Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute >>

XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 533 di mercoledì 12 ottobre 2011

Pag. III

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 13,25.

La Camera approva il processo verbale della seduta di ieri.

I deputati in missione sono settantadue.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ricorda che la Giunta per il Regolamento, convocata nella giornata odierna per valutare le conseguenze procedurali derivanti dalla reiezione dell'articolo 1 del rendiconto generale dello Stato, ha ritenuto, a maggioranza, che, a seguito di tale circostanza, il provvedimento deve intendersi respinto nel suo complesso; ne deriva anche la sospensione dell'iter del disegno di legge di assestamento.
Avverte inoltre che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha rappresentato la richiesta del Presidente del Consiglio di rendere comunicazioni alla Camera, prospettando l'eventualità che il Governo ponga la questione di fiducia in sede di votazione delle risoluzioni; nel rilevare altresì che si recherà dal Presidente della Repubblica per esporgli le ragioni in base alle quali i gruppi di opposizione non ritengono possibile, nella situazione creatasi a seguito della reiezione dell'articolo 1 del rendiconto, dare corso alle comunicazioni del Governo, osserva tuttavia che la Presidenza non può che accedere alla richiesta dell'Esecutivo. Le comunicazioni del Presidente del Consiglio avranno pertanto luogo domani, con inizio alle 11.
Si riserva infine di convocare una nuova riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo per organizzare tempi e modalità del dibattito.

DARIO FRANCESCHINI (PD). Sottolinea la necessità imprescindibile che, quale unica conseguenza politica e costituzionale del voto di ieri, il Presidente del Consiglio dei ministri rassegni le dimissioni, stigmatizzando la decisione di svolgere un dibattito sulle comunicazioni del Governo, testè preannunziato dalla Presidenza, con la possibile posizione della questione di fiducia, che giudica assolutamente inutile e non risolutiva della situazione, constatata ormai l'assenza evidente di una maggioranza parlamentare. Manifesta tra l'altro la netta contrarietà del suo gruppo all'eventuale ripresentazione di un nuovo rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per il 2010.

ANTONIO LEONE (PdL). Nel prendere atto della decisione della Giunta per il Regolamento, non condivide l'ipotesi che da tale pur legittima scelta sia possibile dedurre l'improcedibilità anche dell'iter del provvedimento recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato, come ritiene sia dimostrato da numerosi precedenti assimilabili al caso in questione. Chiede pertanto alla Presidenza di compiere un ulteriore approfondimento di quella che a suo avviso appare essere una forzatura.

PRESIDENTE. Ribadisce il parere della maggioranza della Giunta per il Regolamento, per il quale dalla reiezione del rendiconto generale dello Stato deriva l'impossibilità di proseguire nell'esame dell'assestamento di bilancio, atteso che il Pag. IVdisposto regolamentare sancisce, all'articolo 119, comma 8, una logica connessione di carattere sostanziale tra i due documenti dal punto di vista contabile.

PIER FERDINANDO CASINI (UdCpTP). Nel sottolineare la totale irresponsabilità del Presidente del Consiglio, che avrebbe dovuto imprescindibilmente rassegnare le dimissioni dopo la votazione di ieri sul rendiconto generale dello Stato, auspica un sussulto di dignità da parte della maggioranza, colpevole di far sprofondare il Paese nel più evidente discredito internazionale.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (FLpTP). Rilevato che la reiezione del rendiconto generale dello Stato equivale politicamente e istituzionalmente ad un atto di sfiducia parlamentare, ritiene dovute le dimissioni del Presidente del Consiglio al fine di non bloccare i lavori parlamentari in una impasse istituzionale irrisolvibile, che pregiudicherebbe l'approvazione tempestiva di importanti decisioni di bilancio, segnatamente la legge di stabilità, nella difficile congiuntura economica internazionale, richiamando in tal senso gli autorevoli appelli alla coesione politica e alla lealtà costituzionale venuti dal Presidente della Repubblica.

MASSIMO DONADI (IdV). Sottolinea l'evidente valenza politica della reiezione del rendiconto generale dello Stato, che dovrebbe determinare come conseguenza le dimissioni del Governo, stigmatizzando la volontà dell'Esecutivo di porre per l'ennesima volta la questione di fiducia e giudicando pertanto irresponsabile l'atteggiamento della maggioranza parlamentare.

PINO PISICCHIO (Misto-ApI). Espressa condivisione per il parere della Giunta per il Regolamento, sottolinea che il passaggio parlamentare della reiezione del rendiconto generale dello Stato ha segnato la trasformazione di una crisi politica conclamata in una crisi istituzionale dai profili inquietanti che, equivalendo ad un atto di sfiducia parlamentare, rende dovute le immediate dimissioni del Governo, a meno che non si intenda perpetrare un violento strappo alla prassi costituzionale consolidata.

GIORGIO LA MALFA (Misto-LD-MAIE). Nel constatare l'evidente crisi della maggioranza parlamentare, sottolinea che al problema di carattere costituzionale rappresentato dalla reiezione del rendiconto generale dello Stato non si può porre rimedio con il ricorso alla questione di fiducia, giudicando pertanto necessarie le dimissioni del Presidente del Consiglio.

FABRIZIO CICCHITTO (PdL). Respinte nettamente le considerazioni svolte dai deputati Franceschini e La Malfa, che giudica quasi eversive dell'ordine costituzionale, richiama il disposto dell'articolo 94 della Costituzione, segnatamente la previsione secondo la quale la reiezione di una proposta del Governo non implica alcun obbligo di dimissioni. Precisa, inoltre, che il Presidente della Camera non ha dichiarato né in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo né in Assemblea quanto invece riportato da una agenzia di stampa.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI (LNP). Nel giudicare contraddittorie le considerazioni svolte dal deputato Franceschini, lamenta che il Presidente della Camera non ha consentito che le comunicazioni del Governo avessero luogo nella seduta odierna, ritenendo peraltro conforme alla Carta costituzionale la posizione della questione di fiducia. Auspica infine che il Governo e la maggioranza possano proseguire nel percorso riformatore avviato.

SILVANO MOFFA (PT). Giudicate condivisibili le considerazioni svolte dal vicepresidente Leone, manifesta pieno rispetto per le decisioni della Giunta per il Regolamento, segnalandone, tuttavia, la particolare composizione che non rispecchia la maggioranza politico-parlamentare presente in Assemblea. Giudica inoltre opinabili le stesse determinazioni della Giunta.

Pag. V

PRESIDENTE. Ricorda al deputato Moffa che il suo gruppo è rappresentato in seno alla Giunta per il Regolamento nella persona del deputato Milo.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Contesta l'interpretazione fornita dal deputato Cicchitto sulla ratio delle norme sancite dall'articolo 94 della Costituzione.

SILVANO MOFFA (PT). Precisa che il deputato Milo, nel momento in cui è stato designato componente la Giunta per il Regolamento, non faceva parte del gruppo Popolo e Territorio.

PRESIDENTE. Precisa che i componenti la Giunta per il Regolamento sono nominati dal Presidente della Camera.

FRANCESCO PAOLO SISTO (PdL). Contesta le affermazioni del deputato Giachetti in merito all'interpretazione del disposto dell'articolo 94 della Costituzione.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Giovedì 13 ottobre 2011, alle 11.

(Vedi resoconto stenografico pag. 15).

La seduta termina alle 14,25.