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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto della III Commissione permanente
(Affari esteri e comunitari)
III Commissione

SOMMARIO

Giovedì 21 luglio 2011


SEDE REFERENTE:

Nuove norme in materia di rappresentanza degli italiani all'estero. C. 4398 , approvata dal Senato, e abb. C. 94 Tremaglia, C. 113 Angeli, C. 114 Angeli, C. 1883 Picchi, C. 2005 Zacchera, C. 2207 Porta, C. 2282 Gianni Farina, C. 2397 Razzi, C. 2410 Bucchino, C. 2562 Ricardo Antonio Merlo, C. 3065 Porta e C. 3574 Calearo Ciman (Esame e rinvio) ... 24

RISOLUZIONI:

7-00638 Narducci: Sulla ristrutturazione della rete consolare (Discussione e rinvio) ... 29

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

III Commissione - Resoconto di giovedì 21 luglio 2011


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SEDE REFERENTE

Giovedì 21 luglio 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Alfredo Mantica.

La seduta comincia alle 9.

Nuove norme in materia di rappresentanza degli italiani all'estero.
C. 4398, approvata dal Senato, e abb. C. 94 Tremaglia, C. 113 Angeli, C. 114 Angeli, C. 1883 Picchi, C. 2005 Zacchera, C. 2207 Porta, C. 2282 Gianni Farina, C. 2397 Razzi, C. 2410 Bucchino, C. 2562 Ricardo Antonio Merlo, C. 3065 Porta e C. 3574 Calearo Ciman.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti in titolo.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, illustra la proposta di legge C. 4398, approvata dal Senato, di cui sottolinea la complessità e che è atteso da tempo, riguardando direttamente una realtà di particolare interesse per la Commissione, come la rappresentanza degli italiani all'estero, su cui lavora regolarmente il Comitato permanente presieduto dal collega Zacchera. Precisa che al testo trasmesso dal Senato, frutto anch'esso dell'unificazione di diverse proposte di legge, sono state abbinate dodici altre proposte presentate alla Camera da colleghi di diversi gruppi.
Ricorda che le elezioni dei COMITES ed il rinnovo del CGIE sono sottoposti ad una proroga proprio in vista dell'adozione della riforma in esame, per cui esiste un'oggettiva motivazione a procedere con sollecitudine. Ritiene che sussista uno specifico dovere di procedere nella riforma, anche per tenere conto della novità della rappresentanza parlamentare all'estero. A fronte di tale corposo lavoro legislativo, che richiederà senz'altro un'adeguata attività conoscitiva alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, considera assai positivamente che il vicepresidente onorevole Narducci, anche in forza della sua pregressa esperienza di segretario generale


