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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 709 di giovedì 25 ottobre 2012

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 9,30.

EMILIA GRAZIA DE BIASI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Antonione, Barbieri, Boniver, Brugger, Gianfranco Conte, Corsini, D'Alema, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Renato Farina, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Galletti, Leo Lusetti, Mosca, Nucara, Pecorella, Pisicchio, Rigoni, Stucchi, Tenaglia e Volontè sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,40).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per sollecitare un atto di sindacato ispettivo, poiché domenica una trasmissione televisiva di inchiesta ha sollevato la questione del presidente e commissario di INPS e INPDAP Mastrapasqua, in relazione al fatto che oltre a ricoprire questo incarico ne avesse numerosi altri anche all'interno del gruppo, quindi in qualche caso in conflitto di interessi essendo amministratore da una parte e revisore dall'altra parte. Il Ministro Fornero a questa trasmissione ha dichiarato che questo Governo non tollera i conflitti di interesse e ha fatto dichiarazioni in ordine alla questione.
Chiederei alla Presidenza di sollecitare il Ministro Fornero su questi temi e a rispondere, prima che ai giornalisti, ai rappresentanti del popolo quando presentano gli atti di sindacato ispettivo, perché giace, è stata presentata il 15 febbraio a lei, su questa vicenda, una specifica interrogazione parlamentare e dal 15 febbraio sto ancora aspettando una risposta. Forse, invece che rivolgersi alla televisione, sarebbe opportuno che qualche volta venisse qui a rispondere a interrogazioni che si Pag. 2propongono a lei. La pregherei di fare un sollecito e le voglio dare il numero perché resti segnalato: è l'interrogazione n. 4-14928.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, la sua richiesta avrà seguito.
Sospendo ora la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10.

Sull'ordine dei lavori.

MARIO CAVALLARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, chiedo scusa, ma è in corso la riunione del Comitato dei nove e dovremo mettere a punto soltanto per alcuni aspetti tecnici gli ultimi testi degli emendamenti riferiti al provvedimento sulla nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense, l'atto Camera n. 3900-A ed abbinate. Chiederemmo, quindi, una breve sospensione dei lavori dell'Assemblea. Ci servono 10-15 minuti, non di più. Cercheremo di essere quanto più brevi possibile.

PRESIDENTE. Onorevole Cavallaro, lei ricorderà che in Conferenza dei presidenti di gruppo si è deciso di terminare questa mattina i lavori anche di questo provvedimento.

MARIO CAVALLARO. Assolutamente sì.

PRESIDENTE. Perfetto. Se non vi sono obiezioni sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,20.

La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 10,20.

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge A.C. 5428.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la IV Commissione (Difesa) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
S. 3157 - Senatori SACCOMANNO ed altri: «Modifica dell'articolo 1 della legge 31 luglio 2002, n. 186, concernente l'istituzione della «Giornata della memoria dei marinai scomparsi in mare» (Approvata dalla 4a Commissione permanente del Senato) (5428).
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.

(Così rimane stabilito).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 601-711-1171-1198 - D'iniziativa dei senatori: Giuliano; Casson ed altri; Bianchi ed altri; Mugnai: Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 3900-A); e delle abbinate proposte di legge: Contento; Pecorella; Cavallaro; Capano ed altri; Barbieri; Mantini ed altri; Frassinetti ed altri; Cassinelli ed altri; Monai; Razzi ed altri; Cavallaro ed altri (A.C. 420-1004-1447-1494-1545-1837-2246-2419-2512-4505-4614) (ore 10,21).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, d'iniziativa dei senatori Giuliano; Casson ed altri; Bianchi ed altri; Mugnai: Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense; e delle abbinate proposte di legge d'iniziativa dei deputati Contento; Pecorella; Cavallaro; Capano ed altri; Barbieri; Mantini ed altri; Frassinetti ed altri; Cassinelli ed altri; Monai; Razzi ed altri; Cavallaro ed altri. Pag. 3
Ricordo che nella seduta del 24 ottobre 2012 è stato da ultimo approvato l'articolo 34.
Avverto che prima dell'inizio della seduta gli emendamenti Cavallaro 40.710 e 65.710 sono stati ritirati dal presentatore.

(Esame dell'articolo 35 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Cavallaro 35.3, Raisi 35.700, Cavallaro 35.4 e Beltrandi 35.6.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Signor Presidente, mi domando, però, che fine abbia fatto l'emendamento 35.900 della Commissione.

PRESIDENTE. Anche noi! Prego, onorevole relatore.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, credo che l'emendamento 35.900 della Commissione sia stato votato insieme all'articolo 29, con l'emendamento della Commissione.

PRESIDENTE. Quindi, per dirla in breve, l'emendamento 35.900 della Commissione è stato sostanzialmente incorporato nell'emendamento 29.900 della Commissione.
Prendo atto, dunque, che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Passiamo all'emendamento Cavallaro 35.3.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Cavallaro 35.3 insistono per la votazione.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 35.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, intendo ritirare il mio emendamento 35.3.

PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione.
Prendo atto, dunque, che l'onorevole Cavallaro ritira il suo emendamento 35.3.

MARIO CAVALLARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, ritiro tutti gli emendamenti a mia firma relativi all'articolo 35.

PRESIDENTE. Sta bene. Si tratta di due emendamenti.
Passiamo all'emendamento Raisi 35.700.
Prendo atto che l'onorevole Raisi insiste per la votazione del suo emendamento 35.700.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raisi 35.700, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, Cesario, Nola...l'onorevole Nola non riesce a votare. Onorevoli Cimadoro, Marco Carra, Monai, Nirenstein...ci siamo? Onorevole Lorenzin...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 4
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 408
Votanti 405
Astenuti 3
Maggioranza 203
Hanno votato
9
Hanno votato
no 396).

Prendo atto che i deputati Scanderebech e Pes hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Ricordo che l'emendamento Cavallaro 35.4 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Beltrandi 35.6.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 35.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Garagnani, Carfagna, Calderisi, Pianetta, Gelmini, Mondello, Raisi, Verducci, Repetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato
9
Hanno votato
no 408).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Biasotti, Vignali, Biancofiore, Menia, Cesario...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 421
Votanti 412
Astenuti 9
Maggioranza 207
Hanno votato
404
Hanno votato
no 8).

Prendo atto che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.

(Esame dell'articolo 36 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Concia, Sposetti, Rossomando, Tanoni, Divella, Zucchi, Crolla, Ravetto, Consolo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 429
Votanti 427
Astenuti 2
Maggioranza 214
Hanno votato
426
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 37 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Avverto che l'emendamento Cilluffo 37.201 è stato ritirato dal presentatore e che l'onorevole Raisi ha ritirato tutti gli emendamenti a sua prima firma. Pag. 5
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Cavallaro 37.1, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 37.700.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

MARIO CAVALLARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, intervengo per ritirare il mio emendamento 37.1.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 37.700, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mura, Giammanco, Zinzi, Marchioni, Goisis, Colaninno, Zucchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 430
Votanti 428
Astenuti 2
Maggioranza 215
Hanno votato
427
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gava, Marchioni, Goisis, Concia, Mura, Garagnani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 434
Votanti 432
Astenuti 2
Maggioranza 217
Hanno votato
432).

(Esame dell'articolo 38 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 38.700.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 38.700, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli La Malfa, Biasotti, Pelino, Cesario, Buttiglione, Verducci, Sposetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 6
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 434
Votanti 432
Astenuti 2
Maggioranza 217
Hanno votato
432).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Vella, Vico, Formichella, Follegot, Tanoni, Sposetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 436
Votanti 434
Astenuti 2
Maggioranza 218
Hanno votato
433
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 39 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Cavallaro 39.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Cavallaro 39.2 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 39.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Biasotti, Tanoni, Zeller, Binetti, Colaninno, Malgieri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 436
Votanti 431
Astenuti 5
Maggioranza 216
Hanno votato
176
Hanno votato
no 255).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Garagnani, Tanoni, Aracu...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 439
Votanti 436
Astenuti 3
Maggioranza 219
Hanno votato
433
Hanno votato
no 3).

(Esame dell'articolo 40 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 40 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A). Avverto che l'unica proposta emendativa ad esso presentata è stata ritirata (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).Pag. 7
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 40.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 434
Votanti 432
Astenuti 2
Maggioranza 217
Hanno votato
432).

Prendo atto che la deputata Miotto ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 41 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 41 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
Ricordo che gli emendamenti Raisi 41.2, 41.702, 41.703, 41.13, 41.28 e 41.705 sono stati ritirati dal presentatore.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 41.901 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Mantini 41.700. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Nicola Molteni 41.706, mentre esprime parere favorevole sul subemendamento Contento 0.41.250.1. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Cavallaro 41.250 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: alla lettera d), sopprimere le parole «e che abbiano conseguito almeno i 4/5 dei crediti previsti nel piano di studi»; al comma 9, inserire, dopo le parole «nel registro dei praticanti», le parole «purché in possesso del diploma di laurea in giurisprudenza». La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Contento 41.100, Mantini 41.701 e Raisi 41.704. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Beltrandi 41.8, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Beltrandi 41.10. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, sull'emendamento Beltrandi 41.12 ed esprime parere favorevole sul subemendamento Contento 0.41.256.1 e sull'emendamento Cavallaro 41.256. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Cavallaro 41.710 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: aggiungere, dopo le parole «presso un avvocato», le parole «iscritto all'ordine o presso l'Avvocatura dello Stato». La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Beltrandi 41.17 e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 41.900.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 41.800, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e formula un invito al ritiro sull'emendamento Beltrandi 41.31.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, però volevo chiarire, a proposito dell'emendamento Cavallaro 40.710, che per il Governo non è irrilevante la notizia che la Commissione bilancio abbia dato parere negativo al riguardo. Di questo, il Governo non sapeva nulla.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, il Governo si deve informare autonomamente. Non dobbiamo essere noi a informarlo.
Passiamo all'emendamento 41.901 della Commissione.
Passiamo ai voti. Pag. 8
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 41.901 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calderisi, De Angelis, Ciccanti, Ravetto, Rossomando, Patarino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 447
Votanti 444
Astenuti 3
Maggioranza 223
Hanno votato
444).

Prendo atto che il deputato De Angelis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantini 41.700, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Iannuzzi, De Angelis, Cesaro, Marini, Verducci, Minniti, Gatti, Giro, De Girolamo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 450
Votanti 448
Astenuti 2
Maggioranza 225
Hanno votato
448).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Ricordo che gli emendamenti Raisi 41.702 e 41.703 sono stati ritirati.
Passiamo all'emendamento Nicola Molteni 41.706.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Nicola Molteni 41.706 lo ritirano.
Passiamo al subemendamento Contento 0.41.250.1.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Contento 0.41.250.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calderisi, Giorgio Conte, Marini, Paolini, Santori, Tocci, Giro, Verducci, Capitanio Santolini, Tanoni, Rossomando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 448
Votanti 446
Astenuti 2
Maggioranza 224
Hanno votato
445
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'emendamento Cavallaro 41.250.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 41.250, nel testo riformulato come subemendato accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli La Boccetta, Giorgio Conte, Zeller, Cesario, Colaninno, Verducci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 9
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 442
Votanti 440
Astenuti 2
Maggioranza 221
Hanno votato
440).

Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Risultano così assorbiti gli identici emendamenti Contento 41.100, Mantini 41.701 e Raisi 41.704.
Passiamo all'emendamento Beltrandi 41.8.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, siamo sul mio emendamento 41.8, giusto?

PRESIDENTE. Sì, onorevole Beltrandi.

MARCO BELTRANDI. Perfetto.
Con l'emendamento in oggetto chiediamo che colui che svolge il tirocinio - che, come sappiamo, consiste sia in una pratica, sia in un corso di formazione obbligatorio per ben 24 mesi - abbia la possibilità di interromperlo non solo per sei mesi, ma anche per un anno.
A me sembra che questa sia una misura assolutamente non compromettente per un percorso di studi e di formazione così lungo. Mi sembra, invece, una misura che, semplicemente, viene incontro alle esigenze, anche di carattere personale, dei giovani che già hanno così tante incombenze e difficoltà.
Quindi, inviterei davvero il relatore ed anche il Governo a tenerne conto e l'Aula a votare l'emendamento in oggetto, che va nella direzione di facilitare le cose a chi è più svantaggiato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 41.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole La Boccetta...

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, un attimo.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, le avevo chiesto di attendere.

PRESIDENTE. Abbia pazienza, onorevole Siliquini, non l'ho vista.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 442
Votanti 437
Astenuti 5
Maggioranza 219
Hanno votato
48
Hanno votato
no 389).

Prendo atto che il deputato Giachetti ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre intendeva esprimere voto contrario, che i deputati D'Incecco e Oliverio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Beltrandi 41.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, anche con l'emendamento in oggetto si vuole dare a colui che fa il tirocinio la possibilità di interromperlo anche per motivi di carattere personale.
Grazie ad un mio emendamento, passato con il parere favorevole del relatore, Pag. 10abbiamo riconosciuto agli avvocati la possibilità di sospendere la professione senza bisogno di giustificato motivo, quindi mi sembra che si dovrebbe prevedere quantomeno la stessa possibilità anche per i tirocinanti. Chiediamo che venga data la possibilità di interrompere il tirocinio stesso nel caso vi siano dei motivi di carattere personale. Inviterei dunque l'Aula ad esprimere voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 41.10, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli De Nichilo Rizzoli, Cesario, Frassinetti, Gatti, Zucchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 452
Votanti 450
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato
445
Hanno votato
no 5).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata Mastromauro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Beltrandi 41.12.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento, formulato dal relatore.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, questo è un emendamento molto importante, perché in questa proposta di legge si vuole proporre di portare a cinque anni di iscrizione all'albo il requisito minimo per un avvocato per potere avere praticanti.
Credo che questo tipo di norma, se passasse, renderebbe ancora più difficile ai praticanti trovare un avvocato. Quindi io che cosa propongo? Propongo di prescrivere come requisito l'anzianità di iscrizione all'albo, invece che di cinque anni, di due anni. Guardate che già oggi per molti è difficilissimo trovare un avvocato. Non credo che cinque anni possano essere una buona soluzione. Diventa un altro ostacolo all'accesso alla professione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 41.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Marini, Tortoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 455
Votanti 449
Astenuti 6
Maggioranza 225
Hanno votato
41
Hanno votato
no 408).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.

Ricordo che il successivo emendamento Raisi 41.13 è stato ritirato e che risultano, invece, assorbiti i successivi subemendamento Contento 0.41.256.1 ed emendamento Cavallaro 41.256.
Passiamo all'emendamento Cavallaro 41.710.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 11Cavallaro 41.710, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Razzi, Gatti, Pelino, Beltrandi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 455
Votanti 452
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato
435
Hanno votato
no 17).

Prendo atto che la deputata Miotto ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 41.17, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Patarino, Zeller, Beltrandi, Armosino... ancora l'onorevole Zeller... ancora l'onorevole Armosino... onorevoli Scanderebech, Aniello Formisano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 455
Votanti 453
Astenuti 2
Maggioranza 227
Hanno votato
451
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 41.900 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Marini, Razzi, Veltroni, De Torre... ancora l'onorevole De Torre...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 452
Votanti 450
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato
450).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 41.800, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli La Boccetta, Patarino, Razzi, Verducci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 455
Votanti 453
Astenuti 2
Maggioranza 227
Hanno votato
453).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Ricordo che l'emendamento Raisi 41.28 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento Beltrandi 41.31. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Beltrandi 41.31, formulato dal relatore.

Pag. 12

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, questo emendamento proporrebbe una misura che io definirei di giustizia sociale, per la quale i mesi di tirocinio, oltre a tutti quelli svolti successivamente quale praticante abilitato, possano essere riscattati ai fini pensionistici. So che qui c'è un problema evidentemente anche di copertura economica, e me ne rendo perfettamente conto, però anche in questo modo noi rendiamo colui che si avvia alla professione forense prima dell'esame dell'iscrizione all'albo, penalizzato in termini economici anche per quello che riguarda il suo piano pensionistico, previdenziale. E io credo che non sia semplicemente giusto, cioè che noi viviamo in una situazione in cui i giovani dovremmo favorirli, non ostacolarli, e riconoscere loro dei diritti.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro dell'emendamento Beltrandi 41.31, formulato dal relatore. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 41.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Laboccetta... onorevole Armosino... onorevole Divella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 450
Votanti 446
Astenuti 4
Maggioranza 224
Hanno votato
52
Hanno votato
no 394).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.

Ricordo che l'emendamento Raisi 41.705 è stato ritirato. Passiamo alla votazione dell'articolo 41.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, si fa un gran parlare di giovani e di lavoro precario in molte sedi. Naturalmente per noi le ricette stanno lungo l'asse della maggiore concorrenza, del riconoscimento del merito, delle opportunità che nascono dalle liberalizzazioni, dal rispetto del patto generazionale che impone di non scaricare il debito pubblico sulle future generazioni. Però ogni tanto occorrono anche delle misure concrete che segnalino l'attenzione del Parlamento e dei Governi per i giovani, per le concrete condizioni dei giovani. Questo articolo 41 che ci accingiamo a votare, è una norma ragionevole in materia di tirocinio, ma quello che tengo davvero a sottolineare è che esso presenta per la prima volta un principio riconosciuto unanimemente dalle Commissioni sulla base di un nostro emendamento, un emendamento dell'Unione di Centro, il principio dell'equo compenso per i praticanti.
È una condizione che riguarda decine di migliaia, e anche di più, di giovani laureati che spesso per anni lavorano gratuitamente presso gli studi di ogni tipo e natura. Non è giusto francamente che queste risorse del Paese (decine, centinaia di migliaia di giovani laureati) non siano retribuite in alcun modo, spesso neanche un decimo di quel che si dà alla segretaria di studio. Il principio che ora è affermato, il principio dell'equo compenso, non è solo un principio generale, ma ha anche un parametro: cioè il praticante non può essere retribuito in misura inferiore del 30 per cento al trattamento di miglior favore che si è previsto per i contratti di apprendistato negli studi professionali.
Si introduce, cioè, una soglia minima di retribuzione. Questa è una misura concreta e di grande rilievo nei confronti dei giovani, delle loro condizioni di lavoro e anche di una maggiore equità nei rapporti tra generazioni. Voglio sottolineare da ultimo Pag. 13che l'avvocatura, nelle sue rappresentanze varie, si è dimostrata disponibile e favorevole a questa misura di carattere solidaristico, che pesa anche sui redditi dei singoli professionisti, e questo è un ulteriore fatto positivo di maggiore coesione sociale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, credo sia necessario e opportuno sottolineare questa norma, perché è veramente una svolta importantissima per la professione forense, per l'avvocatura, ma, soprattutto, per coloro che si accingono ad affrontare un percorso che li porterà a superare l'esame di Stato e, quindi, ad ottenere l'abilitazione.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 11,05)

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Voglio dire con molta chiarezza a tutti coloro che, in questi giorni, sono stati detrattori di alcune norme, che questa, come tante altre, sta a indicare che il Parlamento si è fatto proprio carico dei giovani e della loro disponibilità a dare il contributo in uno studio professionale partendo dalla gavetta, partendo dall'inizio. Signor Presidente, voglio sottolineare che si tratta, cioè, di ragazzi che sono già titolari di un titolo di laurea, di ragazzi che hanno già fatto un corso alto e qualificato, che vanno negli studi professionali e si rimettono in gioco cominciando da zero, cioè meno della segretaria, come diceva anche il collega prima, dalle fotocopie alle ricerche di giurisprudenza, attività non finalizzate a un lavoro di basso livello, bensì finalizzate ad apprendere, a capire, a studiare, a imparare a esercitare secondo i vincoli, non solo di un titolo di studio che hanno, ma, soprattutto, della deontologia, della correttezza, dell'esercizio in autonomia e indipendenza della professione. E questo lo fanno negli studi professionali.
Bene, questa norma finalmente dice che essi devono avere diritto ad un equo compenso. Questo va sottolineato. È una norma importante che oggi vara la Camera dei deputati, anche se molti non lo capiscono, ma è un problema loro, non è un problema nostro. La norma, quindi, è importante perché prevede il contributo, e non ha importanza la quantità, ma il principio, cioè che il giovane che entra in uno studio professionale, come cominciai io trentacinque anni fa, allo stesso modo di tanti colleghi, deve avere un minimo compenso, un riconoscimento. Ciò è giusto, e io ringrazio la Camera dei deputati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI. Signor Presidente, rispetto alla collega che mi ha preceduto, non solo noi capiamo molto bene, molto meglio di quanto lei possa pensare, ma rimane un dato di un settore che, purtroppo, troppo spesso vede i praticanti non riconosciuti nella loro attività, anche all'inizio della professione. Faccio presente alla collega che persone come me, che sono uscite dall'università, poi hanno fatto il master, e quando sono entrati in impresa, hanno avuto comunque dall'impresa un riconoscimento economico, piccolo per carità, ma per l'impresa per anni io e tanti altri, quando siamo entrati, siamo stati un costo, perché siamo entrati per imparare e per dare un nostro contributo, ma, nel frattempo, era l'impresa che, in quel momento, nei primi anni, insegnava a noi.
Oltre a questo riconoscimento, è peraltro imbarazzante pensare che nel recente decreto-legge sulle liberalizzazioni noi, per la prima volta, abbiamo riconosciuto che i praticanti negli studi legali per un anno potevano non essere retribuiti. Aldilà che già in questo momento esiste per deontologia professionale - e lo dice lo stesso ordine degli avvocati - l'obbligatorietà a riconoscere un contributo al praticante, il vero problema è come questo viene applicato e sanzionato qualora non venisse Pag. 14riconosciuto. Questo è il problema vero che, onestamente, non vedo neanche in questa norma in qualche modo applicato. Credo che tutti quanti quelli che sono qua presenti abbiano esperienza di persone che abbiano fatto praticantato gratuitamente all'interno di studi professionali. E questo è uno scandalo di questo Paese. Allora io pensavo che, con questa norma, si potesse in qualche modo anche eliminare quello che, come ripeto, è un grande scandalo.
Si parla tanto di giovani. Adesso abbiamo sentito anche un intervento in cui si fa la morale sul fatto che bisogna fare la gavetta: si sa che bisogna fare la gavetta, l'abbiamo fatta tutti la gavetta, non c'è bisogno di riconoscerlo, però tra fare la gavetta e fare gli schiavi c'è una grande differenza. Noi vorremmo che questi giovani facessero la gavetta, ma che venisse riconosciuto il fatto che comunque sono dei lavoratori come gli altri (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, il testo dell'articolo certamente, come tutti i provvedimenti legislativi, potrebbe essere oggetto di miglioramenti, e lo sarà sicuramente dopo il collaudo dell'esperienza. Tuttavia voglio qui, anche a nome del gruppo del Partito Democratico, dichiarare la soddisfazione per il fatto che viene affermato un principio che da anni è stato oggetto di nostre iniziative, cioè quello che al praticante - ovviamente quando esso non si limita semplicemente ad arricchire la propria formazione personale ed intellettuale, ma quando coopera attivamente allo studio professionale - è riconosciuta un'indennità o un compenso che, abbiamo aggiunto, è commisurato all'apporto che egli dà allo studio professionale e che quindi va riguardato come un vero e proprio riconoscimento di una funzione immediata e diretta di cooperazione all'attività professionale.
Abbiamo anche aggiunto la possibilità, che ci era stata segnalata, per i tirocinanti, di svolgere, seppur limitatamente e per un periodo di tempo non illimitato, l'attività professionale. Questo consente di delineare una figura di tirocinante che, a tutto tondo, da un lato partecipa alla costruzione del proprio studio professionale, dall'altro esercita l'attività all'interno di uno studio organizzato e infine può, fin dall'inizio, trovare delle condizioni economiche di soddisfazione.
Tutti gli altri discorsi che sono stati fatti, sono sicuramente possibili da utilizzare e da amplificare. Resta il fatto che, nel momento in cui una norma afferma dei diritti, non c'è bisogno di altro che della loro eventuale tutela giurisdizionale. Quindi non dovevamo prevedere un apparato di sanzioni: abbiamo previsto un apparato di norme e la categoria forense, che come è stato richiamato, ha recepito queste innovazioni e dovrà poi utilizzarle, dovrà poi organizzarle, dovrà poi farne oggetto di uno sviluppo della figura del professionista.
Mi preme precisare che un altro punto qualificante è la possibilità, per una parte, di svolgere la formazione presso gli uffici giudiziari e presso l'Avvocatura dello Stato, cioè il testo cerca anche di ricostruire quella comune cultura della giurisdizione da cui a nostro avviso occorre partire anche nella formazione dell'avvocato. Infatti questo dovrebbe essere il traguardo di un comune sviluppo di identità e di comune sentimento che produce una nuova dimensione della giurisdizione pubblica nel nostro Paese.
Quindi questo testo non solo è frutto di una battaglia che anche personalmente combatto da quasi dieci anni nelle aule parlamentari, ma ritengo che sia il riconoscimento di doverosi diritti. Ovviamente è l'inizio di una prospettiva nuova, alla quale poi continueremo a lavorare nel tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

Pag. 15

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, interveniamo anche noi per sottolineare, a nome del gruppo Lega Nord, l'importanza del testo che oggi andiamo qui ad approvare. Questa riforma della professione forense ha, grazie al contributo di tutti i gruppi, anche del nostro, una forte attenzione ai giovani. Noi sappiamo che quando si esce dalle nostre università abbiamo dei giovani magari brillanti, molto preparati, che conoscono la teoria, ma che devono imparare la pratica. Per questo è previsto un percorso di tirocinio, che però non deve essere come purtroppo accade, perché io ho ascoltato l'onorevole Raisi: è vero che oggi c'è la possibilità di retribuire il praticante, ma questa possibilità - su cui ci sono indicazioni da parte dell'ordine, chiaramente - molto spesso è rimessa alla mera discrezionalità del dominus. Noi qui invece, per legge, sanciamo un principio importante: comprendiamo che un ragazzo che esce dall'università deve completare un percorso di formazione, ma questa formazione, siccome svolge - lo sappiamo benissimo - all'interno degli studi un ruolo importante per il proprio dominus, deve essere retribuita.
Deve essere riconosciuto un rimborso spese. Quindi, questo è un principio importantissimo che viene scritto in un provvedimento: è un segnale importante per tutti i giovani che si vogliono avvicinare a questa professione; una professione complicata, una professione, magari, ancora in crisi, ma che dà tante opportunità di lavoro ai giovani. Per questo, è importante incentivarli, sancendo anche il principio della, seppur minima, retribuzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, l'Italia dei Valori voterà a favore di questo articolo 41. Esso rappresenta una mediazione molto importante tra l'accesso indiscriminato e l'ingolfamento degli albi professionali anche da parte di chi non esercita effettivamente la professione e, invece, la garanzia della possibilità di accesso ai giovani meritevoli.
Il tirocinio così individuato con criteri di serietà, di severità professionalità e anche di adeguato compenso, è un'importante modalità attraverso la quale i giovani meritevoli possono accedere e farsi strada nella professione. Quindi, noi riteniamo che un tirocinio fatto in maniera corretta, in maniera anche severa, in uno studio professionale qualificato, possa garantire ai giovani veramente meritevoli l'accesso alla professione. Poi, attraverso altre modalità, che sono selettive, che riguardano l'effettività dell'esercizio della professione, si può arrivare a scremare l'iscrizione all'albo. Tuttavia, questo principio del tirocinio previsto dall'articolo 41 rappresenta anche un'applicazione della normativa europea, che ci invita a liberalizzare. Noi non lo abbiamo voluto applicare completamente, però, attraverso l'articolo 41 in oggetto, arriviamo ad avvicinarci maggiormente alla liberalizzazione della professione di avvocato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 440
Votanti 428
Astenuti 12
Maggioranza 215
Hanno votato
426
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare e che Pag. 16i deputati Lussana e Zinzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

Commemorazione dell'onorevole Piero Melograni (ore 11,15).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed il rappresentante del Governo). Onorevoli colleghi, come è noto, lo scorso 27 settembre, è venuto a mancare, all'età di 81 anni, l'onorevole Piero Melograni, insigne storico e saggista, componente della nostra Camera nella XIII legislatura.
Nato a Roma il 15 novembre 1930, laureato in giurisprudenza, professore ordinario di storia contemporanea presso l'università di Perugia, iniziò giovanissimo, a soli 16 anni, la sua militanza politica nel Partito comunista italiano. Da qui fuoriuscì con gli altri firmatari del «Manifesto dei 101» nel 1956, a seguito dei tragici fatti di Ungheria.
Allontanatosi per molti anni dalla politica attiva per dedicarsi agli studi, alla scrittura e all'insegnamento, prese parte nel 1995 alla Convenzione liberale e, nel 1996, fu eletto alla Camera dei deputati. Iscritto al gruppo di Forza Italia, autorevole componente della Commissione cultura, nonché della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Melograni diede un importante contributo all'approvazione della legge di riforma degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore, nonché della legge in materia di organici funzionali e di reclutamento del personale della scuola.
Nel corso della legislatura, fu designato, in qualità di rappresentante del Parlamento italiano, quale componente della Convenzione incaricata di redigere la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, Carta che fu, poi, solennemente proclamata dai Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione in occasione del Consiglio europeo di Nizza del 7 dicembre 2000.
Accademico di fama internazionale, studioso di grande curiosità intellettuale, sempre attento ai problemi del suo tempo, Melograni ha saputo felicemente coniugare il rigore e l'approfondimento dello storico con una costante e prolifica attività di divulgatore. Egli pose costantemente la sua intelligenza critica e creativa al servizio, non tanto o non solo degli specialisti, quanto dei suoi studenti e più in generale dei lettori. I suoi studi sulla prima guerra mondiale e sul fascismo hanno dato un indiscusso contributo alla storiografia moderna e hanno fornito un documentato e originale apporto alla comprensione della storia del Novecento italiano.
Le opere successive di Melograni, di analogo spessore scientifico, costituiscono una lucida e intelligente analisi dei ritardi della società italiana contemporanea. Tra i suoi scritti più importanti, molti dei quali tradotti in varie lingue del mondo, ricordo: Storia politica della grande guerra. 1915-1918, Gli industriali e Mussolini, l'Intervista sull'antifascismo (Giorgio Amendola), Fascismo, comunismo e rivoluzione industriale, Il mito della rivoluzione mondiale, Le rivoluzioni del benessere, Dieci perché sulla Repubblica, La modernità e i suoi nemici.
Come ricordato, Melograni ha affiancato ad una vasta produzione scientifica una costante attività di divulgatore; oltre ad essere stato editorialista del Corriere della Sera, de Il Sole 24 Ore e del Quotidiano nazionale, egli ha curato prodotti multimediali di grande successo e larghissima diffusione, quali Combat film, Storia del fascismo, La guerra degli italiani, La storia della seconda guerra mondiale.
Personalità certamente poliedrica, era anche un grande appassionato di musica: ne sono testimonianza la pubblicazione di un'apprezzatissima biografia di Wolfgang Amadeus Mozart e una di Arturo Toscanini.
Con la morte di Melograni scompare, quindi, una figura di altissimo spessore culturale, morale e politico, un docente generoso e sempre disponibile nei confronti dei suoi studenti, che non a caso affollavano le aule dei suoi corsi. Un Pag. 17intellettuale, che, nel corso di tutta la vita ha contribuito alla crescita del patrimonio culturale del Paese e che con raro equilibrio e passione ha saputo coniugare una seconda attività di studioso e saggista con l'impegno nella politica e nelle istituzioni.
La Presidenza ha già fatto pervenire ai familiari l'espressione della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Invito, pertanto, ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Generali applausi, cui si associa il rappresentante del Governo).

FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, per ricordare degnamente Piero Melograni dobbiamo collocare la sua figura nel dibattito politico-culturale svoltosi nel XX secolo e anche nella storia della storiografia italiana.
La storiografia italiana di molto precedente alla generazione di Melograni fu dominata da giganti come Benedetto Croce e come Gioacchino Volpe, i cui orientamenti culturali e anche politici furono, come tutti sanno, nettamente divergenti.
Poi, nell'Italia del secondo dopoguerra, crebbe ed ebbe forme di organizzazioni culturali sempre più penetranti l'elaborazione storico-politica fondata su molte personalità di rilievo, per tutte ricordiamo Ernesto Ragionieri e Paolo Spriano, che si espresse anche attraverso riviste specializzate come Studi storici. Questa impostazione traduceva il concetto gramsciano di egemonia anche sul terreno della ricerca storica.
Il senso più profondo di quell'operazione fu lucidamente espresso in quel bellissimo libro intitolato: Intervista sull'antifascismo, nel quale proprio Melograni intervistò Giorgio Amendola, il quale disse: «Ripeto che ogni forza politica, che voglia contare, deve avere una coscienza storica. Questo è un grande insegnamento di Gramsci: avere coscienza storica della propria funzione, il che vuol dire del posto che si è avuto, o che non si è avuto». Sul terreno della ricerca storica, della storiografia non c'è stato nessun altro partito che si è posto in modo così organico sul terreno dell'organizzazione culturale come fece a suo tempo il PCI. Emersero però spontaneamente due generazioni di storici che, nella libertà dell'elaborazione culturale, espressero filoni di ricerca differenti, spesso, anzi, nettamente divergenti, rispetto alla cultura storica sviluppata dal mondo culturale di impostazione comunista. I capostipiti furono, indubbiamente, Rosario Romeo e Renzo De Felice; dopo di loro però emersero altre personalità assai significative. Per fare qualche nome nella molteplicità delle loro impostazioni culturali di fondo, citiamo Piero Craveri, Brunello Vigezzi, Simona Colarizi, Roberto Vivarelli, Francesco Perfetti, Victor Zaslavsky, Elena Aga Rossi. Eminente fra di essi fu, appunto, Piero Melograni, i suoi filoni di ricerca sono stati molteplici e sono andati al cuore del secolo breve; hanno riguardato, da un lato, il fascismo, basti pensare al suo libro Gli industriali e Mussolini e, dall'altro, il comunismo, vedi i libri Il mito della rivoluzione mondiale e Fascismo, comunismo e rivoluzione industriale. Poi, Melograni si è misurato con i nodi costituiti dalla modernità e anche con un'interpretazione complessiva della storia d'Italia contenuta nel volume Dieci perché sulla Repubblica. La vastità dei suoi interessi è testimoniata dai suoi ultimi due libri su Mozart e Toscanini.
Il gruppo di Forza Italia, a suo tempo, ebbe l'onore di averlo fra i suoi aderenti, insieme a Lucio Colletti, mentre un'altra personalità di grande rilievo come don Gianni Baget Bozzo venne eletto al Parlamento europeo. Rivendichiamo così il merito di aver dato voce, anche in Parlamento, a personalità che, come Piero Melograni, avevano e hanno svolto un ruolo fondamentale nel dibattito politico culturale del Paese e che hanno dato contributi assai elevati a quello che, con un'espressione complessiva, sintetica e forse generica, Pag. 18fu chiamato il revisionismo storiografico, inteso nel suo senso più ampio. Di quel filone Piero Melograni è stata un'espressione fra le più significative; lo ricordiamo qui non solo nella sua dimensione di uomo di cultura, di grande storico ma anche come persona straordinariamente affascinante nel suo tratto socratico, sempre disponibile al dibattito e al colloquio, mai arrogante e professionale, spesso ironico e autoironico. Addio Piero, ad essere proprio sinceri, nessuno sarà in grado di colmare il vuoto che hai lasciato (Applausi).

GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, innanzitutto vorrei rivolgere un deferente saluto e le condoglianze più sentite del gruppo Lega Nord alla famiglia e, in maniera particolare, alla signora Paola che è qui presente e che assiste a questa seduta.
Piero Melograni, innanzitutto, è stato uno storico di fama che ha dedicato molto della sua vita allo studio della storia dei totalitarismi e allo studio della politica e lo ha fatto con una costanza e una dedizione davvero encomiabili. Ci sarà, spero, l'occasione, e mi rivolgo a lei, signor Presidente, che la Camera possa organizzare un convegno di studi sulla copiosa opera e sul pensiero del professore, scrittore e saggista, su ciò che ha lasciato in termini di produzione bibliografica e di idee per la politica. Tuttavia, oggi siamo qui a commemorarlo soprattutto come deputato, come nostro collega che ha reso lustro a quest'Aula durante la XIII legislatura. Si potrebbe dire che sia stato un tecnico, in quanto professore prestato alla politica, come si usa dire.
Ma ritengo che questa definizione ne sminuirebbe la figura, perché Melograni era uno studioso che ha messo le sue conoscenze a disposizione e al servizio della politica, non certo in antitesi ad essa e mai lo avrebbe fatto. Cari colleghi, l'esperienza parlamentare di Piero Melograni ci deve spingere ad una riflessione comune. Melograni aveva capito che il sistema politico del nostro Paese stava cambiando, anche se forse non stavano cambiando le regole che ne sono state alla base.
Mi riferisco alla difficoltà che spesso incontra un singolo parlamentare, così come l'intero Parlamento, ad incidere sulle decisioni politiche collettive, forse perché i regolamenti e procedure inadeguate spesso ne frenano l'iniziativa. Ebbene, sono certo che Melograni fece queste considerazioni e preferì non ricandidarsi per ritornare a tempo pieno all'arena politica che prediligeva, ossia la ricerca storica.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, Piero Melograni era un uomo libero, che difendeva con orgoglio e tenacia le sue idee e le sue convinzioni, non importava che fossero maggioritarie o minoritarie. Ebbene, queste sue idee resteranno vive per sempre nelle nostre menti come la sua presenza resterà viva nel nostro ricordo (Applausi).

GIANCARLO LEHNER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, sono particolarmente emozionato perché Piero è stato indirettamente il mio maestro quando ero un giovane assistente all'università e mi accingevo a scrivere il mio secondo saggio, il cui tema era quello della Grande Guerra per l'appunto. Fu illuminante il suo volume sulla Prima guerra mondiale, illuminante perché a me marxista aprì un orizzonte diverso, mi fece comprendere l'importanza delle sovrastrutture degli avvenimenti storici e politici.
Mi avvicinò anche alla comprensione di quanto il mito, l'emozione, il pathos possano essere elementi fondanti della politica e degli eventi storici. Infatti, Melograni mi insegnò anche un'altra cosa, ossia che non si doveva parlare tanto di fascismo quanto di mussolinismo perché il cuore Pag. 19stesso del fascismo era per l'appunto il mito trainante di Mussolini. Mi avvicinò anche a quel grandissimo autore francese, Le Bon, il quale spiegò il rapporto tra leader e folla, e credo che tuttora sia valido perché, in un periodo storico in cui prevale tuttora il «liderismo», ci sono primarie in cui si deve scegliere il leader; ebbene quel rapporto con la folla si gioca ancora non tanto sulla ragione quanto sull'entusiasmo, sui sentimenti, sulle speranze, sulla parte pre-razionale e irrazionale dell'uomo.
Grazie a Piero ho compreso che, scrivendo di storia, non bisognava guardare soltanto agli elementi strutturali, ma porre grande attenzione alla sovrastruttura. Un'altra cosa mi ha insegnato Piero, grandissima questa cosa secondo me, e cioè che la più grande e progressiva rivoluzione fu quella industriale, mentre fascismo e comunismo furono una risposta reazionaria a quella rivoluzione, reazionaria perché, attenzione, erano contrarie e cercavano di azzerare quel quantum di civiltà e di libertà che dalla rivoluzione industriale era scaturito.
Piero, però, con la sua ragione critica scrisse cose interessanti anche su questo: «Sono per la società aperta. Sono per il mercato, ma, attenzione, però che le regole introdotte dalla rivoluzione industriale e i parametri scaturiti da essa poi hanno creato anche angoscia sociale, disagio e problemi anche di confusione e di infelicità».
Allora, Piero mi disse una volta: «L'unica ricetta nella società aperta, che è l'unica possibile, è quella di passare dalla cultura dei diritti tout court alla cultura anche dell'etica, della responsabilità, alla cultura dei doveri. Su Piero non posso aggiungere altro, se non che gran parte di quanto so e applico scrivendo saggi storici proviene da lui. Grazie Piero (Applausi).

FERDINANDO ADORNATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERDINANDO ADORNATO. Signor Presidente, il sorriso e la verità: queste sono le due immagini che vengono in mente ricordando Piero Melograni. Il sorriso - che meglio di tutti conosce Paola, che l'ha seguito con amore e dedizione fino alla fine, e alla quale rivolgiamo ancora il senso della nostra vicinanza - era un tratto caratteristico del suo essere sociale e un tratto anche importante sul quale anche riflettere in un Paese nel quale le classi dirigenti spesso soffrono di presunzione, amano sentirsi assolute, non relative e reagiscono spesso con indispondenza al rapporto con gli altri, mentre Piero diceva: «Questo sorriso è di tutti, questo sorriso è il tratto dalla mia umanità». Questo sorriso - voglio aggiungere io, anche se lui non l'avrebbe mai detto - è il tratto della mia cristianità, del sapersi relativo che unisce un liberale e un cristiano come filosofia di fondo della propria vita.
Poi, la verità, la verità che Piero ha cercato per tutta la vita, la verità politica, dalla quale però è rimasto deluso due volte: la prima quando ha dovuto lasciare il Partito Comunista, che non corrispondeva più a quel partito della libertà che da ragazzo aveva sognato, e la seconda quando ha dovuto lasciare Forza Italia, dopo aver creduto alla costruzione di un partito liberale di massa, di un sogno che nella storia italiana non si era mai verificato. Piero in quell'esperienza di intellettuale, che ha saputo sfidare il conformismo dalla sinistra alla destra, leggeva anche la soluzione di grandi nodi della storia d'Italia: se poteva nascere un partito liberale di massa in un paese dove il liberalismo era stato in fondo male interpretato e, quindi, ridotto a minorità politica. Poi, la verità della storia, che Piero cercava al di là dello storicismo, oltre lo storicismo della nostra tradizione. Non amava la microstoria come filosofia, ma le sue lezioni partivano proprio da molti episodi di microstoria dai quali Piero ricavava la cornice e il quadro dell'insieme del nostro Paese. È una verità che inseguiva sempre nella sua ricostruzione storiografica, anche di grande divulgatore e di grande comunicatore, inseguiva sempre una stella polare: l'etica della responsabilità, Pag. 20che Piero attribuiva criticamente come latitanza alle classi dirigenti italiane, ma pretendeva anche dal popolo. Piero si chiedeva perché nel consenso di massa che i partiti cercavano e le classi dirigenti cercavano nella storia d'Italia l'etica della responsabilità poche volte avesse fatto capolino appunto come stella polare delle nostre ricerche di comunità nazionale. E se il 26 aprile 1945 ci siamo svegliati tutti antifascisti - quasi negando che ci possa essere stato un consenso, come De Felice invece ha mostrato, al regime di Mussolini - e se, alla fine della prima Repubblica, ci siamo svegliati tutti antidemocristiani e antisocialisti - come se nessuno avesse votato per la DC o per il PSI - e se oggi cresce un'antipolitica che fa finta di non aver costruito un sistema, quello della seconda Repubblica, che ha avuto un consenso che poi è crollato, ebbene se il popolo italiano e i partiti, che dovrebbero rappresentarlo, non rispondono, diceva Piero, a queste domande, se ciascuno gioca alla scaricabarile e non fa i conti con il consenso, così come culturalmente e politicamente si è costruito, se ciascuno nega le proprie responsabilità e non sa dire la verità al popolo, non sa dire al popolo la verità sulla storia, diceva Piero, questo è un Paese che non potrà riprendersi.
Noi, dicendogli addio in quest'Aula, vogliamo testimoniare, con questo stesso orientamento, la nostra vicinanza a lui. Se non si sa dire la verità al popolo la storia italiana non troverà mai un riscatto. Questa è la svolta che Piero chiedeva al discorso pubblico, questa è la svolta che Piero chiedeva alle classi dirigenti. Noi ci impegneremo perché lui, da lassù, ci rivolga ancora un sorriso (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Veltroni. Ne ha facoltà.

WALTER VELTRONI. Signor Presidente, non è un caso che negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto la vicenda politica, parlamentare e umana di Piero Melograni sia stata letta come un tratto importante della storia politica di questo Paese. Al di là della sua gentilezza, del suo tratto umano che, però, di questi tempi non appaiono, ai miei occhi, un elemento indifferente nel giudizio e nella valutazione del segno che un essere umano lascia in una comunità, al di là del significato e del peso che la famiglia Melograni tutta ha avuto nella storia del Novecento italiano, vorrei ritornare qui alla definizione che ha unito gli interventi dei colleghi e, cioè, la definizione di Piero Melograni come di un liberale. È una parola, questa, che corrisponde ad un pensiero politico tanto auto-acquisito da definizioni collettive di partiti e di singoli e tanto poco praticato nell'esperienza concreta della storia politica italiana.
Le idee liberali, le idee riformiste, sono state, purtroppo, minoranza nella storia della seconda parte del Novecento italiano e non sono riuscite ad affermarsi tanto quanto avrebbero potuto e dovuto. In fondo, la storia di Piero, cominciata con la più grande battaglia liberale, che è stata la liberazione dal fascismo di questo Paese, e con la militanza in un partito comunista nel quale lui aveva investito molte speranze e conclusa con una solitudine, successiva alla delusione dell'esperienza in un altro partito al quale aveva attribuito grande fiducia, come il partito di Forza Italia, raccontano di un tragitto fatto seguendo una stella polare. La stella polare, per Piero Melograni, è stata la cultura liberale, intesa come cultura delle regole, intesa come rispetto della libertà, intesa come dovere della promozione delle opportunità sociali. È per questo e su questo che, in fondo, maturò la sua rottura con il Partito comunista italiano. E quando Piero Melograni ruppe, nel 1956, aveva ragione lui e avevano ragione le altre 100 persone che firmarono il documento nel quale si prendeva le distanze, criticamente, dall'invasione, sanguinosa, che le truppe sovietiche avevano realizzato in Ungheria.
Dunque, la cosa che in quest'Aula ha un senso ricordare, non solo per rispetto alla sua storia, ma per ciò che la sua storia politica e intellettuale consegna a tutti noi, è questa fiammella, l'idea che la cultura liberale dovesse essere difesa e sostenuta Pag. 21anche quando tutto militava, nell'emotività e nell'ideologia che hanno dominato la storia passata e, purtroppo, anche recente e, in qualche misura, presente del nostro Paese, la vicenda politica nazionale.
Piero, poi, era un uomo curioso intellettualmente. Lei, signor Presidente, ha ricordato la sua passione per la musica. Ma, la sua passione per la storia era passione e coscienza del valore della memoria e dell'idea che non si costruisce un Paese se non si ha memoria della storia che si è vissuta e la storia del Novecento è una storia che bisogna costantemente tenere davanti ai nostri occhi, perché ci ammonisce dei rischi che populismo e ideologia possono determinare in una comunità nazionale.
In fondo, la solitudine politica nella quale si è conclusa la vita di Piero Melograni è anche la testimonianza di una grande coerenza.
Capita ai liberali, è capitato a Piero ed è capitato a tanti altri di non sentirsi sufficientemente a casa propria quando le idee ed i valori che si ritiene di rappresentare non vengono non nelle definizioni, ma nella pratica collettivamente acquisiti.
Penso che il significato ed il valore per questo Parlamento, per la politica e per la cultura italiana dell'opera di Piero Melograni possa essere oggi riconosciuto con questa intensità, l'intensità di una testimonianza attiva e della difesa di una cultura, la cultura liberale, che è qualcosa alla quale il nostro Paese deve continuare a guardare come molto feconda e carica di significati e di possibilità per il futuro (Applausi).

PRESIDENTE. Si è così conclusa la commemorazione dell'onorevole Piero Melograni.

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo 42 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 42 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 42.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

PRESIDENZA DL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 11,45)

Onorevoli Follegot, Fabi, Cesario, Concia, Cuomo, Frassinetti, Palumbo, Oliverio, Costa, Laboccetta, Giachetti, Crosetto, Zazzera, Barbato, Compagnon, Bossi, Laura Molteni...
Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 416
Votanti 412
Astenuti 4
Maggioranza 207
Hanno votato
412).

Prendo atto che il deputato Vanalli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 43 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 43 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Cavallaro 43.3 e Lussana 43.707 e 43.708.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 43.900, Pag. 22mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Beltrandi 43.700.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo vorrebbe svolgere qualche considerazione.

PRESIDENTE. Diciamo che il Governo ci dà un parere motivato. Sta bene. Prego, sottosegretario.

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, l'articolo 43, nel testo originario, dico subito che non ci persuade per nulla, l'ho già detto in Commissione, per la semplice ragione che tocca un tema, quello dei corsi di formazione legati al tirocinio (Commenti)...

PRESIDENTE. Colleghi, scusate, ma il Governo ha il diritto di intervenire quando lo richiede (Commenti)... sottosegretario... scusate un attimo...

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Non capisco...

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, i colleghi hanno qualche problema sulle mani in tasca.

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Francamente non capisco... ah, non vogliono che io abbia le mani in tasca? Invece quando state con le spalle rivolte verso il Governo, va bene (Commenti)?

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, la prego di non... (Commenti)... la prego di svolgere le sue considerazioni (Commenti). Colleghi, per cortesia, per cortesia! Ci penso io, va bene? Ci penso io! Signor sottosegretario, la prego di non avere atteggiamenti provocatori nei confronti dell'Aula, svolga le sue considerazioni (Applausi)!

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, non è mia intenzione... (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, adesso il sottosegretario svolgerà le sue considerazioni, non ha le mani in tasca e voi siete pregati di stare in silenzio!

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, per tornare (Commenti)...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo è stato zitto praticamente per tutta...

PRESIDENTE. Sì, però adesso deve parlare e basta, parli (Applausi)!

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia.... e adesso vorrebbe parlare.

PRESIDENTE. Sì, parli però, anziché continuare a provocare, è pregato di svolgere le sue considerazioni e l'Assemblea la ascolterà (Applausi)! Signor sottosegretario, se lei non comincia a parlare, io sarò costretta a toglierle la parola.

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, va bene.

PRESIDENTE. Non può pretendere, dopo il suo atteggiamento, il silenzio. Lei cominci a parlare, per cortesia (Commenti).

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, va bene, stavo dicendo - mi sono poi interrotto, chiedo scusa - che il Governo non apprezza il testo di cui all'articolo 43, il testo base, per la semplice ragione che si detta una disciplina dei corsi di formazione legati al tirocinio Pag. 23senza, per così dire, prospettare una riforma organica di tutta la materia che ricomprenda l'accesso alla professione forense, il tirocinio, la formazione ed i rapporti con l'università. Non è materia che si può disciplinare in modo estemporaneo.
La vicenda di poco fa relativa all'emendamento Cavallaro, che è stato bloccato dalla Commissione bilancio, da questo punto di vista la dice, lunga perché la Commissione bilancio ha considerato priva di copertura la possibilità di una convenzione tra ordini forensi, Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Ministero della giustizia, e università, e siccome senza un minimo di risorse è difficile prospettare l'effettuazione di un tirocinio di sei mesi durante il corso universitario - era quello l'oggetto - praticamente noi non siamo riusciti a mettere un tassello che pure poteva essere significativo.
Questo dimostra che tutta la materia va sottoposta ad una revisione organica. L'articolo 43, per come è formulato, crea problemi di disarmonia nel sistema, perché crea un binario che è in qualche modo concorrenziale rispetto alle attuali scuole per la professione legale. Non è che la concorrenza di per sé sia negativa, però ci vuole un quadro di riferimento comune. Devo però prendere atto che l'emendamento dell'onorevole Cavallaro rappresenta un passo avanti nella formulazione della norma, quanto meno perché prevede che i corsi di formazione esterni alle scuole siano regolati tramite una disciplina regolamentare emanata dal Ministero della giustizia, sentito il Consiglio nazionale forense. Quindi, da questo punto di vista, preferisco rimettermi all'Assemblea, però manifesto tutto il disagio del Governo per quanto riguarda - mi sia consentito - l'estemporaneità di questo spot normativo rispetto ad un'esigenza fortemente avvertita di una riforma organica di tutta la materia dell'accesso e della formazione (Applausi di deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Colleghi, adesso darei la parola al relatore che me l'ha chiesta, dopodiché non riaprirei la discussione, perché considererei l'intervento del sottosegretario come intervento motivante i suoi pareri, e vi pregherei di accogliere la mia proposta che è la seguente: darò la parola a chi la richieda sui singoli emendamenti, onde evitare di riaprire una discussione. Prego relatore, ha facoltà di parlare.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, intervengo molto semplicemente e brevemente per segnalare - cosa che certamente non sarà sfuggita al sottosegretario - che la Commissione, proprio nello spirito segnalato dal sottosegretario nel suo intervento, con il suo emendamento 43.900 prevede che il Ministro della giustizia, sentito il Consiglio nazionale forense, disciplini con regolamento la materia. Quindi, a me sembra che le preoccupazioni che manifestava il sottosegretario in buona parte possano essere assorbite e risolte da questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Cavallaro 43.3.
Do la parola all'onorevole Cavallaro e poi all'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, per la medesima ragione ritiriamo questo emendamento, poiché il Governo ha già il potere di disciplinare questa materia.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Siliquini, non posso darle la parola se i presentatori ritirano l'emendamento. Le darò la parola su un successivo emendamento.
Passiamo all'emendamento Lussana 43.707.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

