Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Strumento di esplorazione della sezione Lavori Digitando almeno un carattere nel campo si ottengono uno o più risultati con relativo collegamento, il tempo di risposta dipende dal numero dei risultati trovati e dal processore e navigatore in uso.

salta l'esplora

Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

Torna all'elenco delle indagini Torna all'elenco delle sedute
Commissione I
2.
Martedì 27 aprile 2010
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Bruno Donato, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA NELL'AMBITO DELL'ESAME DEL DISEGNO DI LEGGE C. 3209-BISGOVERNO RECANTE «DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SEMPLIFICAZIONE DEI RAPPORTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CON CITTADINI E IMPRESE E DELEGA AL GOVERNO PER L'EMANAZIONE DELLA CARTA DEI DOVERI DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE E PER LA CODIFICAZIONE IN MATERIA DI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE»

Audizione di rappresentanti della Confindustria:

Bruno Donato, Presidente ... 3 5 6 7
Galli Giampaolo, Rappresentante della Confindustria ... 3 5 7
Orsini Andrea (PdL) ... 6
Panucci Marcella, Rappresentante della Confindustria ... 6
Volpi Raffaele (LNP) ... 5

Audizione di rappresentanti di Casartigiani, CNA, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti:

Bruno Donato, Presidente ... 7 9 10 12 14 15 16
Fumagalli Cesare, Rappresentante della Confartigianato ... 7 14
Giovanelli Oriano (PD) ... 9
Mantini Pierluigi (UdC) ... 12
Occhipinti Armando, Rappresentante della Confapi ... 10 14
Orsini Andrea (PdL) ... 15
Volpi Raffaele (LNP) ... 12
Zaccaria Roberto (PD) ... 10
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: Misto-RRP; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Noi Sud/Lega Sud Ausonia: Misto-NS/LS Ausonia.

COMMISSIONE I
AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 27 aprile 2010


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DONATO BRUNO

La seduta comincia alle 9,15.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti della Confindustria.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva svolta nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 3209-bis Governo recante «Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione», l'audizione di rappresentanti di Confindustria.
Do la parola ai nostri ospiti per lo svolgimento della relazione.

GIAMPAOLO GALLI, Rappresentante della Confindustria. Ringrazio lei, presidente, e la Commissione per aver dato l'opportunità alla nostra organizzazione di trattare un tema che consideriamo di cruciale importanza, che riteniamo uno dei temi centrali dell'economia della società italiana.
Le proposte di semplificazione contenute nel disegno di legge in esame sono apprezzabili e vanno nell'auspicata direzione di ridurre oneri a carico delle imprese e di migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione. Rappresentano, a nostro avviso, un primo passo verso quella semplificazione, che deve portare a una ben più significativa riduzione di tempi e costi della burocrazia, che rappresentano una delle cause importanti che gli economisti e gli analisti considerano nel tentativo di spiegare la bassa crescita dell'Italia e della competitività delle imprese italiane negli ultimi 15-20 anni.
Le fonti internazionali a nostra disposizione, a cominciare da quelle della Banca mondiale, collocano l'Italia in una posizione estremamente scomoda: siamo settantottesimi, ovvero agli ultimi posti fra i Paesi avanzati quanto a facilità di fare impresa. In Italia, quindi, è estremamente difficile fare impresa da numerosi punti di vista.
La nostra opinione è che il disegno di legge possa essere rafforzato. Esso non interviene infatti su alcuni strumenti di carattere generale, la cui revisione è essenziale per assicurare procedimenti più snelli e rapidi (conferenze di servizi, autorizzazioni paesaggistiche e norme sull'acquisizione della documentazione delle imprese nei procedimenti di loro interesse), né su ambiti specifici, quale in particolare la tutela della privacy.
A tale riguardo, lasceremo agli atti della Commissione una nota e una più ampia e dettagliata documentazione, che tratta di ambiti specifici quali fisco, appalti, previdenza, oltre che la tutela della


Pag. 4

privacy, su cui, all'interno di questo disegno di legge o in successivi provvedimenti, è possibile realizzare importanti operazioni di semplificazione.
Per quanto riguarda specificamente le norme del disegno di legge in esame, apprezziamo quelle basate sull'attuazione dell'utilizzo di tecnologie informatiche e telematiche. Riteniamo che sia essenziale far seguire alla norma anche la previsione di piani di attuazione, che consentano di modificare le cose nel concreto. Nella sanità, ad esempio, l'impiego della telematica rappresenta un fattore importante in termini di capacità di governance, di trasparenza, di crescita della produttività. È tuttavia necessario adottare standard tecnici in grado di far comunicare diversi sistemi informatici. A tale riguardo, Confindustria ha predisposto un progetto che potrebbe essere realizzato in collaborazione con le competenti istituzioni.
È certamente positivo il rafforzamento del metodo della misurazione e riduzione degli oneri amministrativi, che crediamo dovrebbe però essere ulteriormente potenziato. Condividiamo le due deleghe al Governo previste dal disegno di legge in materia di Carta dei doveri della Pubblica amministrazione e di codificazione delle disposizioni sulla Pubblica amministrazione. Anche tali previsioni potrebbero essere integrate con alcuni correttivi.
In particolare, la delega consente al Governo di provvedere al solo coordinamento formale delle disposizioni, senza poter apportare modifiche. Ci sembra che qui si possa fare di più e consentire al Governo di modificare le discipline in conformità ai criteri di semplificazione anche per quanto riguarda gli atti regolamentari. Per osservazioni più di dettaglio, articolo per articolo, rinvio alla nota che consegneremo alla presidenza. Vorrei, nel mio intervento, affrontare alcuni temi che a nostro avviso potrebbero già essere recepiti in questo disegno di legge. Uno attiene alla revisione della disciplina della Conferenza di servizi, tema del quale prima si è parlato, ma che non si ritrova nel testo del disegno di legge. La Conferenza di servizi da istituto di semplificazione si è trasformato spesso in un ostacolo talora insuperabile alla realizzazione delle attività.
Al fine di renderlo uno strumento di semplificazione, avanziamo tre proposte, prima fra le quali quella di limitare l'obbligatorietà della Conferenza alle ipotesi in cui sia coinvolta nella decisione un'amministrazione preposta alla tutela di interessi sensibili, mentre in tutti gli altri casi bisognerebbe consentire all'amministrazione procedente di adottare il provvedimento indipendentemente dal concerto - assenso delle amministrazioni interpellate o rimaste inerti.
In secondo luogo, reputiamo necessario estendere l'operatività del silenzio-assenso anche alle amministrazioni preposte alla tutela di interessi sensibili, per evitare che loro ritardi, omissioni o inerzie paralizzino i procedimenti. Appare infine opportuno velocizzare e rendere efficace il meccanismo di composizione del dissenso qualificato, concentrando le competenze in capo a un unico organo rappresentato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Riteniamo opportuno intervenire anche in materia di acquisizione di ufficio della documentazione delle imprese, peraltro anche dei cittadini. Tale importante principio di semplificazione è rimasto finora inapplicato. Per quanto riguarda il mondo delle imprese, proponiamo di costituire una sorta di anagrafe amministrativa presso il Registro delle imprese, in cui siano presenti sia le certificazioni volontarie che gli atti e i documenti rilasciati dall'autorità, rendendone libero l'accesso alle altre amministrazioni chiamate ad adottare provvedimenti di interesse per le imprese.
L'altro grande tema sul quale crediamo sia doveroso intervenire è la materia della tutela della privacy, che è omogenea alle materie trattate nel disegno di legge. Poiché questa materia è per ora del tutto esclusa dal disegno di legge, mi limiterò ad esprimere alcune osservazioni.
La tutela della privacy è uno dei costi che di recente si è imposto con particolare pesantezza al sistema delle imprese italiane, e spesso si fatica a comprendere il


