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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 543 di giovedì 27 ottobre 2011

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 10,05.

GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Antonione, Barbi, Belcastro, Bernini Bovicelli, Boniver, Brugger, Brunetta, Bruno, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Gianfranco Conte, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Fava, Fitto, Franceschini, Galati, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Lusetti, Mantini, Martini, Mecacci, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Misiti, Moffa, Laura Molteni, Mura, Mussolini, Angela Napoli, Palumbo, Paniz, Polidori, Prestigiacomo, Ravetto, Razzi, Reguzzoni, Roccella, Romano, Rosso, Rotondi, Saglia, Stefani, Stucchi, Tabacci, Vitali, Vito e Zaccaria sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che il presidente del gruppo parlamentare Misto, con lettera pervenuta in data odierna, ha reso noto che il deputato Pino Pisicchio è stato nominato, in sostituzione del deputato Bruno Tabacci, vicepresidente del gruppo in rappresentanza della componente politica Alleanza per l'Italia. Auguri di buon lavoro al collega Pisicchio.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori (ore 10,11).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo solo perché ieri sera sono stato raggiunto da una notizia che in effetti poi ho potuto riscontrare. Nel programma televisivo Chi l'ha visto? c'è stato un collegamento telefonico con Antonio Verrecchia, che è il capo macchine della Savina Caylyn: ci stanno torturando, stiamo morendo, aiutateci. Questo è il drammatico appello - leggo - in diretta Pag. 2telefonica dell'equipaggio della Savina Caylyn, attaccata al largo delle coste somale da un gruppo di pirati l'8 febbraio scorso. Insieme al condirettore di Libero Reporter, Gaetano Baldi, che in questi mesi ha tenuto i contatti con i sequestrati, Federica Sciarelli ha parlato con Antonio Verrecchia appunto, e poi dopo c'è stato anche un intervento di Eugenio Bon, che è un triestino. Tra loro vi sono anche Giuseppe Lubrano Lavadera, di Procida, Crescenzo Guardascione, terzo ufficiale di coperta, di Procida, Gianmaria Cesaro, allievo di coperta, di Piano di Sorrento.
Dalla Somalia è arrivata, appunto, questa drammatica telefonata. Dicono che sono allo stremo, sempre seduti, sotto la minaccia delle armi. Non sanno quanto potranno resistere. Hanno letto un comunicato dei pirati. Tra l'altro, ha parlato delle condizioni igienico-sanitarie terrificanti: non si lavano da quattro mesi, sono affetti da dissenteria, crisi di panico, problemi di pelle. Dalle istituzioni finora - dicono e lamentano con qualche ragione - nessuna risposta.
Intendo sottolineare questo aspetto anche perché soltanto qualche giorno fa, l'11 ottobre, avevamo salutato, tutti insieme, la liberazione di 23 ostaggi a bordo della motonave Montecristo, e in quel caso una brillante operazione militare aveva permesso l'esito favorevole. Però, ieri sera i predetti dicevano che quando passano le navi militari o volano gli elicotteri i pirati si accaniscono e li picchiano continuamente. Quindi, la situazione è quanto mai drammatica. Sarebbe importante che il Governo facesse sapere quali sono le intenzioni e soprattutto cosa è stato fatto finora per giungere alla liberazione di questi sequestrati.

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo sullo stesso argomento: ovviamente non ripeterò le cose dette dal collega Evangelisti. Io ero già intervenuto con un'interrogazione rispetto ai sequestrati ancora fermi in qualche posto dell'Africa. Su questa vicenda, dopo aver, lo scorso ottobre, sottolineato l'importanza del lavoro fatto per la liberazione degli ultimi ostaggi, il Governo ha pregato di tenere il silenzio stampa perché stava lavorando. Ecco, quello che noi vorremmo sapere, in via definitiva, dopo aver rispettato questa volontà del Governo, nell'interesse dei sequestrati, è se effettivamente vi sono elementi per poter sperare e, quindi chiedo a lei, signor Presidente, di intercedere rispetto al Ministro degli affari esteri, affinché magari possa fare qualche comunicazione, se ritiene anche riservata, magari, per non renderla pubblica, a quest'Aula e soprattutto ai parlamentari che come me - e non sono il solo - sono più volte intervenuti in favore di quelle persone, che credo siano al limite della sopportazione.

MASSIMO VANNUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, ieri, su sua iniziativa, la Camera si è fermata un minuto in raccoglimento, esprimendo il cordoglio per le sette vittime dell'ennesima tragedia dovuta ad alluvioni e a calamità naturali occorsa in Liguria e in Toscana. Io voglio sperare, come so benissimo, che dietro quel minuto di silenzio vi fosse anche un'assunzione di responsabilità del Governo e del Parlamento. Oggi vediamo i tragici effetti sui giornali. Ieri abbiamo visto le immagini ...signor Presidente, se riesce a liberarmi...

PRESIDENTE. Colleghi, onorevole Baldelli, l'assembramento per cortesia lo fate da un'altra parte, sta parlando l'onorevole Vannucci.

MASSIMO VANNUCCI. Oggi, come dicevo, vediamo sui giornali le immagini e abbiamo visto immagini televisive drammatiche. Discuteremo delle cause, discuteremo Pag. 3delle necessarie azioni di prevenzione, che mancano nel nostro Paese.
Ma il mio intervento, signor Presidente, è un intervento di allarme, per segnalare ai colleghi quel che succederà se noi non cambiamo urgentemente le norme che sono state introdotte nella nostra legislazione per la questione calamità naturali. Ieri sera, in una trasmissione che discuteva esplicitamente di questo, ho visto il Viceministro alle infrastrutture Castelli dichiarare candidamente: «Per le calamità successe alla Liguria ed alla Toscana noi seguiremo il modello veneto, cioè seguiremo l'esperienza che noi abbiamo avuto in Veneto». Il Viceministro Castelli non sa, o non ricorda, che la calamità occorsa al Veneto è dei primi dell'anno e dopo quella calamità la legislazione in materia è sostanzialmente cambiata. Noi, con il cosiddetto milleproroghe, una legge del 26 febbraio, quindi dal 27 febbraio, abbiamo cambiato sostanzialmente i contenuti della legge n. 225 del 1992, che è la legge che disciplina il Servizio nazionale della protezione civile. Lo dico, signor Presidente, perché quest'Aula se ne è occupata sia approvando il milleproroghe sia anche con una mozione qui approvata. I colleghi sanno che il modello veneto purtroppo non si può seguire, perché la procedura che noi abbiamo introdotto prevede che alla calamità ci pensi prima di tutto la regione con il proprio bilancio, successivamente aumentando tutte le tassazioni (IRPEF, IRAP ed altro), poi aumentando le accise sulla benzina. Solo in quel caso il Governo può intervenire con il Fondo di protezione civile, che come sappiamo non ha fondi e automaticamente il direttore dell'Agenzia delle dogane è autorizzato. Ora, noi stiamo discutendo l'articolo 81 della Costituzione, sul pareggio di bilancio, e tutte le proposte di legge prevedono che il pareggio di bilancio si possa fare e si debba fare sì, ma se vi sono eventi speciali o calamità bisogna ridiscutere.
Spiego questo e ho concluso: dal 28 febbraio il prefetto Gabrielli della Protezione civile non ha più potuto emettere un'ordinanza di protezione civile perché il sistema è bloccato. Se noi non modifichiamo le norme non vi è operatività. La prima volta cosa succederà? I comuni interessati muoveranno mezzi di movimento terra, come è successo nelle Marche. Noi abbiamo la provincia di Fermo con rischio di default, il comune di Sant'Elpidio Mare - calamità del 1o marzo, due giorni dopo la legge - con tre vittime e anche lì sono in default.
La prima norma da fare è prevedere immediatamente...

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Vannucci.

MASSIMO VANNUCCI. ...una deroga al Patto di stabilità per i comuni interessati, affinché vi sia un pronto intervento. Altrimenti, non avremo nemmeno il pronto intervento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per rinnovare, dopo il 14 settembre, ad ella, all'Ufficio di presidenza e al Presidente della Camera, una formale richiesta che atteneva alle alluvioni e agli stati di calamità che si erano verificati in Italia all'indomani dell'approvazione, con voto di fiducia, del milleproroghe. In quella circostanza, mi sono permesso di richiamare la Presidenza della Camera e gli uffici preposti a tali adempimenti per ricordare che è stata approvata, appunto, il 27 luglio, una mozione, all'unanimità, con il consenso del Governo, che recita sommariamente quanto segue. In primo luogo, nelle more di definizione del contenzioso aperto davanti alla Corte costituzionale, vi è l'impegno ad emettere le previste ordinanze di protezione civile. In secondo luogo, il Governo si è impegnato alla revisione del cosiddetto milleproroghe, e così via.
Signor Presidente, tutto ciò non è accaduto. Le alluvioni e le calamità di marzo 2011 sono lì, attendono la prima ordinanza di nomina del commissario. Intanto, Pag. 4viene chiesto ai marchigiani, ai lucani, ai pugliesi, agli abruzzesi, ai lombardi, anche ai piemontesi e, da qualche ora, ahimè, ai liguri e ai toscani, di dover procedere ad una ricognizione delle risorse disponibili. Dato che la ricognizione indurrà queste regioni che ho nominato a dichiarare la indisponibilità di risorse, si dice che si deliberano gli aumenti di tributi addizionali e tasse sino al limite massimo, IRPEF, IRAP ed altro; e ancora, se non sufficienti, come è ovvio, si dice di aumentare l'accisa sui carburanti fino a 5 centesimi.
Pertanto, signor Presidente, a parte le valutazioni, rinnovo ad ella e agli uffici preposti la richiesta che, in ordine ad una mozione approvata in Parlamento, nella quale è stato assunto un impegno da parte del Governo, il Governo, nelle forme e nei modi previsti dai nostri Regolamenti - non quelli etici, ma dei nostri Regolamenti - sia richiamato agli impegni assunti il 27 luglio in quella mozione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, ero tentato, già ieri, di fare questo intervento, ma visto il clima di tensione che si era determinato in Aula, ho preferito attendere. Lo faccio oggi, anche perché, tra ieri sera e questa mattina, oltre ai giornali e alle televisioni, vi sono state telefonate, messaggi, eccetera, in cui, ancora una volta, ci viene segnalato il dato negativo di un'immagine del Parlamento, di questa Camera, rispetto a quello che è accaduto ieri, sotto gli occhi di una scolaresca.
Allora, signor Presidente, rivolgo a lei, all'Ufficio di presidenza, al Collegio dei questori, la richiesta di valutare l'opportunità di accertare i fatti e individuare le responsabilità chiare di quello che è successo. Il fatto grave, riprovevole di ieri ha, infatti, determinato una ricaduta negativa sull'immagine di tutti i componenti di questa Camera, perché fuori l'opinione pubblica, ormai, fa di tutta l'erba un fascio. E questo non è giusto nei confronti di quei parlamentari, che sono la stragrandissima maggioranza, che si comportano come ogni parlamentare si deve comportare in quest'Aula.
Pertanto, io chiedo che sia fatta una valutazione, valutando anche l'opportunità di erogare una sanzione ai colleghi che sono stati protagonisti di quel fatto, assolutamente riprovevole, nella giornata di ieri.
Già il prestigio e la dignità del Parlamento, agli occhi dell'opinione pubblica, sappiamo tutti a che livello sia, ma se si continua con questi comportamenti, certamente, non si contribuisce a restituire fiducia e credibilità a questa istituzione.

GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, l'argomento al quale vorrei fare riferimento - l'avevo già sollevato ieri mattina - e che pongo a lei, signor Presidente e anche ai presidenti di gruppo è il seguente: ieri il Governo italiano ha inviato alla Commissione europea e al Consiglio europeo una lunga lettera che oggi è riprodotta sui giornali. Ieri avevo chiesto che il Parlamento non fosse messo nella sgradevole condizione di apprendere dai giornali una materia che riguarda l'attività legislativa che noi dovremo affrontare. Il problema che le pongo, signor Presidente, è il seguente: ma questa lettera come viene conosciuta dal Parlamento? Non è, per esempio, materia che possa andare semplicemente alla Commissione bilancio, come potrebbe essere immaginabile, perché leggendola, come io ho potuto fare, essa copre argomenti fra loro molto diversi: l'efficienza della pubblica amministrazione, il contenzioso della giustizia civile, il problema del Mezzogiorno, la finanza pubblica.
Allora, la domanda che io faccio alla Presidenza della Camera è: forse questa è materia sulla quale il Presidente del Consiglio dei ministri deve riferire alle Camere, Pag. 5perché si tratta di un programma di Governo, programma di Governo che integra e modifica, in qualche caso accelera, con degli impegni che poi giudicheremo in sede politica - io voglio fare un intervento soltanto sull'ordine dei lavori -, ma non vedo come il Governo possa evitare di dire al Parlamento, e non a una Commissione parlamentare, proprio per la complessità di tale materia, ma al Parlamento in quanto tale, che cosa egli ritiene di poter fare e che cosa si è impegnato a fare con l'Unione europea. La pregherei quindi, di porre questo problema al Presidente della Camera e con il Governo valutare quando e in che forma il Parlamento possa prendere cognizione, discutere, approvare, non approvare questo che, ormai sostanzialmente, si presenta come un programma di Governo integrale.

PRESIDENTE. La ringrazio anche perché questo è un argomento procedurale che sicuramente merita una riflessione, l'iter va verificato.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, a costo di essere noiosi e ripetitivi, ma io, per la terza volta questa settimana, sull'ordine dei lavori, riprendo le valutazioni e le sollecitazioni dell'onorevole La Malfa; non usiamo neanche più i toni polemici, perché sembra che qui sia tutto inutile. Ieri ho avuto la fortuna di essere presente a una trasmissione televisiva e la fortuna è stata che vi è stata una telefonata in diretta da Bruxelles del Presidente del Consiglio e quanto meno, chi a quell'ora ancora stava «attaccato» alla televisione, qualcosa ha sentito dalla viva voce del Presidente del Consiglio. Abbiamo sentito anche delle cose un po' imprecise: la cassa integrazione, cose che nella lettera non ci sono; abbiamo sentito un riferimento, per fortuna notturno, alla vicenda della Banca centrale europea e alla permanenza nel board della BCE dell'italiano Bini Smaghi, per fortuna che era notte fonda, perché direi che le valutazioni del Presidente del Consiglio, per il modo brusco con cui sono state espresse, se qualcun altro le avesse ascoltate, forse avrebbe cominciato a pensare che il Governo italiano non considera più la Banca centrale europea un istituto che gode di piena e assoluta autonomia dalla politica. Tuttavia, ha ragione l'onorevole La Malfa, e non la faccio lunga.
Qualcuno ci spieghi come stanno le cose. Non pretendiamo la sacralità del Parlamento tedesco in cui la Merkel è passata prima, però - lo dico, signor Presidente, ora per allora - non è che poi dobbiamo anche sentirci la predica sul fatto che il Parlamento deve essere unito e via dicendo.
La genesi della lettera è incerta: nessuno ha pensato che fosse responsabile venire in Parlamento, ad esempio, per spiegare che la lettera è stata firmata anche dal Ministro dell'economia smentendo tutte le indiscrezioni che darebbero, invece, il Ministro dell'economia Tremonti come minimo estraneo alla stesura e, quindi, all'avallo alla lettera.
Ecco, lo dico ora per allora: venga subito il Governo e soprattutto poi, quando verrà in ritardo con provvedimenti raffazzonati, sui quali porrà la questione di fiducia, almeno non chieda nemmeno la collaborazione dell'intero Parlamento.

PRESIDENTE. Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,40.

La seduta, sospesa alle 10,30, è ripresa alle 10,45.

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, il tema è già stato posto nei giorni scorsi, e anche poco fa, in apertura di seduta, so che lei ha preso l'impegno di Pag. 6riferire al Governo: vorrei che la Presidenza fosse molto persuasiva nel convincere il Governo a venire immediatamente e urgentemente in Aula a riferire sui contenuti della lettera inviata all'Unione europea.
In quella lettera non vi sono impegni che riguardano soltanto l'Esecutivo, ma vi sono impegni e date, molto difficili da rispettare, che riguardano il Parlamento. Allora mi pare che sia il minimo che il Governo, immediatamente, venga a riferire su come intende - con quale priorità dei lavori e con quale rapporto con la sua stessa maggioranza parlamentare - mantenere quegli impegni assunti con l'Unione europea. Ciò consentirà anche a noi di fare una discussione di merito, perché quella lettera è piena di buone intenzioni e piena di norme che non condivideremo.
Soprattutto vorrei lasciare agli atti quanto segue: quella lettera non contiene le vere tre grandi riforme strutturali, che valgono i miliardi di cui ha bisogno il Paese e la cui mancanza ci differenzia dal resto dell'Europa. Sarebbe interessante capire perché non vi è una riga su questo: la lotta all'evasione fiscale; la lotta alla corruzione; la lotta alla criminalità organizzata. Lì non vi è nulla di tutto questo. Non è pensabile di affrontare il futuro senza affrontare queste tre grandi emergenze del Paese, che sono le tre grandi riforme strutturali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

FERDINANDO ADORNATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERDINANDO ADORNATO. Signor Presidente, come lei sa, sono due, tre giorni che questa questione è stata posta, e adesso il collega Franceschini lo ha appena ricordato. Perché non appaia - come ho detto già ieri - una ritualità stanca da parte dell'opposizione, vi è solo una soluzione: è chiaro che lei e la Presidenza della Camera non potete rispondere a nome del Governo, però credo che possiate assumere l'impegno, con la parte dell'Aula che lo richiede, di dare una risposta. La prego, cioè, di chiedere al Presidente della Camera di avere, entro oggi - perché, per i tempi dei nostri lavori, la settimana prossima presenta una situazione particolare -, una risposta su se il Governo intenda o no venire a riferire alla Camera.
Quindi, la richiesta che il mio gruppo le fa è quella di sapere dal Governo, entro oggi, se e quando intenda riferire alle Camere sulla situazione che si è creata con l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, mi sembra che lo stato di confusione mentale all'interno dell'opposizione perduri, anzi, venga acuito di giorno in giorno (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il piano italiano supera il test europeo. Voi pensavate e speravate che questo non avvenisse, invece è avvenuto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Ha vinto il buonsenso, ha vinto il Governo, nella persona del Presidente del Consiglio, ha vinto anche l'istanza che la Lega ha sempre sostenuto, e cioè che le pensioni di anzianità e le pensioni di vecchiaia non si debbano toccare in questo Paese, perché abbiamo un sistema che è in equilibrio e ciò, con i provvedimenti contenuti nella lettera all'Unione europea, anche quest'ultima l'ha confermato. Quindi, mi dispiace per lei, Franceschini, ma questo giorno è un giorno positivo per il nostro Paese. Quello che noi abbiamo fatto nei confronti dell'Unione europea non è il programma di Governo, perché quegli argomenti non possono essere contenuti in una lettera all'Unione europea, perché non fanno parte di quello che l'Unione europea ci chiedeva.
Questi argomenti sono contenuti nel programma di Governo e sono cose assolutamente condivisibili e, che vi piaccia o Pag. 7no, andremo avanti per realizzarle. Oggi è una buona giornata, perché ha vinto il buonsenso, ha vinto tutto il Paese. Gli unici ad aver perso siete voi e il vostro pessimismo cosmico (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, credo che le parole del presidente Reguzzoni rendano ancora più urgente, se possibile, che il Governo venga in Parlamento a riferire.
C'è qualcosa di surreale in quello che ha appena detto il presidente del gruppo della Lega Nord. È come se una lettera pubblicata su un giornale fosse, di per sé, una vittoria dell'azione di Governo, in una dimensione che ormai ha perso di vista completamente la realtà delle cose, ossia il fatto, caro presidente Reguzzoni, che le leggi, fino a prova contraria, non le scrive il Corriere della Sera, ma le decide questo Parlamento.
Allora, scrivere in quella lettera che in sei mesi cambierete la Costituzione - evidentemente prima dovete cambiare la Costituzione per poterla cambiare in sei mesi e non so come farete - e che nei prossimi otto mesi, con una maggioranza che solo ieri è andata sotto quattro volte, avete intenzione di riscrivere buona parte delle regole dello Stato, presupporrebbe, da parte di un Governo che veramente si appresta a fare questo e non di uno come il vostro che si appresta semplicemente a cercare una boccata d'ossigeno per tirare a campare qualche settimana, sentire il dovere di venire in quest'Aula e parlare all'Italia.
All'Italia non si parla da un titolo del Corriere della Sera, ma spiegando qual è l'obiettivo che il Governo intende perseguire, quali sono le ragioni profonde di equità e di sostenibilità di quello che andate a fare, ma tutto questo non siete in grado di farlo perché lì non avete messo a punto un bel nulla per la riforma di questo Paese, ma soltanto quattro parole vuote che, lo ribadisco, hanno un unico obiettivo, ossia quello di tirare a campare fino a Natale. Non è in questo modo che salverete l'Italia e nemmeno il vostro incerto futuro!
Allora, mai come in questo momento, signor Presidente, anche il gruppo dell'Italia dei Valori si associa alla richiesta avanzata poc'anzi. Credo che non il Governo, ma il Presidente del Consiglio accompagnato da quel Ministro dell'economia che inspiegabilmente su una lettera di questa importanza non ha voluto nemmeno mettere la firma, dovrebbero venire qui insieme e dire che questo è il progetto del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

BRUNO TABACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, francamente non ho capito il trionfalismo del collega Reguzzoni, il quale dice che, contrariamente a quelli che stimavano che l'Italia avrebbe fatto una brutta figura, l'Europa sta brindando alla lettera dell'Italia.
L'onorevole La Malfa questa mattina ha posto una questione che è di sostanza. Poiché questa lettera, che abbiamo avuto occasione di leggere nella sua integrità, pone delle questioni che assomigliano ad una integrazione di un programma di Governo, sarebbe bene che il Governo venisse a riferire in Parlamento e spiegasse la tempistica, cioè come ritiene nelle prossime settimane di far fronte agli impegni assunti.
Anche perché, come molti osservatori oggi evidenziano, è chiaro che il giudizio che viene dai mercati è legato ai fatti, ossia come alle parole che sono scritte su questa lettera seguiranno i fatti. C'è, ad esempio, un capitolo molto interessante dove si dice che tutte le aree di crisi saranno trasformate in aree di sviluppo con i fondi della Comunità europea. Mi pare che almeno su queste cose bisognerebbe entrare nel concreto. Pag. 8
Quindi, onorevole Reguzzoni, invece di sbandierare successi che sono tutti da verificare - perché mi pare che il Governo sia ai minimi storici della sua fiducia - sarebbe bene che si attivasse per chiedere alla Presidenza della Camera di far venire il suo Governo a rispondere in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, non abbiamo nessun problema, anzi riteniamo positivo che il Governo venga in Aula, anche perché la lettera che il Presidente del Consiglio ha presentato in Europa e la risposta che gli ha dato l'Europa è la più evidente testimonianza che avete detto delle sciocchezze nel corso di tutti questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Contemporaneamente emerge un altro dato: che se le parti fossero rovesciate e se foste al Governo, sommando insieme quello che abbiamo sentito e letto del Partito Democratico, dell'Italia dei Valori e di una entità molto forte che sta fuori di quest'Aula, ma che fa parte integrante del «patto di Vasto», voi non sareste in grado in nessun modo di fare i conti con quello che l'Europa ci chiede e non sareste in grado assolutamente di dare una risposta all'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Quindi, siccome questa diventa l'ora della verità rispetto a questo nodo politico fondamentale, noi siamo ben contenti che, nei modi dovuti, il Governo venga in Parlamento a riferire su questo e si apra nel Parlamento e nel Paese un confronto sul tema del rapporto di quello che il nostro Paese ha già realizzato. Infatti, la lettera di intenti ha testimoniato che non è affatto vero che il Paese sia nelle condizioni catastrofiche che voi avete sempre detto giocando di rimbalzo con la parte peggiore dell'Europa e più anti-italiana che c'è in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Questo Governo nel corso di questi tre anni ha realizzato una serie di obiettivi. Noi non siamo combinati affatto peggio della Francia e forse questa è anche la ragione per cui, a livello europeo, ci sono state date delle gomitate (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), che voi avete salutato, ma che mettono in evidenza il tipo di confronto che c'è nel nostro Paese.
Quindi, per quello che riguarda il nostro gruppo, ben venga un confronto che sia un momento di verità rispetto a tutte le bugie e le menzogne che avete detto nel corso di questi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la Presidenza ha l'obbligo di dare risposte che attengono alla procedura e alle regole di questo Parlamento, così come è stato richiesto sin da ieri e oggi ribadito dal collega La Malfa. Già da ieri la Presidenza si è attivata presso il Governo proprio per il problema sollevato in seguito a quello che sta accadendo con la lettera della BCE ed altro. Posso solo annunciare che, trattandosi di un argomento di natura procedurale e regolamentare, la Presidenza tornerà presso il Governo reiterando la richiesta per un eventuale confronto in quest'Aula così come è stato richiesto.
Su tutte le altre questioni non è mio compito rispondere.

