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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione I
17.
Martedì 1° dicembre 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Bruno Donato, Presidente ... 2

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'INFORMATIZZAZIONE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

Seguito dell'esame del documento conclusivo:

Bruno Donato, Presidente ... 2 4
Calderisi Giuseppe (PdL) ... 4
Lanzillotta Linda (Misto) ... 2
Volpi Raffaele (LNP) ... 4
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: Misto-RRP.

COMMISSIONE I
AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 1° dicembre 2009


Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DONATO BRUNO

La seduta comincia alle 12,10.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna, sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Seguito dell'esame del documento conclusivo.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'informatizzazione delle pubbliche amministrazioni, il seguito dell'esame del documento conclusivo.
Ricordo che l'esame della proposta di documento è stato rinviato, da ultimo, nella seduta del 26 novembre scorso.
Do la parola ai colleghi che intendono intervenire.

LINDA LANZILLOTTA. Signor presidente, ringrazio lei e la Commissione per aver rinviato l'esame del documento conclusivo.
Credo che sia stato svolto un lavoro molto significativo, di qualità. Anche la proposta di documento predisposta dalla Presidenza è molto esauriente e ampia.
A mio avviso, è stato un lavoro utile, che dà un contributo e costituirà un punto di riferimento per il prosieguo delle azioni in questo settore. Se mi consente, con il solo spirito di integrare e precisare, vorrei fornire alcuni suggerimenti testuali. Seguirò, dunque, la traccia prodotta, che ha un'impostazione molto valida.
In primo luogo, quando nella proposta di documento si illustrano ampiamente le norme del codice delle amministrazioni digitali, a mio avviso si dovrebbe sottolineare anche un profilo del codice che è poi quello critico, vale a dire - in qualche misura questo è stato richiamato anche nel corso dell'indagine, in vari interventi - che non è mai stata indicata una dead line oltre la quale sarebbe avvenuto il passaggio delle amministrazioni alla modalità operativa digitale. Il mantenimento delle due modalità ritarda e rende parziale il passaggio all'amministrazione digitale, impedendo quel processo, che viene sottolineato come essenziale, di riorganizzazione dei procedimenti in funzione della modalità operativa digitale.
Il doppio binario, dunque, ritarda questa evoluzione. Naturalmente, essa è in parte condizionata anche dalla mancanza di infrastrutture digitali. Tuttavia, se non si rompe questo cerchio, non si va avanti veramente. È come nel caso del passaggio al digitale terrestre: non capisco perché gli italiani possano essere sottoposti allo «stress» del digitale terrestre per la televisione e non per questo processo di modernizzazione che comporta il passaggio dell'amministrazione alla modalità digitale.
Un altro punto che vorrei segnalare è che, quando si ricorda che con l'accordo di programma quadro nell'ambito dei fondi europei 2000-2007 sono stati destinati 1 miliardo 268 milioni circa a questo settore, bisognerebbe sottolineare come non ci sia verifica e valutazione dell'impatto e dell'effetto di questo investimento. Credo che si tratti di un problema che riguarda in genere i fondi europei e, in particolare, questo settore, nell'ambito del quale ritengo che bisognerebbe cercare di fare una valutazione dei costi e dei benefici.
Un ulteriore punto che vorrei rilevare riguarda la trattazione del problema più delicato di questo settore, la governance.


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Come viene molto ben sottolineato, a questo riguardo manca il coordinamento, il raccordo e l'integrazione tra livelli di governo. In altre parole, il federalismo digitale fino ad oggi si è tradotto in una proliferazione scoordinata di centri decisionali. A mio parere, questo punto andrebbe rafforzato, sottolineando anche un appunto che viene richiamato da parte delle imprese, ossia l'esigenza di qualificare la domanda pubblica, sia per ottimizzare i risultati che per un problema di efficienza ed economicità.
Altro punto da evidenziare è quello della carta di identità elettronica. Molto giustamente si dice che il progetto rischia di saltare. Credo che questo sia uno degli scandali della Repubblica: da dieci anni si parla di questa carta. A questo punto, allora, bisognerebbe domandarsi che cosa succede, dal momento che la carta d'identità elettronica era, nell'architettura dell'amministrazione digitale, lo strumento di accesso universale alla rete delle pubbliche amministrazioni, nel senso che ogni cittadino avrebbe potuto entrare, con quella carta, da ogni punto di accesso e collegarsi a tutti i servizi. Se salta la carta d'identità elettronica cosa succede? Questo punto, che è uno dei punti critici dell'architettura dell'amministrazione digitale, non viene affrontato.
Inoltre, quando si conclude l'excursus sulla pletora di soggetti che abbiamo audito che si occupano, nel settore pubblico, di servizi digitali, di progettazione e di fornitura, bisognerebbe prendere atto che, alla fine di questo tentativo riformatore messo in atto nelle deleghe della legge n. 15 del 2009 e della legge di conversione del decreto - legge n. 86 del 2008, il primo del Governo in carica, non solo è rimasta la frammentazione - non si è abolito nulla, ma tutto si crea e nulla si distrugge - ma non esiste, all'interno di questa pletora di soggetti rimasti tutti in vita, un luogo di effettiva condivisione e gestione unitaria tra i diversi livelli di governo.
Il CNIPA, che è stato trasformato in agenzia operativa, sarebbe potuto essere un soggetto plurilivello, cioè gestito insieme da Stato, regioni ed enti locali, per progettare insieme, e rimane invece un'agenzia del Governo. Pertanto, il fatto che il problema, che pure era stato intravisto nella discussione, rimane tale e quale alla fine dell'adozione di questi decreti legislativi, credo che debba essere sottolineato.
Collegato a questo tema, vi è quello della SOGEI, la società che gestisce il sistema tributario, che non è stata oggetto di riforma, ma solo oggetto di spoil system per legge. In verità, è stato modificato il numero dei componenti del consiglio d'amministrazione per poterlo ricostituire. Proprio perché tale consiglio è stato ricomposto, si poteva pensare di condividerlo con il sistema delle autonomie, perché la SOGEI dovrebbe diventare il soggetto che gestisce la fiscalità federale in termini di servizi. Tuttavia, perché ciò accada la SOGEI deve avere uno statuto, in termini legislativi, che vada in questa direzione e una governance in cui regioni ed enti locali si possano ritrovare. A suo tempo, noi l'avevamo fatto, ma la riforma che è stata introdotta con la legge per rinnovare i vertici ha rimosso questo aspetto di condivisione del consiglio di amministrazione, quindi dei processi che la SOGEI gestisce.
Credo, altresì, che non possa essere sottaciuto l'aspetto delle risorse. Se il piano di e-government 2012 contiene degli elementi e degli indirizzi positivi, non si può non sottolineare che il piano non ha finanziamenti. Allo stesso modo, quando si parla dell'infrastruttura e della banda larga, va sottolineato che questo testo è stato elaborato prima della decisione di definanziamento del CIPE. Credo, dunque, che il documento debba essere aggiornato, in modo che si tenga conto che i famosi 800 milioni non ci sono più e, quindi, anche per avere solo il primo step di una banda «larghina» - non dico delle reti di nuova generazione - non si dispone dei fondi necessari.
Un altro punto che forse andrebbe rilevato, attraverso la nostra indagine conoscitiva, è un punto che riguarda tutti i soggetti pubblici. Se ne fa un accenno nella proposta di documento, ma credo che andrebbe posta l'attenzione sulla classificazione economica delle spese di information technology nei bilanci pubblici. Queste sono generalmente classificate