Pag. 24

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, noi ritiriamo l'emendamento Lussana 43.708, però manteniamo l'emendamento Lussana 43.707. Volevo esprimere alcune considerazioni, perché noi invece la pensiamo in maniera completamente diversa rispetto al Governo in merito all'articolo 43. Pensiamo che sia importante offrire ai giovani che si avvicinano al mondo della professione, proprio per una migliore preparazione e un migliore approccio a quello che poi dovrà essere il loro ruolo futuro, la possibilità di svolgere forme alternative a quelle del classico tirocinio. Quindi, data l'importanza di questi corsi di formazione nel nostro emendamento - c'è poi anche l'emendamento correttivo della Commissione - cerchiamo di regolarli in maniera più appropriata e idonea, non rimettendoli quindi solamente agli ordini, ma prevedendo anche che vi sia il controllo da parte del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Nell'emendamento della Commissione si parla unicamente di Ministero della giustizia e quindi di un regolamento, che però secondo me dovrebbe coinvolgere anche il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Quindi noi manteniamo questo emendamento, mentre - ripeto - ritiriamo l'emendamento Lussana 43.708.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, vorrei dire che l'osservazione fatta dal sottosegretario non è sbagliata. Quindi, non è che sto dicendo qualcosa contro questa impostazione, anzi, mi permetto di far osservare alla Commissione, al relatore e ai colleghi Cavallaro e Mantini, se mi ascoltano solo un attimo, un concetto che coincide con quello che ha detto ora il sottosegretario.
Il fatto è tecnico, non si tratta di una polemica, anzi. Nel momento in cui diamo la delega a riformare tutto l'accesso alle professioni, poiché quest'ultimo è sempre stato di competenza del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca - so cosa dico, perché ho esercitato per cinque anni la delega in materia di accesso alle professioni - non ha senso darla al Ministero della giustizia, è sbagliato. Scusate, mi permetto di osservarlo, poi decidete voi.
La delega va data al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e al Ministero della giustizia. Se volete, si può prevedere di sentire il Ministero della giustizia, ma non ha senso dare oggi al Ministero della giustizia una delega che è già per legge di competenza del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
In tal senso vi sono tutte le leggi che sono state fatte in materia di accesso alle professioni. Un conto è l'accesso alla professione, un conto è il suo svolgimento. Lo svolgimento della professione è di competenza del Ministero della giustizia e così via, l'accesso alla professione, il passaggio dall'università all'esame di Stato, è di competenza del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Quindi, ha ragione il sottosegretario e chiedo alla Commissione e al relatore di perfezionare meglio questo articolo, per non fare un fuor d'opera, per non fare un pasticcio. Questo chiedo cortesemente. Ha ragione il sottosegretario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, io credo che vada fatta un po' di chiarezza in relazione all'argomento che stiamo affrontando. Il sottosegretario è intervenuto ritenendo che questo dispositivo che ci accingiamo a votare possa rendere più confuso il quadro relativo alla formazione per l'accesso alla professione di avvocato, e lo ha fatto citando le disposizioni normative vigenti relative alla scuola di specializzazione per le professioni legali.
Siccome il nostro ordinamento, dice in sostanza il rappresentante del Governo, prevede già le scuole di specializzazione Pag. 25per le professioni legali, questa formazione va ad aggiungersi e non si trova coordinata con quelle disposizioni. In verità, signor sottosegretario, io credo che l'articolo 43 abbia un'altra finalità, e cioè quella, come si ricava dalla lettura, di fare in modo che questi tirocini avvengano attraverso corsi di formazione di indirizzo professionale tenuti da ordini ed associazioni forensi, nonché dagli altri soggetti previsti dalla legge.
Perché non c'entra il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca? Perché la lettera a) del comma 2, in seguito, tra l'altro, anche all'emendamento della Commissione che demanderà al Ministro della giustizia il potere di disciplinare, con regolamento, le modalità dei corsi, dispone, in relazione ai corsi di formazione, che vengano svolti da parte degli ordini e delle associazioni forensi giudicate idonee, in maniera da garantire la libertà ed il pluralismo dell'offerta formativa e della relativa scelta individuale.
Concludendo, signor Presidente, questa disposizione aumenta la libertà di formazione, dà alle associazioni che, in base al regolamento varato dal Ministro, vengano ritenute idonee la possibilità di avviare i tirocini professionalizzanti e nulla esclude, in base al primo comma, che le scuole di specializzazione possano concorrere a questa attività.
La differenza, signor rappresentante del Governo, è che, mentre il tirocinio professionalizzante di cui stiamo parlando si rivolge esclusivamente alla formazione dei tirocinanti che vogliono intraprendere la professione dell'avvocato, nella scuola di specializzazione, come lei ben sa, si svolge una formazione che riguarda magistrati, professioni legali e, in particolare, anche i notai.
Quindi la distinzione è la specializzazione che rappresenta, se mi permette, anche uno dei motivi di fondo per cui stiamo riformando l'avvocatura. Avvocati e tirocinanti maggiormente specializzati sono garanzie come contributo della giustizia e per i cittadini. Siamo convinti che non stiamo sbagliando e andremo avanti in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI. Signor Presidente, credo invece che il sottosegretario - che ringrazio per il suo intervento - abbia manifestato delle giuste e corrette preoccupazioni, anche perché, come qualcuno ha detto prima di me, qui si va un po' a svilire il ruolo dell'università e delle sue competenze nel caso, appunto, venisse in qualche modo eliminato questo importante ruolo del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Questa è la cosa che più mi preoccupa, ossia ritenere oggi l'università incapace di sostenere questo tipo di attività. Questa è una cosa che si legge un po' lungo tutto il percorso di questa norma. Credo che invece - ed è il motivo per cui poi voteremo a favore dell'emendamento presentato dalla Commissione - sia giusto ripristinare e chiarire i ruoli e le competenze in questo Paese, in questo Stato.
Voteremo contro l'emendamento Lussana 43.707 e a favore dell'emendamento presentato dalla Commissione. Riteniamo le parole del sottosegretario comprensibili, sintomo di un'attenzione che deve essere manifestata da tutto il Parlamento su una norma che stiamo per votare e che lascia perplesse molte categorie del lavoro le quali, peraltro, vengono penalizzate da questa normativa dell'ordinamento della professione forense, da questa nuova riforma dell'avvocatura. Lascia perplessi anche sulle modalità di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e sulle opportunità che essi possono avere anche attraverso la laurea in giurisprudenza. Lascia sospesi tanti percorsi.
In questo senso, faccio perlomeno miei i dubbi manifestati dal Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 43.707, non accettato dalla Pag. 26Commissione e su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti... colleghi, vi invito a prendere posto e vi prego di non allontanarvi dall'Aula perché dobbiamo ancora svolgere molte votazioni... onorevoli Fogliardi, Verducci, Ferranti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 422
Votanti 419
Astenuti 3
Maggioranza 210
Hanno votato
53
Hanno votato
no 366).

Ricordo che l'emendamento Lussana 43.708 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento 43.900 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 43.900 della Commissione, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Buonanno, Morassut, Verducci, Presidente Casini, segretario La Morte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 425
Votanti 374
Astenuti 51
Maggioranza 188
Hanno votato
364
Hanno votato
no 10).

Passiamo all'emendamento Beltrandi 43.700.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento formulato dal relatore.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che con l'emendamento in oggetto cerchiamo di ridurre il danno, nel senso che 160 ore di corso di formazione appaiono davvero troppe, riduciamole almeno a 120.
È una misura solo di riduzione del danno rispetto a tutto un articolo, che francamente è stato certo molto migliorato con l'emendamento testé approvato della Commissione, ma che certamente presenta delle criticità. E io sono d'accordo anche con quello che diceva il sottosegretario prima.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 43.700, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bellanova, Verducci, Razzi, Scilipoti, Laganà Fortugno... ancora l'onorevole Razzi... l'onorevole Laganà Fortugno non riesce a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 430
Votanti 427
Astenuti 3
Maggioranza 214
Hanno votato
193
Hanno votato
no 234).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 43, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Zeller, Scilipoti, Verducci, Giulietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 27
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 430
Votanti 425
Astenuti 5
Maggioranza 213
Hanno votato
412
Hanno votato
no 13).

(Esame dell'articolo 44 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 44 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale - perché ovviamente il gruppo seguirà l'indicazione del nostro rappresentante in Comitato dei nove - per dire che voterò contro tutto l'articolo e tutte le questioni che riguardano l'esame di Stato.
Infatti trovo che la liberalizzazione degli ordini, che è quella che davvero l'Europa ci chiede da tempo, avrebbe dovuto avere come primo passaggio proprio l'eliminazione degli esami di Stato che, come noto, fanno sì che, chi può permetterselo, si sposti in altri Paesi dell'Unione europea, dove l'esame non c'è, e poi torni a fare l'avvocato normalmente. Non c'è il coraggio di intervenire davvero per una liberalizzazione anche del settore delle professioni cosiddette liberali e, quindi, io preannunzio il mio voto contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 44.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Che succede? Onorevole Borghesi? Niente...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 427
Votanti 422
Astenuti 5
Maggioranza 212
Hanno votato
413
Hanno votato
no 9).

(Esame dell'articolo 45 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 45 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Beltrandi 45.3
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Cavallaro 45.250, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: sostituire alla quarta riga le parole «dieci anni» con le parole «cinque anni».

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Beltrandi 45.3.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 45.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 28

Onorevoli Scilipoti, Santori, Dal Moro, Verducci, D'Anna, Moroni, Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 424
Votanti 419
Astenuti 5
Maggioranza 210
Hanno votato
47
Hanno votato
no 372).

Passiamo all'emendamento Cavallaro 45.250. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'emendamento Cavallaro 45.250 proposta dal relatore.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'articolo 45. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 45.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Saltamartini, onorevole Leo, onorevole Meloni, onorevole Paladini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 427
Votanti 404
Astenuti 23
Maggioranza 203
Hanno votato
394
Hanno votato
no 10).

Prendo atto che il deputato Pizzetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 46 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 46 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A). Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Beltrandi 46.3, 46.4, e 46.5.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Beltrandi 46.3. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Beltrandi 46.3 formulato dal relatore.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, il sistema con cui oggi si tengono gli esami di Stato è veramente incredibile, perché si dà l'esame oggi, poi ci vuole un anno per correggere gli scritti e nel frattempo poi c'è l'orale. È veramente incredibile, quindi ritengo che almeno prevedere due sessioni di esame l'anno, sia il minimo proprio indispensabile, altrimenti si costringono i giovani a spese, a spostamenti inutili, a dare scritti in più, perché ancora non si sa il risultato dello scritto dell'anno precedente. Insomma una follia completa, che fa parte di tutti quegli ostacoli all'accesso alla professione, che veramente sono il segno di questa controriforma dell'ordine forense.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, solo per dire che la mia precedente dichiarazione in realtà valeva a partire da questo articolo ora in discussione, articolo Pag. 2946, e fino all'articolo 50, poiché il nuovo testo prevede che da questo articolo si parli dell'esame di Stato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI. Signor Presidente, intervengo solo per sottolineare che condivido le precisazioni fatte dal collega Beltrandi. È incredibile che in un Paese che voglia modernizzarsi, si tenga una sola sessione all'anno degli esami di Stato. Il mondo corre oggi velocemente e noi continuiamo a mantenere dei sistemi arcaici che potevano andare bene cinquanta anni fa. È veramente incomprensibile che si mantenga un sistema per gli esami di Stato fatto in siffatta maniera.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, bisogna avere il coraggio di sostenere quello che ha detto il collega Raisi. Attendere un anno per la correzione dei compiti è qualcosa che va contro quella celerità e quella speditezza che dovrebbe caratterizzare non solo il processo, ma il mondo della giustizia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, mi pare che questo emendamento sia anche un emendamento di buon senso, oltre che di coraggio, perché con le lungaggini che ci sono a tutti livelli trasversalmente, cercare di ridurre dei tempi, anche in previsione della futura professione di un giovane, credo sia soltanto buonsenso e coraggio. Per cui, per quanto mi riguarda, intendo apporre la mia firma a questo emendamento e spero che il mio gruppo possa anche votarlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 46.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Colleghi, ho detto prima che c'è il parere contrario sia della Commissione di merito, sia del Governo e della V Commissione. Lo ribadisco, vedendo l'orientamento del voto, perché questo comporta comunque, come voi sapete, essendo vicino (Commenti)... No, io ve lo dico perché non ho nessun orientamento; nel merito sono d'accordo, ma ve lo devo segnalare perché in sessione di bilancio non si possono approvare provvedimenti onerosi. L'approvazione di questo emendamento rischia di bloccare l'iter del provvedimento.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi polemici dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Popolo e Territorio - Vedi votazioni).

(Presenti 430
Votanti 422
Astenuti 8
Maggioranza 212
Hanno votato
294
Hanno votato
no 128).

Prendo atto che la deputata De Girolamo ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Beltrandi 46.4 formulato dal relatore.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, anche qui il fatto che, indipendentemente dal numero degli abitanti, ci sia una sola sede di esame per circondario, è veramente troppo poco. In altre parole, come sempre, queste misure e questi ostacoli burocratici all'accesso, le spese dei Pag. 30giovani, sono qualcosa di veramente vergognoso e indegno di un Paese civile. Lo dico senza mezzi termini.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 46.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 431
Votanti 409
Astenuti 22
Maggioranza 205
Hanno votato
38
Hanno votato
no 371).

Colleghi, un attimo di attenzione perché temo che l'approvazione dell'emendamento precedente, Beltrandi 46.3 comporti l'interruzione dell'esame del provvedimento (Commenti).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei fare in modo di evitare che noi prendiamo decisioni affrettate, nel senso che vorrei fare presente ai colleghi e alla Presidenza che, comunque, questo provvedimento è garantito da una clausola di invarianza finale. Quindi, se gli emendamenti non sono dichiarati inammissibili, è del tutto evidente che essi vengano posti in votazione, anche in sessione di bilancio. Certo, su di essi grava una valutazione e una condizione della Commissione bilancio, ma sappiamo che questa condizione talvolta non viene osservata dal voto dell'Aula e, quindi, potrebbero conseguirne degli aggravi dal punto di vista della finanza pubblica. Tuttavia, poiché c'è la clausola di invarianza che garantisce tutto il provvedimento, di conseguenza, ad esempio nel merito, sarà compito di coloro che ne avranno la responsabilità, dal punto di vista del Ministero o dal punto di vista dell'autonomia universitaria, fare in modo che le risorse disponibili per un esame annuale siano le medesime per due esami nel corso di un anno. Quindi, da questo punto di vista, se va garantita la clausola di invarianza, saranno i soggetti che la devono garantire responsabili, non già il fatto probabilmente che noi dobbiamo soprassedere alla valutazione del provvedimento.
Per evitare, quindi, che noi prendiamo delle decisioni affrettate, vorrei, se fosse possibile, proseguire. Se il Presidente pensa che sia opportuno accantonare eventualmente il voto dell'articolo e degli altri emendamenti non ho nulla in contrario, però è bene proseguire nell'esame del provvedimento, eventualmente accantonando l'articolo, non bloccando i lavori dell'Aula.

PRESIDENTE. A me sembra un suggerimento saggio. Verifichiamo se è possibile perseguire questa strada.

MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signora Presidente, per quanto riguarda il gruppo del Popolo della Libertà, noi avevamo preso una posizione precisa, che si rispecchiava nel parere, che lei ha ricordato correttamente, della Commissione e del Governo. Abbiamo tenuto fede a quel parere proprio perché l'accorciamento dei tempi, al di là delle difficoltà organizzative, avrebbe comportato gli effetti che sono emersi. Ora, noi non abbiamo nessuna intenzione di sospendere il provvedimento. Noi voteremo contro questo articolo, perché è l'unico modo che abbiamo per evitare che questo provvedimento si insabbi, dopo che con il lavoro dell'intera Commissione l'abbiamo Pag. 31portato in Aula per mandarlo al Senato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Ci penserà il Senato. Cercheremo di fare le corse, ma non intendiamo, come Popolo della Libertà, tornare indietro, perché noi gli impegni politici li rispettiamo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

MARIO CAVALLARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARIO CAVALLARO. Signora Presidente, vorrei chiarire in maniera inequivoca che il nostro affondo a favore dell'emendamento presentato da Beltrandi non ha e non può avere alcun effetto di bloccare il provvedimento, se non altro perché la celebrazione di più rapide sessioni di esame, fra l'altro, evita l'assurdità che è nota a tutti noi in quest'Aula, cioè di gente che fa perfino due volte lo stesso esame, senza conoscere l'esito dell'esame già affrontato; infatti anche di questo ci dobbiamo fare carico, anche di gente che va per due anni consecutivi a fare l'esame senza sapere ancora come è stato fatto il precedente. Io credo tra l'altro che, diminuendo la platea dei partecipanti al concorso, ci saranno delle riduzioni di spesa e quindi, fra l'altro, si possono benissimo contenere le spese all'interno della previsione generale che, come giustamente ha detto Quartiani, è coperta dalla clausola di invarianza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi ritengo che adesso si possa accantonare la votazione dell'articolo 46. Tuttavia aggiungo anche io che, se servisse a dimostrare che noi, e per primi noi, siamo persone serie, voteremmo anche contro l'articolo 46, se sarà meglio chiarito che si provvede con la clausola di invarianza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, io darei la parola al relatore. Chiedo scusa agli altri deputati che mi hanno chiesto di intervenire, ma darei la parola al relatore perché mi pare che ci sia una possibilità di terminare l'esame dell'articolo 46 e di prendere, solo dopo la votazione sull'articolo 46, la decisione che dobbiamo comunque prendere. Infatti, se venisse respinto l'articolo, è chiaro che potremmo andare avanti; se fosse approvato dovremmo comunque aspettare che si riunisca la V Commissione (Bilancio) e che ci sia la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo per decidere come procedere.
Do la parola al relatore. Prego, onorevole Cassinelli.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signora Presidente, le risparmio le mie considerazioni personali su questo emendamento, nel senso che concordo anch'io sul fatto che ci sono dei problemi nei tempi della correzione dei compiti e degli elaborati, ma questo è un problema diverso dalla periodicità. Io credo che l'unica soluzione sia quella da lei prospettata, quella cioè di mettere in votazione subito l'articolo 46; nel caso in cui l'Assemblea, come ovviamente personalmente auspico, dovesse respingere l'articolo 46, io credo che non ci dovrebbero essere problemi nella prosecuzione dell'esame del provvedimento.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo perché forse non sono state comprese le parole dell'onorevole Quartiani, che pure mi sembravano chiare e vorrei rivolgermi, se fosse possibile, pacatamente a tutti i colleghi. Innanzitutto io credo che la preoccupazione che tutti abbiamo - ed è legittima - è di fare in modo che un voto non pregiudichi l'esito di questa legge e su questo siamo d'accordo. Dovremmo anche riflettere sul fatto - almeno noi, il gruppo del Partito Democratico - che la proposta fatta dall'onorevole Pag. 32Beltrandi è una proposta seria, che ha una sua ragione (un attimo, arrivo alla fine, onorevole Contento). Allora il collega Quartiani ha chiesto: poiché forse può capitare anche che la V Commissione (Bilancio) si pronunci, che a noi possa capitare di immaginare che un emendamento comporta spese e poi magari possiamo anche verificare che non comporta spese. Allora io le dico molto francamente, signor Presidente, che la proposta dell'onorevole Quartiani non era quella di dire: votiamo l'articolo 46 e se non viene respinto poi lo accantoniamo, no.
Poiché noi siamo convinti che quel voto sia un voto che non compromette il provvedimento, l'unica verifica che possiamo fare per capire se quel voto comprometta il provvedimento o meno, è che gli uffici, la V Commissione (Bilancio) rivedano questa materia e ci diamo un parere - tra virgolette - pro veritate. Una volta che, effettivamente, ciò fosse dimostrato non da quello che dico io, da quello che dice l'onorevole Contento o da quello che dice ciascuno di noi, ma da una verifica seria fatta, è chiaro che la posizione del gruppo potrebbe sicuramente essere in linea con quanto diceva l'onorevole Cavallaro e, dunque, respingere l'articolo. Tuttavia, prima di respingere l'articolo, poiché riteniamo che quella che è stata approvata sia una cosa seria, vorremmo essere certi che effettivamente ciò non si possa fare e, dunque, che «comprometta». Infatti, se non compromette e si può fare, noi voteremo a favore dell'articolo 46 e invitiamo tutti a votare a favore dell'articolo 46.
Ergo, con riferimento a questo, le chiedo formalmente, signor Presidente, di dare priorità alla richiesta di accantonamento dell'onorevole Quartiani, come, inevitabilmente, deve essere fatto prima di mettere in votazione l'articolo 46, perché altrimenti non avrebbe alcun senso. Quindi, le chiederei, se non vi fosse accordo - ma mi auguro che questa piccola spiegazione ci possa aiutare -, di mettere prima in votazione la richiesta di accantonamento e, poi, eventualmente, se fosse respinto l'accantonamento, di mettere in votazione l'articolo 46.

PRESIDENTE. Colleghi, prima di dare la parola a chi me l'ha chiesta, per un minuto ciascuno, vorrei profilare le possibilità che abbiamo di fronte. Io credo che la proposta di accantonamento che è stata formulata dall'onorevole Quartiani, e testé ripresa dall'onorevole Giachetti, sia possibile solo nella misura in cui noi, procedendo nell'esame degli altri articoli, non si arrivi, comunque, alla conclusione del provvedimento. Infatti, in questo caso, la V Commissione (Bilancio) potrà dirci se vi sono oneri aggiuntivi e, a quel punto, rimettere all'Aula l'approvazione o il respingimento dell'articolo 46, nel caso appunto in cui vi fossero oneri; se, invece, non vi fossero oneri, non essendo il provvedimento terminato, noi potremmo approvare l'articolo 46 e procedere all'approvazione dell'intero provvedimento.
Adesso darò la parola per un minuto ciascuno a coloro che l'hanno chiesta. Vi pregherei di esprimervi su queste possibilità che abbiamo a disposizione, così evitiamo di votare.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, entro cinquanta secondi solo, vorrei spiegare che noi abbiamo il dovere di votare, perché c'è già il parere della V Commissione (Bilancio). C'è già. Noi non possiamo adesso interrompere i lavori per chiedere un parere che c'è già. Quindi, è giusto, secondo me, che si vada avanti e si voti.
Oltretutto, nel merito, due commissioni ogni sei mesi sono impraticabili in Italia: li facciamo solo andare agli esami per, poi, bocciarli a prescindere. Se questo vuole la sinistra, con questa demagogia, lo faccia, ma noi andiamo a votare, perché è una cosa giusta farli in un anno. Non è vero che vanno a fare l'esame l'anno dopo senza sapere i risultati. Basta informarsi. Telefonate agli ordini del...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Siliquini, il suo pensiero è chiaro.

Pag. 33

PIERLUIGI MANTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, credo che la sua proposta abbia buonsenso: se nel corso dei lavori e senza influire sui tempi, la V Commissione (Bilancio) è in grado di dare un approfondimento o anche una richiesta di riformulazione per evitare che vi siano oneri, credo che questa sia una strada che si possa seguire; diversamente, non vi è che quella di votare contro l'articolo 46. Infatti, noi siamo convinti che, al di là delle buone ragioni - cioè accelerare l'accesso agli esami -, il problema si possa risolvere anche in un altro modo, facendo le correzioni degli esami con modalità diverse; quindi, il problema si potrebbe risolvere.
Signor presidente, l'articolo 46 in sé contiene dei principi già contenuti nell'ordinamento, quindi, l'eventuale bocciatura con un voto contrario risolverebbe il problema immediato senza danno per il sistema. Quindi, ci rimettiamo alla decisione che, infine, lei vorrà assumere, però, con il limite che il provvedimento deve andare avanti e, se vi sono rilievi non superabili da parte della V Commissione (Bilancio), la strada principale è quella della bocciatura, per quanto ci riguarda, dell'attuale testo dell'articolo 46.

CAROLINA LUSSANA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, penso che in quest'Aula sia stato approvato un emendamento che, nel merito, pone una questione rilevante. Io non sono d'accordo con i colleghi sull'impossibilità di svolgere due esami nel corso dell'anno di abilitazione alla professione. Semmai forse - e questa è anche una critica forte che muovo al Governo, che però è stato assente, e mi dispiace per il sottosegretario ma non abbiamo mai visto il Ministro Severino presente in Aula - il Governo è stato assente in ordine a quello che doveva essere un altro punto qualificante della riforma: avere il coraggio di modificare in maniera seria l'accesso alla professione.
Allora è chiaro che, di fronte ad un emendamento di buon senso da parte del collega Beltrandi, l'Aula si sia espressa in un certo modo. Dunque, c'è questo parere della Commissione bilancio; non so se sia ostativo o meno, però chiaramente noi siamo favorevoli al fatto che il provvedimento, comunque, debba andare avanti. Ci sembra ragionevole la proposta di accantonamento, affinché la Commissione bilancio si possa riunire, e poi in base a questo decideremo l'iter successivo del provvedimento.
Però, non sminuiamo l'emendamento che è stato approvato, il quale, nel merito, invece, ha trovato un'ampia condivisione perché tocca un tema, purtroppo, solo marginalmente affrontato da quest'Aula, sia alla Camera che al Senato, ossia quello dell'accesso alla professione nel senso della riforma dell'esame di Stato. Qui, è vero, abbiamo avuto poco coraggio noi, ma soprattutto il grande «latitante» è stato il Governo.

ANGELA NAPOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, ribadisco in questa sede ciò che avevo cercato di dire, invitando anche i gruppi politici nelle fasi precedenti all'approvazione di questo emendamento. L'altro giorno avevo, infatti, invitato i gruppi politici a tenere conto del lavoro che ciascun rappresentante ha svolto in seno al Comitato dei nove. Io non so che cosa subentri poi nell'Aula se non interessi lobbistici, perché questo è quello che sta accadendo su questo provvedimento.
Pertanto, siccome siamo in una fase ravvicinata al disegno di legge di stabilità, non possiamo protrarre oltre: dobbiamo proseguire; ognuno si impegni anche ad attuare il proprio voto secondo Regolamento e cercando di non inficiare sul bilancio proprio in prossimità.

Pag. 34

PRESIDENTE. Onorevole Napoli, la invito a concludere.

ANGELA NAPOLI. Io ho l'impressione - ed è già il secondo caso che si sta verificando su questo provvedimento - che vi sia in fondo l'intento di affossarlo. Allora, è inutile addossare responsabilità al Governo. Il Governo aveva anche assunto responsabilità con una lettera inviata in Commissione, in base alla quale non consentiva nemmeno la sede legislativa.
Noi siamo andati avanti; stiamo cercando di portare avanti il provvedimento nel migliore dei modi, però poi che in Aula i gruppi agiscano per conto proprio e che i rappresentanti dei gruppi diano indicazioni diverse rispetto agli accordi del Comitato, mi dispiace ma non credo sia una posizione legittima da parte del legislatore.

PRESIDENTE. Onorevole Napoli, deve concludere.

ANGELA NAPOLI. Questo provvedimento si sta tirando da una parte e dall'altra, e non so fino a che punto poi il legislatore potrà essere soddisfatto del risultato.

FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, vorrei tentare di riportare un po' alla razionalità tutto questo dibattito. Siamo contrari all'esame di Stato e quindi abbiamo parlato di liberalizzazione e preannunzio il nostro voto di astensione; abbiamo soltanto votato a favore di questo emendamento perché si dice che, nella logica in cui ci sono gli esami di Stato, questi non devono essere annuali ma devono essere semestrali. Allora, non vedo che cosa, in tutto questo, infici la logica di chi sostiene che le cose devono andare avanti così, anche perché si tratta comunque di spese che sarebbero a carico del consiglio nazionale forense e non a carico dello Stato e, quindi, non capisco la Commissione bilancio che cosa possa interloquire su questo. Ciò anche perché c'è la clausola di invarianza finale per cui maggiori oneri a carico della spesa pubblica ci devono essere; quindi, secondo me, si può andare a votare, noi voteremo in un certo modo però questo nella logica della maggioranza non mi sembra che determini un vulnus particolare.

GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, senza entrare nel merito del tema in discussione che ha una legittimità, noi siamo in un periodo particolare, ci troviamo in sessione di bilancio. Il parere della Commissione bilancio può cambiare quando ci sono elementi che modificano l'emendamento perché, altrimenti, cambierebbe soltanto per motivi politici e quindi non si può richiedere ad una Commissione che, nella sua interezza, ha detto che un emendamento costa, di dire, il giorno dopo, che lo stesso emendamento non costa. Questo darebbe un'immagine di totale mancanza di serietà. Per quanto riguarda la clausola di salvaguardia, per rispondere all'onorevole Quartiani, devo far notare che le clausole di salvaguardia ci sono nelle leggi degli ultimi quindici anni e siamo a duemila miliardi di euro di debito pubblico.

PRESIDENTE. E poi c'è anche l'articolo 81 della Costituzione.
Porrei allora in votazione la richiesta di accantonamento che è stata formulata dal gruppo Partito Democratico.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 35

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, nell'ipotesi di accantonamento forse sarebbe opportuno accantonare gli articoli dal 46 al 50 che disciplinano la materia. Altrimenti rischiamo di assumere delle decisioni che poi potrebbero trovarsi in contrasto.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento degli articoli dal 46 al 50.
(È approvata).

La Camera approva per 240 voti di differenza.

(Esame dell'articolo 51 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 51 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Cavallaro 51.710.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 51.710, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bruno, Rampelli, Verducci, Tortoli, Mazzarella, Trappolino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 421
Votanti 419
Astenuti 2
Maggioranza 210
Hanno votato
417
Hanno votato
no 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 51, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tocci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 416
Votanti 415
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato
413
Hanno votato
no 2).

(Esame dell'articolo 52 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 52 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 52.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 424
Votanti 421
Astenuti 3
Maggioranza 211
Hanno votato
420
Hanno votato
no 1).

Pag. 36

(Esame dell'articolo 53 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 53 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 53.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 403
Votanti 400
Astenuti 3
Maggioranza 201
Hanno votato
400).

(Esame dell'articolo 54 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 54 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 54.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 411
Votanti 408
Astenuti 3
Maggioranza 205
Hanno votato
407
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 55 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 55 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 55.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tortoli, Madia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 422
Votanti 419
Astenuti 3
Maggioranza 210
Hanno votato
418
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 56 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 56 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 56.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mura, D'Anna, Cesario, Madia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 426
Votanti 424
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato
424).

