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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto della III Commissione permanente
(Affari esteri e comunitari)
III Commissione

SOMMARIO

Mercoledì 5 ottobre 2011


SEDE CONSULTIVA:

Variazione nella composizione della Commissione ... 34

Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione. C. 4434 Governo, approvato dal Senato (Parere alle Commissioni riunite I e II) (Seguito esame e conclusione - Parere favorevole) ... 35
ALLEGATO 1 (Parere approvato dalla Commissione) ... 45

Nota di aggiornamento del Documento di Economia e finanza 2011. Doc. LVII, n. 4-bis (Parere alla V Commissione) (Esame e conclusione - Parere favorevole) ... 35

Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva. Nuovo testo C. 4207 approvato, in un testo unificato, dalla 1a Commissione permanente del Senato, C. 286 Sereni, C. 351 De Poli, C. 941 D'Ippolito Vitale, C. 1088 Romano, C. 2342 Lorenzin, C. 2528 Rampelli, C. 2734 Carlucci, C. 3490 Miglioli e petizione n. 1239 (Parere alla XII Commissione) (Esame e conclusione - Parere favorevole) ... 38
ALLEGATO 2 (Parere approvato dalla Commissione) ... 46

Legge Comunitaria 2011. C. 4623 Governo (Relazione alla XIV Commissione).
Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2010. Doc. LXXXVII, n. 4 (Parere alla XIV Commissione) (Esame congiunto e rinvio) ... 38

SEDE REFERENTE:

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica popolare cinese, firmato a Pechino il 4 dicembre 2004, con Nota di interpretazione dell'articolo 10 fatta il 19 marzo 2008 ed il 10 aprile 2008. C. 4250 Governo, approvato dal Senato (Seguito esame e rinvio) ... 43

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE:

Sulla missione a Varsavia in occasione della Conferenza dei Presidenti delle Commissioni affari esteri dei Parlamenti dell'Unione europea ( 4-6 settembre 2011) ... 44
ALLEGATO 3 (Comunicazioni del Presidente) ... 47

III Commissione - Resoconto di mercoledì 5 ottobre 2011


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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 5 ottobre 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI.

La seduta comincia alle 14.05.

Variazione nella composizione della Commissione.

Stefano STEFANI, presidente, comunica che l'onorevole Carmelo Briguglio, componente del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo, ha cessato di far parte


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della Commissione e che conseguentemente l'onorevole Mirko Tremaglia è stato designato capogruppo. Comunica altresì che l'onorevole Paolo Bonaiuti, componente del Popolo della Libertà e Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è passato dalla III alla XII Commissione e che, quindi, l'onorevole Michele Scandroglio, componente del Popolo della Libertà, che lo sostituiva in questa Commissione, cessa di farne parte. Informa inoltre che l'onorevole Umberto Bossi, componete del gruppo Lega Nord Padania e Ministro per le riforme per il federalismo, sarà sostituito in questa Commissione dall'onorevole Giacomo Chiappori. Conseguentemente cessa di farne parte l'onorevole Gianluca Pini.
Rivolge quindi un caloroso benvenuto al collega onorevole Chiappori e ringrazia gli onorevoli Scandroglio, Pini e Briguglio per il loro contributo ai lavori di questa Commissione.

Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.
C. 4434 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alle Commissioni riunite I e II).
(Seguito esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, iniziato nella seduta del 21 settembre scorso.

Stefano STEFANI, presidente, segnala che il rappresentante del Governo ha fatto sapere che non potrà prendere parte alla seduta odierna in ragione di contemporanei impegni di carattere istituzionale. Fa quindi presente che il provvedimento è inserito nel calendario dei lavori dell'Aula a partire dal prossimo lunedì 10 ottobre e che la Commissioni di merito prevedono di concludere il proprio lavoro la giornata odierna.
Ricorda inoltre che nella precedente seduta il relatore si era riservato di presentare una proposta di parere nel prosieguo dell'esame alla luce di eventuali ulteriori modifiche apportate al testo nel corso dell'esame in sede referente.

Gianpaolo DOZZO (LNP), relatore, fa presente che le modifiche ad oggi apportate dalle Commissioni di merito non hanno inserito nuove norme di competenza di questa Commissione, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

Marco ZACCHERA (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole del relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole come formulata dal relatore.

Nota di aggiornamento del Documento di Economia e finanza 2011.
Doc. LVII, n. 4-bis.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Enrico PIANETTA (PdL), relatore, ricorda che le recenti modifiche apportate alla legge di contabilità n. 196 del 2009 dalla legge n. 39 del 2011 hanno anticipato alla prima parte dell'anno l'intero processo di programmazione nazionale, fissando al 10 aprile la data di presentazione alle Camere del nuovo Documento di Economia e Finanza (DEF), al fine di consentire alle Camere di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma contenuti nel DEF.
Sulla base della procedura del Semestre europeo, nel mese di giugno la Commissione europea ha elaborato le raccomandazioni


