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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione III
11.
Mercoledì 17 giugno 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Pianetta Enrico, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SUGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO DELLE NAZIONI UNITE

Audizione dello sherpa del Governo italiano per il G8, ambasciatore Giampiero Massolo:

Pianetta Enrico, Presidente ... 3 6 8 9
Barbi Mario (PD) ... 6
Massolo Giampiero, Sherpa del Governo italiano per il G8 ... 3 8
Mecacci Matteo (PD) ... 8
Narducci Franco (PD) ... 7

ALLEGATO: Documentazione integrativa prodotta dall'ambasciatore Giampiero Massolo ... 10 Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: (Misto-RRP).

COMMISSIONE III
AFFARI ESTERI E COMUNITARI
Comitato permanente sugli obiettivi di sviluppo del millennio

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 17 giugno 2009


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEL COMITATO ENRICO PIANETTA

La seduta comincia alle 8,05.

(Il Comitato approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Audizione dello sherpa del Governo italiano per il G8, ambasciatore Giampiero Massolo.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite, l'audizione dello sherpa del Governo italiano per il G8, ambasciatore Giampiero Massolo.
Porgo il benvenuto all'ambasciatore, ringraziandolo per la sua disponibilità e gli do la parola chiedendogli di riferirci circa la preparazione del vertice del G8 in relazione ai temi di interesse del nostro Comitato.

GIAMPIERO MASSOLO, Sherpa del Governo italiano per il G8. Innanzitutto ringrazio a mia volta per l'occasione offertami.
Credo che dalla buona interazione esistente tra il Governo e il Parlamento su temi che non sono sempre e necessariamente di immediata percezione da parte dell'opinione pubblica - sebbene meriterebbero, invece, di essere conosciuti e approfonditi molto di più - non possa che derivare del bene, anche per quanti, su tali argomenti, devono lavorare in trincea come blue-collar della politica internazionale.
Stiamo preparando il vertice de L'Aquila. Dal punto di vista degli Obiettivi del millennio e, ancor di più, da quello dell'attenzione ai più poveri, esso rappresenta, indubbiamente, un punto focale. Sotto questo profilo, l'andamento dei lavori di adempimento agli Obiettivi del millennio rappresenta una tela di fondo e un riferimento indispensabile. Siamo oltre la metà della strada; al 2015 è fissata la scadenza per il loro raggiungimento e, pertanto, anche il vertice costituirà - forse non formalmente, ma sicuramente al massimo livello politico - una sorta di verifica e di messa a punto di metà percorso.
Gli Obiettivi del millennio - è forse superfluo ricordarlo in questa sede - sono in realtà una sorta di patto fra Paesi avanzati e Paesi poveri e ciò rappresenta un inedito assoluto. Si tratta di un patto basato su impegni concreti che si vogliono misurabili e, in qualche modo, reciproci. I Paesi ricchi, infatti, si impegnano ad aiutare in maniera efficiente, a concentrare gli aiuti sui più bisognosi, a promuovere l'accesso ai mercati e a cancellare il debito: ad offrire, insomma, le condizioni di base. I Paesi meno favoriti sono a loro volta impegnati a perseguire delle politiche conseguenti nelle rispettive realtà, a migliorare la governance e far sì, quindi, che tali politiche non siano solo proclamate ma anche il più efficaci possibili.
Ricordo che al vertice di Toyako, lo scorso anno, proprio nel corso della prima