(Esame dell'articolo 57 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 57 e dell'unica proposta emendativaPag. 37ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Beltrandi 57.700.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Beltrandi 57.700.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Beltrandi 57.700, formulato dal relatore.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, qui siamo nell'ambito del termine di prescrizione per l'azione disciplinare. Questo testo prevede sei anni di termine. Ora, che anche il giudizio disciplinare debba prevedere termini di prescrizione così lunghi, come se fossero i tribunali italiani, mi sembra veramente e francamente eccessivo. Per questo propongo che il termine sia portato ad un anno, anche per non ingenerare situazioni - lo ripeto - per cui, visto che ci sono tanto sei anni di tempo, si decide magari dopo tre, dopo quattro, dopo cinque anni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 57.700, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pescante, Cicu, Tortoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 419
Votanti 414
Astenuti 5
Maggioranza 208
Hanno votato
28
Hanno votato
no 386).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 57.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 410
Votanti 402
Astenuti 8
Maggioranza 202
Hanno votato
395
Hanno votato
no 7).

(Esame dell'articolo 58 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 58 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 58.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 411
Votanti 409
Astenuti 2
Maggioranza 205
Hanno votato
408
Hanno votato
no 1).

Pag. 38

(Esame dell'articolo 59 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 59 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 59.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mura... Onorevole Tortoli... Onorevole Zeller... Onorevole Pelino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 415
Votanti 412
Astenuti 3
Maggioranza 207
Hanno votato
411
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Bratti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 60 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 60 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 60.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 410
Votanti 408
Astenuti 2
Maggioranza 205
Hanno votato
407
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 61 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 61 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 61.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mura... Onorevole Veltroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 409
Votanti 407
Astenuti 2
Maggioranza 204
Hanno votato
406
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 62 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 62 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Cavallaro 62.2, a condizione che venga riformulato nel senso di mantenere esclusivamente le parole: «avanti ad apposita sezione disciplinare del CNF».

PRESIDENTE. Il Governo?

Pag. 39

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Cavallaro accetta la riformulazione proposta dalla Commissione per il suo emendamento 62.2.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 62.2, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Paolini... Onorevole Mogherini Rebesani... Onorevole Abrignani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 423
Votanti 419
Astenuti 4
Maggioranza 210
Hanno votato
418
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 62, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tortoli... Onorevole Porfidia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 420
Votanti 419
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato
418
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 63 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 63 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 63.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pelino, Bossa, Osvaldo Napoli, Giorgio Conte, Misiti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 424
Votanti 421
Astenuti 3
Maggioranza 211
Hanno votato
420
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 64 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 64 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 64.700.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Contento 64.700. Pag. 40
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 64.700, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Stasi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 414
Votanti 410
Astenuti 4
Maggioranza 206
Hanno votato
403
Hanno votato
no 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 64, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Quartiani, Ghizzoni, Moles...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 415
Votanti 412
Astenuti 3
Maggioranza 207
Hanno votato
411
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 65 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 65 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A). Ricordo che l'unica proposta emendativa ad esso presentata - l'emendamento Cavallaro 65.710 - è stata ritirata (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 65.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 406
Votanti 402
Astenuti 4
Maggioranza 202
Hanno votato
402).

Prendo atto che i deputati Paolini, Adornato e Ferranti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 66 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 66 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Avverto che la II Commissione (Giustizia) ha presentato l'emendamento 66.900, che è in distribuzione, con riferimento al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla presentazione di subemendamenti. Per darne piena conoscenza all'Assemblea, ne do lettura: «Sostituire il comma 3 con il seguente: L'articolo 19 non si applica agli avvocati già iscritti agli albi alla data di entrata in vigore della presente legge, per i quali restano ferme le disposizioni dell'articolo 3, quarto comma, del regio decreto-legge 27 novembre 1933, n. 1578».
Avverto altresì che l'emendamento Torrisi 66.700 è stato ritirato.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'emendamento 66.900 della Commissione.

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento 66.900 della Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 66.900 della Commissione, accettato dal Governo. Pag. 41
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Paolini, Adornato, Tortoli, Froner...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 404
Votanti 401
Astenuti 3
Maggioranza 201
Hanno votato
400
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 66, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Verducci, De Girolamo, Zeller, Brugger, Tortoli, Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 405
Votanti 402
Astenuti 3
Maggioranza 202
Hanno votato
402).

(Esame dell'articolo 67 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 67 (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 67.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesario...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 406
Votanti 402
Astenuti 4
Maggioranza 202
Hanno votato
402).

Dovremmo ora passare all'esame dell'articolo 68. Essendo stato accantonato l'esame degli articoli da 46 a 50, proprio per ragioni connesse alla copertura finanziaria del provvedimento, è necessario accantonare anche questo articolo, che reca la clausola di invarianza finanziaria.
Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.
Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che è rinviato ad altra seduta. La Commissione bilancio sarà chiamata a pronunciarsi sull'onerosità del testo.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 13).

ANDREA ORLANDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO. Signor Presidente, il 25 ottobre dello scorso anno, le zone della riviera ligure delle Cinque Terre e della Val di Vara furono colpite da una calamità naturale, che portò purtroppo anche a gravi lutti, perdite e a danni ingentissimi. Ad un anno da allora non sono ancora stati stanziati per i comuni direttamente interessati i fondi che il Governo si era impegnato ad erogare.
Approfitto non solo per ricordare, quest'oggi, quella tragedia che ha così violentemente e drammaticamente colpito le comunità interessate, ma per sollecitare, ancora una volta, il Governo ad assumere un'iniziativa in quella direzione.
Ciò che è stato fatto è stato fatto grazie alla buona volontà ed all'impegno di molti Pag. 42volontari, delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco, ma siamo ancora nella fase dell'emergenza. Non c'è stato un serio sostegno ad un processo di ricostruzione e soprattutto non si sono sostenute le comunità locali anche per interventi di prevenzione rispetto alla possibilità di ulteriori calamità.
Per questo, signor Presidente, le chiedo di farsi attrice nei confronti del Governo di un sollecito affinché le comunità interessate e la regione Liguria siano supportate nell'attività, che è ancora importante e imponente, di ricostruzione, che non potrà dirsi compiuta fino a che a quei comuni di Borghetto di Vara, di Brugnato, di Rocchetta Vara, di Vernazza e di Monterosso non sarà resa pienamente la possibilità di poter dire che quella ferita si è rimarginata. Si tratta di realtà che svolgono un'importante funzione nell'ambito del territorio ligure ed è, quindi, anche un investimento sul futuro di tutta la regione. Io le chiedo, signor Presidente, che ci sia un'assunzione di responsabilità in questo senso.

PRESIDENTE. Onorevole Andrea Orlando, la Presidenza si farà sicuramente interprete della sua richiesta, però mi permetto anche di consigliarle la presentazione di un atto di indirizzo o di sindacato ispettivo proprio per avere la garanzia di un'ulteriore risposta da parte del Governo.
Non ha più poteri di lei la Presidenza da questo punto di vista.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, in relazione a quanto accaduto poc'anzi sul provvedimento relativo alla nuova disciplina della professione forense, solo per lasciare agli atti dei nostri lavori una considerazione. Essendo stato approvato un emendamento che, a detta della Commissione bilancio, reca nuovi oneri e quindi con il parere contrario della Commissione bilancio, a maggior ragione in sessione di bilancio e a maggior ragione con il parere contrario del Governo, si è trovata una soluzione attraverso un voto che ha previsto l'accantonamento, una soluzione rispetto alla quale il gruppo del PdL si è diversificato, con un voto di astensione.
Nel voto precedente, signora Presidente, molti gruppi hanno votato a favore di questa disposizione; anche qui tengo a ribadire che il gruppo del PdL, con argomentazioni concrete sostenute con competenza in Aula dall'onorevole Contento, ha votato contro, insieme ad altri gruppi, su questa disposizione. Io credo, signor Presidente, che siamo riusciti in qualche misura a salvare il proseguimento del provvedimento con un accantonamento; credo e auspico per il futuro che quando si affrontano provvedimenti che, insomma, hanno avuto già un esame approfondito nel Comitato dei nove e specie in queste circostanze in cui ci si trova con delle situazioni di problemi di bilancio, probabilmente gli accantonamenti andrebbero chiesti prima del voto, poiché è di tutta evidenza che si può comprendere che un emendamento possa passare o meno, anziché dopo, ponendo invece in una situazione di difficoltà per un verso la Presidenza e per l'altro l'Aula.
Quindi, lo lascio a futura memoria, perché credo che abbiamo superato, anche con il contributo procedurale del collega Quartiani, un momento di difficoltà concreto - perché siamo effettivamente in sessione di bilancio - attraverso un accantonamento. Molto probabilmente non avremmo terminato l'esame di tutti gli articoli del provvedimento nella giornata di oggi; sta di fatto che però possibilmente, di fronte ad un emendamento che ha il parere contrario del Governo e della Commissione bilancio, è auspicabile che, se non c'è una questione politica di fondo, le forze di maggioranza che intendono sostenere questo emendamento, l'accantonamento - e l'approfondimento - siano portate a chiederlo prima e non dopo che il guaio è fatto.

Pag. 43

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Baldelli per aver poi alla fine contribuito a fare in modo che l'Aula decidesse con un voto, a grande maggioranza e con l'astensione del suo gruppo, di accantonare il voto sul testo complessivo risultante dal voto dell'emendamento in questione, perché evidentemente avevamo bisogno, come è ovvio, di un'ulteriore valutazione relativamente agli esiti che si determinavano a fronte dell'approvazione di un emendamento su cui, vorrei fosse chiaro, la Commissione bilancio aveva posto una condizione ma, essendo l'Aula sovrana riguardo a questa condizione, come è già capitato altre volte, poche volte, essa tuttavia può esser messa in discussione con un voto più o meno unanime, più o meno di maggioranza, valutando nel merito - probabilmente in questo caso chi lo ha votato - che non si infrangeva una regola che non si rifaceva al contenuto dell'emendamento; perché un conto è che l'onorevole Baldelli si riferisca al contenuto dell'emendamento, un altro conto è che si riferisca alle modalità di funzionamento dell'Aula nel momento in cui c'è una sessione di bilancio.
Allora, poiché abbiamo fatto un voto incidentale, il voto incidentale serve a fare un'ulteriore verifica su quanto si determina relativamente non al merito dell'emendamento, ma a quando eventualmente questo provvedimento potrà essere rimesso in discussione e votato dall'Aula.
Qui non viene messo in discussione l'esito del voto e non può essere messo in discussione l'esito del voto nel merito che è stato esercitato dall'Aula sull'emendamento specifico. Mettiamo in discussione, eventualmente, quando l'Aula potrà ritornare a votare sull'articolo in questione, nel momento in cui sarà conclusa la sessione di bilancio. Lì si potrà determinare, nel merito, un voto ulteriore dell'Aula che sancisca o meno il voto complessivo e definitivo sull'articolo, bocciandolo o approvandolo. Qui evidentemente stiamo parlando di due questioni e non si può confondere il parere della Commissione bilancio nel merito e il voto incidentale nel momento in cui questo emendamento è stato votato. Pertanto, signor Presidente, credo che sarà bene ritornare a ragionare con Regolamento alla mano, ma anche con la prassi e con la buona collaborazione tra tutti i gruppi, di maggioranza e di minoranza, perché stiamo facendo un provvedimento assai importante, che riguarda la giustizia italiana, i diritti della difesa e i diritti e i ruoli di chi assume una responsabilità nel procedimento penale.

PRESIDENTE. Non ci sono dubbi sul fatto che l'Aula sia sovrana e che l'emendamento è stato votato. Auspichiamo che la Commissione bilancio, riunendosi, verifichi che non viene violata la non onerosità aggiuntiva del testo e che quindi si possa procedere, perché saremmo in tempo, se la Conferenza dei presidenti di gruppo decide, per considerarlo come primo punto all'ordine del giorno di martedì prossimo e saremmo in grado di licenziare il provvedimento come era, d'altra parte, previsto.

SIMONE BALDELLI. Per questo c'è la Conferenza dei presidenti di gruppo, che ha già stabilito quale sarà il primo punto all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, sarà la Conferenza dei presidenti di gruppo a decidere, non c'è dubbio. Se c'è la volontà politica, nella Conferenza dei presidenti di gruppo ci sono i tempi per poter fare tutto. Da questo punto di vista non spetta certamente alla Presidenza.

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, il 17 ottobre scorso mi sono rivolto a lei, signora Presidente, in ordine alla situazione in Finmeccanica, formalizzando una Pag. 44precisa richiesta al Governo di riferire qui in Parlamento. A tutt'oggi non ci è noto quando il Governo intenderà venire in Aula o se vorrà sottrarsi ad informare il Parlamento, nonostante il Ministero dell'economia e delle finanze detenga il 30,2 per cento delle azioni di Finmeccanica. Ora è noto a tutti che Finmeccanica sta affrontando il passaggio più delicato della sua ristrutturazione (Ansaldo energia, Ansaldo trasporti, Super Selex, l'intero settore dell'aerospazio e della difesa) con un management evidentemente non all'altezza della situazione e con il suo vertice distratto da altre vicende. Noi chiediamo al Governo, nelle sue funzioni e in qualità di maggiore azionista, di non lasciar languire le preziose aziende del gruppo e le migliaia di lavoratori. Oggi l'interesse del Paese è assicurare una strategia industriale e manageriale a Finmeccanica e perciò le rinnovo la richiesta che il Governo venga a riferire in Aula.

LUCIO BARANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, ho ascoltato l'intervento del collega Andrea Orlando, che parlava dell'alluvione del 25 ottobre e si è concentrato ovviamente solo sulla Liguria. L'alluvione ha colpito anche Aulla, la cittadina della Toscana al confine con la Liguria, con i due morti e con il disastro. Mi associo ovviamente al collega Orlando nel ricordo di questa tragedia e nell'invitare il Governo a fare di più, anche se devo ammettere che la Liguria ha fatto molto. Le opere sono già avanti. Il commissario, che è il presidente della giunta regionale, si è attivato e molte cose sono state fatte in quella terra, mentre ad Aulla il commissario, che è il «governatore» della Toscana, nulla ha fatto, perché sull'alveo non è stata ancora messa mano e c'è ancora una boscaglia, che è quella che ha buttato giù il pontile a monte, e le casse di espansione per la sicurezza di Aulla non sono state fatte.
L'argine, ovviamente, è ancora in appalto, la ghiaia e i 4-5 metri di riporto degli ultimi dieci anni non sono stati ancora tolti. Quindi, mancano tutte le caratteristiche della prevenzione. Signor Presidente, seguendo il suo suggerimento, io ho presentato diverse interrogazioni. Il Governo ha risposto che entro fine anno valuterà l'operato del commissario governativo e, se sarà insufficiente, lo sostituirà.
Mi auguro che lo faccia prima della fine dell'anno, perché questo commissario governativo veramente non sta facendo nulla per Aulla. Termino con una considerazione: lunedì ho partecipato a una riunione nel comune di Aulla con i tecnici della regione per la costruzione di un ponte nella frazione di Stadano. In quell'occasione, il tecnico ha detto che loro i ponti in Toscana li fanno in modo che resistano alle forze delle acque.
È una verità che ha fatto sorridere, e infatti io mi sono alzato e me ne sono andato. Se questi sono i tecnici, che hanno come presupposto quello di dire che costruiscono i ponti in modo che resistano alla forza alle acque, significa che siamo caduti veramente in basso.
Termino con il ricordo delle due vittime e di tutti coloro che hanno subito danni e il disastro di questo fiume, che ha avuto come vittima la città e i suoi edifici. Bisognava prevenire tale disastro e chi ha responsabilità sulla prevenzione, dal comune alla provincia, alla comunità montana, alla regione, nulla ha fatto per la messa in sicurezza di quella città. Erano responsabili prima, lo sono adesso e lo saranno anche dopo, se non intervengono (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

MAURO PILI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO PILI. Signor Presidente, il 22 ottobre è stata la ricorrenza di una gravissima alluvione nell'area di Capoterra, nella provincia di Cagliari, che ha provocato quattro morti, decine di milioni di euro di danni, infrastrutture divelte in conseguenza di un alveo del fiume principale Pag. 45di quella zona che ha strabordato e ha creato una devastazione totale di quell'area.
Alla gravità data dai quattro morti si aggiunge che, in queste ultime giornate, quella stessa zona è stata colpita da un'ulteriore alluvione, che ha provocato danni di minore entità, ma ha riportato nel dramma i cittadini di quella zona. Si registra in quell'area un'assenza totale di interventi capaci di soddisfare le minime esigenze di sicurezza ordinaria della zona: opere che non sono mai stati realizzate, progetti e autorizzazioni, di fatto, mai avviati e un utilizzo assolutamente inesistente di finanziamenti statali ed europei.
La richiesta che mi permetto di avanzare alla Presidenza è che si faccia portatrice verso il Governo di una richiesta di intervento immediato della Protezione civile, così come chiesto con un atto di sindacato ispettivo, che mi permetto di sollecitare nella risposta da parte del Governo, perché credo che sia indispensabile, urgente e non più rinviabile una verifica sul posto da parte della Protezione civile, per evitare che sia nella parte dell'alveo sia della foce si possano reiterare situazioni drammatiche come quelle di quattro anni fa.
Le condizioni sono pericolosissime, e quindi credo che la Presidenza abbia il compito, e credo che questo farà, di intervenire presso il Governo.

ANTONIO DE POLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DE POLI. Signor Presidente, per quello che ci riguarda le province dovrebbero essere abolite, però ho visto la proposta del Governo e le discussioni all'interno dei territori. Ad esempio, nel territorio del Veneto, la regione non ha deciso al riguardo, e quindi non ha dato alcuna indicazione, lasciando, purtroppo, libera la scelta a livello centrale.
Poi leggiamo e vediamo in questi giorni delle proposte strane. Volevo chiedere al Ministro, e quindi al Governo, di tenere conto della specificità del territorio. Parlo della provincia di Padova, in modo particolare: vedo oggi dai media che diventa uno spezzatino su cinque province, senza tener conto di alcuna considerazione. In modo particolare, la città di Padova vorrebbe entrare nella città metropolitana di Venezia.
Tra l'altro ci vuole una deroga, perché sappiamo bene che la legislazione su questo aspetto è ben chiara rispetto alle città metropolitane e alla riforma che oggi stiamo per fare.
Quindi, chiedo al Ministro che tenga conto delle specificità dei territori, ricordando che la provincia di Padova è quella con il più alto numero di abitanti rispetto al resto del Veneto e che rimarrebbe, tra l'altro, Rovigo che, nell'ipotesi di proposta del Governo stesso, veniva accorpata a Padova. Credo che questa sia la soluzione migliore per dare una specificità al Veneto e a quel territorio rispetto alla sua storia, tradizioni e culture, ma anche rispetto all'assetto socio-economico e, vorrei dire ancora di più, per quanto riguarda le persone. Parlo delle politiche socio-sanitarie che possono essere integrate nel migliore dei modi facendo crescere anche dei territori che per tantissimi motivi, per storia e per tradizione, ad oggi hanno qualche difficoltà in più rispetto a quelli che invece hanno qualcosa in più.
Quindi chiedo un intervento immediato che tenga conto delle specificità e non delle richieste specifiche solo di un territorio che serve esclusivamente per guardare ai propri interessi, ma non a quelli della comunità e della collettività nel suo più ampio disegno.

PRESIDENTE. Onorevole De Poli, penso che la sede giusta per chiedere la presenza del Governo in Aula su un provvedimento organico come quello concernente la ristrutturazione delle province sia la Conferenza dei presidenti di gruppo, altrimenti ciascun collega potrebbe svolgere un intervento analogo al suo. Infatti, credo non le sfugga che questo provvedimento insiste su tutto il territorio nazionale.

Pag. 46

MASSIMO BITONCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, intervengo anch'io sul tema delle province perché, sinceramente, siamo rimasti esterrefatti e in questi giorni...

PRESIDENTE. Ricordo anche a lei, onorevole Bitonci, che questa è la sede impropria.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, capisco, però il tema è talmente importante che penso non possa essere relegato solamente a qualche comunicato stampa sui giornali.
Stavo dicendo che il tema è importante perché non possiamo permettere che province andate al voto nel 2009 e anche nel 2010 vengano commissariate e quindi venga tolta alla popolazione un'elezione democratica come quella di un Presidente o di un consiglio.
Sul tema delle province siamo sempre stati estremamente chiari. Questo «spezzatino» che si vuole fare in tutta Italia lo troviamo veramente un errore gravissimo. Si sarebbero potute eliminare solamente le province più piccole, quelle realizzate negli ultimi anni, tenere tutte le altre province, però riempiendole di contenuti.
Questa è una cosa che voglio ribadire ancora oggi. Vi sono specificità importanti, sia montane, come quella di Belluno in Veneto, sia di laguna e di mare, come quella di Rovigo. Si tratta di province importanti, grandi, che hanno fatto la storia di tutta la nazione e non possiamo certamente pensare di poterle cancellare con un provvedimento, con un decreto-legge. Cerchiamo di eliminare invece i consorzi, gli ATO e tutti gli enti intermedi e riempiamo di contenuti un ente importante.
Quindi mi rivolgo a lei, signor Presidente, e al Governo perché si cambi rotta. Dobbiamo cercare di mantenere le province e dare maggiori contenuti.

PRESIDENTE. Onorevole Bitonci, siccome anche io abito in una provincia, la invito a chiedere al suo capogruppo di porre la questione in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo perché il Ministro Patroni Griffi venga in Aula a spiegare i contenuti del provvedimento e vi sia una fase interlocutoria.

FABIO MERONI. Signor Presidente, in Commissione non viene, in Aula nemmeno.

PRESIDENTE. Sta bene, facciamolo venire in Aula allora. Comunque ribadisco che la sede opportuna è la Conferenza dei presidenti di gruppo.

UGO LISI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

UGO LISI. Signor Presidente, oltre ad associarmi ai quesiti posti dai colleghi poc'anzi che riguardano le province - visto che la preoccupazione, come lei giustamente diceva, è di tutti i colleghi e di tutti coloro che sono qui in Parlamento perché ognuno vive in una provincia - vorrei parlare di altro e dire che siamo profondamente preoccupati per quanto apprendiamo dagli organi di stampa e non solo sul blocco della distribuzione dei vaccini antinfluenzali.
Vi è stato un primo blocco la scorsa settimana di 500 mila dosi e un secondo blocco di oltre 487 mila in questa settimana, fermate in Italia dopo verifiche effettuate dal Ministero della salute e dall'Agenzia del farmaco.
Però sono contrastanti molti punti e vi sono anche dei dubbi che vengono a noi qui, oggi. Se si sapeva già che vi erano dei problemi, riguardanti ad esempio la formazione di aggregati proteici o delle molecole nelle fiale, se si sapeva già da luglio, perché poi si è andati avanti fino a ridosso del periodo della vaccinazione?
Quindi vi è la preoccupazione da un lato ed i dubbi dall'altro rispetto anche ad una popolazione anziana, ai minori, a milioni di persone che fanno il vaccino ed anche per gli operatori del settore (quindi dai medici di famiglia ad altri). Pag. 47
Questa preoccupazione io la trasferisco al Ministro Balduzzi che deve, naturalmente, venire in Aula a chiarirci dei dubbi che assalgono molte, molte persone, milioni di persone. La preoccupazione è tantissima, dei pazienti e non solo.

GIANLUCA BUONANNO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, io non parlo di province, però volevo rivolgermi a lei per chiederle di darmi una mano, visto che lei appoggia il Governo.
Lei lo sa, come amministratore locale, che in tutti i comuni d'Italia, con i conteggi fatti da questo Governo, c'è qualche persona con un'idea volpina che ha calcolato, nei trasferimenti ai comuni dell'IMU, anche gli edifici comunali?
Cioè c'è qualche cretino che ha fatto un ragionamento per cui, negli stabili di ogni singolo comune di questo Paese, i comuni che fanno gli esattori per conto del Governo, cioè con l'IMU, dovrebbero in teoria pagarsi l'IMU, perché lo Stato ha calcolato che quegli stabili, compreso ad esempio il municipio, sono da tassare con l'IMU. E quindi il comune deve incassare i soldi.
Quindi io, amministratore locale, mi tasso da solo per dimostrare al Governo e allo Stato che i suoi conteggi sono giusti, quando in realtà c'è una fetta di soldi che non arriveranno mai, ma che lo Stato invece ha calcolato. E quindi tutti i comuni sono «cornuti e mazziati».
Poi ci sono comuni che, con l'abusivismo imperante nel sud d'Italia ovviamente, se ne fregano pure, mentre i comuni del nord, con un catasto che più o meno funziona e con un abusivismo molto limitato, si ritrovano invece, ancora una volta, a dover calcolare dei trasferimenti che non ci saranno mai, perché noi non possiamo fare pagare l'IMU... a noi stessi, è veramente una presa in giro. Anche le scuole sono state calcolate.
Io voglio sapere chi è quel cretino che ha pensato una cosa del genere.

PRESIDENTE. Onorevole Buonanno...

GIANLUCA BUONANNO. Non c'è un altro termine...

PRESIDENTE. Onorevole Buonanno!

GIANLUCA BUONANNO. Non può essere chiamato un cretino?

PRESIDENTE. Onorevole Buonanno!

GIANLUCA BUONANNO. Sì, mi dica.

PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, la parola che ha appena usato non va utilizzata in quest'Aula.

GIANLUCA BUONANNO. Non si può dire?

PRESIDENTE. No!

GIANLUCA BUONANNO. Ho sentito tante altre parolacce qua...

PRESIDENTE. No, le ho sempre richiamate. Quando presiedevo io, le ho sempre richiamate e prego anche lei.

GIANLUCA BUONANNO. Va bene. Allora io chiedo chi è quello stupidotto che ha pensato una cosa del genere.

PRESIDENTE. Eh!

GIANLUCA BUONANNO. E come devo chiamarlo?

PRESIDENTE. Le tolgo la parola.

GIANLUCA BUONANNO. Posso? Devo fare ancora una domanda, Presidente.

PRESIDENTE. Le tolgo la parola.

GIANLUCA BUONANNO. Quindi, quelli che fanno le cazzate vanno bene.

PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, guardi che siamo ancora in tempo per farla espellere.

Pag. 48

GIANLUCA BUONANNO. Vado fuori da solo, non si preoccupi, devo andare a casa, dove devo pagare l'IMU. E lei appoggia il Governo che fa queste cazzate.

PRESIDENTE. Ma io lo rinvio all'Ufficio di Presidenza! Sono in grado di poterlo fare, anche se le parole sono state pronunciate mentre scendeva dallo scranno. Io chiedo che l'Ufficio di Presidenza si esprima sul comportamento dell'onorevole Buonanno.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 14,30 con le interpellanze urgenti.