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di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati, sulla base del Programma nazionale di riforma (PNR) e del Patto di Stabilità contenuti nel DEF. Nel mese di luglio, il Consiglio ECOFIN ha provveduto ad esaminare ed approvare le raccomandazioni della Commissione, anche sulla base degli orientamenti espressi dal Consiglio europeo di giugno.
Anche al fine di tener conto delle raccomandazioni formulate dalle autorità europee, la legge di contabilità prevede la presentazione, entro il 20 settembre di ogni anno, di una Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza che contenga l'aggiornamento delle previsioni macro-economiche e di finanza pubblica per l'anno in corso e per il periodo di riferimento, nonché le eventuali integrazioni al DEF conseguenti alle raccomandazioni del Consiglio europeo sul Programma di stabilità e al PNR.
Passando ai tratti salienti del quadro macroeconomico, sottolinea che la Nota di aggiornamento presenta una revisione delle stime di crescita per l'anno in corso e per gli anni successivi, in considerazione dei segnali di rallentamento della ripresa economica, che si sono manifestati a livello internazionale, nei mesi estivi, dopo l'iniziale fase di recupero dalla crisi che si era avviata nel corso del 2010. Rispetto a quanto previsto ad aprile, il rallentamento dell'economia ed il riemergere delle tensioni sui mercati finanziari, e, in particolare, sul debito sovrano dei paesi dell'area dell'euro, hanno purtroppo determinato, nel complesso, un deterioramento delle prospettive di crescita dell'economia globale.
L'indebolimento congiunturale dell'economia mondiale è stato segnalato dai principali organismi internazionali, che hanno provveduto ad aggiornare le previsioni di crescita dei principali paesi industrializzati.
In particolare, la revisione al ribasso delle stime per il 2011, operata dalla Commissione europea nell'ultimo Interim forecast, evidenzia come la crescita dell'Italia, con lo 0,7 per cento si collochi sensibilmente al di sotto della media dell'Area euro, pari all'1,6. Anche il Fondo monetario internazionale colloca la crescita italiana per il 2011 ad un livello più basso rispetto ai principali paesi dell'Area.
In considerazione dell'indebolimento delle prospettive economiche mondiali, la Nota di aggiornamento del DEF rivede il quadro macroeconomico italiano per l'anno in corso e per il triennio 2012-2014, evidenziando un trend di crescita dell'economia italiana meno favorevole rispetto alle previsioni formulate nel Documento presentato ad aprile 2011. In particolare, per il 2011 il PIL italiano è stimato crescere ad un tasso dello 0,7 per cento rispetto all'1,1 per cento indicato ad aprile. Una crescita ancora modesta è indicata anche per gli anni 2012 e 2013, in cui il PIL è previsto, rispettivamente, allo 0,6 per cento e allo 0,9 per cento. Nel 2014 la crescita si attesterebbe all'1,2 per cento.
Come evidenzia la Nota, la revisione al ribasso delle previsioni di crescita dell'economia italiana è da mettere in relazione non soltanto al rallentamento dell'economia mondiale, ma anche all'operare della pluralità di fattori legati alla manovra di risanamento dei conti pubblici varata nell'estate con i decreti-legge 6 luglio 2011, n. 98 e 13 agosto 2011, n. 138.
Particolare rilievo assume nella Nota l'analisi delle prospettive degli scambi con l'estero: sebbene le esportazioni risultino frenate nel breve periodo dal rallentamento della domanda mondiale, la domanda estera netta dovrebbe sostenere, seppur lievemente, la crescita del PIL in tutto il periodo considerato, laddove invece nel DEF di aprile tale contributo era stimato nullo. In particolare, si prevede una crescita delle esportazioni nell'anno in corso del 4,4 per cento (a fronte del 4,8 per cento previsto nel DEF). Un rallentamento si registrerebbe nel 2012, anni in quale le esportazioni sono previste crescere del 3,7 per cento (valore inferiore di 0,6 punti di quello previsto nel DEF). Nel biennio successivo la crescita delle esportazioni si attesterebbe ad un livello medio del 4,3 per cento.


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Le importazioni oscillerebbero invece dal 3 per cento del 2011 al 4 per cento del 2014. Il disavanzo di parte corrente della bilancia dei pagamenti registrerebbe, nel periodo di previsione, un miglioramento, passando dal -3,8 per cento rispetto al PIL nel 2011 al -3,1 per cento nel 2014.
Il contributo alla crescita del PIL delle esportazioni nette è previsto pari allo 0,3 per cento nel 2011 ed allo 0,1 per cento in tutto il periodo successivo, mentre negativo nel 2011 e nullo per periodo successivo sarebbe quello delle scorte.
Nei primi sette mesi del 2011, rispetto al corrispondente periodo del 2010, la crescita si attesta al 16,4 per cento per gli acquisti e al 14 per cento per le vendite, con variazioni più consistenti per i mercati extra Ue: 22,2 per cento per l'import e 16,7 per cento per l'export.
A luglio l'avanzo commerciale è pari a 1,4 miliardi di euro (1,6 miliardi a luglio 2010). Nei primi sette mesi dell'anno il deficit si attesta a 20,7 miliardi di euro, valore nettamente superiore a quello del 2010 (-13,8 miliardi). Nello stesso periodo, il saldo non energetico è positivo ( 16,9 miliardi) ed in aumento sul 2010. A luglio i raggruppamenti più dinamici sono i prodotti energetici all'import ( 19,9 per cento) e i prodotti intermedi ( 7,2 per cento all'export e 6,2 per cento all'import). Seguono i beni strumentali all'export ( 6,3 per cento). In calo l'interscambio di beni di consumo durevoli (-11,7 per cento all'import -2,5 per cento all'export).
La crescita dell'export a luglio è trainata dalle vendite di metalli di base e prodotti in metallo verso la Germania e la Svizzera, e di macchinari e apparecchi verso gli Stati Uniti e la Germania. L'aumento dell'import è determinato soprattutto dall'acquisto di petrolio e gas dalla Russia, di prodotti petroliferi raffinati da Stati Uniti e Russia e metalli dalla Turchia.
Sul versante della finanza pubblica, il quadro programmatico riportato nel DEF dell'aprile 2011 prevedeva il raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2014 mediante una manovra correttiva pari a circa 2,3 punti di PIL nel biennio 2013-2014, cui è stato dato seguito mediante il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, che ha effettuato un intervento correttivo nel periodo pari a circa 48 miliardi di euro netti cumulati.
Successivamente, in presenza del riacuirsi della crisi finanziaria, e delle relative tensioni sui differenziali di rendimento dei titoli del debito pubblico nazionale rispetto ad altri paesi europei, con la manovra di agosto, è stato effettuato un ulteriore intervento correttivo che, anche al fine di anticipare il pareggio di bilancio al 2013, ha elevato la correzione complessiva a 59,8 miliardi, pari al 3,5 punti di PIL. In termini di PIL, la manovra adottata nel corso dell'estate con i due citati provvedimenti comporta una correzione di importo crescente nel periodo 2011-2014, pari allo 0,2 per cento nel 2011, 1,7 per cento nel 2012, 3,3 per cento nel 2012 e 3,5 per cento nel 2014.
Nel complesso, per effetto della manovra e dell'evoluzione attesa del quadro macroeconomico e finanziario, si determina, rispetto al quadro programmatico indicato dal DEF di aprile, un miglioramento del deficit di bilancio pari, in percentuale del PIL, all'1,1 per cento nel 2012 ed all'1,4 per cento nel 2013, con conseguente sostanziale raggiungimento del pareggio in tale anno.
Per il 2011, il rapporto debito/PIL dovrebbe attestarsi intorno al 120,6 per cento rispetto al 120,0 per cento previsto nel DEF, a causa della revisione al ribasso delle previsioni di crescita e di una riduzione della crescita dello stock del debito molto limitata rispetto all'ultima previsione.
Rileva che la Notanon contiene ulteriori indicazioni riguardanti specificamente la politica estera del nostro Paese, né è corredata, come invece prevede la legge di riforma della contabilità e della finanza pubblica, dalla relazione sullo stato di attuazione delle leggi pluriennali di spesa afferenti al Ministero degli Affari esteri, che dovrebbe illustrare la coerenza e la compatibilità tra le risorse necessarie alla realizzazione di provvedimenti e che


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potrebbe fornire utilissimi elementi di valutazione per il lavoro di controllo e d'indirizzo parlamentare.
In conclusione propone l'espressione di un parere favorevole da parete della Commissione.