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sessione con i Paesi dell'Africa, vi fu un dibattito molto acceso sulla destinazione degli aiuti allo sviluppo e sull'impiego più o meno efficace di tali aiuti da parte di questi Paesi. Ciò portò ad un confronto molto duro, al termine del quale ciascuna delle due parti rimase sulle rispettive posizioni; il solo fatto, tuttavia, che se ne sia parlato con tale franchezza denota quanto l'argomento sia ormai fuori dalle abituali cautele e attenuazioni di tipo diplomatico. Il segreto del successo della formula sta proprio nel partenariato e nella reciproca accountability, per dir così. Vi sono, peraltro, dei casi di successo, come per esempio il Mozambico, un Paese povero che, grazie agli aiuti, alla cancellazione del debito e all'impiego virtuoso che esso ha saputo farne, sta compiendo dei progressi importanti.
Dicevo che gli Obiettivo del millennio sono al centro dell'agenda per il vertice e rappresentano una sorta di quadro di riferimento; chiaramente, cerchiamo di progredire da entrambe le parti. Per quanto riguarda i Paesi sviluppati, il vertice indicherà addirittura una metodologia, uno strumento per una migliore rendicontazione degli impegni presi dai Paesi del G8. Si è spesso rimproverato al G8 di essere deficitario in termini di accountability, di prendere, cioè, degli impegni - in una sorta di rivoluzione di impegni crescenti - senza poi essere mai chiamato a farne il punto.
Forse - e paradossalmente anche a causa della crisi -, questa rivoluzione degli impegni crescenti sembra essere transitata in una fase più sobria e, più che annunciare nuove roboanti cifre, si cerca di analizzare ciò che si è fatto, di vedere quanto siamo riusciti ad essere adempienti sul piano quantitativo ed efficaci su quello qualitativo. A tal fine abbiamo l'ambizione di proporre una sorta di strumento che stiamo discutendo e definendo a livello tecnico proprio in questi giorni.
L'analisi dell'efficacia degli aiuti sarà in linea con l'agenda di Accra, che fu, del resto, un altro passaggio fondamentale in vista del vertice. Riteniamo di procedere sotto un duplice profilo: da un lato, sotto quello quantitativo, ma dall'altro, sulla base anche di quanto è stato deciso nelle grandi conferenze internazionali - da ultimo quella del dicembre scorso a Doha sulla qualità degli aiuti - e ricordando il Monterrey Consensus, vorremmo varare una sorta di concetto più ampio dello sviluppo. È vero, infatti, che riaffermare l'aiuto pubblico allo sviluppo e le quantità assolute di aiuto, di mezzi trasferiti da Paesi sviluppati a Paesi in via di sviluppo, è importante e questo impegno verrà, dunque, ribadito. Riteniamo, però, che sia ancor più importante fornire un quadro di riferimento più ampio, capire, cioè, se sia possibile varare una sorta di strumento di policy che renda più coerente e più concentrato l'insieme delle politiche che i Paesi sviluppati possono porre in essere per rendere più efficace l'aiuto allo sviluppo. Mi riferisco, con ciò, agli aiuti, alle politiche del commercio internazionale, a quelle relative all'investimento e alla cancellazione del debito.
Bisogna anche capire come far convergere tutte le risorse a disposizione, siano esse pubbliche, private, erogate da enti locali, da fondazioni, da filantropi o dalla società civile. Infine, è necessario stabilire come mobilitare tutti gli attori coinvolti, non solo i Governi ma anche tutti i componenti di una società sviluppata. In altri termini, è necessario stabilire come e in che modo sia possibile dare un'indicazione di metodo perché le società più sviluppate facciano uno sforzo convergente sul piano delle risorse, delle politiche e degli attori per promuovere lo sviluppo nei Paesi in difficoltà. Lo chiamiamo «whole of country approach» per distinguerlo dal mero approccio finanziario dei Governi; si tratta, dunque, di una sorta di approccio di tutto il sistema paese verso un altro sistema paese meno favorito.
Insieme all'OCSE stiamo quindi lavorando con l'obiettivo di creare una sorta di scatola degli attrezzi, un toolbox, che in futuro l'OCSE sarà incaricato di sviluppare ulteriormente per metterlo al servizio sia dei Paesi sviluppati che dei Paesi in via


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di sviluppo come fattore di promozione della coerenza delle politiche a favore dello sviluppo dei più vulnerabili.
Non vogliamo mettere l'accento soltanto sui Paesi più poveri; vogliamo, nel nostro vertice, mettere l'accento in generale sui più deboli: un concetto che al Social summit di qualche mese fa a Roma venne definito come il principio del «people first», fare, cioè, in modo che nessuno resti indietro. È un'attenzione, dunque, ai più deboli, sia che si tratti di Paesi più deboli e poveri, sia che si tratti di categorie di individui più deboli e meno favorite all'interno dei Paesi sviluppati.
È chiaro che, dal complesso di quanto detto fino ad ora, l'analisi del raggiungimento degli Obiettivi del millennio non può non risentire della crisi; questa è, dunque, la ragione per la quale, al vertice de L'Aquila, noi vorremmo provocare, in qualche modo, un momento di riflessione per indicare quale possa essere un pacchetto complessivo atto ad evitare che la crisi si ripercuota duramente sui Paesi in via di sviluppo e su quelli più poveri.
Gli elementi di questo pacchetto di salvataggio dovrebbero essere, a nostro avviso, i seguenti. Innanzitutto, evidentemente - e con non poca fatica per un Paese come l'Italia - la riconferma dei volumi; questo è un elemento fondamentale. Un conto è, infatti, evitare la corsa immotivata al rialzo di impegni crescenti, altro è esimersi dal confermare quanto fino ad ora promesso e per cui ci si era impegnati.
In secondo luogo, è necessario dare un impulso a concludere il Doha Round, la liberalizzazione del commercio. Questo è un fattore importantissimo per far ripartire la crescita mondiale, e rientra, per altro, negli Obiettivi del millennio per quanto riguarda i Paesi in via di sviluppo.
Occorrono, poi, un'azione decisa per la cancellazione del debito e la promozione di strumenti innovativi di finanziamento. Penso, a questo riguardo, a strumentazioni a vario titolo innovative per cui il Governo italiano è sempre stato all'avanguardia. Mi riferisco a strumenti come gli Advance Market Commitments (AMC) ma anche a idee nuove, o nuove nella loro riproposizione, che non sono sempre di facile adempimento, come ad esempio la Detax. Come questo Comitato sa, infatti, è all'opera un gruppo di lavoro, guidato dal primo Ministro Gordon Brown e dal Presidente della Banca Mondiale Zoellick e del quale fa parte anche il Ministro Tremonti, il cui obiettivo è studiare quali possano essere le forme innovative di finanziamento dello sviluppo.
Altra iniziativa che dovrebbe far parte del pacchetto è la riduzione dei costi di transazione delle rimesse agli immigrati. Dal G8 Sviluppo il Ministro Frattini ha annunciato un'iniziativa italiana tesa a dimezzare tali costi.
Infine, occorre sottolineare la centralità della sicurezza alimentare. Al G8 de L'Aquila vogliamo promuovere una forte iniziativa a questo riguardo che porti alla conclusione, a dicembre, in sede ONU, della global partnership per la sicurezza alimentare e che serva anche a rendere più coordinate e coerenti le politiche e più strutturali, e non solo puntuali, gli interventi, in modo che essi producano risultati durevoli nel tempo. Sarà un'iniziativa atta anche a mobilitare fondi nel senso in cui dicevo prima, cioè, soldi pubblici e ogni altra forma di finanziamento - pubblico, privato, o innovativo che sia -, destinati alla sicurezza alimentare e, soprattutto, alla sua dimensione strutturale. In questo progetto siamo confortati dall'iniziativa americana, che sta per essere annunciata, del lancio di un ingentissimo piano che muove proprio in questa direzione; si tratta di un piano che gli Stati Uniti vogliono in qualche modo multilateralizzare. Ciò non può che farci piacere: se ciò avvenisse, infatti, nel quadro del G8 de L'Aquila, sarebbe un avvenimento di grande rilievo anche per la presidenza italiana.
Non vorrei dilungarmi molto sullo stato di adempimento dei singoli obiettivi; vorrei accennare solo, con riferimento al G8, all'obiettivo numero uno: food e sicurezza alimentare, e all'acqua, obiettivo numero sette. Il vertice de L'Aquila si caratterizzerà per una giornata particolarmente