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come spesa corrente, in quanto acquisti di beni e servizi, mentre credo che dovremmo cercare di evidenziare il profilo di investimento di queste spese, anche ai fini di impostare quella modalità di finanziamento che è il project financing. Ma solo se noi contabilizziamo correttamente l'impatto di questi investimenti possiamo, anche in termini di bilanci pubblici, proiettare gli effetti finanziari negli anni a venire, quindi costruire un sistema di project financing che si basi proprio sulla proiezione pluriennale dei benefici economici e finanziari di questi investimenti.
Infine, signor presidente, lascio a lei la valutazione se queste conclusioni che vengono tratte in modo discorsivo non possano essere oggetto di una sintesi finale di raccomandazioni della Commissione che, come una sorta di bullet point, identifichi quali sono i punti chiave di criticità e quelli su cui agire, come si ricavano dall'indagine. Non ricordo quale sia la procedura, dunque chiedo se, per esempio, possa esserci l'approvazione di una risoluzione che faccia sistema con questo documento, in cui la Commissione assuma anche un proprio indirizzo, al termine dell'indagine conoscitiva.
Lascio a lei valutare se questo possa essere fatto attraverso un'ultima scheda sintetica a conclusione del documento o se, invece, possa essere oggetto di una risoluzione ampiamente condivisa dalla Commissione che rappresenti la conclusione di indirizzo dell'indagine conoscitiva.
Ringrazio infine gli uffici per l'eccellente lavoro che hanno svolto.

RAFFAELE VOLPI. Non sapevo, signor presidente, del ritorno in Commissione - del quale siamo tutti lieti - della collega Lanzillotta, alla quale rivolgo un sincero bentornato. Mi riservo, dunque, di intervenire la prossima settimana.

GIUSEPPE CALDERISI. Vorrei semplicemente esprimere un apprezzamento, anche da parte del nostro gruppo, per il documento prodotto, che mi sembra veramente molto buono e riassume tutto quello che abbiamo ascoltato nel corso dell'indagine.
Rispetto ai rilievi dell'onorevole Lanzillotta, credo occorra fare un'attenta valutazione sul modo in cui si intende procedere. Non so, infatti, se per le conclusioni si debba prevedere uno strumento a parte rispetto al documento. Mi sembra, infatti, che le stesse dovrebbero essere oggetto di un'iniziativa diversa e che non rientrino nell'ambito dell'indagine.

PRESIDENTE. Si può pensare a una risoluzione in sede separata.

GIUSEPPE CALDERISI. Concordo. A mio avviso, alcuni dei rilievi della collega Lanzillotta si possono inserire nel documento, altri sono invece più propri di uno strumento di risoluzione.
Credo che questi due piani debbano essere distinti.

PRESIDENTE. Valuterò quali osservazioni della collega Lanzillotta è possibile inserire nel documento, quindi riferirò alla collega Lanzillotta e a tutta la Commissione e decideremo insieme, dal momento che tutti abbiamo lavorato all'elaborazione del documento e tutti più o meno convergiamo sul suo contenuto. È giusto, dunque, procedere con lo stesso criterio.
La prossima settimana, dopo l'intervento dell'onorevole Volpi, concluderemo l'indagine conoscitiva. Ringrazio naturalmente tutti i colleghi e gli uffici per il lavoro svolto.
Rinvio il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12,30.

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