Pag. 5

senso di quegli oneri. Il punto centrale è riallineare la disciplina italiana alla direttiva europea, perché l'Italia è andata, a nostro avviso, parecchio oltre tale disciplina.
Le nostre proposte sono le seguenti: escludere dall'applicazione del codice i trattamenti dei dati effettuati nell'ambito dei rapporti tra sole imprese; limitare l'obbligatorietà del documento programmatico della sicurezza ai soli casi tassativi in cui il titolare del trattamento sia tenuto a effettuare la notificazione al garante, ovvero alle sole ipotesi in cui il trattamento assuma una particolare rilevanza per la natura dei dati trattati, per le modalità utilizzate, per la tipologia di attività svolte; estendere l'ambito dei destinatari che possono utilizzare la misura di semplificazione dell'autocertificazione sostitutiva del documento programmatico sulla sicurezza, che oggi non può essere utilizzato quando un'impresa abbia anche solo un dipendente; riallineare la definizione di dato sensibile a quella dettata dalla direttiva comunitaria, riferendola solo a quei dati che rivelino concretamente determinate condizioni e non già a quelli idonei a rivelarle anche in via indiretta.
Queste sono le nostre proposte principali, ma in materia ne abbiamo anche molte altre, così come anche in materia di appalti, di ambiente, di fisco, di previdenza. Qualora la Commissione e il Governo fossero interessati a estendere il campo di applicazione del disegno di legge in esame, saremmo ben lieti di tornare a ragionare di questi aspetti. Per ora ci limitiamo a lasciare le nostre considerazioni agli atti di questa Commissione.

PRESIDENTE. Avverto che i rappresentanti della Confindustria, come annunciato, hanno consegnato alla presidenza un documento scritto di cui dispongo la distribuzione.
Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

RAFFAELE VOLPI. Approfondiremo con attenzione il documento che esprime le considerazioni di Confindustria, con la consapevolezza che non tutto potrà essere inserito in questo provvedimento, ma al fine di comprendere, attraverso uno spazio di facilitazione all'impresa, quale possa essere, nella controparte Confindustria, la forma di ammortizzazione rispetto ad alcuni settori sensibili.
In generale, semplificazione significa facilitare l'impresa, obiettivo sul quale siamo assolutamente d'accordo, altrimenti non esisterebbe neanche la prospettiva delineata dal disegno di legge. Talvolta, tuttavia, la necessità di quella che può sembrare solo burocrazia è dettata da situazioni in cui emergono necessità di verifiche e di controlli.
Questo è l'elemento che maggiormente preoccupa la mia parte politica, che attualmente vede anche nel suo territorio importanti momenti di infrastrutturazione, che fanno già immaginare situazioni non associate a un'estrema facilitazione nell'accesso.
Mi sembra interessante peraltro la considerazione di Confindustria sulla Conferenza dei servizi, seppur non in senso così deregolamentato come proposto. Sarebbe infatti opportuno indirizzare la Conferenza dei servizi verso un'unica riunione, in cui gli attori non pongano unicamente eccezioni, ma propongano soluzioni. Spesso, infatti, ci si è trovati con momenti di eccezione, per il cui superamento è necessario intervenire. Credo che si debba riconoscere una responsabilità anche dei vari soggetti della pubblica amministrazione, che devono essere determinati e determinanti nella riunione della Conferenza dei servizi e proporre indirizzi positivi in un'unica soluzione.

PRESIDENTE. Do la parola ai rappresentanti della Confindustria per la replica.

GIAMPAOLO GALLI, Rappresentante della Confindustria. Nessuna delle proposte che abbiamo avanzato in questa sede contraddice il principio generale di tutela e, nello specifico, di tutela di interessi sensibili. Parliamo di semplificazione, non di modifiche sostanziali della normativa e


Pag. 6

delle tutele di vario ordine, che spesso rappresentano la ratio della norma.
La principale contropartita è rappresentata da una maggiore crescita. Noi ci preoccupiamo di questi problemi perché ricordo alla Commissione che l'87 per cento delle nostre imprese è costituito da piccole o piccolissime imprese. Evidentemente, questi oneri in gran parte sono costi fissi e quindi pesano proporzionalmente più sulla piccola e sulla piccolissima impresa che non sulla grande. Sono queste imprese, in particolare, che soffrono per la crisi, ma che già stentavano prima ad affrontare i mercati internazionali e i nuovi scenari della concorrenza internazionale. Credo dunque che debba essere preoccupazione comune quella di far crescere questo sistema.
Desidero sottolineare un aspetto importante: quando parliamo di semplificazione, ogni singola norma ci sembra al tempo stesso minima dal punto di vista della semplificazione, ma spesso difficilissima da portare avanti rispetto a tutto un sistema di tutele, di interessi, di visioni giuridiche.
Nel complesso, credo che in questo campo occorrano grande coraggio e grande determinazione. In tutte le indagini effettuate sulle motivazioni della limitata crescita italiana, il tema della mancata semplificazione della burocrazia viene al primo posto, prima del fisco. Se si chiede agli imprenditori per quale motivo fatichino ad essere competitivi, questi risponderanno in primo luogo perché esiste la burocrazia, una sovrapposizione di norme che rende difficile la vita. In seguito, vengono il fisco, le infrastrutture e altri problemi.
Credo che questo tema debba essere sempre affrontato avendo ben chiara questa ottica generale e rendendosi anche conto - sono sicuro che la Commissione ne abbia piena consapevolezza - dell'esigenza di cambiare la cultura giuridica che nel corso dei decenni ha informato questa sovrapposizione di norme, in maniera tale da dare rilievo e centralità al tema della crescita, altrimenti l'Italia avrà problemi di sostenibilità del debito pubblico, ma anche di sostenibilità sociale in termini di crescita delle retribuzioni e di possibilità di far fronte a esigenze della spesa sociale. Per quanto riguarda più specificamente la Conferenza dei servizi, lascio la parola alla dottoressa Marcella Panucci.