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del CGIE, abbia accettato di condividere la responsabilità di relatore sul provvedimento.
In via preliminare, esprime apprezzamento per il fatto che la proposta di legge C. 4398 affronta in modo sistematico la materia della rappresentanza degli italiani all'estero, che oggi è invece disciplinata da due leggi separate, una per i COMITES, la legge n. 286 del 2003, ed una per il CGIE, la legge n. 368 del 1989.
Per l'economia dei lavori, preannuncia di illustrare innanzitutto i contenuti del testo trasmesso dal Senato, limitandosi nel prosieguo dell'esposizione a fornire circoscritte indicazioni sulle proposte di legge abbinate.
Il Capo I contiene la disciplina dei COMITES. La principale novità sta nell'elevazione del quorum di cittadini italiani necessari per costituire un comitato nelle rispettive circoscrizioni consolari. Le nuove soglie, differenziate geograficamente, comporterebbero più o meno un dimezzamento del numero di comitati attuali, pari a 124. Vi sono, tuttavia, delle eccezioni che ridimensionano tale effetto, sia prevedendo comunque un comitato nei paesi in cui risiedano almeno 5000 cittadini italiani, sia istituendo comitati non elettivi nei Paesi in cui non sia possibile procedere all'elezione. L'altra novità consiste nel sistema di elezione che prevede un meccanismo maggioritario incentrato sul candidato presidente e sulla speculare previsione di una mozione di sfiducia con scioglimento automatico in caso di approvazione, fermo restando il criterio della pluralità di liste concorrenti. Al riguardo, preannuncia alcune perplessità sulla suddivisione delle circoscrizioni consolari in più collegi elettorali che, a suo avviso, introdurrebbe un elemento di farraginosità nella procedura. Appare invece condivisibile la scelta di quote riservate per donne e giovani, mentre di più ampia portata è la questione del voto per corrispondenza, come noto messo in discussione da più parti con riferimento all'elezione dei parlamentari all'estero.
Quanto alle altre norme previste, ritiene opportuno attirare l'attenzione dei colleghi su taluni aspetti critici. Innanzitutto, il numero dei componenti dei COMITES resta ancora troppo elevato: sono previste tre fasce di 9, 12 e 18 membri laddove il numero di dodici appare un numero più che sufficiente per garantire in ogni caso la rappresentatività del comitato. La previsione che al presidente si affianchino non solo due vicepresidenti (uno opportunamente di minoranza a fronte del meccanismo maggioritario introdotto), ma anche un esecutivo - come se fosse una giunta provinciale! - sembra figlia di una logica di sovrabbondanza non più giustificata. Non si prevedono contributi privati nei bilanci dei COMITES, ma solo pubblici e i criteri per l'erogazione dei finanziamenti ministeriali appaiono generici e non rispondenti alle attività svolte, senza valutazione dell'efficacia degli interventi. La relazione sull'attività dei COMITES andrebbe trasmessa a soggetti istituzionali più precisamente indicati e non a singoli pur autorevoli come i componenti del CGIE o i parlamentari eletti nella circoscrizione estero. Sarebbe opportuno adottare la preferenza unica e andrebbe chiarito che tipo di resocontazione delle sedute sia richiesto al fine di valutarne l'onere finanziario. L'autonomia regolamentare dovrebbe essere subordinata ad un regolamento-tipo di emanazione ministeriale.
In generale, è da osservare che, mentre si persegue giustamente il massimo coinvolgimento dell'autorità consolare, sul piano logistico non si specifica quale raccordo possa essere instaurato tra comitati e corrispettivi uffici consolari. Ferma restando l'autonomia dei comitati, ritiene che alcune incombenze - dalla localizzazione della sede alla gestione contabile dei bilanci ed all'assunzione del personale - potrebbero essere centralizzate nei consolati sul piano amministrativo.
Il provvedimento, nel confermare l'impianto attuale a tre livelli, mantiene gli INTERCOMITES, ovvero i comitati dei presidenti dei COMITES, nei paesi ove ne sia costituito più di uno. Si raddoppia però la rappresentanza di ciascun comitato, prevedendo anche un componente della