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intensa di lavoro con i Paesi dell'Africa; si terrà, infatti una riunione del G8 con i Paesi africani dedicata al varo di una partnership in materia idrica, quindi sulla sicurezza di approvvigionamento idrico, e una riunione, in formato molto ampio, dedicata alla sicurezza alimentare.
Si affronterà il tema della salute, che corrisponde agli Obiettivi del millennio numero quattro, cinque e sei. È forse superfluo ricordare l'impegno italiano per il fondo globale per le grandi pandemie, quindi per la lotta all'AIDS, alla tubercolosi e alla malaria. L'Italia ha fatto e continua a fare la sua parte: siamo il quarto donatore. Citando il Ministro Frattini al G8 Sviluppo, riteniamo di poter annunciare entro luglio la «rata» di contributo del 2009: si tratta di ulteriori 130 milioni di euro che porterebbero il nostro Paese a essere il quarto donatore dopo Stati Uniti, Francia e Giappone.
Si affronterà il tema dei meccanismi di finanziamento innovativi anche per quanto riguarda la salute - mi riferisco soprattutto ai vaccini - e di tutti quei meccanismi che hanno finora consentito di mobilitare fondi. La task force Brown-Zoellick indica in ciò l'obiettivo di una ulteriore mobilitazione: circa dieci miliardi di dollari addizionali all'anno per il settore della salute. Sottolineo, a questo proposito, la valenza delle forme di finanziamento innovative, soprattutto in momenti che rendono difficile il finanziamento «normale» a valere sui bilanci degli Stati.
L'educazione è l'obiettivo di sviluppo numero due. Punteremo sulla cosiddetta fast track initiative promuovendo la riforma della sua governance, sostenendo il replenishment di questa iniziativa - la conferenza si terrà in Italia - e, infine, puntando in maniera molto decisa sul tema dell'istruzione femminile e sull'accesso all'educazione nelle aree di conflitto e post-conflitto. Per quanto riguarda l'istruzione femminile, vorrei fornire un solo dato: su 75 milioni di bambini che ancora non vanno a scuola, oltre la metà, il 60 per cento, sono bambine.
Questi sono i dati per quanto riguarda l'adempimento.
Data l'assoluta mancanza di tempo, vorrei consegnare agli atti il resto delle mie indicazioni relative a ciò che la cooperazione allo sviluppo italiana sta materialmente facendo per il perseguimento degli Obiettivi del millennio. Chiudo dando solo un'ulteriore indicazione circa il metodo del vertice G8 italiano: esso è, certamente, un metodo di grande attenzione ai più poveri, ma è anche volto a tentare di sviluppare, attraverso un rapporto stabile e strutturato con i Paesi emergenti e, quindi, con le grandi economie emergenti, una forma di corresponsabilizzazione nell'aiuto allo sviluppo.
Si tratta di un tentativo che vorremmo rendere possibile declinare a L'Aquila, da attuarsi sotto forma di una dichiarazione congiunta; un set di principi condivisi con le maggiori economie emergenti circa le migliori modalità per portare aiuto alle popolazioni più bisognose e meno avvantaggiate.

PRESIDENTE. Ringrazio l'ambasciatore Massolo per il suo intervento e per la documentazione integrativa prodotta, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato).
Abbiamo visto che gli Obiettivi del millennio sono al centro dell'agenda del G8 e, soprattutto, mi pare che questa metodologia e i princìpi condivisi siano veramente un grande obiettivo. Tra l'altro, il fatto che lei abbia evidenziato il problema della sicurezza alimentare, mi porta a ricordare che da poco abbiamo concluso un'indagine conoscitiva sulla sicurezza alimentare condotta dalla nostra Commissione insieme alla Commissione agricoltura.
Do ora la parola ai colleghi che intendono porre quesiti o formulare osservazioni.