MARCELLA PANUCCI, Rappresentante della Confindustria. Condivido i rilievi mossi dall'onorevole Volpi, perché effettivamente la Conferenza dei servizi è vero che nasce come meccanismo di tutela degli interessi sensibili, ma al fine di favorire l'azione amministrativa.
Le nostre proposte hanno l'obiettivo non di deregolamentare la Conferenza dei servizi, ma di circoscriverne l'obbligatorietà a quando ci siano effettivamente interessi sensibili da tutelare: ambiente, sanità, sicurezza pubblica, e per renderla più veloce, facendo sì che queste amministrazioni si assumano la responsabilità di una scelta e non posticipino sine die una decisione.
Considero questo assolutamente coerente con quanto rilevato dall'onorevole Volpi e da noi condiviso. È peraltro importante anche la previsione di un meccanismo di gestione di un dissenso qualificato. Se un'amministrazione può esprimere un dissenso o un veto rispetto a un'attività amministrativa, deve essere previsto un meccanismo che consenta di superare questo veto con una scelta politica oppure di ratificarlo, non consentendo una determinata attività amministrativa.
Il meccanismo che abbiamo immaginato mira a rendere più spedita l'attività amministrativa, senza pregiudizi in termini di tutela degli interessi sensibili, obiettivo che ci poniamo.

PRESIDENTE Ha chiesto di intervenire il relatore del provvedimento, l'onorevole Orsini, per porre una breve domanda.

ANDREA ORSINI. Più che una domanda, vorrei esprimere una considerazione. Condivido talmente le considerazioni del dottor Galli, che nella relazione da me esposta nelle scorse settimane a questa Commissione illustrando le linee generali del provvedimento, ho voluto sottolineare come la semplificazione sia l'unico strumento di incentivi alle imprese di cui disponiamo a costo zero.


Pag. 7


Lo scenario dei conti pubblici - anche se il Governo sta operando sugli incentivi alle imprese - pone ovvi limiti e problemi, ma il Governo e la maggioranza parlamentare intendono perseguire questa strada con determinazione proprio in questa chiave. Sulla base di questa consapevolezza, intendiamo seguire il percorso in continua collaborazione e consultazione con le categorie interessate, prima di tutto con le rappresentanze degli imprenditori e con il mondo dell'impresa nel suo complesso, che sono i primi beneficiari, ma anche i primi necessari interlocutori di questi meccanismi.
Per lavorare su tante cose, ma su queste in particolare e sulla fase attuativa delle deleghe, anche se ovviamente non rappresento il Governo, ma avendo avuto un continuo confronto con il Governo al riguardo, credo di poter affermare che senza dubbio la collaborazione di Confindustria e delle categorie imprenditoriali sarà fondamentale.
Esamineremo in dettaglio le indicazioni che emergono dal documento di Confindustria, e che sono state illustrate nel corso dell'audizione. In linea generale, per quanto riguarda il relatore, tutto ciò che accentua l'effetto di liberalizzazione e semplificazione insito in questo provvedimento è visto positivamente. Si tratta poi di verificare con il Governo la fattibilità tecnica delle singole proposte, ma di questo avremo modo di parlare anche in sedi informali.

GIAMPAOLO GALLI, Rappresentante della Confindustria. Confindustria rimane a disposizione della Commissione, così come intrattiene un confronto con il Governo e con i diversi Ministeri su queste questioni. Considerateci quindi più che interessati a un costante dialogo.

PRESIDENTE. Nel ringraziare gli auditi, dichiaro conclusa l'audizione.
Sospendo brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 9,45.

Audizione di rappresentanti di Casartigiani, CNA, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva svolta nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 3209-bis Governo recante «Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione», l'audizione di rappresentanti di Casartigiani, CNA, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti.
Do la parola al rappresentante della Confartigianato, Cesare Fumagalli, che ha informalmente anticipato che interverrà anche a nome di altre organizzazioni presenti.

CESARE FUMAGALLI, Rappresentante della Confartigianato. Intervengo a nome di quello che, ancora per qualche giorno, si chiamerà il «Patto del Capranica», quindi di Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti.
Ringrazio il presidente e la Commissione per l'odierna audizione. Il tema della semplificazione è particolarmente caro alle nostre organizzazioni, perché per le piccole imprese rappresenta un elemento cruciale. Oltre ad essere ovviamente preferibile alla complicazione, nella condizione attuale rappresenta anche una delle leve possibili sulle quali agire per uscire più rapidamente dalla situazione di crisi e di difficoltà che le piccole imprese hanno conosciuto nello scorso anno e mezzo, considerando come spesso un complesso sistema a forte burocratizzazione ostacoli la libertà di mercato di cui le imprese hanno assoluto bisogno, ed evidenziando come le stime ufficiali dell'ISTAT indichino che nel nostro Paese il grado di complicazione burocratica pesi per le imprese per 1 punto di PIL.
Siamo quindi fortemente fautori dei processi di semplificazione e abbiamo salutato