Seguito della discussione delle mozioni Borghesi ed altri n. 1-00713, Meta ed altri n. 1-00715, Mereu ed altri 1-00723, Valducci, Desiderati, Pionati ed altri n. 1-00724, Commercio ed altri n. 1-00728 e Mosella ed altri n. 1-00729 concernenti misure a favore del trasporto pubblico locale (ore 11).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Borghesi ed altri n. 1-00713, Meta ed altri n. 1-00715, Mereu ed altri n. 1-00723, Valducci, Desiderati, Pionati ed altri n. 1-00724, Commercio ed altri n. 1-00728, Pag. 9Mosella ed altri n. 1-00729 concernenti misure a favore del trasporto pubblico locale (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 10 ottobre 2011, sono state presentate le mozioni Commercio ed altri n. 1-00728 e Mosella ed altri n. 1-00729, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

AURELIO SALVATORE MISITI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, le mozioni presentate riguardano un problema estremamente importante, che è il trasporto pubblico locale, che rischia sempre di essere messo in crisi quando ci sono periodi di magra di finanziamenti pubblici. Le mozioni che il Governo ha esaminato sono tutte tendenti a dare una soluzione al problema che si pone così urgentemente nelle varie regioni.
La mozione Borghesi ed altri n. 1-00713 corrisponde un po' a questi intendimenti. Anzi, apprezzo alcune parti soprattutto degli impegni che vengono richiesti al Governo, in primo luogo quando entra nel merito di criteri premiali che, credo, sarebbe sempre opportuno fare presenti. Vorrei, se i presentatori dovessero accettarla, non riformulare, ma aggiungere una frase per rendere più credibile la ricerca dei finanziamenti.
Propongo di riformulare il quarto capoverso del dispositivo laddove è scritto: «ad assumere le iniziative volte a reperire le risorse economiche necessarie anche eventualmente ricorrendo». Stanno bene le parole «eventualmente ricorrendo» se aggiungessimo, ad esempio, le parole: «ove giuridicamente possibile» o qualcosa di simile, perché temo che ci venga detto di «no» dal punto di vista giuridico, in quanto si tratta di prendere dei soldi da una società che ha preso degli impegni e ciò presenterebbe, chiaramente, una difficoltà giuridica. A questo punto mi chiedo perché non aggiungere le parole: «ove giuridicamente possibile».
Il parere comunque è favorevole. Se si vuole inserire questa frase sarà meglio, per la stessa credibilità delle richieste. Tuttavia, anche se non ci fosse, qualora i presentatori non la accettassero, il parere è favorevole.
Sulla mozione Meta ed altri n. 1-00715 si riscontrano le stesse caratteristiche. Si cerca di andare incontro alle esigenze del trasporto locale. In questo caso si fa un'individuazione dei fondi da utilizzare diversa dalla precedente, che può anche essere percorsa. Direi, però, di non soffermarsi solo su una.
Dopo aver parlato con i presentatori, che mi sono sembrati disponibili, propongo di riformulare, dopo il primo capoverso «a dare, entro termini ravvicinati e certi, piena attuazione agli impegni assunti con l'ordine del giorno n. 9/4612/136», il secondo capoverso sostituendo le parole «ad utilizzare le maggiori entrate accertate, rispetto a quelle iscritte in bilancio, derivanti dall'asta delle frequenze analogiche» (si tratta di fonti di finanziamento diverse), se è confermato l'accordo che sembrava esserci sulla mia proposta, con le seguenti parole: «ad utilizzare ad esempio le maggiori entrate accertate, rispetto a quelle iscritte in bilancio, derivanti dall'asta delle frequenze analogiche o derivanti da altre fonti altrettanto certe». È un miglioramento perché se queste fonti si rivelano nulle, è chiaro che se ce ne sono altre si possono utilizzare. Se l'onorevole Meta è d'accordo, il parere è favorevole.
Sulla mozione Mereu ed altri n. 1-00723, il parere è favorevole. Il mio consiglio è di eliminare, perché mi sembra anomalo, la lettera b) del dispositivo, «garantire il ripiano del disavanzo». Mi sembra che anche su questo l'orientamento era positivo. Il parere è comunque favorevole; per migliorare il dispositivo consiglierei di eliminare questa frase perché mi sembra in contrasto con tutto il resto. Pag. 10Sembra facile ma «garantire il ripiano del disavanzo» non mi sembra corretto perché altrimenti significherebbe che tutti fanno i debiti e poi c'è «Pantalone» che paga.
Sulla mozione Valducci, Desiderati, Pionati ed altri n. 1-00724, il parere è favorevole.
Sulla mozione Commercio ed altri n. 1-00728, ci siamo messi d'accordo nel senso di scrivere meglio - non di riformulare - il secondo capoverso del dispositivo, con le parole: «ad assumere iniziative per incrementare in modo consistente» - aggiungerei queste parole, in accordo con l'onorevole Commercio - «la dotazione del fondo per il finanziamento del trasporto pubblico locale, di cui all'articolo 21, comma 3, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, di 1.700 milioni di euro, al fine di soddisfare il fabbisogno finanziario del settore».
Si tratta della stessa frase precedente, ma scritta meglio e concordata con l'onorevole Commercio. Con questa modifica, il parere è favorevole.
Infine, la mozione Mosella, ed altri n. 1-00729 è assolutamente condivisibile, sia nelle premesse sia nel dispositivo.
Con queste riformulazioni concordate, quindi, il parere del Governo è favorevole su tutte le mozioni.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, signor Viceministro, quanto vorremmo oggi poter parlare di misure per superare la crisi. Altro che lettera di intenti all'Europa, saltando a piè pari il Parlamento! Vorremmo sostenere un ragionamento che riguarda l'economia, il rilancio dei consumi e degli investimenti, la crescita, lo sviluppo, l'occupazione, la tutela delle politiche sociali. Vorremmo parlare di investimenti mirati ad assicurare ai cittadini servizi essenziali.
Invece, discuteremo, una volta di più, degli effetti negativi di una manovra economica miope, che colpisce le famiglie e condanna il Paese a restare immobile, di un federalismo falso, con il quale si erano date garanzie soprattutto agli enti e alle amministrazioni locali, che, invece, si stanno rivelando un fallimento.
Altro che programma di Governo. Le spese per il trasporto pubblico locale sono prestazioni sociali essenziali. Quello della mobilità, infatti, è un settore che incide sulla vita quotidiana di milioni di italiani: lavoratori, studenti, anziani, cui dovrebbe essere garantito il diritto di circolare attraverso servizi pubblici adeguati e funzionali; servizi che, in quanto pubblici, dovrebbero assicurare l'universalità e la continuità senza interruzioni, la qualità, l'accessibilità, la tutela degli utenti, come dettano sia la legislazione nazionale sia il diritto comunitario.
La realtà, invece, è ben diversa e ci mostra un comparto annichilito da una situazione di profonda crisi, al quale il pesante ridimensionamento dei trasferimenti statali ha inferto un colpo durissimo. Le regioni e gli enti locali di ogni colore politico hanno denunciato con fermezza l'impossibilità di continuare a fornire ai cittadini servizi decorosi ed efficienti, degni di un Paese civile come il nostro. Già lontanissimi dal poter vantare un sistema di mobilità pubblica moderna per la mancanza di investimenti, dobbiamo fare i conti con il taglio di un miliardo e mezzo di euro, che riduce di quattro quinti i fondi destinati alla mobilità. È un ridimensionamento delle risorse pari al 75 per cento, a fronte di un fabbisogno di circa 2 miliardi di euro.
Ma va da sé che la previsione contenuta nella manovra dello scorso luglio, che istituisce un fondo per il trasporto pubblico locale, anche ferroviario, con una disponibilità di soli 400 milioni di euro all'anno, è del tutto insufficiente a soddisfare la pur minima esigenza di copertura finanziaria del settore. Il rischio maggiore al quale andiamo incontro è quello di assistere alla paralisi pressoché totale dell'intero sistema dei trasporti pubblici locali, Pag. 11e saranno i cittadini che vedranno ridursi i servizi essenziali destinati al trasporto e alla mobilità e a subire, poi, le peggiori conseguenze.
La politica del rigore e del contenimento della spesa colpisce quindi, innanzitutto, le famiglie già duramente provate dalla crisi economica internazionale nella quale siamo tuttora immersi. Per parte loro, le regioni non possono fare altro che fronteggiare la diminuzione dei trasferimenti modificando l'offerta dei servizi, il che significa ridimensionarli nel numero oppure aumentare le tariffe a scapito delle fasce più deboli della popolazione.
Un altro aspetto grave e preoccupante, messo in evidenza anche dai dati della Conferenza delle regioni, è che il taglio delle risorse si rifletterà sul futuro occupazionale di moltissimi addetti del settore. È di ieri la discussione e la votazione delle mozioni relative alla annunciata chiusura dello stabilimento Irisbus di Flumeri (Avellino) in cui si registrerà l'esubero di migliaia di dipendenti che stanno perdendo il posto di lavoro.
La mancanza di risorse rappresenta, poi, un ostacolo ad ogni possibilità di investimento nella ricerca e nello sviluppo tecnologico, e sappiamo bene quanto questo comparto abbia bisogno di investimenti per garantire standard di qualità elevati che, tuttavia, oggi si scontrano con la realtà di mezzi vetusti e di infrastrutture inadeguate. Basta girare sui mezzi pubblici di Roma o andare nelle nostre metropolitane per capire a che livello di degrado, ormai, stiamo arrivando. Un esempio: nel 2008 l'età media degli autobus italiani era di otto anni e mezzo, oggi sarebbe salita a dieci o undici anni, rispetto ai sette della media europea. L'arretratezza dei mezzi determina necessariamente un aumento dei costi di manutenzione e riduce le garanzie di sicurezza per gli utenti e per gli addetti del settore, oltre a produrre gravi danni in termini di inquinamento atmosferico.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Mosella.