MARIO BARBI. Cercherò di essere sintetico, dal momento che il tempo a nostra disposizione è davvero scarso. Io sono mosso da una preoccupazione che è ri


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corrente all'interno del Comitato e nella conduzione dell'indagine che stiamo svolgendo: si tratta della credibilità. Noi abbiamo constatato, in tutto questo periodo che, sicuramente anche a causa della crisi, dei suoi effetti e delle sue ripercussioni, c'è una discrasia crescente tra gli impegni assunti a livello internazionale, come le scadenze del 2010 e del 2015, e quello che viene effettivamente fatto.
Non mi dilungo perché i dati li conosciamo, essendo noi un gruppo che segue questa materia con una qualche assiduità. C'è, però, un problema che, secondo me, richiede un ripensamento e un'ammissione. La rendicontazione e le idee che vengono proposte al G8 sono utili, interessanti e positive, ma il tentativo di rendicontazione viene già fatto in modo indipendente da organizzazioni che cercano di monitorare quanto accade; penso, ad esempio, al rapporto ONE che è stato appena reso noto e che afferma che l'Italia è il Paese meno adempiente rispetto agli obiettivi assunti verso l'Africa subsahariana. Ciò è rafforzativo della preoccupazione che rappresenta il punto centrale: la credibilità del nostro Paese, nell'ambito dell'insieme dei Paesi sviluppati, rispetto agli obiettivi dichiarati.
Mi chiedo, pertanto, se oltre alle idee innovative - che pure sono interessanti - non si possa stabilire un rapporto più coerente con i fatti e con gli impegni assunti. Da un lato, infatti, si guarda avanti, con la Detax e altri strumenti - e ciò va benissimo -; dall'altro, però, bisogna che si facciano i conti con quanto abbiamo detto, con gli impegni presi e con le azioni che siamo in grado di portare avanti. La nostra cooperazione ha difetti evidenti: imprevedibilità delle risorse, scarso coordinamento, insufficiente trasparenza, e potremmo fare un lungo elenco.
Prendo atto con piacere che verrà dato ufficialmente e formalmente - almeno così mi auguro - l'annuncio dei 130 milioni di euro destinati al fondo globale. Abbiamo addirittura temuto che non fossimo in grado di corrispondere neanche a questo impegno; nel corso del suo intervento in questa Commissione, infatti, il Sottosegretario Scotti aveva detto che esistevano problemi per il reperimento di tali risorse. Mi interesserebbe, quindi, capire da dove le reperiamo.

FRANCO NARDUCCI. Ringrazio l'ambasciatore per la consueta chiarezza dell'esposizione nonostante la scarsità del tempo.
Per quanto riguarda la questione dell'efficienza - che è un tema di cui sento molto parlare in Svizzera, negli organismi di Ginevra -, esso è sicuramente un punto importante ed è stato, infatti, al centro dei forum di Doha e di Accra. Tuttavia, a me pare che in questa fase, ossia in quest'ultimo anno, la questione dell'efficienza venga portata avanti come questione centrale per mettere da parte l'impegno assunto dagli Stati per raggiungere gli Obiettivi del millennio e mi sembra che anche al G8 si vada in questa direzione. Certo, sono stati fatti molti passi avanti, soprattutto attraverso una serie di iniziative nuove. Credo, però, che un'assise come quella del G8 debba veramente riportare al centro dell'attenzione, oltre all'efficienza, anche il ruolo delle Nazioni Unite e gli impegni che esse hanno assunto per il raggiungimento degli obiettivi.
È necessario anche tener conto del fatto che, rispetto a quando gli Obiettivi del millennio sono stati formulati, la situazione non è migliorata ma peggiorata, soprattutto sul versante della crisi globale dell'alimentazione e delle accelerazioni che in questo ambito sono avvenute. Per produrre 95 litri di etanolo occorre tanto mais quanto ne occorre per sfamare una persona in un anno. Se ci sarà un'ulteriore accelerazione in questa direzione, dettata dal mercato e dalle speculazioni sulle fonti energetiche e soprattutto sul petrolio, allora bisognerà che la politica e gli Stati, in una occasione come quella del G8, trovino la forza e l'impegno per affrontare tali questioni così nodali per tutti noi.
Da questo punto di vista, quindi, mi sembra che si metta troppa enfasi sull'efficienza e troppo poca sugli impegni reali. D'altra parte, la crisi c'è per tutti, ma


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l'Olanda, che è un Paese di 14 milioni di abitanti, contribuisce proporzionalmente di gran lunga più del nostro Paese al raggiungimento degli Obiettivi del millennio. Questi sono, pertanto, fatti e aspetti che devono assolutamente essere considerati.
L'ultima questione che vorrei sottoporre alla sua attenzione è quella degli impegni militari che continuiamo ad assumere impegni militari a getto continuo. Io mi chiedo se, in termini di politica estera, il nostro Paese non possa trarre un maggior ritorno da un impegno più diretto e strategico sul versante degli aiuti allo sviluppo, come stanno facendo altri Paesi, piuttosto che su quello dell'impegno nelle missioni militari, che sono, invece, ovunque e sempre in aumento. Credo che questo sia un aspetto importante. Pensiamo, ad esempio, a quello che la Cina sta facendo in Africa, seppure secondo una strategia che io ritengo quasi neocolonialista.
Ebbene, credo che l'Italia, per le sue tradizioni, il suo know how e la sua competenza, potrebbe ottenere molto di più, in termini di politica estera, da un impegno strategico sul versante del raggiungimento degli Obiettivi del millennio piuttosto che su quello di un aumento continuo della nostra presenza militare nel mondo.