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minoranza (meglio sarebbe allora indicare direttamente il vicepresidente). Sono altresì elevate a due le riunioni annue. Tale ampliamento, sia della composizione che dell'attività, compensa forse la riduzione dei COMITES, ma appare utile tutto sommato a causa del rilievo della dimensione nazionale.
Meno convincente, a suo avviso, risulta la scelta di aver mantenuto anche il terzo livello della rappresentanza, e cioè il Consiglio generale degli italiani all'estero, le cui funzioni più significative sono oggi svolte sul piano politico-istituzionale dai parlamentari eletti all'estero. Sottolinea al riguardo che proprio l'intensificarsi della loro attività è la migliore prova della sopravvenuta minore utilità del CGIE. Francamente, continuare a prevedere, come avviene all'articolo 24, che il CGIE indichi al Parlamento nientemeno che gli indirizzi generali per le politiche a favore degli italiani residenti all'estero appare ridondante se non addirittura lesivo delle stesse prerogative parlamentari. Si poteva forse ammettere questa «supplenza» nel passato, ma non oggi! Più costruttiva sarebbe invece la via indicata dal collega Tremaglia, cui tutti noi riconosciamo la massima autorevolezza su questa materia, di costituire una commissione parlamentare bicamerale come sede di coagulo istituzionale e valorizzazione della rappresentanza degli italiani all'estero. Auspica che tale soluzione sia tenuta presente nel corso dell'esame.
Rileva che, al di là della scelta fatta, anche la nuova disciplina del CGIE risulta molto poco convincente, pur avendo opportunamente abolito l'ennesima fase elettorale ed avendo optato per farne un organismo di secondo grado. Innanzitutto, il numero dei componenti resta molto elevato malgrado l'abbassamento da 94 a 82. Anche in questo caso, un dimezzamento appare necessario. La componente estera potrebbe essere rappresentata soltanto dai presidenti degli INTERCOMITES e dei COMITES nazionali, anche non elettivi, senza bisogno dell'ulteriore complicata elezione di una parte residua. Non ha senso prevedere la sola componente dei rappresentanti delle regioni e delle autonomie come parte integrante del CGIE. Sarebbe meglio prevedere, in occasione della sessione annuale del CGIE stesso, una seduta congiunta con la Conferenza delle Regioni e delle autonomie, senza ibridare gli organismi. Potrebbe, invece, essere ripresa, sia pure in termini ridotti, la presenza di una componente sociale, eventualmente in relazione al CNEL, per dare al CGIE un elemento dialettico nazionale. La struttura in commissioni continentali è assolutamente superata e non sembra poter dare alcun reale valore aggiunto: è una dimensione già pienamente assicurata dalle ripartizioni elettorali della rappresentanza parlamentare e costituirebbe un ulteriore quarto livello. La relazione annuale del CGIE andrebbe inviata al Parlamento e non agli eletti all'estero, auspicabilmente alla prospettata Commissione bicamerale. Prevedendo la presenza degli eletti all'estero, non ha più senso, a suo avviso, incrementare l'ulteriore rappresentanza parlamentare su designazione dei presidenti delle Camere. Meglio sarebbe, tutt'al più, prevedere il presidente e i vicepresidenti della predetta Commissione, ove si istituisse. I rimborsi andrebbero ristretti ai componenti dell'ufficio di presidenza, salvo le spese di vitto e alloggio. Occorre però inserire un parametro per calcolare il forfait.
Infine, osserva che le norme di attuazione previste all'articolo 35 andrebbero comunque previamente sottoposte al parere parlamentare.
Conclusivamente, ritiene che molto lavoro sia stato fatto ma ancora ci siano ampi margini di miglioramento del provvedimento, su cui la Commissione potrà lavorare per contemperare le esigenze di rappresentatività e di funzionalità, entrambe necessarie alla stessa stregua.
Procede quindi ad illustrare le ulteriori proposte di legge abbinate, osservando che un primo gruppo riguarda modifiche a vario titolo alla vigente disciplina dei Comitati degli italiani all'estero. La proposta di legge C. 1883 dell'onorevole Picchi ed altri propone la riforma in senso maggioritario; una riduzione del dieci per cento