DONATO RENATO MOSELLA. Apprezziamo che il Governo abbia accolto la nostra mozione che non vuole incidere in termini negativi, ma vuole dare una spinta a trovare soluzioni. Confidiamo, quindi, che il Governo accolga la sollecitazione a rivedere l'importo delle risorse destinate al Fondo per il finanziamento del trasporto pubblico locale e ad adottare, per quanto di sua competenza, misure di sostegno al comparto della mobilità e dei trasporti, anche prevedendo incentivi agli investimenti volti a garantire un sistema di mobilità sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
Onorevole Borghesi, la invito anche a dire se la moral suasion del viceministro Misiti a proposito della riformulazione della sua mozione n. 1-00713 è accolta o meno.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, signor viceministro, partiamo proprio dalla riformulazione.
Francamente, mi pare assolutamente inutile l'aggiunta proposta dal Viceministro Misiti perché siamo stati così responsabili da dare al Governo due suggerimenti su dove reperire le risorse economiche necessarie, anche eventualmente ricorrendo agli strumenti previsti alle lettere a) e b) del secondo capoverso del dispositivo. Per cui, è già scritto nel testo della mozione che il Governo non ha alcun impegno ad attingere a quei capitoli che abbiamo indicato. Quindi, chiederei al Viceministro di riconsiderare la riformulazione.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, tutto questo è già stato considerato dal Governo nel senso che, anche se la riformulazione non dovesse essere accolta, il parere sarebbe comunque favorevole.

ANTONIO BORGHESI. Perfetto, signor Presidente. Pag. 12
Ciò detto, veniamo al merito della questione. Qui siamo di fronte ad una situazione drammatica perché, attraverso il consolidarsi e l'aggiungersi di interventi relativi ai tagli sui trasferimenti agli enti locali, siamo arrivati ad un punto che non ha più una soluzione praticabile. Pensiamo che quanto dichiarato il 15 settembre scorso dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome sia indicativo di una situazione che necessita di un intervento fatto, però, di risorse e non di parole. Qui non servono le lettere, Presidente Reguzzoni! Altro che lettere, qui ci vogliono i quattrini (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)! Se non mettiamo i quattrini, caro Reguzzoni, il trasporto pubblico locale sparisce ed è proprio questo ad essere usato più di tutti dalle classi debole, da quelli che non possono avere un'auto blu a disposizione, presidente Reguzzoni!
Infatti avrei voluto che si fosse alzato il Ministro Brunetta - che ha riconosciuto e dichiarato lui stesso, con un suo studio, che spendiamo 4 miliardi di euro all'anno per le auto blu - e avesse detto: i soldi per il trasporto pubblico locale si vanno a recuperare eliminando quelle auto blu. Ma il Ministro Brunetta non lo ha fatto né lo farà.
Allora, onorevole colleghi, qui c'è una situazione drammatica che ha già comportato in molti casi aumenti rilevanti delle tariffe, che ancora una volta significano mettere le mani nelle tasche delle classi meno abbienti, dei cittadini più deboli, di quanti il servizio pubblico lo usano o per andare a lavorare o comunque per spostarsi, perché non hanno la possibilità di farlo con altre modalità che risultano troppo costose per loro.
Su questo punto bisogna intervenire. È inutile ricordare che vi sono già provvedimenti che indicano nella «fiscalizzazione» del trasporto pubblico le modalità per intervenire. Sta scritto nella legge. Noi non possiamo immaginare che non si faccia nulla. Per questo noi chiediamo al Governo un impegno serio. L'impegno serio è ripristinare quel miliardo e 700 milioni di euro, necessario per permettere al servizio pubblico di continuare a sopravvivere e per permettere di garantire ai cittadini il diritto alla mobilità, che è diventato un diritto al pari di tanti altri: esiste il diritto, garantito a tutti, di potersi muovere liberamente, un diritto anche questo che va in qualche modo supportato dallo Stato. Con i vostri tagli avete causato una situazione che, se resta così com'è, porterà all'azzeramento dei servizi e all'azzeramento degli investimenti per il materiale rotabile.
È, allora, evidente che non c'è solo Irisbus: vi sono tante altre aziende che per Irisbus lavoravano e che verranno colpite fortemente dai provvedimenti che avete preso, che di fatto azzerano anche gli investimenti nel materiale rotabile delle imprese del trasporto pubblico locale.
Per questi motivi ho già replicato, a proposito della proposta di riformulazione del Viceministro, che riteniamo essa sia superflua. Chiediamo, quindi, di mantenere la nostra mozione così come è stata presentata. Noi chiediamo ovviamente all'Aula di approvarla, così come voteremo favorevolmente le altre mozioni che sono presentate e depositate successivamente (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toto. Ne ha facoltà.

DANIELE TOTO. Signor Presidente, le risorse di livello centrale, destinate a garantire l'esercizio delle attività di trasporto pubblico locale con il finanziamento dei flussi finanziari per il settore a favore del livello amministrativo locale, sono state ridotte in misura considerevole e pregiudiziale, se non per il funzionamento tout court dei servizi, certamente almeno per la loro qualità, già di per sé e peraltro affatto adeguata alle caratteristiche economiche e sociali di un Paese, come l'Italia, ricompreso nel novero dei Paesi più industrializzati del pianeta.
Il taglio più cospicuo è stato operato per l'anno 2010, sottraendo sull'anno precedente risorse per un ammontare maggiore Pag. 13di 3.200 milioni di euro. Naturalmente l'azione di drastico e al tempo stesso mero contenimento dei costi - non accompagnato da politiche adeguate ed idonee a sostenere l'organizzazione, i necessari investimenti e l'ottimizzazione di fattori di produzione del servizio con riguardo al trasporto pubblico locale - è un tema di rilevante momento per la crisi che genera nel funzionamento dei trasporti locali e, conseguentemente, per i disagi e le sofferenze di ogni tipo e di ogni dimensione determinati per l'inevitabile processo di disfunzione, innescato dalla «politica di catenaccio» che, come esclusiva visione strategica, orienta il Governo.
In realtà e diversamente da quello che i provvedimenti del Governo lasciano apprezzare, permane intatta l'esigenza di dedicare particolare attenzione soprattutto al trasporto dei pendolari. Le ragioni di lavoro e di studio che motivano il traffico pendolare e l'entità della popolazione coinvolta, nonché la crescita del fenomeno del pendolarismo, richiedono, infatti, uno specifico impegno per assicurare servizi adeguati, sia per quanto riguarda i collegamenti che vengono effettuati sia per quanto riguarda la qualità dei servizi, la puntualità e le condizioni dei treni.
Per questo sarebbero assolutamente in proposito auspicabili anche misure di agevolazione fiscale a favore degli utenti. Occorre altresì riconoscere che il presupposto per un'efficiente gestione del servizio universale è la certezza delle risorse pubbliche ad esso dedicate per un periodo sufficientemente lungo a garantire un'adeguata programmazione dei servizi e degli investimenti.
È poi chiaro, consequenziale ed intuitivo che la penalizzazione economica del settore del trasporto pubblico locale riverbera pesantemente i suoi effetti sulle fasce marginali e comunque più deboli e meno abbienti della popolazione. È indispensabile, pertanto, considerare il servizio pubblico del trasporto locale, con particolare riferimento al trasporto dei pendolari, una priorità nell'ambito delle finalità alle quali riservare piuttosto risorse aggiuntive, scongiurando una riduzione indiscriminata del sostegno finanziario agli enti locali e il degrado qualitativo e quantitativo dei servizi offerti. Il Governo dovrebbe, dunque, favorire la ripresa e lo sviluppo del settore del trasporto pubblico locale e il mantenimento di elevati standard di efficienza e di sicurezza, anche attraverso il potenziamento delle infrastrutture intermodali e l'effettiva apertura del mercato, realizzata in modo da garantire condizioni di assoluta parità per tutti i soggetti in esso operanti. Certo, quella della prevalente proprietà pubblica delle aziende di trasporto, specie di quello urbano, è un tema cospicuo rispetto al quale non è difficile immaginare forme sempre più importanti di superamento della proprietà pubblica delle aziende di trasporto collettivo. La municipalizzazione dei servizi pubblici locali, varata circa un secolo fa dal Governo Giolitti, non risponde più, d'altronde, agli assetti economici e sociali del Paese. In ogni caso, il trasporto pubblico locale, è bene esserne consapevoli, è chiamato a fare i conti e a scommettere anche intorno alla sua capacità di recupero di quote di mercato rispetto al trasporto privato, particolarmente nelle grandi aree metropolitane e, per vincere la scommessa, è anche necessario che le amministrazioni regionali e locali si impegnino in politiche del traffico e in investimenti infrastrutturali coerenti con l'obiettivo. Tuttavia, il Governo ha il dovere di non compromettere in modo repentino e definitivamente irrecuperabile lo svolgimento e la permanenza stessa di un'organizzazione locale di trasporto che sia in grado, almeno con sufficiente dignità, di assicurare il rispetto del dettato costituzionale che tutela il diritto a circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale. È del tutto evidente che non potrà dirsi ossequiato il dettato della carta fondamentale fintantoché emergessero gravi impedimenti a usufruire del trasporto pubblico locale, che da solo è in grado di dare un'attendibile misura anche dell'interpretazione, la più corretta, della libertà personale, che è sostanziata anche dalla facoltà evidentemente di spostarsi fisicamente da un luogo ad un altro secondo la Pag. 14propria volontà. Ebbene, il consolidamento del settore, nonché la sua ristrutturazione e la sua razionalizzazione costituiscono, peraltro, la declinazione di per sé di un profilo apprezzabile di sviluppo economico per le opportunità lavorative che, per esempio, l'implementazione di una politica di necessari investimenti in termini infrastrutturali determina. L'ammodernamento, inoltre, delle infrastrutture e delle attività riconnesse al trasporto pubblico locale costituisce in ogni caso la valorizzazione di un patrimonio economico ma anche sociale e dunque immateriale ad alto impatto, i cui termini dovrebbero essere stimolati nei modi più appropriati. Per il raggiungimento di questi obiettivi, dunque, e in linea con i loro contenuti, riteniamo la mozione Mereu ed altri n. 1-00723 quella più coerente e aderente rispetto al giusto punto di equilibrio tra le esigenze dell'utente e gli interventi sostenibili di parte pubblica e per questo manifestiamo il voto favorevole del gruppo cui appartengo (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mereu. Ne ha facoltà.

ANTONIO MEREU. Signor Presidente, in un periodo contraddistinto dalla crisi del rapporto tra la politica e la società, la situazione in cui vige il trasporto pubblico locale si caratterizza come l'esempio più palese dell'inadeguatezza della politica governativa nei confronti dei diritti e delle esigenze dei cittadini. Credo che la situazione che si è venuta a creare nel corso degli ultimi mesi nel settore dei trasporti e di quello pubblico locale in particolare, richieda sicuramente un approfondito esame per capire e per capirne l'importanza strategica.
Che il trasporto pubblico locale rappresenti per il nostro Paese un problema importante e, come abbiamo già detto, strategico, lo si evince dalla lettura della nostra Carta costituzionale, che all'articolo 117, secondo comma, lettera m), afferma che lo Stato italiano ha legislazione esclusiva in materia. Sempre nel medesimo articolo si fa esplicito riferimento alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e tra questi - lo ricordiamo - vi è il diritto alla mobilità, che debbono essere sempre garantiti su tutto il territorio nazionale. Se però il 15 settembre ultimo scorso la Conferenza delle regioni e delle province autonome, all'indomani dell'approvazione della manovra bis, il decreto-legge n. 138 del 2011, ha diffuso una nota sulle risorse finanziarie relative al trasporto pubblico locale che sono mancate e che sono state tolte nel corso di questi anni, certificando tra l'altro uno scenario di tagli incondizionati a tutto il comparto, evidentemente ci rendiamo conto di quanto vasta sia l'emergenza che vive questo settore fondamentale per la vita e l'espletamento di tutti i servizi dei nostri cittadini. Ma è altrettanto vero e fondamentale che questo settore è necessario per la ripresa e lo sviluppo del nostro Paese che, attraverso i punti di forza che questo settore rappresenta, quali la concorrenzialità, l'economicità, la diffusione e la capillarità nel territorio, la frequenza dei servizi, la sicurezza e, infine, la velocità commerciale, ne trae linfa per superare l'attuale situazione di crisi che coinvolge l'intero nostro sistema produttivo. La crisi economica - è vero - si abbatte sempre con più forza sul nostro Paese, comportando una riduzione delle risorse e determinando la necessità di dare un taglio netto agli sprechi.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 11,30).