MATTEO MECACCI. Ringrazio l'ambasciatore per essere qui oggi ed esprimo l'auspicio di avere un altro appuntamento, magari dopo il vertice, per poter continuare questa discussione.
Le mie domande saranno abbastanza secche. Vorrei, innanzitutto, una sua valutazione su quanto pensa che incidano, sui rapporti diplomatici del nostro Paese e sulla nostra politica estera, le suddette difficoltà dell'Italia in termini di aiuti allo sviluppo nei confronti dei Paesi più poveri.
In secondo luogo, vorrei sapere se lei ha la percezione che la classe politica italiana abbia una consapevolezza adeguata del problema. Sappiamo che queste scelte non dipendono dal ministero; tuttavia, credo sia importante per noi avere una valutazione del ministero su quanto questo fattore incida sulla politica estera.

PRESIDENTE. Lascio ora la parola all'ambasciatore, con l'intendimento di vederci successivamente; al centro di questo nostro incontro, infatti, è proprio l'organizzazione del G8 e gli obiettivi che esso si propone. In seguito affronteremo in maniera più organica altri aspetti.

GIAMPIERO MASSOLO, Sherpa del Governo italiano per il G8. Comincio con quanto diceva l'onorevole Mecacci circa le ripercussioni sulla politica estera. Con una battuta: la cooperazione allo sviluppo è uno strumento di politica estera; dello sviluppo e del potenziamento di questo strumento il Governo e il Paese intero si giovano e si potrebbero giovare sempre più.
Come tutti gli strumenti, uno ne fa l'uso che le circostanze permettono. Sicuramente, da blue-collar, da «tecnico del suono», ritengo che esso sia uno strumento utile sul quale conviene investire. Esso non esplica, in questo momento, tutte le sue potenzialità e, tuttavia, è uno strumento nel quale siamo impegnati e per il quale ci impegniamo a rendere quanto più efficiente ed efficace possibile l'allocazione di cui al momento disponiamo.
Per quanto riguarda la questione degli impegni militari, devo dire che essi non sono in crescita; le nostre missioni hanno un volume più o meno stabilizzato. Osservo, per altro, che le missioni militari italiane sono missioni di pace e di stabilizzazione in cui, spesso, il volet della cooperazione civile è complementare o addirittura promosso o comunque fra gli obiettivi dichiarati delle missioni. In qualche modo, si tratta di strumenti sinergici che rappresentano forme e modalità di intervento di cui il Governo si avvale in una politica estera basata essenzialmente su iniziative tese a promuovere stabilità e pace.
Per quanto riguarda la conferma degli impegni e gli strumenti innovativi, preciso che in nessun caso il Governo pensa che gli strumenti innovativi siano sostitutivi


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degli impegni. Questo lo abbiamo detto in tutte le sedi e lo confermeremo individualmente e collettivamente nelle dichiarazioni che faranno seguito al vertice de L'Aquila. La strumentazione innovativa è di tipo aggiuntivo e non è sostitutiva degli impegni.
Il nuovo ritmo di adempimento - e con questo passo al tema della credibilità - risente sicuramente della crisi. Tuttavia, vorrei svolgere alcune osservazioni: innanzitutto, in termini di volume assoluto si registra un ammontare piuttosto imponente che sfiora ora i 5 miliardi di euro; in secondo luogo, per quanto riguarda i volumi assoluti, ancorché la percentuale sul bilancio non in linea con gli obiettivi, essi sono comunque in lieve crescita.
Noi siamo impegnati con il Ministero dell'economia e delle finanze in una difficile operazione: quella, cioè, di mettere a punto una sorta di piano di rientro o, perlomeno, di riallineamento del ritmo di avvicinamento agli impegni. Il metodo di accountability che cerchiamo di varare e che vorremmo indicare da L'Aquila è innovativo; si tratta, infatti, per la prima volta, di una presa di coscienza e di un'operazione di trasparenza attuata dai Governi medesimi, a dimostrazione di una sensibilità sicuramente in crescita sul tema della credibilità.
Concludo dicendo che il ruolo di stimolo e di controllo del Parlamento, e lo dico da tecnico, è particolarmente rilevante e guardiamo ad esso con molta fiducia.

PRESIDENTE. La ringraziamo anche per queste sue ultime considerazioni. Mi sembra che sia molto interessante da sottolineare l'atteggiamento di un piano di rientro. Voglio anche informare i colleghi che, per quanto riguarda il fondo globale AIDS, il 23 giugno avremo l'audizione del direttore del fondo AIDS e svilupperemo, quindi, anche questo aspetto.
Salutiamo l'ambasciatore, con l'intendimento di incontrarci di nuovo dopo il vertice del G8.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 8,40.