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 14,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Brugger, Donadi, Dozzo, Fava, Franceschini, Leo, Misiti, Mura, Nucara e Pisicchio sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze urgenti

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Elementi ed iniziative in merito ai casi di contagio di epatite C conseguente alla somministrazione di immunoglobuline antitetaniche infette - n. 2-01612)

PRESIDENTE. L'onorevole Patarino ha facoltà di illustrare l'interpellanza Della Vedova n. 2-01612 concernente elementi ed iniziative in merito ai casi di contagio di epatite C conseguente alla somministrazione di immunoglobuline antitetaniche infette (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmatario.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, signor sottosegretario, la vicenda assai inquietante e dai risvolti per molti versi oscuri, di cui il Governo, Parlamento e varie istituzioni, magistratura compresa, si stanno occupando da quasi 20 anni senza mai trovare una soluzione, riguarda legittime rivendicazioni di migliaia di cittadini che hanno subito gravi danni alla loro salute, e non di rado, hanno trovato addirittura la morte, dopo la somministrazione di vaccino di immunoglobuline di antitetanica risultato infetto, che era stato loro somministrato nelle strutture sanitarie pubbliche, nelle infermerie e negli ospedali militari operanti nelle missioni all'estero, o acquistato dalle farmacie. Non avrebbero mai potuto immaginare, quei cittadini sfortunati e incolpevoli, che, proprio i luoghi e le istituzioni cui ci si rivolge con fiducia per ottenere ciò di cui si ha bisogno per tutelare la propria salute, non solo avrebbero rappresentato, sia pure senza colpe e responsabilità soggettive, la causa dei loro mali e in molti casi del loro calvario fisico e psicologico, ma avrebbero voltato loro le spalle invece di prodigarsi con ogni mezzo per garantire a tutti i danneggiati il giusto risarcimento.
È utile pertanto ricordare, così com'è riportato nella premessa della mozione n. 1-00829 prestata alla Camera nella seduta del 26 gennaio 2211 da me e dal collega Della Vedova, che i commi 1 e 3 dell'articolo 41 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea dispongono, rispettivamente, che ogni individuo ha diritto a che le questioni che lo riguardano siano trattate in modo imparziale, equo ed entro un termine ragionevole dalle istituzioni e dagli organi dell'Unione, e che ogni individuo ha diritto al risarcimento da parte della Comunità dei danni cagionati dalle sue istituzioni o dai suoi Pag. 49agenti nell'esercizio delle loro funzioni conformemente ai principi generali comuni agli ordinamenti degli Stati membri.
Vale la pena ricordare che la legge 25 febbraio 1992 n. 210, come modificata dalla legge 25 luglio 1997 n. 238, prevede la corresponsione da parte dello Stato di un indennizzo a favore dei soggetti danneggiati irreversibilmente nella loro integrità psicofisica a causa di vaccinazioni obbligatorie o a favore di soggetti che presentino danni da HIV o da epatite a seguito di trasfusioni di sangue o emoderivati, nonché a favore degli operatori sanitari che, in occasione e durante il servizio, abbiano riportato danni conseguenti ad infezione contratta a seguito di contatto con sangue.
E che si tratti di responsabilità oggettive del Ministero della salute nella diffusione di sangue e di emoderivati infetti è stato accertato da molte sentenze emesse da diversi uffici giudiziari, sia in primo che in secondo grado, ed è stato confermato dalle Sezioni unite della Corte di Cassazione con sentenza 18 gennaio 2008 n. 581. Ma a dispetto di leggi, regolamenti e decisioni giuridiche di vario livello, finora di risarcimenti non si è vista neanche l'ombra. Non sono mancate in questi anni decisioni e provvedimenti anche legislativi che hanno previsto pure delle somme da destinare come risarcimento ai danneggiati, somme che sono state accantonate dai bilanci dello Stato fino all'anno 2008 e reiterate negli anni successivi per un totale di 800 milioni di euro.
C'è stata, per esempio, la legge 24 dicembre 2007, n. 244, che aveva previsto la possibilità di transazione, a cui hanno aderito molti soggetti danneggiati aventi diritto al risarcimento. Ci sono state, come riportato nella citata mozione, oltre settemila domande di adesione presentate secondo i criteri stabiliti dal regolamento di cui al decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali n. 132 del 28 aprile 2009 e nei termini di cui alla circolare ministeriale n. 28 del 20 ottobre 2009. Nulla, però, è accaduto da allora, né vi sono stati gli attesi risarcimenti che avrebbero potuto rappresentare un certo ristoro e un valido aiuto di carattere economico ai cittadini ammalati che da dieci, quindici e venti anni hanno sostenuto e continuano a sostenere considerevoli spese, non per curare malattie piovute dal cielo, ma per riparare i danni loro causati da chi non ha vigilato come avrebbe dovuto, da chi, per leggerezza, per incuria o anche per colpa, ha permesso che fosse immessa sul mercato un'enorme quantità di vaccini infetti.
Si assiste ormai, nel nostro Paese, ad episodi che, presi nella loro complessità e sequenza cronologica, gettano una luce ancora più inquietante sull'ormai annosa vicenda dei danneggiati da somministrazione di vaccini di immunoglobuline antitetaniche negli anni '60 e '70. E la questione diventa ancora più delicata se si considera che, secondo notizie attendibili, sarebbero stati presentati, presso varie procure sparse sul territorio nazionale, ben 34 esposti ai quali non sembrerebbe essere stato dato seguito alcuno, in quanto non si conoscono ancora gli esiti delle eventuali indagini né delle relative archiviazioni o presunzioni. Tutti quegli esposti avevano come oggetto la fornitura di un cospicuo lotto di fiale di immunoglobuline antitetaniche risultate contaminate dal virus dell'epatite C.
Noi di Futuro e Libertà per il Terzo Polo abbiamo, pertanto, sentito il dovere, dopo la mozione del gennaio scorso non portata ancora in discussione, di ricorrere allo strumento dell'interpellanza urgente perché, facendo piena luce sull'intera questione, venga adottato, nei confronti di quei cittadini, un trattamento rispondente ai principi di equità e giustizia che sono i pilastri su cui si reggono quegli Stati che sono veramente civili e democratici.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, Adelfio Elio Cardinale, ha facoltà di rispondere.

ADELFIO ELIO CARDINALE, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, onorevole Patarino, con riferimento all'interpellanza urgente in esame, rispondo al primo quesito sulla base degli Pag. 50elementi dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) e dell'Istituto superiore di sanità e, per quanto attiene al secondo quesito, sulla base degli elementi acquisiti dal Ministero della giustizia, con riferimento a questi vari procedimenti di cui lei diceva che poco si sa. Nel merito della questione sollevata, già nel 1994, negli Stati Uniti d'America e in Europa, vi furono numerose segnalazioni di pazienti infettati con il virus dell'epatite C (HCV) all'esito della somministrazione di immunoglobuline per via endovenosa. Tali specialità medicinali a quel tempo non venivano sottoposte a specifici trattamenti di inattivazione virale e, pertanto, numerosi lotti risultarono positivi alla ricerca di HCV-RNA. L'autorità regolatoria americana, la FDA, Food and Drug Administration, invitò le ditte produttrici di emoderivati ad eseguire la ricerca di HCV-RNA sulle immunoglobuline non ancora sottoposte ai procedimenti di inattivazione e rimozione virale.
In Europa, nel 1995 il Comitato per le specialità medicinali (CPMP) adottò un provvedimento analogo (CPMP-117-95), raccomandando di eseguire la ricerca di I-ICV/RNA preferibilmente sui pool di plasma impiegati nel processo di produzione delle immunoglobuline, piuttosto che sul prodotto finito.
Nel 1997, la linea guida CPM13 invitò le ditte produttrici e gli organismi di controllo a rilasciare sul mercato solo emoderivati prodotti da pool di plasma risultati negativi per HCV/RNA ad un test in grado di rilevare almeno 100 UI/ml.
La farmacopea europea recepì questa linea guida, introducendo l'obbligatorietà della ricerca HCV/RNA in tutti i pool di plasma destinati al frazionamento, a partire dal 1o luglio 1999.
Tale posizione fu recepita anche dal Ministero della sanità, mediante il decreto ministeriale 29 marzo 1999. Il decreto in questione ha introdotto un diverso livello di sicurezza tra plasmaderivati commerciali ed emocomponenti labili quali eritrociti, piastrine e plasma fresco congelato, non sottoposti al test NAT per HCV.
Con la circolare ministeriale n. 17 del 30 ottobre 2000, il Ministero della Sanità ha recepito l'urgenza di assicurare un livello di sicurezza trasfusionale equivalente a quello degli altri Paesi dell'Unione Europea, rendendo obbligatorio lo screening NAT per HCV su tutte le unità di sangue, a partire dal 4 novembre 2001, poi posticipato al 29 giugno 2002.
La conoscenza della storia naturale dell'infezione da HCV, il ritrovamento (anche da parte dell'Istituto superiore di sanità) di alcuni lotti di immunoglobuline umane in commercio ed infette nonché l'introduzione di tecniche sempre più sensibili per la determinazione precoce delle infezioni trasmissibili per mezzo degli emoderivati hanno indotto il legislatore a definire le procedure obbligatorie per garantire un elevato grado di sicurezza degli emoderivati.
Tuttavia, nonostante l'adozione delle misure di prevenzione e di sicurezza citate, esiste un rischio teorico di contaminazione e di trasmissione di agenti patogeni conosciuti e non ancora conosciuti connaturato all'origine umana della materia prima.
Va detto comunque che i dati di farmacovigilanza attuali forniscono importanti rassicurazioni considerato che non si sono più verificate trasmissioni di agenti patogeni dall'introduzione dei test aggiuntivi e del continuo miglioramento dei processi di produzione.
Oltretutto attualmente, a differenza del passato, grazie ad una totale rintracciabilità della plasma-produzione, si potrebbe risalire al donatore infetto ed escluderlo definitivamente dalle donazioni.
Per quanto riguarda gli elementi di competenza del Ministero della giustizia, di seguito si rappresentano gli elementi informativi riferiti dalle seguenti Autorità Giudiziarie.
Procura della Repubblica di Salerno: il capo dell'ufficio requirente salernitano ha segnalato che, in seguito alla presentazione in data 6 aprile 1995 di un esposto, veniva iscritto il procedimento rubricato come fatto non costituente notizia di reato (modello 45), in quanto atto relativo alla denuncia di D'Ambrosio Nicola circa medicinali prelevati presso l'infermeria del Pag. 51distretto militare di Salerno. In data 12 dicembre 1996, quello stesso procedimento veniva trasmesso per competenza alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma per un'eventuale connessione con procedimenti relativi al mancato ritiro, presso le farmacie militari, di un prodotto che sembrava ritirato dal mercato civile.
Esclusa la connessione, la procura di Roma, in data 22 giugno 1997, restituiva gli atti alla procura di Salerno, che iscriveva il procedimento al registro generale con il n. 2772/97.
Il menzionato procuratore ha, inoltre, precisato che non risultano iscritti all'epoca, né pendono attualmente ulteriori procedimenti relativi ad ipotesi di correlazione tra l'infezione da epatite C e decessi o malattie di militari del distretto di Salerno.
Per quanto riguarda la procura della Repubblica di Trento, il procuratore della Repubblica di Trento ha comunicato che il procedimento n. 10227/00, iscritto dalla procura trentina in relazione a taluni fatti segnalati nell'interpellanza urgente, è stato trasmesso alla procura di Napoli in data 4 agosto 2003, in esecuzione della sentenza di incompetenza pronunciata dal tribunale di Trento in composizione collegiale, in data 8 aprile 2003.
Per quanto riguarda il Tribunale ordinario di Napoli-ufficio GIP, il presidente della sezione GIP del tribunale di Napoli ha comunicato che, sui fatti menzionati nell'interpellanza urgente, la locale procura procedeva all'iscrizione del procedimento penale, ipotizzando, a carico dei dodici indagati, la commissione del reato di concorso in omicidio colposo aggravato.
Prima in data 5 maggio 2005 e, successivamente, in data 27 dicembre 2007, il competente giudice per le indagini preliminari respingeva la richiesta di archiviazione inoltrata dalla procedente procura, ritenendo, con specifico riferimento alla richiesta di archiviazione del 2007, che vi fosse necessità di ulteriori indagini.
In data 4 agosto 2008, dalla procura veniva inoltrata al GUP la richiesta di rinvio a giudizio di tutti gli indagati, richiesta che, in data 21 febbraio 2009, veniva rigettata perché affetta da nullità. In data 23 febbraio 2010, il GIP competente rigettava la richiesta di proroga dei termini delle indagini preliminari avanzata dalla procura in data 25 ottobre 2009. Attualmente - così come segnalato dal presidente GIP di Napoli -, gli atti del menzionato procedimento sono al vaglio della procura per le valutazioni di competenza.

PRESIDENTE. L'onorevole Patarino ha facoltà di replicare.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, signor sottosegretario, devo dirle che per quanto riguarda la prima parte posso dichiararmi soddisfatto. Mi dichiaro soddisfatto anche alla luce delle assicurazioni che lei ha dato a proposito, cioè, di interventi che sono stati fatti, sia a livello nazionale sia a livello internazionale - parliamo degli USA e parliamo della comunità europea -, e anche dei provvedimenti che sono stati presi in Italia. Pertanto, noi abbiamo fondati motivi per ritenere che sarà difficile che accadano fatti incresciosi, come quelli che sono accaduti e per i quali ancora ci sono dei cittadini incolpevoli - come dicevo prima - che attendono il risarcimento.
Fin qui, parlando, quindi, delle precauzioni e dei provvedimenti che sono stati presi, possiamo dire di essere tranquilli, perché, nel caso in cui qualcuno dovesse avere bisogno di trasfusioni, non deve stare, come è accaduto in passato, con il pensiero e con il dubbio che possa avere dei mali peggiori di quelli per i quali, magari, è stato ricoverato.
Con riferimento alla parte, invece, che riguarda l'aspetto, diciamo così, della giustizia e non soltanto - mi riferisco, signor sottosegretario, alla giustizia, quella che viene fatta nei tribunali -, c'è un impegno che è stato assunto più volte dallo Stato attraverso i vari Governi; e ci sono dei provvedimenti legislativi che sono stati presi a favore di quelle persone che sono state colpite e che si temeva di dover risarcire. In altri termini, se lo Stato - ripeto - attraverso i momenti politici più Pag. 52diversi e con Governi politici diversi, ha deciso di risarcire quella gente, evidentemente, ha ritenuto che fosse giusto.
E se addirittura aveva fatto dei concordati con alcuni di questi e aveva dato la possibilità, anche ad altri, di farne, evidentemente lo Stato sentiva il dovere di rispondere ad un'esigenza e di rispondere al soddisfacimento dei diritti di alcuni cittadini, che non avevano colpa alcuna per quanto era loro accaduto.
Quindi, mi auguro - perché, per la seconda parte, come dicevo, non sono assolutamente soddisfatto - che si ritorni a fare quello che si era tentato di fare in un Consiglio dei ministri del 2011, quindi soltanto qualche mese fa, un anno fa, ossia dare a quei cittadini quello che aspettano da tanto tempo.
Io credo che vada ripresa, signor sottosegretario, tale questione. Credo che il Ministero della salute - come è stato stabilito, oltre che da alcuni gradi di giudizio, anche dalla Cassazione - sia certamente responsabile di quanto accaduto, anche se non soggettivamente, ma oggettivamente responsabile. Credo che debba riprendere in mano la questione e dare certezze ai cittadini, cominciando a rivedere l'intera questione, rendendo disponibili le somme che erano state accantonate, affinché si pervenga una volta per tutte alla definizione della questione, che non ci fa onore, non fa onore a un Paese civile, che sicuramente ha l'obbligo di risarcire coloro i quali, senza alcuna colpa, sono stati colpiti da un male che non si sarebbero mai aspettati.

(Iniziative volte a garantire la sicurezza e la legalità nel territorio di Gioia Tauro, anche alla luce degli episodi di violenza verificatisi nel mese di settembre 2012 - n. 2-01712)

PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01712, concernente iniziative volte a garantire la sicurezza e la legalità nel territorio di Gioia Tauro, anche alla luce degli episodi di violenza verificatisi nel mese di settembre 2012 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

MARIO TASSONE. Signor Presidente, credo che ormai sia diventato una consuetudine questo confronto con il Governo, anche attraverso gli strumenti del sindacato ispettivo e, in particolar modo, quello con il sottosegretario De Stefano, che io ringrazio sempre per la sua solerzia e la sua attenzione. Questa volta si ripropone un tema, per alcuni antico, ma sempre di grande attualità e, per alcuni versi, drammaticità.
Vede, signor Presidente, una comunità di uomini liberi vive nella misura in cui c'è pace e c'è tranquillità nel proprio territorio e può aspirare a conquistare spazi di civiltà e di progresso, anche economico, se c'è una serenità, ma soprattutto se la libertà è un fatto acquisito ed è un valore consolidato. Questa libertà viene meno quando vi sono condizionamenti. Questa prospettiva di sviluppo viene vanificata se c'è una sovrastruttura e se ci sono, a latere, organizzazioni che complicano la vita dei cittadini e svuotano di contenuto ogni processo di libertà e di liberazione.
Noi da tempo stiamo assistendo a processi di degrado, anche morale - come si suol dire -, di alcune zone della realtà del Mezzogiorno, ma non soltanto del Mezzogiorno, visto e considerato che la criminalità è organizzata a propaggine ed è presente in termini diffusi, violenti ed anche preoccupanti in altre regioni d'Italia.
Credo che oggi in Calabria si addensi, sempre di più, una presenza pervasiva e inquietante, e allora occorre capire se bisogna convivere con la criminalità organizzata oppure no. Io ritengo di no. Chi pensa di poterci convivere o di fare finta che non esista una forte organizzazione criminale è fuori dalla civiltà e dai principi che riguardano l'uomo e la propria dignità.
Signor Presidente, signor sottosegretario, io ritengo che ci sia un clima che molte volte fa sospettare che esista un certo tipo di cultura che «si adagia», in termini di acquiescenza, verso un fenomeno Pag. 53che certamente mina dalle fondamenta tutto quello che è stato il processo e, soprattutto, la storia civile e democratica del nostro Paese.
Non accetteremo mai e non ci rassegneremo mai al fatto che possa essere presente una forte organizzazione criminale in questi territori. Non lo accetteremo mai, e infatti io denuncio alcune cose attraverso la mia interpellanza perché sono fatti inquietanti, sono fortemente drammatici e devastanti. Tutto il lavoro che si è fatto in questi anni e tutte le conquiste umane di questa nostra civiltà sono certamente vanificati, come dicevo poc'anzi, e sono azzerati.
Allora, non c'è dubbio che non è soltanto lo strumento del sindacato ispettivo un dato esaustivo di questo nostro colloquio e di questo nostro confronto. Parlo, in questo momento, di Gioia Tauro, guidata da una brava amministrazione, da un bravo sindaco, Bellofiore, eppure sembra che sia una terra di conquiste e soprattutto dove è presente una criminalità organizzata che spadroneggia, che occupa il territorio, che è padrona di quel territorio. Mi riferisco, soprattutto, come si ricordava e come ricordava il Presidente quando evocava il titolo della mia interpellanza urgente, all'episodio drammatico del settembre 2012, quando un ordigno ha fatto saltare in aria una pompa di benzina nel pieno centro di Gioia Tauro. Ma poi ci sono una serie di fatti e di atti che si sono consumati via via nel tempo.
Certamente gli inquirenti e le forze dell'ordine fanno per intero il proprio dovere, ma forse ci deve essere un momento di riflessione in più. Lo chiedevo già quando abbiamo parlato di Taurianova; senza nessuna polemica nei confronti di nessuno ma, certamente, cosa altro può fare, in questo momento, un parlamentare di quella regione più che gridare e allarmare con forza, non soltanto il sottosegretario o il Governo di turno, che sono ovviamente nella pienezza dei loro poteri e delle loro responsabilità in una stagione temporale del nostro vivere civile, se non chiamare tutte le forze politiche, e quindi il Governo stesso, ad assumersi pienamente le proprie responsabilità e a capire tutti assieme se questa regione e questi territori debbano essere considerati ormai persi alla civiltà o possano essere riconquistati alla stessa?
Sappiamo che esiste un'economia della mafia e della 'ndrangheta che, a volte, malamente ed erroneamente, è considerata l'unica fonte di ricchezza per questo territorio. C'è un sottobosco che sfugge alle istituzioni e al controllo democratico.
Allora, non c'è dubbio che evoco Gioia Tauro con forza, ma come anche tante altre zone e tanti altri territori, come Oppido Mamertina, Cittanova, la stessa Taurianova; in altri comuni ci sono bravi amministratori che hanno risolto molti problemi, ma si trovano sempre più in questo clima di intimidazioni, di violenze che c'è e che esiste su questi territori.
La notte è pericolosa, è pericoloso per tutti uscire, vivere; la sera è pericolosa per tutti e se c'è, dunque, come dicevo poc'anzi, questa pericolosità, se si addensano queste nubi minacciose, certamente viene lacerato il vivere civile.
Allora, tutto il lavoro che fa questo Parlamento, che sta facendo il Governo e tutto quello che noi facciamo anche nel nostro esercizio e nelle nostre attività parlamentari, rischiano di infrangersi rispetto a un dato politico e umano che non possiamo ovviamente condividere se c'è il disinteresse, la solitudine, il distacco da questi problemi e da queste realtà.
Ecco perché ho presentato, ancora una volta, questo strumento di sindacato ispettivo per richiamare l'attenzione del Governo e capire se c'è una traccia reale.
Noi abbiamo molti comuni sciolti per mafia, molti comuni; ma voglio capire, signor Presidente, dai Governi, dai gruppi parlamentari, dai partiti politici, se questi fenomeni o questi atti sono da considerarsi ormai un fatto burocratico di routine, per cui ognuno si abitua e si assuefà a queste situazioni, oppure se sono un campanello di allarme per capire quali sono i tentacoli che minacciano il convivere civile di una realtà, di un territorio, di un paese, di un comune, quali sono le presenze inquietanti che sono ovviamente Pag. 54estranee alla civiltà e alla cultura di terre che certamente hanno da rivendicare grande storia sul piano umano, grande storia sul piano culturale e grande storia anche sul piano delle conquiste civili.
Allora, signor Presidente e signor sottosegretario, io mi auguro che in questa sua ennesima esposizione, che lei ha sempre svolto con garbo, ci sia qualcosa di nuovo. Certamente ho seguito in questi giorni il lavoro del Ministro dell'interno, con il quale non posso che solidarizzare rispetto ad alcune interpretazioni e alcuni attacchi che le sono stati rivolti, che sono stati rivolti al Ministro dell'interno Cancellieri. Ma abbiamo bisogno di solidarietà a vicenda: di solidarietà hanno bisogno i prefetti, ne hanno bisogno ovviamente i Ministri, ne hanno bisogno i parlamentari, ma ne hanno bisogno soprattutto quelle popolazioni, ma non con frasi di circostanza, non con ritualità e con liturgie ormai consumate con cui la gente ha un approccio certamente molto diffidente, ma con atti concreti. Una solidarietà la meritano certamente i magistrati e una solidarietà la meritano certamente le forze dell'ordine, per capire se qualcosa non funziona, se ci deve essere un supporto in più, un'integrazione in più, di strutture specializzate, per capire e far capire soprattutto che lo Stato è più forte dell'antistato. Non possiamo convivere con l'antistato, non possiamo convivere con due realtà che sono parallele. Sono lo Stato, la comunità, la civiltà, la comunità di uomini liberi che devono prevalere su ogni tentativo di condizionare e di offuscare il cammino dei popoli. Ritengo che questo sia il richiamo e ovviamente, poi, per il resto, signor Presidente, mi riservo di integrare questa mia esposizione iniziale dopo aver ascoltato, con il rispetto che merita, il sottosegretario De Stefano.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Carlo De Stefano, ha facoltà di rispondere.

CARLO DE STEFANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli parlamentari, il territorio di Gioia Tauro risente della radicata presenza del sodalizio criminale «Piromalli-Molè», che ha assunto il controllo delle attività illecite - tra le quali il traffico di sostanze stupefacenti e di armi - e che è in grado di condizionare le attività economiche, segnatamente quelle che coinvolgono l'importante struttura portuale. Voglio premettere che la sicurezza del territorio, non solo comunale ma di tutta la provincia di Reggio Calabria, è alla costante attenzione delle forze dell'ordine.
L'attività investigativa finora svolta è culminata in importanti operazioni di polizia e nella recente cattura, il 10 ottobre 2012, di Domenico Condello, inserito tra i latitanti di massima pericolosità del programma speciale di ricerca, capo dell'omonima cosca.
Tali operazioni hanno rilevato la presenza di 'ndrine che - oltre ad avere collegamenti con altre organizzazioni criminali al di fuori della regione - manifestano grande interesse per le attività degli enti locali ed, in particolare, per il settore degli appalti di opere, servizi e forniture, nel quale possono essere riciclati i proventi illeciti. Voglio ricordare, circa il controllo sugli organi delle amministrazioni locali, che è stato recentemente sciolto il consiglio comunale di Reggio Calabria ai sensi dell'articolo 143 del testo unico degli enti locali.
Per quanto riguarda gli episodi criminali, ai quali fanno riferimento gli onorevoli interpellanti, riferisco che, lo scorso 7 settembre a Gioia Tauro, ignoti hanno fatto esplodere un ordigno rudimentale all'interno degli uffici di un distributore di carburante. Alcuni giorni dopo, il 26 settembre, è stato assassinato il proprietario di un villaggio turistico.
Sui fatti sono in corso indagini di polizia giudiziaria, delegate dall'autorità giudiziaria alla squadra mobile della questura di Reggio Calabria e al commissariato di pubblica sicurezza di Gioia Tauro. A seguito di tali episodi, la situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica è stata approfondita in diverse riunioni di Pag. 55coordinamento delle forze di polizia, ad alcune delle quali ha anche partecipato il sindaco.
In occasione della riunione del 10 ottobre scorso, l'amministratore locale ha evidenziato le difficoltà incontrate dall'ente - i cui organi elettivi sono stati rinnovati al termine di un periodo di commissariamento per condizionamenti della criminalità organizzata - a causa delle gravi criticità finanziarie che incidono sui livelli dei servizi erogati. Nella circostanza, peraltro, non si è mancato di evidenziare l'efficacia dell'azione di contrasto delle forze dell'ordine, come testimoniato dalla diminuzione delle tipologie di reato di maggiore allarme sociale.
Le forze di polizia sono state comunque invitate a proseguire il monitoraggio del contesto criminale locale, acquisendo preventivamente ogni minimo segnale utile a contrastare l'evoluzione di situazioni che possano compromettere la tutela dei cittadini e la salvaguardia del territorio. Sotto il profilo della prevenzione generale, voglio ricordare che il dispositivo di sicurezza del territorio è costituito da 167 appartenenti ai ruoli operativi della Polizia di Stato e da 59 militari dell'Arma dei Carabinieri.
Grazie ai piani coordinati di controllo del territorio - rimodulati periodicamente in sede di riunioni tecniche interforze - sono state incrementate le attività di vigilanza ed effettuati mirati servizi con il concorso di unità provenienti da uffici e reparti limitrofi delle forze dell'ordine, nonché di personale dei reparti di prevenzione crimine della Polizia di Stato.
In particolare, dal 1o gennaio al 23 ottobre di quest'anno, nel comune di Gioia Tauro sono stati impiegati complessivamente 212 equipaggi: sono state circa 10 mila le persone controllate, di cui 34 arrestate e 11 denunciate all'autorità giudiziaria. È stata data esecuzione a 76 perquisizioni domiciliari e a 243 perquisizioni personali. Sono state, altresì, accertate 186 violazioni al codice della strada e controllati 5.600 veicoli, di cui 22 sono stati sequestrati.
Tali attività di contrasto hanno determinato una diminuzione generale dei delitti del 10 per cento; nei primi otto mesi di quest'anno ne sono stati commessi 405 rispetto ai 451 dell'analogo periodo del 2011. Nello stesso arco temporale è stato registrato anche un sensibile incremento del numero delle persone arrestate: 132 rispetto all'analogo periodo del 2011 quando gli arresti sono stati solo 44.
Voglio anche ricordare che con il Programma operativo nazionale «Sicurezza per lo Sviluppo - Obiettivo Convergenza 2007-2013» sono stati finanziati progetti di natura tecnologica relativi ai sistemi di videosorveglianza per il controllo del territorio del comune di Gioia Tauro, nonché iniziative volte a rendere più efficiente la gestione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata.
In particolare, sono state installate 21 telecamere di rilevazione. La sala dove vengono registrate le immagini e la sala controllo sono collocate presso il locale commissariato di pubblica sicurezza. Il sistema è stato favorevolmente collaudato lo scorso 31 luglio. Inoltre, il Programma operativo nazionale ha ammesso al finanziamento, su richiesta del comune, il progetto di ristrutturazione di due immobili che, confiscati alla criminalità organizzata, sono stati trasferiti al patrimonio indisponibile dell'ente e destinati a sede della caserma dell'Arma dei Carabinieri, per garantire il mantenimento della legalità sul territorio. L'intervento sarà ultimato entro il primo trimestre del prossimo anno.
Come ho avuto già modo di sottolineare in questa stessa Aula all'onorevole Tassone in risposta a precedenti atti di sindacato ispettivo, occorre che le istituzioni e i diversi livelli di governo continuino a svolgere e a potenziare un ruolo propulsivo, non solo per la prevenzione del crimine, ma anche per concorrere con ogni mezzo alla creazione di una solida rete per l'affermazione di comportamenti sempre improntati al rispetto della legalità.

PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di replicare.

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MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho ascoltato con molta attenzione la risposta del sottosegretario De Stefano. È una risposta che per alcuni versi mette in luce come certamente su tale questione ci sia l'impegno, anche da parte dello stesso sottosegretario, visto e considerato che abbiamo stabilito un rapporto, diciamo così, di confronto, non posso dire operativo perché entreremmo in un altro territorio e soprattutto in altre realtà. Non è un rapporto operativo, ma quantomeno di confronto. Tuttavia, l'esposizione del sottosegretario risente di alcune appendici, di alcune code proprio dei rapporti delle forze di polizia in termini statistici.
È vero che ci sono meno delitti, però molte volte diciamo che alcuni delitti, alcuni casi, alcuni fatti, se vogliamo fare la statistica, non vengono neanche più denunciati perché non hanno avuto nel passato alcun seguito. Questo è un dato. Ritengo - e l'ho detto poc'anzi - che le forze dell'ordine fanno quello che possono fare e noi le ringraziamo. Ma avevo chiesto qualcosa in più, e consegno questa mia richiesta anche al sottosegretario, visto e considerato che abbiamo questo numero di uomini. Io sono un po' legato alla vicenda della legge n. 121 del 1981, quella legge che avrebbe dovuto creare una realtà di investigatori, signor sottosegretario.
Ricorderemo quando, almeno nel 1981, nelle Aule parlamentari e anche nella Commissione affari interni della Camera - allora era soltanto Commissione affari interni, adesso è Commissione affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni - chiedevamo che si irrobustisse la realtà degli investigatori, tant'è vero che fu creata quella fascia di ispettori che era un intermezzo tra la truppa, la cosiddetta truppa di allora, quando c'erano le stellette, e i funzionari.
Poi si è auspicata sempre una sinergia, un coordinamento. Pertanto voglio capire se c'è sinergia e coordinamento, perché, signor presidente e signor sottosegretario, continuiamo a sbagliare nel momento in cui pensiamo di aver fatto tutto. Non è un problema di uomini che si sacrificano. Bisogna capire se ci sono altri moduli di coordinamento e di progettualità, e non bastano e non sono sufficienti i progetti, seguiti poi dall'installazione di telecamere e così via, che sono importanti e fondamentali, per carità.
Bisogna interrogarsi se la dislocazione dei commissari, con la diffusione e con quella miriade di stazioni, molte volte con due o tre carabinieri, è un fatto appagante sul piano anche operativo: ecco, adesso entra il dato operativo. Se non c'è questo, se non c'è il dato, forse abbiamo una visione parziale, ma la visione poi si completa perché la conquista e la lotta alla criminalità organizzata non si fa semplicemente con le forze dell'ordine o con gli inquirenti che - lo ripeto - fanno il loro dovere, ma bisogna che ci sia un coinvolgimento di tutta la società. Non si persegue questo obiettivo quando una comunità è annichilita, come lei giustamente ha osservato parlando del porto di Gioia Tauro.
Con riguardo al porto di Gioia Tauro, noi, come Commissione antimafia, qualche anno fa siamo andati lì, abbiamo rilevato alcuni fatti e alcuni dati. La criminalità organizzata è presente con le famiglie «aristocratiche» di quella zona, come lei ovviamente ricordava. Certamente sul porto di Gioia Tauro sono state prese delle misure, ma ritengo che bisogna porsi il problema in termini seri, ovviamente non in termini di adempimenti sostanziali. Per carità, non dico adempimenti formali, sostanziali però fino a un certo punto perché poi non si va avanti.
Certamente ci sono stati anche alcuni risultati. Risultati che sono stati acquisiti: non posso che dare questo riconoscimento. Lei faceva riferimento a Condello.
Molte volte, signor sottosegretario, qualcuno è scovato ed arrestato perché le cosche, le 'ndrine in contrasto lo consegnano. Ci sono anche questi aspetti e questi dati. Per questo la visione dovrebbe essere completa. Quando uno perde, se perde quella 'ndrina, poi perde anche nella fuga, che finisce lì. Ci sono una serie di Pag. 57problemi e di fatti che certamente sono inquietanti. Lei ricordava la pompa di benzina in pieno centro, l'assassinio in pieno centro città.
Che cosa succede? Nei giorni scorsi il sindaco di Gioia Tauro, Bellofiore, ha fatto un'intervista. È un uomo di grande volontà ed impegnato. Ha risolto una serie di problemi. Lei ricordava che Gioia Tauro ha avuto dei precedenti di scioglimento per mafia e di gestione commissariale. Voglio ricordare che un sindaco di Gioia Tauro fu ucciso molti anni fa. Fu ucciso! Il sindaco opera e la comunità cerca di seguirlo e lo seguirà certamente. Ma se c'è questa padronanza dell'organizzazione criminale sul territorio per cui ammazzano e danno fuoco nel centro della città, se ci sono le estorsioni, i ricatti e le minacce a tutti gli esercizi commerciali, se ci sono tutte queste forze dell'ordine ma non bastano, allora c'è bisogno anche della collaborazione dei cittadini; io dico, quindi, che qualcosa in più ce la dovremmo immaginare e pensare.
Qual è la colpa di tutti noi altri? Di aver considerato la presenza della criminalità organizzata come uno dei tanti problemi di questo Paese. Poi, certamente, si sta facendo la legge sull'anticorruzione. Mentre parliamo, le Commissioni I e II della Camera stanno esaminando in seconda lettura il testo che ci è pervenuto dal Senato. Facciamo le statistiche e diciamo quanto costano all'economia la criminalità o la corruzione, tanto per intenderci. Poi lei lo sa, signor Presidente, signor sottosegretario, non ho fatto mai grande differenza tra le famiglie criminali che ci sono e i colletti grigi o bianchi che si annidano e sono presenti nelle istituzioni, al di fuori di ogni sospetto, non perché non si sa che sono conniventi, ma perché c'è sempre un certo timore.
Se non facciamo in modo che sul piano psicologico ci conquisti il convincimento che questa è una battaglia di liberazione, tutto rimarrà così. Faremo i progetti importanti, le forze dell'ordine faranno il loro dovere, ma dobbiamo anche motivare questi ragazzi. Bisogna anche dire il perché l'anno prima ci sono stati 43 arresti, così mi pare che lei abbia detto. L'anno dopo, se ben ricordo, ve ne sono stati 111. Ma perché 43 e 111? Poi mi dice che i reati sono diminuiti, però sono aumentati gli arresti. Perché non si facevano prima? Qualcosa non ha funzionato. Non so se il mio ragionamento ha una sua logica. Sono diminuiti i reati oggi, ieri i reati erano alti, però ci sono stati 43 arresti. Oggi sono diminuiti i reati, ma gli arresti sono di più. E perché ci sono ora più arresti e questi arresti non si facevano ieri? Oggi la situazione è difficile, ma era difficilissima anche ieri.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARIO TASSONE. Ritengo che questi dati debbano certamente far riflettere, signor Presidente, ma oltretutto - e finisco - la cosa più drammatica è che i vertici degli enti locali si sentono profondamente soli. Ecco perché ritengo che loro debbano rappresentare un momento di riferimento per i processi di avanzamento. Forse qualcosa in più o qualche riflessione in più bisogna pur farla, perché altrimenti tutto scade negli adempimenti di carattere formale e sostanziale.
Non sappiamo dove finisce la forma e inizia la sostanza e viceversa. Per questi motivi, signor Presidente, proprio raccogliendo il suo invito e la sua sollecitazione, non ce l'abbia signor sottosegretario, ma non mi posso dichiarare soddisfatto. C'è il porto di Gioia Tauro che è un inno a situazioni poco chiare, non mi posso, lo ripeto, dichiarare soddisfatto. Questi fatti e questi drammi non si possono ovviamente esorcizzare con qualche battuta né da parte sua né da parte mia. Pur prendendo atto del suo impegno e della sua serietà, raccolga anche questa mia posizione che vuole essere ancora una sollecitazione ad operare in una visione forse diversa rispetto a quella che abbiamo seguito fino ad oggi.

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(Iniziative per garantire la continuità della produzione dello stabilimento Alcoa di Portovesme - n. 2-01679)

PRESIDENTE. L'onorevole Mereu ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01679, concernente iniziative per garantire la continuità della produzione dello stabilimento Alcoa di Portovesme (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

ANTONIO MEREU. Signor Presidente, signor sottosegretario, siamo qui ancora una volta a parlare di un problema a cui noi teniamo molto: l'Alcoa. Mi rendo conto che ne parliamo spesso, ma questa evidentemente non è una colpa di chi presenta l'interpellanza urgente ma, evidentemente, il problema non solo è difficile ma tarda a trovare una soluzione, che noi invece riteniamo possibile.
Prima di affrontarlo nel particolare, vorrei fare una premessa perché il problema Alcoa si colloca all'interno di una situazione sia nazionale, sia locale e sia regionale molto importante, per cui ciascun problema, secondo il contesto in cui è inserito, acquisisce un'importanza superiore. Perché dico questo? Perché oggi uno dei grossi problemi che abbiamo in Italia è quello del lavoro, della disoccupazione e questo problema in Sardegna è ancora più grave; oggi andare per le strade e cercare uno che lavora è estremamente difficile, è molto più facile trovare cassintegrati, persone in mobilità e disoccupati, e tra questi moltissimi laureati. Quindi c'è una tensione sociale che acuisce un problema, perché se fosse un solo problema probabilmente l'affronteremmo in maniera diversa, messo in questa realtà invece ha un'importanza rilevante perché rimane una delle poche possibilità di dare sviluppo ad un'intera regione e soprattutto ad un territorio.
Tra le altre cose, la Sardegna soffre in particolare di un'insularità che purtroppo la penalizza in tutte le sue manifestazioni di dove si vuol produrre o comunque dove si vuole fare impresa; i problemi relativi all'energia elettrica e ai trasporti la penalizzano anche nei confronti dell'Italia, che, a sua volta, è penalizzata nei confronti europei. Quindi oggi ci troviamo ad affrontare un mercato che è impari perché nel momento in cui le nostre imprese sarde cercano di produrre in un mercato libero, dove dovrebbero vincere solo i migliori ma i presupposti per produrre sono un handicap per le aziende stesse, è chiaro che se non si interviene non possiamo oggi accusare la Sardegna ed i lavoratori della Sardegna che non lavorano. Lavorano e forse lavorano più degli altri, se è vero come è vero che l'alluminio che produciamo in Sardegna è di altissima qualità ed è ricercato, però ha un costo dovuto agli eccessivi costi dell'energia elettrica. Allora, per entrare nel particolare, che cosa succede?
Succede che Alcoa, società americana, va via, proprio perché questi problemi non riesce a superarli e perché anche noi, come Stato, non veniamo incontro ad una situazione che la rende perdente nel commercio internazionale. Il problema vero è fare in modo che vi sia una società nuova che acquisisca l'ex stabilimento dell'Alcoa. La domanda è: si può pretendere che si possa vendere uno stabilimento alle stesse condizioni di coloro che stanno andando via?
È chiaro che, nel momento in cui accettiamo tutti che si possa trovare un interlocutore, perché, di fatto, non solo chi parla, ma il Governo stesso, sostiene che oggi vi sono diversi interlocutori interessati, questi soggetti interessati possono trovare la loro soddisfazione solo se trovano un minimo di convenienza che gli permetta di essere concorrenti a livello internazionale.
A questo punto, voglio anche evidenziare il ruolo della politica, in questo caso: come può la politica essere insensibile ad una situazione di così grossa difficoltà sociale, dove i disoccupati, oggi, non hanno un minimo di speranza? La politica deve essere di guida e di rappresentanza. È pur vero che noi abbiamo passato la guida a voi, però è altrettanto vero che cominciate a sentire il peso di che cosa significhi cercare di portare a soluzione problemi Pag. 59che riguardano coloro che lavorano, perché è difficile spiegare a chi non ha niente come si sta sviluppando il nostro Paese.
Quindi, è certamente un problema raggiungere il pareggio del bilancio e ritornare credibili in Europa, ma, nello stesso tempo, bisogna trovare il consenso in questo Paese, e questo consenso lo si può trovare solo se la gente sta bene. Infatti, è chiaro che, se continuiamo a stare in questa maniera, le reazioni saranno sempre più forti e noi non è che non ne siamo responsabili: noi siamo obbligati a rappresentare alla Camera e al Governo che questi problemi comportano sempre difficoltà maggiori, e che quindi una società basata su situazioni economiche e sociali di questa natura non è che porti, poi, ad un futuro credibile e sostenibile.
Quindi, dicevo che, una volta che abbiamo stabilito, perché lo abbiamo stabilito, che la produzione in Italia di alluminio trova un mercato, questo mercato è sostenibile attraverso una produzione più economica. Anche lì sono stati fatti dei passi: il Governo si era impegnato per fare in modo di avere una parte di agevolazioni, ma aveva anche preso altri impegni. Voglio ricordare che il 27 marzo 2012 vi è stato un accordo con il Ministero, che leggo perché mi piace ricordarlo, dove si prevede che «il Ministero favorirà la stipula di contratti bilaterali con i maggiori produttori».
Questo è un punto nodale: noi non abbiamo saputo se questi contratti vi sono stati e se hanno portato e prodotto qualcosa. Ci chiediamo, per esempio: possiamo, in una situazione come questa, far sì che l'Enel rimanga estranea? Possiamo pensare che il Governo, che è azionista anche dell'Enel, non possa, in qualche maniera - se ci crede, ovviamente, perché se non ci crede è un altro discorso, ma se ci crede, e noi riteniamo che ci debba credere - fare in modo che si possa avere quello che gli altri Governi danno?
La cosa buffa è che noi ci riteniamo i migliori, privatizziamo la nostra energia e poi, da soli, ci facciamo del male. Io credo che sia una cosa insostenibile e che, in qualche maniera, dobbiamo fare pressioni su questo ente che produce energia e che, come qualche collega ha fatto notare in altre circostanze, guadagna moltissimo in Sardegna, perché non si preoccupa neanche di fare in modo che le proprie centrali abbiano quel rendimento che tutte le centrali in altre parti d'Italia hanno; invece, le mantiene in una situazione di fatto molto deprecabile, perché, comunque sia, «mamma Stato» le retribuisce nella maniera che desidera.
Quindi, credo che bisogna fare uno sforzo molto forte perché l'Enel sia resa partecipe di questa situazione e obbligata a far sì che stabilimenti come questo diventino produttivi, perché diversamente ci prenderemmo un po' in giro.
Vi è anche un altro aspetto che abbiamo evidenziato per far sì che l'energia abbia un costo inferiore. Non dimentichiamo, infatti, che all'interno di una fabbrica che produce alluminio, l'energia diventa percentualmente materia primaria. Non stiamo parlando di un elemento che incide poco, ma del materiale più importante che incide per il 33-35 per cento. Senza l'energia non si può andare avanti. Noi riteniamo però che questo sia possibile e che, per esempio, si possa intervenire anche su quegli oneri di dispacciamento e di trasmissione dell'energia. Noi abbiamo centrali «a bocca» di stabilimento, perché dobbiamo far loro pagare gli oneri che pagano altre, distanti centinaia di chilometri? Quindi, incidendo anche su questo probabilmente abbasseremmo il prezzo e lo renderemmo compatibile con quello di mercato.
Vorrei concludere con un'osservazione che, sicuramente, è contro corrente. Sentivo in televisione, anche oggi, che il Presidente del Consiglio parlava di un futuro Governo che dovrà tenere sempre conto delle regole europee. Siamo d'accordo, ma quando le regole europee ci vedono sempre perdenti mi chiedo se ci vogliamo fare un esame di coscienza. Della crisi che oggi stiamo affrontando si pagano le conseguenze soprattutto in Sardegna, perché abbiamo problemi di porti, di comunicazione con gli aerei, di collegamenti navali. Nelle direttive europee la Sardegna non è Pag. 60mai menzionata! Qualunque intervento di tipo europeo che preveda dei programmi sino al 2050, come affrontato nelle diverse Commissioni o all'ordine del giorno dei lavori dell'Aula, non riguarda mai la Sardegna perché questa, purtroppo, è un'isola che l'Europa non vuole neanche vedere. Quindi noi siamo obbligati a reagire e a portare questa situazione alla vostra attenzione perché se non urliamo nessuno ci vede!
La Sardegna è estremamente penalizzata, come dicevo prima, in tutti i campi. Non posso sentirmi dire che non abbiamo programmato. Cosa possiamo programmare? Non possiamo programmare nulla! Tutto ci costa! Tutti sapete che per venire in Sardegna in aereo servono mille euro, mentre con 600 euro vado a New York e vi sto cinque giorni. Si vuole puntare sul turismo? Ma le navi non ci sono, non sappiamo quando partono e quando arrivano, tolgono le rotte. Questa è una situazione insostenibile!
Quindi, ritornando allo stabilimento Alcoa, mi chiedo se vogliamo affossare anche questa impresa che riteniamo possa dare benessere e occupazione a questa terra dimenticata da tutti. Uno sforzo lo dobbiamo fare! Se questa crisi viene dall'Europa, non lo dico io, leggo i giornali, lo dicono gli esperti e anche il nostro Governo, dall'area Europa, e dipende dall'Italia, di fronte ad una crisi mondiale ed europea devo trovare le soluzioni a casa mia? È come se in Sardegna vi fosse una difficoltà di produrre e di trasportare energia e io facessi un intervento a casa mia e cambio l'interruttore della lavatrice. Stiamo davvero scherzando? Bisogna andare alla fonte che è il malessere europeo e questa distrazione europea nei confronti di un'isola che, evidentemente, non vuole vedere.
Parliamo dell'aiuto di Stato. Questo, così come è stato concepito quando l'Europa era «grassa» poteva anche andare bene, perché l'aiuto di Stato serve a distinguere coloro che non sono capaci da coloro che invece sono capaci. Questo è giusto. Quindi se un'azienda non riesce a produrre perché ha dei demeriti, non vedo perché la si debba aiutare, ma se tutte le aziende vanno male, dov'è l'aiuto di Stato?
Quando le banche andavano male, le abbiamo aiutate. E perché le aziende no? Perché ad un'azienda si deve dire di no? Ma il problema riguarda anche tutte le altre, non si tratta solo di Alcoa: io ho presentato un'interpellanza urgente su Alcoa, che si sta svolgendo oggi, ma domani verrò a parlare di Eurallumina, di Carbosulcis e della Sardegna. Ma state attenti: la Sardegna è la punta di un iceberg, perché il problema della delocalizzazione delle industrie sarà un problema nazionale. Marchionne ne parlava: se in Brasile gli regalano lo stabilimento, va in Brasile. Possiamo condannare, possiamo mettere in discussione tutto, ma le imprese, soprattutto quelle multinazionali, vanno dove stanno bene. Allora, per trovare lavoro, occorre che noi le facciamo stare bene in Italia, altrimenti non ci sarà niente da fare.
E, soprattutto, stiamo attenti anche al sociale. Qualcuno si vanta come se fosse un merito.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Mereu.

ANTONIO MEREU. Io vorrei che al problema sociale non assistessimo mai, ma poiché siamo costretti, per finanziarlo, ricordiamoci sempre che abbiamo bisogno che venga finanziato e per essere finanziato dobbiamo produrre, altrimenti poniamo in essere servizi che poi non servono a niente.
Quindi, invito il Governo e mi auguro che risponda in modo tale che ci permetta di essere tranquilli dopo tale intervento.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Carlo De Stefano, ha facoltà di rispondere.

CARLO DE STEFANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, do lettura della risposta fornita dal Ministero dello sviluppo economico.
In relazione alle richieste dell'onorevole interpellante, relative alle manifestazioni Pag. 61di interesse, occorre precisare, prima di altre considerazioni, che le stesse sono indirizzate alla proprietà dello stabilimento e che il ruolo del Governo è di vigilare sul corretto comportamento di Alcoa nell'affrontare le proposte che giungono dai potenziali interessati all'acquisizione.
Ciò premesso e depurate le manifestazioni di interesse, che purtroppo non sono andate a buon fine, al Governo risultano pervenute ad Alcoa altre tre proposte da imprese operanti nel settore. Per due di esse risulta che il confronto diretto è in corso. Il Governo è, infatti, in costante rapporto con le parti al fine d favorire il superamento di eventuali ostacoli.
Il Ministero dello sviluppo economico segue con particolare attenzione questa vicenda e sarà cura dello stesso darne ampia comunicazione non appena si sarà in possesso di notizie più dettagliate.
Per quanto riguarda le problematiche concernenti il costo dell'energia, si segnala quanto segue. Il gap di prezzo delle forniture elettriche tra l'Italia e il resto d'Europa non riguarda la Sardegna ma l'intero Paese e non è ascrivibile a differenze locali e territoriali, ma ad un insieme di cause (mix produttivo, condizioni di approvvigionamento di gas e via dicendo) su cui il Governo sta operando, come dimostra la recente strategia energetica nazionale, su cui è stata lanciata la consultazione.
Il sistema elettrico sardo ha peraltro superato la situazione di relativo isolamento rispetto al resto del continente, grazie al nuovo elettrodotto di collegamento (SA.PE.I), che ha consentito di allineare il prezzo all'ingrosso in Sardegna con quello del resto dell'Italia centro-meridionale. La nuova infrastruttura oggi consente alla Sardegna un interscambio di energia e di servizi con il continente, che rende il mercato sardo più integrato e più sicuro.
Fatte queste precisazioni sul contesto in cui opera lo stabilimento Alcoa di Portovesme è noto che, nella trattativa con i potenziali acquirenti dell'impianto, si stanno esaminando attentamente anche le condizioni che riguardano il prezzo dell'energia, ivi inclusi possibili contratti bilaterali, con il massimo impegno da parte del Governo di trovare soluzioni compatibili con le regole europee e sufficienti a salvaguardare la produzione.
Nel nostro sistema, esistono già molte agevolazioni per le produzioni energivore, come ad esempio esoneri dal pagamento di molti oneri di rete e di sistema, interrompibilità, interconnector, che consentono di avere prezzi sostanzialmente in linea con il resto d'Europa.
Per quanto riguarda la Sardegna, si ricorda anche come il Governo abbia ottenuto il via libera dalla Commissione europea al rinnovo per ulteriori tre anni (2013-2015) della misura di interrompibilità speciale per le isole Maggiori, che prevede una remunerazione raddoppiata per i clienti che prestano tale servizio, rispetto a quanto corrisposto nel resto del Paese.
Grazie al complesso delle agevolazioni citate ed al servizio di interrompibilità, è possibile garantire allo stabilimento di Portovesme una prospettiva di prezzo dell'energia intorno a 35 euro per megawattora, valore non superiore e, anzi, in alcuni casi anche inferiore al prezzo delle analoghe forniture che pagano oggi gli smelter europei.
La richiesta di Glencore di avere una fornitura assicurata a 25 euro per megawattora per dieci anni è stata valutata non compatibile con il complesso dei vincoli normativi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea e, soprattutto, non motivata da esigenze di competitività sul mercato europeo, tenuto conto di quanto detto sopra sui prezzi mediamente riscontrabili.
Pertanto, il valore di circa 35 euro per megawattora è il limite inferiore che attualmente è possibile assicurare tramite strumenti lineari, coerenti con i principi di concorrenzialità e con le norme del mercato interno dell'energia, e che oggi viene ritenuto adeguato da altri potenziali acquirenti.
La promozione di eventuali accordi speciali tra i produttori e le imprese, con Pag. 62l'obiettivo di assicurare a queste ultime prezzi più favorevoli, può in generale essere contemplata tra le strade percorribili per abbassare il costo della fornitura soprattutto dei grandi consumatori industriali, con il vincolo di non andare al di sotto dei costi di produzione e di non provocare distorsioni sul mercato, tenendo presente che le contrattazioni bilaterali in un mercato liberalizzato non sono oggetto di interventi diretti da parte del Governo.

PRESIDENTE. L'onorevole Mereu ha facoltà di replicare.