Marco ZACCHERA (PdL) si associa alle considerazioni del relatore e preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in titolo.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole come formulata dal relatore.

Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva.
Nuovo testo C. 4207 approvato, in un testo unificato, dalla 1a Commissione permanente del Senato, C. 286 Sereni, C. 351 De Poli, C. 941 D'Ippolito Vitale, C. 1088 Romano, C. 2342 Lorenzin, C. 2528 Rampelli, C. 2734 Carlucci, C. 3490 Miglioli e petizione n. 1239.
(Parere alla XII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Stefano STEFANI, presidente, segnala che il provvedimento è stato inserito nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 17 ottobre.

Enrico PIANETTA (PdL), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere un parere sulle parti di competenza contenute nel nuovo testo della proposta di legge n. 4207 - approvata, in un testo unificato, dalla 1a Commissione del Senato - recante disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva.
Il nuovo testo della proposta di legge, elaborato dal Comitato ristretto istituito presso la XII Commissione e adottato come testo base per il seguito dell'esame, contiene alcune modifiche al testo licenziato dall'altro ramo del Parlamento.
La finalità del provvedimento, composto da tre articoli, è quella di garantire il rispetto della dignità umana e dei diritti di libertà, di autonomia e di indipendenza delle persone con disabilità uditiva, assicurandone la piena integrazione nella vita sociale, economica, politica e culturale del Paese.
La proposta di legge, dando attuazione all'articolo 3 della Costituzione e alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e ratificata con la legge n. 18 del 2009, oltre a riconoscere la lingua dei segni italiana (LIS), promuove una serie di misure positive: l'acquisizione e l'uso della lingua orale e scritta da parte delle persone sorde; la ricerca scientifica e tecnologica in funzione di un impiego sempre più diffuso ed efficace degli impianti acustici necessari per la comunicazione; la diffusione degli interventi diagnostici precoci e l'attivazione degli interventi riabilitativi per la sordità congenita o acquisita. Per l'attuazione di tali disposizioni si rinvia ad uno o più regolamenti da emanare entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge.
Alla luce di quanto illustrato, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2).

Francesco TEMPESTINI (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo.

La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole come formulata dal relatore.

Legge Comunitaria 2011.
C. 4623 Governo.
(Relazione alla XIV Commissione).

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2010.
Doc. LXXXVII, n. 4.
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.


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Giorgio LA MALFA (Misto-LD-MAIE), relatore, rileva che la struttura del disegno di legge in esame segue il consueto schema delineato all'articolo 9 della citata legge n. 11 del 2005, ponendosi come lo strumento cardine, ancorché non esclusivo, per l'adeguamento dell'ordinamento interno al diritto dell'Unione europea.
Sottolineare preliminarmente che è in corso un processo di riforma della legge n. 11 del 2005: la Camera ha approvato in prima lettura nella seduta del 23 marzo 2011, il progetto di legge di riforma C. 2854 e abb., ora all'esame del Senato (A.S. 2646). Tra le finalità che il progetto di riforma si pone vi è proprio quella di accelerare i tempi di approvazione della legge comunitaria. Al riguardo, segnala che il disegno di legge comunitaria 2010, presentato in prima lettura al Senato il 5 agosto 2010 (S. 2322) è stato approvato da quel ramo del Parlamento il 5 febbraio 2011, modificato dalla Camera e tornato per l'esame in seconda lettura al Senato, esame avviato dalla 14a Commissione di quel ramo del Parlamento il 14 settembre 2011.
La riforma della legge n. 11 del 2005, già approvata in prima lettura dalla Camera mira ad adeguare la normativa nazionale alle modifiche intervenute nell'assetto dell'Unione europea a seguito dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona e della crescente importanza delle politiche di origine europea.
Limitandosi ai soli profili prettamente parlamentari che connotano la riforma, evidenzia il rafforzamento del raccordo tra Parlamento e Governo nella formazione della posizione italiana nei processi decisionali dell'UE, prevedendo nuovi o più articolati obblighi di informazione del Governo alle Camere, ribadendo l'obbligo del Governo di assicurare la coerenza delle posizioni assunte in sede europea con gli atti di indirizzo delle Camere e precisando meglio i presupposti per l'attivazione della riserva di esame parlamentare. Si conferma la presentazione alle Camere da parte del Governo di due distinte relazioni annuali sulla partecipazione all'UE, una programmatica e l'altra consuntiva.
Si assicura altresì una più efficace applicazione delle prerogative attribuite alle Camere dal Trattato di Lisbona, tenendo conto di alcune novità introdotte dal medesimo Trattato.
In particolare, si richiamano i poteri delle Camere sul rispetto del principio di sussidiarietà, stabilendo che le decisioni per la revisione semplificata dei trattati nonché per il passaggio alla difesa comune siano approvate con legge, mentre per le decisioni del Consiglio europeo o del Consiglio dell'UE la cui entrata in vigore è subordinata dai Trattati alla preventiva approvazione degli Stati membri, è richiesta la previa deliberazione delle Camere.
Si prevede inoltre l'intervento parlamentare per l'attivazione del cosiddetto meccanismo del freno d'emergenza, stabilendo che il Governo, ove entrambe le Camere adottino un atto di indirizzo in tal senso, debba chiedere in seno al Consiglio la remissione al Consiglio europeo di talune decisioni in materia di libera circolazione dei lavoratori, di cooperazione in materia penale e di politica estera e di difesa comune.
Si rafforzano le prerogative di informazione e controllo parlamentare sulle procedure giurisdizionali e di contenzioso riguardanti l'Italia e si prevede la previa informazione delle Camere sulle proposte di nomina e designazioni da parte del Governo dei componenti di talune Istituzioni dell'UE.
La riforma provvede altresì a riorganizzare il processo di recepimento della normativa europea, prevedendo, in particolare, lo sdoppiamento dell'attuale legge comunitaria, in due distinti provvedimenti: la legge di delegazione europea, il cui contenuto sarà limitato alle disposizioni di delega necessarie per il recepimento delle direttive comunitarie; la legge europea che, più in generale, conterrà disposizioni volte a garantire l'adeguamento dell'ordinamento interno all'ordinamento europeo.
Venendo sinteticamente ai contenuti del disegno di legge comunitaria per il