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ALLEGATO

DOCUMENTAZIONE INTEGRATIVA PRODOTTA DALL'AMBASCIATORE GIAMPIERO MASSOLO

Premessa - Obiettivi del Millennio: un patto tra Paesi ricchi e Paesi poveri fondato sul principio della mutual accountability.

Nel 2009 siamo a più di metà strada dalla scadenza (2015) per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio che 189 Capi di Stato e di Governo adottarono alle Nazioni Unite nel 2000 siamo chiamati a fare il punto sui progressi, una «verifica di metà percorso».
Gli Obiettivi del Millennio sono il primo patto tra Paesi ricchi e Paesi poveri per combattere la povertà. Il valore aggiunto di questo patto è che sia i Paesi ricchi che i Paesi poveri si sono impegnati con degli Obiettivi concreti e misurabili.

I Paesi ricchi si sono impegnati (MDG 8) a:
fornire in maniera efficiente aiuti ai Paesi poveri,
concentrare questi aiuti nei Paesi che ne hanno più di bisogno, soprattutto in Africa Sub-sahariana,
promuovere l'accesso ai mercati dei prodotti provenienti da questi Paesi,
cancellare il debito dei Paesi più poveri.

Ci siamo, dunque, impegnati a porre in essere le condizioni di base affinché i Paesi poveri possano costruire il loro sviluppo. Si potrebbe dire «Help Africa to help itself».

I Paesi poveri si sono impegnati a:
dimezzare la percentuale di coloro che soffrono la fame,
dimezzare la percentuale di coloro che non hanno accesso all'acqua potabile,
garantire un'istruzione di base universale,
migliorare le condizioni delle gestanti,
ridurre il numero di bambini che ogni anno non raggiungono il quinto anno di età a causa di malattie che nell'occidente sono facilmente curabili,
combattere AIDS, malaria e tubercolosi.


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Si sono anche impegnati a migliorare la governance, a combattere la corruzione a promuovere processi e istituzioni democratiche. Tutto ciò è fondamentale affinché gli aiuti possano trovare un terreno fertile e avere un vero impatto contro la povertà.
Il segreto del successo per il raggiungimento degli Obiettivi è il partenariato e la mutual accountability sia i Paesi industrializzati che i PVS debbono considerarsi responsabili nel raggiungimento degli Obiettivi.
Lo dimostrano quei casi di successo, come il Mozambico, un Paese estremamente povero e che grazie agli aiuti e alla cancellazione del debito ma anche grazie agli sforzi compiuti dal Mozambico stesso sta compiendo importanti progressi.

Gli Obiettivi del Millennio nell'agenda del Vertice dell'Aquila

Gli MDGs sono al centro della nostra agenda per il Vertice quadro di riferimento della Dichiarazione che i Leader adotteranno.
Accountability.
Stiamo promuovendo l'approvazione di uno strumento di rendicontazione sugli impegni presi dai Paesi G8, partendo proprio dalla valutazione di quanto fatto e quanto rimane da fare sul fronte dello sviluppo e degli MDGs in particolare.
Si tratta di adottare, per la prima volta, non era mai successo, una metodologia per fare il punto sugli impegni presi in materia di lotta alla fame e alle pandemie e di quanto fatto sinora per promuovere l'istruzione e la salute globale. Questo strumento di accountability risponde allo spirito della Dichiarazione del Millennio su cui si fondano gli 8 MDGs.
All'Aquila ribadiremo l'importanza di mantenere gli impegni presi (APS), anche di fronte alla crisi economica.
Porremo anche l'accento sull'efficacia degli aiuti, in linea con l'Agenda di Accra, è un passaggio fondamentale: una cooperazione che non riconosce i principi di ownership dello sviluppo dei Paesi poveri, di coordinamento tra donatori, della necessità di tener contro delle effettive esigenze dei poveri, si sostanzierebbe in aiuti sprecati Puntiamo invece a generare sviluppo di lungo termine.
[Whole of country approach] Per questo, sulla base dei principi fondanti del Monterrey Consensus e della Conferenza di Doha sul finanziamento per lo sviluppo intendiamo impegnarci seguendo un approccio che valorizzi:
tutte le risorse a disposizione (pubbliche e private, comprese quelle - ingenti - delle grandi Fondazioni e ai meccanismi innovativi di finanziamento);
tutte le politiche (non solo aiuti, ma anche commercio internazionale, investimenti, cancellazione del debito);
tutti gli attori coinvolti (governi sì, ma anche autorità locali, parlamenti, società civile, privati).

Si tratta di dar vita ad un «whole of country approach» che mobiliti l'intero sistema paese, senza per questo sfuggire alle responsabilità dei governi.