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del numero dei COMITES; l'utilizzo per le loro riunioni dei locali delle sedi diplomatico-consolari o degli Istituti italiani di cultura all'estero (viene infatti osservato che ben oltre la metà delle spese dei COMITES sono dedicate all'affitto delle rispettive sedi); la facoltà per partiti o movimenti politici già presenti in Parlamento di presentare, in occasione delle elezioni per i COMITES, proprie liste, senza raccogliere le firme. La proposta di legge C. 2005 dell'onorevole Zacchera concorda in più punti con quella precedentemente illustrata e con le stesse motivazioni propone la riforma in senso maggioritario del sistema elettorale per i COMITES e la riduzione del loro numero, nonché l'utilizzazione, per le riunioni, dei locali delle sedi diplomatico-consolari o degli Istituti italiani di cultura all'estero. Parimenti, si prevede di consentire la presentazione di liste, per le elezioni dei COMITES, esplicitamente riferentisi a partiti politici nazionali, anche per accrescere l'appeal delle elezioni dei COMITES, non sempre molto frequentate dai nostri connazionali. La proposta di legge C. 2410 dell'onorevole Bucchino ed altri ribadisce la necessità che i COMITES rimangano saldamente ancorati al livello di base delle comunità italiane all'estero, mantenendo la previsione di 3.000 cittadini italiani quale soglia per la possibilità di dare vita a un comitato denominato comunque «consiglio». In questo senso, appare elemento centrale della proposta di legge l'istituzionalizzazione del Comitato dei presidenti di ciascun paese.
La proposta di legge C. 2562 dell'onorevole Ricardo Antonio Merlo, raddoppia il presupposto di base elettorale (da tremila a seimila cittadini), dando spazio alle donne e ai giovani.
Sottolinea quindi che un secondo gruppo di proposte di legge riguardano a vario titolo modifiche o abrogazioni della vigente disciplina del Consiglio generale degli italiani all'estero. La proposta di legge C. 113 dell'onorevole Angeli, constatando la duplicazione di funzioni venutasi a creare tra il CGIE e i parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero, dopo il loro ingresso nel Parlamento nazionale, dispone l'abrogazione della legge che disciplina il CGIE, con la conseguente soppressione di tale organismo. La proposta di legge C. 114 dello stesso onorevole Angeli, d'altra parte, reca identiche previsioni in ordine al CGIE e alla sua legge istitutiva, ma prevede al suo posto l'istituzione di un nuovo tipo di organismo, il CRIE (Consiglio di rappresentanza degli italiani all'estero). Il CRIE includerebbe i parlamentari eletti all'estero e 65 membri eletti direttamente dai COMITES. La proposta di legge C. 2207 dell'onorevole Porta ed altri riduce il numero dei componenti del CGIE nella misura di 25 unità, dagli attuali 94 a 69 componenti. Anche la proposta di legge in esame si sofferma sull'esigenza di una maggiore presenza di donne e giovani. Si prevede inoltre di rafforzare l'autonomia del CGIE, superando la dipendenza di esso dal Ministro degli affari esteri, e attribuendo al segretario generale del Consiglio anche i compiti di rappresentanza esterna. La proposta di legge C. 2207 dell'onorevole Gianni Farina interviene solo sul sistema di voto e sull'assetto degli organismi del CGIE, senza toccarne ruolo e compiti. Istanza fondamentale della proposta di legge è quella del passaggio dall'elezione di secondo grado dei membri elettivi del CGIE da parte dei COMITES all'elezione a suffragio universale per entrambi gli organismi. Inoltre, si prevede la riduzione da 94 a 75 del numero dei componenti del CGIE, mentre il comitato di presidenza viene soppresso e sostituito dal comitato esecutivo. La proposta di legge C. 2397 dell'onorevole Razzi ed altri mira all'abrogazione del CGIE e prevede un'utilizzazione alternativa delle somme già stanziate per il suo funzionamento.
Venendo ai contenuti delle ulteriori tre iniziative legislative, la proposta di legge C. 94 d'iniziativa dell'onorevole Tremaglia ed altri prevede l'istituzione di una Commissione parlamentare bicamerale per gli italiani all'estero che eserciti attività di indirizzo, coordinamento e controllo sulle politiche concernenti i nostri connazionali espatriati, con particolare attenzione all'attuazione