ANTONIO MEREU. Ma attenzione: tagliare indiscriminatamente più di 1.600 milioni di euro significa, in realtà, decretare la morte di un settore, non dare sviluppo alle infrastrutture del Paese e dare un segnale di distacco totale della politica dalla risoluzione delle vere emergenze del Paese e dei bisogni dei cittadini, in quanto non si garantiscono il rispetto dei principi di civiltà e l'opportunità di Pag. 15avvalersi di servizi primari. I tagli che questo settore sta subendo di anno in anno e di provvedimento in provvedimento non sono sicuramente degni di un Paese civile. Credo che a questo punto l'Esecutivo debba prendere coscienza delle difficoltà che i tagli della manovra provocano ad un settore così importante per lavoratori, cittadini e studenti. La situazione, che è un'emergenza, rischia ulteriormente di degenerare, soprattutto alla luce dei primi interventi delineati per la riduzione del trasporto ferroviario da parte delle Ferrovie dello Stato. È evidente che servono risorse, e per far questo il Governo non deve fare altro che rispettare quello che è già stabilito in un'intesa di qualche mese fa per la fiscalizzazione del trasporto pubblico locale, che è tra l'altro l'unico modo per riorganizzare il settore. A noi interessa che il Governo riconosca questa situazione e si renda conto che questo settore non è più gestibile.
In assenza di provvedimenti urgenti, infatti, le regioni saranno costrette ad alcune misure, come per esempio l'aumento delle tariffe, oppure ad anticipazioni di cassa, che ci auguriamo per davvero non debbano necessariamente scattare, perché si aggiungerebbe crisi a crisi, ma questi provvedimenti non saranno adottati soltanto se il Governo farà propri gli impegni promessi e quelli che vengono chiesti con le mozioni in discussione oggi.
Ritengo ancora di evidenziare che, oltre alla ricerca di finanziamenti che, come abbiamo detto, e come tutti diciamo, sono necessari ed indispensabili per attuare gli investimenti nelle strutture che tutti richiediamo, occorre anche tener conto che è importante la promozione di misure di defiscalizzazione a favore delle regioni stesse, la promozione con queste ultime di politiche atte a rendere più efficiente il settore del trasporto collettivo, perché le regioni sono le prime interessate a tale sistema, che non è banale: infatti, si garantisce non solo la mobilità ma si garantisce al sistema produttivo quel supporto necessario, quelle azioni che sono necessarie affinché vi sia quella tranquillità nei trasferimenti che poi determina sicuramente un futuro più realizzabile e più convinto.
Quindi, occorre la garanzia di un riassetto generale delle reti secondarie. Se invece si tagliano i trasferimenti e si toglie il 75 per cento delle risorse al trasporto pubblico locale, i cittadini vedranno togliersi l'offerta di un servizio primario per la soddisfazione delle loro esigenze. I numeri creano più di una perplessità, Presidente. Più di un miliardo e mezzo di risorse tolte dai capitoli di bilancio al settore giustificano ampiamente il collasso del sistema e l'enorme difficoltà degli enti locali e delle regioni che devono affrontare tale situazione. Il Governo aveva promesso, tra le altre cose, la restituzione di almeno una parte delle risorse, ma ad oggi queste promesse non sono state rispettate. È necessario un intervento concreto e risolutore. Le risorse in qualche modo devono essere trovate. Un Paese attivo e ambizioso non può non basare il suo sviluppo sull'incremento delle reti infrastrutturali e garantire standard di servizio pubblico efficienti. Altrimenti le conseguenze - come abbiamo detto - sarebbero gravissime. Ci sarebbero meno bus, meno corse, meno collegamenti extraurbani, collegamenti ferroviari locali e regionali non consoni, con aumento dei costi e un servizio attualmente già insufficiente che subirebbe un ulteriore decremento anche in termini occupazionali (e non è di poco conto) e del rispetto dei livelli d'inquinamento.
Durante la fase della discussione sulle linee generali ho evidenziato nel mio intervento come una minore offerta di mobilità collettiva produca più mobilità privata, più traffico e conseguentemente più inquinamento, in contrasto quindi con quanto richiesto dalla Commissione europea nell'ambito del pacchetto clima-energia, che ha chiesto all'Italia di ridurre le emissioni entro il 2020 del 13 per cento rispetto al 2005 nei settori non rientranti nel sistema di scambio delle quote di emissione, tra cui i trasporti. Si stima che, in assenza di misure incisive per la riduzione della CO2 nei trasporti, le emissioni Pag. 16su strada cresceranno nel nostro paese del 14 per cento nel medesimo periodo, con uno sforamento rispetto all'obiettivo di oltre 31 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Tutto questo deve portare ad una seria riflessione su quanto sia necessario e indispensabile investire in generale sul settore trasportistico, spostando quanto più possibile il maggior carico del gommato alle reti ferroviarie. E in questo settore siamo fortemente indietro rispetto al contesto europeo, e ancor di più lo siamo in tutta l'area del Mezzogiorno, in quanto lo sviluppo infrastrutturale e l'offerta dei servizi presentano una netta separazione fra le varie aree del Paese, evidenziando un quadro di grande disomogeneità tra gli investimenti effettuati nel Nord e nel Sud, dal quale emerge - concludo Presidente - un quadro sconfortante di profonda arretratezza per il Mezzogiorno. Certamente queste scelte si stanno intraprendendo oggi, e il divario aumenterà ancora di più.
Alla luce di queste considerazioni esposte è evidente come sia dal punto di vista programmatico sia sotto il profilo organizzativo questo settore strategico non può essere abbandonato e merita un impegno di risorse e di investimenti che ne permettano lo sviluppo e l'efficientamento in termini di qualità e di benefici per i cittadini.
Signor Presidente, ancora tengo ad evidenziare come legato allo sviluppo di questo settore sia anche il futuro di alcune società importanti.
Noi abbiamo parlato nella giornata di ieri proprio del problema del caso Irisbus.
Ebbene, è legato profondamente a questo problema del sistema dei trasporti e credo che l'uno coinvolga l'altro e quindi la loro positiva soluzione servirebbe a dare più serenità e futuro a tutti i nostri lavoratori in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Vizia. Ne ha facoltà.