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2011, segnala che esso contiene le disposizioni volte ad assicurare l'osservanza degli obblighi derivanti dalla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nonché a recepire ed attuare nell'ordinamento nazionale la normativa adottata a livello comunitario.
Il provvedimento, che viene esaminato congiuntamente alla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2010, consta di 5 articoli, nonché degli allegati A e B, che elencano le direttive da recepire mediante decreti legislativi (recanti rispettivamente 2 e 21 direttive).
Il disegno di legge interviene in diversi settori, ora delegando il Governo all'adeguamento dell'ordinamento nazionale mediante l'adozione di decreti legislativi, ora modificando direttamente la legislazione vigente per assicurarne la conformità all'ordinamento comunitario.
Oggetto della delega legislativa sono le direttive comprese nell'allegato A e nell'allegato B che contengono di norma l'elencazione delle direttive da recepire con decreto legislativo e, come per gli anni precedenti, la differenza è data dall'iter di approvazione parzialmente diverso, dal momento che per le sole direttive contenute nell'allegato B è previsto l'esame degli schemi di decreto da parte delle competenti Commissioni parlamentari.
Tra le direttive ricomprese nell'allegato B figura la direttiva 2011/36/UE che rileva particolarmente per gli ambiti di competenza della nostra Commissione poiché si inserisce nell'azione globale a livello comunitario contro la tratta di esseri umani.
La nuova disciplina, che sostituisce la decisione quadro del Consiglio 2002/629/GAI recepita dall'Italia con la legge n. 228 del 2003 (Misure contro la tratta di persone) prevede norme minime relative alla definizione dei reati e delle sanzioni in materia di tratta, nonché disposizioni volte a rafforzare notevolmente la prevenzione di tale reato e la protezione delle vittime, in particolare minori. Rispetto alla previgente disciplina, la direttiva provvede a riordinare la materia in maniera più organica proponendo, in particolare, una nuova e più ampia definizione del delitto di tratta di esseri umani, attualmente previsto dall'articolo 601 del nostro codice penale.
Il disegno di legge comunitaria è corredato da un'ampia relazione illustrativa che contiene, come previsto dalla normativa vigente, numerosi riferimenti statistici alle procedure comunitarie di infrazione a carico del nostro Paese: alla data del 15 luglio 2011 esse ammontano complessivamente a 130, di cui 92 per violazione del diritto europeo e 38 per mancata trasposizione di direttive.
Per quanto concerne le procedure di infrazione, la Commissione europea evidenzia come il numero complessivo delle procedure sia diminuito di un quarto rispetti al 2007: a settembre 2011 la media dei procedimenti di infrazione aperti è di 37 per Stato membro. Da questo punto di vista è possibile esprimere apprezzamento per il lavoro svolto per conseguire tali obiettivi. La maggior parte dei procedimenti in sospeso riguarda il Belgio, seguito da Grecia e Italia. Ai fini dell'adeguamento alle sentenze della Corte di giustizia dell'UE, si registra un ritardo medio di circa 17 mesi: il ritardo maggiore viene fatto registrare dalla Francia.
Secondo i dati forniti dal Segretariato generale della Commissione, alla data del 24 novembre 2009 (ultimo riferimento disponibile) l'Italia si è collocata al 26o posto nella graduatoria del recepimento a 27 Paesi, avendo comunicato i provvedimenti di attuazione relativi a 3.050 di queste, pari al 98,77 per cento delle direttive da recepire (la media UE a 27 Stati è pari al 99,25 per cento). A quella data, pertanto, risultava quindi un deficit di attuazione dell'Italia pari a 38 direttive.
Per quanto attiene ai contenuti della Relazione annuale sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2010, essa riflette l'innovazione apportata dalla legge comunitaria per il 2009 all'impianto generale posto dalla legge n. 11 del 2005, separando nettamente, nell'informativa annuale che il Governo è tenuto a dare al Parlamento sulla partecipazione italiana al processo d'integrazione europea, gli orientamenti