Pag. 8

con grande favore l'iniziativa dell'Unione europea per la riduzione del 25 per cento delle complicazioni in capo alle imprese, perché un quarto in meno di quel punto di PIL significa liberare circa 4 miliardi di euro, che possono essere spesi in modo diverso, in particolare in questo momento di assoluta necessità di sostegno per la ripresa.
Abbiamo apprezzato iniziative esplicitatesi nel tempo, che hanno consentito di misurare gli oneri amministrativi in capo alle imprese. Tutte le nostre confederazioni partecipano al tavolo del MOA (Misurazione degli oneri amministrativi) e riteniamo che proprio dalla ricognizione e dalla misurazione dei costi amministrativi in capo alle imprese possano nascere le iniziative più corrette, tendenti alla semplificazione che, lo ribadisco, significa possibilità di riduzione dei costi.
Consideriamo altrettanto importante l'attuazione nel nostro Paese di quella «Magna Charta» approvata nel giugno del 2008 dall'Unione europea, lo Small business act, che fa riferimento proprio alla necessità di pensare innanzitutto al piccolo, perché oneri burocratici in capo a grandi imprese trovano facile ammortizzazione, mentre oneri burocratici eccessivi in capo a piccole imprese spesso sottraggono risorse essenziali alla capacità imprenditoriale di molti piccoli imprenditori.
Relativamente al provvedimento all'esame del Parlamento, sottolineiamo favorevolmente la ripresa di elementi che vanno a correggere storture, ad esempio in riferimento all'articolo.2 sull'iscrizione all'Albo delle imprese artigiane mediante la comunicazione unica. Accanto a una positiva soluzione di un problema, desidero anche evidenziare come la riduzione degli oneri amministrativi debba essere un processo coordinato tra i diversi livelli di governo.
È esemplare, a questo proposito, la vicenda della comunicazione unica, innovazione utile a semplificare l'inizio di attività di una nuova impresa rispetto alla pluralità di soggetti destinatari di tale informazione sulla nascita e sui processi autorizzativi legati all'inizio di una nuova impresa. In taluni casi, si sono però create criticità e non conformità, in alcune regioni, con la legislazione regionale concorrente, nelle materie definite dall'articolo 117, terzo comma, della Costituzione: si semplifica quindi da una parte, ma il problema si ripropone da un'altra.
In merito all'articolo 5, concernente l'attività edilizia libera, esprimiamo soddisfazione sia per la completa liberalizzazione di una serie di piccole attività edilizie, sia per la possibilità di mettere in atto piccole opere relative a installazioni di sistemi per energie rinnovabili, che, infine, per la semplificazione del rilascio del certificato di prevenzione incendi. Un testo analogo è confluito anche nel decreto legge 25 marzo 2010, n.40, attualmente in fase di conversione. Auspichiamo quindi che in uno dei due provvedimenti la norma veda rapidamente la luce.
Salutiamo positivamente la semplificazione della procedura di denuncia di infortuni o malattie professionali, che prima per il datore di lavoro stava in capo a un identico adempimento nei confronti di due soggetti diversi, l'INAIL e l'Autorità di pubblica sicurezza. L'unificazione ci trova assolutamente favorevoli, così come esprimiamo un giudizio positivo sull'articolo 1 sulla semplificazione della tenuta dei libri sociali e sull'articolo 6 sulla semplificazione dell'obbligo della comunicazione della cessione di fabbricati.
Desidero invece citare alcuni aspetti critici per i quali richiamiamo l'attenzione della Commissione. Rileviamo, infatti, da una parte che si è operata un'encomiabile opera di disboscamento, con i provvedimenti «taglia-leggi» e «taglia-oneri», relativamente alla legislazione passata al fine di snellire quella vigente e renderla più funzionale, senza sovrapposizioni, mentre dall'altra desideriamo evidenziare però il rischio che invece nella produzione legislativa corrente si continui a ricreare quella che in futuro potrebbe diventare una nuova selva da disboscare.
Cito un esempio per tutti. In materia di legislazione ambientale, con l'introduzione del SISTRI, il nuovo sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, sono stati


Pag. 9

posti a carico di piccole e piccolissime attività incombenze amministrative assolutamente sproporzionate, senza nessun principio di gradualità, oltre oneri aggiuntivi. Il nuovo sistema costerà di più rispetto al vecchio, senza una proporzionalità. Ad esempio l'iscrizione al SISTRI costa, per un barbiere, che svolge da solo la sua attività, 120 euro e 1200 euro per un impianto industriale di smaltimento.
Citiamo questo esempio per sottolineare la necessità di avere una formula di valutazione di impatto, di filtro, di griglia rispetto a una valutazione che dovrebbe accompagnare l'introduzione di ogni nuovo adempimento a carico delle imprese, con un bilancio anche facile da calcolare. Per quanto riguarda l'esempio del SISTRI, sarebbe utile una tabellina di valutazione fra oneri amministrativi, oneri economici con il vecchio sistema e con il nuovo. La nostra richiesta è quella di avere almeno un impatto zero, e, se volessimo seguire le indicazioni dell'Europa che l'Italia, aderendovi, ha adottato, una riduzione di impatto degli oneri amministrativi.
Indichiamo questa come strada di tipo generalizzato, perché riteniamo - questo è il primo rilievo critico - opera meritoria predisporre una legge di semplificazione rispetto alla legislazione vigente, ma ci sembra perverso tendere a una collaterale produzione legislativa, che introduca nuovi e aggiuntivi oneri amministrativi.
Formulo la seconda osservazione a nome delle cinque Confederazioni che oggi ho l'onore di rappresentare, che è relativa ai tempi. Non possiamo non sottolineare come norme in via di principio positive, da noi condivise, quali la già citata comunicazione unica, la rivisitazione dello sportello unico per le attività produttive, l'introduzione dell'agenzia delle imprese come nuovo soggetto privato in grado di operare in via sussidiaria rispetto alle amministrazioni, abbiano originato provvedimenti quali le «imprese in un giorno». Per ironia della sorte, l'impresa in un giorno è del 2008, la comunicazione unica è nata nel luglio 2007, ma ci troviamo alla fine di aprile del 2010 ancora con i provvedimenti attuativi in dirittura di arrivo, ma non ancora utilizzabili dalle imprese.
Relativamente al provvedimento, ho ricordato i punti sui quali esprimiamo consenso. Formuleremmo però l'auspicio che la nuova produzione legislativa avvenisse sempre attraverso una valutazione di impatto dei nuovi oneri amministrativi che comporta, in particolare, in capo alle piccole imprese, in omaggio ai principi dello Small business act europeo, e che i tempi per la semplificazione siano meno complicati di quelli attuali.

PRESIDENTE. Prima dell'intervento del rappresentante della Confapi, hanno chiesto di intervenire l'onorevole Giovanelli e l'onorevole Zaccaria, che devono lasciare i nostri lavori, ma desideravano porre alcuni quesiti e formulare alcune osservazioni.