GIANCARLO DI VIZIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi e membri del Governo, il trasporto pubblico locale presenta nel nostro Paese alcune problematiche in gran parte retaggio del passato, come il fatto che sia stato offerto in condizioni di monopolio, ovvero la concessione sia stata data a favore di un'azienda che svolgeva il servizio in esclusiva, causando così la riduzione della domanda in favore del trasporto privato, tant'è che ancora oggi la strada rappresenta il 90 per cento della mobilità totale, che è in gran parte rappresentata dall'uso dell'auto privata. Questa abitudine purtroppo porta ad un aumento dell'inquinamento ambientale, come già in altre mozioni è stato evidenziato, ed al peggioramento della qualità della vita nelle aree urbane. Dobbiamo quindi invertire questa tendenza, puntando all'efficienza del trasporto pubblico locale, che è il vero nodo strategico della mobilità.
Oggi migliaia di studenti e di lavoratori che per ragioni di studio o di lavoro si recano nei grandi centri urbani lamentano condizioni di viaggio ai limiti della decenza: convogli degradati, improvvise soppressioni di corse, sovraffollamento, mancanza di distributori automatici di biglietti e ritardi fanno sì che i cittadini abbiano una percezione negativa del trasporto pubblico. Dobbiamo anche tener conto che il trasporto pubblico ha un grande valore: non ha un ruolo marginale, ma rappresenta un introito, tra strada e gomma, di oltre 11 miliardi di euro, coinvolgendo più di 1.200 aziende. Noi abbiamo capito che i colleghi dell'opposizione chiedono al Governo di intervenire con risorse pubbliche, non tenendo conto però secondo noi che in questo momento il nostro Paese sta vivendo uno scenario drammatico dal punto di vista economico, che peraltro non è solo relativo alla nostra terra, ma coinvolge gran parte d'Europa.
Il Governo è intervenuto con un fondo per il finanziamento del trasporto pubblico locale di 400 milioni di euro. Certo non è tanto, però già dal 2012 i comuni virtuosi potranno attingere a questo fondo. Dobbiamo inoltre tener presente, cari colleghi onorevoli, che i costi relativi di produzione per il trasporto pubblico locale Pag. 17sono tra i più elevati d'Europa: sono il doppio del Regno Unito e molto superiori a quelli della Germania e della Francia. Occorre quindi razionalizzare quella che è la formazione del costo: il complesso della spesa è sostenuto da due terzi dal pubblico (cioè Stato, regioni ed enti locali) e solo un terzo dal privato. Quindi occorre, come nella media europea, che si chiede anche in altri campi, adeguarci a quelle che sono le distribuzioni di spesa europee. Questo rapporto va purtroppo cambiato, allo stesso tempo assicurando il diritto alla mobilità soprattutto per tutti i cittadini italiani, come previsto dall'articolo 16 della Costituzione repubblicana. Dunque, diciamo che il trasporto pubblico locale deve, per migliorare i servizi, beneficiare di ulteriori risorse che vanno trovate. Noi pensiamo che l'impegno del Governo, che viene già oggi segnalato dai giornali, come quello di limitare quell'idrovora che è la spesa pubblica, sia uno dei temi su cui puntare per avere una spesa pubblica più efficiente e meno costosa.
Al riguardo, vorrei dire ai colleghi che si tratta di uno dei punti nodali dell'azione politica, perché, già subito dopo l'Unità d'Italia, grandi intellettuali come Gaetano Salvemini, intellettuale pugliese, additavano questo male che stava strozzando il sorgere del nostro Paese, quando un accordo scellerato fra i Savoia e i latifondisti del Sud portò a Roma migliaia e migliaia di funzionari, che come diceva Gaetano Salvemini non erano così ricchi da vivere di rendita né così poveri da andare a lavorare.
Lo stesso Antonio Gramsci, addirittura più violento, attaccava questi «uomini dalla paglietta», cioè la nuova burocrazia italiana, che andava a scardinare l'economia, a depredare - egli diceva - le casse dello Stato italiano.
Un altro aspetto su cui noi della Lega puntiamo, e deve puntare tutta la classe politica, è quello di stanare i falsi invalidi, perché la spesa per gli invalidi è sette volte e mezzo superiore alla media europea. Se vogliamo essere europei, dobbiamo assumere anche questo impegno. È una spesa di 16 miliardi di euro l'anno: se dovessimo attuare una media europea, avremmo un risparmio di 14 miliardi di euro anni, con cui, veramente, potremmo risolvere non solo - come diceva l'amico dell'Italia dei Valori - i problemi del trasporto pubblico locale, ma ben altri problemi.
Per concludere, signor Presidente, occorre definire un piano di politica industriale nel settore dei trasporti pubblici che incentivi la ricerca di modalità di servizio a basso impatto ambientale. Vi sono più di mille - da 1.200 a 2 mila - morti per inquinamento. Occorre incentivare anche la liberalizzazione per attuare una trasparente concorrenza, evitando gli sprechi e, infine, prevedere una politica di integrazione tariffaria con l'adeguamento a livello europeo. Tutto ciò per avere un trasporto pubblico locale che soddisfi i nostri cittadini nella qualità di servizio, tutelando, nel contempo, la sicurezza ambientale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, le disfunzioni e le difficoltà del trasporto pubblico locale sono quotidianamente all'attenzione degli organi di informazione nazionali e locali e costituiscono, probabilmente, l'oggetto della maggior parte degli atti di sindacato ispettivo che i parlamentari presentano in Aula e in Commissione.
Si tratta certamente di problemi che hanno origine negli anni, ma che questo Governo ha contribuito ad aggravare, sotto due aspetti. Da una parte, contraddicendo i contenuti del decreto legislativo n. 422 del 1997, che ha aperto la strada ad una gestione imprenditoriale del trasporto pubblico locale, definendo il ruolo delle regioni, le caratteristiche delle gare e le modalità di finanziamento, che, con la legge finanziaria per il 2008 del Governo Prodi, erano state stabilizzate attraverso la compartecipazione al gettito dell'accisa sul gasolio per autotrazione. Dall'altra parte, assumendo iniziative legislative dirette a Pag. 18rafforzare sostanzialmente il monopolio dell'incumbent ferroviario, sia con la possibilità degli affidamenti regionali senza gara con la regola del «6 più 6», sia ponendo limiti alla concorrenza sulle tratte assistite da contratti di servizio pubblico - come è avvenuto nel caso della società Arenaways -, sia ostacolando l'istituzione di una vera e propria autorità di regolazione del comparto dei trasporti, sostanzialmente relegata in un ufficio, l'ufficio di regolazione del servizio ferroviario, facente capo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Su questi punti la IX Commissione sta portando a compimento un'indagine conoscitiva, la cui relazione finale verrà approvata nelle prossime settimane.
Voglio ricordare che queste iniziative sono state sanzionate dall'Unione europea e che il Governo ha sempre fornito risposte contraddittorie, compresa quella contenuta nella lettera che è stata inviata ieri all'Unione europea, all'interno della quale nulla è previsto in materia di politica dei trasporti.
Per quanto riguarda la regolazione dei mercati sono contenute solo norme ed indicazioni di carattere generico che richiedono l'intervento dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato ed una scaletta operativa che riguarda i servizi pubblici locali con molte contraddizioni rispetto all'esito del recente referendum. In tale scaletta operativa si dice che entro nove mesi saranno definiti sistemi di garanzia per la qualità dei servizi nel comparto dei trasporti locali; si dice, inoltre, che verranno ampliate le competenze dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, bypassando le impostazioni che sono attualmente all'esame della IX Commissione con appositi progetti di legge presentati sia dal Popolo della Libertà sia dal Partito Democratico e depositati all'attenzione della Commissione. Fra l'altro, richiamando l'operatività dell'Antitrust, è utile ricordare all'Aula che l'Antitrust è proprio intervenuta in questi giorni sull'articolo 8 della recente manovra finanziaria, nella parte in cui si occupa dei contratti di lavoro del comparto ferroviario.
Siamo quindi in una fase di assoluta contraddittorietà, confusione, mancanza di indirizzi da parte del Governo. A questo va naturalmente aggiunto il pesante taglio di risorse alle regioni, 4 miliardi di euro nel 2011 e 4,5 miliardi di euro nel 2012, di cui 1 miliardo 181 milioni costituiscono gli impegni derivanti dall'articolo 9 del decreto legislativo n. 422 del 1997, che non possono evidentemente essere compensati con i 400 milioni reintegrati a seguito dell'accordo Stato-regioni del 16 dicembre 2010, né con l'analoga previsione per gli anni successivi di cui al decreto-legge n. 98 del 2011, per quanto almeno questo stanziamento sia stato escluso dai vincoli del Patto di stabilità. Siamo infatti di fronte ad un fabbisogno minimo calcolato in almeno un miliardo e mezzo di euro, con la conseguenza che le regioni dovranno tagliare i finanziamenti e quindi i servizi ed aumentare le tariffe a prezzi inaccessibili per buona parte dell'utenza.
Tutto questo è chiaramente lesivo del dettato costituzionale che all'articolo 117, lettera m), inserisce il trasporto pubblico locale fra le prestazioni sociali essenziali, come del resto confermato dal decreto-legge n. 98 del 2011, già sostanzialmente attuativo al riguardo della legge delega n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale. D'altronde, in questi giorni stanno ad esempio arrivando nella mia regione le comunicazioni della regione alle province e delle province ai comuni e alle società concessionarie dei servizi di trasporto dove si invita ad un taglio del 10 per cento sulla base della previsione contrattuale entro la fine del mese di novembre e si preannunciano ulteriori tagli a partire dal 2012 e in corso d'anno.
Quindi, il punto è che, se non ci sarà un intervento straordinario che accompagni l'attuazione del federalismo fiscale regionale su basi coerenti con il dettato legislativo, non solo verrà messa in discussione, anzi aggravata, l'efficienza e la produttività del comparto dei trasporti locali e regionali su gomma e su rotaia, ma si Pag. 19sarà sempre più distanti dagli obiettivi europei in materia di mobilità sostenibile; tra l'altro, su questo la IX Commissione trasporti ha approvato un documento, nell'estate del 2010. La mobilità sostenibile oggi vede ad esempio il caso di 62 capoluoghi di provincia italiani che superano i limiti di inquinamento per 54 giorni l'anno.
Inoltre, superano i limiti delle incidentalità in ambito urbano - 2.200 morti nell'ultimo anno - e di congestione del traffico urbano, i cui costi vengono valutati nell'ordine di dieci miliardi di euro l'anno.
Quindi, è chiaro che una manovra che taglia sul trasporto pubblico locale aggrava questi dati, perché spinge verso un maggior utilizzo del mezzo di trasporto privato, senza contare le gravi conseguenze sul sistema industriale di trasporto, di cui la crisi Irisbus è un esempio (ne abbiamo parlato ieri in Aula). È evidente che, nel momento in cui l'unica casa produttrice di autobus per il trasporto locale va in crisi, questa è una conseguenza diretta delle scelte di cui ho fatto cenno prima, per non parlare di Ansaldo-Breda per i treni o di Fincantieri-Alenia per altri comparti del trasporto.
In definitiva, i ritardi del Governo colpiscono milioni di pendolari che si avvalgono quotidianamente dei servizi pubblici, costretti, in gran parte, a ricorrere al trasporto privato, che, oltretutto, è gravato da un aumento tariffario sulle autostrade, dall'aumento del costo della benzina, trainato anche dall'aumento dell'IVA, e dall'aumento dei costi assicurativi e delle imposizioni provinciali deliberate con l'ultima manovra finanziaria.
Insomma, noi abbiamo fatto una proposta - e concludo, Presidente - di cui il Viceministro, nel suo parere, ha riconosciuto il fondamento. Naturalmente immagino che il fondamento che lei riconosce sia non solo suo, ma anche del Ministero dell'economia e delle finanze, e, quindi, dopo il voto di oggi, il Governo si dovrà assumere le sue responsabilità, e dovrà farlo in occasione dell'approvazione della legge di stabilità e del bilancio di previsione per il prossimo triennio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meta. Ne ha facoltà.

MICHELE POMPEO META. Signor Presidente, francamente, alle argomentazioni ascoltate dagli altri colleghi devo aggiungere poco. La cosa che mi sorprende positivamente è che le cinque o sei mozioni presentate hanno dei denominatori comuni, sia quelle dei gruppi di opposizione sia quelle della maggioranza.
A questo punto mi sorge spontanea una domanda, avendo ascoltato anche gli orientamenti e le posizioni del Viceministro sulle mozioni, su questi atti formali. Vorrei chiedere se il Governo, nella sua collegialità, è informato di quella che è la posizione del Ministero dei trasporti. Ciò perché oggi, sul trasporto pubblico locale, non solo assumiamo degli impegni formali, ma indichiamo anche risorse, fonti e, qualche mozione addirittura le quantifica.
Oggi pomeriggio vi sarà l'atto conclusivo di un dramma che si sta consumando da qualche mese: la Conferenza Stato-regioni ed unificata è proprio convocata su questo argomento. Vorrei chiedere al Viceministro Misiti se il Ministro che coordina quella Conferenza, cioè il Ministro Fitto, ne ha conoscenza, e se ne ha conoscenza anche il Ministro Tremonti. La sensazione che ho è che ci accingiamo a votare, quasi all'unanimità, una serie di atti che non avranno cogenza, perché una delle ferite più grosse che un certo modo di governare ha prodotto nelle istituzioni è che anche gli atti formali non hanno più vincolo, cogenza e, quindi, questi atti non verranno rispettati.
Voglio fare un altro riferimento, a proposito della Conferenza unificata, e lo vorrei dire agli amici della Lega: quando, in sede di approvazione del federalismo fiscale, il presidente della Conferenza delle regioni ha proposto la clausola di salvaguardia sul trasporto pubblico locale (i famosi 400 milioni di euro), quella è stata votata all'unanimità. Tuttavia, sappiamo in Pag. 20che stato versano le finanze per quanto concerne il trasporto per pubblico. Allora, delle due l'una.
Ancora una volta oggi, per non andare sotto nelle votazioni, acriticamente e furbescamente date un parere favorevole, sapendo che su queste questioni non potete assumere impegni e responsabilità. Il quadro è davvero drammatico perché sistematicamente, con una sorta di ossessione, negli ultimi anni avete colpito il trasporto pubblico e non solamente dal versante della produzione dei servizi, ma anche da quello delle politiche industriali.
Manca un miliardo e mezzo ad un settore vitale. Avete tagliato in un solo colpo un miliardo e mezzo. Questo non lo dicono gli amministratori presidenti delle regioni del centrosinistra: le grida sono state alzate da sindaci come Alemanno e Formigoni, ma siete stati insensibili anche a questo. Ciò ha significato già un taglio concreto della rete dei servizi, l'aumento delle tariffe e smantellare un settore vitale per il funzionamento del sistema-Paese.
Sono milioni i cittadini che ogni giorno prendono i mezzi pubblici per recarsi al lavoro o allo studio. Sono i clienti di Ferrovie (quasi due milioni al giorno), gli utenti del trasporto extraurbano su gomma e gli utenti del trasporto urbano. A questi «poveri Cristi» oggi negate il diritto riconosciuto dalla Costituzione a muoversi, il diritto alla mobilità, e mi pare che agli stessi abbiate propinato ricette vergognose.
Infatti, le vostre politiche in questi mesi hanno significato l'introduzione dei pedaggi sulla rete autostradale (1.600 chilometri sui quali saranno inseriti odiosi pedaggi). Inoltre, la vostra politica ha portato anche, attraverso le accise, all'aumento dei carburanti. Siamo a livelli senza precedenti. Questa è la vostra politica: privilegiare il trasporto privato a danno del trasporto pubblico, una politica che provocherà il collasso nel nostro Paese con enormi prezzi che pagheremo sul versante dei costi sociali, ma con enormi prezzi che pagheremo soprattutto sul versante dei costi ambientali.
Ora avete un'unica strada, al di là delle lettere di Bruxelles. In quella lettera di intenti c'è anche un passaggio sui trasporti e le infrastrutture, ma sono chiacchiere. Infatti, non riuscirete a tradurre alcunché in politiche attive. Siete i responsabili dello smantellamento non solamente dei servizi, ma anche di un apparato industriale che era il fiore all'occhiello dell'industria italiana.
Vorrei ricordare, partendo dalla vicenda Alitalia e fino alla vicenda Tirrenia (ve lo dicevamo che fatta in quel modo l'Europa l'avrebbe impugnata), anche la vicenda Fincantieri. Sta saltando uno dei settori vitali delle politiche industriali del nostro Paese. Ancora, la vicenda di Alenia e l'ultima relativa ad Irisbus.
Ieri abbiamo approvato in quest'Aula delle mozioni a favore della riapertura di quello stabilimento, l'ultimo che produce bus, anch'esso ubicato nel Sud. È di qualche ora fa la dichiarazione dell'amministratore delegato di FIAT che, proprio in disprezzo e provocando l'intero sistema-Paese, ha detto che i bus li andrà a costruire in Francia e non in Italia, perché vuole tenersi quella fetta di mercato europeo spostando gli insediamenti produttivi in Francia.
Che cosa ha risposto il Governo? Silenzio assoluto. Risponde con l'articolo 8 del decreto-legge a proposito della contrattualistica. Signor Viceministro, avete una sola strada: assumere degli impegni questa mattina e trasferirli al vostro collega che oggi pomeriggio presiederà quella Conferenza.
Servono risposte e si possono ottenere solamente se la vostra collegialità obbligherà il Ministro Tremonti a mollare il gruzzolo! Infatti, se le plusvalenze, cioè le entrate superiori (quelle relative all'asta delle frequenze televisive) vengono destinate a risolvere questi problemi, come noi avevamo indicato, voi approverete la mozione, ma non succederà nulla.
Infatti, il Ministro Tremonti ha buttato quelle risorse nei pozzi di San Patrizio per pagare il debito. Il Ministro Tremonti, Pag. 21come voi, per quanto concerne il funzionamento dei servizi pubblici dimostra di non avere nessuna sensibilità.
Pertanto, signor Viceministro, la ringrazio per aver dato parere favorevole sulla nostra mozione, ma non accetto riformulazioni, perché la nostra proposta, come le proposte degli altri colleghi, sono molto chiare. Se si vuole intervenire non servono né i condizionali, né impegni generici, ma dicendo che oggi ci sono quelle risorse aggiuntive derivanti dall'asta e una parte di quelle risorse, quantomeno quelle corrispondenti alla clausola di salvaguardia, cioè 400 milioni, siano destinati lì.
Diversamente direte solamente bugie e assumerete solamente impegni generici. Ma non è più tempo di impegni generici, perché il Paese sta collassando.