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e le priorità che il Governo intende perseguire in tale sede nell'anno successivo, dai risultati conseguiti nell'anno precedente.
La Relazione è strutturata in quattro parti: la prima parte tratta degli sviluppi del processo di integrazione europea; la seconda parte dà conto della partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione analizzando in tre distinti capitoli i profili generali di tale partecipazione sia nella fase preparatoria e negoziale degli atti legislativi (ascendente) che in quella di attuazione della normativa (discendente); inoltre, nella medesima parte, si trattano i temi della formazione all'Europa delle pubbliche amministrazioni e le strategie di comunicazione. La terza parte della Relazione riguarda la partecipazione dell'Italia alle principali politiche settoriali mentre a quarta parte illustra le politiche di coesione e l'andamento dei flussi finanziari dall'Unione verso l'Italia e la loro utilizzazione.
Per quanto attiene alle questioni istituzionali, la Relazione ricorda come l'attuazione del Trattato di Lisbona abbia rappresentato l'obiettivo principale dell'agenda istituzionale europea del 2010. In materia di attuazione delle più significative previsioni del Trattato di Lisbona il documento richiama l'approvazione da parte del Parlamento europeo del progetto di regolamento relativo alla cosiddetta nuova «comitologia»; l'approvazione definitiva da parte del Parlamento europeo del regolamento istitutivo dell'Iniziativa Legislativa Europea, volta ad assicurare una più ampia partecipazione dei cittadini alla vita dell'UE.
La Relazione sottolinea la rilevanza dell'avvio del negoziato per l'adesione dell'Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, con l'approvazione del mandato negoziale della Commissione da parte del Consiglio nel mese di giugno 2010, adesione che, portando a compimento un'azione condotta con convinzione anche dall'Italia, completerà il sistema di tutela e salvaguardia dei diritti umani nell'Unione europea: si tratta dell'unico riferimento sostanziale ad un tema che dovrebbe caratterizzare l'UE come «potenza civile», quello della promozione dei diritti umani che è invece decisamente latitante all'interno della Relazione.
In tema di politica estera e di sicurezza comune (PESC), la Relazionepresenta in forme fin troppo ottimistiche il ruolo svolto dall'UE su scala planetaria: si ricorda l'azione dell'UE per mantenere alta la pressione politica della Comunità internazionale sul regime di Teheran a seguito della prosecuzione, da parte di quest'ultimo, delle attività collegate allo sviluppo del settore nucleare. Si richiama altresì la specifica attenzione dedicata alle crisi del continente africano, mantenendo elevato «il livello di attenzione» nei confronti della Somalia e del Corno d'Africa, contribuendo, anche grazie al ruolo dell'Italia, ad un accresciuto impegno internazionale a sostegno delle istituzioni federali somale.
Per quanto concerne le relazioni esterne, la politica commerciale e la cooperazione allo sviluppo, nel corso del 2010 il documento sottolinea come l'Italia abbia continuato a sostenere con vigore e fermezza la strategia di allargamento e le aspirazioni europee di Turchia, Croazia, Islanda e Balcani occidentali, ribadendo la necessità di garantire la credibilità dell'intero processo e di offrire una chiara prospettiva di adesione a tutti i Paesi candidati e potenziali candidati.
Proprio in relazione al percorso d'integrazione dei Paesi dei Balcani occidentali - sul quale la Commissione affari esteri si è più volte soffermata - la Relazione sottolinea come, grazie anche all'impegno costantemente profuso dal nostro Paese in sede europea, nel corso del 2010 siano stati raggiunti rilevanti progressi nel processo di integrazione europea dei Balcani Occidentali quali l'abolizione del regime di visto per l'Albania e la Bosnia a partire dal 15 dicembre 2010, l'entrata in vigore dell'Accordo Interinale (1o febbraio 2010), l'avvio del processo di ratifica dell'Accordo di stabilizzazione ed associazione con la Serbia (rapidamente ratificato dal nostro Paese), la presentazione da parte


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della Commissione del parere sulla domanda di adesione dell'Albania (9 novembre 2010); l'approvazione della risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sul Kosovo co-sponsorizzata dall'Unione europea e dalla Serbia (9 settembre 2010) e la prospettiva di avvio di un processo di dialogo tra Pristina e Belgrado facilitato dalla UE, volto a risolvere i problemi concreti sul terreno.
Con riferimento al ruolo del nostro Paese a fronte di una delle questioni più delicate dell'azione internazionale dell'UE, l'organizzazione del Servizio europeo di azione esterna - sul quale la Commissione affari esteri ha adottato, il 20 luglio 2010, uno specifico documento - la Relazione appare invece decisamente poco esauriente, limitandosi a riferire che «Il Governo ha assicurato una costante partecipazione nella fase di accordo fra i Paesi membri nell'intero procedimento negoziale».
Nell'ambito del Partenariato Orientale (PO) - oggetto di una specifico documento della Commissione Affari esteri, adottato il 14 luglio 2009, la Relazione ricorda che il Governo italiano ha seguito con attenzione i negoziati per gli Accordi di Associazione con Ucraina, Moldova, Armenia, Azerbaijan e Georgia e sostenuto l'avvio del processo verso la liberalizzazione dei visti con i paesi vicini quali Ucraina, Moldova e Russia ed in materia di facilitazione dei visti con la Georgia, come mezzo per favorire i contatti tra i popoli, riscuotendo apprezzamenti da parte di quelle autorità. Tenuto la Commissione nel raggiungimento di questi importanti risultati, partecipando ai lavori delle 4 piattaforme tematiche (democrazia, buon governo e stabilità; integrazione economica e convergenza con le politiche dell'Unione europea; sicurezza energetica; contatti fra le persone), volte a promuovere la cooperazione multilaterale con i Paesi partner.
Venendo ad un altro focus d'interesse della nostra Commissione, il partenariato euro-mediterraneo, il documento ricorda gli sforzi del Governo volti a completare l'architettura istituzionale dell'organizzazione dell'Unione per il Mediterraneo, ottenendo fra l'altro la nomina di un italiano ad uno dei sei posti di Vice Segretario Generale, con competenze di coordinamento in materia economico-finanziaria.
Quanto ai dossier commerciali, la Relazione ricorda che il Parlamento europeo ha approvato il 21 ottobre 2010 la proposta di Regolamento relativa all'indicazione del Paese di origine di alcuni prodotti importati dai Paesi Terzi (cd Regolamento «Made in»). Il risultato rappresenta sicuramente un importante successo per l'Italia, ottenuto al termine di un lungo e difficile processo lanciato sin dal 2003 e al quale si è giunti grazie al costante impegno del Governo e delle Associazioni di categoria interessate. La larga maggioranza con la quale il Parlamento europeo si è espresso, testimonia l'interesse generale che raccoglie la proposta di Regolamento e dimostra la capacità delle delegazioni dei parlamentari italiani di fare sistema quando sono in gioco interessi di notevole importanza per l'Italia.
Infine, per quanto attiene alla politica dell'UE in materia di cooperazione allo sviluppo e ACP, la Relazione afferma che nel corso del 2010 il nostro Paese si è confermato il terzo contribuente al bilancio UE in materia di sviluppo ed il quarto contribuente al Fondo Europeo di Sviluppo (FES), per un totale di oltre 1.3 miliardi di euro, corrispondente a quasi i due terzi dell'Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) italiano calcolato in sede OCSE. Al contempo il documento ammette che alla fine dell'anno i livelli di APS dell'Unione hanno raggiunto lo 0,46 per cento del PIL, al di sotto dello 0,56 per cento stabilito come obiettivo intermedio per il 2010 per il raggiungimento dell'obiettivo finale dello 0,7 per cento nel 2015, coerentemente con gli impegni presi nell'ambito degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM). Fra i principali responsabili del gap figura il nostro Paese, per circa 5 miliardi di euro (40 per cento del totale).
Ciò premesso, si riserva di presentare una proposta di relazione sul disegno di legge comunitaria 2010 e di parere sulla


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Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (anno 2009) sulla base delle considerazioni che emergeranno nel corso del dibattito e alla luce dell'intervento del rappresentante del Governo.