ORIANO GIOVANELLI. Desidero ringraziare i nostri ospiti per la loro presenza in audizione e soprattutto sottolineare l'apprezzamento da parte del gruppo del Partito democratico per l'esperienza del «Patto del Capranica», perché mi sembra molto significativo cominciare a semplificare l'interlocuzione, oltre alle norme.
Ringrazio per la sottolineatura relativa a due aspetti, su cui credo che la Commissione debba riflettere relativamente al provvedimento in esame: il fatto che abbiamo scritto in una legge che sulle norme si debba effettuare la valutazione d'impatto, ma non la facciamo mai, e il fatto che non basta affermare princìpi condivisi, quali quelli dell'impresa in un giorno, se poi nei provvedimenti attuativi, in carico a regolamenti e decreti che competono al Governo, ci troviamo sempre disassati rispetto alle affermazioni di principio e ai tempi di realizzazione.
Dovremo tener presente quest'ultimo aspetto in merito al provvedimento al nostro esame, dal momento che da anni si parla di semplificazione con il rischio di tenere il sistema normativo in una continua sollecitazione a cambiare le cose, che poi non si traduce in fatti concreti.


Pag. 10


Ringrazio quindi i nostri ospiti per le loro segnalazioni.

ROBERTO ZACCARIA. Mi preme sottolineare con vivo interesse la prima delle due osservazioni formulate dal rappresentante di Confartigianato anche a nome di altre organizzazioni presenti in audizione, riguardo a questa sorta di schizofrenia - non trovo un termine migliore per definirla - tra una legislazione di semplificazione, addirittura dello stock normativo attraverso il «taglia-leggi» o le abrogazioni, e questo modo di produrre legislazione contemporaneo.
Larga parte della produzione normativa è fatta con l'uso dello strumento del decreto-legge. Sono componente del Comitato per la legislazione, che si occupa di questa materia, e rilevo come i decreti-legge rappresentino il 60-70 per cento della produzione normativa, e di tali provvedimenti il 95 per cento non è corredato di analisi di impatto della regolamentazione. Nonostante sia stabilito che è sufficiente giustificare il motivo per cui l'analisi di impatto non viene prodotta, si assiste a una mancanza, nella maggior parte dei provvedimenti, di questo strumento fondamentale, come evidenziamo nelle sedi in cui possiamo verificarne l'assenza. Sentirlo sottolineare anche da voi è importante, perché è un elemento di sensibilità che si raddoppia. Ho apprezzato tutto il vostro intervento, ma in particolare questa annotazione.

PRESIDENTE. Do ora la parola ad Armando Occhipinti, rappresentante della Confapi.

ARMANDO OCCHIPINTI, Rappresentante della Confapi. A nome di Confapi, ringrazio il presidente e i componenti della Commissione per l'opportunità di intervenire su un tema molto sensibile. Sia per quanto abbiamo già ascoltato dal collega intervenuto in precedenza, sia per il fatto che Confapi è presente oggi per parlare degli articoli del disegno di legge che riguardano la vita della piccola e media impresa, mi limiterò soltanto a toccare gli argomenti che all'interno del disegno di legge hanno riguardato la piccola e media impresa.
Il tema della semplificazione e dei rapporti della pubblica amministrazione con i cittadini, in particolare con le imprese, rappresenta per noi un argomento di grande attualità e di interesse per il sistema delle PMI (Piccole e medie imprese). Questo si può considerare un fatto strategico, non tanto per il contesto economico e sociale che oggi esige una maggiore attenzione vista la situazione di recessione e di ritardo nella ripartenza, quanto perché la semplificazione amministrativa è necessaria nei servizi che, seppur necessari, creano una maggiore sofferenza al sistema delle PMI per gli adempimenti amministrativi più gravosi rispetto a quelli delle aziende di medie e grandi dimensioni.
Nell'accogliere con favore il disegno di legge in esame, siamo però rimasti sbalorditi dal fatto che, dopo avere avviato un lungo e importante lavoro a livello di Unione europea, in base al quale nel 2007 la Commissione europea aveva avviato un programma d'azione definito Small business act, finalizzato a valorizzare le potenzialità di sviluppo economico, di crescita dimensionale, di creazione di nuova occupazione attraverso una normativa amministrativa più vicina al mondo della piccola e media impresa, alla fine il risultato dello Small business act sia stato una raccomandazione, atto che, come la Commissione sa, non ha una valenza giuridica quale hanno invece direttiva e regolamento.
A livello nazionale, lo Small business act è stato recepito da una direttiva approvata dal Consiglio dei ministri, che ancora non ha visto la luce.
Ritengo che sottolineare questo aspetto non sia un fuori tema rispetto alla semplificazione amministrativa, perché per noi lo snellimento delle procedure di informazione, di certificazione, di richiesta di rilascio di documenti e autorizzazione e un maggiore coordinamento degli uffici significa perseguire i vantaggi che potremmo ottenere rispetto ai nostri competitor