PRESIDENTE. Onorevole Meta, la prego di concludere.

MICHELE POMPEO META. I servizi non ci sono più. Dopo che avete fatto questa manovra, abbiamo assistito ad un taglio dell'offerta dei servizi e ad un aumento incredibile delle tariffe. Pertanto, rimaniamo fermi e ancorati coerentemente alla versione originale della nostra mozione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Valducci. Ne ha facoltà.

MARIO VALDUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei svolgere alcune considerazioni, a conclusione di questo dibattito, su un settore - quello del trasporto pubblico locale - che sicuramente è stato penalizzato negli ultimi tempi. Peraltro, il parere favorevole che ha dato il Governo su tutte le mozioni presentate sta a testimoniare che non si può pensare di azzerare il Fondo che riguarda questo settore. Quindi, come anche negli anni passati, bisogna trovare le risorse affinché questo settore possa dare delle risposte concrete e positive ai nostri concittadini.
Volevo qui ricordare però alcuni passaggi che penso siano fondamentali. Il primo è che è necessario e fondamentale andare verso la redazione di costi medi standard nel settore del trasporto pubblico locale. Infatti, ciò è fondamentale perché in Italia non possiamo avere aree territoriali dove il costo al chilometro su gomma è pari a 100 ed altre aree dove lo stesso tipo di servizio viene erogato a 130 o 140 a chilometro. Quindi, siccome nel nostro Paese le condizioni economiche che concorrono alla determinazione di queste tariffe sono simili, non è possibile accettare queste diversità di tariffe che esistono entro il nostro territorio nazionale.
L'altro tema su cui vorrei insistere e attirare l'attenzione del Governo è che la Commissione che ho l'onore di presiedere sta arrivando alla conclusione dell'esame di alcuni provvedimenti legislativi molto importanti. Ne vorrei citare solo due: il primo riguarda l'approvazione di una norma che porterà alla definizione di un ente regolatore in tutto il comparto dei trasporti. Pensiamo di inserirla in una delle autorità già esistenti, ma questa è la premessa per portare veramente questo settore ad essere competitivo e a poter, quindi, migliorare il servizio da rendere ai cittadini e ad abbattere gli sprechi che comunque esistono anche in questo comparto.
Penso che ciò sia importante se unito ad una politica del Governo che deve cercare di andare verso una concentrazione delle aziende che operano nei servizi del trasposto pubblico locale. Non c'è dubbio che nel nostro Paese non possono sussistere oltre 100 aziende in questo settore e che c'è la necessità, quindi, di andare verso una concentrazione di tali aziende. Quindi, nella nostra mozione invitiamo il Governo a trovare delle forme di incentivazione affinché si passi ad un numero di aziende veramente competitivo e in grado di accedere alle gare relative alle proprie comunità locali a pari condizioni, offrendo anche un livello di efficienza e di efficacia dei servizi prestati adeguati. Queste sono alcune delle condizioni che ritengo fondamentali. Pag. 22
Il Governo si è già mosso nel ritagliare delle agenzie o degli uffici ministeriali come enti regolatori. Noi, come Parlamento, riteniamo che questo sia un primo passaggio, ma che non sia sufficiente e si debba andare alla individuazione di un'autorità terza e indipendente in grado di determinare in modo trasparente le tariffe di questo settore.
L'altro provvedimento che volevo ricordare è quello che attiene alla mobilità sostenibile. In Parlamento recentemente abbiamo approvato delle norme che cercano di far sì che non solo i nostri concittadini ma anche il trasporto pubblico locale vada in direzione dell'utilizzo del metano; stiamo discutendo e mi auguro, che a breve, arriverà in Aula un provvedimento che consenta la possibilità di un utilizzo maggiore di tutti gli automezzi, anche quelli ovviamente relativi al trasporto pubblico locale, che hanno minore impatto ambientale (elettrici ed ibridi).
Sicuramente con queste formule andremo nella giusta direzione - quella della mobilità sostenibile - che è stata indicata anche in tutte le mozioni. Mi auguro che con il voto di oggi - ricordo che il gruppo del Popolo della Libertà si asterrà sulle altre mozioni presentate mentre voterà a favore della mozione della maggioranza - il Governo effettivamente prenda impegni e concretizzi non solo la ricostituzione del fondo ma anche la volontà di accedere a questi atti parlamentari voluti dall'intero Parlamento, che, lo ripeto, sono fondamentali per ottenere un miglioramento del servizio del trasporto pubblico locale in modo da renderlo conforme alle nostre famiglie e ai nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che i presentatori della mozione Borghesi ed altri n. 1-00713 non hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo. Il parere del Governo è comunque favorevole.
Avverto, altresì, che, ove venisse approvata tale mozione, il primo capoverso, lettera a), del dispositivo della stessa assorbirebbe il secondo capoverso del dispositivo della mozione Commercio ed altri n. 1-00728, come riformulato su richiesta del Governo.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Borghesi ed altri n. 1-00713, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesario, Bianconi, Mazzuca, Aprea, Cesare Marini, Martinelli, De Luca, Pecorella, Fiano, Pini, Bruno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 523
Votanti 285
Astenuti 238
Maggioranza 143
Hanno votato
284
Hanno votato
no 1).

Saluto a nome dell'Assemblea il Ministro dell'agricoltura della Repubblica austriaca, onorevole Berlakovich, che sta assistendo ai nostri lavori e che è in visita bilaterale nel nostro Paese (Applausi).
Passiamo alla votazione della mozione Meta ed altri n. 1-00715. Avverto che i presentatori di tale mozione non hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo. Il parere del Governo è comunque favorevole.
Avverto, altresì, che, ove venisse approvata tale mozione, il terzo capoverso del dispositivo della stessa assorbirebbe il terzo capoverso del dispositivo della mozione Valducci, Desiderati e Pionati ed altri n. 1-00724. Pag. 23
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Meta ed altri n. 1-00715, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cassinelli, Servodio, Nicolucci, Cesaro, Siliquini, Antonino Russo... onorevole Paniz, se si affretta, la aspettiamo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 523
Votanti 303
Astenuti 220
Maggioranza 152
Hanno votato
299
Hanno votato
no 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mereu ed altri n. 1-00723, come riformulata su richiesta del Governo, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Toto, Cesaro, Della Vedova, Patarino, Veltroni, Federico Testa, Mario Pepe (Misto-R-A)...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 525
Votanti 305
Astenuti 220
Maggioranza 153
Hanno votato
304
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Valducci, Desiderati e Pionati ed altri n. 1-00724, per le parti non assorbite, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Sardelli, Gatti, Goisis, Tocci, Cesare Marini, Servodio, Tommaso Foti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 320
Astenuti 200
Maggioranza 161
Hanno votato
320).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che la deputata Servodio ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mosella ed altri n. 1-00729, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lo Presti, Castagnetti, Granata, Bellotti, Capodicasa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 425
Astenuti 97
Maggioranza 213
Hanno votato
422
Hanno votato
no 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Commercio ed altri n. 1-00728, per le parti non assorbite e come riformulata su richiesta del Governo, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 24

Onorevoli Bellotti, Martinelli, Cesare Marini, Sposetti, Sbai,
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 363
Astenuti 157
Maggioranza 182
Hanno votato
359
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Avverto che, secondo le intese intercorse, lo svolgimento del seguito della discussione delle mozioni concernenti iniziative relative alle procedure per il voto degli italiani all'estero, alla luce delle vicende delle ultime consultazioni referendarie, è rinviata alla prossima settimana.

Sull'ordine dei lavori (ore 12,18).

LUISA BOSSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUISA BOSSA. Signor Presidente, come già hanno fatto i miei colleghi questa mattina, vorrei, ancora una volta, portare all'attenzione del Governo la drammatica situazione dei marittimi della Savina Caylyn, prigionieri dei pirati somali. La loro disperata telefonata alla trasmissione televisiva Chi l'ha visto di ieri sera deve spingere il Governo a fare presto, prima che sia troppo tardi.
Il sottosegretario Mantica, che ha risposto alla mia interrogazione, ci rassicurò sul buon andamento della vicenda che sembrava andare verso una soluzione. È passato altro tempo e nulla si è mosso. Che cosa si aspetta? Non ci bastano più le solite rassicurazioni, i marittimi devono tornare a casa senza «se» e senza «ma» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 12,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Elementi e iniziative in merito all'infiltrazione di clan camorristici nell'organizzazione e nello svolgimento della festa dei Gigli nel quartiere di Barra a Napoli - n. 2-01229)

PRESIDENTE. L'onorevole Bossa ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01229 concernente elementi e iniziative in merito all'infiltrazione di clan camorristici nell'organizzazione e nello svolgimento della festa dei Gigli nel quartiere di Barra a Napoli (Vedi l'allegato A - Interpellanza urgente).