Francesco TEMPESTINI (PD) concorda sull'opportunità che il rappresentante del Governo prenda parte all'esame dei rilevanti provvedimenti in titolo.

Stefano STEFANI, presidente, sottolinea che il Ministero degli affari esteri prende parte in modo assiduo e costante ai lavori di questa Commissione e che il contemporaneo svolgimento presso la Farnesina della Conferenza Italia-America Latina ha impegnato in modo straordinario i vertici politici di tale ramo dell'Amministrazione, rendendo difficile partecipazione di un suo esponente alla seduta odierna. Coglie l'opportunità per esprimere rammarico per la difficoltà, ad oggi registrata, di potere contare su un'interazione di analogo tenore con il Ministero dello Sviluppo economico, il cui contributo è stato richiesto dagli Uffici di presidenza delle Commissioni affari esteri e comunitari ed attività produttive in merito al tema della soppressione dell'Istituto per il Commercio Estero.

Francesco TEMPESTINI (PD) si associa alle considerazioni del presidente Stefani.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.35.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 5 ottobre 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI.

La seduta comincia alle 14.35.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica popolare cinese, firmato a Pechino il 4 dicembre 2004, con Nota di interpretazione dell'articolo 10 fatta il 19 marzo 2008 ed il 10 aprile 2008.
C. 4250 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, iniziato nella seduta del 12 aprile scorso.

Stefano STEFANI, presidente, ricorda che nella seduta del 28 settembre scorso la Commissione ha svolto l'audizione informale di rappresentanti dell'ANICA.

Gianpaolo DOZZO (LNP), relatore, alla luce delle risultanze dell'audizione richiamata dal presidente Stefani, ritiene che si debba procedere celermente nell'iter di ratifica del provvedimento, peraltro già approvato dal Senato.

Francesco TEMPESTINI (PD) si associa a quanto testé osservato dal relatore.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.40.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Mercoledì 5 ottobre 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI.

La seduta comincia alle 14.40.


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Sulla missione a Varsavia in occasione della Conferenza dei Presidenti delle Commissioni affari esteri dei Parlamenti dell'Unione europea (4-6 settembre 2011).

Stefano STEFANI, presidente, fa presente che alla missione ha preso parte in rappresentanza della Commissione il vicepresidente Narducci, che ringrazia.

Franco NARDUCCI (PD) segnala di avere predisposto una relazione sugli esiti della missione in titolo, di cui illustra sinteticamente il contenuto (vedi allegato 3). Sottolinea in generale l'importanza di valorizzare il ruolo dei Paesi più piccoli dell'Unione europea o di quelli di più recente adesione, al fine di realizzare un maggiore equilibrio nelle politiche europee. Segnala una richiesta reiterata da parte dei nuovi membri dell'Unione europea di nuove politiche in tema di libertà di circolazione, malgrado la contrarietà espressa al riguardo da Paesi come la Francia o la Germania. Ricorda di essere intervenuto ai lavori della Conferenza per esprimere il favore all'ingresso della Turchia nell'Unione europea e l'esigenza, condivisa con il presidente Dini, di indire una conferenza internazionale sul Corno d'Africa. Sottolinea di avere registrato a margine dei lavori della Conferenza un forte interesse da parte della Polonia al rafforzamento delle relazioni con l'Italia ma soprattutto l'aspettativa da parte dei rappresentanti della Commissione esteri del Bundestag per un approfondimento dell'amicizia di lunga data con questa Commissione, ad esempio mediante lo svolgimento di una missione a Berlino. Tale aspettativa è da interpretare alla luce dell'urgenza di operare per un consolidamento del vincolo di solidarietà tra i Paesi e popoli dell'Unione europea e per fare emergere i vantaggi derivanti dall'essere membri dell'Unione europea in una fase di profonda crisi economica e di diffuso scetticismo nei confronti di Bruxelles e, in particolare, dell'euro.

Stefano STEFANI, presidente, si associa alle considerazioni del collega su cui auspica un approfondimento nella sede dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

Marco ZACCHERA (PdL) concorda con l'opportunità di intensificare i rapporti parlamentari con la Germania.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

La seduta termina alle 14.50.

III Commissione - Mercoledì 5 ottobre 2011


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ALLEGATO 1

Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione (C. 4434 Governo, approvato dal Senato).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
esaminato il disegno di legge C. 4434 Governo, approvato dal Senato, recante «Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione»;
sottolineata l'importanza di dare sollecita e accurata attuazione alla Convenzione delle Nazioni sulla corruzione, entrata in vigore nel 2005 e ratificata dall'Italia con la legge n. 116 del 2009;
apprezzata in particolare l'istituzione di un'Autorità nazionale contro la corruzione, che, unitamente alle altre misure previste, contribuisce a rafforzare l'immagine internazionale del nostro Paese nel contrasto all'illegalità sia a livello nazionale che internazionale,

esprime

PARERE FAVOREVOLE.


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ALLEGATO 2

Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva (Nuovo testo C. 4207 approvato, in un testo unificato, dalla 1a Commissione permanente del Senato, C. 286 Sereni, C. 351 De Poli, C. 941 D'Ippolito Vitale, C. 1088 Romano, C. 2342 Lorenzin, C. 2528 Rampelli, C. 2734 Carlucci, C. 3490 Miglioli e petizione n. 1239).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
esaminato il disegno di legge C. 4207 Governo, approvato dalla 1a Commissione del Senato, recante «Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva»;
sottolineata l'importanza di dare sollecita e accurata attuazione, per ciò che concerne le persone sorde, alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, entrata in vigore nel 2008 e ratificata dall'Italia con la legge n. 18 del 2009;
esprime

PARERE FAVOREVOLE.


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ALLEGATO 3

Sulla missione a Varsavia in occasione della Conferenza dei Presidenti delle Commissioni affari esteri dei Parlamenti dell'Unione europea (4-6 settembre 2011).