Pag. 11

internazionali. Lo Small business act ha dato vita a dieci punti, legati agli appalti pubblici, all'accesso al credito, al mercato unico, all'innovazione, all'ambiente, al beneficio e alla crescita dei mercati e all'imprenditorialità. Due di questi punti sono stati toccati anche nel disegno di legge.
Riteniamo che il recupero di efficienza della Pubblica amministrazione, la valorizzazione del capitale umano in essa impiegato e la semplificazione degli adempimenti amministrativi saranno strategici per il rilancio del sistema Paese.
Plaudiamo quindi a tutto ciò che combatterà la burocratizzazione del sistema, visto che attraverso una delega al Governo si parlerà poi di come abbattere il 25 per cento di oneri nella Pubblica amministrazione, in cui mi permetterei di inserire anche i tempi incerti di risposta dei provvedimenti e il costo che soprattutto le piccole e medie imprese devono affrontare rispetto alla burocrazia e alle procedure amministrative, che non sempre si presentano in maniera semplice ed efficace. Confapi accoglie dunque questa semplificazione con grande favore.
Da una stima effettuata a livello istituzionale, abbiamo visto quanto la tutela della privacy abbia inciso come costo nella singola azienda, raggiungendo addirittura 1,5 milioni di euro, così come il libro-paga e il libro-matricola hanno comportato al sistema imprenditoriale un costo di 3,5 milioni. Accogliamo quindi con favore il fatto che attraverso la semplificazione questi costi si possono abbattere e che si possono dare tempi certi alle risultanze delle procedure amministrative, anche se poi non sempre, a principi condivisi da tutti, fanno seguito provvedimenti attuativi efficaci ed efficienti. L'iter della carta di identità elettronica introdotta nel 1997, ad esempio, ancora non si è concluso, a dimostrazione di come all'enunciazione non sempre seguano i fatti.
Per quanto riguarda l'analisi sistematica del disegno di legge, accogliamo con favore gli articoli che sentiamo più vicini alle nostre esigenze, quali l'articolo 1, che fissa a una sola volta anziché quattro l'assolvimento agli obblighi di numerazione progressiva di vidimazione dei libri sociali, delle scritture, e quali l'obbligo di denuncia nei confronti dell'INAIL, e non più all'autorità di Pubblica sicurezza, non per eludere, ma per dimostrare che a livello istituzionale possono esistere un dialogo e un migliore coordinamento.
Consideriamo l'articolo 9 il core business del disegno di legge e ne accogliamo con grande favore le previsioni, ovvero l'abbattimento del 25 per cento da qui al 2012 degli oneri amministrativi; esprimiamo un giudizio positivo sull'articolo 12 che rende telematico, e quindi sicuramente più efficiente e pratico, lo sportello unico per l'edilizia, e sull'articolo 28 sulla delega della carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche.
Rispetto però al forte impegno assunto nel 2007 a livello comunitario e alla richiesta formulata a ogni singolo Paese della Comunità di svolgere questa grande azione di Small business act e in particolare del Think small first, cioè del pensare prima al piccolo, osserviamo come tale aspetto appare ancora marginale nel disegno di legge in esame. Gli aspetti amministrativi procedurali permangono in Italia con questo eccesso di carico burocratico. Progredire con la semplificazione e garantire tempi certi nei pagamenti sarà un aiuto non indifferente.
Non ribadisco le questioni concernenti gli aspetti del MUD (Modello unico di dichiarazione ambientale) e del SISTRI (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) non perché le consideri meno importanti, ma perché la nostra opinione è espressa molto dettagliatamente nel documento che abbiamo trasmesso alla Presidenza.
Si rileva una contraddizione tra quanto si persegue con questo disegno di legge e quanto si è forse concluso in altra sede, non garantendo le certezze richieste attraverso i complicati meccanismi del MUD e del SISTRI. In una precedente audizione, in merito al SISTRI un mio collega ha evidenziato come ogni giorno si effettuino 20.000 operazioni, ma con tutto il rispetto per l'Arma dei carabinieri temo che non si


Pag. 12

potrà comunque controllare, quindi forse sarà opportuno rivedere la materia perché tutti riconosciamo l'importanza della tracciabilità e del controllo previsti dal SISTRI, ma questa forse non è la maniera per dare risposte certe. Nella nostra nota sono inseriti anche aspetti che hanno riguardato l'energia e l'ambiente e la necessità di semplificazione.
Riteniamo che questo provvedimento, seppur accolto favorevolmente, presenti un'eccessiva eterogeneità rispetto a quanto si è fatto dal 2007 ad oggi a livello europeo, con un provvedimento che comunque non è fortemente impegnativo, in quanto è una raccomandazione. L'Italia ha perso l'occasione storica di renderla più pregnante, e c'è anche un ritardo nell'accoglierla attraverso una direttiva della Presidenza del Consiglio dei ministri, diversa da una direttiva europea. A livello nazionale, quindi, un accompagnamento di un'altra raccomandazione a livello europeo.
I Ministeri coinvolti non sono però obbligati a cogliere questa raccomandazione trasformandola in impegni per portare a termine fino in fondo il processo di semplificazione di cui l'Italia ha tanto bisogno per rendere il sistema Paese più competitivo rispetto a un mercato che ormai è sempre più globalizzato.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre ulteriori quesiti e formulare osservazioni.

RAFFAELE VOLPI. Ringrazio gli intervenuti per le importanti considerazioni. Non mi associo completamente alla soddisfazione del collega Zaccaria, anche per un fatto di visione politica diversa.
Ho l'impressione che in questo ambito ci sia una politica percepita e una politica che potrebbe essere percepibile. Quando trattammo in Aula la prima delle norme «taglia-leggi» realizzate in questa legislatura, si parlò di circa 30.000 leggi e nella trattazione della discussione generale presi un articolo del Sole 24 ore, per evidenziare che, mentre noi tagliavamo 30-40.000 leggi, che potevano anche essere solo 1000, il mese precedente la Gazzetta Ufficiale rappresentava 400 pagine di corredo normativo europeo (regolamenti, interpretazioni).
Poiché ci assumiamo la responsabilità di fare anche da contrappunto al Governo come attività parlamentare, altrimenti saremmo poco responsabili, spero che questa rappresentazione dell'Europa in posizione sempre terza dalla quale si coglie molto spesso la sollecitazione verso alcune situazioni, venga raccolta pensando che non si tratta dell'Europa dei funzionari, della produzione o dei buoni propositi, ma di un'Europa politica, dove ci sono anche rappresentanti parlamentari italiani.
Per quanto si possa compiere uno sforzo migliorabile sia nel rapporto con l'impresa sia nella verifica di quanto e come sia possibile attuarlo, è necessario da parte non di questo Parlamento, che è un interlocutore di un certo tipo, ma delle stesse organizzazioni sollecitare la parte politica che è in questa Europa. Se infatti eliminiamo leggi, ma ci troviamo ogni mese 400 pagine di normative europee, facciamo un lavoro poco utile e forse una non bella figura come rappresentanza nazionale. È giusto essere critici verso questo Governo, ma anche l'Europa non può solo enunciare i princìpi più belli.

PIERLUIGI MANTINI. Innanzitutto ringrazio i rappresentanti delle organizzazioni presenti. Come Gruppo Unione di centro, siamo sostanzialmente favorevoli alla maggior parte delle norme di semplificazione presenti in questo disegno di legge. Vi propongo però una riflessione di carattere generale su una questione di fondo.
Da anni, questo Paese vive un inutile stress e una continua litania sul tema della semplificazione (semplificazione della semplificazione, vincoli, lacci, lacciuoli). Questo naturalmente crea frustrazione, perché non si semplifica mai abbastanza. Anche questo provvedimento ritocca norme già semplificate, quali le Conferenze dei servizi. Qui c'è l'ennesima rinormazione dello sportello unico per l'edilizia.


