accanimento terapeutico.

PIERFELICE ZAZZERA (IdV). Nel ritenere che la discussione sul provvedimento vertente sul trattamento biologico intervenga strumentalmente e demagogicamente nel momento di più bassa credibilità morale del Governo, rileva che la materia oggetto della proposta di legge in esame non è stata affrontata in piena indipendenza di giudizio, bensì sotto il condizionamento delle indicazioni provenienti dalle gerarchie ecclesiastiche. Giudicato quindi il provvedimento in discussione incivile, illiberale ed incostituzionale, reputa inaccettabile il tentativo dello Stato di imporre la vita per legge sottraendo ai cittadini la libertà di decidere sulla fase finale Pag. Xdella propria esistenza. Dà altresì conto della propria volontà di non essere sottoposto, in caso di lesione permanente, ad alcun trattamento terapeutico, né ad idratazione o alimentazione artificiali.

GIUSEPPE CALDERISI (PdL). Manifestato apprezzamento per la libertà di coscienza garantita ai propri parlamentari dal gruppo Popolo della Libertà, esprime forti dubbi sulla costituzionalità di diverse disposizioni presenti nel testo in discussione, che giudica complessivamente contraddittorio e irrazionale, soffermandosi in particolare sul possibile squilibrio nel principio del bilanciamento tra tutela della vita e diritto all'autodeterminazione, sull'assenza di un'autentica definizione legislativa dell'eutanasia, nonché sul mancato riconoscimento dell'invasività di talune forme di alimentazione e idratazione forzate, che possono considerarsi un vero e proprio accanimento terapeutico. Ritiene quindi che l'Assemblea dovrebbe prevedere l'opportunità di riformulare il testo oppure limitarsi a stabilire una definizione legislativa di eutanasia, osservando che, ove ciò non si verificasse, sarebbe preferibile non procedere nell'esame del provvedimento.

GIUSEPPE FIORONI (PD). Nell'auspicare lo svolgimento di un dibattito in piena libertà di coscienza sui temi del cosiddetto fine vita, ritiene che l'idratazione e l'alimentazione non integrino trattamenti terapeutici e costituiscano viceversa dei sostegni vitali per la persona.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

GIUSEPPE FIORONI (PD). Esprime quindi un giudizio fortemente critico sulla proposta di legge in discussione, segnatamente in ordine alle disposizioni concernenti il consenso informato ed il ruolo del medico, paventando il rischio dell'insorgenza di un articolato contenzioso medico-legale e dell'affermazione in sede giurisprudenziale di numerose interpretazioni difformi. Nel ritenere altresì che le norme concernenti la dichiarazione anticipata di trattamento possano determinare lo sconfinamento verso forme passive di eutanasia, che giudica inaccettabili, reputa maggiormente opportuno il rinvio in Commissione del provvedimento, ritenendo auspicabile che il medesimo si limiti a prevedere disposizioni circa l'idratazione e l'alimentazione artificiali ed il divieto di accanimento terapeutico.

CARMINE SANTO PATARINO (FLI). Richiamati i dubbi e le perplessità sollevati da diversi settori dell'opinione pubblica e della società civile circa l'opportunità di disciplinare una materia particolarmente complessa e delicata come quella oggetto del provvedimento in discussione, ricorda il clima di scontro instauratosi nel corso dell'iter al Senato, anche sull'onda emotiva suscitata dal drammatico caso di Eluana Englaro; preannunzia quindi che il suo gruppo, in assoluta libertà di coscienza, contribuirà con spirito costruttivo alla predisposizione di un testo il più possibile condiviso, anche per evitare insanabili lacerazioni nel Paese.

GIANCLAUDIO BRESSA (PD). Rilevato preliminarmente che la politica dovrebbe essere conscia dei propri limiti di fronte al rispetto della dignità della persona, ritiene che proposta di legge in discussione si ponga in contrasto con l'articolo 32 della Costituzione, che sancisce il principio della volontarietà dei trattamenti sanitari. Rileva, inoltre, che, nell'ambito di un approccio compiutamente laico, le scelte concernenti la parte finale della propria esistenza competono al soggetto interessato o ai suoi familiari e mai allo Stato.

GABRIELE TOCCAFONDI (PdL). Nel ritenere doveroso che, dopo il clamoroso caso di Eluana Englaro, il Parlamento legiferi su una materia così delicata, anche al fine di scongiurare il rischio di anarchia giudiziaria, reputa condivisibili le disposizioni contenute nel provvedimento in discussione, che sancisce il divieto dell'eutanasia e dell'accanimento terapeutico, attribuendo Pag. XIun ruolo centrale al medico curante, legato al paziente da un esclusivo rapporto fiduciario.

ANDREA SARUBBI (PD). Espresso rammarico per il metodo seguito nell'iter del provvedimento in discussione, che contraddice l'esigenza di creare una vera coscienza politica condivisa, preannunzia la presentazione di proposte emendative finalizzate a rendere meno restrittive le disposizioni in esame, garantendo, tra l'altro, la dignità della persona e l'alleanza terapeutica tra medico e paziente.

LUCIO BARANI (PdL). Nel ricordare preliminarmente l'ampia discussione svoltasi presso l'altro ramo del Parlamento sulla proposta di legge in esame, che ha tratto origine da una mozione presentata nella scorsa legislatura, manifesta apprezzamento per le disposizioni in essa contenute, precisando che numerose critiche sollevate al riguardo derivano da un'erronea interpretazione dell'articolo 32 della Costituzione. Sottolinea, in particolare, l'importanza dell'alleanza terapeutica tra medico e paziente, anche alla luce dell'esigenza di ottenere il libero e informato consenso ai trattamenti sanitari.

DELIA MURER (PD). Nel ritenere che durante l'esame in Commissione il testo sia stato peggiorato rispetto a quello approvato dal Senato, ampliando in modo confuso l'ambito di applicazione e non tenendo conto delle audizioni svolte, lamenta il carattere ideologico del provvedimento in discussione, che non rispetta la dignità della persona ed appare lesivo della deontologia professionale dei medici. Auspica pertanto la sospensione del suo iter parlamentare.

LUCIANA PEDOTO (PD). Sottolineato il proficuo lavoro svolto nel corso dell'iter in sede referente del provvedimento in discussione, esprime perplessità sull'opportunità di legiferare su una materia così delicata, prospettando le pericolose conseguenze che ne deriverebbero e giudicando altresì ingiusto adottare un criterio gerarchico rispetto al principio di sacralità della vita. Sottolinea quindi la necessità di stanziare risorse finanziarie aggiuntive per il settore della ricerca sanitaria e di apportare consistenti modifiche al testo della proposta di legge in esame.

EUGENIO MAZZARELLA (PD). Nel ritenere che occorra prudenza nel legiferare su una materia così delicata come quella in esame, auspica che si possa pervenire ad una soluzione condivisa che rispetti in primo luogo la volontà e la dignità del paziente, valorizzando il ruolo del medico nella prospettata alleanza terapeutica.

LINO DUILIO (PD). Giudica assolutamente inopportuno legiferare in maniera invasiva su una materia come quella oggetto del provvedimento in discussione, che dovrebbe essere rimessa alla libertà dell'individuo, atteso che non può essere attribuita allo Stato una competenza circa le decisioni da assumere relativamente alla fase finale dell'esistenza umana.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

Interviene sull'ordine dei lavori il deputato ROBERTO GIACHETTI (PD).

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Martedì 8 marzo 2011, alle 11.

(Vedi resoconto stenografico pag. 95).

La seduta termina alle 19,25.