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Dal 4 al 6 settembre scorsi, su designazione del presidente Stefani, si è tenuta la Conferenza dei Presidenti delle Commissioni affari esteri dei Parlamenti degli Stati membri dell'Unione europea, svolta presso il Parlamento polacco, nel quadro delle iniziative promosse durante il semestre polacco di presidenza dell'Unione europea.
La Conferenza, dedicata alla politica dell'UE nei riguardi dei propri vicini orientali, si è articolata in quattro sessioni di lavoro, alle quali hanno partecipato i rappresentanti dei ventisette Parlamenti degli Stati comunitari, del Parlamento europeo, del Servizio europeo di azione esterna, nonché i rappresentanti parlamentari dei paesi candidati (Croazia, Islanda, Macedonia e Turchia), del Partenariato orientale (Bielorussia, Georgia, Moldova ed Ucraina) e del Parlamento norvegese. In rappresentanza del Senato è intervenuto il senatore Lamberto Dini, presidente della Commissione Affari esteri.
Domenica 4 settembre nel corso di un ricevimento in onore dei partecipanti alla Conferenza promosso dai presidenti delle Commissioni Affari esteri dei due rami del Parlamento polacco, è intervenuta lady Catherine Ashton, Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che ha concisamente illustrato la posizione dell'UE di fronte alle principali crisi internazionali. Al termine di una sessione di domande e risposte con i parlamentari nazionali presenti all'iniziativa, lady Ashton si è intrattenuta con la delegazione italiana esprimendo il suo apprezzamento per il rilevante ruolo svolto dal nostro Paese nella gestione della crisi libica.
I lavori della Conferenza sono stati aperti dal Presidente della Dieta, Grzegorz Schetyna, che ha richiamato il ruolo del Partenariato orientale nella promozione delle istituzioni democratiche nei Paesi confinanti del versante orientale. «Sostenere il potenziale per costruire istituzioni statuali moderne e democratizzare le società civili dell'Europa meridionale ed orientale ci consente - in quanto paesi un tempo al di là della «cortina di ferro» - di onorare il nostro debito di solidarietà nei riguardi dei nostri amici occidentali».
Dopo l'intervento inaugurale del presidente Schetyna, il Presidente della Commissione Affari esteri del Senato polacco, Leon Kieres, ha sottolineato come incontri come quello di Varsavia consentano periodicamente alle rappresentanze parlamentari nazionali di esaminare le grandi questioni poste dall'attualità internazionale, agevolando la legittimazione e la condivisione delle decisioni di politica estera adottate in seno all'UE.
Nella prima sessione, svoltasi il 5 settembre mattina, incentrata sulle principali questioni di politica estera durante il semestre di presidenza, il Segretario di Stato agli Affari esteri, Jan Borkowki, ha illustrato le priorità della presidenza polacca nel settore della politica estera europea chiamata oggi a fronteggiare la gravissima crisi finanziaria globale e l'esplodere dei moti di protesta lungo la sponda meridionale del Mediterraneo. Con riferimento a


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quest'ultimo punto, egli ha ribadito che la Polonia è favorevole all'invio di una missione dell'UE in Libia per sostenere il processo di transizione democratica post-bellica. Borkowki ha altresì richiamato gli obiettivi già raggiunti in questi primi mesi di presidenza nell'ambito del Partenariato orientale e della strategia di allargamento, «una dei più grandi successi dell'UE», affermando che il percorso di adesione croato all'UE dovrebbe concludersi al termine del semestre polacco.
Dopo l'intervento del Segretario di Stato, si è aperto un dibattito nel corso del quale ricorda di avere sottolineato come sia prioritario approfondire - nell'ottica della revisione della Politica europea di vicinato la riflessione sul ruolo dell'UE a fronte della situazione in evoluzione nel Mediterraneo, anche alla luce del fallimento dell'Unione per il Mediterraneo ed il conseguente stallo del Partenariato di Barcellona. Riferisce di avere parimenti espresso una valutazione positiva per la recente chiusura del negoziato di adesione con la Croazia, poiché ciò contribuirà a dare rinnovato slancio al cammino dell'intera regione dei Balcani occidentali verso la UE. In tale prospettiva ha ribadito che la Camera dei deputati italiana sostiene convintamente il riconoscimento della Serbia quale paese candidato all'adesione e l'avvio dei colloqui per l'adesione del Montenegro.
Hanno posto altri quesiti Emanuelis Zingeris, presidente della Commissione Affari esteri della Dieta lituana, Antonijo Miloshoki, presidente della Commissione Affari esteri dell'Assemblea macedone, Volkan Bozkir, componente della Commissione Affari esteri del Parlamento turco, Francio Zammit Dimech, presidente della Commissione Affari esteri ed europei della Camera dei rappresentanti maltese, Pat Breen, componente della Commissione Affari esteri della Camera dei rappresentanti irlandese, Mike Gapes, componente della Commissione Affari esteri della Camera dei comuni britannica, Dimitar Chukarski, componente della Commissione Affari esteri e difesa dell'Assemblea nazionale bulgara ed Averof Neofytou, componente della Commissione Affari esteri ed europei della Camera dei rappresentanti cipriota. In sede di replica è intervenuto il viceministro degli Affari esteri polacco, Jacek Najder.
La seconda sessione, dedicata specificamente alle prospettive del Partenariato orientale, si è aperta nel pomeriggio del 5 settembre con gli interventi del Presidente della Commissione Affari esteri della Dieta polacca, Andrzej Halicki e del Sottosegretario di Stato agli Affari esteri, Jerzy Pomianowski. Quest'ultimo ha sottolineato come i risultati del Partenariato siano estremamente positivi sia sul piano che politico che su quello economico, anche se rimane ancora il grave problema della democrazia in Bielorussia.
Nel corso del dibattito, hanno preso la parola i rappresentanti di dieci Parlamenti nazionali (Lettonia, Romania, Austria, Irlanda, Belgio, Francia, Germania, Irlanda e Lituania), il parlamentare europeo Fiorello Provera, componente della Commissione Affari esteri, Marie Eriksen Soreide, Presidente della Commissione Affari esteri del Parlamento norvegese nonché gli invitati speciali della Georgia, della Moldova, dell'Ucraina e della Bielorussia. Quest'ultimo, Aleksandr Milinkevich, esponente delle forze di opposizione democratica, ha evidenziato come l'adozione di sanzioni economiche a carico del suo Paese possa avere un effetto controproducente, aggravando le condizioni economiche e rafforzando la legittimazione del regime.
Rammenta che nel suo intervento, ribadendo gli indirizzi assunti dalla nostra Commissione sul Partenariato orientale, ha affermato come l'UE sia chiamata a svolgere un ruolo più attivo nella regione. Da ciò la necessità di un rilancio del Partenariato a partire dal dialogo politico per favorire innanzitutto le relazioni non solo dei Paesi partner con l'Unione europea, ma tra loro stessi al fine di accrescere la fiducia reciproca. Ha altresì richiamato l'esigenza di un rafforzamento dell'Assemblea del Partenariato (Euro.Nest) grazie alla partecipazione diretta delle delegazioni dei Parlamenti nazionali degli Stati membri dell'UE. La partecipazione diretta