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L'obiettivo è quello di promuovere la coerenza delle politiche a favore dello sviluppo dei più vulnerabili.
Momento di crisi il G8 italiano vuole porre l'attenzione sui più deboli, su coloro che stanno maggiormente subendo gli effetti di una crisi, di cui peraltro non sono responsabili. Coloro che la subiscono nei Paesi occidentali e coloro che la subiscono in maniera ancor più pesante nei Paesi Poveri La Ministeriale sviluppo che si è appena conclusa ha valutato l'impatto della crisi sui Paesi in via di sviluppo.
Emerge che i progressi fatti nel raggiungimento degli Obiettivi del Millennio possono essere messi a rischio da questa crisi.
Per questo come Presidenza stiamo proponendo l'adozione di un «pacchetto di salvataggio» per i Paesi più poveri:
riconferma degli aiuti
impulso a concludere il Round di Doha
cancellazione del debito
promozione di strumenti innovativi di finanziamento
riduzione dei costi di transazione delle rimesse degli immigrati
centralità sicurezza alimentare (finanziamenti).

Stiamo inoltre lavorando su obiettivi fondamentali quali:

FOOD (MDG 1)
Obiettivo trasversale importante per raggiungere tutti gli altri MDGs. Stiamo lavorando per l'approvazione di misure concrete contro la fame e stiamo valutando con i partner anche l'adozione di strumenti finanziari.
Sosteniamo il processo di formazione della Global Partnership for Agriculture and Food Security (GPAFS), che includerà tutti gli attori coinvolti nella sfida della sicurezza alimentare (Agenzie ONU, IFI, ma anche privati e ONG).
Siamo impegnati a negoziare il testo per un Joint Statement on Global Food Security da sottoscrivere con tutti i Paesi presenti al Vertice il terzo giorno: mantenere la sicurezza alimentare al centro del dibattito politico internazionale e possibilità di finanziamenti.
Lavoreremo sulla base dei risultati della Ministeriale G8 Agricoltura, la prima riunione dei Ministri dell'Agricoltura in formato G8, dedicata ai temi della sicurezza alimentare e dello sviluppo agricolo.

WATER (MDG 7)
MDG acqua trasversale forte impatto su tutti gli altri Obiettivi (importanza acqua per agricoltura, sicurezza alimentare, salute materna e infantile)
I Capi di Stato Africani nel 2008 hanno chiesto ufficialmente ai G8 di rafforzare il loro partenariato con l'Africa su acqua. A L'Aquila


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Dichiarazione congiunta G8-Capi di Stato Africani sull'acqua, a conclusione della sessione G8-Africa. prima volta che G8 e Africa lanciano un forte messaggio politico congiunto su un tema così importante.
Promuovere l'accesso all'acqua costituirà un'importante opportunità di sviluppo occupazionale per i paesi dell'Africa e di rafforzamento delle imprese locali di settore, partner essenziali per la definizione di nuovi progetti infrastrutturali a partecipazione pubblica e privata.

SALUTE (MDGs 4,5,6)
Abbiamo sottoscritto ad Heiligendamm e ribadito a Toyako l'impegno a destinare 60 MLD di dollari alla salute, in cinque anni.
Fondo Globale: L'Italia, «madrina» del Fondo Globale per la lotta all'AIDS, Tubercolosi e Malaria (quarto donatore dopo USA, Francia e il Giappone), lanciato nel 2001 (G8 di Genova). oltre 2 milioni di vite sono state salvate e 5 milioni di persone sono in cura per tubercolosi. In termini dir risorse finanziare, oggi il Fondo necessita di circa 8 miliardi di dollari all'anno. Italia impegnata a fare la sua parte (130 ML Euro).
Meccanismi innovativi di finanziamento due esempi ITA per i vaccini: l'Advance Market Commitments, AMC e l'International Finance Facility for Immunization, IFFIm. La High Level Task Force on innovative Financing for Health Systems (HLTF) presieduta da Brown-Zoellick di cui il Min.Tremonti è membro, ha selezionato alcuni meccanismi per mobilitare circa 10 miliardi di dollari addizionali all'anno per il settore salute. [Tra i meccanismi figura la De-tax del Min. Tremonti]. Le raccomandazioni della HLTF verranno presentate al Vertice dell'Aquila (il rapporto finale verrà lanciato all'Assemblea delle Nazioni Unite di settembre).

EDUCAZIONE (MDG 2)
Abbiamo la Presidenza della Fast Track Iniziative. In questa veste abbiamo avanzato sulla riforma della governance di questa iniziativa e ne stiamo sostenendo il replenishment (la cui Conferenza si terrà in Italia); stiamo anche sostenendo la proposta UK-USA di lanciare una campagna globale sull'istruzione nel 2010 in occasione dei campionati del mondo di calcio in Africa occasione per mobilitare più attenzione e risorse.
Inoltre, abbiamo promosso una maggiore attenzione ad alcuni temi importanti quali l'istruzione di buona qualità, l'istruzione femminile (dei 75 milioni di bambini non ancora a scuola, il 60 per cento sono bambine) e l'accesso all'educazione nelle aree di conflitto e post-conflitto.