ANTONIO MEREU. Signor Presidente, dico subito che ovviamente non sono soddisfatto, né il sottosegretario poteva pensare che lo fossi. È vero che il Governo deve vigilare, ma deve vigilare su tutto però, non è che può mettersi a pensare che, guardando da una finestra, si gestisce un Paese. Credo che vigilare voglia dire qualcosa di più. Il problema si pone in questi termini. Come dicevo io all'inizio, se questo problema, a livello di produzione, è basato sui costi energetici, bisogna vedere se ci crede o non ci crede. Se mi dice che sono quei costi che hanno altre industrie noi diremmo: come mai non siamo competitivi? A noi non risulta questo. Così come quando parla dei collegamenti della Sardegna con il resto del Paese: certo che ci dà sicurezza, ma quando si dice che i costi di produzione sono più alti in Italia, non lo dico io, ma l'Autorità per l'energia, quando abbiamo approvato la legge n. 80, che stabiliva addirittura i prezzi, che poi abbiamo abbandonato per altri motivi, ma comunque quei prezzi erano stati previsti attraverso un intervento dell'autorità del controllo dell'energia elettrica che aveva appositamente predisposto un bando per studiare il sistema elettrico, da cui si era evinto che la Sardegna risultava penalizzata.
Noi riteniamo che sia tutt'oggi penalizzata. Poi, quando mi parla delle agevolazioni, sappiamo che cosa vuol dire investire in uno stabilimento di alluminio? Pensiamo che, dando ad un eventuale compratore tre anni di garanzia (di un qualunque prodotto), possa essere soddisfacente per chi deve investire centinaia di milioni di euro? Credo che siamo fuori. Chi deve comprare come minimo deve avere la possibilità in «x» anni di potersi rifare, ma certamente non sono tre anni. Quindi, i problemi sono diversi. Per vendere uno stabilimento, ripeto sempre, il problema è se ci crediamo. Perché se non ci crediamo i motivi per non crederci sono quelli che sono stati elencati. Noi ci dobbiamo credere per un motivo molto semplice, perché non possiamo noi pensare di non difendere i lavoratori non in Sardegna - l'ho detto prima - ma in Italia. Dobbiamo stabilire se noi, a livello nazionale, dobbiamo avere un programma industriale per le nostre industrie, perché - lo ripeto ancora una volta - la Sardegna è una punta di iceberg ma interviene su tutto.
Quindi, noi diciamo che il Governo deve cercare di fare l'impossibile. Quando lavoravo in una centrale elettrica, se vi erano problemi, anche non riuscendo a risolverli, ci aspettavamo da tutti la faccia triste nel senso che tutti dovevano essere nel problema. Non è che si possa dire: non si può risolvere. E, quindi, dal Governo mi aspetto la stessa cosa. Una cosa è dire che una cosa non la si può fare, un'altra è dire che abbiamo tentato, ma non ci siamo riusciti. Ma noi dobbiamo fare in modo che questo Governo sia sensibile al problema dell'occupazione e noi, come ripeto ancora una volta, in Sardegna, se vogliamo pensare ad un minimo sviluppo, anche in altre attività, non possiamo rinunciare a quello che oggi l'industria ci può dare, perché sono tutti elementi che ci possono permettere di rendere possibile una produzione che garantisca nel tempo una seria occupazione e una garanzia di investimenti che servono per fare altre cose. Ma non possiamo permetterci di fare questo discorso, perché è come dire: signori cari, non c'è niente da fare. E noi lo respingiamo. Non possiamo accettarlo, non possiamo dire che non possiamo con l'ENEL. Può darsi che non possiamo a livello epistolare, per iscritto, ma sicuramente possiamo, se è vero com'è vero, che rappresentiamo il 31 per cento anche lì Pag. 63dentro. In altre parole, e non voglio insegnare niente a nessuno né mi permetto e chiedo scusa a tutti, il compito vero di far politica è fare leggi che superino certe problematiche. Noi oggi, per l'editoria, per i problemi che ci sono stati sui giornali, stiamo approvando una legge. In altre parole, non è che abbiamo detto che non si può. Stiamo approvando una legge che permetta a direttori di giornale e a giornalisti di potersi esprimere in una certa maniera e questo compito ce l'abbiamo anche per le altre cose. Si possono raggiungere o non si possono raggiungere, ma mai buttare i remi in barca. Ecco quello che non mi aspetto io.
Quindi, dico: noi crediamo in queste cose? Siamo convinti che si possa fare? Serve la produzione di alluminio? Perché poi lo dobbiamo comprare dall'estero e dobbiamo comprare tutto dall'estero. E, allora, se queste cose servono, se ne siamo convinti, mi aspetto che il Governo faccia anche quello che forse non si può fare, ma che bisogna fare. Signori, se siamo tutta gente attenta alle problematiche, se oggi Alcoa è conosciuta in tutta Europa, è grazie alle lotte dei lavoratori, è grazie ad una tensione sociale altissima per cui viene ripresa a livello internazionale. Ma questo non preoccupa? Questo non è un compito nostro della politica? Ma questo non fa parte del nostro lavoro? Perché se vi fosse l'alternativa, sarebbe una cosa diversa e, infatti, l'ho detto in premessa: la cosa importante di un problema è circoscriverlo alla realtà in quel momento. E, siccome - ripeto - abbiamo vissuto per tanti anni, è stato criticato anche il Governo precedente quando ha previsto certe cose in Sardegna, ma credo sia stata una genialità: pensate, nel 1970, in una situazione molto diversa da questa, molto meno disperata, un Governo ha disposto tre stabilimenti che hanno lavorato per quarant'anni, producendo benessere. E diciamo che hanno sbagliato? Ma stiamo scherzando? Hanno avuto un'idea luminosa per far star bene comunque la gente.
E se oggi sono in difficoltà, è perché siamo diventati Europa e questa Europa probabilmente ha anche qualche piccolo svantaggio che dobbiamo cercare di ammortizzare perché non è possibile che la parola d'ordine europea (e faccio riferimento ripeto alla mia Commissione, la Commissione trasporti, quando esaminiamo queste direttive), il concetto principale sia questo: gli investimenti si fanno laddove c'è un ritorno immediato. Questo vuol dire che il ritorno immediato ce l'ha solo chi sta bene; chi sta male non dà mai il ritorno immediato. È questo che io contesto e, quindi, dico ancora una volta che noi saremo sempre vigili. Sappiamo, tra l'altro, che il Governo andrà in Sardegna il 13 novembre, almeno così mi dicono, per parlare proprio di queste situazioni. Mi auguro che faccia anche un gioco di squadra e che, magari, oggi non voglia dire quello che vorrà dire il 13. Mi illudo che sia questa una soluzione.
Però, io credo che questo problema, che conosciamo in particolare, abbia la possibilità reale di essere superato senza danneggiare nessuno e senza porre problemi al resto dell'Italia. Infatti, credo che questo stabilimento, con un intervento che - come abbiamo detto - può essere fatto sia a livello di contratti bilaterali, che riteniamo siano possibili, sia attraverso costi minori, specialmente sul dispacciamento e sulla trasmissione dell'energia, possa raggiungere un risultato positivo e che, ancora una volta, permetta a chi vive quelle realtà di essere una premessa. Infatti dobbiamo sperare tutti che finalmente si pensi ad uno sviluppo diverso, ma per pensare ad uno sviluppo diverso nel territorio abbiamo bisogno di un'economia che sappia sostenere qualcosa di diverso. Non vedo cosa possa nascere dalla povertà e dalla disoccupazione: assolutamente niente. È un compito della politica affrontare queste tematiche.

(Elementi e iniziative in merito alla morte di un detenuto presso l'istituto penitenziario di Baldenich nel comune di Belluno - n. 2-01696)

PRESIDENTE. L'onorevole Papa ha facoltà di illustrare la sua interpellanza Pag. 64n. 2-01696, concernente elementi e iniziative in merito alla morte di un detenuto presso l'istituto penitenziario di Baldenich nel comune di Belluno (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

ALFONSO PAPA. Signor Presidente, da organi di stampa si apprendeva, il 6 ottobre del 2012, che all'interno della struttura penitenziaria di Baldenich, in Belluno, un detenuto tunisino si era tolto la vita impiccandosi con la cintura del proprio accappatoio.
Va rilevato che la notizia di questo decesso è stata data soltanto quattro giorni dopo il decesso stesso. Come si evidenzia da quanto rappresentato dall'associazione «Ristretti orizzonti», che per prima ha dato la notizia di questo decesso, il detenuto suicida si toglieva la vita nel bagno della cella. Quello che inoltre sorprende è che, a distanza di poche ore dopo il suicidio, il compagno di cella di questo detenuto tentava lo stesso gesto insano e non riusciva a portarlo a compimento solo grazie all'intervento del personale di polizia penitenziaria.
La vicenda in realtà non rappresenta purtroppo qualcosa di particolarmente inedito o di particolarmente nuovo. Il suicidio di cui stiamo parlando è stato il quarantaquattresimo dall'inizio dell'anno. Giova ricordare che, dopo quel suicidio, altri ve ne sono stati fino ad oggi, proseguendo con una media - una lugubre media -, che purtroppo caratterizza anche quest'anno la realtà delle morti nelle carceri italiane, di un decesso ogni cinque giorni.
La particolarità di questa vicenda - che peraltro devo dire, per lealtà e per correttezza, matura all'interno di una struttura che non è tra le strutture che si sono segnalate o si segnalano per quelle di maggiore sofferenza all'interno del panorama penitenziario italiano - è il lungo lasso di tempo che ha caratterizzato l'intercorrere tra la morte del detenuto e il fatto che di questa morte sia stata data notizia e sopratutto la singolarità della scansione temporale di un evento analogo, non riuscito fortunatamente, come dicevo, per l'intervento degli agenti.
Io ho chiesto di conoscere - e con me i parlamentari che hanno sottoscritto questa interpellanza - le condizioni nelle quali si sono maturate e si sono verificate queste realtà e di conoscere dal signor rappresentante del Governo le condizioni della cella all'interno della quale sono avvenuti questi accadimenti.
Soprattutto, chiedo di conoscere le iniziative che sono state poste in essere dal Ministero della giustizia per sapere cosa esattamente sia accaduto, anche in relazione all'eventualità della pregressa conoscenza di una condizione di disagio psichico nel quale versavano i protagonisti di questo episodio.
Chiedo, infine, di conoscere se, all'interno della struttura del carcere di Belluno, siano presenti i supporti psicologici - in quali numeri e con quali possibilità - e di sostegno in generale per i detenuti.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Sabato Malinconico, ha facoltà di rispondere.

SABATO MALINCONICO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, onorevole Papa, con riferimento alla sua richiesta di notizie in merito al decesso di Ezzedine Slimani - avvenuto presso la casa circondariale di Belluno in data 1o ottobre 2012 -, le comunico che il gesto estremo è avvenuto mediante impiccagione, utilizzando la cintura dell'accappatoio annodato e legato a forma di cappio ai tubi del riscaldamento del bagno della camera detentiva.
Il predetto detenuto era stato tratto in arresto il 22 maggio 2012 ed aveva la posizione giuridica di soggetto giudicabile per il reato di detenzione e spaccio in concorso di sostanze stupefacenti di cui agli articoli 73 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 e 110 del codice penale, ed era, quindi, a disposizione del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Padova.
Dalla documentazione acquisita dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Pag. 65risulta che il detenuto in questione è stato soccorso prima dal compagno di cella ed immediatamente dopo dal personale di polizia penitenziaria. Trasportato in infermeria, è stato visitato dal medico di guardia e dal personale del 118 che, dopo avergli praticato gli interventi rianimatori di rito, ne hanno constatato l'avvenuto decesso.
Dalle risultanze in atti emerge, inoltre, che la cella occupata dallo Slimani era di 28,88 metri quadrati e che era occupata da quattro detenuti. Il locale detentivo era stato ristrutturato di recente ed era dotato di servizio igienico e lavabo, sebbene privo di doccia, peraltro collocata all'interno dell'impianto docce comuni sito al piano terra della sezione.
La notizia del suicidio è stata prontamente comunicata dalla direzione dell'istituto di Belluno al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che, il giorno stesso dell'evento, ha provveduto a dare ulteriore seguito agli obblighi informativi del caso.
Sull'accaduto è stata, inoltre, avviata un'indagine amministrativa affidata al provveditore regionale per il Triveneto, al fine di appurare le cause, le circostanze e le modalità del decesso. Detto provveditore è stato, altresì, invitato ad acquisire gli esiti degli esami necroscopici e autoptici, ove disposti dalla competente autorità giudiziaria sulla salma dello Slimani.
Detto ciò, tengo a rappresentarle che, durante la permanenza presso l'istituto bellunese, non sono stati rilevati nello Slimani fattori psichici atti a destare uno specifico allarme.
Quanto, poi, al tentato suicidio, sempre tramite impiccagione, posto in essere dal detenuto Saber Khalfi, compagno di cella dello Slimani, comunico che il gesto estremo è stato sventato dal personale di sorveglianza, prontamente intervenuto all'interno della cella detentiva. Soccorso tempestivamente, il citato detenuto ha, infatti, ripreso a respirare ancor prima dell'arrivo del medico.
Il tentato suicidio, come riferito dallo stesso Saber, è stato posto in essere perché lo stesso si sentiva responsabile della morte del compagno di cella. In ragione delle motivazioni addotte, nei confronti del Saber è stato disposto un regime di grande sorveglianza. Il predetto è stato, inoltre, opportunamente segnalato sia all'educatore che allo psicologo, per garantirgli frequenti colloqui di sostegno.
Per quanto riguarda, poi, in generale il sostegno psicologico garantito ai ristretti del penitenziario di Belluno, segnalo che le unità di personale dell'area psico-pedagogica operanti nel citato istituto sono complessivamente tre, di cui due unità appartenenti alla professionalità giuridico-pedagogica (educatori) e un esperto ex articolo 80 dell'ordinamento penitenziario per complessive undici ore mensili. A tali operatori si aggiunge uno psicologo del SERT.
Per completezza di informazione, tengo a segnalare che la competente Direzione generale dell'amministrazione penitenziaria ha già da tempo posto il tema dei suicidi in carcere al centro della propria attenzione. Ed infatti, al fine di ridurre il triste fenomeno dei suicidi e degli atti di autolesionismo, sono state fornite agli istituti penitenziari direttive utili ad «intercettare» i comportamenti rivelatori di disagio psichico o di tendenza depressiva, con lo specifico intento di porre in essere interventi di supporto per prevenire atti irreparabili e gesti auto o etero aggressivi.
Peraltro, in una situazione di grande difficoltà, caratterizzata da un aumento consistente della popolazione detenuta, l'obiettivo perseguito è quello di creare un collegamento tra le varie aree dell'istituto e gli operatori esterni, al fine di ottimizzare le risorse a disposizione e creare una rete di interventi capaci di coinvolgere l'intera struttura nella risposta alla problematica.

PRESIDENTE. L'onorevole Papa ha facoltà di replicare.

ALFONSO PAPA. Signor Presidente, ringrazio il rappresentante del Governo. Devo dire, però, di non riuscire a ritenermi soddisfatto da questa risposta. Comprendo la difficoltà e il disagio di Pag. 66incardinare, all'interno di una locuzione tecnica, quella che purtroppo è una tragedia sociale, e anche politica, che sta attraversando questo Paese.
In questo fine di legislatura spesso ho la sensazione di assistere ad un Esecutivo tecnico che guarda con comprensibile distacco ad una politica, a destra come a sinistra, interessata probabilmente, in questa fase, solo ed unicamente a garantirsi un'autoconservazione ed una permanenza in determinate posizioni, piuttosto che a fare politica e a combattere per la realizzazione di diritti civili. E non posso non ricordare a me stesso come nei giorni scorsi, all'interno di quest'Aula, stancamente, si è consumato l'ennesimo rito della ratifica della Convenzione contro la tortura. Lo dico perché in Italia, nell'indifferenza anche ai livelli istituzionali più alti, noi abbiamo il ripudio della pena di morte, ma in pochi altri Paesi occidentali e democratici si «muore di carcere» come in Italia.
Comprendo la preoccupazione del rappresentante del Governo di chiarire puntualmente le risposte di prassi da dare ad un'interpellanza del genere. Non posso però non rilevare, soprattutto a fronte dell'indifferenza della politica rispetto a questo tema, come - in considerazione del fatto che un anno e mezzo fa il Presidente della Repubblica definì una «prepotente urgenza» la soluzione del problema carcerario, salvo poi, devo dire, non ritenere nemmeno ad oggi di rivolgere un messaggio alle Camere affinché questo tema sia affrontato - tutto questo continui a svilupparsi in un rito abbastanza stanco.
Vi tralascerò quelle che possono essere considerazioni di carattere personale o di carattere intimistico rispetto a temi di questo genere. Credo però che, rispetto a quest'Aula e all'attenzione che da quest'Aula dovremmo riporre rispetto a questi temi, soprattutto per la gente e per i cittadini, dobbiamo ricordare che la realtà del carcere italiano, dove si realizza una morte ogni cinque giorni, è semplicemente la punta dell'iceberg, la propagazione dell'inefficienza, della antidemocraticità e della totale pesantezza del sistema giudiziario, con i suoi limiti, con la sua autoreferenzialità e con la sua indifferenza rispetto al tema dei diritti civili.
Signor rappresentante del Governo, lei che è un tecnico ed è persona considerata con grande livello di stima e di riguardo da chi proviene dal mondo del diritto e anche dal mondo della magistratura, ha tenuto a precisare che la cella era, appunto, di 20 metri quadri.
Ho percepito, in questa sua precisazione, un punto di chiarificazione. Lei, forse, lo ha fatto in termini un po' freudiani, se mi posso permettere, atteso che ai quattro metri quadri riservati ai detenuti di quella cella corrisponde una media di circa due metri quadri riservati ai detenuti nelle carceri italiane, che li pone a metà strada tra i maiali da allevamento, per i quali la legge prevede almeno tre metri quadri a capo per il pascolo, e le salme, per le quali il testo unico cimiteriale prevede almeno un metro quadro.
Tuttavia, anche lei, nell'elaborazione della risposta, che - lo ripeto - è formalmente ineccepibile, non può esimersi dal rilevare i dati assolutamente insoddisfacenti che caratterizzano l'assistenza psicoformativa delle persone detenute. Anche lei ha dovuto precisare che le persone di cui stiamo parlando (una si è ammazzata e l'altra ha tentato di ammazzarsi) erano detenute in carcerazione preventiva, a disposizione dell'autorità giudiziaria, esattamente come circa la metà della popolazione penitenziaria italiana, che vive questo dramma in spregio, sostanzialmente, del principio di non colpevolezza e in violazione dei diritti umani minimi, viste le condizioni di questo carcere.
Ricordo allora a noi stessi e alla magistratura italiana che pratica l'applicazione della custodia cautelare che recentemente il World Economic Forum e la Banca mondiale, con il rapporto presentato la settimana scorsa del Doing Business, ci pongono al centoquarantanovesimo posto nei Paesi per efficienza della giustizia, al di sotto dello Zimbabwe e del Ruanda; ricordo che questo rapporto evidenzia Pag. 67nella inefficienza del sistema giudiziario la prima causa del limite di competitività del sistema italiano.
Potremmo affrontare e vorremmo affrontare questo tema in termini accademici o dogmatici se ci riferissimo unicamente a caratteri civilistici o a caratteri puramente economici. In realtà, le persone che si ammazzano nelle carceri, in regime di carcerazione preventiva, rappresentano esattamente la cartina di tornasole di questi temi, che vedono indifferenti buona parte della magistratura e buona parte della classe politica.
Questa è una delle grandi responsabilità che si porterà dietro questa classe politica ed è uno dei motivi per i quali di molti che fanno politica in questi giorni in Italia probabilmente non si sentirà una grande mancanza nel futuro; tuttavia, questa è anche responsabilità di una classe politica che non ha saputo e non vuole cambiare, poiché esiste una proposta di legge da me presentata in Commissione giustizia, che ha raccolto il più alto numero di firme di questa legislatura ed è contro la carcerazione preventiva e l'abuso della carcerazione preventiva, che di fatto è ferma, perché vede l'indifferenza dei partiti nel farla camminare. Se mi permette, è anche la cartina di tornasole del limite e della responsabilità di questo Governo, che su questi temi, partendo da affermazioni molto importanti, che hanno fatto tanto sperare, da parte del Ministro della giustizia, di fatto, ad oggi, non ha voluto o non ha saputo o, forse, non ha potuto prendere le decisioni e le scelte che pure erano state promesse.
Quindi, con grande rammarico devo rilevare la correttezza formale e tecnica della sua risposta, ma anche la drammatica e assoluta insoddisfacenza di tale risposta in termini politici e in termini di sensibilità rispetto ad una tragedia italiana che vede il mondo particolarmente attento nel sostituire ormai da tempo l'Italia a tanti altri Paesi, come è stato strano per quel che riguarda il sistema penitenziario, come è stato agli ultimi posti per quel che riguarda il sistema giudiziario.
Rispetto a questo credo che il rigurgito di demagogia e di giustizialismo di questi giorni non riuscirà a mondare le coscienze di questa classe politica assente.
Probabilmente solo l'azione ispettiva dei pochi parlamentari volenterosi e forse insensibili alle attuali sensibilità di autoconservazione della politica e di compiacimento, anche della magistratura, potrà continuare a dare dei risultati attraverso l'azione ispettiva e l'azione di denuncia di uno Stato che sul tema delle carceri, consapevolmente, è ormai da tempo al di fuori ed al di là dei parametri di civiltà delle convenzioni che ottusamente continua a ratificare, non rendendosi conto che in questo modo giustamente si candida ad entrare nel novero di quelli che, altri Paesi avanzati, definiscono come «Stati canaglia».

(Iniziative volte ad assicurare la continuità territoriale aerea con la Sardegna, con particolare riferimento all'imposizione di oneri di servizio pubblico - n. 2-01709)

PRESIDENTE. L'onorevole Pili ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01709, concernente iniziative volte ad assicurare la continuità territoriale aerea con la Sardegna, con particolare riferimento all'imposizione di oneri di servizio pubblico (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

MAURO PILI. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, ieri il Ministro Passera ha affermato qui che la proroga, per quanto riguarda la continuità territoriale, sarà firmata nelle prossime ore e, nel contempo, nella stessa risposta, ha aggiunto che l'Alitalia avrebbe sottoscritto la convenzione di proroga che scadrà il 27 ottobre e, quindi, fra due giorni. Questi due elementi inducono questa interpellanza urgente, risalente ormai a qualche settimana fa, ad una sua contingenza ancora più rilevante rispetto a quella dei giorni passati. Pag. 68
Per quale motivo? Perché l'Alitalia si è resa responsabile con la complicità e, sottolineo, la connivenza di soggetti legati all'amministrazione statale che ne hanno omesso il controllo e che si sono resi responsabili di una grave omissione d'atti d'ufficio e di complicità nei confronti dell'Alitalia. Dico questo - e sottolineo la parola connivenza - perché la gravità dell'affermazione fatta ieri dal Ministro Passera in quest'Aula è tale che tenta di nascondere quella che è la comunicazione fatta, per le vie interne del Ministero dei trasporti, dal direttore generale dell'ENAC, Quaranta, che segnala al Ministro dei trasporti, quindi Passera, che vi è un'incongruenza, anzi una grave lesione dell'elemento cardine, che è quello della continuità territoriale in base alla sottoscrizione da parte di Alitalia delle convenzioni di proroga.
So di riferirmi ad un tecnico e a un esperto di procedure amministrative, e bene sa il rappresentante del Governo che qui ieri ha manifestato quella firma, che quella firma, se è avvenuta tre giorni prima della scadenza, è a sanatoria. E siccome il direttore generale dell'ENAC ha scritto che si tratta di una gestione fuorilegge dal 27 marzo 2012 al 27 ottobre 2012 tutto questo andava sanzionato, non soltanto con richiami formali, ma così come dice, trasmettendo la comunicazione al Ministero dei trasporti e alla stessa regione Sardegna, il direttore centrale dello sviluppo economico dell'ENAC il quale afferma: «le compagnie aeree stanno effettuando i voli secondo l'operativo della scorsa omologa stagione di traffico, senza la dovuta autorizzazione». Questo lo dice, lo ripeto, il direttore centrale dello sviluppo economico dell'ENAC. Di tale questione - rammenta sempre il responsabile dello sviluppo economico dell'ENAC - se ne era data menzione nel corso della richiamata riunione del 23 maggio scorso. Il direttore centrale conclude dicendo che i vettori in questione - e quindi Alitalia, che non aveva sottoscritto allora -, ponendosi in violazione dell'articolo 816 del codice della navigazione, risultano essere soggetti all'applicazione di sanzioni pecuniarie previste dal decreto legislativo n. 172 del 2007, per l'atterraggio e il decollo senza la preventiva autorizzazione delle bande orarie.
Quindi, vi era una dichiarazione esplicita del responsabile del procedimento, l'unico che poteva segnalare, verificare e riscontrare questo elemento, che diceva al Ministero: attenzione; le compagnie, senza aver firmato la proroga, che stanno viaggiando tra la Sardegna e il resto del continente, lo fanno senza avere alcuna autorizzazione.
Inoltre, il direttore centrale aggiunge: tale situazione, da un lato, espone l'ENAC, organismo deputato all'applicazione del citato decreto legislativo, a responsabilità per il mancato assolvimento degli obblighi di legge e, dall'altro, crea difficoltà al regolare svolgimento dell'attività aeroportuale negli aeroporti coordinati di Cagliari e di Linate.
È evidente che c'è un atto di confessione da parte dell'ENAC, e come può un Ministro di Stato affermare che tre giorni prima della scadenza della proroga l'Alitalia avrebbe firmato? Chi è il funzionario che ha raccolto la firma dell'Alitalia, e perché lo ha fatto senza prima sanzionare, senza far pagare quei 100 mila euro che è la sanzione che viene individuata - non si sa se per volo, per giornata di volo, se complessiva - e che certamente costituiva un elemento cardine anche per disciplinare la partecipazione alle gare successive?
Dico questo non perché sia un fatto irrilevante, ma perché è un fatto dirimente rispetto a una vicenda che vede in maniera scandalosa la connivenza tra questo Governo, la stessa regione (per alcuni aspetti), e l'Alitalia che si è resa artefice, proprio in queste ore - non so quanto confermata e se veritiera, ma che è riportata sugli organi di informazione - che sostiene che non accetterà in alcun modo la proroga che sarà decretata dal Ministro.
Quindi, significa che quella stessa proroga, che oggi viene concessa, avrà la inefficacia di quella precedente, cioè sostanzialmente la Sardegna sarà alla mercé delle compagnie aeree che continueranno Pag. 69a fare quello che vogliono, nonostante ciò determini una responsabilità sanzionabile in tutti i suoi aspetti, sia per quanto riguarda l'autorizzazione al decollo e all'atterraggio, sia per quanto riguarda, appunto, l'autorizzazione allo svolgimento di quei voli stessi in quella fascia oraria dedicata alla continuità territoriale.
Vi è una corsia, vi è una tratta che viene individuata dall'ENAC attraverso un apposito regolamento che riguarda le bande orarie, che definisce quelle rotte esclusivamente di competenza della continuità territoriale, quindi non si possono non esercitare. Chi ha sottoscritto, chi è mandatario di quella convenzione di proroga è obbligato a svolgerle tutte, non può svolgere soltanto quelle che gli fa comodo svolgere, ma deve svolgere integralmente il servizio di continuità territoriale, perché è un servizio onnicomprensivo, è un onere di servizio pubblico che viene imposto in base a regole nazionali e regole comunitarie.
E in questo si aggrava la posizione, che è richiamata con l'interpellanza che oggi propongo all'attenzione del Governo, in ordine al rapporto con le compagnie aeree. Risulta al sottoscritto - ma risulta agli atti del sottoscritto che ha citato e richiamato nell'interpellanza - che due compagnie aeree, Alitalia e Meridiana, abbiano partecipato di fatto ad una negoziazione sulla scrittura della gara d'appalto e del bando pubblico per la gestione delle continuità territoriale.
Questo è un reato. Quando due compagnie prescelte si siedono a un tavolo insieme ai funzionari addetti alla scrittura della gara d'appalto o della imposizione dell'onere di servizio pubblico, è evidente che siamo di fronte ad un reato conclamato. Perché dico questo? Semplicemente perché si è verificato quello che io ho denunciato qualche mese fa, e cioè che le compagnie aeree chiedevano e ricattavano su questo, inducendo il Governo e la regione a prevedere quella che l'amministratore delegato di Alitalia, Sabelli, qualche mese fa, prima che venisse allontanato da quel ruolo, chiamava «la necessità di assicurare un livello di flessibilità industriale nella continuità territoriale».
Voglio dire al rappresentante del Governo, che so essere autorevole per i rapporti con il Presidente del Consiglio, che la flessibilità industriale non ha niente a che fare con la legittimità e la legalità delle compensazioni che possono essere concesse. Non è un caso che quella conferenza di servizi di due giorni fa abbia legittimato questa richiesta fatta e avanzata, nell'ambito di una riunione tenutasi al Ministero dei trasporti, all'ENAC e nella stessa regione in cui Alitalia e Meridiana hanno posto l'esigenza di questa flessibilità. Tale flessibilità si è tradotta in due tariffe: la tariffa unica per nove mesi, per residenti e non residenti, e invece per tre mesi all'anno, nella stagione più importante per lo sviluppo della Sardegna, quella estiva, ci saranno due tariffe, una per i residenti e una per i non residenti.
Il Ministro ieri ne ha citato una a caso, quella che collega Alghero con Linate, e ha detto che costerà 167 euro la sola tratta Alghero-Milano, la più breve che riguarda gli aeroporti della Sardegna, che moltiplicata per due fa 334 euro. Ciò significa sostanzialmente aver chiuso, recluso la Sardegna nella sua insularità, senza dare quella continuità che è un diritto della Sardegna, non è uno sconto, non è un favore che ci viene concesso, è un diritto sacrosanto naturale alla continuità di due territori, quello insulare e quello del resto del Paese.
Basta soltanto un elemento, basta richiamare un semplice esempio. Sul Frecciarossa che collega Roma con Milano e Milano con Roma, un cittadino di Roma o di Milano può salirci d'estate o d'inverno senza che nessuno gli chieda il certificato di residenza e pagherà, l'uno o l'altro, per tutte e due le tratte, in un senso o nell'altro, la stessa tariffa. Non si capisce perché un cittadino di Milano, di Torino, di Verona, un emigrato debba pagare per arrivare in Sardegna tre o quattro volte tanto di quanto paga un residente. Direte: ma tu non fai gli interessi dei cittadini sardi. Pag. 70
Sì, sarebbe stupido, sciocco, stolto pensare di fare egoisticamente l'interesse solo ed esclusivamente dei residenti, dimenticandoci che i non residenti costituiscono un valore aggiunto per l'economia e ci mettono soprattutto alla pari delle altre regioni italiane ed europee. Saremo l'unica regione in Europa a chiedere il certificato di residenza per entrare nella nostra regione. Sarebbe quello il livello di flessibilità che è stato richiesto sottobanco, ma anche verbalizzato in maniera inopportuna, assolutamente da «dilettanti allo sbaraglio», registrato e in qualche modo messo a verbale negli incontri fatti al Ministero, in cui c'è scritto che quella è la richiesta delle compagnie aeree. Il bando della continuità territoriale non andava fatto in funzione delle compagnie aeree, il bando andava fatto in funzione dell'esigenza di una comunità regionale, di un territorio, di essere connesso con un altro.
Poi, con riguardo alle compensazioni, nell'interpellanza c'è scritto in maniera molto puntuale che il Ministero deve dire ai suoi funzionari, a quelli che hanno avallato quell'allegato tecnico della precedente gara, che lì dentro c'è una truffa. E quando parlo di truffa so di descrivere un atto illegale, compiuto nella definizione di quei costi che sono stati messi alla base di quell'allegato tecnico. Ne cito soltanto uno, quello dell'ammortamento degli aeromobili. In quell'allegato tecnico c'è scritto che bisogna ammortizzare un Airbus 320 per 50 milioni di euro, come se tutti gli Airbus che ruotano nella continuità territoriale della Sardegna fossero nuovi, posto che molti Airbus nel mondo si vendono anche nuovi a un prezzo minore.
Quella incidenza di 1.800 euro sul costo dell'ora volata, con la definizione anche del costo dell'handling, che è triplicato rispetto alla realtà, ha portato ad una proposta di compensazione del tutto anomala, assolutamente inaccettabile sul piano tecnico, sul piano giuridico e sul piano economico. Allora è evidente che non possiamo in alcun modo accettare che rappresentanti dello Stato avallino quel tipo di proposizione. Concludo, signor Presidente, dicendo che il Ministro ieri ha fatto un richiamo alle competenze, quasi a lavarsi le mani di quello che sta accadendo. Il Ministro non conosce la gerarchia delle fonti.
Infatti, se avesse studiato il tema, il Ministro avrebbe compreso che si sta riferendo ad una legge, quella finanziaria, che non può scavalcare una legge costituzionale che assegna la continuità territoriale allo Stato, così come è giusto che sia: ma per quale motivo il «Frecciarossa» è di competenza dello Stato e la connessione di una regione - italiana sino a prova contraria - con il resto del Paese è di competenza della regione?
E poi, per quale motivo quei commi della legge finanziaria per il 2006 per la parte delle entrate vengono assoggettati, così com'è stato detto dal Presidente Monti e dal Ministro Grilli, alle cosiddette norme di attuazione e, invece, per la continuità territoriale sono immediatamente efficaci? Quando ci sono da scaricare responsabilità, costi e oneri alla Sardegna siete pronti a liberarvene a piè sospinto, quando invece c'è da restituire il maltolto chiamate in causa le norme di attuazione.