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di tali delegazioni consentirebbe infatti di consolidare ulteriormente lo scambio tra le nostre rappresentanze parlamentari e quelle dei vicini orientali, favorendo ulteriormente l'associazione politica e l'integrazione economica tra UE e paesi del Partenariato orientale.
La sessione successiva, svoltasi la mattina del 6 settembre, si è incentrata sul futuro della COFACC ed è stata aperta dall'on. Halicki, che ha ricordato i termini della proposta di istituzione di un nuovo organismo interparlamentare, che sostituisca la COFACC e la CODACC, riunendo membri del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali con funzioni d'indirizzo e di controllo sulla politica estera e di sicurezza dell'UE. Il presidente Halicki ha altresì ricordato che la Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti degli Stati membri dell'Unione europea ha raggiunto un accordo su alcuni aspetti della nuova istanza di cooperazione interparlamentare, ma debbono ancora essere definiti i profili attinenti alla composizione ed al numero dei delegati. A suo parere la nuova conferenza interparlamentare, con una composizione ristretta, deve operare secondo i metodi decisionali del consenso, promuovendo discussioni e dibattiti su temi specifici alla presenza dell'Alto Rappresentante.
Nel dibattito sono intervenuti dodici parlamentari nazionali, la maggior parte dei quali ha concordato sull'esigenza di istituire una conferenza interparlamentare in materia di politica estera e di sicurezza europea, senza regole procedurale eccessivamente formalizzate ed un apparato burocratico espresso dalle istituzioni comunitarie.
Karin Enström, presidente della Commissione Affari Esteri del Parlamento svedese, ha presentato il punto di vista condiviso da rappresentanti degli Stati nordici e baltici, ribadendo la centralità della funzione di controllo svolta dai Parlamenti nazionali. Lord Teverson dalla Camera dei Lord UE ha auspicato una nuova istanza interparlamentare diretta da una presidenza a rotazione.
Il presidente Dini, ribadendo la posizione del Parlamento italiano, ha sottolineato l'importanza di una sede presso la quale i parlamentari nazionali possano non soltanto dibattere ma anche interagire e confrontarsi con l'Alto rappresentante, per definire e verificare gli indirizzi della politica estera europea.
Nel concludere la discussione il presidente Halicki ha sottolineato come sia emersa una sostanziale convergenza di opinioni sulle finalità e l'assetto fondamentale del nuovo organismo di cooperazione interparlamentare e ha annunciato la presentazione di una proposta ufficiale polacca volta a conciliare le diverse impostazioni circa la composizione dell'organismo stesso.
I lavori dell'ultima sessione, svoltasi nella tarda mattinata del 6 settembre, sono stati dedicati agli sviluppi della crisi politica in Nord Africa e sono stati aperti dal presidente del Senato polacco, Bogdan Borusewicz: che ha affermato che «la situazione in Nord Africa ha sorpreso l'Europa. Non ci sono stati allarmi preventivi sulle tensioni crescenti, il che dimostra quanto sia difficile valutare i sentimenti sociali nelle dittature». Il presidente Borusewicz ha sottolineato l'importanza dei cambiamenti e del loro impatto sulla intera Unione europea, esprimendo l'auspicio che i paesi arabi intraprendano un percorso di democratizzazione, sventando le tentazioni dell'autoritarismo militare o teocratico. Dopo aver ricordato i due recenti documenti dell'UE sulla primavera araba, ha concluso affermando: «cerchiamo di non dire loro cosa fare, ma mostriamo mostrare loro il funzionamento del nostro sistema democratico».
Maciej Popowski, vice segretario generale del Servizio europeo di azione esterna, ha sottolineato come l'UE stia raccogliendo risorse finanziarie (con un obiettivo di 8 miliardi di euro) per sostenere le riforme in Nord Africa e lo sviluppo della società civile, attraverso la creazione di un Fondo europeo per la democrazia.
Nel corso del dibattito apertosi dopo l'intervento del rappresentante del SEAE,


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numerosi delegati hanno sottolineato l'importanza di garantire la sicurezza e la stabilità del Mediterraneo, coordinando l'azione dell'UE con quella delle Nazioni Unite.
Prendendo la parola, si è soffermato sulla crisi in Libia, affermando quanto sia necessario ed urgente che l'UE si inserisca attivamente nello scenario della ricostruzione post-bellica in Libia, in connessione con la Nato e in stretto rapporto con le Nazioni Unite, smorzando sul nascere il rischio di ulteriori frammentazioni tra gli alleati, che si rifletterebbero inevitabilmente sul terreno, rendendo più problematica una uscita positiva dalla crisi attuale. Ma è necessario che l'UE vada oltre la sola questione libica ed affronti in modo più compiuto tutto il complesso dossier dei mutamenti politici in corso nel mondo arabo, con un discorso di lungo periodo ed ampia prospettiva che vada dall'aiuto, alla modernizzazione e democratizzazione di questi paesi, sino alla gestione dei problemi di sicurezza della regione mediterranea (terrorismo, criminalità organizzata, movimenti migratori, conflittualità regionali eccetera), della cooperazione allo sviluppo e degli interventi umanitari.
Evidenzia di avere richiamato l'attenzione infine, sulla scorta degli indirizzi recentemente espressi dalla Camera, sulla gravissima crisi alimentare che colpisce attualmente alcune aree del Corno d'Africa, derivante dalla combinazione di un periodo di prolungata siccità con l'incremento dei prezzi dei generi alimentari di base verificatosi negli ultimi anni per vari fattori.

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