Gli Obiettivi del Millennio nella cooperazione allo sviluppo dell'Italia


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La lotta alla povertà e gli Obiettivi del Millennio costituiscono l'asse portante anche della politica di cooperazione allo sviluppo del nostro Paese.
In particolare, la lotta contro la povertà (Obiettivo 1) costituisce un obiettivo fondante della cooperazione allo sviluppo, come dimostrano le avanzate Linee guida di cui la Cooperazione italiana si dotò dall'ottobre 1999 e che sono ora in corso di aggiornamento.
L'Africa Sub-sahariana, in grave ritardo nel raggiungimento degli Obiettivi del Millennio, è da tempo al centro dei nostri interventi di sviluppo. All'Africa è destinato il 50 per cento dei fondi bilaterali della nostra Cooperazione, come stabilito nelle Linee guida della Cooperazione italiana per il triennio 2009-2011.1 Ne va anche della nostra sicurezza.
Si tratta anche di creare le condizione affinché i più poveri possano costruire un futuro nei loro Paesi di origine. L'Obiettivo è quello di creare un'Africa protagonista del proprio sviluppo in cui i cittadini africani possano vivere con dignità.
Con riferimento ai singoli MDGs, la nostra cooperazione pone grande rilievo ai tre obiettivi legati alla sanità (Obiettivo 4 - ridurre la mortalità infantile; Obiettivo 5 - migliorare la salute materna; Obiettivo 6 - lottare contro l'HIV/AIDS, la malaria e le altre malattie infettive), soprattutto tramite il sostegno al Fondo Globale per la Lotta all'AIDS, la TB e la Malaria, per il quale nel solo 2007 sono stati erogati 410 milioni di euro, per un totale di 790 milioni di euro fino al 2008 (siamo il quarto donatore e abbiamo uno dei tre seggi a disposizione nel Consiglio di Amministrazione del Fondo Globale).
Sempre sul fronte della salute, la Cooperazione italiana, oltre all'impegno sul Fondo Globale, continueremo ad impegnarci per lo sradicamento della poliomielite e strumenti innovativi come l'AMC e l'IFFIM.
La Cooperazione italiana continuerà ad essere attiva nei programmi di formazione di quadri sanitari e nel consolidamento delle strutture sanitarie di base, favorendo l'accesso universale a tali servizi nel convincimento che rafforzando i sistemi sanitari si rende più efficace il contrasto alle singole malattie. Le priorità saranno costituite da un rinnovato impegno nel Fondo Globale e nel contrasto alla poliomielite e dall'individuazione di azioni complementari nel quadro multilaterale (OMS) e bilaterale per favorire il rafforzamento dei sistemi sanitari e, in particolare, la formazione dei medici e del personale sanitario.
Al di là del grande impegno per la sanità, gran parte dell'APS italiano è destinato, in linea anche con le nostre priorità per il G8, al raggiungimento del primo e più generale degli otto Obiettivi, ovvero la lotta contro la povertà e la fame, anche attraverso il nostro sostegno al «polo agro-alimentare romano» delle Nazioni Unite.
Nel triennio 2009-2011 daremo ampia considerazione anche alle questioni ambientali, anche nella prospettiva che nel 2012 si svolga un nuovo Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile.


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La Cooperazione italiana sarà dunque impegnata nella predisposizione di adeguati strumenti finanziari e tecnici nel contesto della lotta ai cambiamenti climatici, specie mediante l'adozione di programmi centrati sull'uso di tecnologie pulite e su scelte di sviluppo economico a bassa intensità di carbonio. Si esploreranno, inoltre, le possibilità offerte dai progetti finanziati con APS di acquisire crediti di emissione previsti dai meccanismi del protocollo di Kyoto.
Per quanto attiene all'istruzione, la Cooperazione italiana punterà sul rafforzamento di meccanismi di sostegno ai programmi nazionali di istruzione nei PVS, con particolare riguardo all'iniziativa «Education for All» ed ai suoi strumenti finanziari operativi (Fondo Catalitico). Verrà inoltre avviata, sulla base di una dichiarazione congiunta siglata nel dicembre 2008, una comune politica di cooperazione con le Università italiane interessate, incentrata sul trinomio formazione, ricerca, trasferimento di tecnologie.
Sappiamo tuttavia che in materia di Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS), l'Italia è al momento indietro per quanto riguarda il rispetto degli impegni quantitativi. Ai sensi di quanto concordato dal Consiglio Europeo di Barcellona nel 2002 (roadmap europea per il raggiungimento degli MDGs con tappe intermedie fino al 20152), infatti, il rapporto APS/PIL nel 2006 avrebbe dovuto essere pari allo 0,33 per cento, mentre la percentuale italiana si è attestata allo 0,20 per cento, per scendere allo 0,19 per cento nel 2007 e attestarsi allo 0,22 per cento nel 2008. Nonostante la riduzione in termini percentuali dell'APS, si nota comunque un suo aumento in valore assoluto.
La cooperazione italiana è seriamente impegnata nel rispetto dell'Agenda di Accra sull'efficacia degli aiuti, che ci chiede di ridurre sprechi e duplicazioni e far sì che ogni Paese intervenga nei PVS laddove ha particolari competenze e la sua azione può apportare vero valore aggiunto. A riguardo, la Cooperazione italiana ha elaborato il primo «piano nazionale per l'efficacia dell'aiuto» che il Comitato Direzionale adotterà a metà luglio.

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