PRESIDENTE. Onorevole Pili, la prego di concludere.

MAURO PILI. Ecco, tutto questo non consente al Governo di lavarsene le mani. La risposta che noi ci attendiamo è la sanzione ad Alitalia. Ci attendiamo risposte sulla tariffa unica votata all'unanimità da questo Parlamento e che il Governo ha il compito e il dovere di tutelare l'interesse nazionale, dei sardi, ma non solo, che hanno la necessità di rientrare da e per la Sardegna e di essere collegati così come capita in tutta Europa e in tutta Italia.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Sabato Malinconico, ha facoltà di rispondere.

SABATO MALINCONICO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, riferisco gli elementi di risposta forniti dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Preliminarmente evidenzio Pag. 71che la problematica posta dagli onorevoli interpellanti è già stata oggetto di diversi atti di sindacato ispettivo. Da ultimo, lo stesso Ministro Passera nel corso del question time di ieri nell'Aula della Camera ha avuto modo di riferire sugli ultimi sviluppi in merito alla problematica in esame.
Sulla questione, ritengo opportuno ricordare che la necessità di collegamenti aerei onerati da e per la Sardegna è stata riconosciuta dalla Commissione europea, la quale con decisione del 23 aprile 2007 ha affermato che «il principio di applicazione di oneri di servizio pubblico alle rotte tra la Sardegna e il continente, in materia di frequenze e capacità, nonché di tariffe, può rivelarsi necessario per garantire una prestazione di servizi adeguata sulle rotte interessate». Pertanto, in tale ottica, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti si è sempre adoperato nella ricerca della soluzione più idonea al fine di assicurare senza interruzioni i collegamenti onerati tra la Sardegna e il continente.
Ciò premesso, è necessario procedere ad una disamina dei singoli quesiti posti. Per quanto concerne l'opportunità di avviare un'inchiesta interna per accertare eventuali responsabilità per la mancata irrogazione da parte di ENAC delle sanzioni ad Alitalia-CAI relative alla violazione di cui all'articolo 4, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 4 ottobre 2007, n. 172, faccio presente quanto segue.
L'articolo 3 del Protocollo d'intesa tra regione Sardegna, ENAC ed il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti - sottoscritto in attuazione dell'articolo 1, commi 837 e 840 della legge n. 296 del 2006 di trasferimento dallo Stato alla regione delle funzioni in materia di continuità territoriale - stabilisce che la regione Sardegna è l'ente competente a «sottoscrivere e gestire le convenzioni con i vettori assegnatari delle rotte onerate». Il successivo articolo 5 del sopraccitato atto d'intesa stabilisce che l'ENAC ha il compito di vigilare e monitorare sul rispetto da parte dei vettori interessati degli obblighi derivanti dall'accettazione degli oneri di servizio pubblico.
Ciò posto, in relazione a quanto segnalato circa la mancanza di titolo idoneo da parte del vettore per operare sulle rotte onerate delle Sardegna, informo che il vettore Alitalia ha sottoscritto, l'8 ottobre scorso, gli atti aggiuntivi alle convenzioni per l'affidamento dei servizi aerei onerati di cui al decreto ministeriale n. 103 del 2008 ed al bando di gara pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea C 95 del 22 aprile 2006. In ogni caso, considerata la rilevanza della questione, assicuro che saranno disposti tutti gli opportuni approfondimenti e accertamenti del caso.
Per quanto concerne la necessità di accertare eventuali omissioni nella applicazione di sanzioni al vettore Alitalia per violazione del regolamento CE/793/04 sulla assegnazione di slot negli aeroporti coordinati, l'ENAC, sentita al riguardo, ha rilevato che lo stesso vettore ha utilizzato slot in propria disponibilità nel corso della stagione invernale.
Pertanto, non ha posto in essere alcun comportamento censurabile o sanzionabile, mentre, per la stagione estiva, pur non avendo il vettore Alitalia materialmente ricevuto assegnazione di bande orarie dal coordinatore, le stesse bande orarie erano comunque state oggetto di specifica riserva da parte dell'ENAC per la continuità territoriale sarda e, pertanto, non avrebbero potuto essere assegnate a nessun altro vettore se non operante, le rotte in oneri.
Pertanto, dal momento che nessun altro vettore avrebbe potuto operare negli orari previsti per i voli in oneri nell'aeroporto di Milano Linate, nessuna violazione e soprattutto nessun disservizio si è generato dalla mancanza di materiale assegnazione di slot ad Alitalia e, di conseguenza, ENAC ha comunicato che non è ravvisabile nessun comportamento omissivo in merito all'applicazione di eventuali sanzioni.
In merito poi a quanto asserito dagli onorevoli interpellanti sull'inconsistenza giuridica del sopraccitato Protocollo d'intesa, faccio presente che l'atto in questione è stato sottoscritto con finalità sperimentali e con validità limitata nel tempo; Pag. 72pertanto, sarà quanto prima rivisto dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti congiuntamente agli altri soggetti istituzionali interessati, come peraltro previsto dall'accordo stesso.
Per ciò che attiene alla richiesta di non consentire la partecipazione dei rappresentanti delle compagnie aeree alle riunioni, informo che, nel caso di specie, la partecipazione degli stessi, sempre al di fuori del contesto della Conferenza di servizi, è stata ritenuta opportuna anche per testare l'evoluzione nonché le reali esigenze del mercato in atto in quel momento. Infatti, dal verbale della riunione del 23 maggio ultimo scorso richiamato dagli onorevoli interpellanti, si evince che la presenza delle compagnie aeree Alitalia e Meridiana ha trovato giustificazione proprio nell'esigenza di valutare in via preventiva - alla luce dell'esperienza acquisita dai predetti vettori già operanti le rotte sarde - le mutate condizioni di mercato che avevano condotto all'esito negativo della gara di cui al decreto ministeriale 29 novembre 2011, n. 413.
Peraltro, lo stesso decreto ministeriale d'imposizione 5 agosto 2008, n. 103, tuttora in vigore, istituisce, proprio per il monitoraggio dell'attuazione degli oneri di servizio pubblico, un apposito Comitato di cui fa parte, tra gli altri, anche il rappresentante di ciascun vettore che ha accettato la rotta.
Venendo all'ulteriore richiesta con cui gli onorevoli, nel contestare la correttezza del calcolo del costo ora/volo determinato nella precedente Conferenza di servizi (tenutasi nei giorni 7 settembre 2011, 5 ottobre 2011 e 26 ottobre 2011), auspica che venga individuato il soggetto responsabile del calcolo stesso e che venga rigettata la base di calcolo in quanto frutto di interventi che ne hanno alterato il servizio, evidenzio quanto segue.
L'articolo 36, comma 1, della legge 17 maggio 1999, n. 144, assegna al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti la competenza di disporre con proprio decreto l'imposizione di oneri di servizio pubblico sui servizi aerei di linea effettuati tra gli scali aeroportuali della Sardegna ed i principali aeroporti nazionali, in conformità alle normative europee ed alle conclusioni della Conferenza di servizi che a sua volta determina i parametri dell'imposizione.
Inoltre, il comma 4 del medesimo articolo dispone che, nel caso in cui nessun vettore abbia istituito servizi di linea con assunzione di oneri di servizio pubblico, il Ministro stesso, d'intesa con il presidente della regione autonoma della Sardegna, indice una gara di appalto europea per l'assegnazione delle rotte tra gli scali aeroportuali dell'isola e gli aeroporti nazionali secondo le procedure di cui all'articolo 17 del regolamento (CE) n. 1008/2008.
Dalla normativa in questione si evince chiaramente che il decreto d'imposizione di oneri di servizio pubblico ed il relativo allegato tecnico, anche se formalmente provvedimento ministeriale, deve, quanto al contenuto, fedelmente riflettere le determinazioni assunte in sede di Conferenza di servizi. Per quanto riguarda il costo ora/volo, faccio presente che esso è stato analiticamente determinato sulla base delle singole voci che lo compongono.
È di tutta evidenza che se il costo ora/volo individuato fosse stato troppo elevato la compensazione prevista - determinata anche sulla base del costo ora/volo - non sarebbe stata giudicata insufficiente dai vettori al momento della presentazione delle offerte tanto da mandare deserta la gara.
In merito, poi, all'individuazione del nuovo contenuto degli oneri di servizio pubblico da imporre sulle rotte sarde, ricordo che lo scorso 23 ottobre si sono conclusi i lavori della Conferenza di servizi, tenutasi in prima seduta il 27 luglio ultimo scorso.
Al riguardo, devo evidenziare che le determinazioni assunte in detta sede, relative ai parametri dell'imposizione (operativo, capacità dell'aeromobile da utilizzarsi e così via), tengono sempre conto delle specifiche esigenze del territorio, prescindendo da qualsivoglia «clausola identificativa o limitante» per alcune compagnie aeree. In ogni caso, il dimensionamento nella nuova imposizione è stato Pag. 73fatto sulla tipologia di aerei che risulta più diffusa in Europa per collegamenti simili quanto a distanza e numero di passeggeri.
Per quanto riguarda la lamentata mancata pubblicazione di un nuovo bando, rammento che la conferenza di servizi per ridefinire nuovi parametri su cui articolare la continuità territoriale sarda si è riunita, da ultimo, il 23 ottobre ultimo scorso. In tale sede si è reso necessario decidere se prevedere una compensazione più elevata ovvero rivedere il principio della tariffa unica. La conferenza di servizi ha cercato di contemperare le due esigenze.
Più precisamente, a partire dalla stagione winter 2013, ovvero dal 27 ottobre 2013, la tariffa unica tra residenti e non residenti verrebbe assicurata per il periodo di nove mesi l'anno, in particolare dal 16 settembre al 14 giugno. In tale periodo, le tariffe varierebbero, a seconda della tratta, tra 45 e 55 euro. Nel periodo cosiddetto di punta (15 giugno-15 settembre) la tariffa residenti rimarrebbe pari a quella sopra riportata, mentre la tariffa per non residenti potrebbe elevarsi fino ad un massimo prestabilito pari a 167 euro per la tratta Alghero-Milano Linate.
Tale scelta si è resa necessaria al fine di ridurre la compensazione da porre a base della prossima gara, qualora nessun vettore si dichiarasse disponibile ad accettare gli oneri di servizio senza compensazione. Nelle more che il predetto nuovo impianto impositivo divenga operativo, verrà ulteriormente prorogata, con apposito decreto in via di imminente formalizzazione, la validità del decreto ministeriale n. 103 del 2008, al fine di evitare che si realizzi l'interruzione dei collegamenti onerati con la Sardegna.

PRESIDENTE. L'onorevole Pili ha facoltà di replicare.

MAURO PILI. Signor Presidente, cercherò, nella sintesi necessaria, di rispondere alle argomentazioni, in alcuni casi assolutamente esemplari, del sottosegretario, del rappresentante del Governo, partendo dal primo aspetto. Il sottosegretario sostiene che vi è un protocollo di intesa, che scavalcherebbe una norma precipua, che sostiene la tesi che il Governo, il Ministro, è titolare della competenza, e arriva ad inventare una terminologia che parla di «atto con finalità sperimentale».
Non esiste nell'ordinamento nazionale la definizione di «atto con finalità sperimentale». Signor sottosegretario, solo per averlo riportato in questa risposta, per averlo letto, lei ha assunto la responsabilità di leggere una demenzialità così rilevante: un «atto con finalità sperimentale» è un atto illegittimo, un atto che non esiste nell'ordinamento nazionale.
Il protocollo di intesa non può superare, nella gerarchia delle fonti, una norma che modifica lo statuto e che, per giunta, regola in maniera puntuale le competenze. E poi, quando si dice che l'Alitalia avrebbe firmato l'8 ottobre una convenzione di proroga che scade il 27 ottobre, si commette un reato, perché tutto quello che è successo precedentemente, dal 23 marzo all'8 ottobre, non è stato in alcun modo assoggettato a quello che una normale convenzione di proroga prevede, cioè la sottoscrizione di tre parti.
Come si fa a dire che doveva sottoscriverla la regione autonoma della Sardegna? Si dice il falso! Lei, signor sottosegretario, purtroppo è ignaro di questo argomento; ne sa qualcosa di più il suo collega Improta, che continua a svolgere il ruolo di responsabile degli affari istituzionali di Alitalia, svolgendo i compiti di sottosegretario, ma questo discorso lo affronteremmo con riferimento ad un altro tema.
Come si fa a dire, se la convenzione tra Meridiana ed ENAC è stata sottoscritta dal direttore dell'ENAC, che questa doveva essere sottoscritta dalla regione Sardegna, e che quindi la responsabilità della mancata firma è della regione sarda?
È assolutamente necessario che il Governo avvii quelle verifiche. Non si può affermare ciò, perché è gravissimo ed offensivo nei confronti di questa istituzione parlamentare, sottosegretario. Mi sento offeso non in quanto parlamentare, ma in quanto cittadino, nel sentire ciò che è stato affermato da lei, ossia che l'Enac Pag. 74avrebbe comunicato che non vi sono ragioni per le sanzioni pecuniarie nei confronti di Alitalia.
Questo è un documento dell'Enac che ha un numero di protocollo, 70810, della Direzione centrale sviluppo economico, firmato dal direttore generale, che dice che stanno effettuando i voli secondo l'operativo della scorsa omologa stagione senza la dovuta autorizzazione! Ma come fa un sottosegretario di Stato a venire in Aula ed a affermare l'esatto contrario se vi è un documento scritto ed allegato agli atti? È vergognoso che avvengano queste cose, come è vergognoso che il sottosegretario competente si sia rifiutato di essere in Aula oggi. Questo lo dice il direttore generale della Direzione centrale sviluppo economico. Ma il direttore generale dell'Enac è ancora più duro e dice che non esiste nulla che stia avvenendo secondo le norme previste e che Alitalia sta effettuando i voli senza l'autorizzazione ad atterrare ed a decollare! Un ente nazionale di una nazione civile ha il dovere di verificare, perché è sua competenza specifica, quello che sta realmente accadendo. Altro che responsabilità o altre «coperture» fatte secondo atti di finalità sperimentale!
È stato ritenuto opportuno testare in via preventiva l'operatività di quei voli e stabilire perché non hanno partecipato alla gara d'appalto. Secondo lei perché le compagnie aeree non hanno partecipato alle gare d'appalto? Semplicemente perché volevano continuare ad esercitare, lucrare e speculare sul monopolio che hanno esercitato in questi mesi e che eserciteranno dalla prossima settimana. Infatti, nel momento in cui non sono assoggettate alle condizioni e agli oneri di servizio pubblico, possono fare quello che hanno fatto, cioè cancellare i voli, le frequenze, le tratte, insomma tutto quello che è possibile e immaginabile quando vi è un Governo che non controlla e quando c'è una regione che consente che il Governo non controlli e che non faccia ciò che è dovuto. Non hanno partecipato sino all'ultimo minuto. Non è un caso che Alitalia e Meridiana abbiano comunicato la loro non partecipazione nell'ultima giornata utile della gara d'appalto; non volevano che altri si affacciassero sul mercato nazionale. Si vede la guerra che Improta e gli amici stanno combattendo contro le compagnie low cost: 35 milioni di passeggeri che si vorrebbero allontanare dall'Italia soltanto per proteggere i califfati di Alitalia e di qualcun altro.
Come si fa a dire che l'ora volata è stata analizzata in maniera puntuale quando ho citato due elementi che basterebbero ad inchiodare l'illegalità di quella definizione? Quando si pongono alla base del calcolo 50 milioni di euro per un Airbus 320 e si fa ricadere questo sul costo dell'ora volata, quindi 1.800 euro su un costo di 5.400 euro, che è quello internazionalmente riconosciuto per l'ora volata di un Airbus 320, come si può dire che 1.800 euro sono necessari per l'ammortamento di aerei? In Sardegna volano i DC-9 del 1980, gli MD-80, gli Airbus del 1992-1993-1994.
Il Ministero dell'economia e delle finanze dice che l'ammortamento degli aeromobili può avvenire nell'arco di sette o otto anni al massimo. Quindi è evidente che gran parte della flotta di Alitalia e di Meridiana è abbondantemente ammortizzata. Non è corretto, anzi è illegittimo ed illegale, che lei ed il Governo avalliate una compensazione che non ha ragione d'essere. Basterebbe considerare gli elementi sequestrati nei giorni scorsi dalla Guardia di finanza a Cagliari per capire qual è il costo dell'handling, l'attacco e lo stacco dell'aeromobile dall'aeroporto.
In questo allegato tecnico si parla di 1.600 euro, in realtà si tratta di 300, 400, 500 euro. Come si fa a dichiarare il falso e sostenere che quel calcolo è corretto? La realtà è un'altra, signor sottosegretario. Questo Governo sta coprendo la malagestione di Alitalia sulle rotte da e per la Sardegna. Disturba l'onere del servizio pubblico, disturba che una regione insulare debba essere collegata, alla pari di Pag. 75qualsiasi altra regione, al resto del Paese e disturba che non si possa fare il «colpaccio», così come è sempre stato fatto in questi anni con la Sardegna.
È evidente che noi non possiamo stare in silenzio. Questa mia interpellanza urgente è stata già depositata alla Procura della Repubblica e, ovviamente, anche la sua risposta sarà allegata conseguentemente a questa. Infatti, quando si dice che l'Alitalia ha firmato l'8 ottobre per una convenzione che scade il 27, bandita ed esercitata, in teoria, dal 27 di marzo, è evidente che c'è un elemento che riporta tutto ad altri organi dello Stato, che meglio di noi possono esaminare quello che è successo.
Così pure la tariffa unica e la partecipazione delle compagnie aeree alle riunioni. Quei verbali dicono che si è discusso del bando e che si è discusso con due uniche compagnie. Non si è discusso dell'interesse della Sardegna. Quando si dice, come lei sostiene, che c'è una specifica esigenza del territorio, la specifica esigenza del territorio della Sardegna non è quella che per tre mesi all'anno, nella stagione estiva, si faccia pagare a tutti i residenti in Italia tre o quattro volte tanto per raggiungere la Sardegna. Infatti, da Milano, per arrivare a Venezia o per andare in Piemonte, non c'è il raddoppio delle tariffe di tre o quattro volte, tanto per i cittadini di Milano o viceversa. In Sardegna, invece, avete stabilito che c'è questa specifica esigenza. Non è la specifica esigenza dei sardi! È la specifica esigenza di difendere le compagnie aeree e di difendere gli interessi che ci sono anche dentro il Governo: un conflitto di interessi grande come una casa, quello del Ministro Passera e quello del sottosegretario Improta, che bene farebbero a non occuparsi di questo tema, perché sono direttamente corresponsabili della gestione di Alitalia, il Ministro Passera per avergli prestato i soldi e per essere stato anche finanziatore dell'intervento, il sottosegretario Improta per l'attività che svolge, pur avendo una delega, che il Presidente del Consiglio ha firmato insieme al Ministro, affinché si occupi solo di trasporto marittimo.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Pili.

MAURO PILI. Stranamente il sottosegretario Impronta si occupa di tutto fuorché di trasporto marittimo: si occupa in maniera molto puntuale di trasporto aereo e questo noi non lo possiamo accettare, perché è a scapito della Sardegna e dei sardi.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pili. Prima di avviarmi alla conclusione della seduta, voglio ringraziare il sottosegretario Malinconico per la presenza e per la pazienza di leggere risposte che non sono di competenza del suo Dicastero, così come ha fatto anche il sottosegretario De Stefano.
Sono consapevole che il comportamento e le presenze del Governo sono in linea con la regola, ma ritengo che, in alcune occasioni, forse bisognerebbe evitare situazioni di questa natura, magari facendo rispondere per alcuni argomenti più delicati i sottosegretari di competenza, proprio in virtù del fatto che, per esempio, per quest'ultima interpellanza urgente il Ministero gode di un Ministro, di un viceministro e di un sottosegretario.
Comunque, vorrei ringraziarla, sottosegretario Malinconico, ma l'auspicio dalla Presidenza è di evitare quanto più possibile situazioni di questa natura.

(Rinvio dell'interpellanza urgente Dozzo - n. 2-01694)

PRESIDENTE. Avverto che, su richiesta dei presentatori e con il consenso del Governo, lo svolgimento dell'interpellanza urgente Dozzo n. 2-01694 è rinviato ad altra seduta.
È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze all'ordine del giorno.

Pag. 76

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Lunedì 29 ottobre 2012, alle 16:
Discussione del disegno di legge:
S. 2156-B - Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione (Approvato dal Senato, modificato dalla Camera e nuovamente modificato dal Senato) (C. 4434-B).
- Relatori: Santelli, per la I Commissione; Angela Napoli, per la II Commissione.

La seduta termina alle 16,50.

Pag. 77

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEL DISEGNO DI LEGGE N. 4434-B

Ddl n. 4434-B - Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione

Tempo complessivo: 17 ore, di cui:

  • discussione generale: 7 ore;
  • seguito dell'esame: 10 ore.
Discussione generale Seguito esame
Relatori 20 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 2 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 9 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 8 minuti 6 ore e 41 minuti
Popolo della Libertà 44 minuti 1 ora e 11 minuti
Partito Democratico 43 minuti 1 ora e 9 minuti
Lega Nord Padania 48 minuti 1 ora e 18 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 33 minuti 29 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 32 minuti 26 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 25 minuti
Italia dei Valori 45 minuti 1 ora e 13 minuti
Misto: 32 minuti 30 minuti
Grande Sud-PPA 8 minuti 8 minuti
Alleanza per l'Italia 4 minuti 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 4 minuti 3 minuti
Fareitalia per la Costituente
Popolare
3 minuti 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti 3 minuti
Movimento per le Autonomie-
Alleati per il Sud
2 minuti 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 3900 e abb.-A - em. 35.700 408 405 3 203 9 396 50 Resp.
2 Nom. em. 35.6 419 417 2 209 9 408 50 Resp.
3 Nom. articolo 35 421 412 9 207 404 8 50 Appr.
4 Nom. articolo 36 429 427 2 214 426 1 50 Appr.
5 Nom. em. 37.700 430 428 2 215 427 1 48 Appr.
6 Nom. articolo 37 434 432 2 217 432 48 Appr.
7 Nom. em. 38.700 434 432 2 217 432 48 Appr.
8 Nom. articolo 38 436 434 2 218 433 1 48 Appr.
9 Nom. em. 39.2 436 431 5 216 176 255 48 Resp.
10 Nom. articolo 39 439 436 3 219 433 3 48 Appr.
11 Nom. articolo 40 434 432 2 217 432 48 Appr.
12 Nom. em. 41.901 447 444 3 223 444 48 Appr.
13 Nom. em. 41.700 450 448 2 225 448 48 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. subem. 0.41.250.1 448 446 2 224 445 1 48 Appr.
15 Nom. em. 41.250 rif. 442 440 2 221 440 48 Appr.
16 Nom. em. 41.8 442 437 5 219 48 389 48 Resp.
17 Nom. em. 41.10 452 450 2 226 445 5 48 Appr.
18 Nom. em. 41.12 455 449 6 225 41 408 48 Resp.
19 Nom. em. 41.710 rif. 455 452 3 227 435 17 48 Appr.
20 Nom. em. 41.17 455 453 2 227 451 2 48 Appr.
21 Nom. em. 41.900 452 450 2 226 450 48 Appr.
22 Nom. em. 41.800 455 453 2 227 453 48 Appr.
23 Nom. em. 41.31 450 446 4 224 52 394 48 Resp.
24 Nom. articolo 41 440 428 12 215 426 2 49 Appr.
25 Nom. articolo 42 416 412 4 207 412 48 Appr.
26 Nom. em. 43.707 422 419 3 210 53 366 48 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 43.900 425 374 51 188 364 10 48 Appr.
28 Nom. em. 43.700 430 427 3 214 193 234 48 Resp.
29 Nom. articolo 43 430 425 5 213 412 13 47 Appr.
30 Nom. articolo 44 427 422 5 212 413 9 48 Appr.
31 Nom. em. 45.3 424 419 5 210 47 372 48 Resp.
32 Nom. articolo 45 427 404 23 203 394 10 47 Appr.
33 Nom. em. 46.3 430 422 8 212 294 128 47 Appr.
34 Nom. em. 46.4 431 409 22 205 38 371 47 Resp.
35 Nom. em. 51.710 421 419 2 210 417 2 47 Appr.
36 Nom. articolo 51 416 415 1 208 413 2 47 Appr.
37 Nom. articolo 52 424 421 3 211 420 1 47 Appr.
38 Nom. articolo 53 403 400 3 201 400 47 Appr.
39 Nom. articolo 54 411 408 3 205 407 1 48 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo 55 422 419 3 210 418 1 47 Appr.
41 Nom. articolo 56 426 424 2 213 424 47 Appr.
42 Nom. em. 57.700 419 414 5 208 28 386 47 Resp.
43 Nom. articolo 57 410 402 8 202 395 7 47 Appr.
44 Nom. articolo 58 411 409 2 205 408 1 47 Appr.
45 Nom. articolo 59 415 412 3 207 411 1 47 Appr.
46 Nom. articolo 60 410 408 2 205 407 1 47 Appr.
47 Nom. articolo 61 409 407 2 204 406 1 47 Appr.
48 Nom. em. 62.2 rif. 423 419 4 210 418 1 47 Appr.
49 Nom. articolo 62 420 419 1 210 418 1 47 Appr.
50 Nom. articolo 63 424 421 3 211 420 1 47 Appr.
51 Nom. em. 64.700 414 410 4 206 403 7 47 Appr.
52 Nom. articolo 64 415 412 3 207 411 1 47 Appr.
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 56)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo 65 406 402 4 202 402 47 Appr.
54 Nom. em. 66.900 404 401 3 201 400 1 47 Appr.
55 Nom. articolo 66 405 402 3 202 402 47 Appr.
56 Nom. articolo 67 406 402 4 202 402 47 Appr.