Pag. 13


I Paesi che hanno conosciuto vere semplificazioni e deregulation, come gli Stati Uniti, sanno da molti anni che un eccesso di semplificazione ridonda in complicazione. D'altra parte, sappiamo che la società è complessa, come dimostra anche la presenza di tutte queste sigle su settori produttivi affini.
Mi chiedo però di quali pubbliche amministrazioni stiamo parlando. L'articolo 29 del disegno di legge contiene i princìpi già posti attraverso decreti delegati, lieve anomalia, perché non si stabiliscono norme di principio sull'azione amministrativa di tutte le pubbliche amministrazioni, ma sarebbe bene farlo con norme di legge del Parlamento, non attraverso decreti delegati. Vorrei quindi sapere se vi soddisfi l'assenza in questi princìpi del principio di legalità, del principio di concorrenza (gare, concorrenze nell'affidamento di servizi, forniture, appalti), del principio di partecipazione dei cittadini e quindi anche delle imprese e delle associazioni di secondo grado alle scelte amministrative, princìpi considerati da Sabino Cassese essenziali del diritto globale, in quanto non sono una superfetazione accademica italiana. Esistono dappertutto e sono princìpi ormai basilari del giusto processo e anche del giusto procedimento. Manca quindi qualunque idea di una pubblica amministrazione reale, perché addirittura è configurata un'eventuale responsabilità per i dirigenti.
Sappiamo che i problemi delle amministrazioni sono due dal punto di vista della complicazione. Uno è l'assoluta instabilità delle prassi, delle interpretazioni e degli atti amministrativi, che dipendono dagli enti locali. Del resto, stiamo parlando della semplificazione non delle attività ministeriali, ma delle pubbliche amministrazioni locali. La produzione normativa da semplificare non dipende da leggi statali o da direttive ministeriali, altrimenti il centro di imputazione sarebbe semplice, mentre dipende da migliaia di produttori di norme, atti amministrativi e prassi, spesso molto diverse tra di loro.
Anche la riduzione del 25 per cento dell'articolo 9 riguarda gli oneri informativi, quindi è sempre frutto della digitalizzazione e dell'accesso, perché altrimenti sarebbe una contraddizione in termini. Uno dei princìpi è rappresentato da maggiore accesso, maggiore trasparenza, maggiore informazione, ma all'articolo 9 si raccomanda di ridurre del 25 per cento gli oneri informativi. Sembra quindi che si debba intendere che l'informazione vada aumentata.
Per dare un'interpretazione in bonam partem di questa norma, devo dedurre che ci si riferisca agli oneri informativi, ovvero le file agli sportelli e le informazioni mediante meccanismi di digitalizzazione e di sostituzione con procedure tecnologiche della società di comunicazione.
Il problema delle pubbliche amministrazioni non è la semplificazione, bensì la professionalità dei suoi membri, della distinzione tra dirigenti professionali a cui spetta la gestione amministrativa, tecnica e finanziaria dai ruoli politici, dalla politica. Ci sono due soggetti nelle pubbliche amministrazioni: quelli professionali e quelli elettivi, politici. Non ritrovo questo principio nel disegno di legge.
Per fare discorsi accademici esistono altre sedi. Nel mondo reale, la difficoltà delle piccole e medie imprese, dei commercianti e degli operatori è la mancanza di stabilità e certezza sugli atti e le interpretazioni. Le interpretazioni date per l'apertura di un'impresa, per una certificazione ambientale, per una domanda edilizia cambiano ogni settimana al cambiare non solo dei Governi, delle giunte e delle amministrazioni, il che è già irrituale, ma anche degli umori dell'assessore di turno. Chi produce norme, atti, oneri burocratici, vincoli, lacci e lacciuoli sono i Comuni, le Province e i loro figli, cioè le ATO e via dicendo.
Dobbiamo capire se tra i princìpi occorra inserire un principio di legalità, che non è astratto, ma serve per affermare che gli atti amministrativi sono coerenti a princìpi di tipicità, altrimenti ognuno può fare come vuole e le leggi sono quelle emanate non dal Parlamento, ma dai produttori di norme, di prassi e di interpretazioni.


Pag. 14

Dobbiamo capire che cosa vogliamo semplificare e attraverso quali strumenti.
Senza princìpi chiari sulla distinzione delle responsabilità tra politica e dirigenti professionali cui è dedicata la gestione finanziaria, senza un principio di concorrenza e di rispetto della libertà dei mercati come principio guida nella regolazione dei rapporti tra pubbliche amministrazioni e operatori privati, senza un principio di tipicità, di legalità e quindi di riduzione delle prassi e dell'autoproduzione amministrativa, sarà difficile fare qualunque semplificazione. Sono discorsi che lasciamo volentieri a chi scimmiotta sedi accademiche, perché non è con la quindicesima rinormazione dello sportello unico per l'edilizia che si produrranno cambiamenti reali.

PRESIDENTE. Do ora la parola agli auditi per la replica.

CESARE FUMAGALLI, Rappresentante della Confartigianato. Vorrei rispondere all'onorevole Volpi in merito al percepito. Noi abbiamo un percepito sul soggetto impresa, che si ritrova addosso, al di là delle fonti, le normative europee, le normative statali e le normative regionali più tutti i procedimenti amministrativi.
Riteniamo importante l'estensione della Misurazione degli oneri amministrativi (MOA) alle attività delle Regioni. Cito un esempio di attualità, di produzione legislativa corrente e di decreti attuativi in fase di emanazione: la nascente agenzia per le imprese, che riteniamo fatto straordinario per la capacità di sussidiarietà, perché vogliamo leggerla come il pubblico che rinuncia ai controlli ex ante per lasciare ai privati e si concentra nei controlli ex post, più funzionali per i soggetti che devono svolgere l'attività istruttoria e più efficace nel concentrarsi nell'attività di controllo della pubblica amministrazione.
Accanto a questo, abbiamo una partita di patteggiamento che abbiamo seguito con la Conferenza unificata sulle Regioni che hanno imposto la necessità di singoli accreditamenti. Ogni regione vorrà che questi soggetti siano accreditati a livello centrale, ma riaccreditati per ognuna delle singole regioni.
Per quanto riguarda l'eccesso di semplificazione, ritengo che sia un rischio soprattutto dialettico «arrotolarci» nella semplificazione della semplificazione per poi affermare che la cosa più complicata sia semplificare. In base agli effetti che si percepiscono, per cui l'impresa capisce che qualcosa è cambiato ed è più facile rispetto a prima, credo che forse non siamo parimenti preoccupati dell'assenza di princìpi nella delega conferita al Governo, che si ispirano al principio di legalità, di concorrenza e di partecipazione.
Siamo più preoccupati della capacità, con un paragone automobilistico, di scaricare a terra la potenza crescente data al motore della semplificazione, di tradurla affinché diventi reale, come nel caso dei ritardi di pagamento della pubblica amministrazione e del principio di responsabilità dei dirigenti che veniva invocato. Stiamo seguendo molto da vicino in Europa la nuova direttiva sui pagamenti della pubblica amministrazione, che condividiamo, proprio perché, per quanto possiamo, stiamo insistendo perché non sia prevista la possibilità di deroga. Se sarà infatti prevista una sola piccola finestra di deroga, con italica capacità creativa ci si «infileranno» tutti i dirigenti che avranno un pagamento da fare.