LUISA BOSSA. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Mantovano, in questa bolgia speriamo di riuscire a sentirci, quanto meno.
Sul sito web del settimanale l'Espresso è stato pubblicato un video girato a Barra, un quartiere della periferia di Napoli, durante la tradizionale festa dei gigli che si è svolta domenica 25 settembre in cui si vede la folla acclamare due esponenti della criminalità organizzata. In particolare, si vede una lussuosa Rolls Royce bianca sfilare tra la folla plaudente. Seduto sul sedile posteriore vi è Angelo Cuccaro, un boss di camorra uscito recentemente di prigione, e con lui il padre Antonio Cuccaro.
L'auto avrebbe fatto una vera e propria sfilata nel quartiere durante la festa, raccogliendo applausi, strette di mano, perfino saluti dai microfoni dello speaker della festa che, ad un certo punto, ha addirittura chiesto un minuto di raccoglimento per ricordare i «nostri morti». A questo invito ha fatto seguito la benedizione del parroco e ancora una più netta espressione dello speaker che ha detto: «Guardate quanto sono belli i nostri padrini». Il camorrista sarebbe successivamente Pag. 25sceso tra la folla, abbracciando la gente e baciando pubblicamente sulla bocca alcuni affiliati.
La festa dei gigli a Barra è una tradizione secolare, nata nel 1822, ed attualmente è organizzata da sei comitati spontanei, che hanno noleggiato la cosiddetta paranza, cioè un gruppo di 120 «cullatori», persone che portano a spalla il giglio (un grosso obelisco di legno decorato) per le strade del quartiere.
Più volte sulle modalità di organizzazione della festa si sono appuntate le attenzioni degli inquirenti. Pare, infatti, che i comitati siano stati in alcune occasioni infiltrati dai clan e che il contributo volontario per le spese della festa, di 5 o 10 euro, che viene chiesto ai residenti e ai commercianti, non sia sempre stato così spontaneo.
La presenza tra la folla, in un momento di festa collettiva, di un boss della camorra, che sfila in un'auto lussuosa, abbraccia gente ed i suoi affiliati, noi crediamo - ma non c'è da credere molto - sia un chiaro segno volto a sottolineare potenza e controllo, per rimarcare il potere sul territorio, in barba alla presenza sia dello Stato - che era lì - sia dei clan, rivali e alleati, che pure dettano legge nei quartieri vicini. Anche per la presenza contestuale di rappresentanti della Chiesa, di agenti della polizia municipale e, insomma, di rappresentanti delle istituzioni, è come se vi fosse una sorta di subordinazione visibile al potere della camorra.
Chiediamo, pertanto, se il Ministro interpellato non ritenga di assumere notizie in merito, soprattutto rispetto alla possibilità che fatti del genere possano avvenire senza alcun presidio territoriale delle forze di polizia, e, in particolare, quali iniziative intenda assumere, nell'ambito delle proprie competenze, affinché episodi del genere non abbiano più a verificarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Alfredo Mantovano, ha facoltà di rispondere.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, dal 16 settembre al 1o ottobre, come è stato ampiamente ricordato, ha avuto luogo, nel quartiere Barra di Napoli, la manifestazione folcloristica Piedigrotta Barrese. Il culmine della festa, è stata la ballata dei gigli, processione di...
Signor Presidente non vorrei interrompere altre conversazioni, non vorrei dare fastidio ai colleghi che parlano.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia. È sempre gradevole che le interpellanze urgenti, anziché in un'Aula deserta, si svolgano con un po' di presenti. Tuttavia, se queste «presenze» sono silenziose, è preferibile.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Grazie, signor Presidente.
Come dicevo, il culmine della festa è stata la ballata dei gigli, processione di imponenti manufatti di legno che vengono portati a spalla lungo le vie principali. I portatori sono organizzati in comitati, denominati paranze, espressione dei rioni che partecipano all'evento e che provvedono alla raccolta di fondi tramite sottoscrizioni, sponsorizzazioni ed offerte.
Quest'anno hanno aderito all'iniziativa sei paranze, ognuna presieduta da un cosiddetto padrino. Il coordinamento è stato svolto da un comitato organizzatore. Al comune di Napoli e al commissariato di pubblica sicurezza della zona sono stati presentati i preavvisi della manifestazione da persone incensurate. Ai promotori sono state impartite rigorose prescrizioni in ordine alla pacifica attuazione delle iniziative, in ossequio alle ordinanze e alle concessioni comunali.
Il 25 settembre, all'inizio della processione, come consuetudine, i gigli sono stati benedetti dal parroco della chiesa di Sant'Antonio da Padova in Barra e, durante la cerimonia del taglio del nastro, ogni padrino, accompagnato da due o tre persone, ha raggiunto il proprio giglio a bordo di autovetture d'epoca o di calessi, percorrendo itinerari gremiti di gente. Nell'occasione Pag. 26sono stati assicurati i consueti servizi di ordine pubblico congiuntamente con la polizia municipale integrati da aliquote di rinforzo.
Circa quanto si trova sul sito web del settimanale l'Espresso, risulta effettivamente che, nei pressi del giglio della paranza denominata «l'Insuperabile», è giunto, a bordo di un'autovettura d'epoca noleggiata allo scopo, Antonio Cuccaro, padre di Michele Cuccaro, pluripregiudicato e attualmente detenuto (a capo del clan Cuccaro-Andolfi), e Angelo Cuccaro, anch'egli pluripregiudicato, elemento di spicco di tale organizzazione criminale.
La questura di Napoli ha evidenziato che, nella circostanza, Antonio Cuccaro, pur essendo presente alla manifestazione, non risulta aver preso parte direttamente all'iniziativa, né che in passato abbia rivestito il ruolo di padrino e tuttavia è stato protagonista dell'episodio, pure ricordato nell'esposizione dell'interpellanza urgente, quello del bacio con un esponente della malavita organizzata, pubblicato sul web.
In merito a questi episodi riportati con risalto dai media, il prefetto di Napoli ha convocato il 5 ottobre una riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza alla VI municipalità, alla quale sono intervenuti anche il sindaco di Napoli e il presidente della municipalità. Nel corso dell'incontro si è evidenziato come la manifestazione di Barra, che ancora oggi continua a essere celebrata come uno dei momenti più importanti della tradizione e dell'identità culturale di quella comunità, va valorizzata nel suo genuino e originario significato di festa popolare ispirata esclusivamente ai valori civili e religiosi. In tal senso è stato ribadito l'impegno della prefettura e delle altre istituzioni a predisporre una serie di misure preventive volte a evitare che nelle pubbliche manifestazioni siano lasciati spazi alla partecipazione di pregiudicati o di soggetti collegati ad ambienti della criminalità organizzata, impedendo l'affermazione di modelli culturali deviati e devianti.
A tal fine si è ravvisata la necessità di avviare fasi di interlocuzione con i comitati promotori delle feste cittadine. Si è convenuto pertanto che il comune di Napoli e la VI municipalità cureranno l'istituzione di un comitato organizzatore e la regolamentazione dell'attività delle fasi della cerimonia in modo da assicurare che siano coerenti con i principi di legalità e di trasparenza. La regolamentazione potrà inoltre riguardare anche altre manifestazioni che le forze di polizia riterranno esposte a rischio di interferenze da parte della criminalità organizzata. Nella stessa giornata e in tal senso il prefetto ha inviato una circolare ai sindaci della provincia. Le forze di polizia e la prefettura continueranno a seguire con la massima attenzione la situazione, confortate anche dai positivi risultati conseguiti negli ultimi mesi nel contrasto alla criminalità camorristica in quel territorio, risultati che ovviamente non elenco pur essendo stati predisposti dagli uffici.
L'interpellante, in conclusione, pone l'accento su un aspetto molto importante nella prevenzione del contrasto alla criminalità organizzata ossia sulla voce «consenso sociale» che le associazioni mafiose spesso hanno di mira. Volendo fare un'analogia con il mondo della medicina, il lavoro svolto dalle forze di polizia e dall'autorità giudiziaria negli ultimi anni, con il conforto di norme sempre più efficaci soprattutto in materia di sequestro e confisca, assomiglia al lavoro del chirurgo, che è importante ma non esaustivo dell'intervento in territori interessati da presenza criminale. È necessario affiancare al lavoro del chirurgo una terapia ampia che abbia come obiettivo quello di delimitare, di tirare una linea di confine netta tra la criminalità mafiosa e le persone oneste.
La voce «consenso sociale» chiama in causa anche gesti significativi che ovviamente prescindano dal lavoro del sistema sicurezza, anche se il sistema sicurezza, per le ragioni che indicavo prima, se ne occupa attivamente: chiama in causa, per esempio, la partecipazione che in qualche caso si registra di amministratori locali e perfino di sindaci ai funerali di esponenti della criminalità mafiosa uccisi, e in queste circostanze riesce veramente difficile Pag. 27scindere, come dopo si fa, il profilo della funzione dal profilo della conoscenza personale; chiama in causa la solidarietà del vicinato quando si procede all'arresto di soggetti che appartengono a queste aree con episodi che in certi casi arrivano alla resistenza attiva; chiama in causa quelle ignobili aste delle statue di alcune processioni, nelle quali si infiltrano, senza difficoltà, le organizzazioni mafiose; chiama in causa ancora la permeabilità di alcune società sportive, in particolare squadre di calcio, rispetto a tentativi di infiltrazione criminale e anche da questo punto di vista l'attenzione del sistema sicurezza è elevata.
Tutto questo e tanto altro, come anche la strumentalizzazione di feste e tradizioni popolari, punta a costruire un contesto di protezione sociale alla criminalità di tipo mafioso, di cui la stessa criminalità ha notevole necessità.
Tutti, in tutte le articolazioni sociali, non esclusa la scuola, siamo impegnati ad incrementare la consapevolezza che non esiste solo il fronte, pur importante, della repressione e del contrasto in senso stretto, ma esiste anche il fronte del contrasto e della prevenzione civile di cui l'episodio di Barra, che l'interpellanza urgente ha meritoriamente portato all'attenzione di una sede così significativa come l' Aula della Camera, è uno dei casi più gravi accaduti recentemente.

PRESIDENTE. Vorrei far presente al gruppo dell'Italia dei Valori che i lavori dell'Aula sono ancora in corso, che si possono fare riunioni di gruppo nelle sale dei gruppi e che forse non si dovrebbe voltare le spalle alla Presidenza ed al Governo.
L'onorevole Bossa ha facoltà di replicare.

LUISA BOSSA. Signor Presidente, signor sottosegretario, è vero, la lotta alle mafie in questo Paese non si fa solo con l'arresto dei latitanti, che pure è un fatto importante. Dunque, sono contenta che lei sottolinei il buon lavoro delle forze di polizia e dei magistrati, tuttavia se non li rifornisce di benzina e li priva delle intercettazioni, non vi sarà nemmeno alcun risultato da sbandierare.
Ha ragione: la lotta alle mafie si fa con un insieme di fattori quali il controllo del territorio, la repressione, il lavoro sociale ed il lavoro culturale. Tuttavia vorrei citare, caro signor sottosegretario, che noi a Napoli abbiamo il caso dei magistrati della procura antimafia che, dopo le 18, non hanno più le scorte e la sorveglianza e, quindi, se non vogliono correre rischi, devono chiudersi in casa.
Che Stato è quello che non protegge i suoi uomini di punta e che non rifornisce di benzina le auto della sua polizia? Poi, per quanto concerne i collaboratori di giustizia, vi sono stati suicidi e denunce. Inoltre - e concludo su questa scia - vorrei ricordare che in queste ore a San Cipriano d'Aversa - lei conosce bene la zona - Peppe Pagano, presidente della cooperativa sociale Agropoli, è in sciopero della fame contro la riduzione dei budget di salute in Campania e contro il blocco dei pagamenti alle cooperative che stanno paralizzando le attività sociali per i soggetti svantaggiati svolte nell'ambito dei beni confiscati.
Dunque, ci sono zone d'Italia nelle quali lo Stato sembra aver rinunciato al controllo del territorio e ad un'azione sociale e culturale.
Sotto questi punti di vista la situazione del Paese è, a mio parere, molto preoccupante. Non è possibile continuare così, non possiamo tollerarlo e dobbiamo evitarlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Rinvio dell'interpellanza urgente Bocciardo - n. 2-01241)

PRESIDENTE. Avverto che, su richiesta del Governo e con il consenso dei presentatori, lo svolgimento dell'interpellanza urgente Bocciardo n. 2-01241 è rinviato ad altra seduta.
È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

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Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 2 novembre 2011, alle 16:

1. - Discussione del disegno di legge (per la discussione sulle linee generali):
Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), fatto a Bonn il 26 gennaio 2009 (C. 4624-A).
- Relatore: Narducci.

2. - Discussione della proposta di legge (per la discussione sulle linee generali):
LA LOGGIA e CARLUCCI; BERSANI ed altri; PELINO ed altri; VIGNALI ed altri; JANNONE ed altri; VIGNALI ed altri; BORGHESI ed altri: Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese (Approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato) (C. 98-1225-1284-1325-2680-2754-3191-B).
- Relatore: Raisi.

3. - Discussione della mozione Nunzio Francesco Testa, Paolo Russo, Bossa, Palagiano, Muro, Iannaccone, Pisicchio, Commercio ed altri n. 1-00725 concernente iniziative in relazione all'annunciato piano industriale di Alenia Aeronautica s.p.a., con particolare riferimento alle prevedibili ricadute sull'economia del Mezzogiorno (per la discussione sulle linee generali).

La seduta termina alle 12,35.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 6)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Borghesi e a 1-713 523 285 238 143 284 1 44 Appr.
2 Nom. Moz. Meta e a 1-715 523 303 220 152 299 4 43 Appr.
3 Nom. Moz. Mereu e a 1-723 rif. 525 305 220 153 304 1 43 Appr.
4 Nom. Moz. Valducci e a 1-724 520 320 200 161 320 43 Appr.
5 Nom. Moz. Mosella e a 1-729 522 425 97 213 422 3 44 Appr.
6 Nom. Moz. Commercio e a 1-728 rif. 520 363 157 182 359 4 43 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.