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della completa eguaglianza dei loro diritti civili e politici rispetto agli italiani residenti nel territorio nazionale. Le spese di funzionamento della Commissione saranno a carico, con equa ripartizione, dei bilanci di Camera e Senato. La proposta di legge C. 3065 dell'onorevole Porta ed altri è intesa a migliorare la funzionalità ed accrescere la rappresentatività della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni, le Province autonome ed il CGIE, istituita dalla legge 18 giugno 1998, n. 198, che ha apportato modifiche all'originario impianto della disciplina del Consiglio generale degli italiani all'estero. La relazione introduttiva alla proposta di legge rileva come la Conferenza, per varie ragioni, non abbia ancora fatto registrare una sua pregnanza istituzionale, come pure si poteva sperare. Infine, la proposta di legge C. 3574 dell'onorevole Calearo Ciman - che si ricollega alla proposta di legge costituzionale C. 3573, presentata dal medesimo deputato, volta all'abolizione della Circoscrizione estero dalla Carta costituzionale - novella la legge che disciplina i COMITES, allo scopo di attribuire al Ministro degli affari esteri una funzione di raccordo e mediazione con i COMITES, in modo da compensare in qualche modo il venir meno del diritto di voto per i nostri connazionali con un'efficace rappresentanza presso le istituzioni centrali italiane delle loro istanze e delle loro necessità.

Franco NARDUCCI (PD), relatore, scusandosi per il ritardo con il quale è sopraggiunto in seduta, si riserva di svolgere la propria relazione sui provvedimenti in titolo nella prossima seduta, da tenere auspicabilmente dopo la pausa estiva dei lavori parlamentari, anche al fine di completare la riflessione in corso all'interno del suo gruppo sulle diverse proposte di riforma presentate.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA, riservandosi a sua volta di intervenire sul merito dei provvedimenti nel prosieguo dell'esame, al fine di tenere conto della relazione del vicepresidente Narducci e in considerazione dell'imminente inizio di una concomitante seduta presso il Senato, sottolinea che la materia oggetto delle proposte di legge in titolo è delicata e che il Governo ha valutato opportuno affidarla alla sola iniziativa legislativa parlamentare. Esprime un ringraziamento per la disponibilità del presidente Stefani e del vicepresidente Narducci ad assumere la funzione di relatori, circostanza che offre particolari garanzie in termini di attenzione al tema della rappresentanza degli italiani all'estero.

Gianni FARINA (PD), nell'esprimere la propria contrarietà sul provvedimento licenziato dal Senato, che rappresenta a suo avviso una sorta di controriforma della materia, rappresenta l'esigenza di ricevere regolari comunicazioni sulle attività della III Commissione nelle questioni attinenti agli italiani all'estero. Quanto all'esame delle proposte di legge in titolo, si associa all'auspicio del collega Narducci, relativo ad un rinvio del seguito dell'esame alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, affinché sussistano tempi congrui ad un esame approfondito dei provvedimenti.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, assicura al collega Gianni Farina la piena disponibilità della Commissione a consentire la partecipazione alle proprie sedute dei colleghi deputati eletti all'estero, secondo quanto peraltro prevede il Regolamento della Camera. Ricorda, quindi, che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione, nella riunione del 14 luglio scorso, ha deliberato in modo unanime in ordine all'incardinamento dei provvedimenti in titolo nella seduta odierna, con l'intesa di rinviarne il seguito alla ripresa dei lavori nel prossimo mese di settembre, anche in ragione di una specifica esigenza di natura istruttoria da parte dei gruppi.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.25.


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RISOLUZIONI

Giovedì 21 luglio 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI.

La seduta comincia alle 9.25.

7-00638 Narducci: Sulla ristrutturazione della rete consolare.
(Discussione e rinvio).

Stefano STEFANI, presidente, considerata l'impossibilità del rappresentante del Governo di prendere parte alla presente seduta, propone di rinviare l'inizio della discussione della risoluzione in titolo alla prossima settimana.

Franco NARDUCCI (PD), in qualità di presentatore della risoluzione, aderisce alla proposta del presidente.

La Commissione concorda.

Gli onorevoli Laura GARAVINI (PD) e Gianni FARINA (PD) dichiarano di sottoscrivere la risoluzione in titolo.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia la discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.30 alle 9.35.

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