ARMANDO OCCHIPINTI, Rappresentante della Confapi. Quando si parla di semplificazione, non la acclamiamo per evadere o eludere. La semplificazione rispetto all'attuale eccesso di burocrazia, quantomeno rispetto al resto di Europa che è ormai la nostra base di confronto, significa partire dai blocchi di partenza senza handicap.
Nel caso dei rifiuti, l'impresa ha una notevole serie di adempimenti burocratici: compilazione di un registro carico e scarico, un formulario per il trasporto rifiuti, le iscrizioni ad albi e consorzi, al sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, le comunicazioni similari e le province. Gli organi competenti sono il Ministero dell'ambiente,


Pag. 15

il Ministero dello sviluppo economico, la Prefettura, le Regioni, le Province, i Comuni, la Conferenza dei servizi, il comitato tecnico regionale, l'ente gestore delle aree naturali protette, le aziende sanitarie locali, le aziende regionali per la protezione ambientale. Quello che chiediamo è un coordinamento.
Viviamo in una società complessa, dove esistono quelle che De Rita definirebbe poliarchie. Lo ribadisco, non vogliamo eludere o evadere: vogliamo una sorta di coordinamento, che può anch'esso costituire un elemento di semplificazione.
Rispondo sulla questione posta del principio della legalità. Il principio della legalità è talmente fondamentale, insito nella cultura di ognuno di noi che forse non andrebbe neanche scritto, in quanto è la base all'interno della quale si avvia il processo e non è pensabile un provvedimento che stia al di fuori di tale principio. Ci stiamo adesso ponendo il problema dello sviluppo sostenibile e come confederazione siamo i primi firmatari della responsabilità sociale in una convenzione fatta con il Ministero del lavoro, perché il nostro vuole essere un agire socialmente responsabile. La nostra preoccupazione riguarda quindi il prodotto che andiamo a predisporre proprio con un'azione socialmente responsabile nei confronti degli stakeholder, del cliente e di tutta la filiera. Se si ritiene di aggiungere o esplicitare qualcosa, non siamo contrari, ma nessuno riteneva questi provvedimenti scorciatoie per scivolare in quelli che non sono princìpi della legalità.
Poiché però oggi ho imparato una cosa nuova, anche noi sosterremo che il principio della legalità rientri nei provvedimenti di semplificazione, come quotidianamente facciamo attraverso le azioni socialmente responsabili con lo sviluppo sostenibile nei nostri prodotti.

PRESIDENTE. In conclusione, ha chiesto di intervenire il relatore, onorevole Orsini, cui do la parola.

ANDREA ORSINI. Innanzitutto ringrazio tutti gli ospiti. Ribadisco che una stretta collaborazione con le categorie produttive è considerata da me in qualità di relatore, ma mi permetterei di dire anche dal Governo proponente di questo provvedimento una condizione non solo utile, ma indispensabile affinché gli obiettivi di semplificazione e di razionalizzazione che perseguiamo trovino una concreta attuazione.
Da questo punto di vista, questa audizione è soltanto il primo passo di un percorso di stretta e continua consultazione anche nella fase attuativa delle parti che vengono delegate al Governo.
Noi siamo convinti che fra gli strumenti di incentivi alle imprese la semplificazione sia l'unico realizzabile a costo zero, fatto estremamente importante nella situazione attuale. Sulla base di valutazioni fatte dalla Commissione europea, stimiamo che attraverso la semplificazione della tenuta dei debiti sociali come previsto dall'articolo 1 si arrivi a un risparmio complessivo di 750 milioni di euro, che rappresentano nuovi oneri e quindi maggiori risorse disponibili per le imprese.
Ringrazio gli intervenuti per l'attenzione e la disponibilità manifestata. Continueremo a lavorare su questa strada. Aggiungo solo due considerazioni, una delle quali di ordine sistemico, che riguarda più le osservazioni dei colleghi dell'opposizione che gli auditi, ma di cui è bene che anche loro siano partecipi.
Nel legiferare, come in tante altre attività della vita pubblica in questo Paese, c'è spesso questa tentazione simpaticamente definita «benealtrismo». Siamo tutti consapevoli dell'esistenza di una gamma molto ampia di esigenze di semplificazione, non tutte esaurite da questo provvedimento. Magari esistesse un provvedimento che potesse risolvere alla radice una serie di esigenze, come sottolineato anche nell'audizione, estremamente complesse, stratificate e riflesso di una complessità del sistema in cui viviamo!
Oserei affermare che con questo e con altri provvedimenti che il Governo ha già assunto su questa materia si compie comunque un passo importante sulla strada


Pag. 16

giusta. In questo senso, mi fa piacere aver trovato un positivo riscontro in quanto ci avete detto.
Condivido anche le sollecitazioni per quanto riguarda l'attuazione dello Small business act, anche se non strettamente pertinenti a questo provvedimento, non senza ricordare che, se c'è stato qualche ritardo nel recepimento complessivo da parte del Consiglio dei Ministri, questo è legato all'esigenza di raccordo con le Regioni, che in questi mesi è stato problematico anche in relazione alla fase elettorale regionale.
Oggi, con una Conferenza Stato-regioni che ritengo sarà più costruttiva nei confronti di un'esigenza politica complessiva del Paese e meno orientata verso un atteggiamento di contrapposizione, sarà più facile portare al più presto in Consiglio dei Ministri questi provvedimenti.
Nel frattempo, l'Italia è stata il primo Paese ad avere preso concreti provvedimenti per dare attuazione allo Small business act, dal tavolo permanente con le piccole e medie imprese alle norme in dirittura d'arrivo sulle reti di impresa, sulla copertura dei crediti e dei fidi e via dicendo.
È una materia sulla quale si sta lavorando e della quale in altre sedi ho avuto occasione di occuparmi direttamente. Rimane il fatto che certamente è parte di un rapporto più moderno e più adeguato con la piccola e media impresa, che non solo il Governo, ma le forze politiche della maggioranza e io personalmente, in qualità di relatore del provvedimento, riteniamo del tutto condivisibile e necessario.

PRESIDENTE. Nel ringraziare i nostri ospiti per la disponibilità manifestata, dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 10,45.

Consulta resoconti delle indagini conoscitive
Consulta gli elenchi delle indagini conoscitive